Caivano, Ciro Migliore: «Maria Paola Gaglione era la donna della mia vita ma la sua famiglia ci ostacolava»
lunedì, Settembre 14th, 2020Sul corpo di Ciro il linguaggio dei tatuaggi racconta quanto si senta uomo e quanto così voglia essere riconosciuto. Immagini anche troppo truci rispetto al fisico esile e ai lineamenti del viso che lo fanno sembrare più giovane — più piccolo — dei suoi ventidue anni. Ma il suo corpo mostra anche i segni dell’incidente e del pestaggio subito dal fratello della fidanzata. Il braccio sinistro bloccato da un tutore, lividi e graffi dappertutto, un occhio nero, ed è chiaro che lì c’è arrivato un pugno.
Quei momenti non riesce a raccontarli, anche se con i carabinieri ha dovuto farlo. Riesce invece a parlare di Maria Paola (Gaglione, morta dopo essere stata speronata in moto dal fratello ndr), che «non è stata la mia prima ragazza, ma sicuramente è stata la prima di cui mi sia innamorato».
Quando?
«Tre
anni fa, quando ci siamo conosciuti nella villa di Caivano», che è un
posto del Parco Verde, disastrata come tutto il Parco Verde, e però per i
ragazzi che al Parco Verde ci sono nati e cresciuti è una villa come lo
sono le ville per chi scopre la vita: un posto di incontri, di
approcci, di libertà.
Poi siete andati a vivere insieme.
«Un mese fa. Ma non a Caivano, ad Acerra».
E perché?
«Perché
volevamo allontanarci dalla sua famiglia. Loro ci hanno sempre
ostacolati. Non volevano che stessimo insieme perché dicevano che
eravamo due femmine. Ma non è vero. Io non sono una femmina. Avevo 15
anni quando ho capito di essere un uomo, mi sentivo e mi sento un uomo. E
Maria Paola mi ha sempre amato come uomo».