Archive for Gennaio, 2021

Le scelte che hanno davanti Conte e i partiti

venerdì, Gennaio 29th, 2021

ALESSANDRO SERRANO’

La crisi di governo innescata dall’uscita di Italia Viva e Matteo Renzi dalla maggioranza che sostiene il governo Conte va ormai avanti da due settimane senza che si intraveda una facile soluzione. La situazione è particolarmente difficile da sbloccare perché nessuno dei partiti coinvolti, né nella maggioranza né nell’opposizione, ha solo da guadagnare o da perdere: praticamente ogni scenario prevede dei pro e contro che i leader politici vogliono rimandare, soppesare con calma o negoziare fino all’ultimo minuto disponibile. Queste, al momento, sono le scelte che hanno davanti nell’ultimo giorno di consultazioni al Quirinale per la formazione di un nuovo governo, con qualche semplificazione, e la premessa che in queste settimane le cose sono già cambiate diverse volte, e rapidamente.


Italia Viva

(Alberto PIZZOLI / POOL / AFP

Il partito di Matteo Renzi sta riuscendo, per ora, nell’obiettivo che si era posto nel breve termine: indebolire il presidente del Consiglio uscente Giuseppe Conte, che Renzi critica ormai da molti mesi sia per questioni di merito – la sua gestione del Recovery Fund e del MES – sia probabilmente per questioni di interesse politico: una eventuale prosecuzione della carriera politica di Conte potrebbe prosciugare l’elettorato centrista a cui si rivolge proprio Italia Viva. Nel colloquio avuto ieri col presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il partito di Renzi ha fatto capire che non accetterebbe un nuovo incarico a Giuseppe Conte, almeno non nell’immediato. Ma in altre sedi ha anche dimostrato di considerare questo punto negoziabile.

Sostenere un nuovo governo guidato da Conte: così facendo otterrebbe sicuramente maggiore influenza, per esempio sul piano da predisporre per accedere al Recovery Fund, e qualche ministero di peso. Ma verrebbe accusata da tutto l’arco politico di aver paralizzato il paese per settimane per una crisi infruttuosa, e per ottenere incarichi e un peso maggiore nel governo. Col rischio di essere continuamente presa di mira da alleati e oppositori e di ridurre ulteriormente i propri consensi in vista nelle prossime elezioni, previste attualmente per il 2023.

Rimuovere Conte e far accettare a PD e M5S un nuovo presidente del Consiglio: Renzi uscirebbe vincitore dallo scontro politico con Conte, dimostrando che non si può fare una maggioranza senza Italia Viva e che la sua strategia ha portato al risultato che auspicava. E oltre a ottenere maggiore influenza nel prossimo governo, depotenzierebbe un potenziale avversario per le future elezioni. Ma al momento sia il Partito Democratico sia soprattutto il Movimento 5 Stelle non sembrano smuoversi dal loro sostegno a Conte, per ragioni diverse. I dirigenti e i potenziali elettori del PD lo apprezzano molto, almeno per ora, mentre nel M5S nonostante qualche subbuglio l’appoggio a Conte è il collante che tiene insieme un partito in crisi ormai da mesi.

Sostenere un “governo istituzionale”: l’altra ipotesi citata da Renzi nella sua conferenza stampa gli garantirebbe una vittoria di immagine, ma diluirebbe il peso di Italia Viva nel nuovo governo. A meno di sorprese sarebbe infatti sostenuto da una maggioranza più ampia del governo uscente: cioè quella che viene chiamata “maggioranza Ursula”, che comprende anche Forza Italia o comunque almeno un pezzo del centrodestra.

– Leggi anche: Cos’è la “maggioranza Ursula”

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Covid, vaccino monodose di Johnson & Johnson efficace in media al 66%

venerdì, Gennaio 29th, 2021

di Cristina Marrone

Covid, vaccino monodose di Johnson & Johnson efficace in media al 66%

Il tanto atteso vaccino monodose di Johnson & Johnson non sembra proteggere dal Covid-19 con una sola dose , almeno non quanto gli altri vaccini di Pfizer e Moderna già approvati (a doppia dose) . La casa farmaceutica ha annunciato venerdì che il vaccino è stato efficace globalmente nel 66% dei casi per prevenire malattie moderate (dati su tre continenti)mentre si è rivelato molto più protettivo (85%) contro i sintomi più gravi.

Diversità geografiche

Ci sono variazioni geografiche: il vaccino ha funzionato meglio negli Stati Uniti con un’efficacia del 72% su casi moderati e gravi mentre l’efficacia è calata al 57% in Sud Africa dove circola la variante sudafricana. Lo studio di fase 3 avanzata denominato «Ensemble» si è svolto su oltre 44.325 adulti di età superiore ai 18 anni con 468 casi di Covid-19 durante la sperimentazione. (qui l’approfondimento su che cosa significa dato di efficacia). L’efficacia è certamente inferiore ai vaccini a mRna di Pfizer e Moderna che sfiorano il 95% ma comunque migliore di Astrazeneca già in uso nel Regno Unito e altri Paesi (efficacia globale al 62%). L’enorme vantaggio è che i risultati di J&J si ottengono con una sola dose, dettaglio non da poco in un panorama che vede grande penuria di vaccini. Inoltre si conserva per tre mesi in normali frigo, senza la necessità di potenti congelatori. «Il nostro obiettivo è sempre stato quello di creare una soluzione semplice ed efficace per il maggior numero di persone e di avere il massimo impatto per aiutare a porre fine alla pandemia , ha affermato Alex Gorsky, amministratore delegato Johnson & Johnson. Preoccupante invece la peggiore performance sulla variante sudafricana su cui vanno tenere gli occhi aperti (stesso problema rilevato da Novavax con efficacia appena del 49% su variante sudafricana). (Qui i dati di efficacia dei vari vaccini)

Autorizzazione in emergenza

Johnson & Johnson ha affermato di aver intenzione di richiedere l’autorizzazione di emergenza del vaccino alla Food and Drug Administration, l’agenzia regolatoria statunitense che si occupa di farmaci, la prossima settimana. Il gruppo Johnson&Johnson si è impegnato a distribuire 100 milioni di dosi di vaccino agli Usa entro fine giugno, 200 milioni all’Unione europea entro la fine dell’anno, e altri 200 milioni circa ai Paesi in via di sviluppo dopo giugno.

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Regioni, nuovi colori oggi: Rt a 0,84 nei dati monitoraggio Iss. In calo l’incidenza dei casi

venerdì, Gennaio 29th, 2021

di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini

L’Rt nazionale è ancora in calo rispetto a una settimana fa ed è sceso da 0,97 a 0,84 nella settimana 18-25 gennaio. In forte discesa anche l’incidenza dei casi: ora sono 289,35 ogni 100.000 abitanti anziché 339,34 del periodo 4-17 gennaio. Lo fa sapere l’Iss. L’indice era già in calo da 5 settimane. Tuttavia, si legge nel report settimanale , «l’incidenza è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti». Come è noto, perché i casi siano tracciabili il livello deve scendere sotto i 50 casi ogni 100.000 abitanti. Ora toccherà al ministero della salute stabilire con un’ordinanza in quale colore collocare ciascuna regione: tale valutazione, come è noto, è la risultante di 21 indicatori differenti.

Per quanto riguarda i singoli territori, nella settimana di monitoraggio rimane molto alta l’incidenza nella Provincia Autonoma di Bolzano (582,75 per 100.000 dal 18 al 24/1)». Anche una regione, l’Umbria, rimane con una classificazione complessiva di rischio alta (contro 4 della scorsa settimana), mentre 10 Regioni sono classificate con rischio moderato e altre 10 con rischio basso. . «Questa settimana – si legge nel rapporto – si continua a osservare un miglioramento del livello generale del rischio. Una regione (Molise) ha un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2». Le regioni con rischio moderato sono Abruzzo, Friuli Venezia Giulia , Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Provincia di Bolzano (ad alto rischio di progressione), Provincia di Trento, Puglia e Toscana. Rischio basso per Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Molise (ad alto rischio progressione), Piemonte, Sardegna, Sicilia, Val d’Aosta e Veneto.

Ecco l’indice rt di ogni singola regione o provincia autonoma:

Abruzzo: 0,81
Basilicata : 0,91
Calabria: 0,82
Campania: 0,97
Emilia Romagna: 0,77
Friuli Venezia Giulia: 0,68
Lazio: 0,73
Liguria: 0,87
Lombardia: 0,84
Marche: 0,88
Molise: 1,51
Piemonte: 0,82
Alto Adige: 0,80
Trentino: 0,56
Puglia: 0,90
Sardegna: 0,81
Sicilia: 0,98
Toscana: 0,95
Umbria: 0,96
Valle d’Aosta: 0,82
Veneto: 0,61

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Benno Neumair è in carcere per la scomparsa dei coniugi di Bolzano

venerdì, Gennaio 29th, 2021

di Marco Angelucci, Giusi Fasano, Luigi Ruggera

Benno Neumair è in carcere per la scomparsa dei coniugi di Bolzano

Nella notte Benno Neumair è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Il trentenne istruttore di fitness si è presentato in Procura accompagnato dai suoi legali — che hanno detto: «Lo abbiamo accompagnato noi in Procura per farlo costituire spontaneamente» — , dopo aver saputo in serata dalla stessa Procura che gli sarebbe stato notificato a breve un provvedimento di fermo molto articolato. Benno è arrivato davanti ai magistrati all’una di notte, e ora si trova nel carcere di via Dante a Bolzano: lunedì ci sarà l’udienza di convalida. Secondo la nota della Procura nel corso delle indagini sono stati acquisiti alcuni nuovi elementi che hanno permesso di incastrare il trentenne insegnante.

Fin dall’inizio dell’indagine i sospetti di sono indirizzati su Benno Neumair: quando era stato sentito come testimone c’erano molti punti che non tornavano nella sua ricostruzione. Il più importante era il buco di mezz’ora nel suo alibi: il suo telefonino infatti era rimasto staccato dalle 21.32 alle 21.57 della sera del 4 gennaio in cui sono i scomparsi i suoi genitori Laura Perselli e Peter Neumair. Insieme a questo molti altri piccoli dettagli raccolti nel corso di un’indagine lunga e complessa. Ovvero il tentativo di lavare l’auto dei genitori con l’acqua ossigenata qualche giorno dopo la scomparsa, i vestiti lasciati a casa della fidanzata e le tante piccole incongruenze che hanno cominciato ad emergere dalla sua ricostruzione. Per provare a giustificare la sua posizione, Benno Neumair aveva anche consegnato agli inquirenti un piccolo quantitativo di hashish sostenendo che, la sera della scomparsa dei genitori, si era fermato a fumare uno spinello nei pressi del laghetto dei pescatori. A circa due km da quel punto, sul ponte di Ischia Frizzi, i carabinieri hanno trovato tracce del sangue di Peter Neumair.

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Covid, Crisanti: «Per toglierci la mascherina ci vorranno un paio di anni»

venerdì, Gennaio 29th, 2021
Le parole del virologo a Piazzapulita su La7 – Ansa /CorriereTv
Andrea Crisanti: “Psicologicamente l’anno peggiore sarà questo. Abbiamo la speranza dei vaccini ma è una speranza frustrata. La mascherina? Ci vorranno un paio d’anni per potercela togliere”.
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Vaccini, allarme di Arcuri: «Moderna taglia le dosi del 20%, ce ne mancano almeno 300mila»

venerdì, Gennaio 29th, 2021

Caos vaccini, dopo Pfizer e Astrazeneca anche Moderna annuncia un taglio nelle consegne delle dosi. «Moderna ci ha appena informato che per la settimana dell’9 febbraio delle previste 166mila dosi ne consegnerà 132mila, il 20% in meno». Lo ha annunciato il Commissario per l’Emergenza Domenico Arcuri. «Il nostro stupore, la nostra preoccupazione e il nostro sconforto aumentano, ormai quasi ogni giorno le previsioni subiscono una rettifica» ha aggiunto. APPROFONDIMENTI

Vaccino Covid, l’Ema: «Pfizer è sicuro, non collegato a decessi». L’azienda: «Seconda dose necessaria»

«Ci mancano almeno 300mila dosi di vaccino che avremmo dovuto ricevere e che non abbiamo ricevuto. Un italiano ogni 23 si è contagiato da inizio epidemia», per oltre 2,5 milioni di casi ma «grazie alle misure di contenimento la curva viene tenuta entro ambiti di non esplosività», ha aggiunto Arcuri.

L’obiettivo strategico «è quello di dare all’Italia una rete di ricerca e sviluppo migliore di quella precedente», in grado anche di arrivare a produrre «un livello accettabile di vaccini e farmaci idonei a contrastare il Covid», ha proseguito il commissario sottolineando che la scelta «autoctona non significa che l’Italia non continuerà a sostenere un’azione comune europea».

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Governo, mandato esplorativo o maggioranza istituzionale: il borsino della crisi e i tempi

venerdì, Gennaio 29th, 2021

di Francesco Malfetano

Conte ter o larghe intese? Elezioni anticipate o governo istituzionale? A consultazioni quasi terminate (oggi al Colle andranno il centrodestra e il Movimento 5 stelle) il borsino della crisi si aggiorna rapidamente. Così scendono ancora, ad esempio, le quotazioni di un terzo governo Conte, vittima dei mai palesati responsabili e della giravolta del senatore ‘costruttore per una notte’ Luigi Vitali. Ma lo stesso fanno anche le chances di elezioni anticipate. Queste, almeno per il momento, non sembrano interessare nessuno. Al punto che non solo nessuno le ha ancora evocate al Quirinale (potrebbe farlo Giorgia Meloni oggi) quanto quasi nessuno le chiede più ad alta voce

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Le soluzioni

Congelate invece le due opzioni più stabili: un Conte ter con dentro Italia Viva (le dichiarazioni di ieri di Matteo Renzi sono quasi state una pietra tombale e oggi qualcosa di molto simile potrebbe essere apposto anche dai cinquestelle) e un esecutivo di larghe intese (per il centrodestra se ne può parlare solo a Conte sconfitto definitivamente). Al contrario sono date in risalita le quotazioni di un nuovo governo PD-M5S ma senza l’attuale premier. Una possibilità che potrebbe essere valutata nei prossimi giorni con l’affidamento di un mandato esplorativo, magari – almeno in principio – ad un nome istituzionale come il presidente della Camera Roberto Fico. E la via istituzionale è al centro anche dell’ultimo titolo considerato in ascesa nel borsino della crisi: un governo istituzionale potrebbe sopperire alla mancata riuscita dell’operazione esplorativa. In buona sostanza è ancora tutto in divenire, d’altronde come sosteneva Giulio Andreotti: «In politica i tempi del sole e della pioggia sono rapidamente cangianti».

I tempi

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Giorni della merla: cosa sono, storia, leggende e scienza

venerdì, Gennaio 29th, 2021

Ogni anno la fine del mese di gennaio acquista un significato tutto particolare: il 29, 30 e 31 sono infatti chiamati i giorni della merla, quelli che per tradizione sono considerati i più freddi dell’anno. In realtà questa convinzione ha fondamenta folkloristiche più che scientifiche, ma la sua storia merita comunque di essere raccontata, perché piuttosto curiosa.

I giorni della merla: perché si chiamano così

Come spesso accade, quando parliamo di tradizioni popolari, non è possibile stabilire con certezza l’origine della locuzione “giorni della merla”. Nel corso del tempo gli studiosi hanno identificato almeno quattro storie che potrebbero spiegarne la nascita: due riguardano il Po, altre due un uccello alle prese con il gelo invernale.

Le ipotesi che ruotano attorno al più lungo fiume italiano fanno entrambe riferimento alla difficoltà di attraversarlo da una sponda all’altra e al fatto che in inverno, quando le acque ghiacciano, è decisamente più semplice compiere la traversata: basta camminarci sopra, badando solamente a non scivolare. Secondo alcune fonti questa soluzione fu adotta per trasportare un cannone chiamato Merla sulla riva opposta, mentre altre citano l’attraversamento compiuto dalla nobildonna De Merli per raggiungere il marito che si trovava nei territori al di là del corso d’acqua.

Le storie che tiranno in ballo i volatili hanno natura leggendaria. La prima racconta che un tempo i merli avevano un piumaggio bianco: sul finire di gennaio, per proteggersi dal freddo intenso, una famiglia si rifugiò in un comignolo per beneficiare del calore emanato dal camino acceso in casa. Ne uscì l’1 febbraio sporca di fuliggine e da quel momento i merli maschi hanno le piume nere, così come i suoi neonati, mentre le femmine le hanno grigie: la ragione di questa differenza di tonalità resta senza risposta.



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Chi ha il vaccino dia la licenza a chi non ce l’ha

venerdì, Gennaio 29th, 2021

di MICHELE BRAMBILLA

Ecco una proposta che forse può sembrare da socialismo reale, oppure da Papa Francesco, oppure ancora così ingenua da ricordare il Tenero Giacomo della Settimana Enigmistica. Dunque, la candida proposta è la seguente: visto che abbiamo urgenza di vaccinare più persone possibili, e visto che molte aziende farmaceutiche non sono ancora in grado di produrre vaccini sicuri, non potremmo chiedere a chi è più avanti nei risultati di concedere agli altri il brevetto – o la formula o la ricetta, non so come si chiami – e fargli produrre su licenza lo stesso suo vaccino? Sarà anche un’utopia, ma l’alternativa è la guerra sui vaccini cui stiamo assistendo. Guerra che è una vergogna.

Stiamo infatti gestendo in un caos quasi assoluto la prima fase di una vaccinazione che dovrebbe essere epocale. Ci sono produttori di vaccini che non rispettano gli impegni presi sulle consegne; Stati e Comunità di Stati che minacciano cause; governi che si accaparrano milioni di fiale sottraendoli ad altri, in violazione di accordi collettivi; vaccini approvati dalle autorità sanitarie di alcuni Stati ma non di altri. E, soprattutto, ci sono miliardi di esseri umani che aspettano. Tutto sta procedendo in una serie di discussioni, litigi, controversie. È uno spettacolo caotico, come dicevamo, ma pure indecente: tanto più indecente se ci ricordiamo la valanga di retorica buonista che si era abbattuta su di noi circa un anno fa, quando è cominciata la pandemia. “Questa storia ci renderà tutti più solidali”, “Nascerà un mondo migliore”, “Finalmente capiremo che siamo tutti una cosa sola”: ecco, tutte queste belle cose ci dicevamo.

Balle. Quando è scattata l’ora del business, l’uomo è ritornato lupo per l’uomo. Così perderemo mesi preziosi per raggiungere l’immunità di gregge. E chi avrà pensato di trarre il massimo profitto, forse si lustrerà gli occhi guardando i bilanci di fine anno, ma saranno bilanci che si perdono in un mondo complessivamente impoverito, ed egli stesso ne pagherà alla lunga le conseguenze, perché le scelte fatte seguendo l’egoismo sono sempre miopi.

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Omicidio Carmagnola: uccide moglie e figlio di 5 anni. Poi tenta il suicidio

venerdì, Gennaio 29th, 2021

Carmagnola (Torino) – Ancora una spaventosa tragedia famigliare. E’ accaduta questa notte a Carmagnola, paese in provincia di Torino dove un uomo di 39 anni, Alexandro Riccio – secondo la ricostruzione degli inquirenti – ha ucciso la moglie di 39 anni Teodora Casasanta e il figlioletto di 5 anni Ludovico per poi tentare il suicidio lanciandosi dal balcone di casa al secondo piano. E il movente sembrerebbe essere il solito agghiacciante: lei voleva lasciarlo e lui non si rassegnava.

La tragedia è esplosa intorno alle 3 nell’abitazione della famiglia in via Barbaroux 45 (dove i coniugi sui erano stabiliti soltanto 6 mesi fa) nella quale i carabinieri hanno fermato l’uomo. Il duplice omicidio al culmine di una lite familiare. E sono stati i vicini di casa – in particolare un vicino di 48 anni – a lanciare l’allarme, preoccupati dalle urla che provenivano dall’appartamento della coppia.

L’uomo è ricoverato al Cto di Torino, non in pericolo di vita, piantonato in stato di fermo dagli stessi militari dell’Arma intervenuti su segnalazione dei vicini di casa. Sono in corso i rilievi tecnici del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Torino che hanno defibito “agghiacciante” la scena che si è presentata loro quando sono entrati nell’appartamento.

Gli investigatori sono ancora alla ricerca dell’arma del delitto, forse un oggetto o più oggetti contundenti. E stanno cercando di capire come possa essere maturato: per questo stanno sentendo i familiari della coppia e anche i colleghi di lavoro. E, come detto, dalle primissime indagini sembra che la tragedia sia stata scatenata dal fatto che Alexandro non accettava la volontà di Teodora, operatrice socio sanitaria, di interrompere la loro relazione coniugale.

Nella caduta dal balcone l’uomo ha riportato una frattura composta allo sterno.

Torino ripiomba quindi nell’incubo di uno spaventoso delitto tra le mura domestiche che sembra ricalcare quello avvenuto in novembre a Carignano – paese non lontano da Carmagnola – quando un uomo uccise la moglie che voleva separarsi e i due figli gemelli.

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