Archive for Dicembre, 2020

Stop alla patrimoniale, emendamento inammissibile per mancanza di coperture

giovedì, Dicembre 3rd, 2020

La patrimoniale, almeno per chi l’ha proposta, resta un sogno. Ferma. Al palo. Lo stop alla proposta avanzata da Leu con un emendamento alla manovra è stato giudicato inammissibile dalla commissione Bilancio della Camera per «carenza o inidoneità della compensazione», cioè per mancanza di coperture. In giornata saranno comunque presentati i ricorsi sulle migliaia di proposte considerate inammissibili. 

«Ci sembra incredibile che un’imposta che garantisce maggior gettito venga respinta con questa motivazione. Per questo faremo ricorso contro questa decisione e ci aspettiamo una spiegazione, numeri alla mano, del perché questo sia accaduto». Lo affermano in una dichiarazione congiunta Nicola Fratoianni e Matteo Orfini, primi firmatari dell’emendamento sull’abolizione Imu e dell’imposta sui conti correnti e titoli, e con una tassazione progressiva sui grandi patrimoni, che è stato giudicato inammissibile dalla commissione Bilancio della Camera.

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Infrastrutture pubbliche: c’è l’elenco delle opere, ma non i commissari. Solo per Milano si corre

giovedì, Dicembre 3rd, 2020

di Andrea Bassi

Bisogna fare presto. Ma non troppo. Anzi. Meglio procedere con cautela. «Adelante Pedro, ma con juicio», come direbbe il Manzoni. Insomma, la storia dei commissari per sbloccare le opere pubbliche in Italia, rischia di diventare paradigmatica del perché invece, i cantieri vanno a passo di lumaca. La notizia, che potrebbe persino apparire buona, è che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha trasmesso in Parlamento l’elenco delle opere pubbliche da accelerare attraverso la nomina di commissari dotati di pieni poteri. Il decantato modello Genova, insomma.

Ristrutturazione, meno limiti sulle cubature. Non servirà il permesso per demolire e ricostruire con modifiche

La verità è che la lista delle opere è arrivata in Parlamento con sei mesi di ritardo e, ancora, senza l’indicazione del nome dei commissari che dovranno accelerare i lavori. Resta, insomma, l’impressione che l’unico sprint il governo sia riuscito a compierlo solo per sbloccare il miliardo di euro (il decreto è già stato firmato) da destinare agli interventi su strade e ferrovie lombarde in vista delle Olimpiadi invernali di Milano e Cortina del 2026.

La trasmissione in Parlamento dell’elenco delle opere da commissariare, invece, è arrivata in zona Cesarini. Il governo ha tempo fino a fine anno per adottare i Dpcm per il commissariamento, ma dovrà comunque attendere i 15 giorni che le Commissioni parlamentari competenti hanno a disposizione per esprimere il loro parere. 

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Ristrutturazioni, meno limiti sulle cubature. Non servirà il permesso per demolire e ricostruire con modifiche

giovedì, Dicembre 3rd, 2020

di Luca Cifoni

In Italia semplificare non è semplice. Il decreto che aveva questo obiettivo, approvato dal governo nel mese di luglio, dovrebbe ora trovare piena applicazione per quanto riguarda l’edilizia con la circolare che le ministre Dadone e De Micheli hanno inviato a Regioni, Province e Comuni e ai vari Provveditorati per le opere pubbliche. La novità più rilevante riguarda il concetto di “ristrutturazione edilizia” che viene decisamente allargato andando a includere anche gli interventi di demolizione e ricostruzione nei quali risultano alterati la sagoma, il prospetto, il sedime (ovvero la superficie su cui poggiamo le fondazioni) e le caratteristiche tipologiche. In tutte queste circostanze era necessario finora, per procedere, chiedere un permesso di nuova costruzione, salvo nel caso in cui i lavori fossero motivati da esigenze di adeguamento alla normativa anti-sismica. Ora invece questa procedura più rapida sarà possibile anche quando l’intervento ha altri obiettivi: migliorie all’accessibilità, installazione di impianti tecnologici e di efficientamento energetico. I due dicasteri fanno notare che si potrà anche aumentare la volumetria se ciò risulterà funzionale alla rigenerazione urbana. APPROFONDIMENTI

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Contemporaneamente però sono introdotti anche alcuni “paletti” di cui tener conto quando si ha a che fare con immobili sottoposti a vincoli previsti dal codice dei beni culturali: in questi casi non saranno ammessi aumenti di volumetria e sarà necessario mantenere le caratteristiche tipologiche originarie.

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Dpcm Natale, ristoranti chiusi negli hotel: niente cenone (e niente fuochi in terrazza)

giovedì, Dicembre 3rd, 2020

di Camilla Mozzetti

Alla fine l’abito delle grandi occasioni resterà nell’armadio. Quello di casa. L’ufficialità arriverà solo con il nuovo Dpcm del governo ma chi si era già immaginato – o aveva addirittura effettuato una prenotazione – per trascorrere il Veglione di Capodanno in un grand hotel della Capitale o in un’altra città italiana dovrà rivedere i piani.  APPROFONDIMENTI


Dopo una lunga discussione e a fronte delle verifiche compiute dall’esecutivo, che hanno accertato come le strutture alberghiere italiane stavano raccogliendo discrete adesioni in vista del cenone per la notte di San Silvestro, il governo ha tirato il freno a mano: gli hotel resteranno aperti e con essi le cucine delle strutture ma dalle 18 del 31 dicembre la cena sarà servita solo in camera al fine di evitare banchetti e arginare così il rischio resse e assembramenti.

Dunque non sarà negata la possibilità di passare una o più notti in albergo anche sotto le festività ma verranno banditi i veglioni e tutto ciò che ne segue. Compresi i fuochi d’artificio dalle terrazze come alcune strutture avevano già iniziato a pubblicizzare. Discorso diverso per le feste sulle crociere che saranno invece completamente bandite. Qualche giorno fa erano apparsi degli annunci, tra cui quello promosso dal “Piper club” – storico locale notturno della Capitale – che sponsorizzava il tour di Capodanno sulla Costa Smeralda (capienza 2.600 persone) con partenza da Civitavecchia il 31 dicembre alla volta di La Spezia. L’evento sarà annullato come quelli degli hotel che dovranno ora “aggiornare” i propri siti internet dal momento che le promozioni per il cenone di Capodanno sono ancora visibili. 

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Babbo Natale raddoppia il lavoro e va su YouTube. Regali e abbracci in arrivo

giovedì, Dicembre 3rd, 2020

di RITA BARTOLOMEI

Babbo Natale (foto Kimmo Syväri)

Rovaniemi (Finlandia) – Babbo Natale vuol salvare un sogno. E lo fa in diretta streaming, via social. Per scaldarci il cuore, come sempre, come si può. Stavolta, nei giorni del virus globale, non ne hanno bisogno solo i bambini ma anche gli adulti di tutto il mondo. Nella sua casa di Rovaniemi, in Lapponia, al circolo polare artico, attorniato dai suoi elfi, il personaggio più amato – in origine c’era il vescovo cristiano San Nicola – sta scrutinando i messaggi che gli sono arrivati da ogni parte del globo. Quest’anno è anche più indaffarato di sempre.

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Perché ‘Visit Finland’, il sito turistico ufficiale del paese più felice dell’universo – così nelle statistiche degli ultimi tre anni – lo ha ingaggiato per cancellare la tristezza di questi tempi difficili. Non possiamo abbracciarci? Niente paura, Babbo Natale ci farà da messaggero. Recapiterà non solo i regali del cuore. Ma anche i saluti, i desideri, persino le proposte di matrimonio degli ultimi romantici. Tutto il bene del mondo finisce nell’ufficio che non chiude mai. E da lì torna indietro con un carico di magia.

“Stiamo trascorrendo un periodo difficile – scrivono gli ideatori della campagna –. Magari non ci è possibile incontrare le persone più care. Per questo insieme a Babbo Natale vogliamo aiutarti a stare in contatto con chi è più importante per te, per fargli arrivare un pensiero”. Il piano della felicità è entrato nel vivo. I desideri sono stati raccolti, a migliaia. Ora inizia la selezione. “Nelle prossime settimane Babbo Natale esaminerà insieme ai suoi elfi tutti i messaggi e sceglierà quelli da trasformare in video di auguri”, informa il sito. Saranno caricati sul canale YouTube pubblico di ‘Visit Finland’, “te lo invieremo tramite e-mail entro il 13 dicembre”.

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Emesso un bond da un miliardo Domanda boom

giovedì, Dicembre 3rd, 2020

Successo per Poste Italiane (nella foto l’ad Matteo Del Fante) che ritorna sul mercato del debito con un’emissione in due tranche di un prestito obbligazionario ’serion unsecured’ denominato in euro, destinato a investitori istituzionali, per un ammontare nominale complessivo di 1 miliardo di euro, con un rendimento basso da record. L’emissione è stata molto ben accolta con una richiesta di oltre cinque volte i titoli offerti. L’emissione è finalizzata all’ampliamento della base degli investitori, alla riduzione dei costi, alla diversificazione delle fonti di finanziamento, nonché al riequilibrio e all’allungamento delle relative scadenze. La data prevista per il regolamento di entrambe le tranche è il 10 dicembre del 2020. I titoli saranno quotati sul mercato regolamentato gestito dalla Borsa di Lussemburgo

QN.NET

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Il fragoroso silenzio di Benedetto

giovedì, Dicembre 3rd, 2020

di DAVIDE RONDONI

Il silenzio di Papa Ratzinger è una esplosione, una detonazione in mezzo a un mondo di chiacchiere e menzogne. Ed è solo l’atto più recente di un Papa rivoluzionario, che ha fatto arrabbiare gli estremisti laicisti e quelli religiosi richiamando il legame tra fede e ragione, che ha sorpreso un mondo di carrieristi rinunciando all’incarico di Papa, e ha scandalizzato i benpensanti dialogando con atei filosofi della scienza o scrittrici appassionate. Lo scandalo del suo silenzio, della sua debolezza in cui riconosce un segno di Dio, fa ancora più rumore essendo la sua parola e il suo ragionare stimato da fedeli e avversari come parola chiara, autorevole, mite e forte.

In questo mutismo, in questa difficoltà di parola, emersa nel recente incontro con i neoeletti cardinali, il Papa emerito vede un invito di Dio a se stesso a riscopire il valore del silenzio: “Il Signore mi ha tolto la parola per farmi apprezzare il silenzio”. In questa frase tocchiamo due vertigini, due abissi per così dire collegati, che si aprono uno dentro all’altro. Non si tratta, infatti, di un pur giusto elogio del silenzio, solo di un richiamo al valore del non parlare in una epoca che ci frastorna di chiacchiere, di ciance, di commenti a sproposito, persino su cose delicate e complicate come una pandemia. Tale richiamo certo è giusto, in un momento in cui specie sui media e sui loro cugini furbetti, i social, si odono a destra e a manca chiacchiere confuse, anche da parte di chi avrebbe il dovere di parlar poco e chiaro, come tanti scienziati in questa fase. E possiamo immaginare che abisso di umiliazione e di prova ci sia in questa privazione per un uomo come Joseph Ratzinger.

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Messaggi ambigui all’Unione Europea

giovedì, Dicembre 3rd, 2020

di Massimo Franco

Il grillismo al tramonto sul piano politico sta accarezzando una vittoria di Pirro sul Mes. Essere riuscito a coalizzare il fronte populista, con l’aggiunta sorprendente di Silvio Berlusconi, sul «no» tutto ideologico al prestito europeo, segna un punto a favore del 5 Stelle: sebbene sia molto opinabile che lo segni anche a favore degli interessi dell’Italia. La sensazione è che abbia prevalso una lettura demagogica del Fondo salva Stati; e che, di nuovo, la maggiore forza di governo abbia subito il richiamo della foresta dell’ostilità populista all’Europa condivisa con la destra di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni: la stessa Europa alla quale il M5S cerca affannosamente di ancorarsi bussando alle porte delle famiglie politiche storiche. La protesta di deputati e senatori contro il «sì» ambiguo alla riforma garantito dal capo politico uscente, Vito Crimi, evoca perfino una possibile regressione.

È improbabile che sul Mes il governo vada in crisi. Ma i rischi crescono, se non altro per i numeri parlamentari. E comunque non è difficile prevedere che quest’ultimo scarto, rivendicato con iattanza dall’intera nomenklatura, peggiorerà la percezione del Movimento nelle cancellerie europee. Ma sarebbe il male minore. Il problema è che indebolirà l’Italia e il suo governo a livello continentale, perpetuando l’immagine di un Paese imprevedibile e perentorio nel chiedere fondi ma non nel fornire garanzie a chi li presta. Lo stesso premier Giuseppe Conte ne riemergerà ammaccato, seppure sulla poltrona di Palazzo Chigi. Insomma, sembra proprio il trionfo della peggiore ideologia, in un momento in cui l’emergenza del coronavirus imporrebbe il massimo di pragmatismo e di senso di responsabilità.

Le reazioni sconcertate che si avvertono nelle file di Forza Italia raccontano un disorientamento palpabile. È come se con il suo «no» alla riforma del Mes, Berlusconi si fosse riallineato in modo subalterno a una Lega che appena pochi giorni fa aveva indotto a votare sì allo scostamento di bilancio insieme con Fratelli d’Italia. Uno degli effetti collaterali è di avere incrinato in modo serio i rapporti con la cancelliera tedesca Angela Merkel e col Partito popolare europeo, che si erano battuti a favore dell’Italia anche contro alcune nazioni Est e Nord-europee; e di avere rincuorato l’ala del grillismo più ostile al prestito. Evidentemente, la tregua interna al centrodestra italiano è così precaria da doversi affidare a una sorta di prova di lealtà quotidiana.

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Mes, cosa prevede la riforma? Le modifiche e il significato per l’Italia

giovedì, Dicembre 3rd, 2020

di Federico Fubini

Un ministro di un altro Paese dell’area euro esprimeva qualche tempo fa la sua meraviglia verso l’Italia: «Siete il solo Paese in cui la riforma del Mes finisce in prima pagina – diceva questo esponente politico -. I miei elettori non sanno neanche cos’è!». Si sarebbe potuto rassicurare questo ministro: neanche gli elettori italiani e i loro politici, in grandissima parte, sanno realmente cos’è il Meccanismo europeo di stabilità (Mes). Solo che in Italia è diventato il simbolo di una divisione più profonda: fra europeisti e antieuropei; fra coloro che pensano che l’Europa sia il presente, il futuro dell’Italia e forse la sua sola salvezza e quelli che si sentono o si dichiarano minacciati dalle regole di Bruxelles.

Come tutti i simboli, il merito del Mes e della sua riforma – approvata sul piano politico dai ministri dell’Economia lunedì scorso dell’area euro – spesso finisce in secondo piano. Ma vale la pena vederne almeno i cinque aspetti salienti: tre rilevanti perché sono stati varati dall’Eurogruppo lunedì scorso e due rilevanti proprio perché non fanno parte della riforma (anche se alcuni Paesi avrebbero voluto introdurli). Vediamo dunque prima di tutto cosa c’è nella riforma del Mes e poi cosa non c’è.

1. Il paracadute per le banche

La riscrittura del trattato sul Mes introduce la possibilità di anticipare all’inizio del 2022, cioè di fatto fra un anno, il cosiddetto «backstop» al Fondo unico di risoluzione per le banche. Di che si tratta? Si può pensare al «backstop» come a un paracadute finanziario, le cui risorse proverrebbero dal Mes, da aprire quando una banca in dissesto va smantellata, ma le risorse disponibili per farlo in modo ordinato – cioè mantenendo l’operatività per i clienti – non bastano. In base ai meccanismi dell’Unione bancaria in Europa queste risorse per la «risoluzione» di una banca (il suo smantellamento in un’ordinata procedura fallimentare) vengono messe a disposizione da tutte le banche europee di dimensioni rilevanti, che versano ogni anno dei contributi a questo scopo in un Fondo unico. Il Fondo unico di risoluzione viene gestito dal Comitato unico di risoluzione («Single Resolution Board») un organismo strutturalmente incorporato nella Commissione europea. Dunque si tratta di una messa in comune del rischio finanziario: se una banca cipriota finisse in risoluzione – poniamo – il Fondo unico potrebbe essere chiamato a contribuire per mantenerne l’operatività (per esempio, la gestione e la distribuzione ordinata ai clienti della liquidità agli sportelli) anche grazie a contributi di banche tedesche, finlandesi o olandesi.

Poiché però le banche europee hanno iniziato a contribuire al Fondo unico da poco, le sue risorse sono ancora limitate. È possibile che una «risoluzione» (fallimento) di un istituto debba assorbire più denaro di quanto sarà presenti nel Fondo unico nel 2022 o nel 2024. Di qui la necessità di un «backstop», letteralmente un supporto, o «paracadute». In base all’accordo dell’Eurogruppo dell’altra sera, questo supporto può venire da una parte dei fondi del MES: denaro raccolto a debito dal Meccanismo europeo di stabilità sulla base di una quota di capitale e garanzie di ciascuno degli Stati dell’Unione bancaria. È dunque un meccanismo di sostegno reciproco in Europa, che nel complesso favorisce i cittadini dei Paesi e i clienti delle banche più deboli perché offre loro un’ulteriore rete di sicurezza. Il Fondo unico – cioè il pool di risorse generate dalle banche – dovrà poi negli anni rimborsare il Mes.

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Covid, Mantovani: «Tempi record per il vaccino, ma serve una campagna informativa o andremo a sbattere»

giovedì, Dicembre 3rd, 2020

di Silvia Turin

Covid, Mantovani: «Tempi record per il vaccino, ma serve una campagna informativa o andremo a sbattere»

Il 2021 sarà l’anno del vaccino contro il Covid-19. Alcuni candidati sono in dirittura d’arrivo e altri verranno, in un panorama variegato che offre piattaforme diversificate, tradizionali o innovative, apre a grandi speranze, ma lascia da sciogliere alcuni dubbi. Per fare chiarezza sul vasto tema è nato un documento dell’Accademia dei Lincei preparato da Alberto Mantovani e Guido Forni, con il contributo di esperti fra cui Rino Rappuoli, che si propone di condividere le conoscenze come parte della responsabilità sociale dell’antica istituzione scientifica.

È di ieri la notizia del via libera, da parte dell’ente britannico per i farmaci, al vaccino americano prodotto dalla Pfizer. Quanto è importante esserci arrivati?

«La scienza ogni tanto fa miracoli — commenta il professor Mantovani, immunologo di fama mondiale, direttore scientifico dell’Istituto Humanitas di Milano e professore emerito dell’Humanitas University —. Non mi riferisco solo al candidato della Pfizer, ma a tutti i vaccini che stanno per essere approvati, anche se in via emergenziale. Lo abbiamo scritto nel rapporto dell’Accademia: è sicuramente un passo importante, che lascia aperte alcune incognite».

Si riferisce alla sicurezza?
«Condividiamo l’idea di un’approvazione accelerata, perché non possiamo dimenticare il contesto in cui ci muoviamo: le vittime numerosissime e i problemi di salute che verranno, dato che stimiamo che pagheremo un caro prezzo negli anni in termini ad esempio di incidenza di tumori. Ci sono una serie di passaggi burocratici che sono stati snelliti, ma non si sono saltate delle tappe: i vaccini in dirittura d’arrivo saranno stati sperimentati su decine di migliaia di persone, con effetti collaterali a tutt’oggi accettabili».

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