Archive for Ottobre, 2020

Attentato in cattedrale a Nizza, tre morti: decapitata una donna

giovedì, Ottobre 29th, 2020

Stefano Montefiori e Marta Serafini

Un attacco con il coltello è avvenuto questa mattina, intorno alle 9 della mattina nella cattedrale Notre Dame nel centro di Nizza, in Avenue Jean-Medecin, scrive Nice Matin. Secondo le fonti di polizia, una donna sarebbe stata decapitata e altre due persone uccise. Numerosi anche i feriti. La terza persona sarebbe deceduta dopo essersi trascinata in un bar vicino dopo essere stata gravemente ferita.

Il ministro dell’Interno francese Gerald Darmanin ha detto che la polizia ha condotto un’operazione di sicurezza e le immagini mostrano la zona transennata. Alcuni testimoni parlano di un’irruzione della polizia che avrebbe sparato all’interno della chiesa.

Secondo Cristian Estrosi, sindaco della città, si tratta di un attacco terroristico. Un uomo è stato arrestato. Il terrorista è stato ferito e bloccato dalla polizia poco dopo, alle 9 e 10, ed è adesso ricoverato in ospedale. Secondo le prime indicazioni avrebbe agito da solo. Ma la tv francese parla di un secondo uomo in fuga. «L’autore dell’attentato, mentre veniva medicato dopo essere stato ferito dalla polizia, continuava a gridare senza interruzione Allah Akbar», ha riferito ancora il sindaco Estrosi, intervistato da BFM-TV.

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Milano mette al bando il fumo: dal 2021 sarà vietato alle fermate del bus, nei parchi e negli stadi

giovedì, Ottobre 29th, 2020

di Alessia Galllione

E adesso che il Regolamento sulla qualità dell’aria è stato approvato dalla giunta c’è anche una data: dal primo gennaio del 2021 Milano bandisce le sigarette in una serie di luoghi all’aperto. Vietato fumare nei parchi, nel raggio di dieci metri dalle fermate dei mezzi pubblici, nelle zone attrezzate al gioco dei bambini – come era già previsto dalle norme sul verde -, nelle aree cani, nei cimiteri, ma anche sugli spalti degli stadi, compreso San Siro destinato a diventare smoking free. Solo un passo, deciso però, che guarda all’orizzonte del 2030, quando sarà proibito fumare in ogni area pubblica in tutta la città.

E’ un’operazione anti-smog, quella di Palazzo Marino. Perché eliminare il fumo, spiega l’assessore alla Mobilità Marco Granelli, “aiuta a ridurre il Pm10”, ovvero le particelle inquinanti nocive per i polmoni. Eppure, “a maggior ragione adesso, con la pandemia in corso”, quella che il Comune rivendica è anche “una spinta ulteriore per migliorare la salute e fare prevenzione”. Una sfida, tra l’altro, che dal confronto che lo stesso Granelli ha presentato durante una commissione consiliare, unisce città e italiane e internazionali e interi Paesi: dalla Lettonia che vieterà il tabacco entro il 2040 a New York che nel 2011 ha proibito il fumo nei luoghi pubblici compresi parchi, spiagge, piscine e centri ricreativi; da Parigi, che dopo un primo provvedimento concentrato su 6 parchi, nel 2019 ha esteso il divieto ad altre 46 aree verdi. E poi Seul, Sydney, la Svezia e, per restare a queste latitudini, Alghero (no alle sigarette nei parchi e sulle spiagge) o Firenze (divieto vicino ai giochi dei più piccoli”.

Quello che riguarda il fumo, però, è solo un capitolo, il più controverso anche nel dibattito politico, di un regolamento più vasto, che lunedì approderà il Consiglio comunale per la discussione e il voto finale. Obiettivo: migliorare la qualità dell’aria di una Milano che vuole essere sempre più green.

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Covid: Viola, l’immunità di gregge è una stupidaggine colossale

giovedì, Ottobre 29th, 2020

“Qui serve un punto fermo: dire che usciremo da questa pandemia con l’immunità di gregge è una stupidaggine colossale” Lo scrive oggi, in un post su Facebook, l’immunologa Antonella Viola, docente all’Università di Padova e Direttrice Scientifica dell’Istituto di Ricerca Pediatrica “Città della Speranza”.

“Già con le restrizioni e gli enormi sacrifici che stiamo facendo – spiega Viola – abbiamo gli ospedali al collasso. Figuriamoci senza fare nulla. Il raggiungimento dell’immunità richiederebbe troppi malati, troppi ricoveri, troppi decessi. I paesi raggiungono l’immunità con le vaccinazioni, non lasciando libero il virus. Dire che bisogna proteggere gli anziani e le persone fragili, che quella parte della popolazione deve stare particolarmente attenta e limitare le occasioni di contagio, non significa invocare la libera circolazione del virus per raggiungere l’immunità della collettività.

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Coronavirus, perché tenere le finestre aperte è molto efficace

giovedì, Ottobre 29th, 2020

di Viola Rita

TENERE le finestre aperte il più possibile potrebbe essere uno strumento centrale per contrastare la trasmissione del coronavirus Sars-Cov-2. Uno studio condotto da un gruppo di fisici dell’Università del New Mexico ha mostrato che questa regola vale anche per le aule scolastiche. La continua ventilazione, infatti, consente di ridurre significativamente la presenza di minuscole particelle di virus sospese nell’aria (il cosiddetto aerosol o trasmissione airborne) che soprattutto negli ambienti chiusi può rappresentare un veicolo di diffusione del virus. I risultati sono pubblicati sulla rivista Physics of Fluids.

Aerosol e coronavirus

L’aerosol è composto da una sospensione di particelle molto piccole, di dimensioni inferiori ai 5 micrometri (millesimi di millimetro), emesse durante la respirazione oppure che sono i residui di goccioline più grandi prodotte mentre si parla. Le particelle possono sostare o essere trasportate nell’aria, permanendo per un tempo che ancora è da stabilire. Di questo argomento si discute ormai dall’inizio della pandemia. Fino a poco tempo fa la trasmissione airborne (al chiuso o all’aperto ma in luoghi molto affollati) non era segnalata fra le possibili vie di contagio e solo recentemente è stata inserita ufficialmente nella lista da alcune autorità sanitarie di riferimento, come i Centri di controllo e prevenzione delle malattie statunitensi (Cdc) statunitensi. E oggi fioccano gli studi sul tema: ad esempio una ricerca estone appena pubblicata su Environment International mostra che aerare adeguatamente gli spazi indoor potrebbe essere efficace, nella prevenzione del contagio, almeno tanto quanto tenere le distanze e il lavaggio frequente delle mani.

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Cosa c’è dietro la protesta. I ‘garantiti’ e i sacrifici a senso unico

giovedì, Ottobre 29th, 2020

di PIERFRANCESCO DE ROBERTIS

Siamo uguali di fronte alla legge, uguali davanti alla morte come ricordava Totò nella Livella, per chi ci crede anche di fronte a Dio, ma non siamo uguali di fronte al Covid. Uno tsunami economico e sociale in cui la vera distinzione non sta solo tra giovani e vecchi, sani e vulnerabili e quindi più soggetti ad ammalarsi, ma tra garantiti e non garantiti. Chi ha un reddito certo, in particolare statali e pensionati, e chi invece è esposto agli incerti marosi della pandemia. Una divisione che segna la percezione stessa del virus, delle sue conseguenze pratiche e del giudizio che abbiamo sulle misure per arginare il contagio. 

Un muro che separa due universi e di cui la politica, e in particolare le forze di governo, non riescono a cogliere la complessità, considerandosi troppo spesso espressione solo di una parte. Chi governa e assume invece decisioni molto delicate in momenti drammatici per la vita del Paese deve invece avere piena coscienza del proprio ruolo e saper andare oltre il proprio mondo di riferimento.

A chiedere misure più drastiche in questa seconda ondata sono stati il Pd e Leu, partiti che, come ci hanno raccontato gli studiosi di flussi elettorali all’indomani di tutte le ultime votazioni, raccolgono molti consensi tra popolazione matura, tra i pensionati e gli statali. Per loro una chiusura in più o in meno, a fine mese il reddito non cambia, e quindi tutta l’attenzione si sposta comprensibilmente sulla salute. Per gli altri, le partite Iva, i lavoratori in proprio, gli imprenditori, chi è in cerca di occupazione, gli impiegati in aziende private, le cose invece sono molto diverse. Le aspettative sono diverse, e la salute del portafoglio vale come quella del corpo.

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Covid, Macron: “Francia in lockdown da venerdì”. Germania serrata light dal 2 novembre

giovedì, Ottobre 29th, 2020

Roma – Coronavirus, nuovo record giornaliero mondiale: oltre 500 mila casi di Covid-19 sono stati rilevati nel mondo in 24 ore secondo un conteggio dell’Afp. Intanto, il coprifuoco non basta più e alcuni Paesi europei si preparano al lockdown nazionale. La prima a decidere di chiudere è stata la Germania, con la cancelliera Angela Merkel che ha parlato di “giorno pesante anche per chi deve prendere decisioni politiche”. Stessa decisione Francia che oggi ha ufficializzato 36.437 nuovi contagi. La cifra del bollettino serale di Santé Publique France resta di diverse migliaia al di sotto della fine della settimana scorsa, quando fu superata quota 50.000. Le vittime sono 244, per un totale di 35.785 decessi dall’inizio della pandemia. Il tasso di positività è fissato al 18,6%.

Emmanuel Macron ha parlato così al Paese in diretta tv: “L’ultima volta che vi ho parlato avevo fissato un termine di dieci giorni per giudicare l’efficacia delle scelte fatte. Eccoci qui. Dopo colloqui e consultazioni anche con Ue, ho deciso che c’è bisogno di tornare in lockdown per fermare il virus a partire da venerdì. Il lockdown nazionale andrà avanti fino al 1 dicembre. Restate a casa e rispettate le regole”.

Queste le disposizioni enunciate da Macron: “Asili, scuole elementari, licei e collegi resteranno aperti. Le lezioni universitarie torneranno online. Il lavoro potrà continuare. Come in primavera i francesi potranno uscire per lavorare, andare ad appuntamenti medici, a dare assistenza, a fare la spesa o prendere aria. Bar, ristoranti e negozi non essenziali saranno chiusi“. Sarà vietato spostarsi da una regione all’altra, per muoversi dal proprio domicilio sarà nuovamente necessaria l’autocertificazione. Lo smartworing “sarà di nuovo generalizzato”. “Le riunioni private saranno escluse, gli incontri pubblici vietati. Le frontiere europee resteranno aperte, quelle esterne, salvo eccezioni, resteranno chiuse. La mia responsabilità è proteggere tutti i francesi, me la assumo pienamente davanti a voi. Rischiamo almeno 400.000 morti in più entro qualche mese se non facciamo nulla contro il Coronavirus”.

Il presidente francese ha detto che  “la stretta fatta finora è stata utile, ma non sufficiente e ora non basta più. Il virus circola in Francia ad una velocità che neanche le previsioni più pessimistiche avevano previsto. Siamo sommersi dall’accelerazione improvvisa dell’epidemia, come ovunque in Europa. La seconda ondata sarà più dura e letale della prima. Il numero dei contagi è raddoppiato in meno di due settimane. A differenza della prima ondata, tutte le regioni si trovano a un livello di allerta. In molti luoghi abbiamo iniziato a deprogrammare operazioni al cuore o al cancro, a volte già rimandate in primavera. Il virus sembra guadagnare forza mentre calano le temperature. E’ urgente un colpo di freno“.

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“La benzina della rivolta? Gli errori del governo”

giovedì, Ottobre 29th, 2020

di GIOVANNI ROSSI

Roma, 29 ottobre 2020 – Luca Ricolfi, 70 anni, sociologo e analista dei dati autore di saggi illuminanti sulle distorsioni della società italiana, preferisce la severità all’indulgenza. E come presidente della Fondazione Hume, in prima linea nella ricerca sul Covid, pronostica un drammatico avvitamento della crisi.

Evitarlo è impossibile?

“Ormai è tardi. A maggio-giugno si poteva ancora fare molto, sia sull’epidemia sia sull’economia. Oggi i margini sono strettissimi, perché l’epidemia è fuori controllo in Europa, e noi abbiamo già sparato quasi tutte le cartucce, dilapidando in assistenza e bonus a pioggia 100 miliardi di extra-deficit che, almeno per metà, potevano essere usati per salvare il tessuto produttivo”.

Estremisti di destra, maghrebini di seconda generazione versione casseur e antagonisti dei centri sociali sembrano convergere sulla stessa trincea di fiamme e disordine. Come interpreta questa deriva?

“In modo opposto a quello del Governo e del ministro dell’Interno. Le rivolte non scoppiano perché c’è chi alimenta e strumentalizza il malcontento ma, tutto al contrario, è l’esistenza di un malcontento diffuso che offre ai casseur di ogni tipo un ambiente ideale in cui nuotare. La vera domanda è: perché, in tutti questi mesi, il Governo ha posto così accuratamente le basi per alimentare le rivolte?”

Le piazze si spegneranno o richiameranno quel pezzo di Paese che ha la pancia vuota e non si sente capito?

“Dipende dalla massa critica. Se la massa critica non viene raggiunta, le rivolte retrocedono come in parte è successo con i Gilets jaunes in Francia. Ma se la massa critica viene raggiunta, allora la situazione può diventare esplosiva. Io tendo a pensare che la massa critica non verrà raggiunta, perché tutti i poteri forti, comprese le organizzazioni sindacali e i maggiori giornali, si stringeranno intorno al governo. Una campagna di delegittimazione criminalizzerà la protesta, e troverà nella rozzezza dei ribelli un’ottima ragione per farlo”.

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Carlo Calenda: “Serve un governo d’unità nazionale. Draghi sarebbe il premier ideale”

giovedì, Ottobre 29th, 2020

di ANTONELLA COPPARI

Roma, 29 ottobre 2020 – Fuori dai denti: il governo è in grado di gestire una crisi così grave o sta inseguendo il virus?

“Sono i numeri a dirlo: il governo insegue il virus sia dal punto di vista sanitario che da quello economico”.

Dunque? Carlo Calenda, leader di Azione ed ex ministro del centrosinistra, non ha dubbi sulla ricetta.

“Serve un governo di unità nazionale. L’Italia ha bisogno di un esecutivo formato da persone che abbiano esperienze di gestione nel settore privato o nel settore pubblico. Non un esecutivo che, nell’emergenza, non riesce a far funzionare lo Stato a dovere. Questo governo è indietro su tutto: economia, Recovery fund, sanità, istruzione. Tra retorica e Stati generali si produce ben poco”.

C’è un problema di risorse?

“No. I soldi ci sono. La tesoreria dello Stato in questo momento ha 100 miliardi di euro in cassa che non riesce a spendere. Il punto è che non sono in grado di far accadere le cose. Fin dall’inizio dell’epidemia hanno varato Dpcm che servono a spostare il peso del virus dallo Stato ai cittadini”.

Cosa ci vorrebbe? Lockdown limitati, magari a Napoli e Milano? O totali come in Francia e in Germania?

“Premesso che finora non ho mai commentato Dpcm ma solo obbedito, io penso che abbia ragione Walter Ricciardi. Bisognerebbe fare lockdown mirati a Napoli e Milano”.

Niente lockdown totale?

“Se i contagi continuano a salire si andrà a un inasprimento ulteriore, ma spero che non si arrivi a un lockdown totale altrimenti economia e occupazione andranno a gambe all’aria. E poi se chiudiamo , distruggendo le imprese, i ristoranti e cosi via quando riapriremo, se non costruiamo a tempo di record una rete di protezione, fra due o tre mesi saremo da capo a dodici”.

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Covid, Miozzo (Cts): «Rispettare le regole per due settimane o si chiude tutto»

giovedì, Ottobre 29th, 2020

di Fiorenza Sarzanini

Covid, Miozzo (Cts): «Rispettare le regole per due settimane o si chiude tutto»

Agostino Miozzo, il Comitato tecnico scientifico che lei coordina è accusato di aver coperto le scelte sbagliate del governo. Si vuole difendere?
«Ho letto di tutto, soprattutto analisi totalmente errate e disorientanti di pseudo esperti che hanno evidentemente la sfera di cristallo e la bacchetta del mago Merlino proponendo soluzioni magiche a problemi estremamente complessi. Che siano i politici a criticare le indicazioni del Cts mi sembra quasi legittimo, è nel pieno diritto. Che siano dei tecnici a dire cose inesatte e fuorvianti è molto meno legittimo».

Si sente offeso?

«Imputare al Cts responsabilità di una situazione figlia delle sofferenze imposte al sistema sanitario italiano nei decenni passati è, non solo scorretto, ma direi disonesto. Dov’erano questi esperti di gestione delle emergenze dell’ultima ora, quando venivano tagliati ospedali pubblici e letti di terapia intensiva, quando la politica penalizzava il sistema di sanità pubblica. Non ricordo le voci di questi nuovi urlatori di professione alzarsi forti per denunciare i tagli».

Il Dpcm la convince?

«Risponde alla situazione attuale del Paese che è in rapidissimo peggioramento. Le stesse misure le ha adottate oggi la Germania».

Che senso ha chiudere i ristoranti alle 18, serrare i cinema e i teatri?

«Noi dobbiamo orientare i comportamenti dei nostri concittadini al rispetto rigoroso del distanziamento, alla riduzione di tutti i contatti a rischio, alla limitazione di tutte le possibili occasioni di contagio. È la gradualità di comportamenti da mettere in atto come ultimo tentativo per evitare la ben più dolorosa decisione del lockdown generale».
Non era più efficace ridurre la capienza del trasporto pubblico?
«Dal 18 aprile chiediamo di “attuare ogni misura per ridurre i picchi di utilizzo del trasporto pubblico”».

Però non è stato fatto.

«Non abbastanza. I verbali dimostrano che lo abbiamo scritto per ben 20 volte sollecitando, a più riprese, un nuovo concetto di mobilità».

Appena firmato il Dpcm, il consulente del ministro della Salute Walter Ricciardi ha chiesto il lockdown almeno parziale. Queste prese di posizioni non rischiano di alimentare la confusione?

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E Galli risponde a Zangrillo: «Querelarlo? Non posso, in Italia il negazionismo non è un reato»

giovedì, Ottobre 29th, 2020
L’infettivolo del Sacco: «Ha passato l’estate a dire cose che puntualmente non si sono avverate» – Ansa /CorriereTv
Il professor Massimo Galli, responsabile del reparto di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, ospite a «Cartabianca» ha risposto alla provocazione di Alberto Zangrillo che ieri durante la trasmissione L’aria che tira gli aveva chiesto di denunciarlo: “Non posso querelarlo perché il reato di negazionismo e riduzionismo non esiste in questo paese. Forse per fortuna… Ciascuno è responsabile di quello che dice e delle basi scientifiche su cui parla. Se lui ritiene di essere stato attaccato, è un problema suo. Il mio problema non è occuparmi di questa persona o di altri che hanno passato l’estate a dire cose che puntualmente non si sono avverate”. Poi aggiunge: “Non mi voglio iscrivere tra coloro che hanno sottovalutato la cosa neanche vagamente. Mi è anche costata la cosa, perché passare da costante menagramo non è divertente nemmeno nelle relazioni sociali che qualcuno può intrattenere”. Questo video contiene contributi www.raiplay.it
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