Archive for Gennaio 29th, 2021

Governo, le ultime notizie sulla crisi nel terzo giorno di consultazioni

venerdì, Gennaio 29th, 2021

di Silvia Morosi, Paolo Decrestina e Alessandro Sala

Governo,  le ultime notizie sulla crisi nel terzo giorno di consultazioni

Terzo giorno di consultazioni al Quirinale per la formazione di un nuovo governo: dopo aver sentito mercoledì i presidenti delle Camere e ieri alcuni partiti — tra cui Italia viva, Pd e il nuovo gruppo di «responsabili» Europeisti —, oggi Mattarella incontra le delegazioni di M5s, Lega, Fi e Fdi. Gli incontri (qui il calendario delle consultazioni) si terranno nel pomeriggio e a salire al Colle saranno prima una «maxi delegazione» per il centrodestra, cui seguirà l’incontro con i pentastellati. Renzi ieri ha aperto a un mandato esplorativo (ecco di cosa si tratta), ma di una personalità diversa da Conte. Zingaretti ha riaffermato, invece l’appoggio, al premier uscente (qui il barometro della crisi di Roberto Gressi). Conte stamani sarà all’inaugurazione dell’Anno giudiziario della Cassazione, insieme a Mattarella e ai presidenti delle Camere.

20.08 – Fico accetta il mandato esplorativo
Con una breve dichiarazione, il presidente della Camera Roberto Fico ha accettato il mandato esplorativo (cos’è e perché Fico lo ricevette già nel 2018) conferitogli dal presidente Mattarella per verificare «la prospettiva della maggioranza» a partire dalle forze politiche che compongono quella uscente. Fico ha precisato che nei prossimi giorni incontrerà dunque i rappresentanti di «queste» forze. «Nei prossimi giorni sarò impegnato nel confronto con gli esponenti di queste forze politiche. Il momento è molto delicato per il Paese, siamo chiamati ad affrontarlo con la massima responsabilità per dare risposte urgenti che i cittadini attendono».

Ore 19.54 – L’annuncio di Zampetti
Il segretario generale del Quirinale, Ugo Zampetti, ha comunicato l’affidamento dell’incarico a Fico di verificare i presupposti per una maggioranza che nasca a partire da quella uscente. Il presidente della Camera avrà tempo fino a martedì, quando dovrà tornare al Colle per riferire al capo dello Stato. Sono state annunciate per i prossimi minuti anche alcune dichiarazioni dello stesso Fico.

Ore 19,40 – Colloquio in corso tra Mattarella e Fico
Mattarella ha dunque «preso l’iniziativa» e ha convocato il presidente della Camera, Roberto Fico.L’incontro è tuttora in corso.

La foto ufficiale dell’incontro tra Mattarella e Fico

La foto ufficiale dell’incontro tra Mattarella e Fico

Ore 19.28 – Fico arrivato al Quirinale
Il presidente della Camera, Roberto Fico, è arrivato al Quirinale, accompagnato dalla segretaria generale di Montecitorio Lucia Pagano, per conferire con il presidente Mattarella.

Ore 19.08 – +++ Convocato il presidente della Camera Fico, si va verso il mandato esplorativo +++
Pochi minuti dopo la comunicazione di Mattarella, il suo portavoce ha annunciato la convocazione al Quirinale, per le 19,30, del presidente della Camera, Roberto Fico. Si va dunque verso il mandato esplorativo di cui si è parlato a lungo nelle ultime ore. Sostanzialmente, Fico dovrà verificare se ci sono effettivamente le condizioni per ricreare la maggioranza uscente, se potrà essere trovata un’intesa sui programmi e sulle priorità. Solo in un secondo tempo, come peraltro chiedeva anche Italia viva, si parlerà di nomi.

Ore 19.00 – Mattarella: «Manifestata una maggioranza ma va verificata»
Le forze politiche hanno fatto capire al presidente della Repubblica che potrebbe esserci una maggioranza di governo che ricalca quella attuale. «Ma questa maggioranza va verificata, prenderò un’iniziativa ». Lo ha sottolineato il capo dello Stato, Sergio Mattarella, prendendo la parola al Quirinale al termine della terza ed ultima giornata di consultazioni. Mattarella aveva esordito sottolineando la situazione di emergenza, l’esigenza di fare in fretta per affrontare le tre emergenze – sanitaria, sociale ed economica – che l’Italia sta affrontando. Qui il testo integrale del suo intervento.

+++ Ore 18.50 —Il punto della situazione +++
L’ultimo pomeriggio di consultazioni al Quirinale ha portato la crisi di governo a un punto di svolta. Prima il centrodestra, che si è ricompattato sulla via del voto anticipato e, a sorpresa, ha aperto a un governo istituzionale. Poi i 5 Stelle, con la notizia che il mondo politico aspettava: il Movimento non pone veti sul nome di Matteo Renzi. Quando il reggente Vito Crimi ha letto la nota ai microfoni del Colle, le quotazioni del Conte ter sono tornate di colpo a salire. Italia Viva ha raccolto il segnale di apertura dei 5 Stelle e ha fatto capire che Renzi è pronto a sedersi al tavolo con Conte. Ma poco dopo ecco che la tela, ancora tutta da tessere, di nuovo si strappa. Alessandro Di Battista, che di Renzi è un nemico storico, irrompe sulla scena della crisi e minaccia la scissione: se la linea del Movimento cambia, «arrivederci e grazie». Non sarà facile per il presidente Mattarella comporre il puzzle e decidere il da farsi. Alla luce della minaccia dell’ex deputato amato da una parte della base del Movimento, una ipotesi è che il capo dello Stato decida di affidare un breve mandato esplorativo a una personalità istituzionale, come Roberto Fico. Il presidente della Camera avrebbe il compito di verificare se esiste la possibilità che la maggioranza giallorossa si ricompatti attorno al nome di Giuseppe Conte. Questa soluzione eviterebbe il rischio di «bruciare» il presidente dimissionario, dato che Renzi ha chiesto di posticipare l’indicazione del premier ai programmi e alla «legittimazione politica» di Italia Viva. L’altra ipotesi è che Mattarella affidi direttamente a Conte una sorta di pre-incarico per verificare lui stesso se è in grado di incollare i cocci della sua maggioranza. (Monica Guerzoni)

18.47 – Morra: «Se ci trasformiamo in dorotei io lascio»
Altra presa di posizione pesante fra i 5 Stelle. È di Nicola Morra, senatore e presidente della commissione ANtimafia: «Se ci trasferiamo in dorotei ne prenderò atto e tornerà a casa. Io sono in una casa politica per fare la guerra per il cambiamento. Se il cambiamento questa casa politica non lo vuole più fare, ne prenderò atto e non escludo le dimissioni».

Alle 19 comunicazioni dal Quirinale
«C’è una riunione in corso con il presidente. Attorno alle 19 ci saranno comunicazioni». Lo ha annunciato il portavoce del Quirinale , Giovanni Grasso.

Ore 18.01 – Rosato: «Bene M5S, ora confronto sui temi»
«Le dinamiche interne al M5s le lasciamo a loro. Noi abbiamo chiesto ieri che ci sia atteggiamento chiaro degli altri partiti di maggioranza verso di noi per una maggioranza politica seria. Mi sembra che la risposta sia stata coerente: verificheremo i passaggi successivi». Lo ha detto Ettore Rosato, presidente di Italia viva, dopo l’apertura della delegazione M5s. Di fatto una controapertura. «Abbiamo detto che dobbiamo confrontarci sui contenuti —ha aggiunto —perché il governo è caduto sull’incapacità di fare le cose. Non si può dire che è andato tutto bene. Se ci confrontiamo con molta schiettezza può nascere un governo più forte di prima»..

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Renzi in Arabia e la vendita di armi. Polemica M5S, Calenda attacca: testimonial di un regime

venerdì, Gennaio 29th, 2021

di Cesare Zapperi

Infuria la polemica social sul viaggio che Matteo Renzi ha fatto in Arabia Saudita, in piena crisi di governo, per una conferenza a pagamento sul ruolo delle citta’ nella creazione di un «nuovo Rinascimento» (che sarebbe la medesima Arabia Saudita, un regime teocratico). Una iniziativa che riaccende i riflettori sul tema della vendita delle armi al paese arabo. Il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano (M5S) nelle stesse ore su Facebook annuncia: «Revocata la vendita di 12.700 bombe all’Arabia Saudita autorizzate nel 2016 da Renzi. Un altro «affare non corrente» che si voleva bloccare? Da pacifista prima ancora che da Sottosegretario di Stato sono estremamente felice del percorso fatto, insieme alla società civile e al Parlamento, per bloccare una vergogna lasciataci in eredità da Matteo Renzi ai tempi del suo mandato da Premier, la maxi commessa da oltre 20.000 bombe all’Arabia Saudita nel 2016, proprio nel momento peggiore della guerra in Yemen». Il sottosegretario accusa Renzi di conflitto di interessi.

La vendita di armi agli arabi

Ne nasce così una disputa tutta politica che ha il viaggio in Arabia Saudita come sfondo. Interviene il sottosegretario uscente Ivan Scalfarotto (Italia viva): «Eppure fu proprio Manlio Di Stefano a venire in aula, nel giugno 2019, a chiedere a nome del Conte 1 il voto per l’embargo solo su bombe di aereo e missili e non sulle altre armi. Con la nostra maggioranza, il mese scorso, si è riparato al grave errore di allora». Con immediata controreplica via Twitter di Di Stefano: «La risoluzione di revoca è a prima firma di Yana Ehm, l’iter è stato gestito da me come delegato e da Luigi Di Maio come ministro, l’approvazione finale è stata di Giuseppe Conte». «Tutti nomi – sottolinea Di Stefano – espressione del M5S. O vivi di manie di protagonismo come il tuo leader o sei molto confuso. ArabiaViva».

Il video del viaggio

Quanto al viaggio in Arabaia, nel video che spopola sulla rete si vede il colloquio che il leader di Italia viva ha intrattenuto con il principe Mohammed bin Salman che è oggetto di vivaci, e talvolta, pesanti discussioni. Duro l’attacco di Carlo Calenda: «Ritengo inaccettabile che un senatore della repubblica pagato dai cittadini vada in giro per il mondo a fare il testimonial di regimi autocratici dietro pagamento di lauti compensi».

L’incontro con il principe

Nelle immagini si vede Renzi molto onorato di essere ospitato nel paese arabo (per conferenze retribuite migliaia di dollari). «È un grande piacere e un grande onore essere qui con il grande principe Mohammed bin Salman» dice al suo interlocutore. E poi: «Ci sono le condizioni affinché l’Arabia possa diventare il luogo per un nuovo Rinascimento».

«Arabia, luogo del nuovo Rinascimento»

Renzi esordisce così davanti al principe ereditario saudita, durante un confronto organizzato dal «FII», think tank del fondo sovrano saudita.

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Le scelte che hanno davanti Conte e i partiti

venerdì, Gennaio 29th, 2021

ALESSANDRO SERRANO’

La crisi di governo innescata dall’uscita di Italia Viva e Matteo Renzi dalla maggioranza che sostiene il governo Conte va ormai avanti da due settimane senza che si intraveda una facile soluzione. La situazione è particolarmente difficile da sbloccare perché nessuno dei partiti coinvolti, né nella maggioranza né nell’opposizione, ha solo da guadagnare o da perdere: praticamente ogni scenario prevede dei pro e contro che i leader politici vogliono rimandare, soppesare con calma o negoziare fino all’ultimo minuto disponibile. Queste, al momento, sono le scelte che hanno davanti nell’ultimo giorno di consultazioni al Quirinale per la formazione di un nuovo governo, con qualche semplificazione, e la premessa che in queste settimane le cose sono già cambiate diverse volte, e rapidamente.


Italia Viva

(Alberto PIZZOLI / POOL / AFP

Il partito di Matteo Renzi sta riuscendo, per ora, nell’obiettivo che si era posto nel breve termine: indebolire il presidente del Consiglio uscente Giuseppe Conte, che Renzi critica ormai da molti mesi sia per questioni di merito – la sua gestione del Recovery Fund e del MES – sia probabilmente per questioni di interesse politico: una eventuale prosecuzione della carriera politica di Conte potrebbe prosciugare l’elettorato centrista a cui si rivolge proprio Italia Viva. Nel colloquio avuto ieri col presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il partito di Renzi ha fatto capire che non accetterebbe un nuovo incarico a Giuseppe Conte, almeno non nell’immediato. Ma in altre sedi ha anche dimostrato di considerare questo punto negoziabile.

Sostenere un nuovo governo guidato da Conte: così facendo otterrebbe sicuramente maggiore influenza, per esempio sul piano da predisporre per accedere al Recovery Fund, e qualche ministero di peso. Ma verrebbe accusata da tutto l’arco politico di aver paralizzato il paese per settimane per una crisi infruttuosa, e per ottenere incarichi e un peso maggiore nel governo. Col rischio di essere continuamente presa di mira da alleati e oppositori e di ridurre ulteriormente i propri consensi in vista nelle prossime elezioni, previste attualmente per il 2023.

Rimuovere Conte e far accettare a PD e M5S un nuovo presidente del Consiglio: Renzi uscirebbe vincitore dallo scontro politico con Conte, dimostrando che non si può fare una maggioranza senza Italia Viva e che la sua strategia ha portato al risultato che auspicava. E oltre a ottenere maggiore influenza nel prossimo governo, depotenzierebbe un potenziale avversario per le future elezioni. Ma al momento sia il Partito Democratico sia soprattutto il Movimento 5 Stelle non sembrano smuoversi dal loro sostegno a Conte, per ragioni diverse. I dirigenti e i potenziali elettori del PD lo apprezzano molto, almeno per ora, mentre nel M5S nonostante qualche subbuglio l’appoggio a Conte è il collante che tiene insieme un partito in crisi ormai da mesi.

Sostenere un “governo istituzionale”: l’altra ipotesi citata da Renzi nella sua conferenza stampa gli garantirebbe una vittoria di immagine, ma diluirebbe il peso di Italia Viva nel nuovo governo. A meno di sorprese sarebbe infatti sostenuto da una maggioranza più ampia del governo uscente: cioè quella che viene chiamata “maggioranza Ursula”, che comprende anche Forza Italia o comunque almeno un pezzo del centrodestra.

– Leggi anche: Cos’è la “maggioranza Ursula”

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Covid, vaccino monodose di Johnson & Johnson efficace in media al 66%

venerdì, Gennaio 29th, 2021

di Cristina Marrone

Covid, vaccino monodose di Johnson & Johnson efficace in media al 66%

Il tanto atteso vaccino monodose di Johnson & Johnson non sembra proteggere dal Covid-19 con una sola dose , almeno non quanto gli altri vaccini di Pfizer e Moderna già approvati (a doppia dose) . La casa farmaceutica ha annunciato venerdì che il vaccino è stato efficace globalmente nel 66% dei casi per prevenire malattie moderate (dati su tre continenti)mentre si è rivelato molto più protettivo (85%) contro i sintomi più gravi.

Diversità geografiche

Ci sono variazioni geografiche: il vaccino ha funzionato meglio negli Stati Uniti con un’efficacia del 72% su casi moderati e gravi mentre l’efficacia è calata al 57% in Sud Africa dove circola la variante sudafricana. Lo studio di fase 3 avanzata denominato «Ensemble» si è svolto su oltre 44.325 adulti di età superiore ai 18 anni con 468 casi di Covid-19 durante la sperimentazione. (qui l’approfondimento su che cosa significa dato di efficacia). L’efficacia è certamente inferiore ai vaccini a mRna di Pfizer e Moderna che sfiorano il 95% ma comunque migliore di Astrazeneca già in uso nel Regno Unito e altri Paesi (efficacia globale al 62%). L’enorme vantaggio è che i risultati di J&J si ottengono con una sola dose, dettaglio non da poco in un panorama che vede grande penuria di vaccini. Inoltre si conserva per tre mesi in normali frigo, senza la necessità di potenti congelatori. «Il nostro obiettivo è sempre stato quello di creare una soluzione semplice ed efficace per il maggior numero di persone e di avere il massimo impatto per aiutare a porre fine alla pandemia , ha affermato Alex Gorsky, amministratore delegato Johnson & Johnson. Preoccupante invece la peggiore performance sulla variante sudafricana su cui vanno tenere gli occhi aperti (stesso problema rilevato da Novavax con efficacia appena del 49% su variante sudafricana). (Qui i dati di efficacia dei vari vaccini)

Autorizzazione in emergenza

Johnson & Johnson ha affermato di aver intenzione di richiedere l’autorizzazione di emergenza del vaccino alla Food and Drug Administration, l’agenzia regolatoria statunitense che si occupa di farmaci, la prossima settimana. Il gruppo Johnson&Johnson si è impegnato a distribuire 100 milioni di dosi di vaccino agli Usa entro fine giugno, 200 milioni all’Unione europea entro la fine dell’anno, e altri 200 milioni circa ai Paesi in via di sviluppo dopo giugno.

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Regioni, nuovi colori oggi: Rt a 0,84 nei dati monitoraggio Iss. In calo l’incidenza dei casi

venerdì, Gennaio 29th, 2021

di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini

L’Rt nazionale è ancora in calo rispetto a una settimana fa ed è sceso da 0,97 a 0,84 nella settimana 18-25 gennaio. In forte discesa anche l’incidenza dei casi: ora sono 289,35 ogni 100.000 abitanti anziché 339,34 del periodo 4-17 gennaio. Lo fa sapere l’Iss. L’indice era già in calo da 5 settimane. Tuttavia, si legge nel report settimanale , «l’incidenza è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti». Come è noto, perché i casi siano tracciabili il livello deve scendere sotto i 50 casi ogni 100.000 abitanti. Ora toccherà al ministero della salute stabilire con un’ordinanza in quale colore collocare ciascuna regione: tale valutazione, come è noto, è la risultante di 21 indicatori differenti.

Per quanto riguarda i singoli territori, nella settimana di monitoraggio rimane molto alta l’incidenza nella Provincia Autonoma di Bolzano (582,75 per 100.000 dal 18 al 24/1)». Anche una regione, l’Umbria, rimane con una classificazione complessiva di rischio alta (contro 4 della scorsa settimana), mentre 10 Regioni sono classificate con rischio moderato e altre 10 con rischio basso. . «Questa settimana – si legge nel rapporto – si continua a osservare un miglioramento del livello generale del rischio. Una regione (Molise) ha un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2». Le regioni con rischio moderato sono Abruzzo, Friuli Venezia Giulia , Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Provincia di Bolzano (ad alto rischio di progressione), Provincia di Trento, Puglia e Toscana. Rischio basso per Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Molise (ad alto rischio progressione), Piemonte, Sardegna, Sicilia, Val d’Aosta e Veneto.

Ecco l’indice rt di ogni singola regione o provincia autonoma:

Abruzzo: 0,81
Basilicata : 0,91
Calabria: 0,82
Campania: 0,97
Emilia Romagna: 0,77
Friuli Venezia Giulia: 0,68
Lazio: 0,73
Liguria: 0,87
Lombardia: 0,84
Marche: 0,88
Molise: 1,51
Piemonte: 0,82
Alto Adige: 0,80
Trentino: 0,56
Puglia: 0,90
Sardegna: 0,81
Sicilia: 0,98
Toscana: 0,95
Umbria: 0,96
Valle d’Aosta: 0,82
Veneto: 0,61

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Benno Neumair è in carcere per la scomparsa dei coniugi di Bolzano

venerdì, Gennaio 29th, 2021

di Marco Angelucci, Giusi Fasano, Luigi Ruggera

Benno Neumair è in carcere per la scomparsa dei coniugi di Bolzano

Nella notte Benno Neumair è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Il trentenne istruttore di fitness si è presentato in Procura accompagnato dai suoi legali — che hanno detto: «Lo abbiamo accompagnato noi in Procura per farlo costituire spontaneamente» — , dopo aver saputo in serata dalla stessa Procura che gli sarebbe stato notificato a breve un provvedimento di fermo molto articolato. Benno è arrivato davanti ai magistrati all’una di notte, e ora si trova nel carcere di via Dante a Bolzano: lunedì ci sarà l’udienza di convalida. Secondo la nota della Procura nel corso delle indagini sono stati acquisiti alcuni nuovi elementi che hanno permesso di incastrare il trentenne insegnante.

Fin dall’inizio dell’indagine i sospetti di sono indirizzati su Benno Neumair: quando era stato sentito come testimone c’erano molti punti che non tornavano nella sua ricostruzione. Il più importante era il buco di mezz’ora nel suo alibi: il suo telefonino infatti era rimasto staccato dalle 21.32 alle 21.57 della sera del 4 gennaio in cui sono i scomparsi i suoi genitori Laura Perselli e Peter Neumair. Insieme a questo molti altri piccoli dettagli raccolti nel corso di un’indagine lunga e complessa. Ovvero il tentativo di lavare l’auto dei genitori con l’acqua ossigenata qualche giorno dopo la scomparsa, i vestiti lasciati a casa della fidanzata e le tante piccole incongruenze che hanno cominciato ad emergere dalla sua ricostruzione. Per provare a giustificare la sua posizione, Benno Neumair aveva anche consegnato agli inquirenti un piccolo quantitativo di hashish sostenendo che, la sera della scomparsa dei genitori, si era fermato a fumare uno spinello nei pressi del laghetto dei pescatori. A circa due km da quel punto, sul ponte di Ischia Frizzi, i carabinieri hanno trovato tracce del sangue di Peter Neumair.

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Covid, Crisanti: «Per toglierci la mascherina ci vorranno un paio di anni»

venerdì, Gennaio 29th, 2021
Le parole del virologo a Piazzapulita su La7 – Ansa /CorriereTv
Andrea Crisanti: “Psicologicamente l’anno peggiore sarà questo. Abbiamo la speranza dei vaccini ma è una speranza frustrata. La mascherina? Ci vorranno un paio d’anni per potercela togliere”.
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Vaccini, allarme di Arcuri: «Moderna taglia le dosi del 20%, ce ne mancano almeno 300mila»

venerdì, Gennaio 29th, 2021

Caos vaccini, dopo Pfizer e Astrazeneca anche Moderna annuncia un taglio nelle consegne delle dosi. «Moderna ci ha appena informato che per la settimana dell’9 febbraio delle previste 166mila dosi ne consegnerà 132mila, il 20% in meno». Lo ha annunciato il Commissario per l’Emergenza Domenico Arcuri. «Il nostro stupore, la nostra preoccupazione e il nostro sconforto aumentano, ormai quasi ogni giorno le previsioni subiscono una rettifica» ha aggiunto. APPROFONDIMENTI

Vaccino Covid, l’Ema: «Pfizer è sicuro, non collegato a decessi». L’azienda: «Seconda dose necessaria»

«Ci mancano almeno 300mila dosi di vaccino che avremmo dovuto ricevere e che non abbiamo ricevuto. Un italiano ogni 23 si è contagiato da inizio epidemia», per oltre 2,5 milioni di casi ma «grazie alle misure di contenimento la curva viene tenuta entro ambiti di non esplosività», ha aggiunto Arcuri.

L’obiettivo strategico «è quello di dare all’Italia una rete di ricerca e sviluppo migliore di quella precedente», in grado anche di arrivare a produrre «un livello accettabile di vaccini e farmaci idonei a contrastare il Covid», ha proseguito il commissario sottolineando che la scelta «autoctona non significa che l’Italia non continuerà a sostenere un’azione comune europea».

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Governo, mandato esplorativo o maggioranza istituzionale: il borsino della crisi e i tempi

venerdì, Gennaio 29th, 2021

di Francesco Malfetano

Conte ter o larghe intese? Elezioni anticipate o governo istituzionale? A consultazioni quasi terminate (oggi al Colle andranno il centrodestra e il Movimento 5 stelle) il borsino della crisi si aggiorna rapidamente. Così scendono ancora, ad esempio, le quotazioni di un terzo governo Conte, vittima dei mai palesati responsabili e della giravolta del senatore ‘costruttore per una notte’ Luigi Vitali. Ma lo stesso fanno anche le chances di elezioni anticipate. Queste, almeno per il momento, non sembrano interessare nessuno. Al punto che non solo nessuno le ha ancora evocate al Quirinale (potrebbe farlo Giorgia Meloni oggi) quanto quasi nessuno le chiede più ad alta voce

Crisi. No di Renzi, Conte all’angolo. «Incarico esplorativo, non a lui»

Le soluzioni

Congelate invece le due opzioni più stabili: un Conte ter con dentro Italia Viva (le dichiarazioni di ieri di Matteo Renzi sono quasi state una pietra tombale e oggi qualcosa di molto simile potrebbe essere apposto anche dai cinquestelle) e un esecutivo di larghe intese (per il centrodestra se ne può parlare solo a Conte sconfitto definitivamente). Al contrario sono date in risalita le quotazioni di un nuovo governo PD-M5S ma senza l’attuale premier. Una possibilità che potrebbe essere valutata nei prossimi giorni con l’affidamento di un mandato esplorativo, magari – almeno in principio – ad un nome istituzionale come il presidente della Camera Roberto Fico. E la via istituzionale è al centro anche dell’ultimo titolo considerato in ascesa nel borsino della crisi: un governo istituzionale potrebbe sopperire alla mancata riuscita dell’operazione esplorativa. In buona sostanza è ancora tutto in divenire, d’altronde come sosteneva Giulio Andreotti: «In politica i tempi del sole e della pioggia sono rapidamente cangianti».

I tempi

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Giorni della merla: cosa sono, storia, leggende e scienza

venerdì, Gennaio 29th, 2021

Ogni anno la fine del mese di gennaio acquista un significato tutto particolare: il 29, 30 e 31 sono infatti chiamati i giorni della merla, quelli che per tradizione sono considerati i più freddi dell’anno. In realtà questa convinzione ha fondamenta folkloristiche più che scientifiche, ma la sua storia merita comunque di essere raccontata, perché piuttosto curiosa.

I giorni della merla: perché si chiamano così

Come spesso accade, quando parliamo di tradizioni popolari, non è possibile stabilire con certezza l’origine della locuzione “giorni della merla”. Nel corso del tempo gli studiosi hanno identificato almeno quattro storie che potrebbero spiegarne la nascita: due riguardano il Po, altre due un uccello alle prese con il gelo invernale.

Le ipotesi che ruotano attorno al più lungo fiume italiano fanno entrambe riferimento alla difficoltà di attraversarlo da una sponda all’altra e al fatto che in inverno, quando le acque ghiacciano, è decisamente più semplice compiere la traversata: basta camminarci sopra, badando solamente a non scivolare. Secondo alcune fonti questa soluzione fu adotta per trasportare un cannone chiamato Merla sulla riva opposta, mentre altre citano l’attraversamento compiuto dalla nobildonna De Merli per raggiungere il marito che si trovava nei territori al di là del corso d’acqua.

Le storie che tiranno in ballo i volatili hanno natura leggendaria. La prima racconta che un tempo i merli avevano un piumaggio bianco: sul finire di gennaio, per proteggersi dal freddo intenso, una famiglia si rifugiò in un comignolo per beneficiare del calore emanato dal camino acceso in casa. Ne uscì l’1 febbraio sporca di fuliggine e da quel momento i merli maschi hanno le piume nere, così come i suoi neonati, mentre le femmine le hanno grigie: la ragione di questa differenza di tonalità resta senza risposta.



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