Archive for Settembre, 2020

Migranti, il piano per Lampedusa

giovedì, Settembre 3rd, 2020

di ANTONIO FRASCHILLA

Un piano per svuotare l’hotspot di Lampedusa in tempi brevi con l’invio di cinque navi e l’assicurazione di aiuti economici e fiscali ai lampedusani. Queste le soluzioni messe sul tavolo dal governo Conte dopo un incontro a tratti a nervi tesi.

Il vertice a Palazzo Chigi tra il presidente Giuseppe Conte e una folta rappresentanza di ministri da una parte e dall’altra il governatore Nello Musumeci e il sindaco di Lampedusa Salvatore Martello è iniziato con alcune frasi al vetriolo: «Basta slogan, siamo consapevoli delle difficoltà — dice Conte — che state vivendo e della necessità di studiare insieme le soluzioni più efficaci per far fronte a queste difficoltà. Ma sappiamo anche che il fenomeno è complesso da sempre e non bastano gli slogan per affrontarlo, ma sono necessarie iniziative a vari livelli e interventi ben sinergici e ben coordinati».

Conte blocca così fin da subito le pretese del governatore Musumeci che chiedeva di chiudere tutti gli hotspot presenti in Sicilia. Per prima cosa comunque il governo Conte si è impegnato a svuotare l’hotspot di Lampedusa entro domani con l’invio di cinque navi, due delle quali già in viaggio. « Il governo ci ha assicurato che di fatto il centro verrà chiuso perché i nuovi arrivi verranno subito ospitati in navi quarantena», dice il sindaco Martello uscendo dall’incontro.

Poi il presidente Conte ha parlato degli aiuti economici: «Lampedusa, in particolare, merita misure economiche di favore, con specifico riguardo a sospensione di adempimenti e versamenti, anche arretrati — dice — la sofferenza economica, e non solo, merita una risposta forte dello Stato». Oggi in Consiglio dei ministri sarà approvato un decreto che sospende tutti i pagamenti fiscali fino a dicembre 2021 per i residenti di Lampedusa.

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Coronavirus, in una settimana il 38% di casi in più. La curva è in risalita ma è record di tamponi

giovedì, Settembre 3rd, 2020

di MICHELE BOCCI

Rallenta un po’ l’aumento dei nuovi casi settimanali di coronavirus in Italia, e intanto si segna il record settimanale di tamponi: 600mila. Mai si erano raggiunti questi numeri con i test, nemmeno nei momenti più bui dell’epidemia. Nei giorni che vanno dal 26 agosto al primo settembre le regioni hanno rilevato 9.023 positività contro le 6.546 del periodo 19-25 agosto. Si tratta di un incremento del 38%, assai inferiore a quello del 92% registrato la settimana precedente.

La curva in risalita dal 7 luglio

Come noto, la gran parte dei casi di queste settimane riguardano persone con pochi sintomi o nessuno e quindi le strutture ospedaliere non sono sotto pressione. A lavorare sono i dipartimenti di prevenzione, cioè i servizi sul territorio della Asl. Osservando la curva delle nuove positività settimanali, però, si nota come comunque dal 7 luglio in poi ci sia stata una continua risalita delle infezioni. Ovviamente la situazione non è la stessa in tutte le Regioni, anche se la tendenza per quasi tutti è all’aumento.

Coronavirus, in una settimana il 38% di casi in più. La curva è in risalita ma è record di tamponi

Solo tre regioni in calo

Solo Sicilia, Veneto e Provincia di Bolzano hanno visto un calo nei sette giorni, come si può osservare dal cruscotto di dati realizzato dalla Regione Toscana basandosi sui numeri ufficiali della Protezione civile. Considerando solo quelle che hanno i numeri assoluti di casi più alti, si osserva un +65% in Lombardia, un +75% in Toscana, addirittura un +90% in Campania, un +55% in Emilia e un +54% in Piemonte. Quest’estate la circolazione è legata anche ai rientri dalle vacanze, all’estero e in Italia. Ci sono state polemiche sulla Sardegna, che ha risposto minacciando querele. In quella regione si è passati da 52 casi tra il 12 e il 18 agosto ai 352 e 386 delle due settimane successive. L’aumento, netto, quindi risale a quindici giorni fa.

Coronavirus, in una settimana il 38% di casi in più. La curva è in risalita ma è record di tamponi

Tamponi verso quota centomila

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Qualche scomoda verità su istruzione e lavoro

giovedì, Settembre 3rd, 2020
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di   Francesco Giavazzi

Di che cosa ha più bisogno la nostra scuola? Di dotare ciascuno dei 40.000 edifici scolastici di un cappotto termico, o piuttosto di interventi per ridurre gli abbandoni nella scuola secondaria, o di capire perché, dopo avere assunto negli ultimi 5-6 anni 180.000 insegnanti, il prossimo anno scolastico partirà con 250.000 supplenti? Non avrebbe piuttosto bisogno di scuole aperte il pomeriggio, e magari anche in luglio e di ricominciare le lezioni già oggi, anziché perdere altre due settimane (tre in alcune regioni)? Per ridurre gli abbandoni nelle scuole superiori era stata introdotta nel 2017 l’alternanza scuola-lavoro: l’anno successivo il governo giallo-verde la ridusse drasticamente perché dava fastidio agli insegnanti, aggiungendo compiti che non consentivano loro di limitarsi a ripetere anno dopo anno il medesimo programma. Per agevolare l’inserimento dei laureati nel mondo del lavoro, in tutta Europa si introdussero vent’anni fa i diplomi triennali. Da allora la riforma del 3+2 in Italia è fallita perché i professori universitari hanno inteso 3+2=4 e si sono limitati a spalmare su cinque anni i corsi quadriennali che facevano prima della riforma. E così lo Stato ha abbandonato la formazione per i nuovi lavori, dal design alla moda, delegandola alle scuole private, dall’Istituto europeo di design alla Marangoni per la moda. Di che cosa ha più bisogno il nostro mercato del lavoro?

Di un’estensione a tutti, indiscriminatamente, della cassa integrazione, come chiede Landini, o di un sistema di sussidi di disoccupazione simile a quello che esiste, ad esempio, in Francia e Germania, riservando la Cassa a quelle imprese che devono affrontare cadute temporanee della domanda? Prima del Covid ogni anno erano circa 300.000 le persone che cambiavano posto di lavoro; il Covid farà esplodere quel numero perché renderà necessaria una profonda riallocazione delle attività produttive. La Cassa illude i lavoratori che finita la pandemia il loro posto di lavoro sarà lì ad aspettarli: in molti casi purtroppo quel posto non ci sarà più ed è meglio prepararsi in tempo. Servono scuole e progetti di formazione che facilitino questa riallocazione. Altrimenti fra un anno assisteremo a un’esplosione della disoccupazione.

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Blangiardo (Istat): «Con il Covid nascite ai nuovi minimi. Scenderemo sotto 400 mila, il welfare deve cambiare»

giovedì, Settembre 3rd, 2020

di Federico Fubini

Blangiardo (Istat): «Con il Covid nascite ai nuovi minimi. Scenderemo sotto 400 mila, il welfare deve cambiare»

Gian Carlo Blangiardo, presidente Istat

Gian Carlo Blangiardo, 71 anni, demografo, presidente dell’Istat dal 2019, ha notato una stranezza: nove mesi dopo l’arrivo della nube tossica di Chernobyl, nel maggio del 1986, la natalità in Italia è calata (temporaneamente) del 10% rispetto alla norma di quel periodo. Gli italiani avevano reagito all’incertezza e alla paura rinviando le scelte di procreazione. Bruxelles

Misure anti-Covid, Consiglio e Parlamento Ue chiedono più coordinamento

di Francesca Basso

Presidente, il Covid innescherà lo stesso effetto, magari moltiplicandolo?
«In Italia abbiamo una tendenza che dura dal 2009, con un calo di circa un quarto delle nascite da allora. Già gennaio 2020, prima della pandemia, ha un calo dell’1,5% rispetto a un anno prima. Vedremo dai dati di dicembre quanto la paura avrà inciso, a partire da marzo. Contano anche l’incertezza sul lavoro e le difficoltà della vita quotidiana, che inducono le persone a posticipare il momento di avere un figlio fin quando magari diventa tardi. Fare previsioni è difficile, ma temo che nel 2021 potremmo scendere sotto le 400 mila nascite».

Erano più di un milione nel 1964, 576 mila nel 2008.
«Da notare che il declino riguarda anche la popolazione straniera. L’immigrazione oggi porta 62 mila nati all’anno, dopo essere arrivata a 80 mila. Ma aldilà dei fattori congiunturali — la crisi, la pandemia — in Italia c’è soprattutto un effetto strutturale, perché si sta riducendo il numero di persone in età feconda. I nati all’apice del baby boom oggi hanno 56 anni. Le generazioni in età riproduttiva saranno sempre più ristrette».

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Usa, vaccino pronto entro fine ottobre: speranza concreta o mossa politica?

giovedì, Settembre 3rd, 2020

di Massimo Gaggi

NEW YORK – Progressi della sperimentazione che consentono di accorciare i tempi e di distribuire un vaccino efficace prima del previsto? O una mossa politica per convincere gli americani, alla vigilia del voto, che la guerra al coronavirus è ormai vinta? Sarà questa la october surprise delle elezioni 2020? La lettera (del 27 agosto, ma divenuta di pubblico dominio solo ieri) con la quale la CDC (Disease Control and Prevention) di Atlanta, l’agenzia federale per la tutela della salute, ha chiesto agli uffici per la sanità pubblica di tutti gli Stati e le città Usa di prepararsi a ricevere, conservare e distribuire vaccini già alla fine di ottobre, sta suscitando speranze e sospetti. Anche perché è corredata da un invito a tutti gli enti a essere pienamente operativi entro il primo novembre: cioè due giorni prima del voto per la Casa Bianca

A metà luglio tre dei sei vaccini approvati dal progetto (Operation Warp Speed) lanciato dal governo per accelerare la ricerca di cure per il coronavirus sono entrati nella terza e ultima fase di sperimentazione. Una fase che non dovrebbe concludersi prima della fine di dicembre: sono queste le indicazioni fin qui fornite da quasi tutti gli esperti. Ma ora Anthony Fauci, il virologo della Casa Bianca spesso in conflitto con Trump, dice che, se i test procederanno in modo molto positivo, l’authority da lui presieduta può autorizzare la conclusione anticipata della sperimentazione. Nell’Istituto Nazionale per le Allergie e le Malattie Infettive c’è, infatti, un comitato scientifico che può legalmente prendere questa decisione se convinto che un vaccino è efficace e sicuro.

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Quattro regioni già decise e due in bilico. Il No per ora indietro, ma è raddoppiato

giovedì, Settembre 3rd, 2020

di ANTONIO NOTO*

Le intenzioni di voto nel sondaggio Noto

Se fossero previsioni del tempo si utilizzerebbe la dicitura “situazione in evoluzione”, ma si tratta di intenzioni di voto e quindi la materia va trattata diversamente. Tra 24 ore la legge impone il divieto di divulgazione dei sondaggi e il valore di queste ricerche è più nell’analisi del trend che non nella previsione a 15 giorni. Infatti per comprendere le possibilità di vittoria di un candidato è indispensabile seguire l’andamento del consenso e non basarsi unicamente su una fotografia scattata due settimane prima delle urne. Comunque, sia le intenzioni di voto delle elezioni regionali che del referendum ci restituiscono uno scenario abbastanza consolidato, anche se con poche ma importanti incertezze.

Andiamo con ordine. Per quanto riguarda il referendum al momento i Sì si posizionano tra il 65-70% e i No tra il 30-35%. Tenendo presente che a inizio agosto la situazione era completamente diversa, cioè si registrava un rapporto 80 contro 20, è evidente che la campagna per il No, con la presa di posizione di alcuni importanti leader politici, stia producendo qualche effetto, però sembra ancora lontano il traguardo che potrebbe portare alla vittoria di quelli che si battono per bocciare la riforma. È da notare che un possibile elettore su tre è indeciso su cosa votare, quindi per quanto si conferma la prevalenza dei Sì, bisognerà capire se il 21 settembre ci sarà qualche sorpresa.

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Berlusconi positivo al Coronavirus. Contagiati anche i figli Luigi e Barbara

giovedì, Settembre 3rd, 2020

Milano – Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, è risultato positivo al tampone per il coronavirus. 
A confermarlo è il suo medico personale Alberto Zangrillo, (primario di anestesia e rianimazione dell’ospedale San Raffaele di Milano),secondo il quale il presidente di Forza Italia “è asintomatico e resta in regime di isolamento presso il suo domicilio come da disposizioni regionali”. Il leader azzurro ha fatto il tampone dopo il suo rientro ad Arcore – è stato nella villa della figlia in Provenza – e dopo il risultato del test si è messo in isolamento. Forza Italia conferma la notizia e precisa che Berlusconi – che compirà 84 anni il 29 settembre – continua a lavorare da Arcore.

Contagiati anche due figli

Due figli di Silvio Berlusconi, Luigi (31 anni) e Barbara,(36) sono risultati positivi al tampone per il coronavirus, secondo quanto apprende l’Ansa. Barbara ha avvertito sintomi che sono durati un paio di giorni. 

“Mi è successo anche questo…”

E nel corso di un collegamento con il Movimento azzurro donne, Silvio Berlusconi ha detto: “Sarò presente in campagna elettorale con interviste Tv e sui giornali e secondo le limitazioni imposte dalla mia positività al Coronavirus. Putroppo mi è successo anche questo ma continuo la battaglia“. Domani ad esempio Berlusconi interverrà telefonicamente a un convegno di Forza Italia a Genova.

Il comunicato di Forza Italia

In seguito a un ulteriore controllo precauzionale – informa Forza Italia – il Presidente Berlusconi è risultato positivo al Sars-Cov-2. Il Presidente continua a lavorare dalla sua residenza di Arcore, dove trascorrerà il periodo di isolamento previsto. Continuerà in ogni caso – concludono le stesse fonti – a sostenere i candidati di Forza Italia e del centro-destra alle elezioni regionali ed amministrative, con interviste quotidiane sui giornali, sulle televisioni e sui social.

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Lutto nella cultura italiana: è morto lo storico dell’arte Philippe Daverio, aveva 70 anni

mercoledì, Settembre 2nd, 2020

Stroncato da un tumore, tenuto sempre nascosto, è morto questa notte all’istituto dei Tumori di Milano lo storico dell’arte Philippe Daverio. Lo ha reso noto la regista e direttrice del Franco Parenti Andree Ruth Shammah. Docente e saggista, ex assessore alla Cultura del Comune di Milano, avrebbe compiuto 71 anni il 17 ottobre. “Mi ha scritto suo fratello stamattina per dirmi che Philippe è mancato stanotte” ha detto la Shammah all’ANSA.

Lutto nel mondo della cultura: è morto Philippe Daverio

Nato il 17 ottobre 1949 a Mulhouse, in Francia, da padre italiano, Napoleone Daverio e madre alsaziana, Aurelia Hauss, Philippe Daverio era il quarto di sei figli. Dopo un’educazione di tipo ottocentesco in collegio e gli studi di Economia e Commercio alla Bocconi di Milano, dove non si laurea pur superando tutti gli esami, Daverio apre nel 1975 la “Galleria Philippe Daverio”, in via Monte Napoleone 6 a Milano, dove si occupa prevalentemente di movimenti d’avanguardia della prima metà del Novecento. 

Nel 1986 inaugura a New York la “Philippe Daverio Gallery” rivolta all’arte del XX secolo e nel 1989 è la volta a Milano, in corso Italia 49, di una seconda galleria di arte contemporanea.

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Covid e bambini, sintomi: come distinguerli. Raffreddore o influenza?

mercoledì, Settembre 2nd, 2020

di Cristina Marrone

Covid e bambini, sintomi: come distinguerli. Raffreddore o influenza?

Tosse, naso che cola, un po’ di febbre. È inevitabile, tutti gli anni i bambini vanno incontro di frequente a raffreddamenti se non addirittura all’influenza. Questi piccoli malanni sono la normalità, niente di preoccupante. Ma quest’anno sarà diverso e i genitori di tutto il mondo si chiederanno: «Mio figlio ha il Covid, l’influenza oppure è un semplice raffreddore?».

Come si fa a sapere se è influenza, raffreddore o Covid?

Probabilmente non è possibile distinguere in modo certo Covid da influenza perché i sintomi sono davvero molto simili e l’unico modo certo per fare una diagnosi differenziale è eseguire il tampone. I sintomi più comuni di Covid-19 nei bambini sono la tosse o la febbre o entrambi con raffreddore e sintomi gastrointestinali (presenti nel 30% dei bambini). Esistono poi molti altri potenziali modi in cui il virus si presenta nei bambini positivi: perdita del gusto e dell’olfatto, dolore addominale, mal di testa, mal di gola, difficoltà respiratorie. Purtroppo alcuni di questi sintomi sono gli stessi che caratterizzano altre malattie che circolano durante la stagione invernale. Un grafico dei Centres for Disease Control an Prevention (CDC) indica la frequenza con cui questi sintomi si sovrappongono. Per limitare il più possibile il rischio di diagnosi errate i pediatri suggeriscono di vaccinare i propri figli contro l’influenza: in caso di sintomi se un bambino ha fatto il vaccino è più probabile che si tratterà di Covid-19

(CDC)
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Navalny, Berlino conferma: “E’ stato avvelenato, la Russia chiarisca”

mercoledì, Settembre 2nd, 2020

La Germania ha acquisito “prove che non lasciano dubbi” sul fatto che il dissidente russo Alexei Navalny sia stato avvelenato. Lo ha affermato Steffen Seibert, portavoce di Angela Merkel. Berlino “condanna questo attacco nel modo più severo. Il governo russo è chiamato a fare chiarezza con urgenza”, ha aggiunto.

Analisi tossicologiche della Charité – Ad occuparsi delle analisi tossicologiche su Navalny è stato il policlinico universitario della Charité, a Berlino, dove l’oppositore è ricoverato dopo il trasferimento dalla Siberia. L’ospedale ha commissionato gli esami a un laboratorio speciale dell’esercito tedesco, che ha eseguito i test dai quali è risultata “senza alcun dubbio” la presenza di una ostanza tossica chimica del gruppo Novichok. 

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