Nuovo Dpcm dicembre: spostamenti fra Regioni e Comuni vietati, non più di dieci persone a tavola. Stasera la firma di Conte
giovedì, Dicembre 3rd, 2020di Monica Guerzoni Fiorenza Sarzanini
Vigilia di tensioni, litigi e dietrofront per il Dpcm di Natale, che conterrà le regole (e le deroghe) destinate a cambiare le abitudini degli italiani da domani per 50 giorni. Giuseppe Conte lo firmerà entro stasera, dopo i rilievi delle Regioni e quando, si spera, la maggioranza avrà trovato un accordo sugli aspetti più controversi. Nell’ormai consueto Consiglio dei ministri notturno il governo ha approvato il decreto legge che vieta dal 21 dicembre al 6 gennaio «ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome». Il 25, 26 dicembre e l’1 gennaio sarà vietato «ogni spostamento tra comuni», salvo comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute. E dopo una lunga battaglia sulle deroghe, cui molto teneva il premier, sarà consentito il rientro «alla propria residenza, domicilio o abitazione». Non sarà però permesso spostarsi nelle seconde case fuori regione e, nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno, anche fuori comune.
Altra novità, se sarà confermata, riguarda i raduni nelle abitazioni private. Oltre alla «forte raccomandazione a non ospitare persone non conviventi» il governo pensa di porre un tetto agli inviti: non più di dieci persone. La giornata è stata scandita da confronti anche molto accesi. Italia Viva ha lottato (invano) per tenere aperti ristoranti degli hotel la notte del 31 dicembre. Lo scontro che ha fatto più notizia è avvenuto nella riunione tra i capigruppo del Senato e il ministro della Salute. Il presidente dei senatori del Pd Andrea Marcucci, in asse con i renziani, ha alzato la voce su ricongiungimenti familiari anche tra regioni diverse e soggiorni nelle seconde case ovunque si trovino. Ma è andato a sbattere contro il muro di Francesco Boccia e Roberto Speranza, il quale in aula aveva lanciato l’allarme: «Se abbassiamo la guardia la terza ondata è dietro l’angolo, le prossime festività vanno affrontate con estrema serietà».
La rissa nella capigruppo ha avuto echi ai piani alti del Pd. Dal Nazareno, Nicola Zingaretti ha stoppato Marcucci: «Condivido le scelte illustrate da Speranza, non possiamo vanificare gli sforzi fatti». Dario Franceschini, accusato dai renziani e da alcuni dem di aver «dettato una linea più rigida rispetto alle aperture di Conte», ha chiuso la querelle: «Io condivido totalmente la linea del ministro Speranza, che parte dalla certezza che solo sacrifici durante le vacanze natalizie potranno evitare una terza ondata di contagi». Gli strascichi politici rischiano di essere pesanti. Perché se è vero che a Palazzo Madama i dem ex renziani vicini a Marcucci seminano zizzania contro il capo delegazione, accusato di essere «il capo di se stesso» e di non farsi mai vedere, è vero anche che tra i dirigenti e i ministri del Pd c’è chi pensa che l’ora di cambiare capogruppo sia vicina.
Il coprifuoco
Il coprifuoco è confermato dalle 22 alle 6 dal 4 dicembre e fino al 6 gennaio. Non ci saranno deroghe nei giorni di festa, l’orario di rientro nella propria abitazione sarà lo stesso anche a Natale, il 26 e il 31 dicembre, a Capodanno e il 6 dicembre, giorno dell’Epifania. Dopo quest’ora sarà possibile uscire dalla propria abitazione soltanto per «comprovate esigenze», che sono motivi di lavoro, di salute e di urgenza. Rimane anche il divieto di assembramento e l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto e al chiuso. I sindaci potranno emettere ordinanze per chiudere strade e piazze per evitare gli affollamenti anche nel corso della giornata, oppure prevedere ingressi contingentati in quelle aree di città e paesi dove c’è il rischio che si verifichino assembramenti.
Le Regioni
Dal 20 dicembre al 6 gennaio sarà vietato spostarsi tra le regioni anche se sono in fascia gialla. Una misura decisa per «evitare che milioni di italiani si mettano in viaggio e facciano circolare il virus». Sarà però sempre possibile andare dove si ha la residenza o il domicilio. Ancora in discussione la possibilità di andare presso la casa di un genitore solo, con l’autocertificazione.