Archive for Settembre 22nd, 2020

Zingaretti si riprende il Pd e incalza il governo dopo le elezioni

martedì, Settembre 22nd, 2020

di Maria Teresa Meli

Lo stile è quello di sempre: «C’è un leader, ma c’è anche una squadra, io amo il “Noi” e odio l’”Io”». Ma in questa serata elettorale Nicola Zingaretti non può non gustarsi anche un suo personale successo. Davanti al suo ufficio al Nazareno c’è la coda: Andrea Orlando, Dario Franceschini, Roberto Gualtieri, Beppe Provenzano e tanti altri. Lo chiama Giuseppe Conte. «Complimenti, sei stato bravissimo». Quelli che, a torto o a ragione, sono stati descritti come suoi avversari interni ora ne tessono le lodi. «Grazie Zingaretti», twitta Franceschini. «Parlare ora di congresso sarebbe lunare», fa sapere Stefano Bonaccini. «Dopo Zingaretti c’è Zingaretti», sottolinea Orlando. Sulla chat dei parlamentari del Pd circola un video del segretario con la colonna sonora di Vasco Rossi: «Io sono ancora qua». Per la verità lui in proposito non aveva dubbi: «Da una quindicina di giorni mi ero accorto che l’aria era cambiata, che c’era una grande distanza tra la realtà delle piazze e quello che leggevo sui giornali».

E ora che ha vinto e che, come rivendica orgogliosamente, «il Pd è il primo partito italiano», il segretario dem vuole passare all’incasso. Ma sempre alla sua maniera: «Nelle alleanze bisogna costruire risultati non fare ultimatum per ottenere un titolo sui giornali». E perciò Zingaretti, che i boatos continuano a dare come possibile vice premier, non vuole «cadere nel tranello del rimpasto». Lui non propone nomi: «E’ tutto nelle mani di Conte», spiega ai suoi. Ma su alcuni punti, pur con i toni morbidi che gli sono abituali, va spedito. «Chiederemo che il governo acceda al Mes e su questo confido in Conte», dice. «I decreti Salvini vanno assolutamente modificati», aggiunge. E continua a spronare l’esecutivo: «Verremo giudicati su come impiegheremo i soldi del Recovery Fund», perché se invece prevalesse «l’immobilismo, allora sarei il primo a chiedere le dimissioni del governo e le elezioni anticipate».

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Conte rivendica il risultato: «Durerò fino al 2023». Ma gli alleati già preparano il pressing su Palazzo Chigi

martedì, Settembre 22nd, 2020

di Francesco Verderami

«Durerò fino al 2023». Le urne non erano ancora chiuse che già si metteva le medaglie al collo. Conte — unico caso di vincitore che non partecipa alla competizione — ieri si è congratulato con sé stesso mentre indossava il premio per il successo del referendum ottenuto da Di Maio e quello per il risultato delle Regionali ottenuto da Zingaretti (qui tutti i risultati di Referendum e Regionali). E non c’è dubbio che il voto stabilizzi il governo, ma se è vero che le medaglie hanno due facce, l’altro risvolto della sfida elettorale impone al premier di porre attenzione di qui in avanti alle iniziative dei partiti che lo sorreggono e alle reazioni delle Camere che gli danno la fiducia.

È chiaro intanto che gli alleati andranno a Palazzo Chigi per battere politicamente cassa. Per primo Zingaretti, che è sopravvissuto al tentativo di spallata del centro-destra, a cui avrebbe certamente fatto seguito la spallata nel partito: ce n’è traccia in alcune conversazioni delle scorse settimane, quando un ministro di seconda fascia del Pd arrivò persino a compulsare il sindaco di Bari Decaro per sapere cosa volesse fare in futuro. Il segretario dem — che si è salvato ma non è ancora salvo — eviterà inizialmente di impantanarsi in una disputa sulle poltrone ministeriali. Piuttosto metterà il premier alla prova sul terreno più insidioso: sui provvedimenti. Già ieri ha iniziato a rivendicare il Mes e la modifica dei decreti Sicurezza, sui quali il Conte2 (versione giallo-rossa) ha difficoltà a sconfessare il Conte1 (versione giallo-verde). E Zingaretti non può non sapere che la sua mossa provocherà la reazione di Di Maio, che presentandosi a commentare il successo referendario ha fatto capire chi è il capo di ciò che resta del Movimento.

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