Archive for Settembre, 2020

Lo Stato invadente e invisibile

venerdì, Settembre 18th, 2020
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di   Sabino Cassese

L’inchiesta giudiziaria in corso sulla Lombardia Film Commission per la compravendita di un immobile ha richiamato l’attenzione su questa e sulle molte istituzioni similari. La Lombardia Film Commission è stata istituita da Regione Lombardia e Comune di Milano per promuovere sul territorio la realizzazione di film, fiction tv, spot pubblicitari, documentari, al fine di «aumentare la visibilità del territorio lombardo» e «diffondere l’immagine della regione», oltre che per lo sviluppo delle imprese audiovisive e del «cineturismo». A questo fine, assiste, ospita, promuove, aiuta imprese private. Fa parte di una rete di diciannove analoghe istituzioni, create e finanziate da comuni e regioni, di dimensioni finanziarie diverse, ma con compiti assimilabili (alcune organizzano anche festival e sostengono in altro modo la produzione di audiovisivi). Tutte queste fondazioni non profit, ma costose per i bilanci regionali, pur essendo tra di loro in concorrenza, sono associate in un organismo nazionale, l’«Italian Film Commissions» e persino in un «European Film Commissions Network», che ne raggruppa 98. Queste istituzioni sono un bell’esempio del tentativo di specializzazione dell’azione dei poteri pubblici, che conduce all’«ad-hoc-crazia», ma è anche indice del sempre crescente loro interventismo e del conseguente sfarinamento dello Stato.

Perché il lettore abbia una idea concreta di questo fenomeno, ricorderò che, secondo le indagini più recenti, le partecipate pubbliche, in larghissima misura locali, sono 7.300, con oltre un milione di addetti (ma solo un quarto con più di 50 dipendenti), un quarto con più amministratori che dipendenti, molte in perdita strutturale, alcune inattive o incapaci di realizzare lo scopo sociale, molte doppioni. Su questa variopinta realtà, che ricorda l’Italia del comuni medievali, causa dell’«insigne faiblesse» (Fernand Braudel) della nostra penisola, e che sfugge a una conoscenza sistematica per la sua varietà, si sono cimentati di recente, con accurati rapporti, il Ministero dell’economia e delle finanze, l’Istituto nazionale di statistica, la Banca d’Italia, la Corte dei conti e persino il Fondo monetario internazionale. Nel 2014, Cottarelli ne fece oggetto di una analisi attenta. Nel 2016 il governo Renzi ne tentò una disciplina, con l’obiettivo di ridurre il numero di questa massa di organismi da circa 8mila a circa mille.

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Zaia: «Coi tamponi rapidi la risposta in 5 minuti: noi li abbiamo provati, vanno usati ovunque»

venerdì, Settembre 18th, 2020

di Marco Cremonesi

Zaia: «Coi tamponi rapidi la risposta in 5 minuti: noi li abbiamo provati, vanno usati ovunque»

Il governatore del Veneto Luca Zaia

«Ho parlato mercoledì con il ministro Speranza, gli ho posto la questione del tampone rapido per gli screening in luoghi come le scuole o ovunque servano risposte tempestive». Luca Zaia non fa campagna elettorale. Ma il calendario degli appuntamenti è serrato e passa la giornata tra un incontro e l’altro, con una differenza rispetto al solito: tuona contro chi gli ha hackerato il telefono e i profili WhatsApp e Instagram.

Il tampone che dà il responso in pochi minuti?

«Appunto. Credo sia da inserire in fretta nei protocolli della sanità pubblica: 5 o 6 minuti e sai se sei positivo, senza laboratorio. Tra l’altro proprio per verificarne l’attendibilità in Veneto abbiamo fatto molte prove doppie, sia con il tradizionale che con il rapido: risultati affidabilissimi. Non per nulla oggi ci sono 11 case farmaceutiche internazionali che lo propongono e il prezzo è sceso a 4,5 euro».

Ma il tampone rapido non è già utilizzato?

«Oggi il rapido, ovvero il test antigenico, è accettato per chi proviene da Grecia, Croazia, Malta e Spagna. Ma estendendone l’utilizzo si agevolerebbe enormemente la vita a famiglie e medici».

È d’accordo con il governatore del Piemonte Alberto Cirio che ha vinto la sua battaglia per far misurare la temperatura anche a scuola?

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Regno Unito, nuovo lockdown per 10 milioni di persone. E anche a Londra torna l’incubo chiusure

venerdì, Settembre 18th, 2020

di Luigi Ippolito

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
LONDRA — Dalla mezzanotte di oggi quasi dieci milioni persone in Gran Bretagna (su un popolazione totale di 66 milioni) saranno di nuovo in lockdown: i provvedimenti locali, che interessano soprattutto le regioni del Nordest dell’Inghilterra e le aree metropolitane di Manchester e Birmingham, sono la risposta a un’impennata dei contagi che ha visto ieri registrare oltre 4 mila nuovi casi a livello nazionale. I nuovi provvedimenti impongono la chiusura di pub e ristoranti alle dieci di sera e il divieto di socializzare con persone al di fuori del nucleo familiare, oltre alla raccomandazione di usare i mezzi pubblici solo quando strettamente necessario. E il timore ora è che queste misure potrebbero essere estese al resto del Paese, a partire da Londra, dove i casi di coronavirus sono raddoppiati nelle ultime due settimane.

Già lunedì scorso era scattata in tutto il Paese la «regola del sei», che vieta di riunirsi, anche in casa e con parenti, in gruppi di più di sei persone. E oggi il primo ministro Boris Johnson ha lanciato un appello pubblico dai giornali a rispettare questa disposizione per «appiattire la gobba del cammello» e così «salvare il Natale»: perché se queste misure dovessero restare in piedi fino a dicembre, allora addio cenone.

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Alla famiglia dei fratelli Bianchi anche il reddito di cittadinanza: perché nessuno ha controllato?

venerdì, Settembre 18th, 2020
I due giovani accusati dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte avevano un tenore di vita lussuoso – di Beppe Severgnini /CorriereTv
Ammonta a circa 33mila euro la somma che ile famiglie dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi e i coindagati Francesco Belleggia e Mario Pincarelli avrebbero percepito indebitamente come reddito di cittadinanza. I diretti interessati hanno negato la circostanza ma la Guardia di Finanza di Colleferro, al termine di una serie di accertamenti, ha denunciato i quattro, già arrestati per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, alla procura di Velletri per violazione dell’articolo 7 comma 1 del D.l. 4/2019
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Coronavirus, 11 contagi in Alto Adige. Ci sono 2 persone in terapia intensiva. In una settimana raddoppiati i ricoveri

giovedì, Settembre 17th, 2020

BOLZANO. Sono due le persone in terapia intensiva in Alto Adige per il Covid mentre sono 15 i ricoverati per coronavirus nei reparti ospedalieri e 38 i pazienti in isolamento a Colle Isarco. Numeri importanti peggiorati drasticamente nell’ultima settimana che ha visto crescere i contagi rispetto a qualche settimana fa e che non può non far alzare il livello di attenzione di tutta la comunità.

Oggi i nuovi positivi sono stati 11 su 1.529 tamponi (con un rapporto contagi/tampone dello 0,7%)e così le persone contagiate totali dall’inizio dell’epidemia in provincia di Bolzano salgono a 3.183 con in totale 155.482 tamponi effettuati su 82.321 persone. Continuano a salire le persone in isolamento domiciliare: oggi sono 1.672 delle quali 66 di ritorno da Croazia, Grecia, Spagna o Malta.

Se i dati odierni si confrontano con una settimana fa, il 10 settembre, si può notare la crescita di tute le voci. Il 10 settembre, infatti, i positivi totali erano 3.037, quindi 146 in meno, le terapie intensive erano 0, gli isolamenti a Colle Isarco erano 16, i ricoveri ospedalieri 8 e c’erano circa 400 persone in meno in isolamento domiciliare. 

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Firenze, sgominato traffico internazionale droga: decine di arresti

giovedì, Settembre 17th, 2020

Nel corso di una maxi operazione internazionale antidroga, la polizia di Firenze ha sgominato un cartello criminale considerato “leader dei gruppi albanesi specializzati nel traffico di droga in ambito continentale”. Il blitz ha portato a decine di arresti e al sequestro di tonnellate di cocaina e di milioni di euro.

L’indagine è stata condotta nell’ambito di un “Joint Investigation Team” costituito dal Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine, dalla squadra mobile di Firenze, dalla Finec olandese e dalla Direzione centrale per i servizi antidroga, con il coordinamento di Eurojust ed Europol, della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo e della Direzione centrale della polizia criminale.

In totale sono 31 le misure di custodia cautelare disposte. Durante le indagini sono stati inoltre sequestrati oltre 5,5 milioni di euro e quasi 4 tonnellate di cocaina. Gli arrestati sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, detenzione e spaccio di droga. Gli arresti hanno riguardato le città di Firenze, Genova, Modena, Pisa e Lucca, oltre a una serie di paesi esteri tra cui Albania, Belgio, Emirati Arabi Uniti, Germania, Grecia, Olanda, Romania, Ungheria e Ecuador.

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Omicidio Willy, i fratelli Bianchi col reddito di cittadinanza: avviata indagine patrimoniale sulla famiglia

giovedì, Settembre 17th, 2020

Suv, bottiglie di champagne, alberghi a cinque stelle: questa la vita mostrata dai fratelli Bianchi sui loro social. Un tenore da nababbi che però si scontra con quanto scoperto dagli inquirenti che indagano sulla morte di Willy Monteiro Duarte: attraverso il padre usufruivano del reddito di cittadinanza. Anche Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, indagati per il pestaggio mortale, usufruiscono del sussidio.

La domanda per poter avere il reddito di cittadinanza è stata presentata dai vari capi famiglia i quali hanno inserito i loro figli, tutti al di sotto dei 24 anni e senza reddito, come familiari a carico. Questo potrebbe nel caso dei Bianchi aver fatto crescere l’assegno mensile oltre i mille euro. Una cifra che comunque non si sposa con la vita agiata che questi ragazzi dimostravano di avere con le foto postate sui profili social. Per i quattro picchiatori di Colleferro si è già aperta l’indagine patrimoniale che potrebbe però allargarsi anche ai genitori visto che le dichiarazioni mendaci sono punite a norma di legge. 

Bianchi fermati 25 minuti dopo pestaggio – Intanto emergono alcuni dettagli sulla notte in cui Willy perse la vita. Sono stati fermati venticinque minuti dopo l’aggressione mortale a Willy Monteiro Duarte i fratelli Marco e Gabriele Bianchi. Il dato emerge dalle carte dell’inchiesta condotta dalla Procura di Velletri.  “I responsabili sono stati sorpresi alle ore 3:55 – scrivono gli inquirenti – dopo appena 25 minuti dal fatto, con ‘cose e tracce’ dalle quali apparivano aver commesso il fatto “immediatamente prima”. In particolare l’autovettura con la quale gli aggressori sono giunti sul luogo del delitto e poi si sono dati alla fuga, la camicia strappata indossata da Gabriele Bianchi ed il palese stato di agitazione”.

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Coronavirus, l’Oms: “In Europa la situazione è molto grave”

giovedì, Settembre 17th, 2020

In Europa, dove i nuovi casi settimanali di coronavirus “hanno superato quelli segnalati a marzo”, si sta verificando “una situazione molto grave”. A indicarlo è Hans Kluge, direttore regionale per l’Europa dell’Oms, secondo il quale “oltre metà dei Paesi europei ha registrato aumenti di oltre il 10% nelle ultime due settimane, e in sette Paesi l’incremento è stato pari a più del doppio”. Questi numeri, quindi, “devono essere una sveglia per tutti”.

“La scorsa settimana, il conteggio settimanale della regione ha superato i 300mila pazienti”, ha proseguito Kluge. “A livello globale, circa il 14% dei casi di Covid-19 segnalati all’Oms riguarda gli operatori sanitari, e in alcuni Paesi è addirittura il 35%, sebbene i dati siano limitati ed è difficile sapere se gli operatori sanitari siano stati contagiati nei luoghi di lavoro o nelle comunità”, ha dichiarato il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanita’ (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Abbiamo tutti un debito enorme nei confronti degli operatori sanitari, non solo perche’ si sono presi cura dei malati. Ma perché rischiano la propria vita per fare il proprio dovere”, ha aggiunto.

Posizione resta per quarantena di 14 giorni  – “La nostra posizione resta per una quarantena di 14 giorni, nell’interesse dei pazienti”, ha invece sottolineato la funzionaria dell’Oms Catherine Smallwood, nel corso di un briefing online, in merito alla decisione di alcuni Paesi, tra cui la Francia, di ridurre il periodo di quarantena per il coronavirus.

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Da Colleferro a Caivano, la violenza nichilista dei giovani

giovedì, Settembre 17th, 2020

di Antonio Polito

Da Colleferro a Caivano, la violenza nichilista dei giovani

Ci affanniamo a cercare l’«ismo» giusto, cui attribuire questa ondata di violenza gratuita, proterva, perfino estetizzante, che sta sconvolgendo la nostra estate. È fascismo? È razzismo, machismo, culturismo? È odio, è rabbia? Per quale ragione ogni argine morale sembra cedere, e a Vicenza si picchia un anziano perché difende una ragazza, e a Colleferro si ammazza un giovane perché difende un amico, e a Caivano si uccide una sorella perché ama? Ma c’è forse un altro «ismo» che abbiamo trascurato, e che precede e spiega tutti gli altri, ed è il nichilismo. Quella specie di intimità con il nulla (nihil in latino) che si sta impadronendo un po’ alla volta di tanti giovani. Che svuota di valore le loro vite, e le spinge a ribellarsi a ogni regola, anche quelle più elementari di umanità, perché tanto non c’è nulla per cui valga la pena.

Da Nietzsche

Il nichilismo, si sa, ha una lunga storia, filosofica e letteraria. Il suo avvento era stato profetizzato da Nietzsche, che aveva avvertito la «morte di Dio» e l’avvicinarsi della «catastrofe», consumata poi nella carneficina della Grande Guerra. L’aveva descritto Turgenev in Padri e figli, nella figura del giovane «che non presta fede a nessun principio, da qualsiasi rispetto quel principio sia circondato». L’aveva contrastato Dostoevskij, costruendo la grande figura tragica di Raskol’nikov, il giovane che uccide così, perché non sa che fare della propria vita, a che cosa dedicarla, e poi lo paga col tormento del pentimento. Forse oggi il nichilismo è anche più banale, come spesso accade al male. Ha perso la forza intellettuale di scagliarsi contro i valori, è meno ambizioso, ha spesso il volto di una «vita normale», ha scritto Julián Carrón. È un vuoto a perdere, assomiglia più a una lattina usata che a un’arma carica come la bomba che uccise lo zar Alessandro II, o la cintura esplosiva di chi si è fatto saltare in aria nelle vie delle città europee in segno di sprezzo per la vita.

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Clima, migranti e digitale: la svolta dell’Ue: “In Italia il vertice mondiale sulla salute”

giovedì, Settembre 17th, 2020

Marco Bresolin

DALL’INVIATO A BRUXELLES. L’Europa travolta dalla pandemia si è riscoperta «fragile». E la persistenza del virus «aumenta l’incertezza» che frena la ripresa. Per questo motivo Ursula von der Leyen assicura che «non è il momento di ritirare il sostegno all’economia». Tradotto: le regole del Patto di Stabilità resteranno sospese ancora a lungo perché – per portare l’Ue verso «una nuova vitalità» – bisogna continuare con le politiche di bilancio espansive. Ma al tempo stesso «bisogna trovare un delicato equilibrio tra il sostegno finanziario e la sostenibilità dei bilanci pubblici». Servono investimenti massicci, specialmente nei progetti eco-sostenibili e nella transizione digitale, ma «bisogna usare questa opportunità per fare le riforme strutturali». Ecco le direttrici lungo le quali dovranno muoversi i governi nei loro Recovery Plan nazionali.

Giustizia e Pa
Nel suo primo discorso sullo Stato dell’Unione, la presidente della Commissione dà indicazioni chiare alle capitali che in questi giorni stanno mettendo a punto le linee-guida dei progetti da finanziare con i fondi Ue. Almeno il 37% delle risorse dovrà andare alle spese in linea con gli obiettivi climatici (il Consiglio europeo aveva fissato l’asticella al 30%), almeno il 20% al digitale (i leader non avevano stabilito una quota minima) e il resto servirà a realizzare le riforme indicate dalla Commissione nelle sue raccomandazioni. Per l’Italia, tra le altre cose, «migliorare l’efficienza del sistema giudiziario e il funzionamento della pubblica amministrazione», ma anche «rafforzare la resilienza e le capacità del sistema sanitario».

I bond per finanziarsi
Sul clima, von der Leyen vuole dimostrare che «il Green Deal è il nostro modello per realizzare la trasformazione». E ha fissato due obiettivi. Innanzitutto gli Stati Ue dovranno tagliare le emissioni nocive del 55% entro il 2030. «So che per alcuni è troppo e per altri è troppo poco», ma la presidente della Commissione considera l’obiettivo realistico: «La nostra valutazione d’impatto dimostra che l’economia e l’industria sono in grado di gestire la situazione». L’altro obiettivo è legato al Next Generation EU: la Commissione raccoglierà il 30% dei 750 miliardi attraverso Green Bond.

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