Archive for Settembre 13th, 2020

Coronavirus in Italia, il bollettino di oggi 13 settembre: 1.458 nuovi casi e 7 morti

domenica, Settembre 13th, 2020
Coronavirus in Italia, il bollettino di oggi 13 settembre: 1.458 nuovi casi e 7 morti

In Italia, dall’inizio dell’epidemia di coronavirus, almeno 287.753 persone (+0,5 rispetto a ieri, +0,5%; ieri +1.501) hanno contratto il virus Sars-CoV-2. Di queste, 35.610 sono decedute (+7; ieri +6) e sono state dimesse 213.634 (+443, +0,2%; ieri +759). Attualmente i soggetti positivi dei quali si ha certezza sono 38.509 (+1006, +2,7%; ieri +736); il conto sale a 287.753 — come detto sopra — se nel computo ci sono anche i morti e i guariti, conteggiando cioè tutte le persone che sono state trovate positive al virus dall’inizio dell’epidemia.

I tamponisono stati 72.143 (20.563 in meno rispetto a ieri che erano stati 92.706)

I pazienti ricoverati con sintomi sono 2.042 (+91, +4,6%; ieri +91), di cui 187 in terapia intensiva (+5, +4%; ieri +7).

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Roberto Speranza: “Fuori dal virus fra sei mesi”

domenica, Settembre 13th, 2020

“Dobbiamo ancora mantenere il distanziamento, portare le mascherine, lavarci le mani, ma non è per sempre: dopo l’autunno e l’inverno vedremo la luce”: lo ha affermato il ministro della salute, Roberto Speranza, in un’intervista a Repubblica in cui ha spiegato che “una cura e un vaccino per il Covid sono vicini” e quindi si tratta di “resistere altri sei mesi”. In questo senso ha ricordato che l’Ue sta comprando un pacchetto di vaccini “6+1, quello di Astra Zeneca è uno dei sei ed è in fase più avanzata”.

Sul ritorno a scuola Speranza chiede di mettere fine a “polemiche inutili” perchè “non è un problema della ministra Azzolina ma di tutti noi”. “Abbiamo fatto più che negli altri Paesi europei, nessuno pensa che la situazione sia perfetta, non abbiamo la bacchetta magica e i problemi della scuola italiana non nascono col Covid. Ma ci sono risorse senza precedenti, stiamo provando a investire sul personale scolastico e sulle attrezzature, forniremo 11 milioni di mascherine al giorno a tutti gratuitamente”.

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Riforme, la proposta del Pd: “Revisione del bicameralismo, sfiducia costruttiva e revoca dei ministri”

domenica, Settembre 13th, 2020

Revisione del bicameralismo. Revoca dei ministri. Sfiducia costruttiva. A una settimana dal Referendum Costituzionale sul taglio dei parlamentari, il Pd annuncia di essere pronto per presentare un progetto di riforma costituzionale. L’intento è “rafforzare l’impronta riformista dell’attuale maggioranza di governo”. E nelle parole dei dem si tratta di “una proposta organica che consenta, dopo aver dato il via libera alla riduzione dei parlamentari come uno dei tasselli di un quadro di riforme, di ottenere due risultati: l’ottimizzazione e razionalizzazione della forma di governo parlamentare e il superamento del bicameralismo paritario con le sue anomalie e storture. Una proposta sulla quale saranno raccolte le firme nelle Feste dell’Unità in corso, nei circoli, nelle piazze e nelle strade delle nostre città”.

Voto ai 18enni per i senatori, la riforma passa anche a Palazzo Madama. Ma destra e Iv provano mettere in difficoltà il Pd

di GIOVANNA CASADIO

Ecco nel dettaglio la proposta del Pd:
1) Introduzione, in analogia con il modello tedesco, dell’istituto della sfiducia costruttiva, nonché attribuzione al presidente del Consiglio dei ministri del potere di proporre al presidente della Repubblica non solo la nomina bensì anche la revoca dei ministri. Due riforme in grado di rafforzare la stabilità dei governi in presenza di una legge elettorale proporzionale ad alta soglia come quella alla base dell’accordo di maggioranza;

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M5S, Di Maio strappa con Casaleggio, rottura vicina

domenica, Settembre 13th, 2020

di ANTONELLA COPPARI

Di Maio ufficializza il dissenso con Casaleggio. A chi gli chiede se sono in sintonia risponde: “È evidente che il Movimento ha visioni differenti al suo interno”. Non che ce ne fosse bisogno, la distanza era lampante. Ma stavolta non si certifica solo ciò che era noto: sullo sfondo campeggiano quegli Stati Generali con i quali il Movimento non si decide a fare i conti e la sorte del governo Conte.

Di Maio: “Avanti con le alleanze”

Oggetto della contesa, infatti, è il carattere della futura leadership: Di Maio si rende conto di non poter ora ambire alla successione di se stesso, e punta su una governance: “Ci vuole una leadership forte che non vuole dire un leader, ma un gruppo di gestione“. Il gioco è palese. Un gruppo non potrà mai rappresentare una guida forte. Sia che ne faccia parte, sia che ne resti fuori, il ministro degli Esteri continuerà ad avere voce in capitolo. Casaleggio, sempre più spinto ai margini nel nuovo Movimento, vuole invece un vero capo: sulla carta non dovrebbero esserci dubbi.

A ostacolare la soluzione più lineare sono, però, due scogli: il primo è proprio la divisione dei grillini. Solo un ’comitatone’ permetterebbe alle fazioni di mettersi d’accordo, visto che sarebbero tutte rappresentate. Il secondo scoglio è persino più insormontabile: se al traguardo dovesse arrivare un solo concorrente, è realistico immaginare che sarebbe Alessandro Di Battista, su cui punta Casaleggio. Ma nessuno si illude: Di Battista leader (“M5s non ha tradito Gianroberto, che ora si rivolta nella tomba”? gli chiedono su twitter. E lui: “Rispondo per le mie azioni”) sarebbe la pietra tombale per il governo. Ma in ballo c’è altro. Trattandosi delle prime assise congressuali di una forza che sin dalla nascita aveva aborrito ’i rituali della vecchia politica’ come M5s strutturerà questi rituali resta un mistero: un gruppo di parlamentari dell’associazione Parole guerriere chiede un vero congresso per mozioni. Vade retro! Sarebbe proprio una liturgia da vecchia politica! E finirebbe con vincitori e vinti: ciò che molti tendono a evitare.

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Medico va a lavorare con 38,5 di febbre. Positivo al Covid, contagiati 4 operatori

domenica, Settembre 13th, 2020

Torino- Un medico risultato poi positivo al Coronavirus avrebbe lavorato in reparto dell’ospedale di Alessandria pur avendo la febbre a 38,5 gradi. Il caso della positività del dipendente al Coronavirus era già stato reso noto ieri dalla stessa azienda ospedaliera, oggi il dettaglio della febbre che sarebbe stata abbondantemente fuori dai limiti ammessi è riportato dal quotidiano La Stampa. Si tratta di un medico in servizio nel reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale Santi Antonio e Biagio e ora ricoverato in condizioni che, secondo voci non confermate, sarebbero gravi. Ai colleghi avrebbe detto che aveva solo un’influenza. Ora sarebbero quattro i casi positivi al Covid risultati a seguito dei controlli eseguiti sugli operatori del reparto di Ginecologia: per tutti sono già state attivate le procedure del cado ed è stato disposto l’isolamento domiciliare.

“Se le indiscrezioni saranno confermate, saremo severi perché non possiamo giocare con la vita delle persone“. Così l’assessore alla Sanità del Piemonte, Luigi Icardi, interpellato dall’Adnkronos sulla vicenda. “Sulla vicenda ho già chiesto una relazione ai dirigenti sanitari dell’ospedale per capire come si sono svolti i fatti che dovrei ricevere nelle prossime – aggiunge Icardi -, certo se le indiscrezioni di queste ore saranno confermate, non si tratterebbe solo di un problema ma si sarebbe creata una vera e propria situazione di pericolo che richiederebbe non solo un provvedimento disciplinare ma anche una segnalazione all’autorità giudiziaria”. 

Coronavirus, il bollettino del 12 settembre

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Scadenze fiscali, settembre da incubo. In 15 giorni 270 versamenti

domenica, Settembre 13th, 2020

di ACHILLE PEREGO

Duecentosettanta scadenze in quindici giorni. La seconda metà di settembre sarà una maratona per contribuenti e commercialisti. Una “giungla fiscale” che, avverte l’Ufficio studi della Cgia, avrà la giornata più difficile mercoledì 16, quando, tra le scadenze del calendario annuale e quelle rinviate per l’emergenza Covid, il Fisco chiederà 187 versamenti, 2 comunicazioni e 3 adempimenti. E tra Iva, contributi previdenziali, Ires, Irap e saldo/acconto Irpef (per chi ha chiesto la rateizzazione) calcolando anche gli adempimenti previsti lunedì 21, venerdì 25, lunedì 28 e i 72 di mercoledì 30 settembre si arriverà, appunto, a 270 scadenze.

«Non è che i contribuenti saranno chiamati a onorarle tutte – spiega il coordinatore dell’Ufficio studi, Paolo Zabeo – ma tra pagamenti, comunicazioni, adempimenti, ravvedimenti operosi, dichiarazioni e istanze non ci sarà tregua e le imprese, in particolar modo quelle di piccola dimensione, saranno sottoposte a un forte prelievo”. Così “in attesa della semplificazione fiscale e del tanto agognato taglio delle tasse, l’unica certezza è che ancora una volta dovremo mettere mano pesantemente al portafoglio”.

Un portafoglio che le tasse continuano ad alleggerire visto che, calcola la Cgia, in quarant’anni la pressione fiscale è salita di 11 punti, arrivando al primato del 43,4% nel 2013 per poi scendere al 42,4 nel 2019 mentre quest’anno, in attesa della nota di aggiornamento al Def, la previsione è di un rialzo per la contrazione del Pil.

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Covid, cavalli, reti e città

domenica, Settembre 13th, 2020

di   Beppe Severgnini

Nel 1880 a New York circolavano centocinquantamila cavalli Ognuno produceva otto/dieci chili di escrementi solidi al giorno, e alcuni litri di liquidi. Risultato: sulle strade, ogni ventiquattro ore, si depositavano più di un milione di chili di escrementi solidi e fiumi di urina. Nelle zone di raccolta, il letame arriva fino a trenta metri di altezza. Il problema era angoscioso, discusso, dibattuto. Ma la soluzione non si trovava: dei cavalli, che trainavano i tram, non si poteva fare a meno. Poi sono arrivate l’elettricità e l’automobile. Problema risolto.

 Devo questo racconto a Gianrico Carofiglio, con cui venerdì ho condiviso un palco al Festival della Comunicazione di Camogli. Storia istruttiva, perché dimostra come gli uomini pensino al domani usando i codici di oggi; e sbaglino le previsioni. Il coronavirus scoraggia gli assembramenti, rende insidiosi i luoghi chiusi, spinge il lavoro a distanza. Così qualcuno ha decretato la fine del modello urbanistico che conosciamo. Città, bye-bye? Frettoloso, forse.

  Avremmo dovuto parlarne ieri con l’architetto Stefano Boeri, che ha dovuto rinunciare in seguito alla scomparsa della mamma, Cini Boeri. Li abbiamo ricordati, mamma e figlio, e abbiamo provato a ragionare comunque sulla questione, con Edoardo Garrone (presidente Erg) e l’amico/collega Venanzio Postiglione, che ha accettato di darci una mano. Camogli, Crema, Genova, Milano. Città turistiche, piccole città, grandi città: che ne sarà di loro?

  La risposta è: troveranno — come sempre — un ruolo. Le città sono forme di intelligenza collettiva, non possiamo farne a meno. Ma dovranno cambiare. Le piccole città hanno bisogno di trasporti efficienti: Camogli è perfetta per lo smart working, ma non basta un solo trenino da Milano. Lavorare a distanza, immersi nella campagna intorno a Crema?

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Brigate rosse, il deposito segreto riemerge dal bosco: proiettili, volantini e divise

domenica, Settembre 13th, 2020

di Giovanni Bianconi, inviato a Poggio Catino (Rieti)

Il segreto viene svelato dal fischio intermittente del metal detector, e dal braccio meccanico che scava tra sassi, terra e arbusti fino a scoprire una lastra di ferro diventata ruggine. Dalle viscere di un bosco nell’alto Lazio, nel cuore della Sabina, riemergono frammenti di storia del terrorismo italiano: documenti e volantini delle Brigate rosse, mangiati dal tempo e dall’umidità; munizioni e proiettili per pistole e mitragliatori; indumenti militari e giubbotti antiproiettile, targhe, timbri e altri reperti di difficile identificazione perché troppo deteriorati. È un deposito clandestino dell’organizzazione che più ha imperversato negli «anni di piombo», interrato da qualche militante quando ancora i brigatisti tentavano «l’attacco al cuore dello Stato»; i documenti leggibili si fermano al 1977, prima del sequestro e dell’omicidio di Aldo Moro.

Sono resti della lotta armata che ha insanguinato l’Italia nel secolo scorso, spuntati dal sottosuolo com’è accaduto in passato con i residuati bellici della Seconda guerra mondiale, o le armi dei partigiani durante e dopo la Resistenza. La polizia li ha trovati dopo aver ricevuto una segnalazione e cercato per quasi due giorni, riportando alla luce il materiale probabilmente spostato da qualche covo brigatista nelle vicinanze e occultato per essere recuperato a tempo debito. Ma quel tempo non è mai arrivato, e dopo più di quarant’anni era ancora lì, forse dimenticato pure da chi ce l’aveva nascosto; calpestato nel corso dei decenni da ignari cacciatori di animali e cercatori di funghi, amanti del trekking, villeggianti e abitanti del borgo antico di Poggio Catino e dintorni, durante le loro passeggiate in questa selva di querce.

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Coronavirus, in Francia, superati i 10mila contagi in 24 ore

domenica, Settembre 13th, 2020

La Francia supera la soglia dei 10mila contagi in un giorno. Sono 10.561 i nuovi casi di coronavirus (contro i 9.406 nuovi casi), un record da quando sono stati avviati i test a tappeto in tutto il Paese. Il tasso di positività, riferisce il ministero della Sanità, resta stabile al 5,4%. Le vittime delle ultime 24 ore sono 17.

I decessi dall’inizio dell’epidemia ammontano a 30.910 con 17 morti in più in 24 ore; e il tasso positivo (sui tamponi fatti) è al 5,2%. Le fonti di contagio localizzate nelle ultime 24 ore sono state 86, che si aggiungono alle 772 già individuate nel Paese. Nell’ultima settimana ci sono stati 2.432 ricoveri ospedalieri, di cui 417 entrati in terapia intensiva in gravi condizioni. Il peggioramento della situazione sanitaria, confermato venerdì dal governo dopo un Consiglio di Difesa ha portato le autorità a dichiarare 77 dei 101 dipartimenti del Paese in situazione di vulnerabilità.

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Venezia 2020, vincitori: Leone d’Oro a «Nomadland» di Chloé Zhao

domenica, Settembre 13th, 2020

di Stefania Ulivi

Una su otto ce l’ha fatta. È una donna a conquistare il Leone d’oro di Venezia 77: Chloé Zhao con «Nomandland», prodotto e cucito addosso a Frances McDormand. Alla premiazione, condotta come la serata inaugurale da Anna Foglietta non c’erano. Si sono collegate da Pasadine, sedute sul Vanguard, il furgoncino adibito a camper con cui l’attrice ha girato per quattro mesi sulle strade del West, insiema ai moderni nomadi. «See you down the road», il loro saluto. Una strada che sembra diretta agli Oscar di maggio dove certo il lavoro della regista di Pechino, ormai americana di adozione, un film Marvel nel cassetto, non passerà inosservato.

Coppa Volpi a Favino e Kirby

L’Italia vince la Coppa Volpi con Pierfrancesco Favino, per «Padrenostro» (di cui è anche coproduttore), film ispirato all’attentato subito dal padre del regista, Alfonso, vicequestore e dirigente dell’Antiterrorismo nel 1976, per mano dei Nap, Nuclei Armati Proletari, in cui morirono il suo autista e un membro del commando, ucciso dal fuoco amico. Il coronamento di un momento importante per l’attore, dopo le soddisfazioni ricevute con «Il traditore» e «Hammamet». «Mi avete fatto la più bella sorpresa della mia vita. Come ha detto una persona speciale che ha lavorato a questo film, quando si gira un film è come se nascesse una stella. Dedico questo premio ai milioni di schermi che si accenderanno, alla luce che si propagherà, al brillare degli occhi nel buio». Restano a mani vuote gli altri tre titoli italiani del concorso: «Notturno» di Gianfranco Rosi, qui incoronato Leone d’oro nel 2013 per Sacro Gra, così come «Miss Marx» di Susanna Nicchiarelli e «Le Sorelle Macaluso» di Emma Dante. La coppa Volpi tra le attrici, dove concorrenza era agguerrita, va a Vanessa Kirby per «Piece of a woman» che batte se stessa: era in gara anche con «The world to come».

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