Archive for Gennaio, 2021

I numeri in Senato per Conte: spauracchio quota 161 voti

martedì, Gennaio 19th, 2021

Francesca Galici

Oggi è il giorno decisivo per Giuseppe Conte. Che dalla Camera sarebbe uscito con un gruzzolo di voti sufficiente per proseguire era prevedibile.

Il voto al Senato è molto più incerto e gli scenari aperti sono numerosi in base a quanti voti riuscirà a portare a casa. I 161 voti che gli darebbero maggiore sicurezza sembrano un miraggio che si dissolve sempre di più sulla linea dell’orizzonte ma sotto quella soglia per Giuseppe Conte potrebbe non essere così scontato continuare a gvernare. Durante il discorso alla Camera, Giuseppe Conte ha definitivamente messo un punto a qualunque possibilità di dialogo con Italia viva e, in contraddizione con quanto da lui dichiarato nel 2018, ha preso le distanze dai “nazionalisti e sovranisti”. Si è appellato alle forze “europeiste, socialiste, liberali e popolari”, prendendo una precisa posizione politica, che influirà anche il voto di oggi in Senato.Meloni smaschera Conte “Quanto vale la sua parola Cosa diceva tre anni fa…”

Scenario 1: Conte ottiene più di 160 voti

Sarebbe lo scenario migliore per il presidente del Consiglio ma al momento è il più improbabile. Ma ponendo il caso che dovesse ottenere la fiducia da 161 (o più) senatori, il presidente del Consiglio avrebbe a disposizione una maggioranza assoluta che consentirebbe un governo relativamente tranquillo per i prossimi mesi.

Scenario 2: Conte ottiene tra 155 e 160 voti

Questo è lo scenario che attualmente viene dato come più probabile nella maggioranza. Senza i renziani, Giuseppe Conte deve fare appello ai responsabili, che ieri sono diventati “volenterosi” durante il suo discorso. Impossibile sapere con esattezza quali e quanti saranno i senatori che risponderanno “presente” alla chiamata del presidente del Consiglio finché non verrà espresso il voto. Allo stato attuale delle cose, la maggioranza sembra che sia disposta ad accontentarsi anche solo di 155 voti. In quel caso, per il premier l’obiettivo sarebbe quello di trascinare nella maggioranza altri senatori strada facendo. Addirittura, alla luce dell’attuale situazione, da più fonti della maggioranza emerge che oggi i 155 voti verrebbero considerati una vittoria.

Scenario 3: Conte ottiene tra 150 e 154 voti

Per molti, invece, sarebbe questo lo scenario più plausibile, con 154 voti a favore del presidente del Consiglio nella votazione al Senato. Non sarebbe certo facile continuare a governare con numeri così risicati ma potrebbe comunque provare a proseguire senza passare per le dimissioni, il suo incubo peggiore.

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Crisi di governo, Conte oggi al Senato. La giornata politica in diretta

martedì, Gennaio 19th, 2021

di Alessandro Sala e Alessandro Trocino

Crisi di governo, Conte oggi al Senato. La giornata politica in diretta

Incassata la maggioranza assoluta alla Camera, con 321 voti (il plenum dell’assemblea è di 630), il premier Giuseppe Conte oggi affronta la prova del Senato, dove i numeri a sostegno del governo sono molto più risicati. Italia viva, dopo l’abbandono del governo, ha annunciato che si asterrà nel voto finale e questo consentirà all’esecutivo di ottenere la fiducia con una maggioranza relativa: non è richiesto un quorum minimo ed è sufficiente superare l’opposizione anche di un solo voto. Gli ultimi rumors danno per ora a favore del governo una pattuglia compresa tra i 152 e i 159 senatori: quelli di M5S , Pd e Leu a cui si aggiungerebbero tra i 12 e i 15 voti provenienti dal gruppo Misto o di transfughi da altri gruppi e 7 dal gruppo delle Autonomie. Ma questo è il pallottoliere ipotetico. Quello reale è quello che si sta muovendo in Senato: il risultato è atteso attorno alle 20.30.

***

17.40 – Renzi: «Perché la crisi? Ora o mai più»
Renzi è poi tornato sulle motivazioni della crisi, insistendo sul concetto dell’ora-o-mai-più: . «Questo è un momento opportuno, ora o mai più si può fare la discussione. Ora ci giochiamo il futuro, non fra sei mesi. Ora o mai più perché c’è un nuovo presidente degli Stati Uniti. Ora o mai più perché qualche giorno fa sono stati fatti degli accordi impressionanti in medio Oriente. Ora o mai più perché Merkel e Macron hanno siglato accordi con la Cina mentre noi siamo rimasti a guardare», ha aggiunto Renzi. «Ora o mai più perché questo è l’anno del G20 in Italia». E, ancora: Ora o mia più pr l’economia, abbiamo il 160 per cento di debito e i ragazzi pagheranno il conto più di altri di questa crisi. Ora o mai più per il Mes»

17.33 – Renzi a Conte: «Il suo non è il governo migliore»

Matteo Renzi durante l’intervento
Matteo Renzi durante l’intervento

Renzi ha preso per primo la parola dopo l’interruzione dei lavori e ha attaccato frontalmente il premier Conte: «Il suo non è il migliore dei governi — ha sottolineato il leader di Italia Viva —, per affrontare la tragedia in corso serve un esecutivo più forte». E ancora: «Lei ha avuto paura di salire al Quirinale perché ha scelto un arrocco che temo sia dannoso per le istituzione».

Ore 17.31 – Riprende la seduta al Senato

Ore 17.19 – Renzi annuncia: «Non ho bloccato Casalino su Whatsapp»
C’è attesa per l’intervento di Matteo Renzi al Senato. Il leader di Italia Viva, nell’attesa, parlando con alcuni giornalisti ha detto: «Non ho bloccato Casalino su whatsapp», smentendo alcuni retroscena. Poco prima il portavoce del premier, Rocco Casalino, era passato a poca distanza, entrando verso l’emiciclo

Ore 16.46 – Minivertice dei ministri M5S al Senato
Mini-vertice dei ministri M5S nella pausa dei lavori dell’aula del Senato per la sanificazione. Alla riunione sono arrivati alla spicciolata, accolti dal capo politico, Vito Crimi, il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, dello Sport, Vincenzo Spadafora, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, il capodelegazione, Alfonso Bonafede, la responsabile del Lavoro, Nunzia Catalfo.

Ore 16.30 – Nuova pausa sanificazione e capigruppo
La seduta è stata nuova mente sospesa per una sanificazione dell’aula. La seduta riprenderà alle 17,30. Nel frattempo la presidente Casellati ha convocato i capigruppo.

Ore 16.25 – Centinaio e l’omino Playmobil

Centinaio mostra l’omino Playmobil, Salvini osserva da vicino
Centinaio mostra l’omino Playmobil, Salvini osserva da vicino

«Avvocato Conte, lei è come l’omino Playmobil, che potevi trasformare come volevi, in tanti personaggi.. E´ un premier per tutte le stagioni, vada a casa!». Lo ha detto Gian Marco Centinaio, senatore della Lega ed ex ministro dell’Agricoltura, intervenendo in Aula e mostrando uno dei noti pupazzetti di plastica che hanno la caratteristica di poter cambiare look e funzione grazie a dei pezzi interscambiabili. Al suo fianco era seduto il leader leghista, Matteo Salvini .

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Senato, Renzi a Conte: “Proprio ora è il momento di fare la crisi, serve un governo forte”

martedì, Gennaio 19th, 2021

Dopo aver incassato la fiducia alla Camera, Conte è al Senato per chiedere il sostegno al suo governo. “Qui a testa alta”, ha detto parlando in Aula. Matteo Renzi, leader di Italia Viva, critica il premier: “Serve un esecutivo più forte, lei non si è dimesso”. “Lei ha avuto paura di salire al Colle perché ha scelto un arrocco che spero sia utile per lei ma credo sia dannoso per le istituzioni”, ha aggiunto a Palazzo Madama.

Renzi a Conte: “La politica non è distribuzione di poltrone”

“Chi perde oggi? Qualcuno dice Conte, Renzi, Iv. Sembra che la discussione riguardi le singole persone. E’ l’Italia che sta perdendo la più grande opportunità che ha da perdere dopo il Piano Marshall. Ecco perché le ho chiesto di fare un passo in più non trasformi la discussione politica in una distribuzione di incarichi. Lei forse pensa davvero che la politica sia l’arte difficile del governo ma non possiamo limitarci di dare una poltrona in più”. Lo dice il leader di Iv Matteo Renzi al Senato. 19 gen 17:48

Renzi a Conte: “Scelto arrocco dannoso per le istituzioni”

“Lei ha avuto paura di salire al Colle perché ha scelto un arrocco che spero sia utile per lei ma credo sia dannoso per le istituzioni”. Lo dice il leader di Iv Matteo Renzi in Senato. “La crisi istituzionale non è aperta ma l’Italia vive una crisi sanitaria ed economica”, spiega Renzi sottolineando come l’Italia sia il Paese con il “più alto numero di morti di Covid in rapporto alla popolazione”. “Sono mesi che chiediamo una svolta, non è vero che siamo stati irresponsabili, siamo stati fin troppo pazienti”. 19 gen 17:45

Renzi: “Ora o mai più il Mes”

“Ora o mai piu’ per il Mes”. Ha detto ancora Matteo Renzi nella sua replica alle comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.  19 gen 17:43

Renzi a Conte: ha avuto paura di salire al Quirinale

“Lei ha avuto paura di salire al Colle perché ha scelto un arrocco che spero sia utile per lei ma credo sia dannoso per le istituzioni”. Lo dice il leader di Iv Matteo Renzi in Senato. “La crisi istituzionale non è aperta ma l’Italia vive una crisi sanitaria ed economica”, spiega Renzi. “Sono mesi che chiediamo una svolta, non è vero che siamo stati irresponsabili, siamo stati fin troppo pazienti, ora o mai più si può fare una discussione”, aggiunge. 19 gen 17:40

Renzi a Conte: serve governo più forte

“Signor presidente, se lei parla di crisi incomprensibile, le spiego le ragioni che hanno portato la nostra esperienza al termine. Non è il governo più bello del mondo: pensiamo ci sia bisogno di un governo più forte, non pensiamo possa bastare la narrazione del ‘gli altri Paesi ci copiano’. Non è stata aperta ancora una crisi istituzionale perché lei non si e’ dimesso”. Lo dice il leader di Iv Matteo Renzi nel suo intervento in Aula al Senato.  19 gen 17:38

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Conte in Senato ha fatto 8 «correzioni» al suo discorso, rispetto alla Camera

martedì, Gennaio 19th, 2021

di Roberto Gressi

Conte in Senato ha fatto 8 «correzioni» al suo discorso, rispetto alla Camera

Giuseppe Conte ha cambiato la cravatta, blu invece che celeste, e la mascherina, celeste invece che bianca e ha riproposto al Senato quasi lo stesso intervento pronunciato alla Camera. Quasi, perché non sono mancate significative correzioni, più o meno tutte volte a cercare di accrescere, fino all’ultimo minuto, i possibili consensi nel voto di fiducia di questa sera, a rendere definitivo lo strappo con Italia Viva e a proporre un’inedita concezione della stabilità di governo, basata sul rifiuto di ogni opzione maggioritaria.

1. Renzi

Ha continuato a non chiamare Matteo Renzi per nome, ma ha semmai inasprito la critica. «È difficile lavorare con chi semina mine sul percorso comune». E è tornato a parlare di sburocratizzazione e commissari per le opere, riproponendo uno dei temi di maggior contrasto con Italia Viva.

2. Politica internazionale

Ha corretto almeno in parte la posizione sulla politica internazionale. Dove ieri sembrava costituire quasi un’equivalenza tra gli Stati Uniti e la Cina, oggi, dopo le critiche, ha invece subordinato il rapporto con la Cina al lavoro unitario con i partner europei e con gli Usa, per un confronto che segua principi e valori democratici.

3. Legge elettorale

Ha corretto, solo dal punto di vista istituzionale e formale la posizione sulla legge elettorale, riaffermando la necessità del proporzionale ma riconoscendo il primato del Parlamento, frenando almeno un po’ l’invasività del governo su questo tema.

4. La frammentazione

Ma ha però aggiunto che la frammentazione non si recupera non riconoscendo le mille sensibilità diverse. Quindi il rifiuto di ogni riforma maggioritaria, proponendo una curiosa ricetta per la stabilità: bisogna garantire a tutti la rappresentanza (pare di capire senza soglie di sbarramento) e accordi chiari per governare si faranno un po’ prima e un po’ dopo le elezioni.

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Conte oggi al Senato: il discorso in diretta e le reazioni

martedì, Gennaio 19th, 2021

di Aldo Cazzullo

Conte oggi al Senato: il discorso in diretta e le reazioni

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Ottenuto ieri con 321 sì il disco verde, oggi a Palazzo Madama per il premier si profila il passaggio più delicato. Al Senato si prevede una vera e propria maratona con avvio alle 9,30 con le comunicazioni del capo dell’esecutivo. Previste due pause con la replica del premier alle 17.30 e la prima chiama intorno alle 19.30. Il responso più atteso è previsto per le 20.30.



Ore 10.40 – La richiesta di aiuto
È il momento dell’atteso, fantozziano «Aiutateci».

Ore 10.39 – Gli schiamazzi
«I numeri sono importanti. Ma ancora più importante è la qualità del progetto politico…». Schiamazzi da destra, Conte fatica a continuare.

Ore 10.38 – I «disponibili»
Conte:«Servono persone disponibili a riconoscere l’importanza della politica, fattore di avanzamento della nazione. Chi ha idee e progetti sappia che è il momento giusto…». L’importante è che siano disponibili.

Ore 10.35 – Confabulanti
Il ministro Amendola e Bonifazi, braccio destro di Renzi, confabulano in piedi in un angolo, sicuramente dell’integrazione dei Balcani occidentali appena annunciata da Conte.

Ore 10.29 – Promessa o minaccia?
Conte promette o minaccia una «pacata, attenta, meditata riflessione» sui rapporti tra Stato e Regioni.

Ore 10.28 – Il sonnellino di Manfredi
È il mio turno nella tribunetta. Il ministro dell’Università e della Ricerca Manfredi si è clamorosamente assopito sulla spalla del sottosegretario agli Esteri Merlo

Ore 10.22 – Le previsioni di Prodi
Prodi prevede che Conte non farà la sua fine: «Non c’è alternativa a lui».

Ore 10.18 – L’ipotesi del voto contro di Renzi
Paradossalmente l’astensione dei renziani concede alla maggioranza i giorni di cui ha bisogno per consolidarsi; per questo gira voce che Renzi sia tentato di votare contro. Ma spaccherebbe il partito.

Ore 10.16 – Il programma
L’idea è questa: incassare la fiducia, sia pure senza maggioranza assoluta; imbarcare qualche forzista; recuperare qualche grillino, compresi quelli cacciati perché non versavano i soldi; tutti con la promessa di un posto nella futura lista Conte.

Ore 10.14 – L’indifferenza di Renzi
L’opposizione fischia. Renzi fa finta di nulla.

Ore 10.13 – Conte e gli attacchi di Renzi: «Incomprensibili»
Finalmente Conte viene al punto: «Scomposti, sterili, incomprensibili» gli attacchi di Renzi. «Continue pretese, critiche sempre più incalzanti, continui rilanci…impossibile governare con chi dissemina mine…» ma sono più o meno le cose di ieri.

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Coppia scomparsa a Bolzano: il figlio Benno indagato per omicidio volontario

martedì, Gennaio 19th, 2021
Laura Perselli e Peter Neumair scomparsi lunedì a Bolzano

Bolzano, 19 gennaio 2021 – Siamo vicini ad una svolta clamorosa nel giallo della coppia scomparsa a Bolzano, Peter Neumair e Laura Perselli, i due insegnati bolzanini in pensione di 63 di 68 anni spariti nel nulla due settimane fa. Sospetti si stanno addensando sul figlio della coppia, Benno, 30 anni, che è stato indagato – riferisce l’agenzia Ansa – per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Per il momento non è stata adottata nessuna misura cautelare nei sui confronti. L‘appartamento in via Castel Roncolo (una delle zone più prestigiose di Bolzano), nel quale i coniugi vivevano con il figlio, è stato infatti posto sotto sequestro su ordine dei pm Igor Secco e Federica Iovene che conducono l’indagine. Il racconto di Benno Neumair, che fu il primo a dare l’allarme per la scomparsa dei genitori, non ha convinto gli inquirenti.

I carabinieri del Ris stanno battendio palmo a palmo l’appartamento a caccia di elementi utili per arrivare alla verità. Per ora l’unico elementocerto è che le tracce dei due coniugi sono svanite nel nulla.

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Crisi di governo, Renzi non si pente: “Hanno fatto un baratto stile calciomercato”

martedì, Gennaio 19th, 2021

di ETTORE MARIA COLOMBO

“È una maggioranza risicata, sono 5 voti più del quorum” è il primo commento, a botta calda, di Matteo Renzi, leader di Iv, al Tg2 post, in merito al voto di fiducia di ieri sera. “Alla Camera – sostiene Renzi – il governo ha la maggioranza, ma è diversa da quella di prima, con Iv. Ora ne fa parte la Polverini, storica leader della destra in Lazio”. “Mi chiedo – continua –: basta avere un voto in più per governare? Formalmente è così, ma poi ci sono le attività di commissione e lì il governo sarà in costante minoranza…”.

Insomma, Conte chiude la porta a Renzi, ma Renzi tende la mano. Solo che è un’offerta appena poco più che simbolica. Infatti, bolla l’attività del premier di questi giorni alla stregua del “compro-baratto-vendo, stile calciomercato”, senza dire degli attacchi sulla politica estera (Cina, Biden). Infine, la stoccata: “Sapete da quando non si dimettevano dei ministri per motivi politici da un governo? Dal 1990, quando cinque ministri della sinistra Dc si dimisero dal governo Andreotti. Tra loro, un certo Sergio Mattarella…”.

“Siamo uniti e compatti. Dei nostri non ne mancherà uno”, rispondono dal gruppo Iv del Senato, posizionato sull’astensione, ormai da giorni per il quale oggi parlerà, oltre a Renzi, Teresa Bellanova. Per paradosso, il gruppo di Iv al Senato tiene e, oggi, terrà, sulla posizione decisa da Renzi, con una sola incognita, quella del socialista Riccardo Nencini, detentore del simbolo del Psi – grazie al quale il gruppo di Iv esiste, a Palazzo Madama – che sarebbe orientato a votare la fiducia. E che oggi parlerà, a nome dei socialisti, in dissenso dal gruppo renziano, ma senza certezze se sarà un sì o un’astensione.

I renziani ‘quotano’ che la maggioranza di governo, oggi, nella fiducia, non andrà oltre i 154155 voti, compresi almeno tre senatori a vita. Gli stessi conti che fa il gruppo Pd, peraltro, mentre per i 5 Stelle i voti saranno 157-158. In ogni caso, la tesi di Renzi è sempre uguale: “Senza la maggioranza assoluta al Senato è impossibile governare“. Il ‘problema interno’ ai renziani, invece, sta per scoppiare, per paradosso, dentro il gruppo di Iv alla Camera. Già orbo di due deputati (De Filippo, che rientra nel Pd, e Rostan, che veniva da LeU), ieri ha perso un altro pezzo per strada e potrebbe perderne altri. Infatti, dei 28 rimanenti, nel gruppo guidato da Maria Elena Boschi, confermano la scelta dell’astensione solo in 27. Il deputato Giacomo Portas non partecipa né alla prima né alla seconda chiama, ma con una motivazione ambigua: “Non ho mai votato la fiducia a Conte e continuerò a non farlo”. Un altro possibile esodo? L’ex magistrato ed esponente del Csm, Cosimo Ferri, va solo alla seconda chiama: si astiene, ma fino all’ultimo sembra sia stato molto in dubbio.

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Procida Capitale italiana della Cultura 2022, perché ha vinto e quali sono i progetti. In arrivo 1 milione di euro

martedì, Gennaio 19th, 2021

di Laura Larcan

Le balene dell’area marina protetta, le location per il cinema, il buen retiro per scrittori e poeti, Procida terra amata da Elsa Morante e Massimo Troisi, si prende la sua rivincita puntando tutto sulla “cultura come felicità sociale”: questo è il fil rouge che ha guidato il dossier vincitore.

Piccolo gioiello incontaminato del golfo di Napoli non lontano da Ischia, diventa Capitale italiana della Cultura del 2022. A fare breccia nella commissione del Ministero dei beni culturali e del turismo(superando le altre nove candidate finaliste) è stato il progetto all’insegna di un titolo ad effetto “La cultura non Isola” votato alla “felicità sociale”. «Procida si candida a Capitale Italiana della Cultura perché la terra isolana è luogo di esplorazione, sperimentazione e conoscenza – si legge nel documento – è modello delle culture e metafora dell’uomo contemporaneo».

Procida capitale italiana della cultura 2022. Franceschini: «Segnale per il futuro»

Lasciandosi alle spalle l’eco delle ultime notizie di cronaca politica (l’arresto per tangenti dell’assessore comunale con deleghe al Contenzioso e all’Acquedotto), l’isola si prende la sua meritata vetrina con un programma di rilancio anche grazie al tesoretto di un milione di euro “vinto” con la sua nomina. D’altronde tanti erano stati i testimonial che facevano il tifo per questo patrimonio del mare napoletano, da Toni Servillo a Gigi D’Alessio, da Luisa Ranieri a Valeria Parrella, fino al direttore del Giffoni Festival.

In che cosa consiste allora il dossier di candidatura? «Il percorso che ha portato alla creazione e consegna del dossier di candidatura – spiegano dalla delegazione – è una significativa esperienza di innovazione sociale, per la centralità di un modello di vita urbana attiva, orientata alla cultura e ai desideri della comunità. Procida è l’isola che non isola, laboratorio culturale di felicità sociale».

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Terremoto in Argentina, scossa di magnitudo 6.4: crollate alcune case

martedì, Gennaio 19th, 2021

Un terremoto di magnitudo 6.4 ha scosso nella notte il nordovest dell‘Argentina. L’epicentro è stato individuato a Pocito, nella provincia di San Juan, a circa 800 chilometri dal confine con il Cile, mille da Buenos Aires. Lo riporta l’Usgs. La scossa è stata seguita da almeno altre 4 di forte entità. Non si ha al momento notizia di danni alle cose o alle persone. 

La prima scossa, avvertita distintamente in una vasta parte dell’Argentina, si è verificata intorno alla mezzanotte (le 4 in Italia), sorprendendo molti residenti nel sonno. Gli abitanti dei diversi dipartimenti della regione di Cuyo cercano di ritrovare la calma, dopo una serie di scosse di assestamento che hanno seguito quella principale prolungando la paura per oltre un’ora. Molte le abitazioni rimaste senza corrente elettrica. 

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Palazzo Chigi, no dei dipendenti al super aumento dello stipendio: l’offerta di 125 euro in più al mese non basta

martedì, Gennaio 19th, 2021

di Francesco Bisozzi

Il discorso di ieri a Montecitorio del premier lo hanno seguito con la coda dell’occhio, perché ai duemila dipendenti della presidenza del Consiglio in questo momento non interessa granché della crisi di governo e del destino di Giuseppe Conte. Ciò che a loro adesso interessa veramente è ottenere più soldi con il rinnovo del contratto 2016-2018. Eppure guadagnano già stipendi invidiati dal resto degli statali: occupano le scrivanie dorate della Pa. Dunque, cosa hanno da lamentarsi? Nemmeno il maxi-aumento proposto dall’Aran, l’agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, pari a 125 euro lordi mensili, superiore per intenderci del 50% circa rispetto a quello elargito al personale non dirigente dei ministeri, è riuscito a saziare l’appetito dei dipendenti di Palazzo Chigi e a sbloccare una trattativa che si trascina da troppo tempo.

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I PUNTI CHIAVE

«Dopo 15 mesi di tira e molla, a Natale ho sottoposto il contratto all’attenzione dei sindacati, ma la mancata disponibilità alla firma da parte di Snaprecom, Sipre e Ugl, che in questo caso rappresentano nel complesso oltre il 51% dei dipendenti sindacalizzati, non ha permesso la sottoscrizione del documento. O ci ripensano o per me è finita qui. Oltre al maxi-aumento i sindacati ostili chiedono ulteriori interventi che però non sono oggetto della contrattazione», spiega il presidente dell’Aran Antonio Naddeo. Ora, il presidente Naddeo, con un passato anche lui a Palazzo Chigi, è noto per essere uno che non perde la pazienza tanto facilmente, ma questa volta sembra aver raggiunto il suo limite di sopportazione. Perché quella che sulla carta doveva essere una trattativa facile, quasi un’amichevole, si è rivelata strada facendo persino più impegnativa di quelle con comparti complessi, come quello dell’istruzione. Il rinnovo del contratto 2016-2018 dei dipendenti della presidenza del Consiglio – assieme a quello dei 300 dirigenti che è dato però in dirittura d’arrivo, al prezzo non indifferente di un aumento mensile superiore a 300 euro – costituisce l’ultimo miglio del percorso di sblocco dei contratti avviato nel 2017, un tassello piccolo ma indispensabile per riuscire a completare il mosaico dei rinnovi: mosaico che a questo punto rischia di rimanere incompiuto.

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GLI ALTRI

Rispetto ai dipendenti di Palazzo Chigi, gli eroi della pandemia, infermieri e insegnanti, con l’ultimo rinnovo del contratto hanno ottenuto anche meno di 80 euro lordi mensili di aumento, ma non raccontatelo a quelli che lavorano alla presidenza del Consiglio perché non vi staranno a sentire.

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