Archive for Dicembre, 2020

Sanremo 2021, ecco i 26 big in gara e le otto Nuove proposte. Bugo c’è, Morgan no

venerdì, Dicembre 18th, 2020

di BARBARA BERTI

Roma – Svelati i 26 big in gara a Sanremo 2021. Morgan non c’è. E non è neppure presente alla finale di Sanremo Giovani. Giovedì 17 dicembre, dal Teatro del Casinò di Sanremo, in diretta tv su Raiuno, Amadeus,direttore artistico e presentatore del 71esimo festival di Sanremo – in programma dal 2 al 6 marzo 2021 – annuncia il cast artistico della kermesse, i 26 big e le 8 Nuove proposte, durante la finale di Sanremo Giovani.

Ma durante lo show va in onda anche lo show di Morgan, escluso per “decisione artistica” dai big e fatto fuori anche dalla giuria di Sanremo Giovani. La decisione, definita in una nota ufficiale che Amadeus legge in avvio di serata “molto sofferta”, è stata presa in seguito al “comportamento inaccettabile”, “espresso con dichiarazioni offensive, pubbliche e private, di Marco Castoldi all’indirizzo del direttore artistico Amadeus e dell’organizzazione del Festival”. Anche se Amadeus chiude subito la questione, sui social Morgan racconta la sua verità con una lunga diretta Instagram e pubblicando anche dei messaggi privati  (con parole forti) destinati ad Amadeus. A stemperare gli animi ci pensa Fiorello (che sarà al fianco di Amedeus sul palco dell’Ariston) con la sua ironia: “Ama, tu sei un genio. Sei l’unico che non elimina i cantanti ma i giurati!”.

L’annuncio dei big in gara a Sanremo 2021 parte con Francesco Renga che porterà la canzone ‘Quando trovo te’. Per la prima volta al Festival sbarca il duo indie-pop rap Coma_Cose (Fausto Zanardelli e Francesca Mesiano) con ‘Fiamme negli occhi’, debutto anche per Gaia (la vincitrice di Amici 19) che canterà ‘Cuore amaro’. Tra i big ci sono Irama con le treccine (cinque anni fa partecipò a Sanremo Giovani) che porta la canzone ‘La genesi del tuo colore’ e il debuttante Fulminacci (il cantautore Filippo Uttinacci) con ‘Santa Marinella’. Esordio sanremese pure per la rapper Madame (all’anagrafe Francesca Calearo) con il brano ‘Voce’ e per il rapper-cantautore Willie Peyote (pseudonimo di Guglielmo Bruno) con la canzone ‘Mai dire mai (La locura)’.

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Covid, lockdown di Natale: solito braccio di ferro. Il Veneto ha paura e anticipa blocco

venerdì, Dicembre 18th, 2020

di ELENA G. POLIDORI

Il decreto può attendere. Il governo si prende ancora un po’ di tempo per decidere le misure per quello che ormai è stato ribattezzato il lockdown di Natale. Ed è un tempo non solo tecnico (ieri Conte era in Libia per risolvere il caso dei pescatori sequestrati) ma anche ‘politico’, visto che non solo Matteo Renzi ha scelto di buttare sul tavolo della verifica anche il dossier Natale, ma anche per il fatto che i governatori sono divisi su molti fronti.

Dpcm Natale, Italia zona rossa: il calendario con regole e divieti

Mentre Luca Zaia, vista la situazione complessa che sta vivendo il Veneto con l’aumento dei contagi, ha deciso di ‘anticipare’ le misure, chiudendo tutto dal 19 dicembre al 7 gennaio e vietando gli spostamenti tra comuni dopo le 14, altri come il governatore ligure, Giovanni Toti, chiedono invece una maggiore elasticità per non uccidere l’economia anche sotto l’albero, così come il governatore lombardo, Attilio Fontana: “Abbiamo dei buoni numeri – ha commentato – quindi ci possiamo permettere di non restringere ulteriormente”.

A remare contro gli ‘aperturisti’ le pressioni del Cts, che chiede chiusure per evitare la possibile terza ondata, ma anche quelle di ben tre ministri (Boccia, Speranza e Franceschini) che non ne vogliono sapere di “mollare adesso” a un passo dall’arrivo del vaccino. Natale “è più rischioso di Ferragosto“, sostiene il ministro Boccia, perché oggi “l’Rt è più alto di quando l’Italia uscì dal lockdown a maggio. C’è bisogno di nuove misure restrittive su tutto il territorio nazionale” per le quali “serve unità tra Stato, Regioni ed Enti locali”. D’altra parte anche Antonio Decaro, a nome dei Comuni, e Michele De Pasquale (presidente dell’Unione delle Province) sostengono la nuova stretta, soprattutto nei giorni di vigilia.

Una situazione, dunque, ancora fluida, dove – alla fine – le strade da poter percorrere, da parte del governo, sarebbero sempre due: da una parte un lockdown prolungato dal 24 dicembre al 6 gennaio, dall’altra uno ‘alternato’ che comprenda i festivi e i prefestivi. Quindi due blocchi totali: il primo da 24 al 26 dicembre, il secondo dal 31 al 3 gennaio. Al nuovo incontro di oggi pomeriggio tra Stato e Regioni, quello definitivo, è prevista la presenza anche del premier Conte. Di seguito ci sarà un cdm che dovrà ratificare la decisione finale, attraverso l’emanazione di un nuovo Dpcm.

Spostamenti tra regioni prima del 21 dicembre: cosa si può fare

“Il modo in cui usciremo dalle festività di Natale determinerà la nostra riserva e l’aiuto alle reti sanitarie per i tre mesi successivi – ha sottolineato ancora Boccia –. Dalle Regioni ieri è emerso un auspicio di misure più restrittive accompagnate però da ristori certi che vareremo tempestivamente”.

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Matteo Salvini: “Il governo è finito, tocca al centrodestra”

venerdì, Dicembre 18th, 2020

di PIERFRANCESCO DE ROBERTIS

Matteo Salvini, lei ha scritto la sua letterina a Conte come ieri ha fatto Renzi?

“Sto lavorando con mia figlia per una letterina a Babbo Natale. Molto più seria, e piena di desideri realizzabili”.

Lei si fida di Renzi?

“Ma va…..”

Conte e Renzi trattano, tregua armata. Ma la maggioranza resta appesa a un filo

Eppure qualche giorno fa in Senato l’avete applaudito.

“Il problema di Renzi è che a volte dice anche cose giuste, ma poi fa il contrario. Critica la Azzolina, Bonafede, il governo stesso che tuttora sostiene, ma poi vota la fiducia”.

Come finirà la sfida Renzi-Conte?

“Si metteranno d’accordo per tirare a campare un altro po’, ma ormai il governo Conte è finito. È sotto gli occhi di tutti”.

Si sono divisi sulla delega ai servizi. Da ex ministro dell’Interno, che effetto le fa?

“Pessimo. Che i servizi di tutela dei cittadini italiani siano oggetto di mercanteggiamento politico è un segno dei tempi che stiamo vivendo”.

Ma anche nel Conte I il premier aveva la delega. Lei non glielo ha mai fatto rilevare?

“Diciamo che le spettacolarizzazione che c’è adesso intorno a questo tema prima non esisteva”.

Mettiamo che prima o poi Conte cada. Che si fa?

“Quello che dice la Costituzione. O il voto o un nuovo governo. Il voto resta l’opzione principale. Credo comunque che esista uno spazio per un governo di centrodestra, non a guida Salvini”.

Pare più uno slogan che una possibilità concreta.

“Per niente. Ci sono tanti parlamentari dell’attuale maggioranza che, a microfoni spenti, vengono a manifestarci il loro malcontento”.

Con quale maggioranza?

“Non voglio fare accordi organici con nessuno oltre al centrodestra, ma in Parlamento ci sono molti disponibili a mettersi al servizio del Paese per il tempo che resta nella legislatura”.

E il presidente della Repubblica potrebbe accettare un discorso di questo tipo?

“C’è una Costituzione, che parla chiaro e che detta le regole”.

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La rotta per la ripartenza

venerdì, Dicembre 18th, 2020

Maurizio Tropeano

Alfabeto del Futuro ha dato voce alle sfide dell’innovazione che nascono a livello locale, dal cibo ai robot eccellenze e creatività possono essere moltiplicatori dei miliardi in arrivo dall’Ue: é un’opportunità unica

La rotta per la ripartenza

Il 14 novembre dell’anno scorso, quando La Stampa e i giornali del gruppo Gnn hanno iniziato il viaggio tra le sfide dell’innovazione, nessuno poteva immaginare che nell’alfabeto del futuro avrebbe trovato spazio la voce Covid-19. La pandemia è diventata, di fatto, uno spartiacque dei percorsi di cambiamento. C’è un prima e c’è un dopo dalla scoperta del paziente zero. Ma, come capita spesso, una criticità può trasformarsi in opportunità. Il viaggio che si è concluso ieri sera a Torino, nell’aula del Tempio della Mole Antonelliana, ha permesso di individuare alcune tracce da cui il sistema Italia potrebbe partire per imboccare le rotte della ripartenza. Rotte – dal cibo alle connessioni, dalle reti alle infrastrutture e poi scuola, sanità, inclusione – che possono trovare approdi diversi ma che, per la prima volta forse dalla fine della seconda guerra mondiale, possono trovare una solida base economica: i fondi messi a disposizione dall’Unione Europea. Non solo i 209 miliardi del Recovery Fund, ma anche quelli del pacchetto Sure, di fatto un sistema di cassa integrazione europeo, quelli che potrebbero arrivare dal Mes e anche i finanziamenti della Bei.

Se i fondi di protezione sono già stati messi a disposizione dall’Ue, quelli per la ricostruzione arriveranno nella primavera 2021. Nei giorni scorsi il governo ha approvato un piano per utilizzarli che per il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, sarà un mix tra investimenti e riforme. Il 40% dei fondi (83 miliardi), più del 37% che impone Bruxelles, riguarderà la transizione verde con investimenti massicci in risorse rinnovabili e sostegno allo sviluppo di nuovi settori, come l’idrogeno. Circa 15 miliardi serviranno a un vasto programma di efficientamento energetico, cablaggio e messa in sicurezza di scuole e ospedali. Per l’edilizia privata ci sarà l’estensione del superbonus 110%. Il 20% (42 miliardi) sarà invece destinato ai progetti sul digitale.

Già, ma come rendere concrete queste indicazioni? «Noi – spiega Massimo Giannini, direttore de La Stampa e responsabile del gruppo editoriale GNN – siamo partiti dai territori dove spesso si nascondono le ricchezze e e le eccellenze di questo paese. Lì si trovano le idee e la forza che, unite alle istituzioni locali e nazionali potranno la scintilla della ricostruzione, gli strumenti per riprenderci il futuro perché questa volta i soldi ci sono e sono tanti». Come farlo? «Abbiamo scelto come tappa finale del nostro evento – spiega Luca Ubaldeschi, direttore del Secolo XIX e responsabile editoriale di Alfaberto del Futuro – il museo nazionale del cinema perché è un luogo che esprime la creatività e per uscire da questo film orribile che è stato il 2020 ci serve davvero tanta creatività».

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La “Stella Cometa” di Betlemme sarà visibile a Natale dopo 800 anni

venerdì, Dicembre 18th, 2020
La “Stella Cometa” di Betlemme sarà visibile a Natale dopo 800 anni

Mai così vicini nella visuale degli uomini, Giove e Saturno andranno a sovrapporsi il 21 dicembre creando l’effetto di un corpo celeste unico. C’è solo da sperare che quella notte non sia nuvoloso: la delusione sarebbe enorme, una seconda possibilità praticamente irrealizzabile. Succede ogni vent’anni, certo, ma non con questa intensità. L’ultima volta, per intenderci, è stato quasi 800 anni fa  e accadrà di nuovo nel 2080. 

Gli addetti ai lavori chiamano il fenomeno “Stella di Natale”. Il nome “stella” sotto Natale non può che essere evocativo: vuoi vedere che i Magi finirono attratti proprio da questa, e non dalla Cometa di Halley? Sarebbe una nota di ulteriore poesia in un racconto evangelico che, a leggerlo anche solo con occhi laici, gronda sogno e meraviglia. 

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Il Vaccino per il Covid è efficace: quanto durerà la pandemia?

venerdì, Dicembre 18th, 2020

di Silvia Turin

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Quando inizierà in Italia la campagna vaccinale?

*Con la consulenza di Sergio Abrignani, immunologo dell’Università Statale di Milano e Paolo Bonanni, epidemiologo dell’Università di Firenze.

La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha annunciato che in Ue le vaccinazioni contro il Covid-19 cominceranno il prossimo 27 dicembre. Dopo il «Vaccine Day» europeo, che vedrà otto Paesi iniziare simbolicamente insieme, da metà gennaio 2021 scatterà in Italia la prima sessione della vaccinazione di massa, con 1.833.975 dosi del vaccino Pfizer. La seconda fornitura, di 2.507.700 dosi, consentirà nelle settimane successive di somministrare anche la seconda dose alle categorie prioritarie.

Chi riceverà per primo le dosi?

Saranno operatori sanitari, personale dei presìdi ospedalieri, ospiti e lavoratori delle residenze per anziani (RSA). Le stesse regole valgono in Europa e in buona parte del mondo.

(Afp)

(Afp)

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Nella seconda fase, a chi verrà proposto il vaccino?

Saranno chiamate le persone in ordine decrescente di fragilità, scendendo nella curva anagrafica. In una prima fase i più fragili verranno chiamati direttamente.

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Quali saranno i vaccini inoculati per primi?

In Ue ci saranno il candidato di Pfizer/BioNTech, a partire dal 27 dicembre, cui seguirà quello di Moderna, cui l’Agenzia europea dei medicinali (EMA) dovrebbe dare il via libera nella riunione fissata per il 6 gennaio. Gli altri prodotti opzionati dall’Europa (Astra Zeneca, Johnson & Johnson, Sanofi-Gsk, Curevac) arriveranno mesi più tardi, nel corso del 2021.

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Quanto ci vorrà per vaccinare la popolazione a rischio in Italia?

La prima fase dovrebbe essere più agile perché sarebbero persone da intercettare in strutture ospedaliere e potrebbe concludersi anche a fine febbraio. Per vedere un impatto sulla popolazione bisognerà raggiungere una percentuale di vaccinati di almeno 10-15 milioni di persone probabilmente nella primavera inoltrata del 2021.

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Scuola, Miozzo (Cts): governo miope, le città che sono pronte riaprano

venerdì, Dicembre 18th, 2020

di Gianna Fregonara

Scuola, Miozzo (Cts): governo miope, le città che sono pronte riaprano

Il coordinatore del Cts Agostino Miozzo ha appena partecipato alla presentazione di uno studio sul campo sui rischi di contagio a scuola, effettuato all’Istituto comprensivo Regina Elena di Roma. Tra tra settembre e novembre un’équipe di ricercatori guidati da Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria, ha effettuato i tamponi a 1262 tra studenti, insegnanti e professori. «La conclusione di questo studio, il primo in Italia così approfondito, è che la scuola è un posto sicuro per bambini e adolescenti».

Allora perché il governo ha chiuso le scuole superiori?

«Non lo chieda a me. Noi come Cts abbiamo sempre avuto delle perplessità per gli effetti che l’allontanamento dalla scuola può avere anche a lunga distanza sui nostri ragazzi: se non riapriamo le scuole al più presto, rischiano di crescere una generazione di persone fragili e depresse. Ci sono migliaia di studenti che si stanno perdendo, che stanno male: ma sono purtroppo invisibili. Per non dire del gap educativo che avranno rispetto anche ai loro coetanei degli altri Paesi europei che finora hanno tenuto aperte le scuole».

Dunque il 7 gennaio di riapre, anche se la curva dei contagi non scende?

«Noi auspichiamo che si riapra il prima possibile come è scritto nel Dpcm del 4 dicembre per almeno il 75 per cento degli studenti delle superiori. Per far questo sono in corso dei tavoli provinciali coordinati dai prefetti che devono trovare soluzioni per i trasporti e i controlli sanitari e altri problemi ancora irrisolti in ambito scolastico».

Ma il professor Resta ha detto che se i contagi non scendono è impensabile riaprire.

«Stimo il professor Rezza, non lo considero un allarmista e credo che condivida il fatto che se la curva dei contagi (e anche dei decessi) non balza a cifre preoccupanti, ma resta stabile ma continua a diminuire, bisogna riaprire».

Quando si decide?

«Non decide il Cts, questa è una scelta politica. Credo che nei primi giorni dell’anno nuovo il governo valuterà la curva dei contagi e le misure adottate per trasporti e sorveglianza sanitaria.

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Renzi: «Ora tocca a Conte dare risposte. Altrimenti il governo va a casa»

venerdì, Dicembre 18th, 2020

di Maria Teresa Meli

Renzi: «Ora tocca a Conte dare risposte. Altrimenti il governo va a casa»

Senatore Renzi, la crisi è più vicina?
«Dopo questo incontro la palla è totalmente nelle mani del presidente del Consiglio Conte. Noi chiediamo una svolta sui contenuti e lo abbiamo spiegato in modo chiaro, puntualizzando una lunga serie di proposte. Noi non siamo quelli che rincorrono i sondaggi o i titoli, noi facciamo politica. E ci sta a cuore che l’Italia colga la più grande opportunità degli ultimi anni: presidenza G20, copresidenza Cop26, soldi europei. Se la maggioranza che sostiene Conte capisce che questo è il momento del rilancio politico, bene. Se si pensa di continuare come si è fatto negli ultimi mesi, Italia Viva saluta tutti e toglie il disturbo. Perché per noi l’Italia deve promuovere il cambiamento, non custodire lo status quo. E oggi tutti sanno che serve un salto di qualità: a differenza degli altri noi lo diciamo pubblicamente e senza giri di parole. Siamo fieri di essere coraggiosi e liberi».

Se c’è la crisi anche il Colle dice che c’è solo il voto.
«Il Colle è il Quirinale, non i quirinalisti. E al Quirinale siede un Presidente che conosce la Costituzione meglio di chiunque altro. Lui sa cosa si fa in caso di crisi e qual è il suo compito in tale situazione. Suggerisco di non tirarlo per la giacchetta. Il nostro compito, tuttavia, è quello di provare a evitare la crisi».

Lei fa slittare l’incontro, Conte dalla mattina lo rinvia alla sera, è guerra di nervi?
«Nessuna guerra di nervi, non drammatizziamo piccoli ritardi dovuti a impegni istituzionali. E poi quello che dovevamo dire a Conte lo abbiamo detto in Parlamento, a viso aperto, in Senato. Ieri lo abbiamo ripetuto a Palazzo Chigi. Adesso tocca al premier dare risposte, risposte all’Italia prima che a Italia Viva».

Lei ha mandato una lettera al premier anche per evitare che vengano fatte filtrare notizie di una sua richiesta di rimpasto?
«Questa storia del rimpasto è insopportabile. Ho chiesto a Palazzo Chigi di usare in modo sobrio la comunicazione istituzionale. Se noi diciamo che vogliamo discutere di contenuti, è inaccettabile che una velina istituzionale ribadisca a tutti che il problema di Italia Viva è che vogliamo più poltrone. Noi non solo non le chiediamo: siamo pronti a lasciarle. Tolto il volgare argomento delle poltrone possiamo parlare di politica? Noi abbiamo fatto elenco di problemi aperti e di soluzioni possibili, parliamo di quello».

Lunga lettera e lungo elenco. Quali sono le richieste vincolanti?
«È una lunga lettera perché facciamo sul serio. Non stiamo cercando pretesti. I populisti si preoccupano degli indici di consenso ma per noi il vero dramma e l’indice di disoccupazione. A me non interessa il numero dei sottosegretari, interessa il numero dei vaccinati. E qualcuno dovrà pure spiegare perché siamo l’unico paese che continua a tenere le scuole chiuse da mesi ma ciò nonostante detiene il triste record di morti. Parliamo di cose serie e vediamo se siamo d’accordo. Se sì, governiamo. Se no, il governo va a casa».

Sul Mes non potrà spuntarla: Conte è contrario.
«Se siamo il Paese che ha il numero più alto di morti dobbiamo dirci che servono più soldi per la sanità. È giusto chiedere la collaborazione dei cittadini, che stanno rispondendo in modo esemplare. Ma è altrettanto doveroso chiedere che le Istituzioni facciano la loro parte. Dire no al Mes costa all’Italia 300 milioni di € all’anno. Ma le sembra logico questo arroccamento ideologico? Se avessimo chiesto il Mes a primavera oggi avremmo molte risorse in più».

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Stazioni, aeroporti, acquisti: cresce l’allarme per il weekend. Rischio esodo, più controlli sulle strade

venerdì, Dicembre 18th, 2020

di Giuseppe Scarpa

È l’ultimo fine settimana prima del 25 dicembre. Il weekend che precede il Natale manda in fibrillazione il governo. Il pericolo è che la corsa allo shopping si trasformi in un acceleratore di contagi. A preoccupare è anche il rischio esodo prima che scatti il divieto spostamenti il 21 dicembre. Per questo verranno messi in campo 70mila tra uomini e donne delle forze dell’ordine da oggi fino a lunedì. Decisione presa ieri dal comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. APPROFONDIMENTI

Natale, Faq: spostamenti, ristoranti, shopping, autocertificazione. Cosa c’è da sapere


L’INCONTRO
Durante l’incontro si è fatto il punto sulla situazione, si è definito lo scenario e quindi è stato stabilito il rafforzamento della attività di controllo del territorio, anche in funzione del contrasto ai reati di strada, suscettibili di incremento in ragione della maggiore circolazione delle persone. Per quanto concerne la movida verranno eseguite ispezioni nei locali pubblici e di intrattenimento e nelle aree abitualmente ritrovo di giovani. Infine in previsione dell’intensificazione degli spostamenti, legata alla entrata in vigore, dal prossimo 21 dicembre, di nuove misure restrittive della mobilità in tutto il Paese, si è deciso di intensificare i controlli stradali con diversi posti di blocco, sempre per evitare gli assembramenti, nelle stazioni ferroviarie, nei porti e negli aeroporti.

Spostamenti 19-20 dicembre, ecco il piano del Viminale: controlli a tappeto. Nel mirino anche movida e ristoranti

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Macron positivo: i 10 giorni frenetici del presidente francese e la lunga catena di potenziali contagi. Test ai leader Ue

giovedì, Dicembre 17th, 2020

di Stefano Montefiori, corrispondente da Parigi

Macron positivo: i 10 giorni frenetici del presidente francese e la lunga catena di potenziali contagi. Test ai leader Ue

PARIGI Positivo al Covid, in isolamento per sette giorni come previsto dalle norme francesi, ma al lavoro grazie alle videoconferenze. Il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron è stato diagnosticato positivo giovedì mattina, dopo essersi sottoposto al test perché accusava alcuni sintomi dell’infezione. Per adesso ha mantenuto gli appuntamenti in agenda, sia pure a distanza: un pranzo di lavoro alle 12 e 30 in occasione del Consiglio presidenziale per lo sviluppo, e alle 17 la tavola rotonda che conclude la Conferenza nazionale umanitaria. Mercoledì sera, però, era a cena all’Eliseo con gli uomini chiave della sua maggioranza.

La cena all’Eliseo

Mercoledì sera Macron ha ricevuto all’Eliseo tra gli altri il segretario generale della presidenza Alexis Kohler, che sedeva alla sua destra, e Richard Ferrand, presidente dell’Assemblea nazionale, alla sua sinistra. Aveva davanti il premier Jean Castex, e i capogruppo Christophe Castaner (La République En Marche) e Patrick Mignola (MoDem). La cena di lavoro verteva sulla preparazione delle prossime elezioni regionali, sulle difficoltà interne della maggioranza e più in generale sulla situazione politica. Si è svolta nel salone delle feste dell’Eliseo, «rispettando le distanze e i gesti barriera», dice una fonte della presidenza. I partecipanti erano così distanti da parlare tra loro con l’aiuto del microfono. Macron non tossiva e non appariva febbricitante. Il primo ministro Jean Castex si è già sottoposto al test ed è per adesso negativo, ma per precauzione resterà a sua volta in isolamento per sette giorni. Anche Kohler e Ferrand si stanno sottoponendo al test e rimarranno in isolamento.

Brigitte Macron

La première dame è considerata come un «caso contatto», cioè a rischio di avere contratto il virus perché a contatto con una persona contagiata. Per il momento però non presenta alcun sintomo, precisa il suo gabinetto, e si sta sottoponendo al test. Anche in ottobre Brigitte Macron era stata allertata perché entrata in contatto con una persona positiva, si era messa in isolamento e i test erano risultati negativi.

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