Archive for Dicembre, 2020

Silvia Avallone: «La scuola diventi la casa di chi studia, senza i giovani non c’è speranza»

lunedì, Dicembre 7th, 2020

di Silvia Avallone

Silvia Avallone: «La scuola diventi la casa di chi studia, senza i giovani non c'è speranza»

Ragazze e ragazzi lontani, sgranati o controluce, rimpiccioliti dagli schermi. Mi ha fatto effetto vederli così, ciascuno chiuso nella propria cameretta, come dispersi in una galassia a distanza siderale. A dire la verità, mi ha stretto il cuore.

In queste settimane ho incontrato alcune classi delle superiori tramite Google Meet. Dovevo parlare io con gli studenti, ma avrei voluto ascoltarli. Chiedere loro: Come state? Siete diventati allergici a Internet a forza di usarlo? Ci siete rimasti male, quando vi hanno detto di tornare a casa dopo appena un mese e mezzo di lezioni in presenza? Vi siete sentiti traditi, abbandonati? La scuola vi manca?

Quest’ultima domanda me la sono lasciata sfuggire a voce alta. Ho osservato i loro volti annuire contro pareti piene di mensole e poster, i rettangoli neri di chi aveva disattivato la videocamera. Ho ascoltato il loro silenzio, il loro disorientamento, negli auricolari. Poi un ragazzo ha risposto: «In classe, non potevamo toccarci né scambiarci una penna, suggerire attraverso la mascherina. Però, se qualcuno di noi se ne usciva con una battuta, tutti ridevano, e ti sentivi insieme lo stesso».

A incontro terminato, dopo i saluti un po’ impacciati via Wifi, ho riflettuto su questa risposta. Una battuta, le risate che esplodono tra i banchi: è un’esperienza che tutti abbiamo vissuto dentro un’aula scolastica, così lieve, ma che a pensarci bene è il cemento di una comunità. L’atto di nascita di una società fondata non sul sangue, ma sulla cultura. Sulla libertà di scegliere.

La missione di un adolescente è, in fondo, tradire la propria famiglia per diventare se stesso. Mi riferisco a un tradimento sano, creativo, che certo è doloroso quanto necessario. Se i nostri genitori hanno sognato per noi una carriera che non ci rispecchia, dobbiamo imparare a ribellarci. Se hanno sbagliato, è giusto che i loro errori non ci ricadano addosso. L’istruzione è l’unica strada per non subire un destino. Uscire di casa ed entrare a scuola è il viaggio più importante della nostra vita, perché la libertà di sognare con la propria testa non si apprende altrove. Il nostro futuro, sia come singoli che come collettività, si gioca qui.

Provo angoscia ripensando a quei ragazzi arenati davanti a un computer per ore, per mesi. Non possono fare sport, seguire corsi di musica o teatro, ritrovarsi in piazza, baciarsi, uscire, tutte quelle cose che per un adolescente sono la vita. Devono rinunciare, a un’età in cui la rinuncia non è contemplata perché è il momento di sperimentare, osare. È vero che crescere significa fare tesoro di ogni esperienza, anche del dolore, della privazione, del fallimento. Ma, senza la scuola, la privazione non si trasforma in occasione, resta niente. Una cicatrice che non si risolve.

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Lavoro: 2,5 milioni di disoccupati, ma le aziende non trovano personale. Cosa non funziona?

lunedì, Dicembre 7th, 2020

di Milena Gabanelli e Rita Querzè

Dall’inizio della crisi l’Italia ha perso 420 mila posti di lavoro. Ma il difficile verrà a marzo, quando sarà tolto il blocco dei licenziamenti: si stima fra i 250/300 mila nuovi disoccupati che si aggiungeranno ai poco meno di 2,5 milioni di oggi. Tutto questo non farà che aumentare le persone che hanno diritto a sussidi. A giugno incassavano la disoccupazione (Naspi) 1,3 milioni di persone, altrettanti sono quelli in grado di lavorare che prendono il reddito di cittadinanza. A pagare sono i 23 milioni di  occupati. Una platea troppo ristretta, pari soltanto al 58,2% della popolazione attiva. E questo perché oltre ai disoccupati ci sono anche 13,5 milioni di inattivi e scoraggiati, soprattutto giovani che non cercano un posto convinti di non trovarlo.

Un quadro che rende l’Italia particolarmente vulnerabile poiché già prima della crisi la disoccupazione sfiorava il 10%. Nell’attesa che si intervenga a monte, con investimenti che creano nuovi posti, bisogna potenziare le politiche per il lavoro: l’Italia spende l’1,53% del Pil contro il 2,15 della Spagna e il 2,66 della Francia.

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Ilaria Capua: «Tampone rapido prima del cenone di Natale? No, non bisogna muoversi»

lunedì, Dicembre 7th, 2020
La virologa a «L’aria di domenica» su La7 | CorriereTv
Ilaria Capua: «Tampone rapido prima del cenone di Natale? No, non bisogna muoversi». A «L’aria di domenica» su La7
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Recovery Fund, assalto di Italia viva: Conte «basito», sferzata dal Pd

lunedì, Dicembre 7th, 2020

di Monica Guerzoni

Recovery Fund, assalto di Italia viva: Conte «basito», sferzata dal Pd

Andare avanti così non si può più, lo gridano uno dopo l’altro i vertici del Pd e di Italia viva e, a giudicare dal nervosismo e dallo smarrimento che segnano i volti a Palazzo Chigi, deve averlo capito anche il presidente del Consiglio. Raccontano i ministri che l’assalto dei renziani Boschi e Rosato al tavolo di maggioranza abbia «basito» il premier, al quale ormai è chiaro, per dirla con un esponente del governo, «che il problema di Renzi non è tanto il merito delle cose, quanto la volontà di far saltare Conte».

In questo clima irrespirabile si apre una settimana cruciale per il destino del governo e quindi del Paese, già stravolto dalla pandemia. Lunedì in Consiglio dei ministri Conte otterrà che il primo atto della trattativa sulla governance del Recovery si chiuda, nella sostanza, come lui sperava. Cioè con l’unità di missione a tre, che farà da raccordo e coordinamento dei progetti con il supporto dei sei top manager della task force. Ma i renziani, per quanto la risposta di Conte sia stata «pacata e controllata», se ne sono andati sbattendo la porta: reazione che i ministri degli altri partiti non avrebbero gradito.

Anche il Pd si è fatto sentire. Spronando e strattonando il premier («Governare non è tirare a campare»), Zingaretti ha ottenuto che la cabina di regia, che avrà poteri speciali per accelerare gli investimenti, non potrà sostituire i ministeri di spesa né le Regioni. Le quali a loro volta hanno lanciato segnali. Lazio ed Emilia-Romagna hanno chiesto alla Ue, assieme ad altre 22 Regioni europee, di essere coinvolte sul Recovery e sui rispettivi piani nazionali.

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Verbier, sciatori ammassati all’ingresso della funivia. Bufera in Svizzera

domenica, Dicembre 6th, 2020

di Ferruccio Pinotti

Verbier, sciatori ammassati all'ingresso della funivia. Bufera in Svizzera

Sciatori ammassati a Verbier (foto Romain Carrupt/Le Nouvelliste) shadow

La foto di una funivia a Verbier affollata in piena pandemia ha scatenato un putiferio in Svizzera, costringendo la direzione dell’impianto ad una robusta correzione di rotta. Il caso, riferisce LeNouvelliste, è nato da una foto che mostrava un folto gruppo di persone ammassate ieri all’ingresso della funivia della stazione sciistica di Verbier, nel Canton Vallese. Il governo locale ha subito chiesto provvedimenti, che stamane sono stati adottati: rispetto dei segnali a terra, distanziamento e personale aggiuntivo.

Stazioni aperte e impianti in funzione

Oltre a Verbier, anche altri comprensori accolgono già i visitatori: al Saas-Fee -Morenia-Felskinn dove è possibile sciare si 40 km di piste; aperto anche il Diavolezza nella magica valle dell’Engadina, con 350 km di piste aperte dal 28 novembre. A sole due ore da Milano nella località di Andermatt (Canton Uri), una delle zone a maggiore innevamento della Svizzera, è possibile sciare sul ghiacciaio del Gemsstock, già aperto dal 31 ottobre, mentre dal 12 dicembre sarà possibile fare sport invernali anche nell’intera Skiarena che collega Andermatt tramite le piste fino alle località di Sedrun e Disentis nel cantone dei Grigioni.

Da Zermatt a Davos a St.Moritz, sommersa di neve

In prima fila è la bellissima Zermatt, alle pendici del Cervino, che ha spalancato completamente le sue porte e gli impianti da sci a partire dal 5 dicembre. E ancora, si può sciare al Col du Pillon-Le Diablerets aperto tutti i giorni e dove, oltre a sciare, è possibile attraversare senza pericolo una parte del ghiacciaio a 3.000 metri fino al Quille du Diable, con una vista da mozzare il fiato. Anche le piste sul ghiacciaio Titlis, con degli impianti di risalita sono aperte già da ottobre. A Davos sono attive alcune piste del comprensorio Davos Parsenn, mentre Schatzalp ha aperto il 28 novembre. Splugen è attivo dal 5 dicembre, così come Aletsch Arena. Si scia regolarmente anche a Wengen, Corvatsch, Engelberg, Saas-Fee, Leukerbad, Stoos, come pure a Arosa Lenzerheide e Flumseberg. La neve è caduta così forte in Svizzera che ha costretto alla cancellazione dei due superG femminili previsti da calendario nelle giornate di ieri e oggi a Sankt Moritz. Chiusa per pericolo valanghe la Ferrovia retica, ovvero la linea del Bernina tra Pontresina e Poschiavo .

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Scala, dalla prima in tv al backstage, un dorso gratis con «Corriere»

domenica, Dicembre 6th, 2020

di Roberta Scorranese

Scala, dalla prima in tv al backstage, un dorso gratis con «Corriere»

In attesa di «riveder le stelle», quelle dantescamente vere e salvifiche, le stelle dell’arte si potranno vedere — e soprattutto sentire — in televisione. La pandemia ha stravolto persino il rito di Sant’Ambrogio, la «prima» della Scala (era successo solo durante la Seconda guerra mondiale) ma non ha cancellato lo spettacolo, anzi. «La Scala non poteva rimanere chiusa», dice la soprano Sonya Yoncheva in una intervista con Giuseppina Manin. E così è stato: il regista Davide Livermore ha ideato uno spettacolo televisivo senza precedenti, che lunedì 7 dicembre, dalle 17, su Raiuno, Radio3 e Raiplay, raggiungendo una vasta platea grazie all’accordo con la rete europea Arte e lo streaming di Medici Tv che coprirà l’intero pianeta, darà vita ad un format che unisce musica, cinema, tv, teatro e radio.

Il supplemento in edicola con il «Corriere»


Ma non si ferma nemmeno uno dei supplementi «storici» del Corriere della Sera, quello dedicato alla stagione scaligera e alla prima: sempre lunedì 7, in edicola gratis con il Corriere e naturalmente — per gli abbonati — nell’edizione digitale. Ventiquattro pagine per raccontare questa piccola rivoluzione, che non è soltanto un format, ma è un modo diverso di godersi lo spettacolo. Manin firma il pezzo-racconto con i dettagli della sfida lanciata dal sovrintendente Dominique Meyer e dal maestro Riccardo Chailly, «oltre le restrizioni» e con un titolo promettente: «A riveder le stelle». Una grande avventura che segna una svolta nella musica «colta» di Rai Cultura, come spiega Valerio Cappelli. E un segnale di fiducia. Anche perché, sottolinea la soprano Yoncheva, «adesso tocca a noi fare qualcosa», laddove «noi» sta per «artisti più famosi e più fortunati», a fronte di un numero enorme, purtroppo, di professionisti dello spettacolo che in questo periodo sono senza lavoro. Ma questa emergenza durerà a lungo e allora il sovrintendente Dominique Meyer, nell’intervista a Pierluigi Panza che chiude il dorso spiega che la soluzione è «una digitalizzazione responsabile».

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Maltempo: allerta rossa su Friuli, Veneto e provincia di Bolzano | Appello di Zaia: “Non andate nel Bellunese”

domenica, Dicembre 6th, 2020

Il maltempo continua a flagellare l’Italia. E’ stata diramata un’allerta rossa su alcuni settori di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e sulla Provincia Autonoma di Bolzano. Allerta arancione su Emilia-Romagna, Lazio, Provincia Autonoma di Trento, Umbria, Abruzzo, Campania, Molise, Puglia, Calabria e sull’intero territorio della Sicilia. La ferrovia del Brennero è stata interrotta. Pericolo “molto forte” di valanghe sulle Dolomiti di Sesto.

Il maltempo non dà tregua all'Italia: neve, disagi ed esondazioni

E’ stata diramata inoltre un’allerta gialla su alcuni settori di Lombardia, Liguria, Marche, Lazio, Toscana e Basilicata. Numerose località in Alto Adige sono rimaste isolate a causa della chiusura di strade.

Appello di Zaia per evitare il Bellunese Il governatore Luca Zaia ha lanciato un appello per evitare il Bellunese. “A causa del rischio di frane e valanghe provocato dal maltempo di queste ore – spiega – invito tutti i cittadini ad evitare di dirigersi verso la zona”. In provincia di Belluno, infatti, collegamenti e viabilità sono in crisi per le piogge,  le nevicate e i conseguenti smottamenti.

Interrotta la ferrovia del Brennero – Per motivi di sicurezza la linea ferroviaria del Brennero è stata interrotta tra Bolzano e il confine di Stato. Da sabato sera sono anche bloccate l’autostrada A22 in direzione nord tra Vipiteno e Brennero e la statale in entrambe le direzioni tra Colle Isarco e il confine di Stato. Per questo motivo l’Austria non è raggiungibile tramite il valico.

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Confindustria lancia l’allarme. Persi 500mila posti di lavoro

domenica, Dicembre 6th, 2020

Antonio Signorini

Con il Natale in versione ridotta, stretto tra i rischi della pandemia e le limitazioni decise dal governo, a soffrire non saranno solo tradizioni e famiglie.

Il blocco dei trasferimenti tra le Regioni e, ancora di più, quello dei movimenti tra Comuni farà perdere alle strutture turistico-ricettive 10,3 milioni di turisti, soprattutto quelli italiani. Confturismo Confcommercio ha stimato che non usufruiranno di strutture e servizi turistici 6,4 milioni di italiani e 3,9 milioni di stranieri. Avrebbero speso non meno di 8,5 miliardi di euro, stima la confederazione degli esercenti.

Cifra che considera solo il turismo e che rende bene l’idea di quanto siano insufficienti le risorse messe in campo dal governo per tamponare le conseguenze economiche della seconda ondata.

Il tema delle risorse scarse o poco mirate è destinato a tenere banco nei prossimi mesi. Già nei giorni scorsi i giornali economici tedeschi – sulla scorta delle difficoltà politiche dell’Italia – hanno criticato l’inefficacia delle misure del governo.

Ieri la Cgia di Mestre si è concentrata sul decreto Ristori e ha calcolato come i trasferimenti dello Stato a professionisti e aziende colpite dalla crisi coprano a stento il 25% delle perdite. «Lo sforzo economico messo in campo dal governo Conte non ha precedenti. Dall’inizio della crisi pandemica fino a oggi, le risorse direttamente a sostegno delle imprese italiane ammontano a circa 35 miliardi di euro. Nonostante ciò, questi aiuti sono stati, per la gran parte dei destinatari, del tutto insufficienti», spiega il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo, secondo il quale «non è pertanto da escludere che almeno 350mila piccole e micro aziende di questi settori chiuderanno definitivamente la saracinesca entro la fine di questo mese, lasciando senza lavoro almeno 1 milione di addetti».

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Crisanti: “Vaccino non avrà impatto prima di 6-7 mesi”

domenica, Dicembre 6th, 2020
Crisanti:

“Per il vaccino ci vorrà del tempo e prima di sapere se il 70% della popolazione italiana avrà effettivamente aderito – e penso che lo sapremo verso giugno, se tutto andrà bene – fino ad allora avremo il problema di come controllare l’epidemia. Questa è la vera sfida, non credo che la vaccinazione avrà un impatto prima di 6 o 7 mesi, se tutto va bene”. Lo ha detto a Sky TG24 Live In Courmayeur, l’evento di Sky TG24 per portare il dibattito sul territorio, il direttore del laboratorio di microbiologia dell’Università di Padova, Andrea Crisanti. “L’aspetto più positivo – ha aggiunto – è stato vedere una mobilitazione di risorse, cioè di quattrini, di menti e di creatività, che ha trovato soluzioni sicuramente innovative. Non era mai accaduto che un vaccino venisse portato a questo stadio in meno di un anno, quindi penso che da questo punto di vista sia un grandissimo successo della ricerca e della capacità umana di rispondere a questa sfida incredibile”. 

L’HUFFPOST

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Il più grande rischio per l’Ue si chiama Giuseppe Conte

domenica, Dicembre 6th, 2020
04/11/2020 Roma, Conferenza Stampa del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte sul nuovo
04/11/2020 Roma, Conferenza Stampa del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte sul nuovo DPCM.

Nell’intervista concessa a Maurizio Molinari su Repubblica, il presidente Giuseppe Conte ha ragione quando indica lo spazio ridotto per le chiassate nazionaliste dopo l’intesa sul Next Generation Eu, per cui l’Italia intascherà 209 miliardi (127 di prestiti agevolati, 82 a fondo perduto, cioè regalati). Non ne ha altrettanta quando nega le spinte antieuropeiste del Movimento cinque stelle, oggi sottosopra per le ostilità interne, pregiudiziali ed emotive al Mes, considerato l’abile stratagemma di Berlino per togliere denari dalle tasche degli italiani e infilarli nelle banche tedesche: la qualità dell’analisi è da sabato sera in birreria, ora tarda.

Adesso – e il premier non lo ignorerà – la minaccia per l’Unione non si chiama Matteo Salvini o Giorgia Meloni e nemmeno Beppe Grillo. Si chiama Giuseppe Conte. I giornali tedeschi ricominciano a porsi qualche domanda non tanto sulla stabilità del governo, ma sulla perizia e sulla consapevolezza con cui si appresta ad amministrare la montagna di soldi. Come abbiamo scritto qui ieri, la Boersen Zeitung, giornale vicino alla Bundesbank, ha definito l’Italia una polveriera capace di far saltare in aria l’Eurozona, e il sospetto viene dalla gestione dei cento miliardi tirati fuori dalla manica (messi a debito) nel 2020 per lenire le conseguenze dell’epidemia: non soltanto in sussidi, e passi visti i tempi, ma anche per tenere in piedi quella carcassa che è Alitalia, per dare un senso agli esoterismi attorno a Ilva, per salvare una banca qui (Carige) e una là (Popolare di Bari). La domanda sottintesa è: non è che pure i 209 miliardi su cui Angela Merkel ha messo la sua reputazione finiranno in trattoria?

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