Archive for Settembre 17th, 2020

Visco alle banche “Rafforzatevi contro la crisi”

giovedì, Settembre 17th, 2020

Incertezza sulle prospettive, fiducia ai minimi. Il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ha fatto un intervento preoccupato alla riunione dell’esecutivo Abi. E ha preso la palla al balzo per mandare un messaggio al governo. “I provvedimenti in favore delle famiglie e delle imprese continueranno a essere cruciali per alleviare i problemi di liquidità, sostenere la domanda aggregata, lenire il disagio sociale e contrastare l’ampliamento delle disuguaglianze”, ha detto Visco.

L’arrivo delle risorse europee del Recovery fund “non è purtroppo imminente”, gli ha fatto eco il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, secondo cui “occorre che la legge di bilancio 2021 sia anche orientata al sostegno dello sviluppo con l’adozione di una nuova e rafforzata Ace per favorire il rafforzamento patrimoniale delle imprese”. Patuelli ha rimarcato lo sforzo degli istituti di credito durante la pandemia in soccorso dell’economia e alla ripresa: “Gli oltre 300 miliardi delle moratorie finora deliberate lo evidenziano”. Però osserva che le nuove regole sui crediti deteriorati dovrebbero essere modificate prima che entrino in vigore.

Su questo tema, però, Visco ha mandato un messaggio schietto ai banchieri. È necessario che gli istituti usino con attenzione la “flessibilità” sui crediti deteriorati prevista dalle norme, “senza rinviare l’emersione di perdite altamente probabili”, continuando a “preservare adeguati livelli di patrimonializzazione”. Per il governatore le banche “devono proseguire con rinnovato vigore nell’azione di rafforzamento istituzionale, organizzativo e patrimoniale”.

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Sileri: “Quarantena breve. E no doppio tampone”. Previsione: Covid sconfitto a metà 2021

giovedì, Settembre 17th, 2020

di ENRICO AGNESSI

Per Pierpaolo Sileri, viceministro alla Salute, medico ed esponente dei 5 Stelle, è possibile ridurre i tempi della quarantena. Anche se il Comitato tecnico scientifico l’altro ieri ha congelato la possibilità, opponendosi, il vice ministro insiste. Il dimezzamento della quarantena si potrebbe garantire a chi è bloccato in casa perché è stato in contatto con un parente, un collega, un compagno di classe, insomma, un “contatto stretto” positivo. Ovviamente a un patto: che risulti negativo al tampone. “La mia proposta è doppia”, precisa il vice ministro.

Ovvero? Giusto ridurre i giorni di quarantena per chi è in isolamento domiciliare?

“Oggi una persona va in quarantena per due ragioni: se è positiva, che non vuole dire per forza malato, deve fare un percorso particolare e attendere la negativizzazione attraverso due tamponi da effettuare a 24 ore di distanza l’uno dall’altro. In questo caso dobbiamo essere cauti, perché non sappiamo quanto una persona positiva possa trasmettere il virus. Ma di certo non possiamo attendere un mese né i due tamponi negativi; ne basta uno”.

E la seconda ragione?

“Altro discorso è quello del cosiddetto ‘contatto stretto’: va pure lui in quarantena dopo aver avuto a che fare con una persona risultata positiva, ma non ha sintomi e probabilmente non ha mai contratto il virus”.

E qui si può ridurre la quarantena?

“In questo caso, dopo aver atteso sette giorni e un tampone negativo, questa persona è libera”.

Non ci sono pericoli?

“Le possibilità che possa sviluppare i sintomi dopo questo periodo, a fronte di un’incubazione che dura 4-5 giorni, sono estremamente basse”.

Il virologo Guido Silvestri, docente negli Usa, dice che sarà l’ultima stagione autunnale-invernale in cui dovremo convivere col Covid. È d’accordo?

“Ha ragione Silvestri, anche secondo me è così: usciremo da questa crisi a metà 2021”.

E nel frattempo?

“Dobbiamo lavorare su due binari paralleli: da una parte c’è la ricerca del vaccino, fondamentale; ma serve tempo per trovarlo e somministrarlo per arrivare all’immunità di gregge impedendo così la circolazione del virus. E poi ci sono le terapie”.

Quali, in particolare?

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La linea di separazione tra civiltà e barbarie

giovedì, Settembre 17th, 2020

di Ernesto Galli della Loggia

In una celebre poesia dell’inizio del secolo scorso Kostantin Kavafis immaginava che la decadente civiltà europea aspettasse con ansia l’arrivo di una nuova forza vitale rappresentata dai «barbari». Ma invano: «…di barbari non ce ne sono più — concludevano i suoi versi — E adesso, senza barbari, cosa sarà di noi? Era una soluzione quella gente». Kavafis in realtà si sbagliava, come sappiamo. Il Novecento infatti sarebbe stato popolato dai barbari come pochi altri periodi della storia europea. E di certo almeno quei barbari in nessun caso avrebbero rappresentato la soluzione di qualcosa. Oggi ancora i barbari sono intorno a noi. Quasi tra noi. Ma noi, mi sembra, noi italiani in particolare ma certo non solo noi ci rifiutiamo di vederli. Magari non ne attendiamo con ansia l’arrivo, questo no, ma ci culliamo nell’idea che non esistano, facciamo come se non esistessero. I barbari odierni si chiamano Putin, Lukaschenko, Erdogan, Xi Jinping, Assad , Khamenei, Kim Jong-un, Al-Sisi. Governano Stati quasi sempre grandi e potenti, e i loro tratti principali sono il cinismo e la spregiudicatezza con cui si muovono sulla scena internazionale all’unico scopo di allargare il proprio potere o di conservarlo a qualsiasi prezzo. All’interno dei propri Paesi arrestano, deportano, torturano, fanno sparire nel nulla, e non ci pensano un istante ad eliminare chiunque si opponga ai loro voleri. Tutti i mezzi sono buoni: dal campo di concentramento, ai gas asfissianti, ai centri di «rieducazione».
Il despota che governa la Russia ha riesumato con largo impiego perfino il medievale strumento del veleno. Il veleno per gli avversari politici: nel secolo ventunesimo, in Europa… Infine, se torna utile per estendere la propria influenza fuori dai confini, c’è sempre la tecnologia e il denaro. E così si manipolano i sondaggi e la comunicazione elettorale con l’hackeraggio, si pagano a peso d’oro i politici stranieri, si compra il loro voto, il loro tradimento degli interessi nazionali, li si trasforma in marionette guidate dall’estero. L’opinione pubblica occidentale è perlopiù disarmata di fronte ad azioni e fenomeni del genere. La reazione sua e dei suoi governi, pure quando c’è (ma ad esempio alla persecuzione di tipo genocidiaria della Cina ai danni del popolo uiguro, essa è praticamente inesistente) è però una reazione parziale, tardiva, piena di distinguo. Alla fine sempre inadeguata. Tanto è vero che quasi mai consegue un risultato apprezzabile e duraturo.

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Fondi Lega, nuova pista in Russia: le 4 operazioni sospette della Barachetti

giovedì, Settembre 17th, 2020

Ci sono soldi elargiti dalla Lega alla Barachetti Service che ritornano attraverso «bonifici a favore di società correlate alla stessa Lega Nord». È una relazione della Guardia di Finanza — trasmessa ai magistrati di Milano e Genova che indagano sui conti del Carroccio e sulla sparizione dei 49 milioni di euro di rimborsi elettorali — a rivelare il collegamento diretto tra l’elettricista di Bergamo Francesco Barachetti, indagato per peculato, e il partito guidato da Matteo Salvini. L’informativa esamina quattro segnalazioni di operazioni sospette effettuate dall’Uif, l’Unità antiriciclaggio, e svela anche il ruolo che lo stesso Barachetti potrebbe avere avuto nel reimpiego di fondi in Russia, tanto che alcune annotazioni sono state inserite nel fascicolo che riguarda anche la cena all’hotel Metropol di Mosca alla quale partecipò anche Gianluca Savoini. Personaggio chiave nel trasferimento di fondi all’estero appare la moglie di Barachetti Tatiana Andreeva, titolare della società OOO Sozidaner Oblast di San Pietroburgo che avrebbe utilizzato una parte dei soldi provenienti dal Carroccio per l’acquisto di un appartamento. A lei, intercettata al telefono nel novembre 2019, un funzionario di banca ricorda di «evitare di far transitare sul conto movimentazioni provenienti dalla Lega».

Le fatture

Nella relazione trasmessa ai magistrati la Finanza sottolinea che «le segnalazioni di operazioni sospette afferiscono sia alla movimentazione finanziaria che agli atti societari di imprese e soggetti emersi in precedenti approfondimenti quali beneficiari di fondi provenienti dalla Lega, tra cui Radio Padania Piccola Società Cooperativa, a titolo di pagamento fatture per servizi e prestazioni professionali e dalla Fondazione Lombardia Film Commission», al centro dell’inchiesta che ha portato agli arresti i commercialisti Alberto Di Rubba, Michele Scillieri e Andrea Manzoni. Tra loro c’è appunto la Barachetti Service che sarebbe stata utilizzata per schermare il passaggio di denaro. Ufficialmente i soldi vengono versati per prestazioni professionali. Secondo l’antiriclaggio una parte di quei fondi fa però il percorso inverso e torna nelle casse della Lega. E proprio questo ha generato il sospetto.

I fondi pubblici

Per dare la dimensione degli investimenti la Finanza sottolinea come «tra luglio 2018 e luglio 2019 Barachetti Service e l’altra società Bmg ha ricevuto da Lega Nord fondi per circa 350.000 euro relativi al pagamento fatture». Ma a generare l’attenzione degli investigatori è soprattutto il fatto che la stessa azienda «risulta beneficiaria di fondi trasferiti da una fondazione partecipata da enti locali la cui provvista è riconducibile alla ricezione di fondi pubblici».

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Covid, Irbm: «A novembre prime dosi del vaccino all’Italia se i test saranno positivi»

giovedì, Settembre 17th, 2020

«I primi 2-3 milioni di dosi del vaccino anti Covid Oxford-Irbm-AstraZeneca dovrebbero arrivare all’Italia entro la fine di novembre se la sperimentazione in corso procederà positivamente, dopo la sospensione temporanea a causa di una reazione sospetta su un volontario poi dimostratasi non legata al candidato vaccino». Lo afferma all’Ansa Piero di Lorenzo, presidente della Irbm di Pomezia, che ha collaborato con lo Jenner Institute della Oxford University alla messa a punto del prototipo di vaccino. «Se non si verificheranno criticità e la sperimentazione proseguirà come previsto, dunque, sarà rispettata – ha aggiunto – la tempistica già annunciata dallo stesso ministro della Salute Roberto Speranza». «Le dosi – aggiunge – verranno consegnate al governo italiano», che molto probabilmente le utilizzerà per alcune categorie a rischio come operatori sanitari e anziani ricoverati nelle Rsa.

CORRIERE.IT

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