Archive for Settembre 30th, 2020

Coronavirus, il sottosegretario Zampa: “Il campionato di Serie A va sospeso”

mercoledì, Settembre 30th, 2020

“I protocolli che abbiamo sottoscritto parlano chiaro, il campionato di Serie A deve essere sospeso”. Lo ha detto il sottosegretario alla Salute, Sandra Zampa, parlando dei 14 positivi del Genoa. “Quando c’è un numero di positivi così alto – ha spiegato – non si può che fermare il campionato. I positivi non sono in grado di giocare, e possono contagiare altre persone. Il protocollo è stato sottoscritto anche dalla Federazione calcio”. “Nessuno al momento sta facendo pressioni su di noi. Il Comitato tecnico scientifico è radicalmente contrario alla presenza dei tifosi sugli spalti. Su questo si è già espresso”, ha precisato.

TGCOM

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Arriva la cassa integrazione universale

mercoledì, Settembre 30th, 2020

L’impronta politica è nel termine che sarà utilizzato per definire la nuova cassa integrazione: universale. Dove per universale si intende che tutti potranno averla. Un principio che il virus ha imposto durante l’emergenza e infatti il Governo ha dato vita alla cosiddetta cassa Covid, una forma di sostegno generalizzata e senza paletti. Ma poi questo stesso principio è stato ammorbidito per il rischio che la cassa Covid diventasse per le aziende un alibi per non riaprire e per tenere i lavoratori a casa. Ora però bisogna pensare alla fase 2, cioè all’ordinario. Ed ecco che il principio dell’universalità ricompare. Anzi si vuole far diventare strutturale.

Huffpost è in grado di anticipare il lavoro che una commissione di esperti, nominata dal Governo, sta portando avanti al ministero del Lavoro per mettere nero su bianco la riforma della cassa integrazione. La nuova cassa integrazione tirerà dentro 3 milioni di lavoratori oggi esclusi, dal negoziante al piccolo ristorante con due dipendenti. Sarà un ammortizzatore universale, come si diceva, ma non unico. La cassa altro non è che un’assicurazione pagata dalle aziende e dai lavoratori in base al rischio di ridurre o sospendere l’attività lavorativa. Esistono decine di gestioni diverse, dove ognuna si riferisce a un settore. E ognuno ha un’aliquota da versare. In questo senso la nuova cassa non sarà unica, ma avrà aliquote differenziate in base ai profili di rischio. Prendiamo ad esempio il caso di un edile, che solitamente ricorre alla cassa per il maltempo, o un artigiano. Hanno un’aliquota bassa. Se si dovesse ricorrere a un’aliquota unica, questa sarebbe mediamente più alta. E questo significa che ricorrere alla cassa integrazione avrebbe un prezzo salato. 

L’impronta dell’universalità poggia sulla gamba politica dell’estensione di un diritto che oggi non è per tutti. Perché la cassa va alle aziende con più di 15 dipendenti, eccezionalmente per quelle tra 5 e 15, ma addirittura non è prevista per quelle con meno di cinque dipendenti. I più piccoli, come i negozi o i ristoranti di piccole dimensioni, ne sono un esempio. Ma l’impronta dice anche un’altra cosa. E cioè che il Governo sta puntando la leva delle politiche sul lavoro, e quindi della spesa pubblica, ancora una volta verso una misura omnibus e di sostegno. La logica assomiglia a quella del reddito di cittadinanza. E non è un caso se si sta pensando a un sostegno strutturale anche per i lavoratori autonomi. L’idea è quella di un bonus per quando non si lavora.

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Carnage. Sfida tv Trump / Biden infuocata, politicamente deprimente

mercoledì, Settembre 30th, 2020

Il fair play dura il tempo di un saluto, appena accennato, al momento dell’ingresso sul palco del primo dibattito televisivo a Cleveland, Ohio. Subito Donald Trump e Joe Biden ingaggiano un duello infuocato, velenoso, che il moderatore, Chris Wallace di Fox News, fatica a gestire per tutti e 90 i minuti. I due candidati alla Casa Bianca si interrompono, si parlano sopra, si insultano, con una serie di colpi bassi fatti anche di attacchi personali. Non c’è neanche la stretta di mano, la sensazione è che non siano solo le norme anti-Covid a imporlo. Trump si rivolge spesso direttamente allo sfidante, Biden preferisce guardare più spesso la telecamera per parlare al pubblico a casa. 

Lo scontro personale oscura totalmente i contenuti, uno spettacolo politicamente deprimente, una rissa verbale che si è trasformata in un incubo per Chris Wallace. Il duello tv non aggiunge nulla di nuovo rispetto alla campagna elettorale, difficile comprenderne l’efficacia per convincere gli indecisi. Trump è stato spesso rabbioso, ha cercato costantemente di irridere lo sfidante, lo ha interrotto costantemente. Biden non è stato da meno, ha resistito alle provocazioni, ma è scivolato negli insulti al presidente – “è difficile finire una frase con questo pagliaccio” – recuperando solo in alcuni momenti quell’immagine presidenziale sobria che voleva consegnare agli elettori. 

Carnage. Sfida tv Trump / Biden infuocata, politicamente

“Non c’è nulla di intelligente in te, in 47 anni di politica non hai fatto nulla, ho fatto più io in 47 mesi a Washington” è il messaggio chiave di Trump, che attacca Biden sul legame con la sinistra radicale che “lo tiene nel taschino”, sulla visione “socialista” della sanità, sui presunti 3,5 milioni di dollari ricevuti dal figlio da Mosca.

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Ciò che la scuola fu per i contadini

mercoledì, Settembre 30th, 2020
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di   Gian Antonio Stella

In Calabria «le scuole, da spopolate che erano, diventano un anno più dell’altro frequentate. Bisogna vedere lo zelo che mettono le mamme popolane per far accogliere i figli a scuola e nel vigilare i piccoli progressi! Il fanciullo viene ripulito, vestito e accompagnato a scuola e raccomandato con viva espressione di calore alla diligenza del maestro…», si legge negli atti della monumentale Inchiesta sulle condizioni della classe agricola in Italia, nata nel 1872 e conclusa, sotto la guida di Stefano Jacini, nel 1885. E perché tanto zelo da parte di quelle donne nella stragrande maggioranza contadine e analfabete? «Perché il padre scrive dall’America che suo figlio deve essere istruito, perché ora soltanto egli si accorge del danno del non sapere…»

Mette il magone, quasi un secolo e mezzo dopo, rileggere quanta fiducia riponevano allora le classi più povere nella scuola. E nella sua funzione di crescita, liberazione dalla servitù ancora in vigore in tanta parte del Mezzogiorno, di riscatto sociale. Ancor più mette il magone rileggere quelle parole oggi, mentre crescono le denunce sul rischio che la pandemia e le difficoltà di quanti non sono in grado di tener il passo con la scuola in remoto (ritardi non recuperabili in tempi brevi) facciano schizzare ancora più su i dati dell’abbandono scolastico, già drammatici in tanta parte del Sud. A partire dalla Campania. Straordinario fu per decenni, come ricordava mezzo secolo fa Tullio de Mauro nel saggio Storia linguistica dell’Italia unita, proprio il ruolo degli emigrati siciliani e veneti, abruzzesi o piemontesi. Un esempio? «L’inchiesta nelle campagne siciliane constatava che gli iscritti nelle scuole elementari, dal 54,50 % nel 1901-1902, erano saliti al 73,50% appena cinque anni più tardi: la ragione va cercata nell’anima stessa del popolo il quale, nonostante le ostilità e le difficoltà dell’ambiente, è persuaso che la scuola rappresenta per lui un’arma di lotta e di conquista».

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Bonomi: “Un grande patto sui fondi europei. Se sbagliamo dobbiamo andare tutti a casa”

mercoledì, Settembre 30th, 2020

PaOLO BARONI

ROMA. Dalla crisi o si esce tutti assieme o non se ne esce. Lo stesso vale per il Recovery fund: «Se si sbaglia a spendere i 209 miliardi dell’Europa – sostiene Carlo Bonomi – non è solo il presidente del Consiglio che deve andare a casa, come ha detto lo stesso Conte, ma andiamo a casa tutti. Perché il danno per il Paese sarebbe immenso. Non ce lo possiamo permettere». Per questo il presidente di Confindustria parlando dal podio dell’assemblea annuale, che a maggio non si è potuta tenere causa Covid e che ieri si è svolta comunque a ranghi ridotti all’Auditorium di Roma, propone «un nuovo grande patto per l’Italia», con «una visione alta e lungimirante». «È tempo di un’azione comune, oppure non sarà un’azione efficace», sostiene infatti il numero uno degli industriali. E il governo, archiviando un’estate di polemiche anche molto aspre, di lì a poco accoglie l’invito. «L’unità nazionale è strategica, bisogna lavorare insieme con metodi condivisi» sostiene il ministro dello Sviluppo Patuanelli. «Di fronte a noi abbiamo una grandissima sfida – sostiene invece il presidente del Consiglio Conte -. Non abbiamo alternativa: dobbiamo vincerla e per farlo occorre coinvolgere tutte le energie migliori».

Bonomi incassa questa «apertura molto forte», «segno evidente che la nostra visione è corretta», mettendo in chiaro che Confindustria nei mesi scorsi non ha mai criticato le persone ma solo i provvedimenti ritenuti sbagliati, come ad esempio l’aver accantonato il programma Industria 4.0 che invece occorre potenziare e rendere strutturale. Oppure «l’aver varato una serie di decreti di emergenza, stanziando 100 miliardi, senza avere una visione precisa». «Noi non abbiamo mai cambiato posizione – ha tenuto a precisare Bonomi nel corso di una conferenza stampa a fine lavori – Semmai è il governo che ci è venuto incontro su molti temi».

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Nasce Green & Blue, dove l’ambiente incontra scienza ed economia

mercoledì, Settembre 30th, 2020

Fabio Bogo

Ci sono due colori nel nostro futuro, il verde e il blu. Sono i colori dell’ambiente che incontra scienza ed economia, che uniscono le giovani generazioni preoccupate per il futuro del pianeta alle imprese che fanno ricerca e propongono soluzioni. Che provano a saldare in una grande alleanza la politica, le religioni, la tecnologia, la società. Con l’obiettivo di camminare insieme per una terra che sia giusta, pulita, sostenibile. Nella partita entra, con un ruolo da protagonista, Green&Blue, il prodotto digitale e di carta del gruppo Gedi, sul web dal 2 ottobre e in edicola con un mensile il 3 ottobre.  Scendiamo in campo con Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX e le 13 testate locali del Network Gnn, con i rispettivi siti e quotidiani. E raggiungiamo milioni di lettori, ai quali offriamo il più ricco contenitore di notizie, inchieste, interviste, analisi, approfondimenti nel panorama dell’informazione italiana.

Debuttiamo il 2 ottobre a Roma, alla nuvola di Fuksas, con un’inaugurazione che si potrà seguire in streaming sui siti di ogni testata del gruppo Gedi e alla quale prenderanno parte i più importanti protagonisti di questa fase storica della nostra società. Ascolteremo i messaggi di Papa Francesco e di Bill Gates. Sul palco ci sarà Piero Angela, che farà il ritratto del nostro pianeta malato, tra fiumi inquinati, ghiacci che si sciolgono e, ancora, fumi di fabbriche che inquinano. Ma molto si sta muovendo. E così toccherà a Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa San Paolo, la più grande banca italiana, spiegare perché la finanza ha deciso di investire su un futuro verde. E a Mark Carney, già governatore della Bank of England e ora inviato dell’Onu, tracciare l’agenda delle risorse per la sostenibilità.  Mentre Claudio Descalzi, amministratore delegato dell’Eni, avrà il compito di raccontare la grande trasformazione di Big Oil, con le compagnie petrolifere che stanno virando con decisione verso un futuro fatto di energie rinnovabili e di ricerca.

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Omicidio Lecce, Bruzzone: “De Marco si è sentito escluso. E dovevano soffrire”

mercoledì, Settembre 30th, 2020

di LORENZO MORONI

“Si è sentito umiliato, abbandonato. La decisione di De Santis di non rinnovargli l’affitto, per restare da solo con la compagna in quella casa, ha scatenato in lui una frustrazione nascosta divenuta ferita insanabile. E lui ha deciso di farla pagare a tutti e due”. È il ritratto di un soggetto fortemente disturbato quello che tratteggia la criminologa Roberta Bruzzone a proposito di Antonio De Marco.

Omicidio Lecce, l’assassino ha confessato

Avrebbe agito per gelosia e invidia verso la coppia felice.

“Credo che abbia una personalità disturbata con tratti abnormi. Si è sentito trattato non all’altezza delle sue aspettative. Forse aveva idealizzato la situazione ed era importante mantenere quella relazione”.

Possibile covare un tale odio?

“Dipende da quanto si è disturbati. La rabbia narcisistica in soggetti borderline fa sì che non vengano tollerate frustrazioni di tipo abbandonico”.

Il 3 luglio scrive su Facebook: ‘La vendetta non risolve ma soddisfa’. Che voleva dire?

“Cercava qualcosa che ripristinasse l’ideale grandioso di sé. Ecco perché ha scelto di colpirli nella casa dalla quale era stato mandato via. Neanche loro avrebbero dovuto goderne”.

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Coronavirus, boom in Gran Bretagna: oltre 7mila casi. In Spagna 203 morti, in Francia 85

mercoledì, Settembre 30th, 2020

Roma – La Germania torna a viaggiare sui 2mila nuovi contagi al giorno e la cancelliera Merkel lancia un allarme. Parigi va sempre peggio e non sono escluse nuove restrizioni, mentre in tutta la Francia si contano oltre 8mila infetti e 85 morti. Boom di contagi nel Regino Unito: oltre 7mila casi in 24 ore, memtre la Spagna viaggia sui 10mila casi, con oltre 200 morti. In Russia a Mosca scuole chiuse dal 5 al 18 ottobre. L’Europa continua a fare i conti con la seconda ondata della pandemia di Coronavirus mentre complessivamente nel mondo le morti per Covid-19  hanno superato il milione nel conteggio della Johns Hopkins University considerato il più indipendente e adffidabile. Secondo i dati dell’ultimo aggiornamento, i decessi  sono arrivati a 1.000.555 in tutto il pianeta, con gli Stati Uniti che piangono il bilancio più pesante – 205.024 – seguiti dal Brasile, con 141.741; e l’India, con 95.542. Secondo uno studio, in India i contagi potrebbero essere 60 milioni, dieci volte tanto le cifre ufficiali.

L’Oms plaude all’Italia

Sono arrivate dall’Italia – insieme a Thailandia, Uruguay e Pakistan – le risposte migliori alla pandemia: lo certifica il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus sull’Independent.

Germania, 2mila nuovi casi

Sono 2.089 i nuovi casi di contagio registrati in Germania nelle ultime 24 ore, 11 i decessi, contro i 1.192 casi e i 3 decessi del giorno precedente. In totale dall’inizio della pandemia i casi sono 287.421, i morti 9.471. Le regioni maggiormente colpite sono il NordReno Westfalia – 69.284 contagi e 1.867 morti – seguito dalla Baviera, con 67.763 infezioni e 2.664 decessi. La cancelliera Angela Merkel incontra i capi dei governi regionali. Alla luce dell’aumento dei casi, lo Stato e i Laender vogliono limitare il numero di partecipanti alle feste: in spazi chiusi non potranno essere più di 25, in spazi aperti non più di 50. Ma la norizia del giorno è che la cancelliera Merkel ha avvertito che la Germania rischia fino a 19.200 casi quotidiani di Covid-19 entro Natale a meno che non trovi nuovi modi per rallentare la diffusione del virus durante la stagione fredda.

La cancelliera ha sconsigliato di affrontare viaggi all’estero in zone a rischio, ma ha indicato l’Italia come meta delle vacanze, perché qui “si agisce con grandissima cautela”.

Gran Bretagna, record contagi

La Gran Bretagna ha registrato un record di 7.143 nuovi contagi nelle ultime 24 ore. Si tratta del bollettino più alto mai raggiunto, ma i media britannici sottolineano che nel picco dell’epidemia, fra marzo e aprile, si facevano molti meno test e il numero ufficiale dei contagiati era nettamente inferiore alla realtà. I nuovi decessi sono 71, un numero che non veniva raggiunto da mesi, riferisce la Bbc. In totale i casi confermati di coronavirus dall’inizio dell’epidemia sono 446.156.

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Coronavirus, Crisanti: “Tamponi a tutti. Così eviteremo la nuova ondata”

mercoledì, Settembre 30th, 2020

di VALERIO BARONCINI

La scintilla è partita da Vo’ Euganeo, 3.279 anime in provincia di Padova: tutte testate a periodi alterni, dai giorni neri del lockdown in avanti, con conseguente isolamento dei positivi e dei loro famigliari. E così via, di test ‘globale’ in test ‘globale’: “Dal 3% di infetti dell’inizio siamo arrivati a zero”, ragiona Andrea Crisanti, professore di Microbiologia all’Università di Padova. La strategia si chiama network testing (test di rete) ed è diversa dal contact tracing, il tracciamento dei contatti basati sulla memoria di positivi al Covid. Lo studio sarà presentato l’8 ottobre a Bologna al Festival della Scienza medica (www.bolognamedicina.it). Per Crisanti, “non avremo una seconda ondata, se il network testing non sarà sopraffatto dalla trasmisssione virale. Ergo se non faremo abbastanza tamponi e non li faremo bene”.

Qual è la lezione di Vo’?

“Se intercetti tutti i positivi, blocchi la trasmissione. Banale? Sì, ma vero. Il 40% dei nostri positivi era asintomatico. Quindi abbiamo elaborato un modello per integrare e superare il tracciamento dei contatti”.

Il famoso network testing.

“Esatto. Se c’è un positivo in questo momento si testano tutti: parenti, amici, colleghi di lavoro (tutti, non solo qualcuno) e chiunque possa essere entrato in contatto con il positivo. L’intera rete di interazioni. Viceversa, il contact tracing è una cosa completamente diversa, basata sul ricordo della persona: è poi molto difficile ricapitolarlo per chiunque, risalendo a quanto fatto 5 giorni prima”.

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Dentista, ecco quanto guadagna su otturazioni, impianti e corone. L’assicurazione conviene?

mercoledì, Settembre 30th, 2020

di Milena Gabanelli e Simona Ravizza

La cura dei denti non rientra nelle prestazioni offerte dal servizio sanitario nazionale (ad esclusione di urgenze, patologie neoplastiche o di assistenza minima a soggetti in condizione di vulnerabilità socio-sanitaria). Motivo per cui, insieme con la fisioterapia, le cure odontoiatriche sono considerate oggi uno dei vantaggi principali delle coperture assicurative che riguardano ormai 12,9 milioni di persone. È un mercato che vale 2,8 miliardi di euro di premi l’anno: il 54% è frutto di polizze collettive sottoscritte da fondi sanitari e simili, il 15% da sottoscrizioni collettive di altro tipo e soltanto il 31% da polizze individuali. Vuol dire che, nelle maggior parte dei casi, il datore di lavoro invece di dare un aumento di stipendio preferisce sottoscrivere una polizza che è interamente defiscalizzata (articolo 51 del Testo unico delle imposte sui redditi). La stima è di un risparmio complessivo in imposte di oltre 4 miliardi l’anno.

Di solito la copertura assicurativa viene offerta tramite provider dietro i quali ci sono le principali compagnie assicurative. Quelle che raccolgono il 75% dei premi del mercato italiano sono Unipol che opera tramite Unisalute (23%), Generali tramite Pronto Care (21%), Intesa Sanpaolo Rbm tramite Previmedical (16%), poi Allianz (10%) e ancora Reale Mutua tramite Blue Assistance (5%). Il meccanismo di assicurazione scatta poi spesso tramite fondi o associazioni di categoria. Per esempio, per 1,3 milioni di metalmeccanici (più 500 mila familiari) l’azienda paga 13 euro al mese al Fondo Metasalute di Rbm/Previmedical. Per i 2,5 milioni di impiegati del commercio c’è il Fondo Est di Unipol/Unisalute: 10 euro al mese, li paga il datore di lavoro, 2 il dipendente. I bancari fanno riferimento sia a Rbm/Previmedical sia a Generali/Pronto Care.

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