Archive for Gennaio 12th, 2021

Coronavirus in Italia, il bollettino di oggi 12 gennaio: 14.242 nuovi casi e 616 morti

martedì, Gennaio 12th, 2021

di Paola Caruso

Coronavirus in Italia, il bollettino di oggi 12 gennaio: 14.242 nuovi casi e 616 morti

In Italia, dall’inizio dell’epidemia di coronavirus, almeno 2.303.263 persone (compresi guariti e morti) hanno contratto il virus Sars-CoV-2: i nuovi casi sono 14.242, +0,6% rispetto al giorno prima (ieri erano +12.532), mentre i decessi odierni sono 616, +0,8% (ieri erano +448), per un totale di 79.819 vittime da febbraio. Le persone guarite o dimesse sono 1.653.404 complessivamente: 19.565 quelle uscite oggi dall’incubo Covid, +1,2%. (ieri erano +16.035). E gli attuali positivi — i soggetti che adesso hanno il virus — risultano essere in totale 570.040, pari a -5.939 rispetto a ieri, -1% (ieri erano -3.953). La flessione degli attuali positivi di oggi — con il segno meno davanti — dipende dal fatto che i guariti, sommati ai decessi, sono in numero maggiore rispetto ai nuovi casi.

I tamponi sono stati 141.641, ovvero 49.985 in più rispetto a ieri quando erano stati 91.656. Mentre il tasso di positività è del 10,05% (l’approssimazione di 10,0549%): vuol dire che su 100 tamponi eseguiti 10 sono risultati positivi; ieri era del 13,7%. Qui la mappa del contagio in Italia.

Più contagi in 24 ore rispetto a ieri, a fronte di più tamponi. Un andamento che si verifica ogni martedì, quando il numero delle analisi processate inizia a crescere rispetto al weekend. C’è da dire che siamo lontano dalla media di 200 mila test giornalieri tenuta a novembre con un picco di 254 mila analisi. Una buona notizia la fornisce il rapporto di casi su tamponi (il tasso di positività) che scende di oltre tre punti e passa dal 13,7% di ieri al 10,05% di oggi. Ma con troppi nuovi casi e senza riprendere il tracciamento «si rischia di mettere a repentaglio la campagna vaccinale», dice Walter Ricciardi, ordinario d’Igiene e Medicina Preventiva all’Università Cattolica e consulente del ministro Speranza.

La regione più colpita per numero di nuovi casi è di nuovo il Veneto con oltre 2 mila nuovi positivi (+2.134). Seguono: Sicilia (+1.913 casi), Emilia-Romagna (+1.563), Lazio (+1.381), Puglia (+1.261) e Lombardia (+1.146). Tutte le altre regioni hanno un incremento a due o tre cifre, come si osserva dal dettaglio in basso.

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Covid, Gismondo: “Rischio no immunità di gregge fino al 2024”

martedì, Gennaio 12th, 2021

Valentina Dardari

A lanciare l’allarme questa volta Maria Rita Gismondo, microbiologa e direttrice del Laboratorio di Microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, che all’Adnkronos Salute non ha usato mezzi termini: “In Italia, con i numeri attuali, con le attuali capacità, non riusciremmo a raggiungere un’immunità di gregge contro Covid-19 fino al 2024″.

Una profezia non proprio auspicabile, ma secondo l’esperta il rischio c’è eccome. La Gismondo ha infatti spiegato che questa è la prospettiva che ci dovremo attendere, tenendo conto sia del numero di dosi di vaccino che fino a questo momento sarebbero nel nostro Paese, sia del numero di vaccinatori disponibili. Insomma, l’importante è riuscire a vaccinare quante più persone possibili in un lasso di tempo molto breve.L’Oms cambia le “dritte”: “Seconda dose del vaccino anche dopo 6 settimane”

Gismondo: “Non c’è una esatta agenda vaccinale”

Anche perché, come sottolineato dalla microbiologa, se vengono allungati i tempi per le vaccinazioni, considerando che potrebbero coprirci per circa 8-10 mesi, ora che vengono vaccinati tutti, i primi rischiano di aver già perso la protezione e ritornare scoperti, quindi facile bersaglio del virus. La Gismondo ha sottolineato “il fatto che non vi sia una esatta agenda vaccinale è sotto gli occhi di tutti”, e in parte dipende anche dalla produzione dei vaccini. Secondo l’esperta sarebbe quindi il caso di iniziare a pensare anche ad altri vaccini che sono già in fase 3 di sperimentazione, oltre a quelli già approvati in Unione Europea, di Pfizer-BioNTech e di Moderna. A breve dovrebbe arrivare anche quello di Astrazeneca.

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Matteo Renzi: “Il Conte ter lo ha cancellato Conte”

martedì, Gennaio 12th, 2021

A questo punto il dado è tratto, in questa crisi che si consuma prima ancora che si manifesti apertamente. A chi, ansioso di sapere cosa succede, quando scatterà l’ora X, il dopo, insomma il che succede, Renzi ha risposto: “Ormai è questione di ore. Il Conte ter lo ha cancellato Conte. È evidente che a palazzo Chigi ha prevalso la linea Travaglio Casalino. Auguri”.

Le ore sono quelle che passeranno di qui alla fine del consiglio dei ministri sul Recovery previsto per questa sera quando si dimetteranno le ministre di Italia Viva. Gesto che potrebbe essere compiuto nella mattinata di domani se l’ultimo conclave di questo governo dovesse terminare a un’ora che sfida la resistenza fisica, nell’ambito di una partita che va oltre il merito. Riferiscono le stesse fonti: “Non è deciso se voteremo sì oppure no al Recovery, ma la crisi si aprirà”.

Insomma, il problema più del merito, e nel merito di concessioni ad Italia Viva ne sono state fatte parecchie, è il racconto. Infatti nella sua e-news Renzi ammette che “ci stanno dando ragione”, ma al tempo stesso rilancia sul Mes. Ci sarebbero cioè i margini per votare sì, ma anche quelli per dire che le richieste accolte non bastano, segno che, come dice un ministro del Pd, “il vaso si è rotto”.

Ecco, almeno per ora, ogni ipotesi di una trattativa che porti a una crisi pilotata è saltata. Da una parte (Renzi), la responsabilità è attribuita al premier, reo di aver concesso poco politicamente e indisponibile e ragionare di un ter che, “quello sì, ci avrebbe messo in difficoltà” perché a quel punto, di fronte a sostanziose concessioni, “sarebbe stato difficile dire di no”. Dall’altra, gli emissari del Pd raccontano di richieste particolarmente esose, perché la richiesta sarebbe stata, nel nuovo esecutivo, addirittura una “discontinuità al Mef” e un veto su Alfonso Bonafede e Nunzia Catalfo, richieste “fatte apposta per far saltare tutto”. Per la serie: non gli basta scegliere i suoi, ma vuole mettere bocca anche su quelli degli altri partiti. A dare l’idea del clima, le parole consegnate a Zingaretti da uno sconsolato Goffredo Bettini, colui che più generosamente si è speso per una ricomposizione del quadro: “A questo punto, non si capisce più quello che Renzi vuole”.

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Come funziona il vaccino di Moderna

martedì, Gennaio 12th, 2021

Le prime fiale del vaccino prodotto da Moderna (47mila dosi) sono arrivate all’Istituto superiore di sanità: da lì verranno poi distribuite alle regioni, dando priorità a quelle con più alto numero di abitanti sopra gli 80 anni. La campagna vaccinale entra nel vivo ed è, per il ministro della Salute Speranza, «la vera strada per uscire da questi mesi e da questa crisi così difficile». Entro la fine di febbraio l’Italia riceverà 764mila dosi dall’azienda statunitense, che si andranno ad aggiungere a quelle garantite da Pfizer (470mila a settimana) e a quelle di AstraZeneca, se l’Agenzia europea per i medicinali darà il via libera. A differenza di Pfizer, Moderna spedirà le dosi ogni due settimane: dopo le prime 47mila, ne sono previste per la settimana del 25 gennaio 66mila, per quella dell’8 febbraio 163mila e per quella del 22 febbraio 488mila.

Dieci milioni di dosi

Per far decollare la campagna, però, c’è bisogno di più dosi. Il piano messo a punto dal Governo ne prevede per il primo trimestre 2021 28 milioni 269mila. Di queste, 16 milioni 155mila dovrebbero essere assicurati da AstraZeneca e altri 2 milioni 19mila da Curevac, che la settimana scorsa ha siglato un’alleanza con Bayer. Entrambi i vaccini non sono ancora approvati dalle Agenzie regolatorie. Al momento l’Italia può contare su poco più di dieci milioni di dosi dei vaccini Pfizer e Moderna per i primi 3 mesi dell’anno, se non ci saranno intoppi con le consegne: sufficienti per vaccinare poco più di 5 milioni di persone e non le 6,4 indicate nel piano (1,4 milioni tra medici e infermieri, 570mila tra personale e ospiti delle Rsa e 4,4 milioni di over 80). Si discute anche della possibilità di ampliare l’elenco delle categorie prioritarie, includendo il personale della scuola, tutti gli ultra 80enni, i pazienti ematologici e oncologici. La macchina organizzativa, dopo aver faticato a mettersi in moto, sta entrando a regime: ad eccezione di Calabria, Lombardia e provincia di Bolzano, tutte le regioni sfiorano o superano il 50%, con punte del 75% in Campania e del 71% in Toscana e Veneto. Il 70% è la percentuale massima consentita dato che si deve conservare almeno il 30% delle dosi per la seconda iniezione, che si farà a partire dal 21 gennaio.

Seconda iniezione dopo 28 giorni

A livello europeo, 80 milioni di dosi di vaccino Moderna saranno distribuiti entro settembre: 10 milioni entro marzo, 35 nel secondo trimestre e altri 35 nel terzo. Gli ulteriori 80 milioni di dosi opzionali saranno consegnati entro il 2021. Quali sono le caratteristiche di questo vaccino? Come quello prodotto da Pfizer e BioNTech, è basato sulla tecnica dell’mRna (Rna messaggero). È indicato a partire dai 18 anni di età, anziché dai 16 (come Pfizer), e la schedula prevede due somministrazioni a distanza di 28 giorni invece che di 21 giorni (Pfizer). L’immunità si considera pienamente acquisita a partire da due settimane dopo la seconda somministrazione. Viene conservato a temperature comprese tra i -25 e -15 gradi per 7 mesi, ma è stabile tra +2 e +8 gradi per 30 giorni se in confezione integra (Pfizer invece va conservato a -70°). Il flaconcino multidose non richiede diluizione ed è quindi già pronto all’uso: da ognuno possono essere prelevate 10 dosi. Prima della somministrazione, le dosi possono essere mantenute a temperatura ambiente (8-25°) fino a un massimo di 12 ore. Una volta che la fiala multidose è aperta, va conservata tra i 2 e i 25° per non più di sei ore.

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“Chiudere tutto per un mese”. Intervista a Walter Ricciardi

martedì, Gennaio 12th, 2021

“Chiudere tutto per un mese”. Per Walter Ricciardi, “con questi numeri”, non c’è altra soluzione. D’altra parte, spiega il consulente del ministro della Salute Roberto Speranza, è questa la direzione che si sta seguendo in altri Paesi. “Bisogna ragionare sulla base dei numeri e delle evidenze scientifiche, non inseguire obiettivi utopici”, sottolinea il professore. E i numeri dicono che senza misure decise ed energiche a febbraio arriviamo a novantacinquemila morti. Pesa anche la variante inglese. Ricciardi ha appena ricevuto “da Inghilterra e Irlanda un avviso che invita a intensificare le misure di mitigazione e contenimento perché l’alta diffusività della variante sta mettendo in ginocchio i due Paesi”.  Un lockdown prolungato servirà, quindi, a far abbassare la curva per ricominciare a tracciare e continuare “a tutto spiano” con la campagna di vaccinazione. “Con questo scenario è impossibile. Come fai a portare migliaia di persone in luoghi pubblici per vaccinarsi? Così si rischia di far espandere ancora di più il virus”, fa notare Ricciardi.  

Professore, lei ha proposto diverse soluzioni per la gestione della pandemia, non tutte adottate. Recentemente ha detto: “Non si arrivi troppo tardi ai lockdown”. Si sente un consigliere ascoltato?

Sì, dal ministro. Anche se il Governo adotta soluzioni che molto spesso non recepiscono gli input rappresentati da lui e da altri suoi colleghi. Prova ne è il fatto che continuiamo a inseguire il virus e invece dobbiamo anticiparlo. Gli altri Paesi hanno preso atto che l’unica strategia da adottare è una soluzione più energica. Probabilmente ci arriveremo anche noi, ma in ritardo. Frutto, quest’ultimo, dell’eccessiva frammentazione dei centri decisionali.

In che senso? 

L’eccessiva frammentazione decisionale fa sì che il Governo non sempre recepisce le evidenze scientifiche rappresentate, come dicevo, dal ministro della Salute e da altri ministri e dunque si traduce in ritardi nelle scelte, che invece richiedono celerità.

Quando parla della strategia adottata dagli altri Paesi si riferisce al lockdown? 

Sì. La Gran Bretagna ha decretato un lockdown di quasi tre mesi, la Germania e la Francia l’hanno prolungato di un altro mese. Quando, come da noi, non riesci a tracciare e arrivi a migliaia di casi al giorno, l’unica strategia è bloccare. Ossia adottare un lockdown prolungato. 

Quanto prolungato?

In genere servono due mesi, ma noi non partiamo da zero, quindi un mese può andare bene. Per far abbassare la curva, ricominciare a tracciare e nel frattempo vaccinare a tutto spiano. Nel momento in cui si perde il controllo del tracciamento, i decisori devono capire che l’andamento è esponenziale, che avrai decine di migliaia di casi al giorno e centinaia di morti. Io avevo ipotizzato che a febbraio avremmo contato quarantamila morti, purtroppo ci siamo già arrivati. Se continuiamo così il mese prossimo di morti arriveremo a novantacinquemila.  

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Conte a Renzi: insieme ora o mai più

martedì, Gennaio 12th, 2021

Ora o mai più. È il messaggio che la Presidenza del Consiglio fa trapelare per Matteo Renzi, che minaccia il ritiro della delegazione dal Governo dopo il Consiglio dei ministri di stasera sul Recovery Plan. 

“Se il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, si assumerà la responsabilità di una crisi di Governo in piena pandemia, per il presidente Giuseppe Conte sarà impossibile rifare un nuovo esecutivo con il sostegno di Italia Viva” trapela da Palazzo Chigi.

Renzi risponde con la enews. “A differenza di ciò che raccontano a
reti unificate i cantori del pensiero unico, non c’è nessuna richiesta di poltrone, nessuna polemica pretestuosa, nessun atto irresponsabile. Quello che noi stiamo facendo si chiama politica: studiare le carte, fare proposte, dare idee” scrive l’ex premier, secondo cui “irresponsabile sarebbe sprecare centinaia di miliardi dei nostri figli facendo debito cattivo e non investendo sulla sanità, sull’educazione, sull’innovazione”. Secondo Renzi “anche sul Recovery Plan dove – almeno a parole – ci stanno dando ragione. Prima ci insultano. E poi ci danno ragione senza ammetterlo – dice Renzi – È avvenuto sul rapporto Stato / Regioni. È avvenuto sul bicameralismo. È avvenuto sulla decontribuzione del JobsAct. È avvenuto su Industria 4.0. È avvenuto sui diritti sociali e civili. E’ avvenuto sui vaccini. È avvenuto sull’idea di Europa, su Trump, sui temi dell’Expo.È avvenuto sulla centralità della scuola”.

L’HUFFPOST

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La crisi di governo in diretta: stasera il Consiglio dei ministri alle 21.30

martedì, Gennaio 12th, 2021

Ore 12.12 – Renzi: «Non siamo irresponsabili, chiediamo Mes non posti»
«A differenza di ciò che raccontano a reti unificate i cantori del pensiero unico, non c’è nessuna richiesta di poltrone, nessuna polemica pretestuosa, nessun atto irresponsabile. Quello che noi stiamo facendo si chiama POLITICA: studiare le carte, fare proposte, dare idee. Irresponsabile sarebbe sprecare centinaia di miliardi dei nostri figli facendo debito cattivo e non investendo sulla sanità, sull’educazione, sull’innovazione». Lo scrive nella Enews Matteo Renzi, ribadendo: se non ci sono risorse sufficienti nel piano pandemico nazionale, «prendiamo il Mes». «Leggo le veline di oggi sulla stampa: come si fa a aprire una crisi di governo con tutti questi morti? – continua -. Io rispondo: davanti a tutti questi morti, noi non vogliamo più ministeri. Vogliamo più soldi per la sanità. È così difficile da capire?».

Ore 12.00 – Palazzo Chigi: «Se Renzi si sfila per Conte impossibile governo con Iv»
«Se il leader di Iv Matteo Renzi si assumerà la responsabilità di una crisi di governo in piena pandemia, per il presidente Giuseppe Conte sarà impossibile rifare un nuovo esecutivo con il sostegno di Iv». È quanto trapela da Palazzo Chigi.

Ore 11.57 – Salvini: «Meglio urne o governo di centrodestra piuttosto di questi litigi»
L’alternativa a questo esecutivo «sono le elezioni o un governo di centrodestra. Ogni cosa è meglio dei litigi che stiamo vedendo». Lo dice il leader della Lega, Matteo Salvini, a margine della manifestazione di protesta degli agenti di viaggio, in corso a piazza del Popolo a Roma.

Ore 10.37 – Bellanova: «O si cambia metodo o si cambiano persone»
«Io vedo che Conte continua a lanciare sfide. Sarebbe utile che il presidente del Consiglio lavorasse per costruire delle alleanze perché se sta lavorando per i responsabili non è un comportamento corretto verso una maggioranza che quest’anno ha lavorato». Lo ha detto la ministra delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova (Iv), a Radio Anch’io. «Il metodo è anche merito e se non c’è affidabilità tra le persone che lavorano insieme è evidente che o si cambia metodo o si cambiano le persone, non ci sono alternative. Il punto adesso è intendersi sul metodo e sul merito», ha aggiunto.

Ore 10.35 – Zingaretti: «La crisi è un grave errore politico, elezioni anticipate sarebbero una sciagura»
«I governi non si rilanciano mandandoli a casa o aprendo crisi che il 99 per cento degli italiani non capisce». Lo dice il segretario nazionale del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, a SkyTg24 ricordando che «Pd, Italia Viva, Leu e M5s, con il premier Conte, avevano lavorato a un rilancio». Per Zingaretti, una crisi di governo è «un grave errore politico anche a livello internazionale» perché «c’è il rischio che in Italia anche gli alleati di Trump tornino al potere. Faccio un appello al buon senso». «Penso che le elezioni anticipate sarebbero una sciagura – ha aggiunto – ma a volte nella storia della Repubblica si è arrivati alle elezioni non perché lo si è deciso, ma perché si rotola verso le elezioni». Se Iv questa sera ritirerà le ministre l’evoluzione «sarà una valutazione che farà il premier Conte con il presidente Mattarella, spero che ci si renda conto che così si entra in un tunnel di cui nessuno conosce l’uscita». «Conte – ha detto ancora Zingaretti – ha mosso qualche passo, ha annunciato un patto di legislatura, bisogna andare a vedere le carte».

Ore 10.16 – Emiliano: «Anche da opposizione grande senso di responsabilità»
«Vedo anche dall’opposizione un grande senso di responsabilità di fronte all’irresponsabilità di alcuni. Non posso dare suggerimenti a Conte, a Zingaretti o al Movimento 5 Stelle ma dico solo che in questo momento, pur di evitare che questo dispetto senza senso politico possa far danni al Paese bisogna trovare qualsiasi soluzione che consenta di non aprire una crisi di governo al buio. Perché al momento non c’è una soluzione che sostituisca questo governo, c’è solo il caos di chi perde terreno e fa di tutto pur di recuperare voti. È quindi solo un atto di puro egoismo politico che va frenato da tutti quelli che amano l’Italia». Lo dice il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, intervenendo alla trasmissione «Start» di SkyTg24.

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Perché c’è la crisi di governo?

martedì, Gennaio 12th, 2021

Oggi — dopo il consiglio dei Ministri che dovrebbe portare all’approvazione del Recovery Fund — il leader di Italia viva, Matteo Renzi,potrebbe ritirare la delegazione del suo partito al governo: le ministre Teresa Bellanova e Elena Bonetti e il sottosegretario Ivan Scalfarotto.
Questo passaggio formalizzerebbe ufficialmente la crisi di governo.
Ma perché siamo arrivati qui? Ecco i motivi.

Gli scontri personali

Renzi, che è stato tra i principali fautori della nascita del governo giallorosso (decisiva fu questa intervista), negli ultimi mesi ha spesso avuto una serie di duri scontri con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha accusato spesso di eccessivo protagonismo nelle scelte. A inizio dicembre lo scontro politico si è inasprito.

La gestione del Recovery

A far scattare la miccia è stata la gestione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, cioè il piano di gestione del Recovery Fund, lo strumento comunitario fortemente richiesto dal governo per contrastare la crisi economica provocata dalla pandemia scatenata dal coronavirus. Conte, in una prima fase, aveva ipotizzato una cabina di regia guidata da Palazzo Chigi con l’ausilio di alcuni ministri e, soprattutto, di sei super manager (uno per ogni area dei progetti) e una squadra di tecnici. L’idea però ha creato tensioni nella maggioranza (non solo in Italia viva: anche il Pd, ad esempio, era stato molto critico). I renziani — che nei giorni precedenti avevano insistito anche per l’utilizzo delle risorse legate al Mes, strumento osteggiato dai 5 Stelle —, fanno muro.

La lettera di Renzi al premier

Il 16 dicembre Renzi invia una lettera al premier. «Non si chiede al Consiglio dei Ministri di approvare un documento condiviso all’ultimo momento», scrive. Il senatore ipotizza il ritiro della delegazione di IV e sostiene che la sua battaglia non sia legata alla richiesta di più posti per il suo partito al governo: «Non ci basta uno strapuntino». La necessità di approvare il bilancio dello Stato e le ferie natalizie rallentano i tempi della crisi, che però si allarga per spettro e portata. Si inizia a parlare di rimpasto, di esecutivi tecnici di unità nazionale e anche della possibilità di tornare al voto prima che scatti il semestre bianco il prossimo luglio. Conte inizia una verifica di governo.

Il piano «Ciao» e la delega ai servizi segreti

Dopo Natale, lo scontro sia accende. Il 28 dicembre Italia viva presenta le sue proposte(63) per il rilancio del Paese. Il piano si chiama «Ciao», acronimo di Cultura Infrastrutture Ambiente Opportunità. Intanto nello scontro politico si aggiungono l’utilizzo dei fondi legati al Mes (sui quali c’è il veto M5S) e la delega ai Servizi segreti che è in mano al premier.

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Il 2020? Annus horribilis anche tra le lenzuola

martedì, Gennaio 12th, 2021

di VIVIANA PONCHIA

Un inglese su quattro ammette di non ricordare quando ha avuto l’ultimo rapporto sessuale. Gli altri tre tergiversano. In piena emergenza qualcuno ha avuto il coraggio di sondare la tenuta della libidine fra 10 mila britannici imprigionati nelle maglie sempre più strette delle chiusure anti Covid. Pochissimi ne hanno ancora voglia. E chi ce l’ha se la fa passare. Le risposte incassate dalla società angloamericana MysteryVibe (settore sex toys, perché qualcuno deve pur continuare a crederci) sorprendono solo chi resta convinto che Eros vada sempre a braccetto con Thanatos: nel tempo sospeso della pandemia i due eterni complici prendono le distanze, la morte è talmente vischiosa che il desiderio avvizzisce. Gli italiani non sono messi meglio degli inglesi.

Altro studio sotto le lenzuola, stessi risultati: l’83% degli intervistati confessa un crollo verticale dell’attività. E porta come alibi l’ansia, la paura del contagio, le limitazioni della mobilità, il distanziamento sociale. O la presenza di bambini in casa. E la noia, regina in pantofole dei giorni tutti uguali. Il sesso non vuole pensieri, diceva un vecchio adagio. Ma ha bisogno di tantissime altre cose, anche solo il preambolo di un caffè che porta sviluppi interessanti al cinema che porta al sushi eccetera. È saltata l’aritmetica della seduzione, quel mettere e togliere addendi dentro uno schema conosciuto dove la variabile più fastidiosa poteva essere l’alito pesante. Del percorso a tappe che in tanti abbiamo affrontato sognando magari stimoli meno banali non resta niente (bella lezione per chi non ha apprezzato quando poteva). Via i bar, le sale buie, i ristoranti. Via le palestre, i teatri, le milonghe dove “balla signorina?” apriva un mondo. Via anche gli uffici, che nella letteratura del corteggiamento fanno la loro bella figura. E via le scuole, che tutti ricordiamo innanzitutto come palestre dell’affettività. Cosa resta? Che modello di vita ci viene imposto da quasi un anno? Il 25% degli inglesi sostiene di non avere mai fatto sesso durante tutto il 2020, le donne soprattutto. E d’altra parte, trascurando le paranoie, dove incontrarsi, coltivarsi, lasciarsi?

Qualcuno si sente brutto. Fuori allenamento. Siamo irritabili e irritanti dentro questo eterno mercoledì che nemmeno un crepuscolare come Marino Moretti avrebbe immaginato così pernicioso. Casa, lavoro, spesa, casa. Mascherina sul naso, le nuove nuance del Pantone in tasca per azzeccare il colore giusto, la paura di sbagliare. Sinceramente: fareste sesso con gente così?

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Ecco il nuovo piano contro le pandemie. “Nell’emergenza cure solo a chi può salvarsi”

martedì, Gennaio 12th, 2021

di ALESSANDRO FARRUGGIA

Il ministro della Salute Roberto Speranza (Ansa)

Il ministro della Salute Roberto Speranza (Ansa)

Se i servizi sanitari fossero travolti dalla pandemia e non ci fossero posti letto di terapia intensiva per tutti potrebbero essere privilegiati i pazienti con più probabilità di sopravvivere. I più giovani, quelli con meno patologie croniche. A sostenerlo è una bozza del piano pandemico 2021-2023. “In caso di pandemia, quando la scarsità rende le risorse insufficienti rispetto alle necessità – si osserva – i principi di etica possono consentire di allocare risorse scarse in modo da fornire trattamenti necessari preferenzialmente a quei pazienti che hanno maggiori possibilità di trarne benefici. Lo squilibrio tra necessità e risorse disponibili può rendere necessario adottare criteri per il triage nell’accesso alle terapie. Non è consentito agire violando gli standard dell’etica e della deontologia, ma può essere necessario, per esempio, privilegiare il principio di beneficialità”.

La bozza, elaborata dal dipartimento Prevenzione del ministero della Salute, sarà sottoposta alle Regioni e indica una serie di misure per fronteggiare future, possibili pandemie. Ma è il riferimento all’aspetto etico che ha subito accesso la discussione. Dal ministro della Sanità hanno sottolineato che il documento è ancora in divenire. “Il piano pandemico influenzale 2021-2023 che sta circolando – osservano – è solo una bozza informale, condivisa con i soggetti interessati e destinata a raccogliere indicazioni e modifiche”.

In questo senso peraltro andava anche un documento (“Raccomandazioni di etica clinica per l’ammissione a trattamenti intensivi e per la loro sospensione in condizioni eccezionali”) elaborato lo scorso 29 febbraio dalla Siaarti (Società italiana di anestesia analgesia rianimazione e terapia Intensiva), che affermava: “Come estensione del principio di proporzionalità delle cure l’allocazione in un contesto di grave carenza delle risorse sanitarie deve puntare a garantire i trattamenti di carattere intensivo ai pazienti con maggiori possibilità di successo terapeutico: si tratta dunque di privilegiare la ‘maggior speranza di vita’”.

In direzione di un triage a danno dei pazienti con meno probabilità di sopravvivere si erano mossi nei mesi scorsi Paesi come la Gran Bretagna e la Svezia. Una direttiva del 17 marzo rivolta agli ospedali dell’area di Stoccolma ha stabilito che “i pazienti di età superiore a 80 anni o con un indice di massa corporea superiore a 40 non avrebbero dovuto essere ammessi in terapia intensiva, perché avevano meno probabilità di riprendersi”. Da notare che la maggior parte delle residenze sanitarie assistenziali svedesi non erano attrezzate per somministrare ossigeno, così che a molti ospiti è stata somministrata solo morfina per alleviare le loro sofferenze.

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