Archive for Settembre, 2020

Referendum, stavolta il nemico è dentro di noi (e ha già vinto)

martedì, Settembre 1st, 2020

Perché non c’è il “grande nemico”, come nel 2005 quando votare contro la riforma Calderoli significava certo preservare la Costituzione, ma anche dare un colpo al governo Berlusconi. E come nel 2016 quando “bastava un no” certo per difendere la Carta nata dalla Resistenza, ma anche per far cadere Renzi.

Ecco le ragioni di un clima sonnolento, svogliato, estraneo alle pulsioni profonde e alle urgenze del paese, attorno al referendum sul taglio dei parlamentari. Il “grande nemico” non è il governo, la cui sopravvivenza non è discussione e che, anzi, troverà una polizza a vita proprio nell’istinto di sopravvivenza dell’attuale Parlamento, dopo la sforbiciata che lo renderà un miraggio per molti. Il “grande nemico” sarebbe – o meglio: è – l’antipolitica che, con questa con consultazione, inaugura una nuova fase della Repubblica. C’era una volta la Repubblica dei partiti, ora c’è la Repubblica dell’antipolitica che il 20 settembre avrà la sua data fondativa, con buona pace degli effetti sistemici in termini di distorsione della rappresentanza a legge elettorale vigente.

Un raccolto la cui semina è durata un ventennio: la contrapposizione ideologica tra piazza e Palazzo, popolo e casta, la personalizzazione del messaggio, la deriva oligarchica e il deficit di rappresentanza della democrazia italiana (vai alla voce: Porcellum), la tendenza a conquistare il potere attraverso la critica alla politica e alla sua funzione, la postura anti-establishment dei leader che si sono susseguiti, sia essa quella dell’imprenditore estraneo al sistema dei partiti, del giustiziere che i leader di quel sistema li ha mandati al gabbio, del rottamatore che non rinnova ma sfascia la sinistra o del tribuno del popolo con le piazze che osannano i suoi “vaffa”. Poi, la grande mietitura favorita dalla rivoluzione tecnologica e dalla grande crisi che ha piegato il ceto medio, spingendolo alla rivolta populista.  

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Nicola Zingaretti: “Pd sotto attacco. Chi vuole votare lo dica”

martedì, Settembre 1st, 2020

Nicola Zingaretti esprime tutto il suo malumore per quanto sta accadendo negli ultimi giorni, registra un clima di attacco nei confronti del Pd sul tema del referendum e non solo. Per questo il segretario dem scrive alla Repubblica per dire a chi vuole portare il Paese a nuove elezioni di esporsi pubblicamente. 

“Ho un grande rispetto per molti dei dubbi che stanno alla base della scelta del No e combatto per dar loro una risposta” ma “accanto a esigenze vere e sincere vedo anche il crescere, soprattutto fuori di noi, di uno spirito polemico contro il Pd e contro la scelta del Sì” afferma Zingaretti, secondo cui la voce del Pd “dà fastidio a molti” e ce c’è “un’insofferenza verso il Governo, la maggioranza e il lavoro svolto” e in questo modo “il No così diventa, a prescindere dal merito, la clava per colpire il Pd, la maggioranza e il Governo stesso”.

“Se si vuole indebolire il Pd e il Governo – scrive ancora il segretario dem – si chieda apertamente la fine di questa esperienza. Si dica che si preferiscono le elezioni politiche con questa legge elettorale o un ritorno a ipotesi di un Governo di tutti che inevitabilmente umilierebbero ancora una volta la politica” ma “non è più possibile sopportare l’ipocrisia di chi agisce per destabilizzare il quadro politico attuale, mentre c’è chi si carica spesso da solo la responsabilità della tenuta unitaria, l’immenso lavoro di lotta quotidiana, di fronteggiamento delle drammatiche condizioni date, di far avanzare avanti, nei processi reali, le nostre idee e i nostri valori per un’Italia diversa”.

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Si va a scuola con i bus quasi pieni

martedì, Settembre 1st, 2020

 L’Abruzzo si sfila dal fronte della ripresa il 14 settembre. La data della riapertura delle scuole, che doveva essere per un anno simbolicamente unitaria in tutta Italia, vede sempre più defezioni con il passare dei giorni. L’ultimo a scartare è stato il governatore di centrodestra Marco Marsilio, che ha spostato l’asticella al 24, dopo il referendum. Anche Puglia, Sardegna e Calabria avevano assunto la stessa decisione, e Basilicata e Campania ci stanno pensando. “Ci riuniremo giovedì per valutare la decisione”, ha fatto sapere Vincenzo De Luca.

E’ una corsa ad ostacoli quella che porta alla riapertura delle classi. Alle 19 si riunisce la conferenza Stato-Regioni, presenti i ministri Francesco Boccia, Paola De Micheli, Lucia Azzolina e Roberto Speranza. I governatori sono netti: sui trasporti serve alzare la capienza massima consentita all′80%, al di sotto sarebbe il caos. E sulla rete integrata, comprensiva di trasporto locale via autobus e treni. Il governo sente i tecnici, c’è il via libera. Sui tragitti con una previsione di percorrenza inferiore ai 15 minuti si potrà derogare al 100%, ovviamente, in entrambi i casi, con l’obbligo di mascherina.

Le autonomie battono cassa: servono almeno 300 milioni per coprire mezzi e personale per il 20% mancante, e regole certe per subappaltare il servizio.

La discussione dura poco più di un’ora, le linee guida passano all’unanimità, sui fondi si chiude a 200 milioni. Passa la mediazione di Boccia: non c’è chiusura sui restanti 100 milioni richiesti, che verranno valutati a consuntivo delle spese. La formula, per sbloccarli subito, è quella di un decreto “a perdere”: un provvedimento che verrà varato nei prossimi giorni dal governo ma che non verrà convertito, ma verrà riassorbito come emendamento nel primo decreto utile. Il governo tira un sospiro di sollievo, uno scoglio di non poco conto è superato. Ma la partita è ancora aperta e complicatissima.

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Venezia 77 riaccende il cinema: autori e storie per rivedere il mondo

martedì, Settembre 1st, 2020

dalla nostra inviata ARIANNA FINOS

Venezia 77, la Mostra che s’apre il 2 settembre, è per certi versi molto più organizzata del solito e molto più in alto mare. Il nuovo assetto e le misure sanitarie sono imponenti e imposte dai numeri del Covid. Tra gli accreditati in partenza c’è un po’ di incertezza. Si è buttato, tutti, il cuore oltre l’ostacolo e ora è il tempo di fare le valigie, riempiendole di mascherine, gel e guanti. Roberto Cicutto e Alberto Barbera, il presidente e il direttore, dicono che quest’edizione è all’insegna del coraggio e della ripartenza. Perciò bisogna fare di tutto perché questo momento cui guarda il mondo del cinema non sia una (ri)partenza falsa. Anche perché gli esercenti – rinfrancati dalla tenuta di Tenet – aspettano i nuovi titoli, specie degli autori italiani che copiosi arrivano al Lido, in concorso o sparsi in altre sezioni.

Sui social traspare un po’ di nervosismo: qualche fotografo s’allarma per quella sorta di muro issato davanti alla passerella, Barbera spiega che quella struttura serve per permettere ai fotografi di lavorare in sicurezza. Il pubblico quest’anno dietro le transenne non pervenuto, a evitare la quintessenza dell’assembramento, ma in sala ci sarà. Per gli accreditati e gli ospiti l’idea di lavorare e muoversi tutto il giorno con la mascherina, richiesta non solo in sala ma anche in fila e in tutte le zone all’aperto nel recinto della Mostra, cui si accede da nove varchi. La prenotazione virtuale dei posti è ufficialmente cominciata: gli occhi sono tutti per Lacci, il film di apertura di Daniele Luchetti – tratto dal romanzo di Domenico Starnone e scritto con lui – che porta una schiera di attori italiani amati: Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Giovanna Mezzogiorno, Adriano Giannini.

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Clima, il ghiacciaio della Marmolada si è ridotto dell’80% in 70 anni

martedì, Settembre 1st, 2020

PADOVA – La riduzione delle emissioni di CO2 indotta dalla pandemia di coronavirus è una buona notizia per il clima planetario, ma è poca cosa per invertire un trend che sembra essere ormai fuori controllo. Una nuova conferma a questa tesi arriva dalle misurazioni annuali al ghiacciaio della Marmolada condotte da geografi e glaciologi dell’Università di Padova. “Il ghiacciaio negli ultimi 70 anni ha ormai perso oltre l’80% del proprio volume passando dai 95 milioni di metri cubi del 1954 ai 14 milioni attuali – spiega Aldino Bondesan, coordinatore delle campagne glaciologiche per il Triveneto – e le previsioni di una sua estinzione si avvicinano sempre di più: il ghiacciaio potrebbe avere non più di 15 anni di vita”.

Le misure sono state condotte negli ultimi 15 anni da Mauro Varotto, responsabile scientifico del Museo di Geografia dell’Università di Padova.
“La superficie del ghiacciaio – osserva Mauro Varotto – è passata dai circa 500 ettari stimati da Richter nel 1888 ai 123 ettari del 2018.

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Libia, Di Maio torna a Tripoli: “Consolidare la tregua”

martedì, Settembre 1st, 2020

di VINCENZO NIGRO

ROMA – Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio vola questa mattina a Tripoli in un momento delicato nella vita del governo guidato da Fayez Serraj e nato nel 2016 con la benedizione delle Nazioni Unite. Il presidente Serraj ha appena sospeso dalle sue funzioni il ministro degli Interni Fathi Bishaga, l’uomo che aveva coordinato le forze militari di Tripoli nella difesa dagli attacchi del generale Haftar (non c’era un ministro della Difesa). Lo scontro fra Serraj e Bishaga mette in imbarazzo innanzitutto la Turchia, che ha “salvato” il governo Serraj dall’offensiva di Haftar, ma lo ha fatto stringendo un rapporto fortissimo proprio con Bishaga: il capo dei servizi turchi, il capo della Difesa e lo stesso Erdogan hanno creato un rapporto diretto con Bishaga.

Di Maio a Tripoli non vuole entrare nello scontro politico fra i vari personaggi del governo, ma la fibrillazione con Bishaga preoccupa Roma così come altri Paesi europei e gli stessi Stati Uniti: Bishaga negli anni ha collaborato intensamente soprattutto nella lotta al terrorismo, ritagliandosi un ruolo importante a partire dalla battaglia che il governo di Tripoli ha condotto nell’estate del 2016 per liberare Sirte dall’Isis.

Serraj adesso ha sospeso Bishaga dopo la cattiva gestione della piazza durante le proteste degli ultimi giorni: il sospetto è che Bishaga possa aver fomentato parte delle proteste per mettere in difficoltà il governo Serraj.
Di Maio a Tripoli proverà a capire personalmente cosa sta accadendo, ribadendo però che questo è il momento per spingere verso un accordo definitivo di cessate-il-fuoco con le autorità della Cirenaica guidate dal presidente del Parlamento Agila Saleh.

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Caos test di Medicina e Veterinaria. Esclusi (per ora) quelli che sono in quarantena per il coronavirus

martedì, Settembre 1st, 2020

di Orsola Riva

Il più classico dei granelli di sabbia rischia di inceppare l’intero ingranaggio dei test d’accesso all’università. Sì, perché accanto ai ragazzi che hanno ballato un’ora di troppo quest’estate, ci sono anche i loro amici che invece hanno trascorso luglio e agosto a spaccarsi la testa sui quiz di Medicina. E, con loro, i futuri infermieri, gli aspiranti architetti, maestri e veterinari. L’impennata dei contagi ha colpito pure loro. Basta essere un contatto stretto per finire in isolamento e addio test. Difficile dire quanti sono, il ministero dell’Università finora ha ricevuto solo qualche segnalazione isolata. Ma potrebbero essere di più. Come fare per dare anche a loro una possibilità?

Il ministro in campo

Qualche giorno fa, il ministro Gaetano Manfredi aveva aperto un piccolo spiraglio. «Stiamo valutando la possibilità di trovare una data alternativa per consentire anche a loro di sostenere il test». Ma lui stesso aveva anticipato che si trattava «di un problema giuridico molto complesso». Alla vigilia della prima prova – quella di Veterinaria al via oggi: diecimila iscritti per 890 posti (ma la vera bomba è Medicina il 3 settembre: più di 65 mila candidati per 13.072 posti) – sul sito del ministero è apparso un avviso dal quale si capisce che il problema è ben presente, ma la soluzione ancora non si è trovata. «Si informa che il Ministero dell’Università e della Ricerca, vista la presenza di candidati destinatari dei provvedimenti sanitari di prevenzione del Covid-19 che non potranno sostenere le prove di accesso programmato, ha provveduto ad avvisare i Ministeri competenti al fine di verificare ogni eventuale possibile gestione delle suddetta situazione». Detto altrimenti: non sappiamo come fare.

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Sanità, abolito il superticket: niente 10 euro in più sulle ricette

martedì, Settembre 1st, 2020

Da oggi, primo settembre, entra in vigore l’abolizione del superticket, per tutti e per tutti i redditi, la quota aggiuntiva di 10 euro prevista per le prestazioni sanitarie specialistiche. Una misura, attesa da anni, realizzata con risorse extra Fondo sanitario nazionale con la quale, aveva più volte affermato il ministro Roberto Speranza, si è “cancellata una vera e propria tassa sulla salute”.

Prevista nell’ultima manovra, l’abolizione è diventata legge il 23 dicembre e vale circa 165 milioni di euro nel 2020 e 490 per gli anni successivi.  Con questa novità si cancella un tassa che ha pesato soprattutto su chi ha meno possibilità di curarsi. “Ogni volta che una persona non si cura come dovrebbe per motivi economici – ha commentato il ministro della Salute, Roberto Speranza – siamo dinanzi a una sconfitta per tutti noi e a una violazione della Costituzione”. Resta invece, per chi non è esonerato in base al reddito, il costo del ticket, variabile a seconda delle prestazioni e pari a circa 30-35 euro.

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Verso la Rete unica: guida rapida alla svolta digitale italiana. E un viaggio fra le trans aiutate da don Andrea (e dal Papa)

martedì, Settembre 1st, 2020

di Tommaso Pellizzari

Dopo anni di progetti e discussioni, forse stavolta qualcosa si muove davvero sulla creazione della rete unica in Italia: il via libera dei Consigli di amministrazione di Tim e Cassa depositi e prestiti di lunedì sera è il passo formale che mancava. Anche se si tratta, è bene dirlo subito, di un percorso tutto da costruire e il memorandum tra Tim e Cdp si limita a definire i principi che nei prossimi mesi guideranno i lavori per realizzare l’integrazione delle reti. In ogni caso, forse è la volta buona per lo sblocco del cantiere per dotare l’Italia di una rete digitale ultraveloce, il cui controllo resterà in capo a Tim che incassa subito 1,8 miliardi dal fondo Kkr. Ma altrettanto decisiva è stata l’apertura della Cassa a definire con Tim un percorso che impegna Open Fiber, titolare dell’altra rete italiana a confluire in FiberCop, assumendo la guida della governance della società. Nella puntata di oggi del podcast «Corriere Daily», Federico De Rosa ci spiega il significato e l’importanza di questa scelta.

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