Archive for Settembre 10th, 2020

La coda di paglia dei partiti sul referendum

giovedì, Settembre 10th, 2020

di PIERFRANCESCO DE ROBERTIS

Si dice ma non si fa. Ecco l’atteggiamento prevalente delle forze politiche di fronte al referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari, che ad eccezione del Movimento 5 Stelle hanno preso partito in grande maggioranza per il Si, salvo poi non fare campagna elettorale per convincere anche un solo elettore e, anzi, votare e far votare No. Un atteggiamento che ne evidenza la cattiva coscienza, come accade quando si sovrappone il giudizio su una riforma costituzionale ai mutevoli obiettivi della contingenza di bottega. Dimenticando che le riforme costituzionali restano, mentre le circostanze della politica sono scritte nel vento e nell’acqua che scorre. 

Predicano male ma razzolano bene, i partiti, e con una curiosa quanto involontaria eterogenesi dei fini riescono a far crescere così quel fronte del No che solo qualche settimana fa pareva spacciato e che invece adesso è pienamente in gioco.

Lo spettacolo si fa così ogni giorno più divertente. Nella storia della repubblica i referendum confermativi sono stati tre, segno dell’importanza dell’evento, eppure osserviamo politici navigati che una volta interpellati sul proprio atteggiamento si voltano dall’altra parte e fischiettano. Sono schierati per il Si senza che sia poi possibile rintracciarne una dichiarazione a favore del Si medesimo. Sono in giro per la campagna elettorale, si spendono per i loro governatori, ma sul referendum scena muta.

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Ritorno a scuola, l’ira dei presidi: non siamo pronti. “Così la sicurezza è un miraggio”

giovedì, Settembre 10th, 2020

di ALESSANDRO FARRUGGIA

La linea è: far riaprire le scuole anche se non sono pronte. Molte regioni concordano, altre rinviano, mentre cresce il fronte di chi dai presidi ai consigli di istituto, al Codacons ad alcuni comuni, chiede il rinvio della riapertura delle scuole. “Se le criticità non verranno risolte, è oggettivamente difficile pensare che il termine del 14 settembre sia rispettato ovunque: è opportuno dunque valutare, sulla base di accordi tra enti locali e consigli di istituto, la possibilità di ragionevoli differenziazioni locali“, conferma il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi (Anp) Antonello Giannelli, secondo cui “il governo non si è risparmiato e tutto il personale scolastico è fortemente impegnato per la riapertura delle scuole, ma è evidente che per riaprire in sicurezza è necessario che alcuni problemi vengano risolti”.

Conte: “La scuola inizia il 14 settembre”

Già oggi le riaperture sono differenziate per regioni e comuni. Il 14 settembre torneranno sui banchi la maggior parte degli studenti delle regioni del Nord e Centro Italia (Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Marche e provincia autonoma di Trento), oltre a Molise e Sicilia. Il 16 settembre toccherà invece al Friuli Venezia Giulia e il 22 alla Sardegna. Il 24 settembre suonerà invece la campanella per Campania, Abruzzo, Puglia, Basilicata e Calabria. Ma alcune amministrazioni locali (ad esempio sei comuni in Liguria e probabilmente Oristano in Sardegna) hanno fatto o annunciato ordinanze di rinvio in dissonanza dalle Regioni e altre, e soprattutto parecchie scuole, lo chiedono, ad esempio nel Lazio, dove il presidente dell’Anci locale, il sindaco Pd di Monterotondo Riccardo Varrone, ha scritto al governatore Zingaretti per ottenere un rinvio dell’apertura dal 14 al 24 settembre.

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Vaccino Oxford, Gismondo: «Normale intoppo, servono anni. E potrebbe non arrivare mai»

giovedì, Settembre 10th, 2020

di Silvia Turin

Il gruppo farmaceutico AstraZeneca ha annunciato una sospensione globale dei test clinici per il suo vaccino sperimentale contro il Covid-19, vista la comparsa di complicazioni in un partecipante al programma. Il gruppo, associato all’Università di Oxford, ha fatto sapere che il protocollo è scattato di fronte a una reazione avversa seria e non spiegabile , un problema spinale, e che è stata dunque decisa autonomamente la sospensione per consentire le opportune verifiche da parte di una commissione indipendente.

Abbiamo chiesto alla Professoressa Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di Microbiologia clinica, Virologia e Diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, come valuta la sospensione dei test.
«Devo riconoscere che l’azienda ha mostrato tanta serietà nell’indagine e purtroppo devo sottolineare “l’avevo detto”, anche se è molto triste quando si parla delle speranze di salute della gente. Il vaccino probabilmente ci sarà (anche se non siamo sicuri se ci sarà), ma ha bisogno dei suoi tempi. Il fatto che sia intervenuto in Fase 3 un caso così importante rispetto agli effetti collaterali, vuol dire che abbiamo bisogno di seguire le strade tradizionali della ricerca clinica. Affinché un vaccino possa essere non solo efficace ma anche sicuro devono passare 3-4 anni. Possiamo anche avere un vaccino fra un anno un anno e mezzo, ma non saremo mai sicuri dell’assoluta assenza di effetti collaterali e nemmeno della sua efficacia».

Che cosa succede ora?
«A questo punto ci si ferma, si analizzano gli effetti provocati e quale può essere la relazione tra l’effetto indesiderato e la composizione del vaccino, quindi o si muta qualcosa, oppure si amplia il numero di volontari in modo tale da essere più sicuri sugli effetti collaterali, oppure ancora, come succede per i farmaci, si decide di chiudere la ricerca e concentrarsi su un’altra formulazione».

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La verità coperta

giovedì, Settembre 10th, 2020
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di   Massimo Gramellini

Mi imbatto in un video dal titolo duro e perciò accattivante: «Como, folle gesto dell’assessora: strappa la coperta a un senzatetto». Clicco e vedo una signora con la mascherina che passeggia sotto il porticato di una chiesa, sfila la coperta a un ragazzo sdraiato e la va a gettare su un prato dove ne sono già state ammucchiate delle altre. Sembrerebbe un gesto brusco, ma non folle o disumano, però forse quel titolo mi ha creato tali aspettative da rendermi adesso fin troppo benevolo nel giudizio. Così guardo di nuovo le immagini. Il movimento con cui l’assessora toglie la coperta è deciso, ma il contesto non risulta aggressivo: la donna si ferma a parlare con il senzatetto, che non pare turbato. Approfondisco la storia. Il video è stato girato da un’associazione di Como che contesta le politiche sociali della giunta di centrodestra e in quella coperta sfilata senza troppi complimenti vede una forma di sopraffazione. L’assessora, si chiama Angela Corengia, lo inquadra invece nella routine di una sanificazione ai tempi del Covid. La coperta è stata tolta per essere disinfettata: non è sopraffazione, ma assistenza.

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Omicidio Willy Monteiro, i testimoni: «Saltavano sul corpo inerme e Gabriele Bianchi continuava a picchiarlo»

giovedì, Settembre 10th, 2020

di Fulvio Fiano, Fiorenza Sarzanini

Omicidio Willy Monteiro, i testimoni: «Saltavano sul corpo inerme e Gabriele Bianchi continuava a picchiarlo»

Willy Monteiro Duarte «non c’entrava nulla con la rissa», ma «l’hanno massacrato a calci e pugni senza una plausibile ragione». La notte di domenica scorsa «voleva mettere pace tra due ragazzi che litigavano», ma «gli sono saltati sul corpo anche quando era a terra inerme». Aveva il corpo scosso dalle convulsioni, respirava a fatica. Una ragazza ha provato a rianimarlo. Per lui non c’è stato nulla da fare. L’ordinanza del giudice di Velletri che tiene in carcere i fratelli Gabriele e Marco Bianchi, il loro amico Mario Pincarelli e manda ai domiciliari Francesco Belleggia, ricostruisce nei dettagli l’aggressione selvaggia al giovane di Colleferro. Descrive la furia del gruppo — tutti cultori di arti marziali — «che picchiavano tutti quelli che incontravano» e poi si sono accaniti su Willy. Svela che i «fratelli Bianchi» «stavano facendo sesso nel cimitero con alcune ragazze di cui non conoscevamo il nome, quando siamo stati chiamati».

Consegna la descrizione di notti folli trascorse a bere per strada, durante le quali basta un apprezzamento pesante a una ragazza per accendere gli animi e scatenare l’inferno. Sono i testimoni presenti in largo Santa Caterina a Colleferro a raccontare ogni passaggio — dall’inizio della lite al pestaggio mortale — consentendo così ai carabinieri di chiudere l’indagine. I loro verbali si trasformano nel film dell’omicidio.

La prima lite

Il primo a essere rintracciato dagli investigatori dell’Arma è Federico Zurma: «Verso le 23,30 di sabato, insieme ad alcuni amici e amiche siamo recati presso il locale Due di picche. Ci siamo intrattenuti fino all’1,30 quando decidevamo di andare via. Giunti alle scale le mie amiche mi riferivano di essere state apostrofate in modo volgare da alcuni ragazzi lì sul posto.

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