Archive for Dicembre, 2020

Arrivano i divieti per le Feste Il calendario da “zona rossa”

giovedì, Dicembre 17th, 2020

Valentina Dardari

Quello che sta per arrivare potrebbe essere l’ultimo fine settimana libero che passeremo, perché dalla vigilia di Natale all’Epifania con ogni probabilità l’Italia si tingerà di rosso.

La stretta sul Natale

Non ci dovrebbero essere cancellazioni per tutti coloro, e sono tanti, che hanno prenotato treni e aerei per raggiungere i parenti, nonostante i rigoristi abbiano cercato fino all’ultimo di anticipare al week-end la zona rossa a livello nazionale. Chi è riuscito ad accaparrarsi un biglietto dalle città del Nord a quelle del Sud, pagando anche molto di più del normale, dovrebbe essere salvo. L’unica regione che non sarà raggiungibile, e dove ci sarà il divieto di uscire dal proprio Comune, sarà l’Abruzzo, ancora in arancione. Via libera anche per chi vorrà trascorrere le feste natalizie nelle seconde case. I negozi saranno aperti fino alle 21, mentre bar e ristoranti abbasseranno la saracinesca alle 18. Per l’Abruzzo solo asporto e domicilio. Coprifuoco ovunque alle 22.Coronavirus, Italia verso la zona rossa a Natale dal 24 dicembre al 3 gennaio

Dal 21 al 23 dicembre

Ecco cosa cambierà da lunedì 21 dicembre. In tutto il Paese scatterà il divieto di spostarsi da una regione all’altra, uniche eccezioni per necessità lavorative, di salute, urgenza o per fare rientro al proprio domicilio, dove sarà consentito riunirsi con il congiunto che lavora in un’altra città. Chi vorrà raggiungere la seconda casa, purché nella stessa regione, potrà farlo tranquillamente. Quelli della prossima settimana saranno gli ultimi tre giorni che gli italiani potranno dedicare allo shopping prima del Natale, aiutati anche dal fatto che i negozi resteranno aperti con orario continuato fino alle 21. Ovviamente con misure antiassembramento. Negli stessi giorni sarà possibile anche pranzare al ristorante, in tavoli con al massimo 4 commensali, o andare al bar fino alle 18, orario di chiusura. Nessun problema per parrucchieri e barbieri che saranno aperti. Fermo restando che alle 22 scatta il solito coprifuoco.

Dal 24 al 27 dicembre: Italia in zona rossa

E qui iniziano i blocchi nei giorni prefestivi e festivi, durante i quali negozi, bar e ristoranti dovranno chiudere in tutte le regioni. Solo gli alimentari, le farmacie, i tabaccai, le edicole e le librerie saranno aperti con orari festivi. In questi giorni vigerà il divieto di spostarsi anche nel proprio Comune, salvo che per motivi di salute, lavoro o emergenza. Consentito andare a messa ma non a trovare familiari. Quest’anno il cenone o il pranzo di Natale si potrà fare solo con il proprio nucleo convivente, al massimo, ma non è ancora certo, con due congiunti stretti, per esempio genitori anziani, figli o partner fissi. L’attività sportiva e quella motoria saranno consentite all’aperto, così come assistere una sola persona non autosufficiente.“Tutte le feste in zona rossa” In arrivo la stretta sul Natale

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Terremoto Milano, scossa di magnitudo 3.8

giovedì, Dicembre 17th, 2020

di Greta Sclaunich

Terremoto Milano, scossa di magnitudo 3.8

Una scossa di terremoto di magnitudo 3.8 è stata registrata in provincia di Milano alle 16.59. L’epicentro è a Trezzano sul Naviglio, a 7,9 km di profondità. Lo conferma su Twitter l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

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Liberati i pescatori detenuti in Libia, Conte e Di Maio a Bengasi | Il premier pubblica la foto su Fb: “Buon rientro”

giovedì, Dicembre 17th, 2020

Sono stati liberati i 18 pescatori di Mazara del Vallo (Trapani), trattenuti in Libia da 108 giorni. Decisivo il viaggio di Conte e Di Maio a Bengasi, roccaforte del generale Haftar, dove i membri dei due pescherecci italiani (8 italiani, 6 tunisini, 2 indonesiani e 2 senegalesi) erano trattenuti da inizio settembre. I pescatori faranno rientro con le loro navi, l’arrivo è atteso per domenica.

Nelle scorse settimane, i familiari dei pescatori erano rimasti per giorni di fronte alla Camera dei deputati, per chiedere la liberazione degli uomini. Una delegazione era stata ricevuta proprio da Conte e Di Maio.

I 18 marittimi erano caduti nelle mani delle milizie di Haftar all’inizio di settembre mentre si trovavano a circa 80 miglia dalla costa di Bengasi. La trattativa per il rilascio si era complicata proprio per il fatto che la cattura era stata effettuata non dal governo di Tripoli si Serraj, ritenuto legittimo dall’Italia. I pescatori avrebbero dovuto comparire proprio in questi giorni davanti a un tribunale militare perché accusati di traffico di stupefacenti, un’accusa ritenuta però del tutto infondata; poi si è aggiunta l’accusa di aver invaso le acque di pertinenza economica della Libia.CHIUDI ✕

Mattarella: “Grande soddisfazione” Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, “ha appreso con grande soddisfazione dal presidente del Consiglio la notizia della liberazione dei nostri pescatori trattenuti in Libia ed esprime apprezzamento nei confronti del ministero degli Esteri e dei nostri Servizi di informazione e sicurezza per l`impegno profuso per conseguire questo esito positivo”. Lo si legge in una nota del Quirinale.

Conte pubblica foto dei pescatori: “Buon rientro a casa” “Buon rientro a casa”. Ha scritto su Twitter il premier Conte, pubblicando una foto dei pescatori liberati.

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Coronavirus, Zaia: “In Veneto chiusi i confini comunali dal 19 dicembre al 6 gennaio” | Boccia: “Dovremo passare Natale ognuno a casa propria”

giovedì, Dicembre 17th, 2020

Il numero di contagi da Covid nel mondo ha superato quota 74 milioni con 1,65 milioni di morti. In Italia ipotesi di una zona rossa di 8 giorni per le Feste. “Dovremo passare Natale ognuno a casa propria”, ha detto il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, anticipa il governo e firma un’ordinanza che vieta, dal 19 dicembre al 6 gennaio, gli spostamenti tra comuni dopo le 14. San Marino, invece, autorizza il cenone di Capodanno.

  • 16:44 Viminale: rafforzati i controlli in locali e aree movida Più controlli nei ristoranti e nelle zone della movida. E’ quanto è stato deciso nel corso della riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduta questa mattina dal ministro Luciana Lamorgese. Per “la prevenzione del rischio di contagio – dice il Viminale – mirate attività di controllo interesseranno i locali pubblici e d’intrattenimento, nonché le aree abitualmente ritrovo dei giovani”.
  • 17 dic 16:18 Variati: “A Natale ci saranno regole eccezionali: in campo 70mila agenti” – VIDEO CHIUDI ✕
  • 17 dic 15:53 Boccia: “Tra venerdì e sabato Cdm per varo nuove misure” “Era già previsto un Consiglio dei ministri venerdì, non sappiamo quando e a che ora; una serie di provvedimenti saranno approvati oggi pomeriggio in Conferenza Unificata e Conferenza Stato-Regioni, tra venerdì e sabato sicuramente ci sarà il Consiglio dei ministri” per varare le nuove misure anti-Covid. Lo ha annunciato il ministro Francesco Boccia.
  • 17 dic 15:30 Polonia dal 28 dicembre in lockdown per tre settimane La Polonia entrerà in un regime di lockdown nazionale dal 28 dicembre al 17 gennaio per arginare l’epidemia di Covid. Lo ha annunciato il ministro della Salute, Adam Niedzielski, secondo quanto riporta il Guardian. Durante queste tre settimane chiuderanno hotel, piste da sci e centri commerciali.
  • 17 dic 15:27 Boccia: “Dovremo passare Natale ognuno a casa propria” “Dobbiamo fare delle scelte per tutelare i più fragili e gli anziani, a costo di sfiorare l’impopolarità. Dovremo passare il Natale ognuno a casa propria”. Lo ha detto il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, intervistato in diretta su Sky Tg24
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COMUNICATO STAMPA Petrolio Italia: nonostante un 2020 nero, si chiude un Bilancio in positività

giovedì, Dicembre 17th, 2020

Nonostante un 2020 investito dalla pandemia da Covid, la gran parte delle aziende di settore hanno tenuto alle criticità che da marzo 2020 si sono presentate sul territorio internazionale. Dalla prima ondata e relativi lockdown dove i consumi di carburanti si sono quasi azzerati, da settembre l’ottimismo delle aziende è cambiato e si è riscontrata una continuità sulle attività di Business e Relazioni con incontri specifici su nuovi Progetti in diverse location.

I consumi di carburante oggi risultano in aumento anche se con margini di vendita minori rispetto alla normale operatività. La perdita maggiore si riscontra nell’erogazione self-service nelle ore serali sino all’apertura mattutina, fascia orario sotto restrizione DPCM.

La fotografia sui mercati esteri mantiene il comparto dell’Oil & Gas internazionale in ripresa, forte anche di incontri in capo alle Compagnie Petrolifere che in questi ultimi mesi del 2020 hanno dato continuità ai Progetti già inizializzati, dimostrazione della politica di ENI in Libia, Egitto Kazakistan, ADNOC negli Emirati Arabi Uniti, SONATRACH in Italia nell’area siciliana di Augusta nonché alcuni progetti in operatività di SAIPEM Mozambico e altri in diverse Aree principalmente focalizzate nel continente Africano.

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La rotta tracciata da Mario Draghi

giovedì, Dicembre 17th, 2020
La rotta tracciata da Mario

Chi ha delle responsabilità istituzionali nella Ue e nell’Eurozona dovrebbe meditare da subito sul recente Rapporto del Gruppo dei 30 (″Reviving and Restructuring the Corporate Sector Post-Covid”), un forum che si occupa di economia e finanza e dove, in questa occasione, si affronta il tema della ristrutturazione e del rilancio dei sistemi economici post-pandemia. Il Rapporto, coordinato da Mario Draghi e da Raghuram Rajan, è un elaborato complesso di alte competenze internazionali in materia economica e finanziaria che tracciano le strategie per superare la più grave crisi del Dopoguerra. Per questo rappresenterà a lungo un riferimento per capire l’urgenza delle scelte presenti collocate in una prospettiva storica. Il rapporto può servire anche all’Europa per l’implementazione del Piano di Ripresa e Resilienza della Ue e sulle connesse scelte di politica economica dei Paesi membri. Ovvio che il Rapporto non riguarda la Ue e l’Eurozona, ma qui lo declino riflettendo sulla impostazione di Draghi, che viene da lontano. Farò uso quindi di varie citazioni consapevole della possibile arbitrarietà della selezione.

Draghi e le politiche europee dal 2011

Scelte urgenti e visione lunga sono una tipica caratteristica della analisi e della azione di politica economica di Mario Draghi. Si prenda il suo famoso “Whatever it takes” del luglio 2012 dal quale mosse la politica monetaria della Bce, che gradualmente (senza improvvisazioni) giunse fino all’ottobre del 2019 quando Draghi cessò dalla presidenza della Bce. Allora Draghi disse che ci si trovava “in una situazione caratterizzata da bassi tassi di interesse che non forniscono più lo stesso grado di stimolo registrato in passato, a causa della diminuzione del rendimento sugli investimenti nell’economia”. Per questo, egli disse, la politica monetaria poteva raggiungere i suoi obiettivi solo se affiancata dalle politiche di bilancio. Su questa evidenza Draghi aggiunse: “Da novembre 2014, infatti, la Bce pone sempre più enfasi sulla combinazione delle politiche macroeconomiche nell’area dell’euro. Una politica di bilancio più attiva nell’area consentirebbe l’aggiustamento più rapido delle nostre politiche e determinerebbe tassi di interesse più elevati”. Ed infine concluse che “le politiche di bilancio nazionali non sempre possono garantire il giusto orientamento per tutta l’area dell’euro. Il coordinamento delle politiche di bilancio decentrate è per sua natura complesso. Politiche non coordinate non bastano, in quanto gli effetti di propagazione tra i paesi delle politiche espansive sono relativamente bassi. Per questo l’area dell’euro ha bisogno di una capacità di bilancio di entità e struttura adeguate: sufficientemente ampia per stabilizzare l’unione monetaria, ma pensata in modo tale da non creare un eccessivo azzardo morale”.

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Anche la crisi di governo va in lockdown

giovedì, Dicembre 17th, 2020

Il clima proprio non c’è. E neanche l’affascinante coreografia di una crisi degna di questo nome, fatta di incontri, più o meno clandestini, falchi, colombe, pontieri e pompieri, movimenti, dichiarazioni preparatorie, titoli e sottotitoli. Dopo ampia ricognizione delle fonti, telefonate informate e approfondimenti del caso, il cronista arriva alla conclusione che anche la crisi di governo, paventata e minacciata a giorni alterni, va in lockdown. Magari non proprio in zona rossa, ma arancione sì. Almeno fino a Capodanno.

Certo Renzi si presenterà all’incontro con Conte giovedì mattina con un suo documento, un’agenda, diciamo così, “polemica” che non prevede cabine di regia, ma una severa richiesta di una regia, chiederà di ridiscutere tutto con maggiore serietà sul Recovery – risorse, allocazione, strumenti – a partire dalla sanità, pronuncerà la parola Mes, la più divisiva di tutte, eccetera, eccetera, però l’atto, quello vero, al momento, non è previsto. Perché, al netto dei titoloni, e il leader di Italia viva è bravissimo nel giocare sul filo della simulazione e della dissimulazione, il gesto che di fatto renderebbe il gioco duro è uno e uno solo: il ritiro della delegazione dei ministri dal governo. Non sarebbe l’apertura formale della crisi, ma e lì che si capisce se il gioco di fa serio oppure no.

Immaginate la scena, dopo un lungo e sofferto incontro: “Signori, abbiamo sempre detto che siamo qui per la politica, non per le poltrone. E la politica dice che le condizioni per una nostra permanenza nel governo non ci sono più, il che non significa che lasciamo la maggioranza, in questo momento delicato per il paese. Continueremo a sostenere i provvedimenti che ci convincono, ma ci rimarremo in modo autonomo, valutando di volta in volta ciò che riteniamo utile per gli italiani”. Insomma, mani libere, segno di una grande forza politica e morale propria di chi ha il controllo della situazione e non teme di perderlo.

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Salmaso “Se i contagi non scendono, iniezione anti-virus diventerà inutile”

giovedì, Dicembre 17th, 2020

“Se l’indice R resterà alto, se gli scettici saranno numerosi e se l’iniezione verrà interpretata come un lasciapassare per una vita senza cautele, allora non riusciremmo ad arginare la circolazione del virus”. Lo dice, in un’intervista a Repubblica, Stefania Salmaso, epidemiologa e componente del nuovo comitato scientifico dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) per la sorveglianza dei vaccini contro il Covid.

“Potremmo addirittura assistere a un effetto paradosso”, avverte l’edidemiologa. “Se la falsa sicurezza dell’iniezione ci facesse abbandonare cautele, distanze e mascherine, i contagi potrebbero addirittura risalire con il vaccino”.

Salmaso osserva:

“Non sappiamo se il vaccino blocca solo i segni clinici o impedisce anche l’infezione. Nel primo caso i vaccinati resterebbero potenziali anelli della catena di trasmissione. Dovrebbero mantenere mascherine e precauzioni e non raggiungeremmo l’immunità di gruppo o di gregge. Riusciremmo però a evitare i casi seri di malattia, riducendo il dato drammatico delle vittime, alleggerendo le terapie intensive e permettendo al sistema sanitario di curare anche gli altri malati. Sarebbe comunque un grosso passo avanti e i dati in questo senso sono incoraggianti”.

L’epidemiologa sottolinea l’importanza di un comportamento cauto durante le feste natalizie:

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Scuola, presidi contro la riapertura: «Il 7 gennaio? Impossibile»

giovedì, Dicembre 17th, 2020

di Lorena Loiacono

«È chiaro che vogliamo tutti rientrare a scuola – sottolinea Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi – ma auspichiamo che avvenga in completa sicurezza. Servono certezze sul servizio di trasporto pubblico, su cui si stanno svolgendo i tavoli con i prefetti: va potenziato perché utilizzato da buona parte degli studenti delle superiori. Avevamo chiesto di attivare screening con i tamponi su studenti e docenti ma non ne sappiamo nulla ancora. Insomma, il rischio oggi è di tornare a lezione solo per pochi giorni, per poi tornare tutti da remoto perché il rientro non è stato ben organizzato».

Ieri sera il premier Conte ha assicurato: «Abbiamo organizzato i tavoli con i prefetti per cercare di incrociare i dati dei trasporti pubblici e degli orari di entrata e uscita per evitare gli orari di punta». Uno dei problemi maggiori legati al rientro è proprio il trasporto pubblico, inadeguato al distanziamento nelle ore di punta. Da qui l’idea di scaglionare gli ingressi a scuola, per alleggerire il flusso dei passeggeri. Ma la scuola non ha orari flessibili: entrare tardi significa uscire tardi, sfalsando gli orari dei docenti di cui ci sarebbe bisogno in maggior numero e degli studenti che non avrebbero tempo per pranzare, rientrare a casa e poi studiare.

«Si sta pensando di individuare due orari diversi – spiega Paola Serafin, rappresentante dei presidi della Cisl scuola – uno alle 8 e uno alle 10. Ma le scuole superiori non hanno la mensa: come facciamo a tenere gli studenti al banco, a digiuno, fino alle 15 o alle 16? E per i laboratori come si fa? Sarebbe opportuno rivedere quel 75% in presenza: le scuole pronte possono arrivare al 100% in presenza ma quelle in difficoltà, come nelle grandi metropoli, dovrebbero essere autorizzate a fermarsi al 50%. È complicatissimo gestire gli orari in questo modo, le scuole lo sanno bene». Il problema sta anche qui: nei tavoli con i prefetti manca la componente scolastica sul campo: vale a dire docenti, presidi, personale ata che conoscono bene i problemi vissuti nelle prime settimane in presenza e quelli relativi alla nuova ripartenza.

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L’Europa dei diritti avanza

giovedì, Dicembre 17th, 2020
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di   Sabino Cassese

Il Parlamento europeo ha dato il voto finale al regolamento contenente il «regime di condizionalità», che lega i finanziamenti europei al rispetto dello Stato di diritto. La soluzione escogitata da Angela Merkel ha superato l’opposizione di Ungheria e Polonia e aperto la strada a questo voto. Quindi, dal primo gennaio 2021, dopo aver accertata la violazione dei principi dello Stato di diritto da parte di un Paese europeo, la Commissione potrà proporre il taglio o il congelamento dei fondi europei. Entro un mese, il Consiglio potrà votare, a maggioranza qualificata, sulle misure proposte dalla Commissione. Questa soluzione è stata definita dall’imprenditore di origini ungheresi George Soros una «resa». Da parte britannica sono arrivate altre critiche: il compromesso sarebbe astuto, ma poco coraggioso, quasi un trucco. Solo il capogruppo tedesco del Partito popolare europeo Manfred Weber ha esultato, parlando di una «svolta fondamentale dell’Unione». Così «chi non rispetta lo Stato di diritto non ha soldi dall’Unione». Vorrei provare a spiegare perché questo passaggio non è stato un cedimento, ma ha fatto, al contrario, fare all’Unione un balzo in avanti, dando ragione a quel che disse Helmut Schmidt, allora ministro delle Finanze e poi anch’egli cancelliere, in una memorabile conferenza tenuta a Londra il 29 gennaio 1974: «l’Europa vive di crisi».

Grazie all’equilibrio che ha del miracoloso, condito con molte sottigliezze giuridiche, al limite dell’arzigogolo, inventato da Angela Merkel con l’appoggio della posizione rigorosa assunta dal Parlamento, viene stabilito il principio che i Paesi che non rispettano i diritti fondamentali (la libertà di manifestazione del pensiero, il pluralismo dei media, la tutela delle minoranze, la libertà di associazione, l’indipendenza dei giudici, e così via) non possono contare sui finanziamenti europei, e, soprattutto, che per decidere questo non c’è più bisogno di una votazione all’unanimità.

A questo legame diritto-soldi si opponevano due Paesi entrati nell’Unione nel 2004, Ungheria e Polonia (seguiti inizialmente dalla Slovenia), che minacciavano di porre il veto sia sul bilancio settennale europeo 2021-2027, sia sui fondi per la ripresa e la resilienza. In sostanza, essi erano contro «coloro che hanno stabilito un legame tra bilancio europeo e lo Stato di diritto». Con una dichiarazione congiunta del 26 novembre scorso i due governi avevano utilizzato il potere di veto come merce di scambio per il ritiro della proposta di regolamento che condiziona il rispetto dello Stato di diritto all’uso di finanziamenti europei.

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