Archive for Gennaio, 2021

“Chiudere tutto per un mese”. Intervista a Walter Ricciardi

martedì, Gennaio 12th, 2021

“Chiudere tutto per un mese”. Per Walter Ricciardi, “con questi numeri”, non c’è altra soluzione. D’altra parte, spiega il consulente del ministro della Salute Roberto Speranza, è questa la direzione che si sta seguendo in altri Paesi. “Bisogna ragionare sulla base dei numeri e delle evidenze scientifiche, non inseguire obiettivi utopici”, sottolinea il professore. E i numeri dicono che senza misure decise ed energiche a febbraio arriviamo a novantacinquemila morti. Pesa anche la variante inglese. Ricciardi ha appena ricevuto “da Inghilterra e Irlanda un avviso che invita a intensificare le misure di mitigazione e contenimento perché l’alta diffusività della variante sta mettendo in ginocchio i due Paesi”.  Un lockdown prolungato servirà, quindi, a far abbassare la curva per ricominciare a tracciare e continuare “a tutto spiano” con la campagna di vaccinazione. “Con questo scenario è impossibile. Come fai a portare migliaia di persone in luoghi pubblici per vaccinarsi? Così si rischia di far espandere ancora di più il virus”, fa notare Ricciardi.  

Professore, lei ha proposto diverse soluzioni per la gestione della pandemia, non tutte adottate. Recentemente ha detto: “Non si arrivi troppo tardi ai lockdown”. Si sente un consigliere ascoltato?

Sì, dal ministro. Anche se il Governo adotta soluzioni che molto spesso non recepiscono gli input rappresentati da lui e da altri suoi colleghi. Prova ne è il fatto che continuiamo a inseguire il virus e invece dobbiamo anticiparlo. Gli altri Paesi hanno preso atto che l’unica strategia da adottare è una soluzione più energica. Probabilmente ci arriveremo anche noi, ma in ritardo. Frutto, quest’ultimo, dell’eccessiva frammentazione dei centri decisionali.

In che senso? 

L’eccessiva frammentazione decisionale fa sì che il Governo non sempre recepisce le evidenze scientifiche rappresentate, come dicevo, dal ministro della Salute e da altri ministri e dunque si traduce in ritardi nelle scelte, che invece richiedono celerità.

Quando parla della strategia adottata dagli altri Paesi si riferisce al lockdown? 

Sì. La Gran Bretagna ha decretato un lockdown di quasi tre mesi, la Germania e la Francia l’hanno prolungato di un altro mese. Quando, come da noi, non riesci a tracciare e arrivi a migliaia di casi al giorno, l’unica strategia è bloccare. Ossia adottare un lockdown prolungato. 

Quanto prolungato?

In genere servono due mesi, ma noi non partiamo da zero, quindi un mese può andare bene. Per far abbassare la curva, ricominciare a tracciare e nel frattempo vaccinare a tutto spiano. Nel momento in cui si perde il controllo del tracciamento, i decisori devono capire che l’andamento è esponenziale, che avrai decine di migliaia di casi al giorno e centinaia di morti. Io avevo ipotizzato che a febbraio avremmo contato quarantamila morti, purtroppo ci siamo già arrivati. Se continuiamo così il mese prossimo di morti arriveremo a novantacinquemila.  

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Conte a Renzi: insieme ora o mai più

martedì, Gennaio 12th, 2021

Ora o mai più. È il messaggio che la Presidenza del Consiglio fa trapelare per Matteo Renzi, che minaccia il ritiro della delegazione dal Governo dopo il Consiglio dei ministri di stasera sul Recovery Plan. 

“Se il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, si assumerà la responsabilità di una crisi di Governo in piena pandemia, per il presidente Giuseppe Conte sarà impossibile rifare un nuovo esecutivo con il sostegno di Italia Viva” trapela da Palazzo Chigi.

Renzi risponde con la enews. “A differenza di ciò che raccontano a
reti unificate i cantori del pensiero unico, non c’è nessuna richiesta di poltrone, nessuna polemica pretestuosa, nessun atto irresponsabile. Quello che noi stiamo facendo si chiama politica: studiare le carte, fare proposte, dare idee” scrive l’ex premier, secondo cui “irresponsabile sarebbe sprecare centinaia di miliardi dei nostri figli facendo debito cattivo e non investendo sulla sanità, sull’educazione, sull’innovazione”. Secondo Renzi “anche sul Recovery Plan dove – almeno a parole – ci stanno dando ragione. Prima ci insultano. E poi ci danno ragione senza ammetterlo – dice Renzi – È avvenuto sul rapporto Stato / Regioni. È avvenuto sul bicameralismo. È avvenuto sulla decontribuzione del JobsAct. È avvenuto su Industria 4.0. È avvenuto sui diritti sociali e civili. E’ avvenuto sui vaccini. È avvenuto sull’idea di Europa, su Trump, sui temi dell’Expo.È avvenuto sulla centralità della scuola”.

L’HUFFPOST

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La crisi di governo in diretta: stasera il Consiglio dei ministri alle 21.30

martedì, Gennaio 12th, 2021

Ore 12.12 – Renzi: «Non siamo irresponsabili, chiediamo Mes non posti»
«A differenza di ciò che raccontano a reti unificate i cantori del pensiero unico, non c’è nessuna richiesta di poltrone, nessuna polemica pretestuosa, nessun atto irresponsabile. Quello che noi stiamo facendo si chiama POLITICA: studiare le carte, fare proposte, dare idee. Irresponsabile sarebbe sprecare centinaia di miliardi dei nostri figli facendo debito cattivo e non investendo sulla sanità, sull’educazione, sull’innovazione». Lo scrive nella Enews Matteo Renzi, ribadendo: se non ci sono risorse sufficienti nel piano pandemico nazionale, «prendiamo il Mes». «Leggo le veline di oggi sulla stampa: come si fa a aprire una crisi di governo con tutti questi morti? – continua -. Io rispondo: davanti a tutti questi morti, noi non vogliamo più ministeri. Vogliamo più soldi per la sanità. È così difficile da capire?».

Ore 12.00 – Palazzo Chigi: «Se Renzi si sfila per Conte impossibile governo con Iv»
«Se il leader di Iv Matteo Renzi si assumerà la responsabilità di una crisi di governo in piena pandemia, per il presidente Giuseppe Conte sarà impossibile rifare un nuovo esecutivo con il sostegno di Iv». È quanto trapela da Palazzo Chigi.

Ore 11.57 – Salvini: «Meglio urne o governo di centrodestra piuttosto di questi litigi»
L’alternativa a questo esecutivo «sono le elezioni o un governo di centrodestra. Ogni cosa è meglio dei litigi che stiamo vedendo». Lo dice il leader della Lega, Matteo Salvini, a margine della manifestazione di protesta degli agenti di viaggio, in corso a piazza del Popolo a Roma.

Ore 10.37 – Bellanova: «O si cambia metodo o si cambiano persone»
«Io vedo che Conte continua a lanciare sfide. Sarebbe utile che il presidente del Consiglio lavorasse per costruire delle alleanze perché se sta lavorando per i responsabili non è un comportamento corretto verso una maggioranza che quest’anno ha lavorato». Lo ha detto la ministra delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova (Iv), a Radio Anch’io. «Il metodo è anche merito e se non c’è affidabilità tra le persone che lavorano insieme è evidente che o si cambia metodo o si cambiano le persone, non ci sono alternative. Il punto adesso è intendersi sul metodo e sul merito», ha aggiunto.

Ore 10.35 – Zingaretti: «La crisi è un grave errore politico, elezioni anticipate sarebbero una sciagura»
«I governi non si rilanciano mandandoli a casa o aprendo crisi che il 99 per cento degli italiani non capisce». Lo dice il segretario nazionale del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, a SkyTg24 ricordando che «Pd, Italia Viva, Leu e M5s, con il premier Conte, avevano lavorato a un rilancio». Per Zingaretti, una crisi di governo è «un grave errore politico anche a livello internazionale» perché «c’è il rischio che in Italia anche gli alleati di Trump tornino al potere. Faccio un appello al buon senso». «Penso che le elezioni anticipate sarebbero una sciagura – ha aggiunto – ma a volte nella storia della Repubblica si è arrivati alle elezioni non perché lo si è deciso, ma perché si rotola verso le elezioni». Se Iv questa sera ritirerà le ministre l’evoluzione «sarà una valutazione che farà il premier Conte con il presidente Mattarella, spero che ci si renda conto che così si entra in un tunnel di cui nessuno conosce l’uscita». «Conte – ha detto ancora Zingaretti – ha mosso qualche passo, ha annunciato un patto di legislatura, bisogna andare a vedere le carte».

Ore 10.16 – Emiliano: «Anche da opposizione grande senso di responsabilità»
«Vedo anche dall’opposizione un grande senso di responsabilità di fronte all’irresponsabilità di alcuni. Non posso dare suggerimenti a Conte, a Zingaretti o al Movimento 5 Stelle ma dico solo che in questo momento, pur di evitare che questo dispetto senza senso politico possa far danni al Paese bisogna trovare qualsiasi soluzione che consenta di non aprire una crisi di governo al buio. Perché al momento non c’è una soluzione che sostituisca questo governo, c’è solo il caos di chi perde terreno e fa di tutto pur di recuperare voti. È quindi solo un atto di puro egoismo politico che va frenato da tutti quelli che amano l’Italia». Lo dice il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, intervenendo alla trasmissione «Start» di SkyTg24.

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Perché c’è la crisi di governo?

martedì, Gennaio 12th, 2021

Oggi — dopo il consiglio dei Ministri che dovrebbe portare all’approvazione del Recovery Fund — il leader di Italia viva, Matteo Renzi,potrebbe ritirare la delegazione del suo partito al governo: le ministre Teresa Bellanova e Elena Bonetti e il sottosegretario Ivan Scalfarotto.
Questo passaggio formalizzerebbe ufficialmente la crisi di governo.
Ma perché siamo arrivati qui? Ecco i motivi.

Gli scontri personali

Renzi, che è stato tra i principali fautori della nascita del governo giallorosso (decisiva fu questa intervista), negli ultimi mesi ha spesso avuto una serie di duri scontri con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha accusato spesso di eccessivo protagonismo nelle scelte. A inizio dicembre lo scontro politico si è inasprito.

La gestione del Recovery

A far scattare la miccia è stata la gestione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, cioè il piano di gestione del Recovery Fund, lo strumento comunitario fortemente richiesto dal governo per contrastare la crisi economica provocata dalla pandemia scatenata dal coronavirus. Conte, in una prima fase, aveva ipotizzato una cabina di regia guidata da Palazzo Chigi con l’ausilio di alcuni ministri e, soprattutto, di sei super manager (uno per ogni area dei progetti) e una squadra di tecnici. L’idea però ha creato tensioni nella maggioranza (non solo in Italia viva: anche il Pd, ad esempio, era stato molto critico). I renziani — che nei giorni precedenti avevano insistito anche per l’utilizzo delle risorse legate al Mes, strumento osteggiato dai 5 Stelle —, fanno muro.

La lettera di Renzi al premier

Il 16 dicembre Renzi invia una lettera al premier. «Non si chiede al Consiglio dei Ministri di approvare un documento condiviso all’ultimo momento», scrive. Il senatore ipotizza il ritiro della delegazione di IV e sostiene che la sua battaglia non sia legata alla richiesta di più posti per il suo partito al governo: «Non ci basta uno strapuntino». La necessità di approvare il bilancio dello Stato e le ferie natalizie rallentano i tempi della crisi, che però si allarga per spettro e portata. Si inizia a parlare di rimpasto, di esecutivi tecnici di unità nazionale e anche della possibilità di tornare al voto prima che scatti il semestre bianco il prossimo luglio. Conte inizia una verifica di governo.

Il piano «Ciao» e la delega ai servizi segreti

Dopo Natale, lo scontro sia accende. Il 28 dicembre Italia viva presenta le sue proposte(63) per il rilancio del Paese. Il piano si chiama «Ciao», acronimo di Cultura Infrastrutture Ambiente Opportunità. Intanto nello scontro politico si aggiungono l’utilizzo dei fondi legati al Mes (sui quali c’è il veto M5S) e la delega ai Servizi segreti che è in mano al premier.

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Il 2020? Annus horribilis anche tra le lenzuola

martedì, Gennaio 12th, 2021

di VIVIANA PONCHIA

Un inglese su quattro ammette di non ricordare quando ha avuto l’ultimo rapporto sessuale. Gli altri tre tergiversano. In piena emergenza qualcuno ha avuto il coraggio di sondare la tenuta della libidine fra 10 mila britannici imprigionati nelle maglie sempre più strette delle chiusure anti Covid. Pochissimi ne hanno ancora voglia. E chi ce l’ha se la fa passare. Le risposte incassate dalla società angloamericana MysteryVibe (settore sex toys, perché qualcuno deve pur continuare a crederci) sorprendono solo chi resta convinto che Eros vada sempre a braccetto con Thanatos: nel tempo sospeso della pandemia i due eterni complici prendono le distanze, la morte è talmente vischiosa che il desiderio avvizzisce. Gli italiani non sono messi meglio degli inglesi.

Altro studio sotto le lenzuola, stessi risultati: l’83% degli intervistati confessa un crollo verticale dell’attività. E porta come alibi l’ansia, la paura del contagio, le limitazioni della mobilità, il distanziamento sociale. O la presenza di bambini in casa. E la noia, regina in pantofole dei giorni tutti uguali. Il sesso non vuole pensieri, diceva un vecchio adagio. Ma ha bisogno di tantissime altre cose, anche solo il preambolo di un caffè che porta sviluppi interessanti al cinema che porta al sushi eccetera. È saltata l’aritmetica della seduzione, quel mettere e togliere addendi dentro uno schema conosciuto dove la variabile più fastidiosa poteva essere l’alito pesante. Del percorso a tappe che in tanti abbiamo affrontato sognando magari stimoli meno banali non resta niente (bella lezione per chi non ha apprezzato quando poteva). Via i bar, le sale buie, i ristoranti. Via le palestre, i teatri, le milonghe dove “balla signorina?” apriva un mondo. Via anche gli uffici, che nella letteratura del corteggiamento fanno la loro bella figura. E via le scuole, che tutti ricordiamo innanzitutto come palestre dell’affettività. Cosa resta? Che modello di vita ci viene imposto da quasi un anno? Il 25% degli inglesi sostiene di non avere mai fatto sesso durante tutto il 2020, le donne soprattutto. E d’altra parte, trascurando le paranoie, dove incontrarsi, coltivarsi, lasciarsi?

Qualcuno si sente brutto. Fuori allenamento. Siamo irritabili e irritanti dentro questo eterno mercoledì che nemmeno un crepuscolare come Marino Moretti avrebbe immaginato così pernicioso. Casa, lavoro, spesa, casa. Mascherina sul naso, le nuove nuance del Pantone in tasca per azzeccare il colore giusto, la paura di sbagliare. Sinceramente: fareste sesso con gente così?

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Ecco il nuovo piano contro le pandemie. “Nell’emergenza cure solo a chi può salvarsi”

martedì, Gennaio 12th, 2021

di ALESSANDRO FARRUGGIA

Il ministro della Salute Roberto Speranza (Ansa)

Il ministro della Salute Roberto Speranza (Ansa)

Se i servizi sanitari fossero travolti dalla pandemia e non ci fossero posti letto di terapia intensiva per tutti potrebbero essere privilegiati i pazienti con più probabilità di sopravvivere. I più giovani, quelli con meno patologie croniche. A sostenerlo è una bozza del piano pandemico 2021-2023. “In caso di pandemia, quando la scarsità rende le risorse insufficienti rispetto alle necessità – si osserva – i principi di etica possono consentire di allocare risorse scarse in modo da fornire trattamenti necessari preferenzialmente a quei pazienti che hanno maggiori possibilità di trarne benefici. Lo squilibrio tra necessità e risorse disponibili può rendere necessario adottare criteri per il triage nell’accesso alle terapie. Non è consentito agire violando gli standard dell’etica e della deontologia, ma può essere necessario, per esempio, privilegiare il principio di beneficialità”.

La bozza, elaborata dal dipartimento Prevenzione del ministero della Salute, sarà sottoposta alle Regioni e indica una serie di misure per fronteggiare future, possibili pandemie. Ma è il riferimento all’aspetto etico che ha subito accesso la discussione. Dal ministro della Sanità hanno sottolineato che il documento è ancora in divenire. “Il piano pandemico influenzale 2021-2023 che sta circolando – osservano – è solo una bozza informale, condivisa con i soggetti interessati e destinata a raccogliere indicazioni e modifiche”.

In questo senso peraltro andava anche un documento (“Raccomandazioni di etica clinica per l’ammissione a trattamenti intensivi e per la loro sospensione in condizioni eccezionali”) elaborato lo scorso 29 febbraio dalla Siaarti (Società italiana di anestesia analgesia rianimazione e terapia Intensiva), che affermava: “Come estensione del principio di proporzionalità delle cure l’allocazione in un contesto di grave carenza delle risorse sanitarie deve puntare a garantire i trattamenti di carattere intensivo ai pazienti con maggiori possibilità di successo terapeutico: si tratta dunque di privilegiare la ‘maggior speranza di vita’”.

In direzione di un triage a danno dei pazienti con meno probabilità di sopravvivere si erano mossi nei mesi scorsi Paesi come la Gran Bretagna e la Svezia. Una direttiva del 17 marzo rivolta agli ospedali dell’area di Stoccolma ha stabilito che “i pazienti di età superiore a 80 anni o con un indice di massa corporea superiore a 40 non avrebbero dovuto essere ammessi in terapia intensiva, perché avevano meno probabilità di riprendersi”. Da notare che la maggior parte delle residenze sanitarie assistenziali svedesi non erano attrezzate per somministrare ossigeno, così che a molti ospiti è stata somministrata solo morfina per alleviare le loro sofferenze.

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Sì al Recovery e dimissioni. Renzi: “Il Paese in sicurezza”

martedì, Gennaio 12th, 2021

di ETTORE MARIA COLOMBO

“Le nostre due ministre (Bellanova e Bonetti, ndr) stanno svuotando i cassetti dei loro uffici e oggi si dimetteranno, subito dopo il Cdm se finirà stanotte o all’alba di domani”. Il big renziano che spiega al QN la tempistica della crisi di governo che, oggi, da strisciante si farà reale, non ha dubbi. Non li ha neppure il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. Ieri l’ex premier ha parlato, in chiaro, di Mes, chiedendolo a viva voce, di Recovery, che ancora non c’è, e molto altro. I suoi lo hanno trovato (era il giorno del suo compleanno) determinato e convinto della scelta dello showdown finale. “Siamo responsabili, ma non siamo soddisfatti da Conte”, il refrain del leader di Iv che indica ai suoi una strada chiara: mettere in sicurezza tutto quello che c’è da mettere, Recovery Plan compreso, ‘dopo’, in Parlamento, ma intanto aprire la crisi e ottenere le dimissioni formali di Conte. Sbotta un renziano di primo livello, “Il Recovery Plan lo metteremo ‘in sicurezza’, ma nelle Camere. Punto”.

Le due ministre – che ieri hanno fatto sapere che parteciperanno ‘prima’ al Cdm e casomai durante o dopo procederanno alle dimissioni e al loro ritiro – potrebbero astenersi, o persino votare a favore dell’ultima bozza del Recovery, ma non fermerà l’apertura della crisi.

Le mosse di Iv, oggi, dovrebbero dunque essere queste. Si terrà il Cdm in cui Conte porterà il Recovery Plan e, forse il dl Ristori e lo scostamento di bilancio di 24 miliardi (anche se dl ristori e scostamento potrebbero ritardare di un giorno o due). Iv ritirerà la delegazione dal governo e annuncerà – con una conferenza stampa che terrà forse subito dopo – che “quando quei provvedimenti arriveranno in Parlamento, dirà sì a tutti per mettere in sicurezza il Paese”.

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Trump, «Per interdirlo basta il 14esimo emendamento». Per l’assalto al congresso 150 sospetti (anche poliziotti)

martedì, Gennaio 12th, 2021

Cinque giorni dopo l’assalto al Congresso dei fan di Donald Trump, emergono nuovi video che rivelano un livello di violenza e aggressività maggiore di quello lasciato vedere dalle prime immagini. I social mostrano un poliziotto trascinato fuori e picchiato a terra, suoi colleghi aggrediti mentre sono intrappolati nella folla, dimostranti che cantano «impiccare Mike Pence», un gruppo di rivoltosi che sembra cercare alti dirigenti dentro l’edificio. Nell’attacco sono stati usati scudi sottratti agli agenti, mazze da hockey, stampelle, bandiere. Oltre 50 agenti della polizia di Capitol Hill sono rimasti feriti, di cui 15 ricoverati, in gran parte per ferite alla testa. Uno è morto.

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Il dipartimento e l’Fbi stanno perseguendo oltre 150 sospetti nelle indagini sull’assalto al Congresso, dopo averne già arrestati e incriminati una quindicina. Lo scrive il New York Times, prevedendo che il numero è destinato a salire. Il Bureau ha ricevuto oltre 70 mila ‘soffiatè dopo aver chiesto l’aiuto pubblico per identificare i sospetti che appaiono in varie foto e video. Nel frattempo la polizia di Capitol Hill ha aperto un’indagine interna su 10-15 agenti per il loro ruolo nell’assalto. Due sono già stati sospesi. 

Intanto accogliendo la richiesta della sindaca della capitale Muriel Bowser, Donald Trump ha approvato una dichiarazione di emergenza per Washington dopo l’assalto al Congresso ordinando l’assistenza federale da oggi al 24 gennaio per garantire la sicurezza in vista del giuramento di Joe Biden. Lo rende noto la Casa Bianca.  «Oggi il presidente Donald Trump ha dichiarato che una emergenza esiste nel distretto di Columbia e ha ordinato l’assistenza federale per integrare la risposta del distretto dovuta alle condizioni di emergenza derivanti dalla 59/ma cerimonia inaugurale, dall’11 al 24 gennaio 2021», si legge nel provvedimento. 

14esimo emendamento

Ma che sta succedendo sul fronte dell’impeachment? «Per bandire Donald Trump dai pubblici uffici non serve l’impeachment, basta più semplicemente e velocemente applicare la sezione terza del 14/mo emendamento della costituzione». Lo suggeriscono in un intervento sul Washington Post due autorevoli giuristi americani, Bruce Ackerman e Samuel R. Rosen, docenti di diritto rispettivamente alla Law School di Yale e dell’Indiana university. La sezione terza del 14/mo emendamento prevede tra l’altro che nessuna persona che abbia prestato giuramento come funzionario esecutivo possa ricoprire alcuna carica civile o militare se si accerta che è stata coinvolta «in insurrezione o ribellione» contro la costituzione. Secondo i due esperti, basterebbe un voto di maggioranza semplice di entrambe le camere, anzichè i due terzi previsti in Senato per la condanna nel processo di impeachment.

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Dpcm, Zona bianca nelle regioni, quando scatta? Ecco perché è un obiettivo lontano

martedì, Gennaio 12th, 2021

di Diodato Pirone

Non poteva esserci periodo peggiore per lanciare l’idea di una “fascia bianca”, ovvero un’oasi quasi priva di contagi e dunque di restrizioni, da affiancare alle zone gialle, arancioni e rosse che abbiamo imparato a conoscere.

In Gran Bretagna, Olanda, parte della Germania e persino nella vicina Slovenia ci sono chiari segni di una terza ondata. Anche da noi purtroppo l’epidemia non solo non sta arretrando ma dà segni di crescita. E se oggi le regioni “arancioni” sono cinque dalla prossima settimana potrebbero essere molte di più.

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La “fascia bianca” in effetti ha un obiettivo a media scadenza: offrire una speranza agli italiani di poter iniziare a tornare a una vita normale non appena i contagi  cominceranno a diminuire in alcune aree. E’ una prospettiva realistica? Non prima di uno o due mesi, a dar retta agli esperti. Bisogna aspettare che la vaccinazione cominci a proteggere gli italiani meno giovani dal rischio di un ricovero in ospedale e che i dati sulla mortalità migliorino.

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Governo, oggi il sì al Recovery, ma Renzi verso lo strappo: Conte tentato dal voto

martedì, Gennaio 12th, 2021

di Marco Conti

L’affannoso tentativo di evitare la formalizzazione della crisi di governo da parte del Pd appare sempre più disperato. Il percorso tracciato dai dem, con l’avallo del Quirinale, per arrivare al Conte-ter si è arenato per la resistenza del premier – e di quanti intorno a lui continuano a sostenere che «Conte è indisponibile a qualunque ipotesi di dimissioni» – e per la voglia di Matteo Renzi di spingere l’acceleratore sino in fondo ottenendo non solo un nuovo governo ma anche un cambio a palazzo Chigi.

Covid, la ministra Bonetti: «La scuola che non riapre débacle di questo esecutivo»

IL RITIRO
Si arena quindi anche la strategia messa in atto dai dem al governo di un passaggio di Conte al Quirinale già nel fine settimana per dimettersi e poi ricevere un nuovo incarico. Il via libera stasera al Recovery Fund in Consiglio dei ministri è quindi scontato anche se non è detto che ci sarà una votazione formale, visto che si tratta di un testo che deve passare in Parlamento e al confronto con le parti sociali. Così come Italia Viva dà per certo il ritiro delle delegazione al governo e, a seguire, la conferenza stampa di Renzi dove spiegherà che Iv è comunque pronta a dare il via libera allo scostamento di bilancio e al decreto ristori, ma che su «molte altre questioni poste non abbiamo ricevuto risposte ma insulti». Nell’agenda di palazzo Chigi ci sono infatti altri due Consigli dei ministri: uno domani per lo scostamento di bilancio e uno giovedì per il decreto-ristori. Subito dopo Conte immagina di chiamare le forze della maggioranza per stendere il nuovo programma e rimettere mano alla squadra di governo. Ma l’accelerazione renziana, dopo giorni di avvisi e minacce, riporta Conte nel bunker pronto a presentarsi in Parlamento per la conta sperando nei “responsabili” che un senatore 5S starebbe mettendo insieme. Oppure, come sostiene Goffredo Bettini – per spaventare forse sia Conte che Renzi – far entrare in maggioranza una parte di Forza Italia. Ipotesi smentita da Giorgio Mulè, ma che è tutta da verificare nel corso della crisi. 

Mentre al Nazareno descrivono Conte come «impaurito» per le mosse renziane e in cerca di rassicurazioni, nel Movimento prevale una buona dose di disincanto e, se si esclude l’ala governista, di relativo interesse se si andrà ad un Conte-ter con Andrea Orlando vicepremier, o verso un esecutivo guidato magari da un dem (Dario Franceschini) o da una figura istituzionale (Marta Cartabia). I mediatori, da Franceschini a Bettini, passando per Delrio e Guerini, sono al lavoro, per recuperare il percorso che avrebbe dovuto portare ad una crisi lampo, ma i margini sono ridotti.

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