Archive for Settembre, 2020

“Idioti e perdenti”: polemica per la frase di Trump sui soldati morti durante la guerra. Biden: “Disgustoso”

sabato, Settembre 5th, 2020

dalla nostra inviata ANNA LOMBARDI

NEW YORK – I soldati morti durante la guerra mondiale? “Idioti” e “perdenti”. Donald Trump avrebbe usato proprio questi termini, quando, durante una visita in Francia nel novembre 2018 per commemorare i 100 anni della fine della Prima guerra mondiale, evitò di andare al cimitero americano di Aisne-Marne nascondendosi dietro le cattive condizioni del tempo. Ai suoi collaboratori avrebbe invece, appunto, detto: “Che ci vado a fare? Erano solo degli idioti perdenti”. Lo sostiene in un lungo articolo appena pubblicato su The Atlantic, Jeffrey Goldberg, direttore della rivista. Affermazioni, le sue, basate sui racconti di una serie di fonti, concordi nel sostenere che il presidente americano non ha nessuna empatia per sopravvissuti e sconfitti: “categorie come sacrificio, patriottismo, servizio, per lui non significano nulla”. 

In questa luce Goldberg analizza gli attacchi che quattro anni fa scandalizzarono l’America, contro il senatore John McCain, il cosiddetto “leone del Senato” morto nel 2018. Il veterano del Vietnam catturato e torturato, rispettato anche dal nemico per il suo eroismo. All’epoca quello gli rispose ricordando che “i ricchi trovavano sempre un dottore che gli diagnosticava un ossicino fuori posto”. Ricordando come The Donald si fosse fatto esonerare cinque volte dal servizio militare proprio ai tempi del Vietnam, grazie a una minuscola e benigna “escrescenza ossea” ad un piede. Secondo il direttore di The Atlantic quelli non erano solo attacchi politici a un oppositore: ma il frutto di vero disprezzo. Lo stesso, d’altronde, mostrato nei confronti di George Bush padre: il cui aereo venne abbattuto dai giapponesi nel 1944. E, appunto, verso i marines uccisi a Belleau Wood, nonostante con il loro sacrificio, proprio quelle truppe fermarono l’avanzata tedesca verso Parigi nel 1918. 

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Covid, chiuso il pronto soccorso del Cardarelli

sabato, Settembre 5th, 2020

Il pronto soccorso dell’ Ospedale “Cardarelli” di Napoli è stato chiuso nel tardo pomeriggio a causa del numero di pazienti risultati positivi al test rapido sul Covid-19. Sarebbero una decina i pazienti giunti al Pronto soccorso per patologie diverse, e risultati positivi al Covid 19 dopo il test rapido. Il Pronto soccorso sarà sottoposto a sanificazione e riaprirà quando le operazioni saranno completate. I test rapidi sono stati estesi a tutto il personale del Pronto Soccorso. Nei giorni scorsi si era registrato un aumento dei pazienti Covid-19 ricoverati nella palazzina M dell’ Ospedale. Nessuno di loro, però, è ricoverato in terapia intensiva o subintensiva.

REP.IT

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Disoccupazione Usa meglio di attese, ma Nasdaq piega i listini. Piazza Affari chiude a -0,8%

venerdì, Settembre 4th, 2020

di Andrea Fontana e Stefania Arcudi

Le ultime da radiocor

Il secondo ko in due giorni del Nasdaq (dopo il -5% della vigilia) e dei big tecnologici (Facebook, Apple, Amazon, Netflix, Alphabet e Microsoft perdono tutti tra il 4% e il 5%) accompagnato dall’impennata della volatilità sia in Europa sia nell’azionario Usa spaventa le Borse europee che archiviano la settimana in perdita: Francoforte è stata la peggiore scivolando del 1,6%, mentre Parigi, Londra, Zurigo e Milano hanno ceduto poco meno dell’1%. Piazza Affari in particolare ha terminato le contrattazioni a -0,82%: dopo i fasti di agosto quindi la prima settimana di settembre si chiude con un complessivo -2,3% per il Ftse Mib. Non è bastato il calo oltre le attese della disoccupazione americana (8,4% ad agosto con 1,37 milioni di posti di lavoro creati) né la corsa dei bancari innescata dalle trattative in Spagna tra Bankia e Caixabank per arrivare a una aggregazione, anche se questo ha permesso a Madrid di limitare le perdite allo 0,3%. La rapida fuga dai titoli tecnologici, dopo i continui record di qualche giorno fa, si è fatta sentire anche sugli altri listini prima di una settimana che si aprirà senza Wall Street ferma per il LaborDay.

Negli Usa creati 1,37mln di posti di lavoro ad agosto

Il mese scorso è stato registrato un aumento dell’occupazione statunitense maggiore del previsto, grazie al fatto che molte aziende hanno riaperto dopo l’emergenza coronavirus; la disoccupazione è scesa più delle attese, dopo essere passata in due mesi dai minimi degli ultimi 50 anni ai massimi dalla Seconda guerra mondiale, a causa della pandemia di nuovo coronavirus. Negli Stati Uniti, ad agosto sono stati creati 1,371 milioni di posti di lavoro, mentre gli analisti attendevano una rialzo di 1,321 milioni; il dato di luglio è stato rivisto da 1,763 a 1,734 milioni, quello di giugno da 4,8 a 4,781 milioni. La disoccupazione è scesa dal 10,2% (confermato) all’8,4%, contro attese per un 9,8%. I salari orari medi sono aumentati dello 0,37%, o 0,11 dollari, a 29,47 dollari; rispetto a un anno prima, sono aumentati del 4,65%, contro attese per un 4,5%. La settimana media lavorativa è aumentata di 0,1 ore a 34,6 ore. La partecipazione della forza lavoro è salita al 61,7%, a 1,7 punti percentuali di distanza dai livelli di febbraio, prima dell’inizio della pandemia di coronavirus.

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Quell’Italia migliore di chi la guida

venerdì, Settembre 4th, 2020

Alessandro Sallusti

Nelle graduatorie degli insegnanti che tra poche ore dovranno salire in cattedra ci sono 40mila errori ma, dice la ministra Azzolina, «va bene così».

Il ministro Gualtieri finalmente ammette che la cassa integrazione straordinaria per il Covid è stata ed è un disastro, ma intanto si va avanti così. Quasi trenta deputati Cinque Stelle non votano la fiducia a Conte sul prolungamento dei poteri straordinari, ma il governo resta così. Il bollettino quotidiano della politica assomiglia ogni giorno di più a quelli di guerra. Si contano sconfitte, morti e feriti, ma il generale Conte non molla, anche se la sua Caporetto non appare poi così lontana.

Nonostante tutto questo, fuori dal cono illuminato da riflettori interessati, c’è un’Italia che superata la botta primaverile si sta già rimettendo in moto. È quell’Italia che non aspetta la politica e che da tempo ha rinunciato a considerare i giochi dei palazzi romani come il centro del mondo. Se le piccole aziende, soffocate dalla mancanza di liquidità e dalle scadenze fiscali, soffrono alla pari del commercio e dei servizi, la maggior parte delle medie imprese sono infatti già in piedi e guardano avanti. A guidarle ci sono imprenditori invisibili all’opinione pubblica, gente che non ha tempo da perdere nei dibattiti televisivi e che tiene alla propria privacy. La maggior parte di loro ha villone e Ferrari d’ordinanza, qualcuno pure lo yacht, ma ogni fine mese tutti staccano assegni per gli stipendi a centinaia e centinaia di dipendenti (e non hanno smesso di farlo neppure in questi mesi).

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Il M5S alla resa dei conti. Tutto pronto per la scissione

venerdì, Settembre 4th, 2020

Fabio Franchini

A inizio 2020 Luigi Di Maio si toglieva simbolicamente la cravatta per dimettersi dal ruolo di capo politico di un Movimento 5 Stelle in costante calo di consenso. Da quel giorno le redini del partito le ha prese il reggente Vito Crimi, vicino a Beppe Grillo fin dal 2007, ma le cose per il M5s non sono certo migliorate.

I rapporti tra il comico genovese e Davide Casaleggio si sono raffreddati – eufemismo – e attualmente il partito è spaccato tra i fan del padre fondatore e i sostenitori del figlio di Gianroberto. Ecco perché la scissione, allora, non è più una chimera.

In tutti questi mesi, è proseguita lenta e inesorabile l’emorragia di consensi; gli ultimi sondaggi a livello nazionale danno i pentastellati al 15% circa, e tallonati da Fratelli d’Italia. Alle porte c’è l’appuntamento delle Regionali – in Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania e Puglia – e la tornata elettorale spaventa non poco i grillini, terrorizzati dalla possibilità di crollare (sotto) al 10% nelle sei regioni chiamate a esprimersi. Cosa che, ovviamente, avrebbe effetti devastanti sul presente e il futuro dei Cinque Stelle. Oltre che della maggioranza giallorossa. Sondaggio da incubo terrorizza i 5Stelle: “Finiremo sotto il 10%”

Il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari – ammesso che vinca il “Sì” – potrebbe mitigare in parte una cocente sconfitta alle Regionali, ma allo stesso tempo rappresenta un rischio per il Movimento. Se il “Tagliapoltrone” grillino dovesse passare, il numero degli eletti in Parlamento si ridurrebbe di 345 unità (passando dal 945 a 600): visto il volume elettorale attuale del M5s, alle prossime elezioni quasi due parlamentari grillini su tre rimarrebbe tagliato fuori.

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Bollettino Coronavirus Italia. Dati e tabella Covid di oggi, 4 settembre

venerdì, Settembre 4th, 2020

Roma, 4 settembre 2020 – Nuovo bollettino sull’epidemia da Coronavirus in Italia. Dopo la risalita dei contagi di ieri, che hanno superato il tetto dei mille positivi, fra cui anche Silvio Berlusconi, ora ricoverato al San Raffaele, si attende di sapere se gli aggiornamenti dal ministero della Salute, su casi, attualmente positivi, morti, guariti e terapie intensive, confermeranno la tendenza alla salita della curva epidemica. Intanto, continua la sperimentazione dei test rapidi per individuare il Covid19 e, dopo i porti e gli aeroporti, il Ministero della salute pensa ai test rapidi anche nelle scuole. Anche nel resto del mondo la pandemia continua a estendersi. L’allerta è alta in America Latina e in India, ma anche in Europa la situazione non migliora: in Francia alcune scuole già richiudono e a Madrid da lunedì sono state annunciate nuove restrizioni. Sempre più intensa la corsa al vaccino e, mentre la Russia e Cuba sembrano muovere passi avanti, è l’Oms a frenare: “Non ci sarà vaccinazione diffusa fino a metà 2021”

Covid o influenza? Ecco come distinguerli

Covid, il bilancio del 4 settembre

Pubblicheremo qui appena disponibili gli aggiornamenti dal Ministero della Salute su casi, attualmente positivi, morti, guariti e terapie intensive.

I numeri delle Regioni

A breve qui la tabella Pdf.

Toscana: altri 99 positivi

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Coronavirus, la Francia chiude 22 scuole (10 sono sull’isola di Réunion)

venerdì, Settembre 4th, 2020

di Stefano Montefiori, corrispondente da Parigi

Coronavirus, la Francia chiude 22 scuole (10 sono sull'isola di Réunion)

Tre giorni dopo la riapertura delle scuole in Francia, il ministro dell’Istruzione, Jean-Michel Blanquer, traccia un primo bilancio: sono stati chiusi per casi di contagio da coronavirus 12 istituti nella Francia metropolitana, e 1o nel dipartimento d’oltremare della Réunion, oltre a circa 120-130 classi in scuole rimaste aperte. Il numero totale delle scuole francesi è di circa 60 mila.

La valutazione

Secondo il ministro Blanquer, nonostante queste chiusure, questa prima settimana è stata «piuttosto buona. Malgrado le paure tutti sono tornati in classe, e questo è molto positivo». Ogni giorno vengono attivati più o meno 250 protocolli per casi sospetti di coronavirus. «Questi sospetti sono in maggioranza legati a fattori esterni alla scuola, dovuti a persone che spesso sono state contaminate prima del rientro in classe».

La procedura

Il ministro Blanquer ha ricordato qual è la procedura seguita in ogni istituto: «La persona sulla quale ci sono sospetti di contaminazione viene immediatamente isolata. Che sia un allievo o un insegnante, gli viene richiesto di rimanere a casa. In seguito le autorità sanitarie conducono indagini per risalire ai contatti, vengono fatti i test e vengono prese le misure necessarie».

Quando chiudere

«In linea di massima quando in una scuola si verificano più di tre casi di Covid l’istituto viene chiuso. Ma le autorità scolastiche sono chiamate a fare prova di discernimento e flessibilità, ogni caso è particolare», dice il ministro.

Lo stato dell’epidemia in Francia
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Vino, vendemmia 2020 vista in lieve calo ma l’Italia manterrà il primato mondiale

venerdì, Settembre 4th, 2020

MILANO – Una stima di produzione di circa 47,2 milioni di ettolitri di vino, in calo di circa l’1% rispetto al 2019 e il 4% della media delle ultime cinque vendemmie. Numeri che risentono della congiuntura economica e della conseguente misura di riduzione volontaria delle rese messa in campo dal Governo, oltre a quelle operate da molti Consorzi di tutela, che dovrebbero confermare il primato produttivo mondiale dell’Italia anche per il 2020, con la Francia in crescita ma alle spalle con 44-45 milioni di ettolitri e poi ancora la Spagna ormai quasi appaiata ai transalpini.

Leggero aumento (+3,1%) del Nord con 26 milioni di ettolitri, una lieve riduzione nel Centro e un significativo decremento del 7% di Sud e Isole: questo lo spaccato lungo lo Stivale. Il Veneto si conferma in testa, poi Puglia, Emilia Romagna ed Abruzzo: il 65% di tutto il prodotto nazionale del 2020 arriverà da qui. Due casi-limite: il declino previsto del 15% in Toscana e il +18% previsto in Sardegna che emerge da una siccità nel 2019.

Sono le previsioni sulla vendemmia del 2020 che Fabio del Bravo di Ismea ha rilasciato in mattinata nell’ambito dell’Osservatorio del Vino con Assoenologi e Unione italiana vini. Paolo Castelletti, segretario generale dell’Unione italiana vini, ha introdotto le previsioni ricordando come il momento sia complesso per il comparto per gli ovvi effetti della pandemia: chiusura dell’export e del canale di vendita horeca (ristoranti, bar, alberghi) non sono certo stati compensati dai consumi attraverso l’online.

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Cottarelli: “Da taglio parlamentari più danni che risparmi”

venerdì, Settembre 4th, 2020

“Manomettere la Costituzione per una cosa davvero poco rilevante, specie in un momento in cui il Paese avrebbe bisogno di riforme importanti per ripartire, costituisce un precedente molto rischioso”. Così a Repubblica Carlo Cottarelli spiega perché voterà No al referendum del prossimo 20 e 21 settembre. Cottarelli nella scorsa legislatura, da commissario del governo alla revisione della spesa, inserì la riduzione del numero degli eletti fra le ricette per abbattere la spesa pubblica.

“La mia proposta – afferma – prevedeva una riforma complessiva del bicameralismo con l’abolizione del Senato, utile ad accelerare il processo legislativo e a restituire efficienza, non un taglio lineare che, oltre a essere controproducente sotto il profilo della funzionalità delle Camere, è pure inutile”.

La ratio dell’intervento della proposta 5 Stelle, invece, “mi pare una sola: risparmiare. Ma il risparmio, in questo caso – specifica – ammonta a circa 57 milioni l’anno”. Ovvero, “lo 0,007 per cento della nostra spesa pubblica. Pari a un euro all’anno per ciascun italiano: il prezzo di un caffè. Non si stravolge la Costituzione per un beneficio tanto irrisorio: farlo non è solo pericoloso, è stupido”.

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Inizio scuola, dopo il primo caso di un positivo al Covid al via i test rapidi per tutti: il piano del governo

venerdì, Settembre 4th, 2020

di Monica Guerzoni

Test rapidi nelle scuole, si accelera. La fase di monitoraggio è ancora in corso, ma i risultati sono incoraggianti ed entro la fine del mese il ministero della Salute dovrebbe dare il via libera su scala nazionale. «Procediamo con giudizio e gradualità», ripete in queste ore Roberto Speranza, che oggi si confronterà con alcuni ministri Ue della Salute sull’efficacia dei test diagnostici rapidi.

La sperimentazione

In Italia la sperimentazione di questa tipologia di tamponi, che rileva la presenza del virus attraverso le proteine virali (antigene), è partita da due settimane nei porti e negli aeroporti. I risultati sono buoni e al Ministero c’è soddisfazione, perché i test rapidi, che non richiedono apparecchiature di laboratorio, possono rivelarsi uno strumento prezioso per la ripartenza in sicurezza del sistema scolastico. La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ritiene importante la rapidità della risposta ai test. E anche Speranza è favorevole. «Sono un pezzo della nostra strategia per l’autunno» ripete il ministro nelle riunioni riservate, in cui raccomanda cautela in attesa che i dati del monitoraggio si consolidino.

Lo screening

Lo screening di docenti, personale e studenti sarebbe molto più veloce e, in caso di un alunno o docente positivo, si eviterebbe di paralizzare un’intera classe e condizionare il lavoro di tanti genitori: il tampone tradizionale verrebbe fatto solo in caso di test rapido positivo. Il tema delicato è l’attendibilità rispetto al tampone nasofaringeo che rileva l’Rna del virus, perché la sensibilità dei test rapidi, che possono fornire una risposta in meno di mezz’ora, è intorno all’85%. O meglio, questo era il dato quando la sperimentazione è partita.

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