Vaccino, il piano è in salita: operazioni a rilento, si parte dallo Spallanzani
sabato, Dicembre 19th, 2020di Mauro Evangelisti
A Natale partiranno dal Belgio 9.750 dosi del vaccino Pfizer-BioNTech. Il 26 saranno consegnate all’Istituto Spallanzani di Roma, dove ci sono dei super frigoriferi che possono conservare fino a 300mila fiale. Il giorno dopo saranno distribuite in tutta Italia, in particolare 1.620 andranno in Lombardia, 975 in Emilia-Romagna, 955 nel Lazio, 910 in Piemonte e 875 in Veneto. Il 27 dicembre, in contemporanea con gli altri Paesi europei, inizierà la vaccinazione anti-Covid, anche se sarà una partenza simbolica, visto il numero limitato di dosi. Le primissime vaccinazioni in Italia saranno eseguite, già al mattino del 27, allo Spallanzani, l’ospedale di eccellenza che ha vissuto un 2020 in prima linea contro il coronavirus: a dieci tra infermieri, medici e ricercatori (donne e uomini) sarà somministrata la prima dose di Pfizer-BioNTech. Nel pomeriggio si procederà nel resto d’Italia.
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LE TAPPE
Entro
gennaio le dosi saranno oltre 1,8 milioni. Successivamente si
aggiungeranno quelle di Moderna, da cui ieri l’Unione Europea ha
acquistato altri 80 milioni di fiale (in totale 160). Questo è lo
scenario, ma ci sono alcuni intoppi lungo la strada. Non c’è solo il
tema della catena del freddo che dovrà essere garantita a Pfizer
(sempre sotto meno 70 gradi). Il bugiardino del vaccino (BNT162b2c),
distribuito nel Regno Unito, spiega che ogni flaconcino (0,45 ml)
contiene 5 dosi di 30 microgrammi che vanno scongelate, preparate e
diluite, somministrate a coppia a distanza di 21 giorni. La persona è
protetta sette giorni dopo la seconda iniezione.
I NODI
Primo problema: una volta scongelato, il vaccino non diluito può essere conservato per un massimo di 5 giorni a una temperatura tra 2 e 8 gradi e fino a 2 ore fino a 25 gradi. In sintesi: prima di togliere dai super frigoriferi le fiale bisognerà avere ben chiaro il percorso della vaccinazione. Ma c’è anche altro: è necessaria la presenza di un medico per controllare chi viene vaccinato per 30 minuti (prima e dopo l’iniezione). Sia chiaro: gli effetti collaterali rientrano nella normalità, ma comunque sarà necessario vigilare. Oltre alle reazioni allergiche, sono possibili febbre, mal di testa, dolori alle ossa. Adolfo Pagnanelli, primario del pronto soccorso del Policlinico Casilino di Roma: «Ci si potrebbe organizzare un po’ come in un seggio elettorale, con un medico che sovrintende alle iniezioni in 3 o 4 postazioni». Altro problema: la più ampia vaccinazione della storia avverrà in piena pandemia, con sistemi di protezione, percorsi, divisioni e questo rallenterà moltissimo le operazioni. «Dobbiamo anche capire – racconta il dottor Pier Luigi Bartoletti, medico romano che guida le Usca-r nel Lazio – se sarà necessario eseguire il tampone a tutti, prima di vaccinarsi».