di NINA FABRIZIO
Roma, 29 settembre 2020 – Amici-nemici. Il gesuita e il curiale. Le vite parallele di Jorge Mario Bergoglio,
origini italiane, o meglio piemontesi, piccola borghesia nata
dall’emigrazione dolorosa, quindi la scelta di entrare nell’ordine più
rigoroso di tutti, quello dei gesuiti con il taglio netto dalla famiglia
di origine, e Giovanni Angelo Becciu, umili origini
dall’entroterra sardo così a lungo dominato dai sabaudi, seminario
italiano dagli undici anni, unico affetto stabile la famiglia, non
potevano non incrociarsi nella Storia e, infine, entrare amaramente in
rotta di collisione. Due carriere tipicamente ecclesiastiche.
La prima, quella del Papa argentino, coltivata
all’interno della rigida disciplina gesuitica: i legami familiari si
devono spezzare quando si entra. Probandato, postulandato. Noviziato. Il
tuo credo diventa perinde ac cadaver. Non a caso la madre di Bergoglio
pianse lacrime amarissime, quando Jorge le comunicò quella scelta più
che militaresca. E si continua ogni marzo con gli esercizi spirituali
nel segno di Ignazio di Loyola. Dall’altra parte, a
distanza di una decina d’anni, don Angelo, il più intelligente e dotato
di una famiglia numerosa, originaria di Pattada dove negli anni ‘50
ancora prima della pubertà si doveva capire: carabiniere, pastore, o la
via del seminario?
La versione italiana del Rouge et noir. Due uomini così si sono
incontrati nel 2013 uno come Papa e l’altro come sostituto della
Segreteria di Stato. Numero 1 e numero 3. Diffidenza
iniziale, poi simpatia. Tanto che Francesco nel 2013 celebra in Sardegna
nel santuario di Nostra signora di Bonaria che aveva dato il nome
proprio alla capitale argentina: Buenos Aires. Becciu era defilato, in
un angolo. Si rafforza un feeling sull’onda del comune amore per la
devozione popolare, per la terra con le sue asprezze, le sue fatiche. Il
neo Papa e l’ormai curiale che ha girato le nunziature di mezzo mondo
planando infine nella poltrona più prestigiosa, quella che fu di Paolo
VI quando era Montini, di cui don Angelo ha abitato anche l’appartamento
come alloggio di servizio dal 2011 al 2018, sembrano intendersi.