Le
forze in campo sono disposte così: Matteo Renzi, che il 4 marzo 2018,
giorno delle ultime elezioni politiche, era il segretario del Pd, e a
causa del tracollo fu sostituito dal reggente Maurizio Martina (nel
frattempo passato alla vicedirezione generale della Fao, evviva e
auguri), a sua volta sostituto in piena funzione da Nicola Zingaretti,
Matteo Renzi, dicevamo, è stato prima all’opposizione di Giuseppe Conte,
poi ha fatto nascere il Conte bis, ma contemporaneamente ha lasciato il
Pd per fondare Italia Viva e adesso prova a far cadere il Conte bis.
Nicola
Zingaretti, inizialmente contrario al Conte bis, nel quale fu
trascinato per la collottola da Renzi, ora non vuol far cadere il Conte
bis, ma è probabile che si farà trascinare da Renzi per la collottola
dentro una prossima eccitante avventura, magari con un nuovo premier,
magari del Pd, senza nemmeno sporcarsi le mani.
Beppe
Grillo, fondatore di un movimento col rifiuto di qualsiasi alleanza
nella sua ragione sociale, nella natura stessa della sua esistenza, si è
alleato con la Lega di Matteo Salvini, per poi mollarla e saltare con
un oplà nelle braccia del Pd, il partito della mafia e di Bibbiano, a
seconda delle requisitorie del giorno, e anzi con un oplà dentro le
braccia dell’ultimo preclaro rigurgito della partitocrazia corrotta,
secondo le geremiadi dell’onestà, ovvero Renzi, e adesso, dicevamo Beppe
Grillo, condivide su Facebook l’appello all’orgia globale e
istituzionale, tutti i partiti dentro a tenere Conte sul trono, chi ci
sta ci sta, ’ndo cojo cojo, in nome di una purezza evoluta fino alle
struggenti crode del più scatenato meretricio.
E
intanto Giuseppe Conte, uomo buono per tutte le alcove, ancheggia
davanti a ogni Scilipoti, assistito nella caccia dai suoi ministri a
cinque stelle dalla rettitudine flessibile a prezzi scontati e
trattabili. Come Isabella di Castiglia si concede a chi lo piglia:
responsabili, senzatetto parlamentari, truppe mastellate.
Che spettacolo grandioso. Quanto era più tragica, cioè più dignitosa, per dire, una maxitangente Enimont? Pensavamo che il moralizzatore viene epurato dal più puro, ma qui siamo a moralizzatori che si sono liberati della loro bigotteria, sguazzano orgogliosi nel vizio come nemmeno il più libertino dei preti spretati, pensano che noialtri ci si beva tutto, invece assistiamo rapiti dalla magnificenza del disastro.