Archive for Gennaio, 2021

Vaccini, metà degli operatori sanitari già immunizzati. Al via la sperimentazione sui minori

giovedì, Gennaio 14th, 2021

di Silvia Turin

Vaccini, metà degli operatori sanitari già immunizzati. Al via la sperimentazione sui minori

Sono 800.730 le persone vaccinate contro il Covid in Italia, 497.608 donne e 303.122 uomini. Il dato, aggiornato alle 10.28 di ieri, è contenuto nel report del Ministero della Salute. La Campania guida la classifica con il 77 per cento di somministrazioni rispetto alle dosi consegnate. Se si considerano le dosi somministrate in base alla popolazione delle singole Regioni, al primo posto c’è l’Emilia Romagna con un rapporto di 1.901 dosi ogni 100mila abitanti. In termini assoluti è la Lombardia ad aver inoculato più dosi: 101.358. Sono invece 625.861 gli operatori sanitari e sociosanitari vaccinati (il 44,6 per cento della forza lavoro), 116.236 il personale non sanitario e 58.633 i vaccinati tra gli ospiti delle RSA (il 10,3 per cento tra tutti).

Le opzioni

Nell’informativa alla Camera, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha precisato che l’Italia ha siglato opzioni per circa 250 milioni di dosi di vaccini: quasi il doppio delle fiale necessarie per immunizzare tutti gli italiani. Intanto l’Oms ha chiesto ai produttori di vaccini di tutto il mondo di muoversi rapidamente per fornire i dati necessari per le valutazioni degli organismi di controllo. Nonostante i contagi nel mondo abbiano quasi raggiunto quota 92 milioni, il virus sembra accerchiato da più parti: vaccini approvati e altri in arrivo, farmaci testati, armi diagnostiche più specifiche e rapide. In Europa a fine mese l’Agenzia del farmaco valuterà l’autorizzazione per il vaccino di AstraZeneca-Oxford e ad aprile dovrebbe essere la volta del candidato Janssen (Johnson & Johnson). A quel punto si tratterà di pianificare e ampliare la distribuzione anche alle fasce d’età più giovani. Pfizer e Moderna, dopo aver avviato il reclutamento per la sperimentazione, hanno iniziato gli studi relativi alla sicurezza ed efficacia per la fascia d’età 12-18 anni. Se tutto andrà bene, si procederà con la sperimentazione sulla fascia 6-12 e poi 2-6 anni. L’ipotesi migliore è che si possa disporre di un vaccino pediatrico entro la fine del 2021.

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Crisi di governo, Mattarella chiede di fare in fretta: le tre strade per Conte

giovedì, Gennaio 14th, 2021

di Marzio Breda

Crisi di governo, Mattarella chiede di fare in fretta: le tre strade per Conte

Alle 18.30, la voce eccitata e un’ottava sopra il normale, Matteo Renzi riporta indietro l’orologio della crisi, come se i tentativi d’avvicinamento del premier non ci fossero stati. Le ministre di Italia viva dunque si dimettono, ma lui dice d’esser pronto a restare «nella maggioranza, se ci vogliono». Accusa Conte di aver creato un «vulnus democratico», eppure giura: «Non ho pregiudiziali nei suoi confronti», che suona però come un «Giuseppe, stai sereno». E ripete che «non siamo noi ad aprire la crisi». Anzi, puntualizza che, per senso dello Stato, loro sono «pronti a votare le misure anticovid, lo scostamento di bilancio e il decreto ristori».

È una mossa giocata sul filo dell’ambiguità, quella renziana, tanto è vero che fino a notte fonda erano in molti, fra politici e giornalisti, a non aver concordato su un’identica esegesi del discorso del rottamatore. Di fatto, la rottura dell’alleanza è dichiarata (come si fa quando si chiude una mano di poker dicendo «andiamo a vedere»), ma non ha il crisma dell’ufficialità. Non ancora almeno, e questo continua a tenere il Quirinale fuori dal gioco. Infatti, adesso tocca al presidente del Consiglio trarre le conclusioni di questa fase della partita e fare a propria volta una contromossa. Assumendosene in prima persona la responsabilità, visto che Sergio Mattarella non farà il suo suggeritore — tengono a puntualizzare nell’entourage quirinalizio — così come non ha mai voluto essere considerato (né essere in senso assoluto) «la terza gamba» del governo. Il suo Lord Protettore, insomma.

Di tutto questo si è parlato, ieri all’ora di pranzo, quando Conte è salito sul Colle per riferire al capo dello Stato le correzioni al Recovery Plan e soprattutto per anticipargli la chiave dell’apertura che si preparava a fare verso Renzi. Con un passo indietro sull’ipotesi di sostituire la pattuglia di Iv con un gruppo di «responsabili». E con un passo avanti verso la ricucitura degli ultimi strappi attraverso un patto di legislatura. Mattarella l’ha ascoltato, compiaciuto nel veder finalmente prevalere uno spirito di mediazione dopo che in troppi (Renzi in primis, ma non solo lui) hanno usato parole che tagliano i ponti del dialogo. Gli ha chiesto una sola cosa: «Cercate di uscire velocemente dalla condizione di incertezza in cui versa il governo, c’è l’allarmante situazione causata dalla pandemia da affrontare… Per il resto, la sintesi sta a lei».

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Una spirale pericolosa

giovedì, Gennaio 14th, 2021

di Massimo Franco

L’illusione di una tregua in extremis è durata poche ore. Matteo Renzi l’ha dissolta annunciando le dimissioni della sua delegazione dal governo. Esito non scontato, ma temuto. Di più, sconcertante per l’alone di irresponsabilità che lo sovrasta. Aprire una crisi mentre l’Italia è immersa in una pandemia drammatica viene percepito come un gesto distruttivo, accolto con stupore rabbioso. E pazienza se a questo epilogo si arriva in modo confuso, e se a favorirlo sono stati anche errori marchiani del premier Giuseppe Conte e della sua cerchia di collaboratori. Lo strappo renziano accentua la sensazione di un piccolo partito di guastatori, incuranti di imboccare un sentiero buio e al momento cieco. Anche perché, nella gragnuola di accuse a Palazzo Chigi, al Pd e ai Cinque Stelle, suoi alleati fino a ieri, Renzi non ha chiarito quali saranno i suoi passi successivi. L’impressione è che «dovesse» rompere dopo essersi spinto troppo avanti negli attacchi.

Per il resto, sostenendo che si muoverà «senza pregiudiziali», lascia aperte tutte le strade: perfino quella, almeno in via di principio, di un terzo governo Conte. Affida al premier il compito teorico di indicarla, accettando le critiche e facendone tesoro. Ma le dinamiche che si sono aperte tendono a ridurre gli spazi per una mediazione in grado di proiettare l’attuale esecutivo sul resto della legislatura.

È vero che formalmente la crisi non è ancora aperta. Occorrono la sfiducia del Parlamento oppure le dimissioni di Conte nelle mani del capo dello Stato. Al momento si indovina solo un dibattito alle Camere, per verificare se il premier abbia ancora una maggioranza dietro di sé. Ma le diffidenze si sono inspessite e incattivite. Anche perché negli ultimi giorni alle minacce renziane su un governo «al capolinea» si sono affiancate parole di sfida di Palazzo Chigi che non hanno fatto bene ai tentativi di tregua: al punto che quando ieri Conte ha addolcito i toni e tentato di blindare la coalizione e se stesso, le sue parole sono suonate vuote, e comunque fuori tempo massimo.

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Crisi di governo, l’ira di Conte: è gravissimo. E vuole la conta in Parlamento

giovedì, Gennaio 14th, 2021

di Monica Guerzoni

Crisi di governo, l'ira di Conte: è gravissimo. E vuole la conta in Parlamento

Per ore da Palazzo Chigi è filtrata solo l’ira funesta di Giuseppe Conte: «Il presidente sta fuori dalla grazia di Dio». Finché alle dieci della sera più cupa l’avvocato ha parlato alla sua squadra, rimasta orfana delle ministre renziane. «Purtroppo Italia viva si è assunta la grave responsabilità di aprire una crisi di governo». E poi, con aria davvero mesta: «Sono dispiaciuto e rammaricato, ho fatto di tutto per evitare questo gravissimo danno al Paese, in piena pandemia. Vi chiedo un’ultima prova, facciamo tutto quello che serve agli italiani per la grave crisi sanitaria ed economica». Conte ha accettato le dimissioni di Bellanova e Bonetti e informato il capo dello Stato. Il premier si aspettava lo strappo di Renzi e non confidava granché nell’esito delle disperatissime trattative che i dirigenti del Pd hanno portato avanti fino all’ultimo secondo. Quel che non si aspettava e che lo ha profondamente ferito è la furia demolitrice con cui il predecessore ha provato a rottamare non solo la sua premiership, ma anche la sua persona. L’avvocato si è sentito offeso, tradito, si è convinto che Renzi lo voglia «politicamente morto» e non porgerà l’altra guancia.

La resa dei conti

Raccontano che l’idea della sfida pubblica si vada rafforzando nella sua testa e che Conte senta una voglia crescente di replicare in diretta tv, nell’aula di Palazzo Madama, all’attacco dell’ex alleato. Ma non ora, non subito. L’idea è di non dimettersi oggi stesso e di prendere tempo «per il bene del Paese». Zingaretti è in pressing perché salga oggi stesso al Quirinale, ma Conte pensa di assumere su di sé l’interim dei ministeri vacanti, Agricoltura e Famiglia, per il tempo necessario ad approvare «provvedimenti fondamentali». E solo dopo, «a testa alta» e quando avrà la certezza dei numeri, andare alla resa dei conti in Senato. «Nascerà un nuovo gruppo a sostegno di Conte», assicura un ministro, dopo che il premier in Cdm ha detto che si recherà alle Camere «subito dopo aver approvato scostamento di bilancio e decreto Ristori», con la ferma intenzione di «sottoporsi alle regole della nostra democrazia».

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Crisi di Governo, Giuseppe Conte: “Responsabili? Non si può prendere un voto qua e là”

mercoledì, Gennaio 13th, 2021

“Io ho sempre detto che ci vuole una maggioranza solida per portare avanti l’azione del governo”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte parlando fuori palazzo Chigi e rispondendo ad una domanda sui cosiddetti “responsabili”. – “Fino all’ultima ora io sono disponibile e lavorerò per la coesione”. “Già in questi giorni sto lavorando a un patto di fine legislatura. Confido che se c’è la volontà ci si possa ritrovare tutti intorno a un tavolo per lavorare con lealtà per ritrovare maggiore coesione tra le forze di maggioranza”.

“Spero che non si arrivi a questo”, ha detto il premier Giuseppe Conte parlando fuori palazzo Chigi a chi gli chiede se si dimetterebbe senza il sostegno di Iv. – “Una crisi non sarebbe compresa dal paese”. “Ho aggiornato il Capo dello Stato del fatto positivo dell’approvazione del Pnrr. La bozza di aggiornamento ci consente di andare avanti con il progetto. La portiamo in Parlamento e poi ne discutiamo con le parti sociali e avremo poi lo schema definitivo. Io ringrazio tutte le forze di maggioranza che hanno lavorato intensamente per far pervenire osservazioni critiche, migliorando il progetto. Quando si lavora intorno a un tavolo in modo costruttivo si fa sempre bene. 

L’HUFFPOST

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Crisi di governo, le ultime notizie di oggi. Conte al Quirinale da Mattarella Vertice tra leader? Si riapre trattativa

mercoledì, Gennaio 13th, 2021

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al Recovery plan con il sì unanime di tutti i ministri, tranne le due ministre Iv Teresa Bellanova ed Elena Bonetti. È scontro totale tra il premier Giuseppe Conte e Matteo Renzi. La conferenza stampa convocata da Renzi nel pomeriggio alla Camera potrebbe certificare l’addio di Iv al governo

Crisi di governo, le ultime notizie di oggi. Conte al Quirinale da Mattarella Vertice tra leader? Si riapre trattativa

Il governo di guidato da Giuseppe Conte rischia la crisi, e a minacciarlo è la posizione del partito Italia viva, fondato da Matteo Renzi. Dopo l’approvazione del piano per i fondi europei, l’ex premier avrebbe intenzione di ritirare la sua delegazione (che ieri, sul Recovery Fund, si è astenuta) dal governo. La conferenza stampa convocata da Renzi per le 17:30 di oggi alla Camera potrebbe certificare l’addio di Iv all’esecutivo. Conte — che nella giornata di oggi ha incontrato il presidente della Repubblica, Mattarella — ha già fatto sapere, ieri, che in caso di crisi sarà impossibile rifare un nuovo esecutivo con Iv. Ma Renzi rilancia: «Se il presidente del Consiglio è convinto di avere i numeri e va bene così, si chiama democrazia parlamentare e noi si va all’opposizione». «Non possiamo sempre tirare a campare», scrive la ministra Teresa Bellanova in una lettera al Corriere. Dal canto suo Giuseppe Conte non esclude una sfida in Parlamento. Se Renzi apre di fatto la crisi – è il ragionamento del premier con i collaboratori — il capo dell’esecutivo deve prenderne atto e decidere con il presidente della Repubblica cosa è meglio fare. «Ma nei libri di storia deve restare traccia che questa situazione difficile non l’ho voluta io».

LA SCHEDA – Come si è arrivati alla crisi? Dal Recovery al piano «Ciao»: tutte le tappe dello scontro

Ore 16.05 – Conte: «Crisi? Il paese non capirebbe»
«Ho chiesto io il colloquio a Mattarella»: così il premier Giuseppe Conte all’uscita dal quirinale. Il presidente del consiglio ha fatto ritorno a Palazzo Chigi a piedi parlando con i giornalisti. «Crisi di governo? Spero di no. Una crisi non sarebbe compresa dal Paese. Il governo può andare avanti solo col sostegno di tutte le forze di maggioranza» ha detto replicando ai cronisti. «Il governo non può prendere un voto qua e uno là, serve una maggioranza solida; spero non si arrivi alle dimissioni delle ministre, lavoro su un patto di legislatura».

Ore 15.45 – Mattarella invita a fare presto
«Uscire al più presto dallo stato di incertezza»: sarebbe questo l’invito rivolto dal capo dello stato Sergio Mattarella al premier Giuseppe Conte nel corso del faccia a faccia al Quirinale di questo pomeriggio . Il presidente ha sottolineato la necessità di sbloccare al più presto la situazione a fronte dell’allarmante situazione causata dalla pandemia.

Ore 15.10 – Spiragli? Renzi sempre irremovibile
«Si sono scordati di avvisarci…». La reazione di Renzi è sarcastica e ghiaccia anche quel filo di trattativa a cui il Pd tiene appeso il destino del governo. Zingaretti ha chiamato Conte e i pontieri dem non si stancano di cercare in extremis il dialogo con il leader di Italia Viva. Pressato da ogni parte, l’ex premier si mostra irremovibile, assicura che non ha in mente ripensamento alcuno e conferma la conferenza stampa delle 17.30, da cui il mondo politico si attende lo show down: dimissioni delle ministre Bellanova e Bonetti e passaggio dei renziani all’opposizione. Da Palazzo Chigi tutto tace e la voce di una convocazione da parte di Conte di un tavolo dei leader (con Renzi) per ora non trova conferme. Nei sogni a occhi aperti dei dem dal confronto dovrebbe uscire un nuovo programma per un patto di legislatura e un rimpasto, con ministeri per esponenti di spicco di Italia Viva, a cominciare da Ettore Rosato e Maria Elena Boschi. «Dipende da Conte», aveva aperto uno spiraglio al mattino un big di Italia Viva. Ma adesso sembra tutto da rifare e la sabbia clessidra è davvero agli ultimissimi granelli. (Monica Guerzoni)

Ore 15.05 – Conte al Quirinale da Mattarella
Il premier Giuseppe Conte è salito al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Lo si apprende da fonti di maggioranza che fanno sapere che si è trattato di un incontro interlocutorio.

Ore 15 – Migliore (Iv): «Sulle dimissioni ancora nulla di deciso»
In merito alle dimissioni delle ministre di Italia Viva dal governo «non abbiamo ancora deciso». Così il parlamentare di Italia Viva, Gennaro Migliore, a Un Giorno da Pecora. «Uno spiraglio per evitare la crisi? Noi siamo sempre pronti all’interlocuzione, il problema è che dall’altra parte si cercavano i Mastella di turno…» ha aggiunto. Ma sul fatto che si siano aperti margini di trattativa, fonti autorevoli di Iv avvertono: «Si sono dimenticati di avvisarci…»

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Nei centri mancano 8mila infermieri. Caos in Alto Adige: uno su due rifiuta

mercoledì, Gennaio 13th, 2021

Maria Sorbi

E mentre ai tavoli istituzionale si fa di tutto pur di non rimanere senza scorte di vaccino, in alcune regioni c’è chi prende appuntamento per l’iniezione anti Covid e poi nemmeno si presenta.

Sono i medici e i sanitari obiettori dell’Alto Adige: uno su due ha boicottato la vaccinazione pur essendo nelle liste dei primi ad averne diritto. E sarà pur vero, come precisa l’assessore alla Sanità della provincia di Bolzano Thomas Widmann, che da quelle parti «la cultura del vaccino è molto bassa» ma ci si aspettava che davanti a una pandemia l’atteggiamento cambiasse. Se non altro per garantire una cintura di immunità attorno ai pazienti assistiti. Per evitare complicazioni, ieri sono iniziate le somministrazioni agli anziani over 80.

A mettere a rischio la piena realizzazione della campagna vaccinale potrebbe essere anche la carenza di infermieri: al bando per arruolarne 12mila hanno aderito in meno di 4mila e questo potrebbe rallentare le operazioni nei centri di somministrazione.

Ma la vera battaglia da perseguire in questa prima fase è quella che riguarda le scorte: vietato restare senza vaccini. La direttrice generale del dipartimento salute e sicurezza alimentare della Commissione Ue, Sandra Gallina, a capo dei negoziati con le case farmaceutiche, in un intervento al Parlamento europeo ha spiegato che «la consegna delle dosi di vaccini sarà più ricca a partire da aprile. Nel secondo trimestre arriveranno molte dosi. Nel primo trimestre non sono tutte quelle che avremmo voluto, ma sono quelle che abbiamo negoziato».

Ieri notte è arrivato il primo carico di 47mila dosi del vaccino di Moderna, che verranno distribuite alle regioni con il maggior numero di over 80. Nei prossimi due mesi ne saranno fornite in tutto 470mila e a occuparsi delle consegne sarà Poste Italiane, tramite il suo corriere espresso Sda. L’azienda ha attrezzato 40 furgoni con celle frigo da 1.300 litri ognuna e si occuperà del trasporto con un network dedicato, che consentirà di collegare l’Istituto superiore di sanità di Roma direttamente con le Asl e gli ospedali interessati da questa prima tranche.

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Roma choc, cassiere ruba i ticket al centro tumori (triplicava lo stipendio): «Ho difficoltà economiche». Condannato

mercoledì, Gennaio 13th, 2021

di Adelaide Pierucci

Triplicava lo stipendio con i soldi dei ticket versati dalle donne malate di tumore alla mammella. In meno di cinque mesi un cassiere dello sportello accettazioni di Palazzo Baleani – un centro per la senologia del Policlinico Umberto I in Corso Vittorio Emanuele – alleggerendo le buste numerate e sigillate con le quali avrebbe dovuto consegnare gli incassi giornalieri, ha rubato 15mila euro. Una media di tremila al mese, il doppio del suo stipendio di base, 1.500 euro. Walter Bianchini, 50 anni, l’impiegato infedele e noncurante della sanità al collasso, ieri, è stato condannato a un anno e 10 mesi di reclusione (con sospensione della pena) per il reato di peculato, anche se ha restituito parte della somma. «Ho difficoltà economiche», ha ammesso alla fine, quando, non quadrando i conti della cassa ticket, i sospetti della direzione amministrativa si sono concentrati su di lui.

Ex dipendente di un ufficio postale sottrae 40 mila euro dal libretto di un’anziana parente: licenziato


La denuncia presentata dai vertici aziendali è finita sul tavolo del pm Giuseppe Deodato, che acquisiti gli accertamenti del nucleo di Polizia Economica Finanziaria delle Fiamme gialle, ha disposto il rinvio a giudizio dell’impiegato infedele. Il periodo sotto esame va da gennaio a maggio 2016. L’impiegato, addetto allo sportello per i ticket per il dipartimento ematologia e oncologia, preferiva i pagamenti in contanti.

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Vaccino AstraZeneca, tocca all’Ema: risposta attesa per il 29 gennaio. Pronte da metà febbraio 8 milioni di dosi per l’Italia

mercoledì, Gennaio 13th, 2021

di Mauro Evangelisti

Otto milioni di dosi, tra febbraio e marzo. Basta questo dato a spiegare quale accelerazione darebbe l’autorizzazione al vaccino di AstraZeneca da parte di Ema, l’agenzia regolatoria dell’Unione europea. Ieri la multinazionale anglosvedese (che produce un vaccino sviluppato dall’Università di Oxford con la collaborazione dell’italiana Irbm) ha presentato ufficialmente la richiesta di autorizzazione alla commercializzazione condizionata. La risposta è attesa per il 29 gennaio. Si tratta di un vaccino già somministrato nel Regno Unito e in Argentina, per il quale l’Italia attende 40 milioni di dosi. Non richiede la catena del freddo come Pfizer-BioNTech e dunque la distribuzione è più semplice. APPROFONDIMENTI

Vaccino Moderna, prime 47mila dosi in Italia: priorità alle regioni con più over 80

Se a fine gennaio ci sarà il via libera, AstraZeneca invierà le prime forniture già a metà febbraio. Si ipotizzano 8 milioni di dosi entro fine marzo. Andrebbero ad aggiungersi agli 8,7 milioni di Pfizer e al milione di Moderna (almeno questo prevedeva la tabella di marcia del piano vaccinale). In questo modo, in linea teorica, l’Italia a fine marzo potrà avere vaccinato già oltre 8 milioni di persone (Arcuri prudenzialmente ha parlato di 6 milioni) e, considerando che la protezione avrebbe così raggiunto tutti gli operatori sanitari, il personale e gli ospiti delle Rsa e gli ultra ottantenni, sarebbe un risultato incoraggiante.

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Nuovo Dpcm gennaio: quando esce. Ecco le misure in bilico

mercoledì, Gennaio 13th, 2021

Roma, 13 gennaio 2021 – Si limano ancora i dettagli del nuovo Dpcm,con altre regole per contrastare la risalita dei contagi dei Coronavirus e un’ulteriore stretta sui parametri che determinano la collocazione delle regioni nelle tre fasce (gialla, arancione e rossa). Si va verso misure anti-movida, tra cui la proroga al divieto di spostamento anche tra regioni gialle, accompagnata dalla possibilità di istituire zone bianche senza limitazioni.

Ma quando scatterà tutto questo? Il prossimo Dpcm, che sostituirà quello del 3 dicembre, in scadenza il 15 gennaio, sarà varato dal governo entro venerdì e accompagnerà l’Italia per, si dice, almeno 30/40 giorni. Nel bel mezzo di quella che potrebbe divenire una crisi di governo, oggi il ministro della Salute, Roberto Speranza, riferirà alle 9.30 alle Camere e poi alle 15 Senato sulla situazione legata all’epidemia di Covid. Successivamente il voto della risoluzione di maggioranza.

Sempre in giornata dotrebbe esserci un nuovo Consiglio dei ministri, attorno alle 19, per mettere un punto un decreto, sulla zona bianca e sulla proroga dello stato di emergenza, a cui si aggiunge un Dpcm con la stretta sulla movida, ovvero lo stop all’asporto per i bar dopo le 18, riferiscono autorevoli fonti di governo. Per eventuali limature decisive, il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, avrebbe convocato per giovedì mattina la riunione con le Regioni, l’Anci e l’Upi. Per l’ok definitivo al Dpcm, quindi, si dovrà aspettare probabilmente proprio giovedì. A meno di 48 ore le questioni aperte restano ancora molte. 

Stato d’emergenza 

Il Cts ha chiesto di prorogare lo stato d’emergenza fino al 31 luglio. Secondo gli esperti, ci sono quattro elementi che consigliano il prolungamento di altri sei mesi, in modo da poter gestire la situazione con strumenti emergenziali: l’impatto ancora alto del virus sull’occupazione dei posti letto ospedalieri, la campagna vaccinale, la preoccupante situazione internazionale e la possibile sovrapposizione dell’influenza stagionale con il Covid. Per ora, nonostante le raccomandazioni del Cts, l’ipotesi più accreditata resta la proroga fino a fine aprile.

Bar e weekend arancioni

In attesa della proroga dello stato d’emergenza, restano sul tavolo diverse misure, come l’ipotesi dei fine settimana “arancioni” in tutta Italia. Fra i provvedimenti che potrebbero entrare nel nuovo Dpcm, anche lo stop all’asporto per i bar dopo le 18 non vede Stefano Bonaccini, presidente della Regione e della Conferenza delle Regioni, “rischia di colpire un settore già particolarmente colpito e non dà grande soddisfazione” in termini di contenimento dei contagi. Per il governatore il tema vero, in un’ottica di evitare gli assembramenti, è quello dei “controlli affinchè le persone rispettino le norme”.

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