Archive for Dicembre, 2020

La destra accetti l’Europa

domenica, Dicembre 27th, 2020

di Angelo Panebianco

Sovranismo, malattia senile del patriottismo? Il patriottismo è un sentimento sano, esprime l’attaccamento al proprio Paese e alle sue tradizioni. Senza patriottismo, Stato e democrazia non possono funzionare decentemente. Il sovranismo ne è la caricatura. Implica il mancato riconoscimento di cosa sia accaduto alla «sovranità» nel mondo contemporaneo e, massimamente, in Europa. Aspira a un’impossibile auto-sufficienza nazionale. Non comprende che quel tanto di sovranità oggi praticabile si può difendere solo partecipando senza riserve mentali al gioco dell’interdipendenza, entrando in coalizioni , possibilmente vincenti, con altri Stati. I sovranisti ribattono che così si umilia la democrazia: i vincoli esterni rendono impossibile al popolo (alla maggioranza) di «fare quello che gli pare». Ma nessuna maggioranza, in nessuna democrazia, ha mai potuto fare tutto ciò che le pareva. Vincoli ce ne sono sempre stati. Oggi sono più stringenti di un tempo? Vero. L’Unione europea ne pone di fortissimi. Ma chi nega che, per le democrazie coinvolte (compresa la nostra) ci siano sempre state vitali contropartite nega l’evidenza. Non è affatto sicuro che la Gran Bretagna, con le sue solidissime istituzioni, possa cavarsela senza grossi danni dopo Brexit.
Figurarsi cosa ciò significherebbe per l’Italia se a forza di scontri con la «perfida Germania» e soci riuscissimo davvero ad allentare al massimo i vincoli europei. Cosa ci accadrebbe se finissimo in un girone periferico?

Si tenga presente che in Germania e nelle democrazie nordiche al seguito ci sono gruppi entro i rispettivi establishment che da tempo accarezzano l’idea di distinguere un nucleo duro di Paesi europei ove l’integrazione proceda spedita da una fascia periferica, una sorta di girone dei dannati, dove collocare i finanziariamente irresponsabili (come noi) e i politicamente reprensibili (come gli orientali). Una volta tramontata la leadership di Angela Merkel è sicuro che quei piani, prima o poi, non torneranno a circolare?

Mentre tuonano contro il neoimperialismo teutonico e i soprusi che commette ai danni dell’Italia, i sovranisti dimenticano sempre di ricordare ai propri elettori che, nemmeno in un’epoca di minore interdipendenza, un Paese poteva essere davvero padrone del proprio destino senza una buona salute finanziaria. Se non hai in ordine i conti, non conti: è da sempre una massima di politica estera. Lo prova, da ultimo, proprio il caso tedesco. L’euro nacque allo scopo di imbrigliare la Germania unificata. Non si voleva il marco tedesco come moneta dominante in Europa. Ma grazie alla sua irreprensibilità finanziaria la Germania ha potuto sfruttare al meglio le potenzialità offerte da quella moneta unica nata per penalizzarla. Se l’Italia, in questi decenni, avesse messo a posto i propri conti oggi forse trarrebbe dall’euro benefici simili a quelli che, per merito proprio, ne ricava la Germania.

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L’avvertimento di Renzi agli alleati: Conte bis finito, parliamo del dopo

domenica, Dicembre 27th, 2020

di Francesco Verderami

«L’esperienza del Conte 2 per me è già archiviata. Se volete discutiamo sul dopo». Renzi non si capacita del fatto che alcuni suoi ex compagni di partito continuino a non credergli, e ancora ieri — parlando dell’esecutivo — gli è toccato ripetere il ritornello sul «game over», «anche perché dovrei nascondermi su Marte se cambiassi idea». Ed è un’idea che si è rafforzata dopo la performance televisiva del premier. «L’hai sentito cos’ha detto sulla delega dei servizi?», ha commentato con un dirigente del Pd: «Ne ha fatto un problema di partito. Battuta degna di un analfabeta istituzionale». Renzi non teme le contromosse che mirerebbero a renderlo ininfluente in Parlamento, le voci sulla tenuta dei suoi gruppi e il contemporaneo arrivo di un drappello di «responsabili» a sostegno di Conte: il suo conto alla rovescia verso la crisi «non si fermerà».

Il primo passo verrà formalizzato domani, quando presenterà le osservazioni di Iv alla bozza sul Recovery plan redatta da Palazzo Chigi: trenta pagine e un centinaio di obiezioni gli serviranno per bocciare «un collage di ovvietà senza visione, zeppo di ripetizioni e con paragrafi sbagliati». Il secondo passo sarà il suo intervento al Senato a fine anno, su una Finanziaria che voterà per evitare al Paese l’esercizio provvisorio. Il terzo, quello su cui molti nutrono riserve, avverrà «i primi giorni di gennaio, quando mi farò carico del coraggio anche per Di Maio e Zingaretti». La stoccata al ministro degli Esteri e al segretario del Pd serve a ricordare ciò che un esponente dem al governo non fatica a riconoscere: «Un mesa fa circa, metà del mio partito e un pezzo di M5S avevano stretto un patto con Renzi, tranne poi ritrarsi».

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Vaccino Covid al via: i primi tre vaccinati allo Spallanzani. Conte: «Oggi l’Italia si risveglia»

domenica, Dicembre 27th, 2020

Vaccino Covid: via ufficiale alle prime vaccinazioni in Italia all’ospedale Spallanzani di Roma, blindato dalle forze dell’ordine che presidiano gli ingressi. La professoressa Maria Rosaria Capobianchi, una delle ricercatrici che isolò il virus SARS-CoV-2,  l’infermiera Claudia Alivernini e l’operatore sociosanitario Omar Altobelli, alle ore 7,20 sono stati i primi in Italia a ricevere il vaccino anti Covid-19 questa mattina. APPROFONDIMENTI

«Oggi l’Italia si risveglia. È il #VaccineDay. Questa data ci rimarrà per sempre impressa. Partiamo dagli operatori sanitari e dalle fasce più fragili per poi estendere a tutta la popolazione la possibilità di conseguire l’immunità e sconfiggere definitivamente questo virus». Così il premier Giuseppe Conte su Twitter a proposito del Vax Day.

«Questo vaccino è la strada che serve per chiudere una stagione difficile. Oggi è una giornata che aspettavamo, è un giorno bello, ci da fiducia ma serve ancora tanta cautela e attenzione. Non è finita abbiamo ancora molto da fare e bisogna resistere e rispettare le regoleì». Così il ministro della Salute Roberto Speranza presente allo Spallanzani di Roma con il commissario straordinario per l’emergenza covid Domenico Arcuri, il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti, l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio d’Amato e il direttore sanitario dello Spallanzani Francesco Vaia. . «Mi ricordo quando mi telefonarono per avvertirmi che erano stati ricoverati allo Spallanzani i primi 2 cittadini cinesi, in Italia per turismo, con il sospetto di aver contratto il Covid».  A quasi un anno esatto dal ricovero dei coniugi cinesi, i cancelli dell’ospedale romano si sono riaperti ma questa volta per far entrare il camion della Pfizer con le prime dosi di vaccino. 

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Cambogia, il bambino ambulante che parla 16 lingue: le ha imparate dai turisti (e ora un magnate gli paga gli studi)

domenica, Dicembre 27th, 2020

di Michelangelo Cocco

La vita di Salik è la dimostrazione che i sogni, a volte, si avverano, e che, viaggiando velocissimi in un mondo sempre più interconnesso, possono superare anche le aspettative più rosee. Quando la sua favola ebbe inizio, Salik Thuch aveva 14 anni e, come ogni giorno, dopo aver seguito le lezioni, si era caricato in spalla l’espositore di souvenir da vendere ai turisti davanti al sito archeologico di Angkor Wat, il complesso di templi e palazzi in pietra lavorata dell’antico regno Khmer che rappresenta il simbolo della Cambogia.
Cresciuto in una baracca condivisa con mamma e papà nella vicina Siem Reap, quel giorno Salik attirò l’attenzione di una turista malese parlandole in mandarino. Lei gli rispose in francese e lui si dimostrò capace di portare avanti il dialogo, per proseguire poi con lo spagnolo, il giapponese, il cantonese, una canzone in inglese e così via, dimostrando di essere in grado di comunicare in 16 lingue, tutte apprese chiacchierando con gli stranieri e attraverso internet. Sbalordita dallo show di quel piccolo iper-poliglotta dallo sguardo sveglio e dai modi gentili, la signora postò sul web il video dell’incontro con Salik che aveva ripreso con lo smartphone.

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Covid, Paola De Micheli: «Il 7 gennaio si riparte sicuri: più bus e orari scaglionati»

domenica, Dicembre 27th, 2020

di Umberto Mancini

«La scuola ripartirà in sicurezza sul fronte dei trasporti pubblici. In alcune città stiamo affrontando ancora qualche criticità. Il Mit ha assegnato le risorse, indicato le linee guida, avviato il coordinamento e monitora costantemente l’evoluzione della situazione, ma ai tavoli provinciali dei prefetti la riapertura della scuola si organizza in base alle esigenze locali». Va dritta al punto la ministra dei Trasporti e delle Infrastrutture Paola De Micheli in vista della riapertura del 7 gennaio, ricordando che sono attivi i tavoli provinciali e con le prefetture per evitare assembramenti sui mezzi di trasporto, contrastare i possibili contagi, scaglionando gli orari d’ingresso di attività produttive e istituti scolastici. APPROFONDIMENTI

Roma, autobus, distanziamento farsa: a bordo nessuno controlla


In molti ritengono che il Mit sia responsabile delle inefficienze sul fonte dei trasporti, delle resse alla stazioni della metro e sui bus.
«Il ministero è l’ente pagatore del Tpl, cioè del trasporto pubblico locale. Ha fornito le risorse per acquistare nuovi mezzi, implementa il materiale rotabile. L’organizzazione costituzionalmente è attribuita alle Regioni. Non abbiamo potuto imporre norme alle Regioni e alle varie autonomie scolastiche. Abbiamo messo in campo 3 miliardi di risorse per sostituire la flotta dei bus e 390 milioni per implementare l’offerta con il noleggio da privati. E indicato, dopo aver sentito gli esperti, gli indici di riempimento».
Rispetto al primo lockdown sono stati istituiti i tavoli provinciali, per lei funzionano?
«Abbiamo ristretto gli ambiti territoriali per avere un maggior controllo della situazione. E rispondere così alle esigenze locali. Rispetto a settembre oggi tutte le Regioni si sono adeguate e solo in alcune città si rilevano ancora alcune criticità. Rimborseremo il costo del noleggio dei bus aggiuntivi sulla base dei verbali dei singoli prefetti, verbali dai quali potranno emergere le esigenze di incremento dell’offerta oltre che l’organizzazione degli orari scolastici».
E a Roma come va?
«Prima di Natale ha completato il percorso di organizzazione con lo scaglionamento degli orari scolastici e l’implementazione dei bus. Il piano è già pubblicato sul sito della Prefettura. Saremo pronti per il 7 gennaio perché l’impegno di tutti è stato massimo e di questo ringrazio moltissimo i prefetti».

MIT, risorse per 1,15 miliardi euro a Comuni per rinnovo parco autobus


Nel 2021 ci sarà l’attesa riforma del Tpl?
«Sì. Il sistema, fermo al 1997, va riformato profondamente. abbiamo poi disponibili 8 miliardi per gli investimenti sul trasporto pubblico locale. Dobbiamo renderlo più efficiente».
Come?
«Puntando sulla digitalizzazione. E sul riequilibrio tra aree ad alta domanda e aree interne, per non lasciare indietro nessuno e consentire a tutti di avere un servizio pubblico di qualità. Con flotte green e all’avanguardia».

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Vaccino Covid, l’obiettivo (ambizioso) è finire entro settembre. La soglia dei 42 milioni

domenica, Dicembre 27th, 2020

di Lorenzo Salvia

Vaccino Covid, l'obiettivo (ambizioso) è finire entro settembre. La soglia dei 42 milioni

Il 27 dicembre il debutto simbolico, in contemporanea in tutta Europa. Ma poi? Il piano vaccini dell’Italia ha un obiettivo ambizioso, chiudere la campagna entro l’estate. L’idea è raggiungere l’immunità di gregge, che basta a coprire tutti, prima della riapertura delle scuole a settembre. Ma lungo la strada ci sono ancora diversi punti interrogativi: dalla data di arrivo degli altri vaccini alla effettiva distribuzione delle dosi, dalla durata dell’immunizzazione al numero delle persone che accetteranno di vaccinarsi.

Pfizer e gli altri

In base agli accordi preliminari d’acquisto, nel 2021 l’Italia avrà diritto a oltre 202 milioni di dosi. Una quantità che consentirà di coprire tutta la popolazione e di avere una scorta di riserva. Ma ci sono diversi ma. Al momento l’unico vaccino autorizzato dagli enti regolatori europeo e italiano, l’Ema e l’Aifa, è proprio quello della Pfizer con cui si comincia oggi. E che però è più complicato da distribuire visto che va conservato a una temperatura di 70 gradi sotto zero. Per gli altri vaccini una data di sbarco ancora non c’è. Il primo dovrebbe essere quello di Moderna, che non ha bisogno di una catena di distribuzione in ultra freddo, e per il quale l’Ema ha anticipato dal 12 al 6 gennaio la valutazione. Sugli altri è tutto da vedere. Per questo il quadro delle forniture resta variabile. Dovremmo avere 28 milioni di dosi nel primo trimestre del 2021, tra gennaio e marzo. Poi dovremmo salire al doppio, 57 milioni di dosi, tra aprile e giugno per poi stabilizzarci a 53 milioni tra luglio e settembre. Poi inizierebbe la discesa, restando comunque su volumi importanti, fino ai 20 milioni di dosi nel secondo trimestre del 2022.

Il calendario (flessibile)

La date restano flessibili. Ma il percorso per allargare progressivamente la comunità dei vaccinati è stato disegnato. Da metà gennaio si procederà con medici, infermieri, personale e ospiti delle Rsa, le residenze sanitarie per anziani. In tutto quasi 2 milioni di persone. Subito dopo — nelle intenzioni già a febbraio ma più probabilmente verso fine marzo — si passerà alle persone con più di 80 anni, quasi 4 milioni e mezzo. Da aprile si dovrebbe procedere mano a mano verso le persone meno fragili. Prima i quasi 13 milioni e mezzo di persone che hanno tra i 60 e i 79 anni, poi i quasi 7 milioni e mezzo che hanno una comorbilità cronica, cioè la presenza di almeno due patologie. Entro l’inizio dell’estate si passerà poi al resto della popolazione, ma anche qui ci sarà un ordine di precedenza. Il piano vaccinale cita espressamente le categorie appartenenti ai «servizi essenziali come gli insegnanti e il personale scolastico, le forze dell’ordine, il personale delle carceri». In ogni caso saranno sempre possibili delle varianti in corso d’opera. La «strategia di tipo adattivo» dice che le liste di vaccinazione potrebbero essere cambiate nel caso in cui venissero identificate particolari categorie a rischio oppure si sviluppassero focolai in specifiche aree del Paese.

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Covid-19, allo Spallanzani di Roma i primi vaccinati: la conferenza stampa

domenica, Dicembre 27th, 2020
All’Istituto romano le prime vaccinazioni italiane | CorriereTv
Covid-19, allo Spallanzani di Roma i primi vaccinati: la conferenza stampaAll’Istituto romano le prime vaccinazioni italiane – CorriereTV
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Covid, in Veneto contagi in aumento e tasso di positivi record: ecco perché

domenica, Dicembre 27th, 2020

di Paolo Foschi e Martina Zambon

Risveglio amaro in Veneto con 5.010 nuovi positivi al Covid-19, 94 morti (il bilancio del 25 dicembre), ma soprattutto, un tasso di positività schizzato al 36,3%, tre volte la media nazionale. Una débâcle? Una spallata alla narrazione sulla migliore macchina sanitaria d’Italia e anche a quel permanere in zona gialla motivo d’orgoglio per il presidente della Regione, Luca Zaia? Il dibattito dilaga da settimane in Veneto e ormai ruba sempre più spazio anche nelle riunioni al ministero della Salute. Cosa sta succedendo? Rispetto ai dati scorsi, la difesa è sempre la stessa: l’elevato numero di tamponi rapidi affiancato a quelli molecolari falsa l’indice di incidenza. Secondo Zaia «più tamponi mirati fai, più positivi trovi». Eppure, i morti non mentono. In Italia si piangevano 261 vittime di cui 94 in Veneto, secondo il bollettino del 26 dicembre. Poi, l’annuncio della direttrice dell’Istituto zooprofilattico delle Tre Venezie, Antonia Ricci, dopo il sequenziamento di numerosi campioni: in Veneto ci sono almeno tre casi di «variante inglese» e altre due mutazioni «probabilmente locali» e «probabilmente più contagiose». Questa e non i lunghi mesi in zona gialla, secondo la Regione, potrebbe essere la causa di un contagio dilagante con il suo straziante tributo di vite umane.

Esperti come l’immunologa Antonella Viola, però, dissentono: «Non abbiamo dati per valutare se le varianti sono tanto diffuse da aver inciso sul contagio. A oggi no, non mi convince questa spiegazione. Mi pare altamente improbabile. Ciò che, per contro, abbiamo imparato in questi mesi è che le zone arancione e rossa hanno funzionato e la gialla no. Con un’alta diffusione del virus le mezze misure non funzionano». La lenta ma costante risalita non accenna a scendere e Fabio Ciciliano, esperto di medicina nelle catastrofi, segretario del Cts, conferma che in Veneto sta accadendo qualcosa di diverso rispetto al resto d’Italia: «I numeri delle ultime 24 ore sono in linea con la crescita dei contagi che si registra da alcune settimane, in controtendenza con il dato nazionale». La domanda è: perché? La risposta riconosce, paradossalmente, la grande efficienza della macchina sanitaria veneta: «L’alta incidenza di casi positivi in parte si spiega con il gran numero di tamponi effettuati, che si abbina a un tracciamento molto efficiente e a un grandissimo ricorso ai test rapidi antigenici e tutto ciò fa sì che i tamponi molecolari in particolare siano mirati su persone con elevate possibilità di risultare positive — spiega Ciciliano —. Questa precisazione tecnica non basta, però, e se risultano così tanti positivi e perché c’è comunque una forte circolazione del virus. E ciò dipende in parte, in maniera paradossale, dalla grande capacità di resilienza del sistema sanitario, che ha permesso al Veneto di restare classificato come zona gialla. In questa maniera il virus ha potuto diffondersi più velocemente rispetto alle regioni arancioni o rosse».

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Covid, è il Vax Day: l’Italia e tutta l’Ue iniziano le vaccinazioni | Prime tre somministrazioni allo Spallanzani

domenica, Dicembre 27th, 2020

E’ giunto il giorno dell’annunciato Vax Day, in cui l’Italia inizia le vaccinazioni anti-Covid insieme agli altri Paesi Ue. I primi tre connazionali a essere vaccinati sono la professoressa Maria Rosaria Capobianchi, l’infermiera Claudia Alivernini e l’operatore sociosanitario Omar AltobelliUngheria e Slovacchia hanno anticipato di 24 ore la somministrazione.Nel mondo sono quattro milioni le persone che hanno già ricevuto il farmaco.

27 dic 08:22

Milano, arrivate all’ospedale Niguarda le prime dosi destinate alla Lombardia

Sono arrivare all’ospedale Niguarda di Milano le prime 1.620 dosi di vaccino Pfizer destinate alla Lombardia. In mattinata verranno iniettate le prime dosi all’operatrice Adele Gelfo, all’addetta alle pulizie del reparto Covid Grazie Fresta, alpresidente di Anpas Fabrizio Pregliasco, al presidente dell’ordine dei Medici di Milano Roberto Rossi, al presidente dell’ordine degli Infermieri, ai medici Pasqualino Daloia e Fiorenzo Corti e a Silvio Garattini, presidente dell’Istituto Mario Negri. Le dosi verranno diffuse anche nelle altre province di Milano e nelle strutture milanesi, tra cui il Pio Albergo Trivulzio. 27 dic 08:16

Cts, Miozzo: “A gennaio si riparta ma con gradualità”

“Questo vaccino è un miracolo scientifico. Più andremo avanti più i dubbi diminuiranno”. Lo ha detto il coordinatore del Cts Agostino Miozzo, aggiungendo: “Abbiamo ancora diversi mesi davanti, almeno sei prima di raggiungere un buon livello di immunizzazione della popolazione. A gennaio credo sia necessario ripartire cercando una qualche gradualità e un’ipotesi è ad esempio le superiori in classe dall’11 gennaio in presenza al 50%”. 27 dic 08:13

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Pompei, torna alla luce la bottega dello street food: ritrovato un Termopolio intatto

domenica, Dicembre 27th, 2020

Due anatre appese per i piedi, un gallo, un cane al guinzaglio, che sembrano dipinti in 3d. Torna alla luce a Pompei l’ambiente quasi integro di un Thermopolium, bottega di street food, con piatti di ogni tipo, dalle lumache ad una sorta di “paella”. Una scoperta che restituisce un’incredibile fotografia del giorno dell’eruzione, e apre a nuovi studi su vita, usi e alimentazione dei pompeiani. 

Pompei, ritrovato un Termopolio intatto
Pompei, ritrovato un Termopolio intatto

A stupire è il ritrovamento nei recipienti del Termopolio di tracce di alimenti che venivano venduti in strada. Era infatti abitudine dei pompeiani quella di consumare all’aperto cibi e bevande calde. Gli specialisti del Parco archeologico di Pompei stanno già studiando il materiale per verificare quanto questa scoperta possa ampliare le conoscenze sulle abitudini alimentari di età romana. “Una fotografia di quel giorno nefasto”, commenta il direttore del Parco Archeologico Massimo Osanna, che poi annuncia “Sarà un dono di Pasqua per i visitatori”. E anche il ministro della Cultura Franceschini applaude, sottolineando il frutto del lavoro di squadra che si sta facendo in questi anni a Pompei: “Un grande esempio per la ripresa del Paese”. 

“Con un lavoro di squadra, che ha richiesto norme legislative e qualità delle persone, oggi Pompei è indicata nel mondo come un esempio di tutela e gestione, tornando a essere uno dei luoghi più visitati in Italia in cui si fa ricerca, si continua a scavare e si fanno scoperte straordinarie come questa”, ha aggiunto Dario Franceschini.

Lo scavo, che non fa parte del Grande Progetto Pompei, si trova comunque nella zona della Regio V interessata negli ultimi anni dai lavori di consolidamento e scavi. La presenza del Thermopolium, ubicato proprio di fronte alla “locanda dei gladiatori”, quasi all’angolo tra il vicolo dei Balconi e la via della Casa delle Nozze d’Argento, era stata notata già nel 2019, quando era stato fatto un primo saggio di scavo. All’epoca erano riemersi una prima parte del bancone con uno splendido dipinto a tema mitologico (Una nereide che cavalca un ippocampo e porta con sé una cetra) l’impronta lasciata nella cenere dal grande portone in legno e un balcone che ornava il piano superiore.

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