Archive for Settembre, 2020

Omicidio Willy Monteiro, l’interrogatorio dei fratelli Bianchi: «Non l’abbiamo toccato»

martedì, Settembre 8th, 2020

di Fulvio Fiano

Omicidio Willy Monteiro, l'interrogatorio dei fratelli Bianchi: «Non l'abbiamo toccato»

Si accusano uno con l’altro, i quattro presunti assassini di Willy Monteiro Duarte, sanno che se hanno mezza di possibilità di alleggerire la propria posizione è quella sottrarsi all’accusa più pesante, non ancora formulata ufficialmente dalla procura di Velletri ma che aleggia sull’intera vicenda: quella di aver ucciso volontariamente il 21enne, colpendolo con un calcio al volto quando ancora era a terra: «Non lo abbiamo toccato, respingiamo ogni accusa. Siamo intervenuti per dividere una rissa. Abbiamo visto un parapiglia e siamo arrivati. Siamo arrivati lí perché chiamati da alcuni amici, ma non abbiamo preso parte alla rissa. L’unica cosa che abbiamo fatto è stata di provare a intervenire per separare i litiganti che non conoscevamo. Quando ce ne siamo andati, non abbiamo visto il ragazzo a terra», dicono Marco e Gabriele Bianchi, i due fratelli di Artena, arrestati per l’omicidio di Willy Monteiro, durante l’interrogatorio di convalida dell’arresto davanti al gip di Velletri nel carcere romano di Rebibbia. E aggiungono: «Siamo dispiaciuti e distrutti perché accusati di un omicidio che non abbiamo commesso». Una tesi che invece ribaltano gli altri due arrestati, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, 23 e 22 anni, che fin dal primo momento hanno provato a scagionarsi della responsabilità più pesante. Il primo alludendo a «ruoli diversi» nella vicenda. Il secondo, difeso anche lui come i Bianchi dall’avvocato Massimiliano Pica, chiamandosi fuori da ogni coinvolgimento.

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La crisi di Londra: City svuotata come le miniere?

martedì, Settembre 8th, 2020

di Luigi Ippolito

La crisi di Londra: City svuotata come le miniere?

Il panorama della City di Londra (Afp)

Londra si è spenta per sempre? Il timore è fondato: la City resta una città fantasma, gli uffici deserti, i caffè chiusi, poca gente in giro. Perché è successo qualcosa che nessuno aveva previsto: gli inglesi si sono rintanati in casa e non hanno nessuna voglia di venirne fuori. Le cifre parlano da sole: nel resto d’Europa fra il 70 e l’80 per cento dei lavoratori è tornato in ufficio, mentre in Gran Bretagna siamo sotto il 40 e a Londra non si arriva al 20. Il governo aveva programmato per questa settimana una campagna per incoraggiare la gente a tornare alla scrivania, ma ha dovuto abbandonarla quando ha capito che non c’era nulla da fare: e infatti qualche giorno fa è uscita sul Telegraph una vignetta che ritrae Boris Johnson impegnato a trascinare (inutilmente) un riottoso bulldog fuori dalla sua cuccia (sormontata dalla bandiera britannica). Una caricatura confermata dal recente sondaggio della Bbc, che ha scoperto che nessuna delle maggiori 50 aziende britanniche ha predisposto alcun piano per riportare i dipendenti in ufficio. A dare l’esempio, in teoria, dovrebbero essere gli statali, ma non ci pensano neppure: i ministeri hanno cominciato a pubblicare offerte di lavoro in cui si precisa che si tratta di starsene a casa davanti a un computer.
Non è in gioco solo la paura del Covid: soprattutto i londinesi, sono stati ben contenti di rinunciare a giornate che comportavano ore di viaggio schiacciati in metropolitana, pasti precari e costosi e stressanti interazioni con capi e colleghi. E infatti il traffico sui mezzi pubblici si è ridotto del 70 per cento.

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Trentino: primo bambino positivo in un asilo, nove in quarantena

martedì, Settembre 8th, 2020

di Marzia Zamattio

Trentino: primo bambino positivo in un asilo, nove in quarantena

L’asilo nido di Pergine Valsugana (Pretto)

Primo bambino positivo al Covid in un asilo nido della provincia. A soli sei giorni dalla riapertura delle scuole dell’infanzia in Trentino, con l’avvio martedì scorso dell’attività didattica per i piccoli dai 6 mesi ai tre anni, si è verificato il primo (temutissimo) caso di coronavirus in un bambino che frequenta la scuola «Il Bucaneve» di Pergine Valsugana, gestito dalla cooperativa Città Futura. Sembra difficile che il piccolo di due anni abbia contratto il virus in soli quattro giorni di frequentazione della struttura — a norma rispetto a tutte le regole e restrizioni dettate dall’emergenza sanitaria come sottolineato più volte dalla coordinatrice Elisabetta Libardi — da martedì a venerdì, ma saranno gli accertamenti da parte dell’Azienda sanitaria ad approfondire le cause del contagio.

Nove in quarantena

Intanto, dovranno essere sottoposti a tampone e rimanere in quarantena per 14 giorni, oltre al bambino, anche i piccoli della sezione, altri sei bambini, oltre alle due educatrici che erano a stretto contatto con il piccolo. Sconcertata la coordinatrice dell’asilo impegnata a gestire l’emergenza contattando uno per uno i genitori degli altri bambini rassicurandoli e confermando l’apertura della scuola (a parte oggi per la festa del patrono). «Quando ha iniziato l’asilo martedì il bambino stava bene e ha proseguito fino a venerdì senza problemi, poi nel fine settimana non è stato bene, così i genitori hanno fatto accertamenti in ospedale sottoponendolo al tampone ed è risultato positivo». Un fulmine a ciel sereno per la struttura di via Dolomiti, già attiva in estate, da metà giugno a fine luglio, senza problemi: «Speravamo fosse un buon segnale», prosegue Libardi, che taglia corto sui dettagli del piccolo contagiato e si preoccupa della gestione degli altri genitori e bambini. «Siamo stati i primi purtroppo», dice rattristata. Ma assicura: «La scuola resta aperta, è chiusa solo la sezione del bambino: siamo in regola con i dispositivi e i distanziamenti previsti e siamo in costante contatto con l’Azienda sanitaria».

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Coronavirus, infettivologo Bassetti: “Ragionevole accorciare la quarantena”

martedì, Settembre 8th, 2020

“In mancanza di sintomi da Covid è ragionevole ridurre, da 14 a 7 giorni, il periodo di quarantena, per non bloccare un Paese”. Ne è convinto il direttore del reparto di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti, in merito all’ipotesi che si sta valutando in alcuni Paesi europei di abbassare il numero di giorni di isolamento. “In molti rischiano di finire in quarantena per 2 settimane quando non serve”, aggiunge.

TGCOM

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Covid, Francia snobba la seconda ondata. “La vita deve pur continuare”

martedì, Settembre 8th, 2020

di GIOVANNI SERAFINI

La situazione è grave, ma non desta allarme: è il paradosso della Francia, dove la progressione del Coronavirus con ritmo esponenziale denunciata da ‘Santé Publique’ non sembra preoccupare più di tanto i poteri pubblici e gli organi di stampa. Esattamente il contrario di quanto avviene in Italia, dove il numero dei contagi è cinque volte inferiore a quello francese, e il livello di apprensione molto più elevato.

Secondo gli ultimi dati sono 8.550 le persone risultate positive nelle ultime 24 ore (contro 8.975 il giorno precedente). In totale i casi confermati di Covid-19 nel territorio nazionale sono 309.156. I pazienti attualmente ospedalizzati sono 4.671, di cui 292 nelle ultime 24 ore. I malati in rianimazione sono 473, di cui 46 ammessi nelle ultime 24 ore. In 19 dipartimenti – in particolare nelle zone di Parigi, Marsiglia, Lilla e Bordeaux – il numero delle persone ricoverate è in crescita, con una progressione significativa di giovani; ma siamo ben lontani dalle cifre registrate durante la prima ondata della pandemia, quando si arrivò (il 14 aprile scorso) al picco di 32mila ospedalizzati e 1.437 morti.

Di qui la relativa tranquillità ostentata dal governo e dai responsabili delle amministrazioni locali: tranquillità dovuta soprattutto alla convinzione che i medici siano oggi in grado di rispondere meglio agli attacchi del virus, e gli ospedali in condizione di accogliere senza affanno nuovi pazienti per le terapie intensive. Significativo a questo proposito l’atteggiamento di stampa e televisioni, che nonostante gli annunci di Santé Publique sulla “progressione esponenziale” del Covid-19 evitano di dare spazio eccessivo all’argomento. Prendiamo ad esempio Le Monde di ieri: in prima pagina l’annuncio sulla “gravità” della situazione: ma per trovare un articolo esplicativo bisognava andare a pagina 13, dopo tutta una serie d’inchieste e reportages su politica interna, delinquenza e criminalità, politica estera e via dicendo.

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Salvini si lancia sulla Toscana. Dopo il citofono, ecco il paracadute

martedì, Settembre 8th, 2020

di LUIGI CAROPPO

Matteo Salvini, 47 anni, ha una passione per le alte quote: qui è in parapendio in Val Rendena (Trento)

Dai piedi ben piantati a terra davanti al citofono del palazzone delle case popolari bolognesi ai 4500 metri per lanciarsi su Arezzo con il paracadute. Matteo Salvini esorcizza la sconfitta in Emilia-Romagna, punta al settebello alle prossime elezioni regionali (“vinceremo 7 a 0”, ha detto) e cala sulla Toscana contendibile. Giovedì pomeriggio l’appuntamento: il leader della Lega con Giovanni Galli, ex portiere di Fiorentina, Milan e Nazionale, capolista del Carroccio nel collegio di Firenze città, con il deputato bergamasco Daniele Belotti, coordinatore della Lega in Toscana e la senatrice Tiziana Nisini, salirà a bordo di un aereo e raggiugerà l’alta quota insieme a un gruppo di esperti paracadutisti di cui molti ex militari, per poi lanciarsi tutti insieme.

Obiettivo: volare sulla Toscana. Una sorta di acrobazia scaramantica. A metà tra lo sport estremo, la prova di forza e coraggio e lo spirito goliardico: uno show che lascia da parte le tribune politiche e si avvicina all’aria scanzonata del Papeete. A terra, ad attendere il quartetto leghista, ci saranno striscioni e tanti fan del leader del Carroccio. Ma non solo: il cielo si colorerà anche del verde leghista con fumogeni mentre Salvini sventolerà proprio il simbolo del suo partito con un bandierone mentre plana. Ha gentilmente declinato l’invito Susanna Ceccardi, candidata presidente per la Regione Toscana, “leonessa di Cascina” sì, ma intimorita da buttarsi da lassù. Lo show volante è nato quasi per caso: la proposta è stata fatta dal consigliere comunale di Prato Marco Curcio, paracadutista. “Perché Matteo non organizziamo un bel volo col paracadute?”, ha detto a Salvini. E lui non se lo è fatto ripetere due volte. “Facciamolo”. Da allora è scattata tutta l’organizzazione per il volo, la squadra, la coreografia.

E dire che finora la presenza di Salvini a fianco di Susanna Ceccardi per la campagna elettorale estiva era stata discreta, tutta diversa da quella impostata in Emilia-Romagna.

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Cattedre vuote a scuola, Galli della Loggia: manca un’etica del lavoro

martedì, Settembre 8th, 2020

di DAVIDE NITROSI

Roma, 8 settembre 2020 – Professor Galli della Loggia, di fronte all’emergenza virus si aspettava maggiore flessibilità da parte degli insegnanti?

“Flessibilità e carità di patria – risponde lo storico –. Io non condivido le idee politiche del governo, ma è il governo del mio Paese. E invece in Italia ha preso piede un’abitudine alla polemica gratuita”.

Il 26 settembre è già stato proclamato uno sciopero nelle scuole.

“È una tendenza irrefrenabile in Italia. Eppure non ho sentito nessun sindacato proporre soluzioni alternative per la ripartenza della scuola, nessuno che dica quali banchi adoperare, quali spazi usare… Dovrebbe esserci un elemento di serietà nel dibattito e invece i sindacati della scuola sono l’esempio più clamoroso di mancanza di serietà nel dibattito pubblico”.

Non si può dire che sia tutto filato liscio..

“Ritardi, contraddizioni, difficoltà, certo che ci sono: ma è una situazione inedita. Riaprire la scuola in condizioni così difficili è di una portata enorme. Con un Comitato tecnico scientifico che impone regole che rendono difficilissimo agire e spesso cambia opinione”.

Il ministro è dovuto intervenire per limitare la fuga dei docenti fragili, quelli con più di 55 anni. Che ne pensa?

“Gli insegnanti italiani sono tra i più anziani d’Europa, è oggettivo che possano avere paura, che si stanchino e si logorino, una condizione di fragilità esiste. Ma che questo giustifichi l’astensione dal lavoro mi sembra eccessivo”.

Qualcuno li ha paragonati ad altri professionisti.

“Anche tra i medici in prima fila contro il Coronavirus negli ospedali c’erano persone con più di 55 anni. Alcuni mestieri in certe situazioni espongono a certi pericoli. Poi ci si può sempre rifiutare di affrontarli, ma allora bisogna mettere in gioco un problema di etica professionale e di etica del lavoro”.

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Misure anti-Covid prorogate fino al 7 ottobre, Conte pronto a firmare nuovo Dpcm

martedì, Settembre 8th, 2020

In serata è attesa la firma del nuovo Decreto del presidente del Consiglio (Dpcm) con la proroga per 30 giorni delle misure per l’emergenza coronavirus. Le misure anti-Covid – scrive l’Ansa – saranno prorogate fino al 7 ottobre.

Tra le poche novità rispetto al Dpcm del 7 agosto scorso, l’autocertificazione per l’ingresso in Italia dei provenienti da Paesi finora ‘off limits’ per attestare che si risiederà presso una persona, “anche non convivente”, con la quale “vi sia una stabile relazione affettiva”. L’autocertificazione servirà anche per la comunicazione alla Asl e sarà obbligatoria una quarantena di 14 giorni.

Gli Stati per cui era vietato l’ingresso in Italia sono: Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia Erzegovina, Cile, Kosovo, Kuwait, Macedonia del nord, Moldova, Montenegro, Oman, Panama, Perù, Repubblica dominicana, Serbia, Colombia. Per tutti gli altri Stati valgono le regole già in vigore: chi arriva da Croazia, Grecia, Malta e Spagna deve fare obbligatoriamente il tampone. Chi arriva da Romania e Bulgaria deve stare in quarantena.

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Zingaretti contro Zingaretti

martedì, Settembre 8th, 2020

Contrordine compagni, comunque vada il Governo dovrebbe essere al riparo, almeno nelle intenzioni, dall’esito quantomeno del referendum (il resto chissà): “C’è un sovraccarico di politicizzazione che abbiamo prodotto un po’ tutti. Certo ci sarebbero difficoltà, ma non sono convinto che se dovessero prevalere i No cadrebbe il Governo”. Ecco, con queste parole lo Zingaretti odierno, nella sua relazione alla direzione del Pd, corregge, o meglio ribalta, lo Zingaretti che, qualche giorno fa, in un appassionato intervento a Repubblica, scriveva: “Quello che è difficile da affrontare sono le furbizie, i bizantinismi o le ipocrisie di chi sostiene che perdendo le Regionali e vincendo il No, si può continuare tutto come prima, senza riflessi sulla vita del Governo e della legislatura”.

Contrordine anche sull’allarme democratico causato da un’eventuale vittoria del Sì, in assenza di correttivi in materia di legge elettorale (accordo al momento scritto sull’acqua): “È generico e strumentale – dice nella sua relazione – prevedere che dalla vittoria del Sì scaturirebbe un vento populista inarrestabile, un pericolo per la democrazia”. Anzi, aggiunge, sulla base della vittoria è possibile avviare un cantiere di riforme, altra poderosa autocorrezione rispetto all’uragano populista che il medesimo segretario avvertiva con timore in una nota del 4 agosto: “Sono fondate e sono anche nostre le preoccupazioni espresse da molte personalità sul pericolo di votare a favore del referendum sul taglio dei parlamentari senza una nuova legge elettorale”. 

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Perché Elly Schlein dà così fastidio

martedì, Settembre 8th, 2020

di Susanna Turco

Ma persino i voti, le preferenze, ritenevano non fossero miei. Un dirigente del Pd me l’ha proprio chiesto: “Ma tu, di chi sei figlia?”». Una frase smozzicata rimasta fuori dalla lunga e densa intervista a Elly Schlein  pubblicata domenica dall’Espresso torna in mente adesso che il web è stato sommerso dal servizio che il settimanale gli ha dedicato: migliaia di tweet, storie, post di persone che si sono sentite riconosciute in un modo o nell’altro, nella loro domanda di futuro, si sono rispecchiate negli interrogativi e le questioni di una giovane politica, una che il problema della distanza con la realtà lo sente tutti i giorni; e non da una posizione di opposizione e protesta, ma stando dentro le cose, governandole.

L’avevamo lasciata fuori, quella frase, perché conteneva molti elementi impliciti, risaliva troppo indietro nella serie delle cause: il maschilismo nei partiti, anche in quelli di sinistra e nel Pd in maniera plastica, un Paese ancora troppo patriarcale.

Ricordavamo però che Elly Schlein era stata l’unica donna in un parterre tutto di uomini, nella giornata finale della kermesse “Tutta un’altra storia” voluta da Zingaretti all’inizio della campagna elettorale emiliana, a novembre 2019. E che, significativamente, quella domenica al Fico di Bologna l’unica altra a salire su un palco di tutti uomini, era stata la moderatrice. Una donna sul cui ruolo, interrogati, gli astanti in prima fila avevano laconicamente risposto: «È la fidanzata di». Un episodio fra tanti che si cita per ricordare come ancora una volta, la politica possa essere lontanissima persino dall’uguaglianza che predica. Lo testimonia la frase «di chi sei figlia»: difficile (impossibile?) che a una donna sia attribuita sufficiente credibilità da pensare che possa avercela fatta da sola, senza padri, padrini, capi corrente, capi fazione, capi partito. Una banalità.

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