Ministro
Provenzano, mi pare che le vostre richieste di svolta, dai decreti
sicurezza al Mes, non abbiano sortito effetto sul Presidente del
Consiglio, o sbaglio? “Sul Mes vedremo”, “sui decreti sicurezza
approfondiremo”: nella sua intervista alla Stampa, Conte ha riproposto la filosofia del rinvio.
De
Angelis, vedo che già vuole litigare. Un conto sono le interviste, un
altro i processi politici. E a noi interessano questi. Le nostre
battaglie, anche nel Governo, hanno sortito effetti in Europa, proprio
sulle questioni che lei solleva. Non un fatto trascurabile, direi. Il
Mes da braccio della troika diventa strumento di una politica keynesiana
per il bene comune della salute. La revisione di Dublino rende non solo
sbagliata, ma del tutto anacronistica la legislazione italiana
sull’immigrazione. L’Italia ora è lì, sulla frontiera più avanzata
dell’Europa, e non può restare indietro.
Mi
limito a constatare che questa svolta si ferma ai confini nazionali. La
domanda è questa: voi avete chiesto, anche sulla scia della spinta
elettorale, in modo sacrosanto, una nuova agenda. Che farete se nulla
cambia? Ponete scadenze o condizioni a questa interminabile discussione?
Ma
è già cambiato. Sulla modifica ai decreti Salvini c’è un accordo, e va
portato in Cdm al più presto. Lo chiedevamo prima del voto, ora non ci
sono più alibi. Aggiungo, sul punto, che dopo quello che sembra
configurarsi come lo scandalo del caso Suarez, sarebbe il caso di
accompagnarli con lo Ius culturae. Penso ai compagni dei nostri figli a
scuola, e mi indigno anch’io. Gli italiani, peraltro, sul punto sono più
avanti della politica. Abbiamo temporeggiato troppo, ora è tempo del
coraggio.
“Tempi brevi” e “basta alibi”, dice lei. Vale lo stesso sul Mes?
Certo,
però non è il gioco delle bandierine. Sono anche i tempi non proprio
brevi del Recovery che ci portano a guardare a quella linea di credito
sanitario del Mes senza ideologie, anche perché è immediatamente
disponibile. Non serviva il voto, bastava il buon senso. Ma le do una
notizia, che vedo ogni tanto vi sfugge: servono anche i voti in
Parlamento.