Archive for Dicembre, 2020

Lamorgese positiva al Covid, sospeso il Consiglio dei ministri

lunedì, Dicembre 7th, 2020

di Valentina Santarpia

Lamorgese positiva al Covid, sospeso il Consiglio dei ministri

Il Consiglio dei ministri di oggi, lunedì 7 dicembre, è stato sospeso perché le ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, presente alla riunione, ha appreso di essere positiva al coronavirus, e ha dunque abbandonato la riunione. Il Consiglio dei ministri è ripreso e successivamente è terminato dopo una manciata di minuti.

Lamorgese si era sottoposta a tampone questa mattina presso gli uffici del ministero dell’Interno, come da routine: la ministra ogni dieci giorni effettua il test di controllo. Prima di quello di stamattina ne ha fatti almeno altri dieci. Ora si trova in isolamento a casa, e non ha sintomi di Covid.

Lamorgese, che non aveva avuto contatti con i ministri nei giorni scorsi, sarebbe rimasta sempre con la mascherina indosso durante la riunione, e sempre a distanza dai colleghi. In ogni caso, tutti i componenti della seduta verranno ora sottoposti a tampone per verificare che non abbiano contratto il virus. Il ministro degli Affari esteri Luigi Di Maio e il Guardasigilli Alfonso Bonafede andranno in isolamento, perché erano seduti accanto alla ministra dell’Interno.

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Sala si ricandida a sindaco di Milano: «Voglio lanciare una nuova fase»

lunedì, Dicembre 7th, 2020

di Maurizio Giannattasio

Sala si ricandida a sindaco di Milano: «Voglio lanciare una nuova fase»

«Ora sento che posso farlo, anzi che voglio farlo. È per questo che alla fine di questa lunga riflessione ho deciso di ricandidarmi alla carica di sindaco di Milano». ll dado è tratto. Nel giorno di Sant’Ambrogio, patrono della città, Beppe Sala si ricandida a sindaco. Lo fa con un video postato su Instagram ricordando proprio la figura del patrono e la sua capacità di creare unione.

Una scelta, quella di Sala, frutto di una lunga riflessione. Posposta di mese in mese. «In più riprese ho sottolineato che volevo essere sicuro di avere in me le energie fisiche e mentali indispensabili per impegnarmi per un altro quinquennio». Oggi ha sciolto la riserva, dicendosi «fiero» delle cose fatte in questi anni. «Gloriosi» i primi quattro, «difficilissimo l’ultimo». È lui stesso a dire che non tutti saranno d’accordo con la sua narrazione «ma ci sono le opinioni e ci sono i fatti».

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COMUNICATO STAMPA «Un piano per una nuova stagione di sviluppo» – il contributo UE per una economia coesiva, digitale e sostenibile

lunedì, Dicembre 7th, 2020

Giovedì 10 dicembre il webinar con Loris Di Pietrantonio, Capo Unità presso la Commissione Europea

LANCIANO (07.12.20) – Secondo appuntamento in programma giovedì 10 dicembre alle 18 sulla piattaforma Youtube promosso da RATI (Rete di Abruzzesi per il talento e l’Innovazione) insieme alla Fondazione HUBRUZZO e all’AIPEC (Associazione degli Imprenditori Italiani per l’Economia di Comunione).

Questa volta ascolteremo e discuteremo in diretta con il dr. Loris Di Pietrantonio – Capo unità e Responsabile presso la Commissione Europea per il coordinamento del Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+), autentico “talento abruzzese” nonché socio fondatore di RATI, sul tema «Un piano per una nuova stagione di sviluppo» – il contributo UE per una economia coesiva, digitale e sostenibile.

Marco Di Fonzo, giornalista Sky, coordina il webinar che vede gli interventi di Costanza Cavaliere (Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici), Giorgia Costanlonga (Valutatrice proposte comunitarie – esperta di Erasmus), Raffaella Febbio (Dirigente Adecco), Rita Innocenzi (Dirigente CGIL), Antonio Maffei (Coordinatore ITS).

Il Fondo sociale europeo Plus testimonia la volontà della Commissione Europea di trasformare l’Europa sociale in una realtà unita e robusta. In particolare, il FSE+ mira a potenziare “Istruzione e formazione per anticipare i cambiamenti del mercato del lavoro in un mondo globalizzato”, garantire “Lavoro e pari opportunità per tutti” e promuovere “Inclusione sociale delle persone emarginate e indigenti”.

Per aumentare il suo impatto, il Fondo sociale europeo Plus riunisce altre 3 componenti oltre al FSE: l’Iniziativa per l’occupazione giovanile (IOG); il Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD); il programma dell’UE per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI).

La qualità degli interventi consentirà di affrontare in modo efficace e comprensibile una tematica complessa come il Programma comunitario FSE+ divenuta in questa fase molto difficile sul piano sociale oltre che sanitario ed economico.

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“Basta metodi sprezzanti…”. E ​Conte sempre più in difficoltà

lunedì, Dicembre 7th, 2020

Luca Sablone

L’aria è irrespirabile. Il clima è sempre più infuocato. E il premier Giuseppe Conte inizia a guardarsi alle spalle, a temere le pugnalate da parte di chi fino a ora lo ha sostenuto.

La sua posizione, lo sa benissimo, non è più intoccabile e sicura come lo era nel corso della prima ondata del Coronavirus. Perché adesso, oltre alle offensive del centrodestra sul Dpcm di Natale, deve fare i conti con l’assalto che i suoi alleati sono pronti a mettere in atto sulla gestione dei fondi del Recovery Fund. La settimana appena aperta è cruciale per il nostro Paese: oggi il Consiglio dei ministri si riunirà per discutere del bilancio generale del Recovery Plan italiano con i singoli appostamenti.

“Un piano fantasma”, lo ha definito Mariastella Gelmini di Forza Italia. Eh sì, nessuno lo ha visto per adesso. Neppure i ministri. E di conseguenza neanche l’opposizione e il Parlamento. Non a caso la renziana Teresa Bellanova, in vista dell’imminente Cdm, ha avvertito a chiare lettere: “Non voteremo nessun documento al buio, non possiamo votare a scatola chiusa né accettare che sia una maggioranza nella maggioranza”. La capodelegazione di Italia Viva da una settimana sta chiedendo le carte per poter orientare la valutazione sua e del suo gruppo politico. Risultato? “Non ho ricevuto neanche un rigo. Non si può sempre forzare oltre il consentito”.

Governo in piena tempesta

Parole che sanno di minaccia. O comunque vengono viste come un invito ad accelerare l’operato dell’esecutivo. Anche dal Partito democratico il timore è che la situazione possa sfuggire di mano al presidente del Consiglio. Non solo le opportunità del Recovery Fund hanno innescato un tutti contro tutti, ma c’è da considerare che mercoledì si voterà sulla riforma del Mes e non è scontato che il governo abbia i numeri necessari, considerata la fronda ribelle del Movimento 5 Stelle pronta a votare “no”.

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Cashback pronto a partire: le regole per iscriversi e ricevere i rimborsi sui pagamenti elettronici

lunedì, Dicembre 7th, 2020

a cura di Raffaele Ricciardi

MILANO – Parte domani il Cashback voluto dal governo, uno dei tasselli – con la Lotteria degli scontrini – del Piano Italia Cashless che mira a traghettare il Paese verso una società a ridotto uso di contanti. Dopo la pubblicazione del decreto attuativo, il Mef ha pubblicato sul suo sito anche il provvedimento che ufficializza quanto anticipato dal presidente Conte: l’8 dicembre si avvia la sperimentazione dei rimborsi sugli acquisti effettuati nei negozi con carte e app.

Cashback, Bancomat azzera le commissioni per i pagamenti fino a 5 euro. Le App si muovono per l’attivazione senza Spid

Sull’app IO, principale porta d’accesso al programma, è stata creata la relativa sezione e gli utenti possono ora avviare la procedura di registrazione attraverso il tasto “Iniziamo”.

Ecco, passo passo, la guida per sapere di cosa si tratta, come iscriversi e come ottenere i rimborsi sugli acquisti effettuati con la moneta elettronica.

Il cashback: un rimborso sugli acquisti con carte e app

Il cashback consiste in un rimborso pari al 10% delle spese effettuate per gli acquisti presso negozi, bar, grande distribuzione, ristoranti, supermercati o presso gli artigiani e professionisti. La condizione per ottenerlo è che si paghi con carte o app di pagamento.

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Allarme ristoranti, alberghi e centri commerciali: con il Ristori coperto solo il 25% delle perdite

lunedì, Dicembre 7th, 2020

di Francesco Bisozzi

A Natale si stimano miliardi e miliardi di fatturato in fumo per ristoranti, alberghi, impianti sciistisci e centri commerciali. Al punto che i ristori vengono derubricati a mancette dagli imprenditori colpiti dalle chiusure anti-contagio di dicembre. Per l’Ufficio studi della Cgia di Mestre i contributi a fondo perduto hanno coperto finora mediamente il 25 per cento delle perdite subìte a causa delle serrate da artigiani, piccoli commercianti ed esercenti. Ma per ristoratori, albergatori e centri commerciali l’asticella si ferma molto più in basso. I ristori hanno coperto il 2 per cento delle perdite subìte dai ristoranti, il tre per cento di quelle registrate dai centri commerciali e meno del dieci per cento di quelle che hanno affossato i bilanci degli alberghi. Poi ci sono gli impianti sciistici che ancora non hanno visto un euro, nonostante a marzo abbiano perso un mese di lavoro, e adesso aspettano di sapere quale sostegno destinerà loro il governo. «Servono interventi per abbattere i costi operativi che dobbiamo sostenere», sottolinea la Federazione italiana dei pubblici esercizi. «Lo Stato ci versi il 60-70 per cento del fatturato che abbiamo realizzato nel dicembre del 2019 oppure molti di noi non riusciranno a pagare le tasse prorogate ad aprile», si spinge più in là Federalberghi. «La misura è colma, con queste regole 700 mila dei nostri lavoratori rischiano il posto», mette in chiaro il Consiglio nazionale dei centri commerciali.

Zona rossa, esercenti: «Casse vuote, Regione garantisca ristori»

Ristoratori

«Quest’anno abbiamo già perso 27 miliardi e le chiusure di Natale ce ne costeranno altri sette. Ma con i ristori del governo abbiamo coperto al massimo il due per cento delle perdite». Per il direttore generale di Fipe-Confcommercio, Roberto Calugi, l’intero settore della ristorazione rischia di saltare. Parliamo di 60 mila imprese con 300 mila addetti. «Siamo al collasso», continua il rappresentante dell’associazione leader nel settore delle imprese che svolgono attività di ristorazione. Nel complesso il settore, che prima fatturava 95 miliardi annui, vedrà il proprio fatturato ridotto di un terzo nel 2020 a causa della pandemia e delle restrizioni anti-contagio. «Consentire ai ristoranti di rimanere aperti a pranzo durante le feste non basta a tenere a galla il settore, ora servono aiuti mirati e interventi per abbattere i costi operativi che noi ristoratori dobbiamo sostenere, perché il credito d’imposta e la cassa integrazione non sono più sufficienti».

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Rissa al Pincio, da Roma a Parigi: l’ultima moda prima del Natale

lunedì, Dicembre 7th, 2020

di Alessia Marani e Flaminia Savelli

Il tam tam inizia dai canali social – Tik Tok e Instagram – utilizzati per reclutare compagni e amici. Poi l’appuntamento, che si trasforma in un maxi raduno, assolutamente fuorilegge ora in tempi di Covid, dove si incontrano gruppi numerosissimi di giovani. È accaduto a Roma, tra il Pincio e Piazza del Popolo sabato pomeriggio, dove l’evento si è trasformato addirittura in maxi-rissa. Sarebbe partito dal Tik Tok di due ragazze che si erano ripromesse di sfidarsi sulla terrazza del Pincio: uno spettacolo poi saltato per il forfait dato da una di loro «per improrogabili motivi personali», raccontano sempre i social. Ma una scintilla si è innescata lo stesso e gruppi di ragazzi e baby gang (non nuove sul Pincio) hanno cominciato a darsele di santa ragione. Il fenomeno delle adunate social sta montando come un’onda tra i giovanissimi che si ritrovano a fare i conti con chiusure e divieti. A Cetona (Siena) si erano ritrovati in tanti nei giardini di piazza Garibaldi, la piazza principale. A Bari un gruppetto di scalmanati si era dato appuntamento nel cuore della notte tra i vicoli della zona Umbertina. Citofonavano ai campanelli mentre riprendevano tutto con il cellulare. Il video con la bravata, anche in quel caso è finito sui social. La voglia di trasgredire fa il paio con quella di apparire, conquistando follower e like.

Rissa al Pincio, i racconti: «Quello con la tuta rossa se l’è cercata, va in giro a picchiare minorenni»

Risse in piazza nei giorni del covid, il vuoto “dentro” dei nostri ragazzi

Vicino e lei un amico che si fa una canna. Gli indirizzi di chi sabato era prima al Pincio, poi a piazza del Popolo, e quindi sotto la stazione della metro, testimoni o protagonisti delle maxi-risse postate sui social, portano lontano da Villa Borghese: arrivano sulla Tuscolana, sul litorale ma anche qui tra Lunghezza e la Collatina. Qualcuno sabato al Pincio c’era.

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Covid, un mese per far decollare la missione vaccini. Consegne con elicotteri militari

lunedì, Dicembre 7th, 2020

di ALESSANDRO FARRUGGIA

L’hanno chiamata operazione Eos, come la dea greca dell’aurora. Perché sarà grazie ai vaccini che il mondo tornerà a vedere la luce dopo la lunga notte dell’epidemia da Covid 19. Le forze armate hanno accolto la richiesta del commissario straordinario Domenico Arcuri e hanno confermato che – dopo i 35mila uomini e i 2.400 mezzi terrestri impegnati, i 4 covid hospital, gli altrettanti ospedali campali e i 154 drive trough realizzati dall’inizio della seconda ondata – saranno protagoniste anche nella distribuzione e somministrazione dei vaccini.

A coordinare l’operazione sarà il Coi, il Comando operativo interforze. E la base dell’Aeronautica militare di Pratica di Mare, che sorge su 830 ettari, 20 chilometri a sud di Roma, sarà il centro dell’operazione. Un mese di tempo per prepararsi, perché a gennaio, come più volte ricordato, dovrebbe iniziare la distribuzione del vaccino. Le sentinelle controllano il perimetro e le auto dei carabinieri impegnate nella vigilanza esterna già oggi vengono a controllare se qualche curioso si avvicina troppo alla recinzione. Figuriamoci quando arriveranno i sieri. Arcuri ha detto che “i vaccini Pfizer saranno distribuiti direttamente dall’azienda produttrice e conservati nei 300 punti di somministrazione individuati; tutti gli altri saranno convogliati in un grande hub centrale e di qui trasportati in sicurezza”. Questo hub, nel quale andranno gli altri sieri – a partire da quelli di AstraZeneca e Moderna – è Pratica di Mare. ” La Difesa è pronta ad agire a supporto del Sistema sanitario nazionale per le attività di somministrazione del primo vaccino, di tipo freeze, non appena disponibile”, ha annunciato il ministro della Difesa Guerini.

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Bimba curata col farmaco più caro al mondo. Costa due milioni, paga la sanità pubblica

lunedì, Dicembre 7th, 2020

di NINO FEMIANI

La piccola affetta da Atrofia muscolare spinale (Sma) con i genitori

È già a casa con i genitori, dopo una settimana di controlli per verificare eventuali effetti collaterali (soprattutto danni epatici). Ha un lieto fine natalizio la storia di Sofia, la bimba di sei mesi, affetta da atrofia muscolare spinale di ‘tipo 1’, curata all’ospedale pediatrico Santobono Pausillupon di Napoli con una terapia genica innovativa, autorizzata in Europa a maggio e in Italia lo scorso 17 novembre.

Una terapia che ha come centro portante l’inoculazione di un farmaco dal costo esorbitante: oltre 1,9 milioni di euro per l’intero trattamento. L’atrofia muscolare spinale è una patologia genetica neuromuscolare, caratterizzata dalla progressiva morte dei motoneuroni, cioè le cellule nervose del midollo spinale che impartiscono ai muscoli i movimenti. Colpisce circa un neonato su diecimila e può compromettere l’acquisizione delle capacità motorie, della respirazione e della deglutizione. In pratica, entro due anni può portare alla morte.

La malattia, che si può presentare in forme differenti per esordio e gravità, è causata, nel 95% dei casi, da una mutazione del gene SMN1 che porta alla produzione di livelli insufficienti di una proteina chiamata SMN (Survival motor neuron), necessaria per la sopravvivenza e il corretto funzionamento dei motoneuroni.

Il costosissimo farmaco permette di introdurre una copia “corretta” del gene SMN1 ‘difettoso’, in modo che l’organismo possa di nuovo sintetizzare la proteina SMN. Ovviamente la diagnosi precoce di questa malattia genetica rara consente di mettere subito in campo la terapia.

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Maltempo, l’uomo delle bonifiche: troppi lacci. “Cantieri veloci, servono 11 miliardi”

lunedì, Dicembre 7th, 2020

di GIOVANNI ROSSI

Non è stata una bella giornata. Alle 9 di mattina ieri ero già là, nella zona di Nonantola, a valutare la situazione dopo l’esondazione del Panaro. Tutta quell’acqua andrà pompata, sollevata e ributtata nel fiume, 20-30 km più a valle del punto rottura degli argini. Ce la faremo. Perché abbiamo competenza ed esperienza”. Francesco Vincenzi, 42 anni, imprenditore agricolo di Mirandola (Modena), è presidente dell’Associazione nazionale consorzi di bonifica e acque irrigue. L’esondazione vicino casa non lo distoglie dal confronto.

Vincenzi, gli eventi atmosferici estremi si possono combattere, o pagare un prezzo è inevitabile?

“Con 280 millimetri di pioggia in poche ore – dopo mesi di sostanziale siccità – i problemi sono comprensibili. Ma senza la nostra rete di canali consortili – e questo vale per ogni emergenza – le ricadute per i territori sarebbero peggiori”.

Il meteo sarà pure un killer impazzito, però l’Italia sembra complice.

“Chiariamo subito. Gli eventi estremi colpiscono dappertutto. Anche Francia, Germania, paesi dell’Est Europa sono vittime di alluvioni e catastrofi climatiche con effetti pesantissimi. Ma l’Italia, per conformazione geografica, orografica e geologica, ha un territorio naturalmente più fragile. Dovrebbe quindi imparare a proteggersi meglio. Non sempre ci riesce e paga un prezzo altissimo”.

Cifre?

“Investire in prevenzione costa sette volte meno che fronteggiare un’emergenza. Basterebbe capirlo per regolarsi di conseguenza”.

Qual è un budget realistico per mettere in sicurezza il Paese dal dissesto idrogeologico? Ogni esperto dà i numeri. Stavolta tocca a lei.

“Con undici miliardi di investimenti il cambio di passo nella gestione dei bacini idrografici sarebbe sostanziale”.

Se non ora quando?

“I consorzi di bonifica hanno progetti cantierabili ed esecutivi per 4 miliardi. È la nostra quota di Recovery Fund da destinare alle necessità dei territori. Tra il 2023 e il 2026 ci giochiamo un pezzo di futuro”.

Come si fa a cambiare passo?

“Ci sono due livelli. Le scelte internazionali per non surriscaldare il clima; le scelte di autotutela dei singoli Paesi con una costante politica di manutenzione ordinaria e straordinaria”.

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