Archive for Settembre 22nd, 2020

Il Pd, il M5S, il governo: due messaggi dalle urne

martedì, Settembre 22nd, 2020

di Massimo Franco

Il sopravvissuto solitario delle Regionali è il politico che fino a ventiquattr’ore prima veniva indicato come il capro espiatorio di una disfatta data per quasi certa. Da agnello sacrificale, bersagliato dalle opposizioni e insidiato dall’interno della coalizione di governo, il segretario del Pd, Nicola Zingaretti riemerge dalle doppie urne con le stimmate del quasi vincente dell’alleanza giallorossa. Ha perso una regione, le Marche, ma ha tenuto Toscana, Puglia e Campania. E questo, politicamente e psicologicamente, basta e perfino avanza per accreditare un successo: tanto più con una partecipazione superiore alle attese e alla paura del Covid. Il Movimento Cinque Stelle naturalmente gioisce per il quasi 70 per cento ottenuto dai Sì al taglio dei parlamentari, col 53,84 di affluenza. Ma solo per quello, e con un’enfasi tipica di chi deve nascondere l’altra faccia della medaglia del 20 e 21 settembre. Ormai, a livello elettorale naviga al confine di percentuali a una cifra: almeno sul piano locale. E, quel che è peggio per i seguaci di Beppe Grillo, il Movimento appare ininfluente per far vincere o perdere lo schieramento di governo. Per paradosso, nell’unica realtà in cui hanno presentato un candidato comune, la Liguria, M5S e Pd hanno perso: come era accaduto nove mesi fa in Umbria.

La promessa di passare adesso alla riduzione degli stipendi di deputati e senatori suona soprattutto come un omaggio stanco a un populismo a caccia di argomenti «facili». È anche il tentativo disperato di offrire un’unità di facciata da parte di una forza percorsa da tensioni scissionistiche potenti. I peana alla portata «storica» del risultato e, in parallelo, la raccomandazione dell’attuale capo politico, Vito Crimi, a «non commentare i risultati parziali» prima che «venga indicata la linea ufficiale del M5S», mostrano una discrasia vistosa.

Non solo. Ammettendo che le Regionali «per il Movimento potevano essere organizzate con un’altra strategia», il ministro degli esteri grillino Luigi Di Maio sfiora il tema della sconfitta; e anticipa un’inevitabile resa dei conti interna. Ma per il governo l’esito è una boccata di ossigeno dopo una lunga, timorosa apnea. La somma tra Sì al referendum e tenuta del Pd può far riemergere Giuseppe Conte dall’assenza studiata nella quale si era immerso nelle ultime settimane: un tentativo di sottrarsi ai contraccolpi di un indebolimento non avvenuto di Pd e M5S, dopo che aveva invocato invano un’alleanza tra dem e grillini nelle regioni.

Rating 3.00 out of 5

COMUNICATO STAMPA: Parapendio e deltaplano: volare, camminare, esporre

martedì, Settembre 22nd, 2020

L’edizione 2020 della importante esposizione di attrezzature per il volo in deltaplano e parapendio aprirà i battenti il 25 settembre per chiuderli il 27.

L’evento legato al mondo del volo libero, cioè senza motore, si terrà come da tradizione a Campitello di Fassa (Trento) organizzato dall’associazione Icarus Flying Team. Lo scorso anno i visitatori furono ben 9000 e anche quest’anno si attende una buona affluenza nonostante l’emergenza sanitaria.

A causa di questa l’expo si presenta in versione tutta open air con stand dislocati nell’area sportiva adiacente al Palatenda, alla zona di atterraggio e alla funivia che porta al Col Rodella. Da qui i piloti esperti potranno testare gli ultimi prodotti delle migliori marche di parapendio; chi non ha ancora confidenza con il cielo potrà cominciare a prenderla con voli in biposto accompagnato da istruttori.

In concomitanza l’appuntamento di hike & fly, vale a dire escursionismo e volo, “Cor e Sgola”, distribuito in due giornate, una di gara e una non competitiva.

La specialità hike & fly si sta confermando una tendenza molto seguita. Numerose le manifestazioni come la “Presolana 2020”, nome mutuato dalla celebre montagna delle Prealpi Orobie sopra Bergamo, vinta dal palermitano Giovanni Minutella. Invece, tutta svizzera la Dolomiti Super Fly, 312 km con partenza e arrivo a Levico Terme (Trento), vinta da Patrick von Känel davanti a Sepp Inniger a pari merito con Christian Maurer, il campionissimo vincitore di ben cinque X-Alps che di km ne misura ben 1138, dall’Austria a Montecarlo. 

Nel frattempo si è conclusa la Poggio Bustone Cup 2020 dal nome del sito di volo in provincia di Rieti, organizzata da Aero Club Lega Piloti, presenti circa 90 volatori in parapendio italiani e stranieri. Dopo quattro voli attorno ai 50 km ciascuno ha vinto il campione del mondo in carica Joachim Oberhauser di Temeno (Bolzano), seguito da Alberto Vitale di Bologna e Paolo Zammarchi di Brescia.

Rating 3.00 out of 5

Suarez e la presunta truffa, da dove nasce l’inchiesta: l’ateneo, la convenzione con un’agenzia cinese e un “buco” da 3 milioni

martedì, Settembre 22nd, 2020

di Valentina Santarpia

Suarez e la presunta truffa, da dove nasce l'inchiesta:  l'ateneo, la convenzione con un'agenzia cinese e un  'buco' da 3 milioni

L’esame di Suarez? L’università per Stranieri di Perugia si difende, e sottolinea «la correttezza e la trasparenza delle procedure seguite. L’Ateneo «confida che ciò emergerà con chiarezza al termine delle verifiche in corso». Ma le intercettazioni che hanno portato al blitz di oggi nascono da lontano: l’ateneo è nel mirino delle Fiamme Gialle da tempo. Risalgono a giugno dello scorso anno le notizie sugli ammanchi nelle casse dell’università per stranieri di Perugia, che a settembre aveva già subito un sequestro amministrativo con la Guardia di Finanza impegnata a verificare la presenza dei dipendenti negli uffici e e il lavoro svolto. Nel mirino tre milioni e passa di euro che mancavano alle casse dell’università, e che hanno portato i revisori dei conti a non dare la loro approvazione al bilancio 2018-2019, lo scorso 6 settembre, con parole di biasimo nei confronti dell’amministrazione: «Il Collegio rileva che l’operazione di quantificazione dell’ammanco è avvenuta senza che l’amministrazione abbia preventivamente intrapreso le percorribili azioni di recupero dell’asserito credito – riscontrato già dal mese di aprile 2019 – nei confronti degli studenti limitandosi a richiedere agli stessi il saldo delle somme che residuano. Tale condotta integra ipotesi autonoma di danno erariale».

L’attuale amministrazione ha sempre parlato di «irregolarità» commesse dalla gestione precedente: la rettrice Giuliana Grego Bolli e il direttore generale Simone Olivieri, che ora sono indagati per la vicenda Suarez, hanno convocato una conferenza stampa a gennaio 2020 per spiegare la «gestione lacunosa e omissiva» della precedente amministrazione. Nel marzo 2019, raccontano, era stato scoperto che le entrate per tasse d’iscrizione erano inferiori al 2017 benché il numero degli studenti dei corsi Marco Polo Turandot fosse uguale. A quel punto era partita un’indagine interna che aveva fatto emergere «una situazione amministrativa grave e pesantemente confusa». In più era venuto fuori che nel 2015 erano state firmate dall’Ateneo due convenzioni con un’Agenzia cinese, «delle quali la precedente governance non si era neppure accorta», che garantivano sconti «eccezionalmente elevati» (fra il 37 e il 39%). I tre milioni di «buco» sarebbero quelli che l’agenzia cinese avrebbe dovuto versare per le quote d’iscrizione degli studenti.

Rating 3.00 out of 5

Coronavirus, Johnson annuncia nuove restrizioni in Gb: “Agire ora” | “Pub chiusi alle 22, stop allo sport e chi può lavori da casa”

martedì, Settembre 22nd, 2020

“La prospettiva di una seconda ondata di coronavirus è reale”, e la Gran Bretagna si trova a un “pericoloso punto di svolta: dobbiamo agire ora”. Sono le parole del premier britannico Boris Johnson, annunciando l’introduzione di nuove misure restrittive nel Paese. Tra i provvedimenti, la chiusura dei pub alle 22, la sospensione di eventi sportivi e congressi, estensione dei luoghi dove sarà obbligatorio indossare la mascherina.

“Restrizioni in vigore per 6 mesi” – E’ di “sei mesi” la durata prevista delle nuove restrizioni ripristinate oggi dal governo britannico sul fronte dell’emergenza coronavirus. Lo ha detto il premier Tory, Boris Johnson, alla Camera dei Comuni, precisando che la settimana prossima l’esecutivo sottoporrà al Parlamento un’estensione della legislazione di emergenza approvata in primavera nella fase più acuta della pandemia. Le misure includono anche la riduzione a 15 persone del numero massimo di
invitati ai matrimoni. Johnson ha definito la situazione attuale “un pericoloso punto di svolta” da affrontare subito. Il leader dell’opposizione laburista Keir Starmer ha approvato le nuove misure, ma ha accusato il governo di non avere una strategia complessiva, ha criticato le falle nel sistema di test e tracciamento e ha detto che un eventuale lockdown nazionale bis rappresenterebbe il segno di “un fallimento” dell’esecutivo.

Stretta su orari pub, matrimoni e sport – L’emergenza coronavirus è di nuovo “in ascesa” nel Regno Unito per questo si impongono nuove misure restrittive che tuttavia “non sono in alcun modo un nuovo lockdown”. Ha formalizzato Boris Johnson indicando la prospettiva di una seconda ondata come “reale” sulla scia di “Francia, Spagna e altri Paesi” e confermando la decisione del suo governo di ripristinare limiti da giovedì agli orari di pub, ristoranti e bar di tutta l’Inghilterra (con coprifuoco alle 22), di tornare a incoraggiare il lavoro da casa, di estendere l’obbligo legale della mascherina e di introdurre controlli stringenti sui tetto massimo delle 6 persone nei contatti sociali. Limitazioni anche per i matrimoni, il numero massimo degli invitati scende da 30 a 15.

Rating 3.00 out of 5

Petrolio e Covid: così gli aerei a terra minacciano le raffinerie

martedì, Settembre 22nd, 2020

di Sissi Bellomo

Opec: 60anni di storia tra nuove alleanze e strategie

Il coronavirus è tornato a spaventare i mercati, compreso quello del petrolio: nuovi lockdown darebbero il colpo di grazia all’economia e ai consumi energetici, così le quotazioni del barile – sulla scia delle borse – sono affondate del 5% nella seduta di lunedì 21, portandosi intorno a 41 dollari per il Brent e sotto 40 dollari nel caso del Wti. A complicare la situazione c’è anche l’imminente (per quanto parziale) ripresa delle forniture di greggio dalla Libia, dopo che nel weekend la Noc ha revocato lo stato di forza maggiore in alcuni porti e infrastrutture del Paese. Ma a pesare sul mercato non sono soltanto gli sviluppi delle ultime ore.

La ripresa sognata dall’Opec si è inceppata

La ripresa in cui l’Opec sperava sembra essersi inceppata e – a prescindere dall’allarme per i nuovi contagi da Covid19 – già da qualche settimana si stavano manifestando segnali di debolezza sul fronte della domanda. Sia l’Opec, sia l’Agenzia internazionale per l’energia e il Governo Usa questo mese hanno rivisto al ribasso le stime per il 2020 nell’ultimo bollettino mensile. Se i consumi di benzina a livello globale si sono ripresi piuttosto bene nel corso dell’estate, lo stesso non si può dire per quelli di gasolio da autotrazione, un termometro piuttosto accurato della salute dell’economia. Soprattutto, è diventato sempre più evidente come la crisi del trasporto aereo rischi di provocare un impatto tanto profondo e prolungato da rappresentare una minaccia mortale per molte raffinerie, soprattutto in Europa, dove il settore – in crisi da anni – potrebbe non avere tempo e risorse sufficienti per la riconversione necessaria alla transizione energetica.Leggi anche

Rating 3.00 out of 5

Referendum, il Sì al taglio parlamentari trionfa con il 69,64% | Di Maio: “Storico, senza il M5s non sarebbe mai successo”

martedì, Settembre 22nd, 2020

Gli elettori italiani hanno deciso di confermare il taglio dei parlamentari. Il Sì al referendum costituzionale ha superato di gran lunga il No, con il 69,64% dei consensi. Dalle prossime elezioni, quindi, i parlamentari saranno 600 invece degli attuali 945. Esulta Luigi Di Maio: “Risultato storico, torniamo ad avere un Parlamento normale, con 345 poltrone e privilegi in meno. Senza il MoVimento 5 Stelle non sarebbe mai successo”.

Lo scrutinio dei voti in tutte le 61.622 sezionisi è concluso intorno all’1:40. Il Sì ha ottenuto 17.168.498 voti, mentre il No totalizza 7.484.940 (30,36%). I votanti sono stati 24.993.020, pari al 53,84% degli aventi diritto. Le schede nulle erano 128.397, le bianche 210.862.CHIUDI ✕

Luigi Di Maio: “La politica dà un segnale ai cittadini”  – “Quello raggiunto oggi è un risultato storico. Torniamo ad avere un Parlamento normale, con 345 poltrone e privilegi in meno. È la politica che dà un segnale ai cittadini. Senza il MoVimento 5 Stelle tutto questo non sarebbe mai successo”. Dopo l’ampia vittoria del sì al referendum costituzionale il ministro degli Esteri ha così commentato su Fb l’esito del voto particolamente atteso dal MoVimento 5 Stelle.

Rating 3.00 out of 5

Fino alla fine della legislatura

martedì, Settembre 22nd, 2020

Non sarà la “rivoluzione d’ottobre”, al netto di toni comprensibilmente enfatici, ma il “pareggio” vale una vittoria, politica, per l’evidente valore del voto, per gli spettri che ha fugato, per il significato che la destra aveva attribuito alla consultazione, come prodromica alla “spallata”. Per l’effetto di stabilizzazione del governo e del quadro politico.

Una vittoria, innanzitutto, del Pd e di Nicola Zingaretti, che, sia pur tra mille contraddizioni e dati in chiaroscuro, è oggettivamente l’unico perno dell’alternativa alla destra. Già, contraddizioni. Perché tiene la Toscana, così come aveva tenuto l’Emilia qualche mese fa, grazie alle sue sedimentazioni profonde e a ciò che resta una cultura politica antica, sensibile al richiamo antifascista e alla grande chiamata di fronte all’allarme democratico. E tiene sia pur all’interno di processo di erosione di certezze, anch’esse antiche perché quella che fu la zona rossa si è sensibilmente rimpicciolita: dopo l’Umbria crolla un’altra roccaforte come le Marche, assai meno reattiva al richiamo d’antan contro un candidato di destra estrema, con venature anche nostalgiche.

Di diverso segno il voto in Campania e in Puglia, espressioni, più che della vitalità dell’antifascismo, di un populismo trasformistico interpretato da due vulcanici e strabordanti governatori, con decine di liste zeppe del solito ceto politico meridionale, buono per tutte le stagioni, e parecchia gente proveniente dal centrodestra. Non a caso De Luca, nell’aprire i festeggiamenti, ha dichiarato che la sua vittoria “non può essere letta in termini di destra e sinistra”. Insomma De Luca è De Luca, Emiliano è Emiliano, personalità che, con i rispettivi sistemi di potere e di spesa, hanno una vita piuttosto autonoma rispetto al loro partito, in quest’Italia dove i partiti di massa non esistono più.

Rating 3.00 out of 5

Elezioni regionali: Salvini non sfonda più, Meloni non ancora

martedì, Settembre 22nd, 2020

E alla fine, contendibile non era la Toscana bensì la leadership di Matteo Salvini. Per la seconda volta il Capitano incespica nel tentativo di espugnare il “fortino rosso”: dopo Lucia Borgonzoni in Emilia Romagna, non ce la fa neppure la “leonessa” Susanna Ceccardi. Due donne, due stili, due diverse campagne elettorali – questa assai più soft per non spaventare i moderati – due fallimenti. L’auto che da via Bellerio, storica sede milanese della Lega, doveva rombare fino a Firenze in serata per rivendicare la fine del dominio di sinistra sulla Toscana, resta a motore spento nel cortile.

L’aria che tira si capisce già verso le quattro e mezza. Quando l’incrocio dei primi exit poll e dei sondaggi vede allargarsi la forbice tra Ceccardi e l’avversario Eugenio Giani: da un punto di vantaggio (per lei) a due, quattro, sei (per lui). Due ore dopo tra Giani e Ceccardi c’è un fossato di sette punti, tra Michele Emiliano e Raffaele Fitto in Puglia – l’altra Regione data dal centodestra più che per contendibile, quasi per presa – un abisso di nove punti. La Lega è chiusa in un cupo silenzio. La “passerella” trionfale diventa rapidamente una doccia gelata. Lorenzo Fontana, plenipotenziario salviniano nel Veneto in cui “l’unica certezza – si scherza sui social – è che Luca Zaia non supererà il 100%”, ci mette la faccia. Ma per dire che forse le scelte del meloniano Fitto e dell’azzurro Stefano Caldoro in Campania (peraltro, due eterni ritorni) non sono state apprezzatissime dagli elettori del Carroccio: “Si apra una riflessione nel centrodestra, nel Mezzogiorno servono un linguaggio e persone nuove”. Un invito al “rinnovamento” magari fondato, ma fuori tempo massimo. In Puglia, però, le liste di Giorgia Meloni conquistano le due cifre: 10%, la stessa percentuale di cui gode la Lega da quelle parti. Sono le prime avvisaglie del confronto che da domani si aprirà nel centrodestra: Fratelli d’Italia governerà le Marche con Francesco Acquaroli, ma resta lontanissima dal fotofinish con il governatore pugliese uscente (e a questo punto rientrante) Emiliano, osso assai più duro sul campo di quanto potesse apparire nei sondaggi.

Rating 3.00 out of 5

Elezioni regionali 2020, il Pd brinda solo. Sconfitto il patto con i 5 Stelle

martedì, Settembre 22nd, 2020

di RAFFAELE MARMO

Nicola Zingaretti ha sicuramente buoni motivi per festeggiare. A rischio era la sua leadership, ma per una serie di combinazioni per lo più non derivanti da suoi meriti, può rimanere saldo in sella. Vincenzo De Luca, Michele Emiliano e il risultato della Toscana hanno salvato il Pd e il suo segretario dal rischio di una rovinosa caduta. Il paradosso, però, è che le vittorie dei democratici sono arrivate proprio laddove non c’era nessuna alleanza con i grillini. Anzi, laddove c’era aperta contrapposizione. E, al contrario, in Liguria ma anche nel collegio senatoriale del Nord Sardegna, il patto Pd-5 Stelle è stato sconfitto nelle urne.

Eppure, Zingaretti continua a sostenere la prospettiva di un accordo stretegico con il Movimento. Ma se la retorica pubblica appartiene ai riti delle dichiarazioni post-elettorali a caldo, quello che conterà davvero sarà la sostanza delle decisioni delle settimane che verranno. In che modo, insomma, lo stato maggiore del Nazareno farà valere il radicale cambio di equilibrio e di forza nella maggioranza certificato dal voto popolare?

Rating 3.00 out of 5

Elezioni regionali 2020, cambia tutto. Zaia e Toti danno le carte

martedì, Settembre 22nd, 2020

di GABRIELE CANE’

Stavolta, comunque la rigirino, non è andata bene. Ci sarà la conquista delle Marche (non poco!), il buon risultato in Valle d’Aosta, una Ceccardi che risale la china spaventando Giani in Toscana. Ci saranno buoni esiti locali. Ma tirate le somme, il bilancio del centrodestra ha un segno meno. Sia in termini assoluti, sia soprattutto in confronto alle aspettative che in politica valgono ancora di più.Sono in rosso i partiti, che non sfondano, e pure i leader che restano in una palude in cui non si capisce bene chi esca più forte degli altri, perché quasi tutti sembrano uscire un po’ più deboli di prima.

Non c’è effetto Berlusconi post San Raffaele, non c’è effetto Salvini azzoppato dalla seconda sconfitta post Papeete, ci sono chiari sintomi di crescita della Meloni che vanta il successo di Acquaroli, ma si carica sulle spalle la Caporetto di Fitto. Ora, è probabile che nulla sarà più come prima: Zaia che prende con la sua lista il triplo dei voti della Lega, sente già stretto l’abito del governatore; come Toti che ha riconquistato la Liguria.

Rating 3.00 out of 5
Marquee Powered By Know How Media.