Archive for Settembre 12th, 2020

Willy, i fratelli Bianchi e la logica del branco

sabato, Settembre 12th, 2020

La cronaca spesso spiega bene il paese, ma due casi recenti, più dell’orrendo massacro di Colleferro, la spiegano meglio.

Il primo è di pochi anni fa. In un paese della campagna laziale, una ragazzina scrive un tema per scuola in cui racconta, senza dovizia di dettagli, degli abusi subiti dal padre. La professoressa avverte la preside, la preside avverte i servizi sociali, i servizi sociali avvertono i carabinieri. L’uomo è convocato in caserma e – in attesa che le indagini chiariscano le sue eventuali colpe, o gli eventuali disagi della figlia – è invitato a stare lontano da casa e controllato con un braccialetto elettronico. Per due settimane nessuno sa niente. La delicatezza della situazione è amministrata con pari delicatezza finché, chissà come, la notizia arriva ai giornali. Partono gli inviati e partono gli articoli. Le regole deontologiche, che impongono di non svelare l’identità della ragazzina, sono aggirate con l’abile (insomma) trucchetto. Si scrive l’età, il nome della scuola, la professione dei genitori, il numero delle sorelle, le minori e le maggiori. Di quegli indizi l’Italia intera non se ne fa nulla, ma in un quarto d’ora il paese capisce perfettamente di chi si sta parlando. La privatezza è violata proprio laddove andava protetta con più cura: nella comunità in cui vive la famiglia. La faccio breve: dopo qualche giorno di trattamento, quello del diritto di cronaca, diciamo così, con qualche agile scialo di pigra ferocia, un mostro qui, un bestia là, con qualche trattatello di sociologia del dopocena a corredo, l’uomo s’ammazza. Per colmo di beffa, la moglie e le figlie vengono a saperlo da un sito. La vedova esce al cancello, dove sono assiepati i giornalisti, e gli rifila, dolente, una vana lezione di garantismo (parola antipatica, eh?): “Non si sa nemmeno se era vero”.

La seconda è più recente. Siamo in una media città toscana. Una donna ha una relazione con un bambino, o poco più: ha tredici anni. Lei, sposata, con un figlio alle elementari, rimane incinta. Una storia invincibile, secondo le regole della domanda e dell’offerta: qualcuno scrive e molti leggono, gli uni e gli altri con l’inconsapevole leggerezza di chi si trastulla, come su Netflix, con le vite e le sventure degli esseri umani. Lasciamo perdere gli adulti, non muovono nessuna pietà. Abbiamo tre bambini. Di uno tutta la città sa che è il giovanissimo padre. Dell’altro tutta la città sa che ha una madre poco di buono. Del terzo, neonato, tutta la città sa che è il figlio dello scandalo. Noi intanto ci siamo ritirati, i colpi di scena sono finiti, l’intreccio ci è venuto a noia. Rimangono i tre bambini, serviti per l’intrattenimento morboso di una breve stagione, nella loro città, coi loro nomi e la loro biografia da additare per strada.

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Ai funerali di Willy un paese e un premier contro la mitologia delle violenza

sabato, Settembre 12th, 2020

Giuseppe Conte l’ha definita “mitologia della violenza” ed è nella necessità della battaglia per contrastarla che il presidente del Consiglio e Paliano, il paese di Willy, si sono ritrovati uniti stamattina. Battaglia prima di tutto culturale, ha rimarcato il premier, uscendo dal campo sportivo dove, nel silenzio rotto solo dalle parole di Monsignor Parmeggiani e dai canti liturgici, si erano appena celebrati i funerali del ventunenne di origini capoverdiane ucciso a calci e pugni sabato scorso a Colleferro.

Obiettivo, traguardo da raggiungere – la battaglia contro la mitologia della violenza – e collante per il Paese intero che, ha fatto capire Conte deve farne una priorità, mettendola al centro dell’educazione. A cominciare dalla scuola, che riapre lunedì. “Questo sarà l’anno dell’emergenza sanitaria ma deve essere anche l’anno scolastico dell’inclusione e del contrasto al bullismo”, ha precisato, invitando a concentrare “tutte le energie mentali, l’attenzione che a tutti i livelli stiamo mettendo sull’emergenza sanitaria anche sul contrasto al bullismo, contro il linguaggio di odio e di violenza”, perché “le parole sono pietre a tutti i livelli”. Impossibile non cogliere un riferimento a quella richiesta “di galera a vita per gli infami assassini” postata qualche ora prima da Matteo Salvini, su Facebook, “da italiano e da papà”. Presa di distanza, nelle parole e nei toni, certo dal segretario della Lega, ma soprattutto da certa destra estrema che lo considera un riferimento, associata agli aggressori di Willy e dalla quale il senatore del Carroccio mai si è dissociato nettamente. Conte non nomina il fascismo, pure evocato per l’omicidio di Willy, ma indica nel “quadro dei valori su cui si fonda la nostra civiltà, il nostro vivere sociale” l’obiettivo da raggiungere per contrastare, appunto quella “mitologia della violenza”, coltivata in “alcune frange, alcune sacche sociali. Per estinguerla, serve una mobilitazione “a tutti i livelli – famiglie, insegnanti, politici, giornalisti”.

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Galli: “Non c’è nesso tra carica virale e decessi”

sabato, Settembre 12th, 2020
Professor Massimo Galli, primary infectologist of the hospital Luigi Sacco is interviewed in Milan on...
Professor Massimo Galli, primary infectologist of the hospital Luigi Sacco is interviewed in Milan on Mars 3, 2020 about the situation of the Covid-19 outbreak in Italy. (Photo by Miguel MEDINA / AFP) (Photo by MIGUEL MEDINA/AFP via Getty Images)

“Nel nostro ospedale i posti in rianimazione ordinaria per pazienti affetti da Covid sono quasi tutti occupati e le persone contagiate che necessitano di ricovero ci stanno arrivando”, dice Massimo Galli. “Segnali che impongono attenzione”, considera il direttore di uno dei due reparti di Malattie Infettive dell’Ospedale “Sacco” di Milano. Avvertendo: “Non stiamo gridando al lupo, ma stiamo ricordando che il lupo potrebbe scendere dal monte”.

Il professor Zangrillo ha dichiarato che “con la carica virale che ha, Berlusconi a marzo-aprile sarebbe morto”. Atteso che, come sostiene gran parte degli scienziati, il virus non è cambiato, perché, professor Galli, si muore di meno?

L’affermazione – lo dico senza vis polemica – che esista un rapporto diretto tra carica virale e decesso non è sufficientemente sostenuta dai dati. Abbiamo visto persone con una carica enorme cavarsela e altri con una decisamente inferiore andare all’altro mondo. Abbiamo anche visto cariche molto alte in persone completamente asintomatiche. Non è detto che un anziano, che presenti una serie di altre patologie, debba star male e morire per forza. Ricordo il caso della Rsa di Castiglione d’Adda dove quando gli ospiti hanno incontrato il Sars Cov2 – all’epoca non se ne conosceva l’esistenza – si sono infettati tutti, ma in gran parte sono sopravvissuti e più d’uno senza accusare sintomi. Non tutti gli anziani ammalano gravemente muoiono. Una ulteriore prova è quello che è accaduto anche di recente in alcune Rsa, dove abbiamo avuto tutti i casi, dal gravissimo all’asintomatico.

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Firenze, Renzi in una Leopolda speciale: “La Toscana non prende lezione da Salvini”

sabato, Settembre 12th, 2020

Davanti a un popolo della Leopolda rarefatto e distanziato per via della pandemia, Matteo Renzi, leader di Italia viva si cala subito nella campgna elettorale: “Oggi abbiamo due modelli diversi di sviluppo. Mi dicono: ‘Giani nella dirette Facebook va peggio della Ceccardi’, ma dobbiamo eleggere il governatore della Toscana, non il social media manager. E la questione non è se Giani è bravo a spippolare, è se l’idea che noi abbiamo di Toscana si concilia con una parlamentare che siede in Europa con Marine Le Pen, con quelli che vogliono uscire dall’Europa, che non vogliono il Recovery fund. Se la giochiamo sulla base degli influencer è a rischio, se la giochiamo sulla politica la vinciamo noi. Non stiamo a piangerci addosso”.

E poi sferza: “Anche agli amici della coalizione dico basta guardare ai sondaggi. Innanzitutto perché nei sondaggi siamo in testa. Bisogna ritrovare la grinta e la passione per la politica”. Sull’11 settembre azzarda: “Penso che il Covid sia l’11 settembre della nuova generazione. In Toscana abbiamo gestito l’emergenza meglio di altri. Spieghiamolo bene a Salvini e alla sua adepta Ceccardi che noi abbiamo rispetto di tutti, ma non prendiamo lezioni sulla gestione del Covid”.
Sul piano nazionale dice: “Aver mandato a casa Salvini e Meloni ci ha permesso di recuperare un luogo in Europa e di prendere i 209 miliardi che non avremmo mai preso”. E anche se l’accordo con il M5s “ci è costato una robusta dose di Malox, è stato un bene per l’Italia. La partita però ce la giochiamo ora”, se cioè “riusciremo o meno a spendere quei soldi”.

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Stefano Massini, “Parole in corso”: da dove arriva il termine ‘smog’

sabato, Settembre 12th, 2020

Ogni giorno una parola, o un modo di dire, da scomporre e ricomporre: “Parole in corso” è la nuova rubrica dello scrittore Stefano Massini, dal lunedì al venerdì su Repubblica.it

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Istat, crolla sotto il 40% il tasso di occupazione dei giovani. Aumentano le disuguaglianze territoriali e di genere

sabato, Settembre 12th, 2020

di ROSARIA AMATO

ROMA – Tasso di disoccupazione all’8,3% nel secondo trimestre di quest’anno, con un calo di 0,9 punti rispetto al primo trimestre e di due punti rispetto al secondo trimestre 2019. Lo rileva l’Istat, spiegando però che il calo è legato all’aumento dell’inattività dovuta all’emergenza epidemiologica da Covid 19 e al lockdown. I disoccupati sono saliti a 2.057.000. Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni sono aumentati di 5,5 punti percentuali rispetto al primo trimestre e di 10 punti rispetto al trimestre precedente raggiungendo quota 14.183.000 unità.

A perdere il lavoro non solo sono stati soprattutto i dipendenti con contratto non superiore a 6 mesi (428 mila nel secondo trimestre), ma i giovani, tant’è che il tasso di occupazione della fascia 15-34 anni è scesa al 39,1%, nel 2008 era oltre il 50%. Inoltre non ci sono state nuove assunzioni a tempo determinato, di stagionali. L’ammontare di occupati che al momento dell’intervista dichiarano di aver iniziato il lavoro nei primi sei mesi dell’anno è inferiore di oltre 400 mila unità rispetto a quello dello stesso periodo del 2019.

Gli occupati si riducono di 470.000 unità rispetto al primo trimestre e di 841.000 unità rispetto al secondo trimestre 2019. La riduzione è dovuta soprattutto al calo dei lavoratori a termine e degli indipendenti, visto anche il blocco dei licenziamenti imposto dal governo. Rispetto al secondo trimestre 2019 i dipendenti a termine sono diminuiti di 677.000 unità (-21,6%) mentre gli indipendenti hanno perso 219.000 unità (-4,1%) a fronte di un -3,6% dell’occupazione complessiva. Il tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni scende al 57,6%.

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La scommessa di Salvini e Meloni sulla Puglia : “Vinciamo con Fitto e mandiamo a casa Conte”

sabato, Settembre 12th, 2020

di GIULIANO FOSCHINI

BARI – “Se non vinciamo questa volta, allora non vinceremo mai più”. La confessione di un dirigente di Forza Italia è la più sincera fotografia della campagna elettorale per il nuovo presidente della Regione Puglia: dicevano, la Puglia nera, la Puglia di Pinuccio Tatarella, “la regione più a destra della Germania di Hitler” (cit. Massimo Cassano, ex sottosegretario al Lavoro, poi in Forza Italia, ora con Michele Emiliano). E invece in quindici anni è diventata la Puglia rossa, anzi rossissima, 10 anni addirittura con  Nichi Vendola e ora altri cinque con Michele Emiliano.

“Questa volta”, però, qualcosa potrebbe cambiare. O, meglio, ritornare. Ne sono convinti in tanti. E ne è convinto soprattutto lui, Raffaele Fitto, l’enfant prodige della Democrazia Cristiana, consigliere regionale a 20 anni dopo che il padre Salvatore, presidente della Regione, morì in un incidente stradale mentre tornava a casa. Fitto jr è diventato presidente della Regione a 31 anni e, dopo la sconfitta impronosticabile contro Nichi Vendola nel 2005, è stato prima “protesi” di Berlusconi (ministro dal 2008 al 2011), poi parlamentare europea facendo un salto da Moro a Giorgia Meloni, dalla Democrazia cristiana illuminata a Viktor Orbân. La sua candidatura a governatore è stata voluta e imposta dalla Meloni adopo molti mal di pancia, della Lega soprattutto, che sulla Puglia aveva lanciato un’opa.

Non è un caso che, soltanto oggi, dopo due mesi di campagna elettorale, Matteo Salvini che pure è stato qui in almeno quindici occasioni, salirà per la prima volta su un palco accanto a Fitto, e a Giorgia Meloni. A conferma di quanto la destra consideri cruciale la vittoria pugliese. Dicono infatti: se si prende la Puglia, cade il Governo. E ancora: è l’Ohio d’Italia. Non sono parole casuali: il premier Giuseppe Conte è pugliese. E sulla sua regione aveva fatto un investimento, anche di immagine. Non a caso fino all’ultimo minuto ha cercato anche pubblicamente di far chiudere un accordo tra centrosinistra e 5 Stelle, prendendo però una porta in faccia dai grillini.

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Omicidio Willy, cambia l’accusa: «Chi l’ha picchiato voleva uccidere»

sabato, Settembre 12th, 2020

di Fulvio Fiano

Dal nostro inviato a Paliano — Rischiano l’ergastolo i quattro presunti assassini di Willy Monteiro Duarte. L’accusa a loro carico è da ieri quella di omicidio volontario con l’aggravante dei futili motivi come già anche il gip, nell’ordinanza di arresto, aveva ritenuto «astrattamente» possibile in attesa dell’autopsia. Ma sono fin troppo evidenti i segni sul corpo di Willy e le conseguenze che hanno causato. È stata così sufficiente la relazione preliminare del medico legale a fornire gli elementi necessari perché la Procura di Velletri aggravasse l’accusa. Un’accelerazione impressa alle indagini che proseguono con l’ascolto di decine di testimoni, le perizie sull’auto e i vestiti degli arrestati e l’esame di celle e tabulati telefonici per mettere ordine nei punti ancora da chiarire nella dinamica della rissa.

Secondo l’esame del dottor Saverio Potenza, il pestaggio ai danni del ragazzo di origini capoverdiane è paragonabile a un’azione omicida. Gabriele e Marco Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia (con ruoli ancora da definire fino in fondo) si sono accaniti su Willy fino a procurargli numerose fratture dal collo all’addome. Colpi dati in sequenza a partire dal primo calcio allo sterno, seguito da altri al volto. Fino ad arrivare a saltare su di lui quando era a terra esanime, come riferiscono i testimoni. La notizia arriva alla vigilia dei funerali ai quali anche il premier Giuseppe Conte parteciperà. Presente anche il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti.

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Willy, la rabbia dilaga in un’Italia che non educa più i suoi figli

sabato, Settembre 12th, 2020

di Carlo Verdelli

Forse abbiamo un problema più urgente del Recovery Fund, dell’esito del referendum o di chi vincerà alle prossime Regionali. Persino più urgente dell’onda rimontante dei contagiati dal Coronavirus. Il problema è la rabbia, che sta sradicando le protezioni sociali che la contenevano e dilaga senza freni, senza limiti. Il problema è che cosa stiamo diventando come Paese, rassegnati al peggio.

Il problema, per esempio, è Willy Monteiro Duarte, straziato di botte e lasciato lì a rantolare, rannicchiato come un feto, in una piazza di Colleferro, che è intorno a Roma ma potrebbe essere ovunque. Willy pestato a sangue e a morte da tre o quattro balordi tatuati, appena più adulti di lui, scesi da un suv nero per sistemare a modo loro un inizio di rissa. Lui che prova a rialzarsi da terra dopo ogni scarica di colpi, facendosi forza sulle braccia, fino alla botta letale. Aveva cercato di smorzare gli animi appena si erano accesi, in soccorso di un amico finito sotto il tiro dei nuovi selvaggi. Dai, smettetela, andiamo via. «Non dimenticherò mai il rumore del suo corpo che cadeva», dirà un testimone. Sono le tre di notte, finirà di spegnersi alle cinque, squassato da una furia senza causa, senza senso. La fine tragica di un sabato italiano, ma di un’Italia brutta e cattiva che non vogliamo riconoscere, più indifferenti che allarmati.

Il funerale di Willy, oggi, è il funerale di una nazione che non sa più educare né proteggere i propri figli, dove accelerano, come ha scritto su questo giornale Walter Veltroni, i rischi di scollamento. Ed è l’odio per l’odio, epidemia sottovalutata, a fare da solvente a quella colla sociale che ha fatto di noi una democrazia rispettabile e rispettata. L’odio per chi è diverso, per chi viene da fuori, per chi è grasso, per chi è debole, per le donne, per chi ha un handicap, per chi prova ad opporsi alla legge del più forte, che non rientra, non ancora almeno, tra le leggi che come nazione ci siamo dati.

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Milano, esplosione in palazzo di piazzale Libia: tre piani distrutti nello scoppio, un ferito grave

sabato, Settembre 12th, 2020

di Gianni Santucci

Una violentissima esplosione si è verificata sabato mattina, poco dopo le 7, in un condominio in piazzale Libia 20 a Milano, in zona Porta Romana. Lo scoppio ha distrutto almeno tre piani dell’edificio, mentre i danni hanno coinvolto almeno 8 piani dello stabile. Sul posto i vigili del fuoco e i mezzi di soccorso del 118 con molte ambulanze. Centinaia di persone si sono precipitate in strada. I vigili del fuoco stanno accertando la presenza di altre persone negli appartamenti superiori.

Milano, esplosione in un palazzo di piazzale Libia

Il boato si è sentito in tutta la zona Sud di Milano.

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