Archive for Dicembre, 2020

Lockdown a Natale, lite nel Cts. “Tocca al governo decidere”

mercoledì, Dicembre 16th, 2020

di ELENA G. POLIDORI

Il Cts si spacca sulle misure da mettere in campo per il Natale, mentre il governo (altrettanto diviso) aspetta di capire, attraverso il dibattito di oggi al Senato, su quale maggioranza potrà contare nel caso sia necessario prevedere chiusure drastiche durante le festività, sul modello tedesco, ma non solo. “Dalle giornate prefestive in poi, fino al 6-7 gennaio, pensiamo sia più utile per tutti chiudere il più possibile – incalza il ministro Boccia –. È una posizione, quella mia e di Speranza, che vogliamo condividere con le Regioni. Se la domanda è ‘si fa il cenone di Natale’, la mia risposta è no”. 

Dpcm Natale: cosa può cambiare per spostamenti e coprifuoco

Opinioni, al momento. Perché la politica – soprattutto a livello di esecutivo – attendeva ‘lumi’ della scienza prima di varare un nuovo dpcm con dentro un eventuale nuovo lockdown, ma questi ‘lumi’ non sono arrivati. O meglio: il Cts si è spaccato, ieri sera, proprio sul tema delle possibili chiusure. I tre direttori generali del ministero della Salute, Achille Iachino, Andrea Urbani e Giovanni Rezza non hanno firmato il verbale finale, evidenziando la spaccatura sulla decisione di non indicare misure specifiche e di fatto rinviando alla politica la responsabilità di prendere decisioni drastiche e profondamente impopolari.

Dpcm e Natale, riunione tesa del Cts

Gli scienziati, a quanto si è appreso, hanno condiviso la linea del rigore dopo gli affollamenti di strade e piazze nel fine settimana. E per questo hanno dato parere favorevole a misure restrittive per impedire alla curva dei contagio di impennarsi di nuovo. È solo che non hanno indicato la lista dei luoghi dove intervenire. È stato il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, a sottolineare i rischi di assembramenti “nei posti dove si abbassa la mascherina”, quindi bar, ristoranti e negozi. Più in generale sono stati chiesti interventi per impedire assembramenti, ma nulla di specifico in più rispetto a quanto già previsto nel Dpcm del 3 dicembre.

Insomma, quella ‘luce’ della scienza che, a detta degli addetti ai lavori, avrebbe dovuto indicare la strada al governo nel buio della seconda ondata e per evitare la terza, ieri è rimasta flebile, quasi impercettibile.

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Vaccino Covid di Pfizer: ok prima di Natale. Ma l’Italia resta un rebus

mercoledì, Dicembre 16th, 2020

di VERONICA PASSERI

I primi europei saranno vaccinati contro il Covid-19 entro fine anno, forse addirittura prima di Natale. Ma nessuno di loro potrebbe essere italiano. Mentre in Inghilterra è avviata la campagna di vaccinazione e la Germania – paese con un numero di morti minore dell’Italia ma che da oggi entrerà in un lockdown duro – fa pressing per poter iniziare a iniettare prima del 25 dicembre il primo vaccino approvato dall’Ema, quello PfizerBioNTech, l’Italia rischia di arrivare in ritardo. Soprattutto dopo l’accelerazione da parte dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, sul via libera al vaccino Pfizer. Oggi il commissario all’emergenza Domenico Arcuri incontrerà i ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia e il capo della Protezione civile Angelo Borrelli per la “riunione finale” sul progetto Primula.

Insomma, l’obiettivo è chiudere il piano vaccini. Nel frattempo la previsione della campagna di vaccinazione, ipotizzata dal governo per fine gennaio, è divenuta, quando tutti si affrettano, estremamente lontana. Tanto più che in Ue l’indicazione è quella di un avvio comune della vaccinazione negli Stati membri. La stessa Europa rischia di essere tra gli ultimi in un mondo, poi, dove Usa, Canada, Arabia Saudita, Russia, Giordania già vaccinano centinaia di persone al giorno. Ieri il quadro europeo è cambiato e i tempi si sono fatti ancora più stretti. Secondo il quotidiano tedesco Bild, infatti, l’Ema autorizzerà il vaccino Pfizer il 23 dicembre, in anticipo rispetto alla data stabilita del 29. Tutto fa pensare che il disco verde possa arrivare prima di Natale perché la stessa agenzia ha annunciato che convocherà una riunione per esaminare i dati su questo vaccino già il 21 dicembre. Sembra che la Germania voglia partire subito con la distribuzione, si parla del 26 dicembre o addirittura del 24.

L’Europa si sta dando una mossa.  E l’Italia? Di certo c’è in gioco la vita di migliaia di persone e, come la stessa maggioranza sussurra al governo, “non c’è un minuto da perdere”, perché “se l’Ema accelera perché non dovrebbe farlo il governo italiano?”.

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Covid Veneto, si teme un cedimento: «Ospedali al limite»

mercoledì, Dicembre 16th, 2020

di Andrea Pasqualetto inviato a Treviso

Covid Veneto, si teme un cedimento: «Ospedali al limite»

Le persone morte per il Covid-19 a Schio (foto dal Giornale di Vicenza)

All’obitorio di Montebelluna le salme non ci stavano più e le hanno spostate in un paesino della zona. «Siamo al collasso», urla il sindacato dei medici ospedalieri agitando così lo spettro di Bergamo. «Ma no, qui non ci sono camion dell’esercito e nessuno viene lasciato morire. Il problema e che convergono i pazienti di un altro ospedale», getta acqua sul fuoco il direttore generale dell’azienda sanitaria trevigiana, Francesco Benazzi. Questa è terra ad altissimo contagio, ragione per cui anche i funerali devono attendere perché i parenti non possono uscire di casa. I morti però sono troppi e spaventano.

Chirurgie a ritmo ridotto, «più ricoveri che a marzo e ad aprile»

Un centinaio di chilometri più in là, a Verona, stanno invece liberando frettolosamente decine di posti nelle terapie intensive: «Calerà l’attività ordinaria, prevalentemente chirurgica, per fare spazio ai Covid», sospira il direttore dell’azienda ospedaliera, Francesco Cobello, smentendo però la testimonianza choc di un infermiere che parlava di «caos e morti in corridoio». Poi c’è Schiavonia, in quella Bassa Padovana teatro dei primi casi e salita a esempio di efficienza nella lotta al virus, dove scuote la testa il primario di Anestesia e rianimazione, Fabio Baratto: «Sono molto preoccupato perché ho più ricoveri di marzo e aprile, manca il personale e quello che c’è è ridotto allo stremo. Devo dirlo, purtroppo: stiamo dando segni di cedimento».

Picco di contagi e di decessi

Treviso, Verona, Padova. Ma in Veneto il problema è generale e la gioiosa macchina della sanità che aveva superato brillantemente l’esame della prima ondata, è in frenata. A certificarlo sono i numeri: ieri la regione ha sfornato i peggiori d’Italia su contagi (3.324) e decessi (165), superiori anche a quelli della Lombardia, da sempre la pecora nera nazionale. «Siamo noi la nuova Lombardia», dicono i pessimisti. Per i morti si tratta di un picco, che potrebbe anche aver risentito dell’effetto sommatoria del fine settimana ma che lo stesso governatore Luca Zaia non esista a definire «pesante»: «Sì, situazione pesante, con più di tremila ricoverati. È come se quasi sette ospedali grandi di provincia fossero orientati Covid. Evidentemente non abbiamo più paura di morire…».

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Italia zona rossa a Natale (dal 24 dicembre al 6 gennaio): il parere degli scienziati è un caso

mercoledì, Dicembre 16th, 2020

di Monica Guerzoni, Fiorenza Sarzanini

Italia zona rossa a Natale (dal 24 dicembre al 6 gennaio): il parere degli scienziati è un caso

ROMA «Forse qualche ritocchino ci sarà…». Giuseppe Conte appare ancora indeciso mentre annuncia «qualche misura ulteriore», ma l’ala «dura» del governo vuole un Natale in rosso. Se dovesse spuntarla il fronte della massima cautela guidato da Speranza, Franceschini e Boccia, oggi stesso l’esecutivo potrebbe decidere il lockdown nelle due settimane più a rischio, dal 24 dicembre al 6 gennaio.

Una misura estrema, che declinata rispetto alla vita dei cittadini vorrebbe dire ristoranti chiusi, saracinesche dei negozi non alimentari abbassate e divieto di spostamento nel Comune, se non per urgenza, salute e necessità. In tv a Di Martedì il ministro Francesco Boccia non annuncia regali: «Si fa il cenone di Natale? La mia risposta è no. Ipotizzare assembramenti è folle. Ipotizzare cenoni oltre i conviventi è una cosa sbagliata. Noi abbiamo il dovere di salvare vite. I cenoni li faremo l’anno prossimo». Roberto Speranza punta a «chiudere il più possibile» e altrettanto fermo è Dario Franceschini, per nulla disposto a cercare «mediazioni e compromessi sulla salute degli italiani».

La scuola

Nulla di ufficiale, le fonti però raccontano che tra i ministri, scioccati dagli 846 morti di ieri, si rafforza l’idea di anticipare l’inizio delle vacanze scolastiche al 21 dicembre. Ed è scontro anche sui licei, con una parte del governo che ritiene troppo pericoloso tornare in presenza il 7 gennaio e Italia viva e M5S che preparano le barricate. E si litiga anche sugli assembramenti nelle vie dello shopping. I ministri che spingono per regole più severe vogliono chiudere tutto già da questo weekend, mentre Conte non ritiene giusto impedire di muoversi a chi ha già comprato biglietti ferroviari o aerei.

«Sarà dura ottenere il via libera alle misure più restrittive — ammettono i ministri che sostengono la linea del rigore —. Ma se non chiudiamo, a gennaio ci troveremo nel pieno della terza ondata». Il governo è spaccato su quanto energica debba essere la stretta e anche gli scienziati si dividono. Contrario a indurire troppo perché «le nostre misure stanno funzionando», Conte ha chiesto al Comitato tecnico-scientifico di mettere nero su bianco dove, quando e cosa bisogna chiudere. Ma gli esperti hanno faticato a trovare una linea comune, anche perché non vogliono fare da «foglia di fico» alla politica. Toccherà quindi al governo decidere quanto blindate saranno le feste degli italiani, quali categorie produttive dovranno essere risarcite e quanti soldi serviranno. Sui ristori è polemica e il tema sarà centrale nella Conferenza Stato-Regioni. Il primo incontro video delle 8.30 con i ministri Boccia e Speranza, il capo della Protezione civile Borrelli e il commissario Arcuri servirà a varare il Piano vaccinazioni. Poi la riunione proseguirà sulla stretta natalizia.

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Covid, Rezza: “Siamo ancora sopra la soglia critica per le terapie intensive”

mercoledì, Dicembre 16th, 2020

Siamo ancora sopra la soglia critica per l’occupazione dei posti in terapia intensiva e di area medica”. Lo ha detto il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, sottolineando che il livello dei decessi per coronavirus “è davvero molto elevato e ciò indica che in questi due-tre mesi il numero delle persone infettatesi è grande con una ripresa dell’epidemia imponente”.

Contagi, in Veneto oltre quota 3mila Analizzando la situazione epidemiologica, Rezza ha sottolineato: “Balza agli occhi il dato del Veneto che sta sopra i 3mila contagi con tasso di positività del 18%, mentre la Lombardia cala e c’è un netto miglioramento in Campania rispetto a un mese fa. Ciò dimostra che le misure restrittive funzionano: le Regioni che avevano incidenze più elevate e che sono state sottoposte a misure più restrittive ora stanno meglio delle altre”.

Vaccino, prima operatori sanitari poi Rsa e anziani Rezza ha quindi parlato del piano vaccini. “Nella prima fase è previsto che si vaccinino gli operatori sanitari e credo che in questo caso l’adesione sarà più elevata e il problema sarà avere tanto vaccino a disposizione. Oltre a loro verrà vaccinato anche il personale delle Rsa e si inizierà a vaccinare anche la popolazione anziana nelle Rsa. Poi la campagna procederà vaccinando prima gli anziani”. Con la vaccinazione, ha ricordato Rezza, “Gran Bretagna e Usa sono già partiti. Penso che presto partirà l’Ue, sarebbe bello partire almeno insieme a Francia e Germania”.

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Il Covid taglia il 31% della spesa per i menu di Natale: addio a una portata su tre

mercoledì, Dicembre 16th, 2020

Natale con i tuoi? Forse l’anno prossimo! A risentirne saranno anche le spese per cenone e pranzi in famiglia. Secondo Coldiretti, che ha analizzato l’impatto della pandemia sui consumi alimentari, sarà tagliata un terzo della spesa destinata al menu delle Feste, quantificata in 82 euro a famiglia, l’importo più basso destinato alle tavole di Natale da almeno 10 anni. Salta dunque una portata su tre.

In italia si moltiplicano i casi di nuovi poveri e chi ancora i soldi li ha, tende a risparmiare. A risentire della contrazione dei consumi sarà tutta la filiera alimentare con perdite stimate in 30 miliardi nel 2020.

Il rilancio potrebbe dunque arrivare grazie alle risorse del Recovery Plan e i progetti green della filiera. Nel settore alimentare la sostenibilità potrebbe tradursi in un volano per creare nuovi posti di lavoro. Gli investimenti in innovazione, ricerca e inserimento dei giovani in agricoltura potrebbero generare almeno 1 milione di nuovi contratti di lavoro in dieci anni.

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Renzi: “Non penso a far cadere il governo, ma diamoci una smossa”

mercoledì, Dicembre 16th, 2020

“Non penso a  far cadere il governo, ma ci sono 846 morti in 24 ore e davanti a questo non si può far finta di niente”. Lo afferma il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, al Tg5. “Ecco perché – aggiunge – diciamo al presidente del Consiglio: diamoci una smossa, mettiamo più soldi sulla sanità, mettiamo bene a frutto i soldi europei, smettiamola con le polemiche. La palla tocca al premier, noi quello che dovevamo dire lo abbiamo detto chiaro in Parlamento”. 

La prima condizione che pone Renzi, “la più importante, è quella sulla sanità: ci sono 36 miliardi di euro che potrebbero andare a irrobustire il nostro servizio sanitario, i nostri ospedali, i nostri infermieri, i nostri dottori. E’ inutile dire che sono degli eroi e poi non dar loro i soldi. I 36 miliardi sono bloccati per un no ideologico dei 5 Stelle e di Conte. A me sembra una follia. Prendiamo i soldi, mettiamoli nella sanità e smettiamola con le polemiche”.

“Nel caso in cui non ci troviamo d’accordo” Iv è pronta a ritirare le sue ministre dal governo, perché “non ci facciamo comprare con due poltrone. Anzi siamo disponibili a lasciare anche le due poltrone di ministre che abbiamo, non siamo alla ricerca di uno sgabello, noi vogliamo che l’Italia torni a correre”.

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Italia zona rossa o arancione a Natale, Il Cts: rischi-assembramenti. Ma nel verbale non ci sono le chiusure

martedì, Dicembre 15th, 2020

di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini

Italia zona rossa o arancione a Natale, Il Cts:    rischi-assembramenti. Ma nel verbale non ci sono  le chiusure

Maggiori controlli ma senza indicare chiusure specifiche. È questa l’indicazione del Comitato tecnico scientifico al governo. Nel verbale non si fa riferimento ad alcuna norma specifica da modificare. Gli scienziati condividono la linea del rigore dopo gli affollamenti di strade e piazze nel fine settimana. E per questo danno parere favorevole a misure restrittive per impedire alla curva epidemiologica di risalire. Lo scrivono nel parere del Comitato tecnico scientifico inviato al governo alla vigilia di nuove misure che dovranno essere prese in vista delle vacanze di Natale.

Al termine della seconda riunione convocata su richiesta dell’esecutivo il verbale degli esperti sposa la linea di chiusura ma senza fornire la lista dei luoghi dove intervenire. È stato il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro a sottolineare i rischi di assembramenti «nei posti dove si abbassa la mascherina», quindi bar, ristoranti e negozi. Più in generale sono stati chiesti interventi per impedire gli assembramenti. A seguire, verosimilmente tra domani e giovedì, il Governo vedrà le Regioni per un confronto sulle decisioni assunte.

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Coronavirus in Italia, il bollettino di oggi 15 dicembre: 14.844 nuovi casi e 846 morti

martedì, Dicembre 15th, 2020

di Paola Caruso

Coronavirus in Italia, il bollettino di oggi 15 dicembre: 14.844 nuovi casi e 846 morti

In Italia, dall’inizio dell’epidemia di coronavirus, almeno 1.870.576 persone (compresi guariti e morti) hanno contratto il virus Sars-CoV-2: i nuovi casi sono 14.844*, +0,8% rispetto al giorno prima (ieri erano +12.030), mentre i decessi odierni sono 846, +1,3% (ieri erano +491), per un totale di 65.857 vittime da febbraio. Le persone guarite o dimesse sono 1.137.416 complessivamente: 21.799 quelle uscite oggi dall’incubo Covid, +1,9% (ieri erano +22.456). E gli attuali positivi — i soggetti che adesso hanno il virus — risultano essere in totale 667.303, pari a -7.806 rispetto a ieri, -1,2% (ieri erano -10.922). La flessione degli attuali positivi — con il segno meno davanti — dipende dal fatto che i guariti, sommati ai decessi, sono in numero maggiore rispetto ai nuovi casi.

I tamponi sono stati 162.880, ovvero 59.296 in più rispetto a ieri quando erano stati 103.584. Mentre il tasso di positività è del 9,1% (l’approssimazione di 9,113%): vuol dire che su 100 tamponi eseguiti 9 sono risultati positivi; ieri era dell’11,6%. Questa percentuale dà l’idea dell’andamento dei contagi, indipendentemente dal numero di test effettuati. Qui la mappa del contagio in Italia.

Più contagi in 24 ore rispetto a ieri, a fronte di più tamponi. Un incremento scontato, visto che il numero di test è superiore a quello di lunedì. La buona notizia è che il rapporto di casi su tamponi scende al 9,1% (dall’11,6%). Desta preoccupazione l’indice Rt nazionale salito da 0,82 a 0,89, secondo i calcoli del fisico Roberto Battiston dell’Università di Trento. Ma l’andamento dell’epidemia non è uniforme su tutto il territorio: alcune regioni mostrano segni di miglioramento, altre sono alle prese con aumenti consistenti (di casi) a quattro cifre. Il problema? Non ci sono i numeri per riattivare il tracciamento (non più di cinque-diecimila casi).

Il Veneto rimane la regione più colpita dal 5 dicembre (+3.320 casi). Seguono in ordine decrescente: Lombardia (+2.404), Emilia-Romagna (+1.238), Lazio (+1.159), Piemonte (+1.106), Sicilia (+1.087) e Puglia (+1.023). In basso il dettaglio di tutte le regioni con relativi tamponi.

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Tredicesime mini, l’effetto Covid: tagli fino all’80%

martedì, Dicembre 15th, 2020

di CLAUDIA MARIN

Il Coronavirus falcidia anche le tredicesime. I lavoratori che hanno percepito la Cassa integrazione Covid in questi mesi rischiano di vedersi tagliata la mensilità straordinaria di dicembre fino all’80 per cento. A lanciare l’allarme sono stati gli economisti di Unimpresa. Ma qualche settimana fa anche dalla Cgia di Mestre era arrivato un allarme analogo: chi è finito in cassa integrazione a zero ore non ha potuto maturare il rateo mensile destinato alla tredicesima, con il rischio di perdere circa 100 euro per ogni mese di indennità ricevuta. Mentre, secondo un’indagine Coldiretti-Ixé, quattro italiani su dieci (40%) che riceveranno la tredicesima hanno programmato quest’anno di destinarla prioritariamente al risparmio, con una netta inversione di tendenza rispetto al passato quanto a prevalere nettamente erano i regali.

Proprio il capitolo ammortizzatori, relativo però agli autonomi, è al centro di una delle proposte più gettonate di governo, maggioranza e opposizione alla legge di Bilancio. La riforma degli ammortizzatori sociali, infatti, potrebbe passare, almeno in parte, per la manovra. E così l’idea di estenderli anche agli autonomi, i più colpiti dalla crisi Covid, nata dal ministero del Lavoro e dalla commissione di esperti istituita quest’estate da Nunzia Catalfo, potrebbe concretizzarsi in un emendamento ad hoc. Il governo sta anche valutando, secondo il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, di concedere agli stessi lavoratori professionisti o in partita Iva “un anno bianco”, senza il pagamento dei contributi per chi ha registrato un calo del fatturato di almeno un terzo. “Siamo orientati favorevolmente all’introduzione di un ammortizzatore sociale per gli autonomi della gestione separata Inps”, ha annunciato il viceministro dell’Economia, Antonio Misiani. “Ci sono proposte da parte di maggioranza e opposizione, ci stiamo lavorando per rendere possibile l’approvazione”, ha sottolineato.

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