Archive for Dicembre, 2020

I virologi del “sarà terribile”. Pessimisti, disfattisti o menagramo?

martedì, Dicembre 8th, 2020

di ALESSANDRO MILAN

Bisognerebbe ripartire dai cari vecchi proverbi. Come quello che invita a guardare il bicchiere mezzo pieno. Spieghiamolo a quei virologi che con faccia seriosa e voce grave compaiono ogni giorno in tv per ammonirci che il peggio deve ancora venire. Già i tempi sono grami, con molte vittime e milioni di italiani che si chiedono se l’anno prossimo riusciranno a conservare la salute e il lavoro. In questo quadro a tinte fosche, ci mancava il pessimismo distillato goccia dopo goccia. Tu sei lì a scervellarti per capire dall’ultimo dpcm chi invitare a pranzo a Natale e compare Crisanti ad ammonirti: “Il peggio avverrà dopo le feste, con questi numeri non potremo riprendere una vita normale”.

Dopo un attimo di scoramento, cerchi di farti forza, pensi a come organizzare un saluto fugace al nonno a cui tieni tanto, e spunta Walter Ricciardi, consulente del ministro Speranza: “Dicembre e gennaio saranno mesi terribili”. Ricciardi non è nuovo a uscite simili. Di recente aveva ammonito che “questo virus è poco letale, ma potrebbero essercene altri in futuro. Se non cureremo l’ambiente, esso risponderà portandoci all’estinzione”. Nientemeno.

Insomma, uno non fa in tempo a guardare il bicchiere mezzo pieno sui tassi di letalità non elevati, che Ricciardi fa piombare la grande mietitrice sul collo, in un perenne “ricordati che devi morire”.

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Monolite Utah: svelato il mistero. Altro che alieni

martedì, Dicembre 8th, 2020
Copie del monolite del deserto dello Utah in vendita

New York, 7 dicembre 2020 – È stato finalmente svelato il mistero del monolite nel deserto dello Utah. Il blocco d’acciaio, e altri apparsi in giro per il mondo, sarebbero opera di un collettivo di artisti, ‘The Most Famous Artists 2020’, che venerdì ha pubblicato una foto del monolite su Instagram datandola e rivendicandone la paternità. 

La prima strana scultura era stata trovata da Bret Hutchings, un pilota di elicottero della Division of Wildlife Resources, in volo per contare le pecore bighorn nelle zone impervie delle Montagne Rocciose. Lo strano monolite di metallo lucente, alto tre metri, assomigliante a quello visto nel film culto di Stanley Kubrick “2001: Odissea nello spazio”, aveva incuriosito il web. Poi il giallo si era infittito quando la colonna del deserto era stata smantellata da quattro uomini due settimane dopo la sua comparsa. 

Poi ne era apparso un altro in Romania, e come il primo dopo poco era svanito. Un terzo monolite è spuntato mercoledì in cima alla Pine Mountain di Atascadero, in California. Poi sull’isola inglese di Wight e in Olanda.

Il terzo monolite, trovato in California
Il terzo monolite, trovato in California

A questo punto è uscita allo scoperto la comunità di artisti che si chiama ‘The Most Famous Artists 2020’, con tanto di foto, video, intrervista e progetto (in 3d).

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Vaccino Covid, Italia in ritardo. “Così la terza ondata ci colpirà più degli altri”

martedì, Dicembre 8th, 2020

di RITA BARTOLOMEI

Vaccino anti Covid, il grafico

Una certezza: “Siamo ancora pienamente nella tempesta”, per dirla con Roberto Battiston, fisico di fama internazionale che insegna all’Università di Trento e ha applicato la matematica al Coronavirus. L’epidemia di Covid-19 rallenta lentamente. Walter Ricciardi, consigliere del ministero della Salute e docente di Igiene alla Cattolica di Roma, mette in guardia: “Dicembre e gennaio saranno terribili”. Individua due criticità: “I problemi nell’accesso ai servizi e le tante differenze a livello regionale, anche per mancanza di risorse”.

Tutti prevedono una terza ondata. Per stroncarla, anzi per anticiparla, è partita la corsa al vaccino. È arrivata prima l’Inghilterra, oggi comincia la somministrazione dello PfizerBioNTech, approvato in tempi record la scorsa settimana. La Francia sarà pronta a inizio gennaio. Così la Germania, ha assicurato il ministro Helge Braun. Si darà la precedenza a malati cronici gravi, over 80 e lavoratori della sanità. Almeno 8,6 milioni di persone, nelle stime.

E in Italia? Secondo le ultime informazioni, vedremo le prime dosi il 26 gennaio. Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, dà la sveglia. “Gli altri Paesi corrono veloci, noi invece stiamo passeggiando. Andate a vedere come hanno preparato la campagna vaccinale in Germania. Sanno dove la faranno. Sanno esattamente chi vaccineranno. Hanno addirittura gli orari e le date. Sono tutti molto avanti. Rischiamo di diventare la pecora nera d’Europa. Dopo aver avuto il numero più alto di morti e i danni maggiori all’economia, rischiamo di diventare anche quelli che ripartiranno per ultimi. Se non ci si vaccina, bisogna saperlo molto chiaramente, il 2021 sarà una fotocopia del 2020”.

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Meno tasse per il ceto medio. Recovery, c’è il piano: giù l’Irpef sui redditi tra 40 e 60 mila euro

martedì, Dicembre 8th, 2020

di Luca Cifoni

I miliardi da spendere, che dovrebbero diventare tre in più rispetto alle stime originali. E le riforme da fare, a partire da quella del fisco, perché la logica del Next Generation Eu sarebbe quella di accompagnare con gli investimenti i cambiamenti necessari per aumentare la competitività del Paese. Il “Piano nazionale di ripresa e resilienza” dovrebbe ricevere oggi il via libera del Consiglio dei ministri; sui contenuti non ci sono problemi sostanziali, mentre la tensione politica si concentra sulla governance e sui poteri sostitutivi di cui disporrebbero i sei responsabili di missione, che sono esplicitamente previsti nel testo. APPROFONDIMENTI

Recovery plan, come funziona il piano di governance su cui lavora il Governo

Recovery Plan, giù le tasse sui redditi tra 40 e 60 mila euro: ecco il programma del governo. Il documento

Dunque il Piano che faceva affidamento su 209 miliardi, di cui 193 legati allo strumento principale (“Dispositivo di ripresa e resilienza”) vede quest’ultima voce passare a 196 e di conseguenza il totale, comprensivo dei fondi “minori”, a 212. Il piccolo incremento – ancora però da confermare ufficialmente – dipende dai nuovi calcoli della commissioni basati sulle previsioni macroeconomiche più aggiornate e sul cambiamento dell’anno base (originariamente era il 2018).

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Maltempo, allerta nel Lazio: a Ostia stabilimento spazzato via dal vento. Alberi crollati su Appia e Ardeatina

martedì, Dicembre 8th, 2020

di Mirko Polisano

Allerta rossa oggi a Roma – e per le prossime 36 ore – a causa del maltempo. A Ostia lo stabilimento Vecchia Pineta su Lungomare Lutazio Catulo è stato spazzato via dal vento. Le cabine, o quel che resta di esse, sono state scaraventate sulla strada: immagini di una devastazione per chi stamattina ha percorso il tratto di lungomare. La strada è stata interdetta al traffico e, al momento, difficile quantificare i danni, sicuramente ingenti. Tra le ipotesi al vaglio dei tecnici non si esclude che possa esserci verificata una tromba d’aria. Da una prima stima non risulterebbero persone rimaste ferite. APPROFONDIMENTI

La potenza delle raffiche di scirocco-ostro, che hanno raggiunto una velocità di 33 nodi pari a poco più di 70 km ora, ha praticamente fatto superare un dislivello di oltre due metri tra il piano della spiaggia e quello stradale. Sul posto la Polizia locale di Roma Capitale, i vigili del fuoco e l’Ama per rimuovere i detriti. E’ stato necessario bloccare la circolazione in direzione piazzale Cristoforo Colombo. Nella mattinata la viabilità è stata regolarizzata e ora la corsia lato mare è praticabile.

Alberi caduti su via Appia Nuova, all’altezza di via Raffaele de Cesare: la strada è stata chiusa temporaneamente in direzione Grande Raccordo Anulare. Un grosso ramo è crollato anche su via Ardeatina dove si registra traffico rallentato.

Maltempo Emilia-Romagna, famiglia soccorsa dal gruppo fluviale dei Vigili del Fuoco a Nonantola

 Rischio esondazioni

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Una compagine precaria con navigatori a vista

martedì, Dicembre 8th, 2020

di Massimo Franco

Una compagine precaria  con navigatori a vista

Illustrazione di Doriano Solinas

È probabile che sulla riforma del Fondo salva Stati alla fine la maggioranza riesca a sopravvivere. Per quanto drammatizzati, i contraccolpi di una bocciatura sarebbero pesanti e dunque vanno arginati. L’istinto di sopravvivenza, tuttavia, non può diventare l’unica bussola del governo: alla fine potrebbe rivelarsi non una risorsa ma un limite. La frequenza con la quale la maggioranza si divide mostra una fatica crescente e ormai patologica. Fino a qualche settimana fa, i partiti della coalizione guidata da Giuseppe Conte sembravano bene intenzionati: a smussare i contrasti, a procedere insieme, a lasciare da parte le recriminazioni ideologiche e di potere.

Invece, proprio mentre la recrudescenza del coronavirus richiederebbe determinazione e compattezza del governo, le buone intenzioni sono state messe tra parentesi. Su Palazzo Chigi si stanno scaricando diffidenze e incomprensioni: forse anche perché spesso la guida appare virtuale e contraddittoria. L’istinto di sopravvivenza ormai non è quello collegiale del governo, ma l’altro, tribale, delle singole forze che lo compongono: con Italia viva in prima fila, e con qualche sponda in alcuni settori del M5S e del Pd, nella protesta sistematica per i metodi e la gestione di Conte. Difficile dire se le critiche abbiano solo l’obiettivo di ottenere qualche dividendo politico, o rientrino in una manovra più ambiziosa, anche se a rischio boomerang.

L’impressione è che si inseriscano in uno sfondo di nervosismo diffuso. Il Movimento Cinque Stelle ha assunto un atteggiamento di resistenza disperata quanto frammentata per mancanza di leadership e di prospettiva: in parte è schierato col governo, in parte sembra sabotarlo. E dal Pd arrivano segni ripetuti di insofferenza per quello che il partito di Nicola Zingaretti considera insieme l’atteggiamento dilatorio del premier, e una sua tendenza ad accentrare nelle proprie mani alcune leve strategiche: si tratti di fondi europei o di intelligence. Per questo gli alleati invitano a non sottovalutare il terzo istinto di autoconservazione: quello dello stesso Conte.

Cresce il sospetto che non possa o non voglia mediare tra alleati, né trovare soluzioni soddisfacenti e comunque in grado di attutire la conflittualità. Gli si imputa di non coinvolgere abbastanza attori sociali ridotti a terminali, non protagonisti di uno sforzo di ripresa corale solo a parole. Palazzo Chigi dà l’impressione di voler continuare sulla strada di un divide et impera che prolunga e aggrava i problemi, senza risolverli. Esaspera le contraddizioni e le tentazioni di chi nella maggioranza accarezza forzature, se non strappi. E radicalizza la destra.

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E Io pago

martedì, Dicembre 8th, 2020
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di   Massimo Gramellini

Gli ingenui che speravano di connettersi a Io, la app dal nome narcisistico con cui lo Stato promette di restituirci la decima parte di ciò che spenderemo in pagamenti elettronici, si sono imbattuti in una scoperta affascinante: a tempo di record la nostra burocrazia è riuscita a riprodurre sul cellulare le disfunzioni che l’hanno resa famosa nel mondo. Per accedere al servizio bisogna registrare i propri dati, ma appena ci si avventura nell’impresa, sullo schermo appare una clessidra, versione tecnologica dell’impiegato che al telefono diceva «Resti in linea», lasciandoti in attesa per ore, e allo sportello si allontanava con la tua pratica sotto il braccio per non tornare mai più. Chi ha la forza morale di aspettare l’esaurimento della clessidra senza esaurirsi viene ricompensato da un florilegio di frasi dilatorie, forse ideate da un pool di psicologi esperti in calmanti di massa. Tipo: «Si è verificato un errore temporaneo», dove l’enfasi è caricata su quel «temporaneo» che sa di eternità, ma serve a derubricare il disservizio a malanno di stagione, incitandoti a ritentare la sorte come alle slot machine.

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Recovery plan, ecco la bozza del governo. Ma Italia viva non ci sta

martedì, Dicembre 8th, 2020

di Enrico Marro

Recovery plan, ecco la bozza del governo. Ma Italia viva non ci sta

Il Consiglio dei ministri di ieri, le cui sorti erano già in bilico per i contrasti nella maggioranza sul Recovery plan, è stato interrotto poco prima delle 17, quando la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha dovuto lasciare la riunione perché positiva al Covid. L’incidente ha concorso a far terminare il consiglio senza che si assumessero decisioni sui punti di scontro, in particolare sulla governance, ovvero chi comanderà e gestirà i flussi di finanziamento che arriveranno in Italia col programma Next generation Eu (209 miliardi di euro tra prestiti e trasferimenti). Scontro che ha indotto Conte ad abbandonare l’idea di regolare la governance con un emendamento alla legge di Bilancio, per un meno rischioso decreto legge che potrebbe essere esaminato nel Consiglio dei ministri, che è stato aggiornato ad oggi.

Sei linee guida

Per ottenere il via libera il premier dovrà superare la contrarietà di Italia viva rispetto alla cabina di regia che Conte vorrebbe formata dallo stesso presidente del consiglio e dai ministri dell’Economia, Roberto Gualtieri (Pd), e dello Sviluppo, Stefano Patuanelli (5 Stelle). Meno problemi ci sono invece sul Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza: 125 pagine dove il governo illustra come intende utilizzare i 209 miliardi, suddivisi su sei priorità: rivoluzione verde; digitalizzazione; infrastrutture; istruzione e ricerca; inclusione sociale; salute. Anche l’approvazione del piano potrebbe però essere rinviata a un Consiglio dei ministri dopo il delicato voto di domani al Senato sulla riforma del Mes, il fondo europeo salva-Stati. Voto sulla base del quale Giuseppe Conte parteciperà al consiglio Ue di giovedì e venerdì a Bruxelles. Vertice al quale i leader europei sperano di arrivare avendo superato il veto di Polonia e Ungheria al bilancio europeo che, di fatto, congelerebbe anche i fondi del Next generation Eu. Per questo la presidenza di turno tedesca ha inviato a Orban e Morawiecki un ultimatum a rimuovere il veto.

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Prima della Scala, Roberto Bolle e la sua esibizione stellare: il duetto con il laser

martedì, Dicembre 8th, 2020
L’evento in diretta su Rai Uno – Ansa /CorriereTv
Anche il ballerino Roberto Bolle tra i protagonisti della Prima della Scala. Per la prima volta senza pubblico e in diretta su Rai Uno
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Coronavirus in Italia, il bollettino di oggi 7 dicembre: 13.720 nuovi casi e 528 morti

lunedì, Dicembre 7th, 2020

di Paola Caruso

Coronavirus in Italia, il bollettino di oggi 7 dicembre: 13.720 nuovi casi e 528 morti

In Italia, dall’inizio dell’epidemia di coronavirus, almeno 1.742.557 persone (compresi guariti e morti) hanno contratto il virus Sars-CoV-2: i nuovi casi sono 13.720, +0,8% rispetto al giorno prima (ieri erano +18.887), mentre i decessi odierni sono 528, +0,9% (ieri erano +564), per un totale di 60.606 vittime da febbraio. Le persone guarite o dimesse complessivamente sono 933.132: 19.638 quelle uscite oggi dall’incubo Covid, +2,1% (ieri erano +17.186). E gli attuali positivi — i soggetti che adesso hanno il virus — risultano essere in totale 748.819, pari a -6.487 rispetto a ieri, -0,9% (ieri erano +1.137). La flessione degli attuali positivi — sono in calo e con il segno meno davanti — è dovuta al fatto che i guariti, sommati ai decessi, sono in numero maggiore rispetto ai nuovi casi. A livello globale per numero di casi totali (con guariti e decessi) il nostro Paese è sesto nel mondo, dopo aver superato Spagna e Regno Unito, e si trova dietro a Francia e Russia. (Qui la mappa).

I tamponi sono stati 111.217, ovvero 52.333 in meno rispetto a ieri quando erano stati 163.550. Mentre il tasso di positività è del 12,3%: vuol dire che su 100 tamponi eseguiti più di 12 sono risultati positivi; ieri era dell’11,5%. Questa percentuale dà l’idea dell’andamento dei contagi, indipendentemente dal numero di test effettuati. Qui la mappa del contagio in Italia.

Meno contagi in 24 ore, a fronte di meno tamponi come accade sempre il lunedì (il numero di analisi domenicali, comunicato oggi, è il più basso della settimana). La situazione migliora (la curva è lontana dal picco di novembre), ma cresce il rapporto di casi su tamponi che si attesta al 12,3%, contro l’11,5% di ieri. Per tenere sotto controllo l’epidemia bisogna scendere a cinque-diecimila casi quotidiani e portare il tasso di positività sotto il 10%, in modo da poter riattivare il contact tracing. Il momento è delicato: se non si fa attenzione adesso, prima di Natale, si rischia una terza ondata a gennaio, mescolata all’ondata influenzale, come ha detto all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e componente dell’Unità di crisi Covid della Liguria.

Il Veneto è la regione più colpita per il terzo giorno consecutivo (+2.550 positivi), seguita da Emilia-Romagna (+1.891), Lombardia (+1.562), Lazio (+1.372), Campania (+1.060) e Puglia (+1.001). Da notare la Sicilia che scende sotto quota mille nuovi casi per la prima volta dal primo novembre (+918).

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