Archive for Gennaio, 2021

Conte, dimissioni domani da Mattarella: che cosa succede ora

lunedì, Gennaio 25th, 2021

di Marco Galluzzo

Conte, dimissioni domani da Mattarella: che cosa succede ora

Alla fine, dopo un’altra giornata frenetica, dopo aver resistito fino all’ultimo, alle sette di sera finalmente Giuseppe Conte prende una decisione. Domani alle nove del mattino comunicherà ai suoi ministri l’intenzione di dimettersi in Consiglio dei ministri, poi si recherà al Quirinale e formalizzerà la decisione nelle mani del Capo dello Stato. La nota ufficiale di Palazzo Chigi è stata diramata alle 19.20 dopo ore di incertezze e congetture. Non deve essere stata una decisione facile: le voci di dimissioni si sino rincorse sin dal mattino, dopo pranzo al Colle attendevano una chiamata che non è arrivata, nel pomeriggio prima le indiscrezioni sulle dimissioni alle 18, poi in serata dopo un Cdm sul Coni. Infine, la decisione del capo del governo di dimettersi domani mattina.

Una decisione che di fatto apre una crisi al buio: sin all’ultimo Conte ha cercato una strada per una crisi pilotata, ma non sarà così; i primi che ieri hanno fatto un muro sono stati i Cinque stelle, un attimo dopo che le agenzie hanno battuto la decisione del premier, che andrà a dimettersi senza avere la certezza di avere in cambio un Conte ter. Si apriranno le consultazioni, che saranno molto veloci, come da intenzioni di Sergio Mattarella, poi si vedrà. Per il Pd come per i Cinque stelle non ci può essere un altro premier, con questo Parlamento, con Giuseppe Conte, come unico ago della bilancia possibile. Ma lo stesso capo dell’esecutivo, quando incontrerà Mattarella, potrà nutrire solo una speranza, fondata su un gruppo di responsabili in Senato che ancora non si è appelesata.
Al termine della giornata è risultato chiaro a tutti che l’attuale governo non dispone dei voti sufficienti al Senato e che l’operazione di «reclutamento» dei responsabili non ha dato i risultati sperati.

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Silvio Berlusconi: “Governo di unità o elezioni, Mattarella indichi la soluzione”

lunedì, Gennaio 25th, 2021

Francesca Galici

Il clima politico in Italia è teso. Giuseppe Conte potrebbe salire al Qurinale per rassegnare le dimissioni nelle mani di Sergio Mattarella.

Il destino del governo è appeso a un filo e dietro le quinte di Palazzo Chigi sono ore frenetiche per organizzare i prossimi scenari e, da parte della maggioranza, evitare le elezioni, vero spauracchio per la sinistra del Paese. In questi momenti così difficili si è fatta sentire la voce di Silvio Berlusconi, che con una nota ha fatto il punto sulla posizione del centrodestra in merito alla crisi e all’immediato futuro dell’Italia.Dai 5 Stelle al Pd: la paura del voto scatena il tutti contro tutti

“La strada maestra è una sola: rimettere alla saggezza politica e all’autorevolezza istituzionale del Capo dello Stato di indicare la soluzione della crisi, attraverso un nuovo governo che rappresenti l’unità sostanziale del Paese in un momento di emergenza oppure restituire la parola agli italiani. Mi auguro che il presidente del Consiglio sia consapevole dell’ineludibilità di questa strada”, ha scritto Silvio Berlusconi. Per il leader di Forza Italia, ora le elezioni o un nuovo governo sono l’unico percorso da intraprendere il bene dell’Italia: “Qualunque altra soluzione significa prolungare una paralisi che il Paese non si può permettere e che quindi ovviamente non ci vede disponibili. Di tutto questo ho ragionato a lungo con i miei collaboratori e con i vertici di Forza Italia, e posso garantire un’assoluta unità di valutazioni o di intenti”.

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Crisi di governo, la giornata politica in diretta

lunedì, Gennaio 25th, 2021

di Paolo Decrestina

Crisi di governo, la giornata politica in diretta

Sono giorni, ore decisive per il futuro del governo Conte: siamo al conto alla rovescia per trovare una soluzione prima del voto sulla Giustizia mercoledì o giovedì. Al Senato i numeri per Bonafede sono così risicati che rischierebbero di azzoppare il capodelegazione dei grillini al governo. Intanto avanza l’ipotesi di un «governo di salvezza nazionale», ma che, di fatto, sarebbe un Conte 3 sostenuto da pezzi di centrodestra dell’area moderata e dai renziani, usciti dall’attuale composizione dell’esecutivo. Il premier guiderebbe così una crisi pilotata che lo porterebbe a un nuovo incarico, ma la strada non è così piana e i rischi di un ridimensionamento del suo peso nella compagine di governo non tengono tranquillo il presidente del Consiglio. Di Maio si è rivolto alle forze politiche: « Chi vuole sostenere il premier si faccia avanti. Abbiamo 48 ore. O c’è una maggioranza o si va al voto».

Ore 17.32 – Conte alla riunione con il Forum del terzo settore
L’incontro tra il premier Giuseppe Conte e il Forum del terzo settore, a quanto si apprende, è cominciato.

Ore 17.12 – Crimi: «M5S al fianco di Conte, siamo la colonna della legislatura»
«Il M5S è convintamente al fianco del presidente Conte in questo momento estremamente difficile per il Paese. Siamo la colonna portante di questa legislatura: come sempre ci assumeremo le nostre responsabilità, avendo come riferimento il bene dei cittadini, e ci faremo garanti dei passaggi delicati che attendono la nostra Repubblica». Lo dichiara in una nota il capo politico M5S Vito Crimi.

Ore 17.02 – Udc: «Noi fuori dai giochi dei “responsabili”»
«L’Udc rimane fuori dai giochi dei `responsabili´. È questa la posizione condivisa dai parlamentari Udc in una riunione che si è svolta stamane nella sede nazionale del partito. I tre senatori dello Scudo crociato hanno votato all’unanimità no alla fiducia del Governo e voteranno, in maniera compatta, no alla relazione del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede». È quanto si legge in una nota diffusa dal partito.

Ore 17.00 – Meloni: «Zingaretti ammette che Conte non è autorevole»
Nicola Zingaretti dice che il Pd è impegnato per garantire all’Italia un governo «autorevole». Il segretario del Pd ammette candidamente che l’Esecutivo Conte non lo è. FdI lo sostiene fin dall’inizio: questo Governo non è all’altezza, non ha visione e non è capace di risolvere i problemi concreti degli italiani. La via maestra da seguire per dare alla Nazione un governo forte, coeso e autorevole rimangono le elezioni». Lo afferma in una nota il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

Ore 16.35 – Pd: «Non abbiamo chiesto a Conte di salire a Colle»
A quanto si apprende «il Pd non ha chiesto e non sta chiedendo a Conte di andare al Quirinale». La strada, riferiscono fonti dem, «è quella indicata dal segretario Zingaretti e dal vicesegretario Orlando in queste ore e passa per un Governo autorevole, europeista e in grado di affrontare i problemi facendo un appello alla responsabilità a tutti».

Ore 16.16 – Berlusconi: «Nessun sostegno di Fi a Conte»
«Nessuna trattativa è in corso, né ovviamente da parte mia, né di alcuno dei miei collaboratori, né di deputati o senatori di Forza Italia, per un eventuale sostegno di qualunque tipo al governo in carica». Lo ribadisce il Presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi. «La strada maestra è una sola: rimettere alla saggezza politica e all’autorevolezza istituzionale del Capo dello Stato di indicare la soluzione della crisi, attraverso un nuovo governo che rappresenti l’unità sostanziale del paese in un momento di emergenza oppure restituire la parola agli italiani», spiega il presidente di Fi. «Mi auguro che il Presidente del Consiglio sia consapevole dell’ineludibilita’ di questa strada».

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Lombardia in zona rossa per errore: la Regione rinuncia alla sospensiva al Tar

lunedì, Gennaio 25th, 2021

di Ilaria Sacchettoni

La Regione Lombardia rinuncia a chiedere la sospensiva di fronte al Tar inizialmente interpellato contro la classificazione in zona rossa decretata venerdì 15 gennaio a causa di un errore sui dati e poi «cancellata» venerdì 22.

Spiega l’avvocato Federico Freni che ha assistito il governatore Attilio Fontana durante il contenzioso con il governo: «Abbiamo ottenuto la riclassificazione, quindi sono venute meno le esigenze cautelari. Oggi il Tar non si pronuncerà».

Nei giorni scorsi è esplosa la polemica tra il governo e la regione Lombardia che avrebbe inviato dati sull’ Rt sbagliati
, successivamente modificati tanto da ottenere la riclassificazione in zona arancione del territorio lombardo.

Nella giornata di domenica, il Tg3 ha mostrato una mail della Regione Lombardia che chiedeva all’Istituto superiore di Sanità di recepire «le modifiche definite a livello tecnico relative al conteggio dei pazienti guariti e deceduti».

Il ricorso al Tar da parte del governatore resta in piedi ma vengono meno le esigenze di concedere o meno la sospensiva dunque.

CORRIERE.IT

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Covid a Roma, focolaio nella Rsa di Grottaferrata: 40 contagiati e 4 morti, struttura isolata

lunedì, Gennaio 25th, 2021

Un focolaioCovid è esploso in una casa di riposo di Grottaferrata, alle porte di Roma. Secondo quanto si apprende da fonti sanitarie, al momento ci sono circa quaranta positivi e si contano 4 decessi. La struttura è stata isolata. Il cluster è stato individuato nei giorni scorsi dopo che ospiti e operatori sono stati sottoposti a tampone il 14 gennaio. Un decina gli opetatori sarebbero risultati positivi, tra cui 5 suore.

IL MESSAGGERO

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COMUNICATO STAMPA GIORNATA MEMORIA: INIZIATIVA PSICOLOGI PER COMMEMORARE SHOAH

lunedì, Gennaio 25th, 2021

Associazione ReDiPsi organizza webinar proponendo riflessioni tra psiche e arte

MILANO, 25/01/2021 – Si terrà mercoledì 27 gennaio il webinar dedicato al settantaseiesimo anniversario dell’apertura dei cancelli di Auschwitz. L’iniziativa promossa dall’Associazione ReDiPsi – Reti di Psicologi per i Diritti Umani, intende celebrare il Diritto alla vita, sancito dall’articolo 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre del 1948.

 All’evento saranno presenti ospiti di eccezione, accomunati dall’acuta sensibilità nei confrontidel rispetto della vita, dell’uguaglianza, della libertà, della sicurezza e dei diritti umani fondamentali, nonché della memoria storica. Nel corso della serata si alterneranno le riflessioni di:
Pietro Barbetta, Psicologo, Psicoterapeuta e fondatore di ReDiPsi;

 Manuela Tomisich, Psicologa, Psicoterapeuta e fondatrice di ReDiPsi.

Giacinto Di Pietrantonio, Docente di Storia dell’Arte all’Accademia Brera di Milano, Critico e Curatore d’Arte;

Corrado Levi, Artista crossover, docente, critico e collezionista.

Modereranno l’incontro Gabriella Scaduto, Psicologa, Psicoterapeuta e Presidente di ReDiPsi; Riccardo Bettiga, Psicologo, Psicoterapeuta, Garante Regionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.

Porterò per la prima volta nella mia vita, la testimonianza di figlia di un deportato nei campi di concentramento. Sono convinta che attraverso la riflessione sui racconti in famiglia, i figli nati nel dopoguerra hanno potuto costruire una attualizzazione del passato che reagisce e impronta l’esperienza del presente“, afferma Manuela Tomisich. Nell’epoca della scomparsa dei testimoni diretti, ci chiediamo come trasmettere la memoria della Shoah, attraverso le opere, in un mondo in cui i testimoni diretti stanno scomparendo? Come dare al futuro una prospettiva che, come la parola scritta di Primo Levi, venga segnata nel marmo, abbia stabilità oltre le generazioni, come l’opera d’arte?”, aggiunge Pietro Barbetta.

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Crisi di governo, Sassoli: «Il Recovery non aspetta, l’Italia non può fermarsi»

lunedì, Gennaio 25th, 2021

di David Sassoli*

Fin dall’inizio della pandemia ci eravamo detti che una forte discontinuità nelle politiche europee sarebbe stata data dalla libertà degli Stati membri di utilizzare gli strumenti messi a loro disposizione per sostenere la crisi e rilanciare le loro economie. E così è stato finora, con il sostegno alla cassa integrazione (Sure), il Mes sanitario e il Recovery fund. Non vi è nessun obbligo, ma l’opportunità di utilizzare questi strumenti. È evidente che non usare risorse davvero eccezionali comporterà delle conseguenze, ma ogni intervento dovrà essere assunto liberamente da governi e parlamenti nazionali.
LA FILOSOFIA
Un’Europa diversa insomma, da quella che negli ultimi 10 anni ha cercato di imporre modelli di comportamento. Con questa filosofia, l’Unione europea offre nuove opportunità ai 27 paesi per rispondere alla crisi. Non solo risorse, ma anche sostegno e consulenza.

Ristori, la crisi di Governo minaccia il decreto: rischio slittamento


Il presidente Romano Prodi, sempre attento alle attività legislative della Ue, è stato l’unico a sottolineare ieri sul Messaggero l’importanza del voto espresso dal Parlamento europeo, martedì scorso, sul regolamento sul Technical support instrument. Voglio ringraziare il professore e il giornale per questa attenzione. Si è trattato di un voto a larghissima maggioranza, arrivato al termine di un negoziato fra Parlamento, Commissione e Consiglio alla fine dell’anno scorso.
LE RIFORME
Questa è l’Europa che ci piace. Quella che si mette a disposizione dei paesi membri che intendono fare riforme ma hanno dei problemi, che li aiuta nella programmazione delle risorse quando non ne hanno le capacità, che li sostiene nei percorsi per raggiungere gli obbiettivi comuni. Non bastano le risorse se poi non si è in grado di usarle. È una vecchia storia che coinvolge molti paesi. E l’Italia, fra chiaroscuri, è fra questi.
Ma come è possibile che un regolamento (vedi, legge europea) di questa portata venga ignorato dalla politica nazionale e dal mondo dell’informazione proprio in un momento in cui gli Stati membri sono impegnati nella scrittura dei loro piani di ripresa? Che questa distrazione coinvolga l’Italia, dove da mesi si parla di come gestire il piano nazionale di ripresa, sconcerta.

Governo, resa di Conte: ter con Renzi, Pd e M5S spingono il premier

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“Smartphone ai bimbi vietato per legge”. La sottosegretaria: fissare regole e limiti

lunedì, Gennaio 25th, 2021

di ALESSANDRO BELARDETTI

Sottosegretaria Sandra Zampa, che effetto le fa leggere la fine di Antonella, la bimba di Palermo, suicida dopo una sfida estrema on line?

“È una sensazione terribile – risponde la sottosegretaria alla Salute –. Il ripresentarsi di queste tragedie lascia un’enorme sofferenza. Poi c’è frustrazione: da troppo tempo parliamo dell’emergenza senza agire”.

Negli anni ’80 c’era l’emergenza eroina, ora i nostri ragazzi si stanno perdendo nel tunnel degli smartphone.

“Io credo sia difficile immaginare di fare scomparire il cellulare dalle vite dei nativi digitali. Dobbiamo, però, fare in modo che diventi solo una opportunità. Purtroppo registriamo forme di dipendenza in giovane età prodotte dall’esposizione troppo prolungata e senza controllo”.

Vietare l’uso del telefonino per legge agli under 14, come propone il senatore Andrea Cangini, sarebbe un buon deterrente per le famiglie?

“È insensato che per guidare l’auto serva la patente e per usare il cellulare non ci siano limiti in base all’età. Gli smartphone sono potenti come le automobili, se non di più, e bisogna fare distinzioni nella possibilità di utilizzo con l’età evolutiva dei ragazzi. Vanno limitate la connessione e certe app: i bimbi non possono passare le notti svegli a chattare. Gli adulti e le istituzioni non sono riusciti a entrare in questo mondo e quindi i più piccoli non sono tutelati”.

Il controllo delle famiglie e l’intervento della polizia postale, per fermare gli abusi digitali dei ragazzi, troppo spesso non bastano. Il governo ha una ricetta per salvare bimbi e giovani?

“Serve subito un tavolo, guidato dalla presidenza del Consiglio, che coinvolga la garante nazionale dell’infanzia, il garante della privacy, l’autorità delle telecomunicazioni, i pediatri, i neuropsichiatri, gli psicologi, i genitori, gli insegnanti, la polizia postale, le aziende tecnologiche. Bisogna decidere l’età per possedere uno smartphone, divieti, controlli e quali sanzioni infliggere alle aziende che producono contenuti pericolosi. Le decisioni di questo tavolo devono diventare subito legge”.

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Crisi di governo, Conte pensa a dimissioni e reincarico. Gelo da Pd e centristi

lunedì, Gennaio 25th, 2021

di ETTORE MARIA COLOMBO

Il messaggio che in modo discreto i ministri Franceschini e Guerini, in modo aperto Boccia e un filo più criptico il Nazareno avevano recapitato a Renzi è stato il seguente: “Se Italia viva vota contro Bonafede, in Aula, il governo va sotto: è vero che non abbiamo i numeri, ma metteremo una croce su te e i tuoi. Sarà guerra. Se, invece, porti i tuoi all’astensione e Bonafede, che ha promesso farà concessioni sui temi del garantismo e del processo, a te cari, si salva, allora si può riprendere il filo del dialogo e ridiscutere. Con Conte, però, perché come sapete i 5stelle non reggono altri nomi”.

Renzi si era preso 48 ore di tempo per decidere, ma certo è che l’aria sta cambiando. Un tenue dialogo c’era, tra chi, come Pd e Iv, fino a ieri si tirava i piatti in testa. Anche i gruppi parlamentari democratici, Andrea Marcucci e Graziano Delrio in primis, lavoravano per ricomporre il quadro. Il senatore centrista Pier Ferdinando Casini fiutava l’aria e spiegava il da farsi: “Conte vada al Quirinale a dimettersi e porti la crisi a un confronto politico, per recuperare il dialogo con Renzi”.

Questa è la strada che il premier, sempre più solo ogni giorno che passa, non avrebbe voluto seguire, anche se la voce di un inevitabile atto formale (magari già domani) continuava a circolare. Conte temeva che, alle consultazioni, il suo nome salti e che il Pd, l’M5s ’dimaiano’, Italia viva, FI e forse pure la Lega si accordassero su un governo istituzionale, mandandolo a casa. Avrebbe voluto andare alla conta, morire per Bonafede, ma alla fine sembra sia prevalsa l’ipotesi di una sua salita al Colle, con dimissioni e reincarico per un governo Conte ter. Un governo nel quale soprattutto i centristi avrebbero maggiori e più qualificati spazi.

Prima dello scenario che si è delineato a tarda sera, già il suo reclutatore per eccellenza, Bruno Tabacci, ieri si era arreso, via intervista. “Ma così si lega mani e piedi a Bonafede e rischia di finire sconfitto in Parlamento e nella polvere dopo: il suo nome sarebbe bruciato per ogni re-incarico”, avevano spiegato Pd e Iv.

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Lo stallo politico è un pessimo spettacolo

lunedì, Gennaio 25th, 2021

di GABRIELE CANÈ

Dicono che noi italiani non capiamo cosa sta succedendo. Errore. Lo capiamo benissimo, anche se cercano di confonderci le idee. Anche se il Palazzo dà i numeri a Conte: 48 ore per decidere, 10 senatori per sopravvivere, 1 giorno in più per portare in Parlamento la relazione del ministro di Giustizia. Anche se Babele era un assieme di voci armoniche rispetto a quello che si sente dire in particolare nel coro alpino della “maggioranza”: mai con Renzi; sì con Renzi, ma senza ricatti e se lui fa un passo indietro; solo con Conte, con un bis rinforzato o un ter.

Senza Conte c’è solo il voto, sempre che, per il bene del Paese, non sia meglio un altro premier piuttosto che andare a votare. Hanno le idee confuse. Noi no. Abbiamo capito benissimo due o tre cose. Primo: questo governo non è mai stato tanto in crisi come da quando ha ottenuto la fiducia. Per il semplice fatto che si è trattato di una “fiducina” senza maggioranza assoluta, dunque esposta a qualunque colpo di vento. E la relazione sulla Giustizia di Bonafede, ad esempio, è una autentica bufera visto quello che è successo nelle carceri dal 7 al 10 marzo scorso, 13 morti e devastazioni milionarie; visto l’inspiegabile esodo di massa (andata a casa spesso senza ritorno) di criminali in permesso Covid. Invotabile da un esponente nobile della maggioranza come Casini, e pure da una “stampella” volante come lady Mastella.

Secondo: la quarta gamba che doveva sostituire Italia Viva non esiste. Il partito della pagnotta, o più nobilmente del seggio sicuro, ha dimostrato in fondo di essere più responsabile di chi voleva raccattarli con qualche promessa, per mettere assieme un gruppo-Brancaleone, privo di qualunque fondamento politico, e dunque inutile a garantire una prospettiva di governo vero. Terzo, se questa maggioranza è in realtà minoranza, la perdita di tempo, l’arrocco di questi giorni, può darsi che stia nella cornice del dettato costituzionale, ma di sicuro è molto al di fuori della necessità del Paese.

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