Archive for Settembre 28th, 2020

Covid, contare i morti significa sentirli vicini

lunedì, Settembre 28th, 2020

di Paolo Giordano

Diciamo un milione di vittime, ma non ci crediamo. E non ci crediamo perché non le vediamo.

Se mi viene chiesto di immaginare dieci persone in una stanza riesco a farlo senza esitazioni. Con appena più sforzo posso raffigurarmene cento o perfino mille dentro un teatro. Ma se mi parlano di trentamila persone in piazza la mia sicurezza vacilla. Quelle che vedo saranno davvero trentamila o magari il doppio? Numeri molto diversi generano nella nostra testa figure simili.

Un milione, poi, è fuori dalla nostra portata, un milione è un pensiero astratto e incorporeo. Per scriverlo ci vogliono troppi zeri. Eppure il milione è l’ordine di grandezza attuale della pandemia.

Sono oltre trenta milioni i casi accertati di contagio dall’inizio, e oggi superiamo la soglia del milione di morti. Ogni giorno se ne aggiungono in media altri cinquemila.

Con numeri così le analogie sono l’unico appiglio di cui disponiamo, perciò ricorro a una, con il rischio che appaia stucchevole. Se guardando il cielo di notte vi è capitato di pensare, come a me, che state vedendo un milione di stelle tutte insieme, è bene sapere che si tratta di una percezione falsa. Straordinariamente lontana dalla realtà. In circostanze molto fortunate, di aria tersa, senza luna né inquinamento, se ne possono vedere a occhio nudo meno di cinquemila. Meno dei morti di covid del mondo nelle ultime ventiquattro ore. Dunque l’analogia è questa: allo stato attuale, l’intera volta celeste viene spenta ogni notte dal coronavirus con un clic di interruttore.

A ogni passaggio l’epidemia ci ha posto di fronte all’inadeguatezza del nostro intelletto. Disponiamo degli strumenti psichici sbagliati per valutarne l’entità, perciò spesso rinunciamo. Se i primi morti di marzo avevano trovato un’accoglienza nei nostri animi squassati e impauriti, quelli che si sommano adesso sembrano solo il rumore di fondo delle nostre giornate epidemiche. Pensiamo sempre di più ai nuovi contagi, cioè a noi stessi, e sempre meno ai nuovi morti.

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Trump, il New York Times pubblica le dichiarazioni dei redditi: «Ecco le tasse pagate negli ultimi anni»

lunedì, Settembre 28th, 2020

di Giuseppe Sarcina

Il presidente miliardario ha pagato 750 dollari di imposte nel 2016, l’anno della sua elezione, e altri 750 nel 2017. Per dieci anni su quindici precedenti non ha versato neanche un centesimo al fisco. In media ha corrisposto 1,4 milioni di dollari all’anno, rispetto ai 25 milioni di dollari liquidati dalla sua categoria di ricchi contribuenti. Sono i dati shock che emergono dai documenti tributari della «Trump Organization» pubblicati ieri dal «New York Times».

Il quotidiano è riuscito, quindi, ad aggirare la difesa allestita dal gruppo imprenditoriale di Trump, procurandosi le dichiarazioni dei redditi dal 2000 al 2017. A differenza degli altri leader della Casa Bianca, l’ex costruttore newyorkese si è rifiutato di pubblicare i suoi rendiconti personali e quelli della sua holding cui fanno capo imprese immobiliari, alberghi, club di golf e altre attività. Secondo la ricostruzione del giornale, Trump e i suoi commercialisti sono riusciti ad abbattere se non a eludere completamente le imposte, chiedendo e ottenendo un gigantesco rimborso fiscale pari a 72,9 milioni di dollari, probabilmente per compensare il fallimento dei casino ad Atlantic City. Gli ispettori dell’Internal Revenue Office (Irs) stanno ancora accertando se non siano state commesse irregolarità. È questo il famoso «audit», iniziato nel 2011, cui Trump ha fatto spesso riferimento per giustificare la decisione di non fare luce sui suoi rapporti con l’erario.

La «Trump Organization» avrebbe compilato i bilanci in modo da denunciare perdite in tutti i settori, dagli hotel, ai club esclusivi. Il «New York Times» calcola che grazie a queste manovre contabili Trump avrebbe versato 400 milioni di dollari in meno, tra prelievi statali e federali, rispetto a una stima plausibile del dovuto, considerando il prelievo su patrimoni analoghi di altri businessmen. Nella conferenza stampa di ieri il presidente ha accusato il giornale newyorkese di «aver inventato completamente la storia»: «è una fake news». Trump, però, forse involontariamente, ha fornito una pista interessante: «Se voi guardate i “files” che ciascuna delle mie aziende compila ogni anno, vedrete che vanno tutte bene.

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La scelta di Conte: cambia il reddito di cittadinanza

lunedì, Settembre 28th, 2020

di Marco Galluzzo

«Voglio che una soluzione sia operativa entro sei mesi, il reddito di cittadinanza in questo modo rischia di essere una misura assistenziale senza progettualità».

L’accelerazione

La disposizione, perentoria, di Giuseppe Conte è avvenuta al termine di tre riunioni riservate avute negli ultimi giorni con il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, con il ministro dell’Innovazione digitale Paola Pisano e con il presidente dell’Anpal (l’Agenzia nazionale delle politiche attive sul lavoro), Domenico Parisi, l’esperto di big data che ha lavorato con successo negli Stati Uniti e che ormai da mesi lamenta di essere ostacolato nel suo lavoro e di avere le mani bloccate.

Insomma è con taglio molto decisionista che il presidente del Consiglio ha preso in mano il dossier sul reddito di cittadinanza e le politiche attive sul lavoro (incontro fra domanda e offerta di impiego, fra aziende e disoccupati), ha chiesto alla Catalfo e a Parisi di collaborare invece di litigare e ha stigmatizzato che a distanza di un anno e mezzo dall’introduzione del reddito non esista traccia di un sistema unico e nazionale informatico che dovrebbe aiutare i disoccupati a trovare un lavoro e le aziende a trovare le persone che lo cercano.

Lo stanziamento

Pur essendo stati stanziati decine di milioni di euro non sono stati finora spesi e il reddito di cittadinanza rischia di restare una misura non a termine o prologo di un inserimento nel mondo professionale, ma puramente assistenziale.

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TikTok, un giudice Usa “congela” il bando di Trump: consentito il download

lunedì, Settembre 28th, 2020

Un giudice federale statunitense ha temporaneamente bloccato il bando di Donald Trump su TikTok. La decisione è arrivata a poche ore dall’entrata in vigore del divieto di scaricare negli Stati Uniti la popolare app, ancora di proprietà della cinese ByteDance. La sentenza ha per ora “salvato” il social, che però resta sotto la minaccia di un divieto totale negli Stati Uniti se non diventerà un’azienda americana. L’ultimatum è fissato per il 12 novembre.

TikTok può dunque restare sulle piattaforme di download di applicazioni mobili negli Stati Uniti. E’ stato il giudice di Washington Carl Nicholas ad accogliere il ricorso dei legali della piattaforma e a sospendere l’ordine impartito dall’amministrazione Trump, che vede il social network come una minaccia alla sicurezza nazionale.

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“Tu si que vales”: applausi per Alessandro, batterista prodigio a soli 5 anni

lunedì, Settembre 28th, 2020

Alessandro Massimo Baviera ha solo 5 anni,ma suona la batteria come un musicista navigato, a tal punto da lasciare a bocca aperta i giudici di “Tu si que Vales” con una performance fuori dal comune.

Il piccolo di Siracusa, che si definisce “un batterista di heavy metal”, ha interpretato in modo magistrale “Toxicity” dei System of a Down conquistando pubblico e giuria. “Un talento puro, un Beethoven, un Mozart”, lo definisce Gerry Scotti.

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