Archive for Gennaio 20th, 2021

Governo, crisi in diretta: Conte al Quirinale alle 18.30. Renzi: «Spiace che il Pd sia schiacciato su M5S»

mercoledì, Gennaio 20th, 2021

Crisi governo. È iniziato a Palazzo Chigi il vertice di maggioranza convocato dal premier Giuseppe Conte dopo il voto di fiducia in Aula al Senato. All’incontro, che non viene confermato dalle fonti ufficiali, dovrebbero essere presenti Nicola Zingaretti e Dario Franceschini per il Pd, Vito Crimi e Alfonso Bonafede per il M5s, Roberto Speranza per Leu.

Governo Conte, cosa succede ora: piano per ampliare (in fretta) la squadra, nodo Renzi

Ore 17.20, Conte al Quiirinale alle 18.30. Il premier Giuseppe Conte dovrebbe recarsi, a quanto si apprende, alle 18.30 al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il colloquio avverrà all’indomani del voto di fiducia in Senato sulle comunicazioni del premier sul governo.

Ore 17.10, Renzi nella enews. «Mi dispiace per il Pd che si è schiacciato sul Movimento Cinque Stelle: poteva giocare un ruolo da protagonista in questa crisi, ha scelto di assecondare il disegno grillino. Peccato. Ma questa scelta rafforza in me la convinzione di aver fatto bene a creare Italia Viva». Lo scrive Matteo Renzi nella enews. Ieri in Aula al Senato «è stato uno dei miei interventi più difficili». Lo scrive il leader di Iv Matteo Renzi nella sua newsletter Enews. «Peccato che il premier abbia messo la sua paura di perdere Palazzo Chigi davanti alle esigenze e ai bisogni del Paese. Ô andata così: le ministre hanno lasciato la poltrona per difendere le loro idee, il presidente del Consiglio ha cambiato le proprie idee per mantenersi il prestigioso ruolo. Quando mi riferisco al cambiare idea penso a Conte che oggi si propone come leader antisovranista (all’ONU diceva il contrario) e antipopulista (alla scuola di formazione della Lega diceva il contrario). Legittimo cambiare idea. Ma se uno deve cambiare la terza maggioranza in tre anni, imbarcando persone con storie molto diverse, solo per durare un pò di più, preferisco la coerenza limpida di Bellanova, Bonetti e Scalfarotto. E preferisco la loro dignità», afferma.

Ore 16,20 È terminato a Palazzo Chigi il vertice di maggioranza con i capi delegazione e i leader di partito, tutti collegati da remoto. Durante la riunione, a quanto apprende l’Adnkronos, sarebbe stata confermata la linea condivisa in questi giorni, ovvero allargare il perimetro della maggioranza. L’intenzione del premier Giuseppe Conte sarebbe quella di andare avanti, mantenendo per ora l’interim all’Agricoltura, e, solo successivamente, una volta puntellata la maggioranza, decidere sulla squadra di governo. Nella riunione ci sarebbe stato soprattutto un confronto su come andare avanti con il lavoro.

Ore 15.50 Comincini prende le distanze da Iv. «Io voglio che Iv rientri nel perimetro del governo, e mi spenderò anche con altri colleghi per farlo. È chiaro che se poi dall’altra parte non c’è nessuna intenzione di farlo ci sarà da fare una riflessione, ma ora bisogna trovarci con dedizione sforzo, è nell’interesse del Paese». Così a Un Giorno da Pecora, il senatore Iv Eugenio Comincini.«Se Iv va all’opposizione non me la sento di andarci anche io:farò tutto il possibile per ricucire lo strappo che c’è stato. A quello scenario spero non si arrivi,ci sono diversi colleghi animati dal convincimento che bisogna fare di tutto per ricucire.Dovremmo incontrarci come gruppi domani».

Ore 15,50 Il centrodestra firma una nota congiunta: «Voteremo compatti lo scostamento di bilancio». «Il Paese non può restare ostaggio di un governo incapace, arrogante e raccogliticcio – si legge nella nota – Si tratta di una minoranza di governo che continua la sfacciata e scandalosa compravendita di parlamentari e che non si fa scrupoli a imbarcare chi, eletto col centrodestra, ha tradito l’impegno preso con gli elettori. Nonostante le forzature del governo e le continue scorrettezze, nonostante una pretesa autosufficienza che non esiste, il centrodestra non intende privare le famiglie e le aziende italiane degli aiuti necessari in un momento così drammatico: per questa ragione, come annunciato, voterà compatto lo scostamento di bilancio. In ogni caso il centrodestra intende rappresentare al Presidente della Repubblica il proprio punto di vista sulla situazione che è ormai insostenibile».

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Biden-Harris, giuramento in diretta. C’è anche Pence. Presenti Obama, Clinton e Bush. Trump: «In qualche modo torneremo»

mercoledì, Gennaio 20th, 2021

Il giorno è arrivato: il presidente eletto Joe Biden si insedia alla Casa Bianca dando il via ufficiale al suo mandato e a quello della sua vice Kamala Harris. Una cerimonia atipica, in una Washington deserta e blindata. Immense le misure di sicurezza per scongiurare scontri e violenze, come quelli avvenuti il 6 gennaio a Capitoll Hill. Donald TrumpMelania hanno lasciato mano nella mano la residenza presidenziale: non saranno all’Inauguration Day. «Sono stati quattro anni incredibili», ha detto Trump prima di imbarcarsi con la moglie alla volta di Mar-a-Lago, in Florida. ​Il primo discorso di Joe Biden da presidente non tratterà di Donald Trump, ha assicurato Jen Psaki, futura portavoce della Casa Bianca. «È un nuovo giorno in America», ha twittato Biden. APPROFONDIMENTI

Ovazione per Biden e Jill

Ovazione e applausi per Joe Biden e la first lady Jill quando sono usciti da Capitol Hill per raggiungere la piattaforma per la cerimonia di giuramento.

Kamala Harris: qui grazie alle donne che mi hanno preceduto

Kamala Harris scende i gradini del Campidoglio per il giuramento insieme al marito Doug Emhoff. È accolta da un’ovazione e anche Mike Pence, il vicepresidente uscente, la applaude. «Sono qui oggi grazie alla donne che ci sono state prima di me, che mi hanno preceduto», ha twittato postando un video in cui ricorda la madre e il suo arrivo negli Stati Uniti. Harris quindi ricorda le «generazioni di donne afroamericane, asiatiche, bianche, ispaniche, native americane» che hanno fatto la storia americana. «Donne che si sono battute per l’uguaglianza, la libertà. E che continuano a combattere per i loro diritti», dice nel video.

L’arrivo in Campidoglio di Biden e Jill

Il presidente eletto Joe Biden e la moglie Jill sono arrivati al Campidoglio di Washington, dove tra breve si svolgerà la cerimonia del giuramento. La coppia presidenziale, insieme alla vice presidente eletta Kamala Harris e al consorte Douglas Emhoff, è stata accolta da un picchetto d’nore schierato lungo la scalinata e dai leader democratici e repubblicani del Congresso. 

Obama e i Clinton

Barack e Michelle Obama, George W. Bush e sua moglie Laura e Bill e Hillary Clinton sono arrivati al Campidoglio. Hillary Clinton celebra Kamala Harris. «Mi fa piacere pensare che quello che per noi è oggi storico – una donna che giura per la vicepresidenza, sembrerà una cosa normale e ovvia quando le nipoti di Kamala saranno cresciute», twitta l’ex segretario di stato che aspirava a rompere il soffitto di cristallo e diventare il primo presidente donna. Un sogno che quattro anni fa si è infranto con la vittoria di Donald Trump. 

Allarme bomba alla Corte Suprema

La Corte Suprema di Washington è in corso di evacuazione a seguito di un allarme bomba. Lo riferisce la Cnn. Secondo l’emittente, che cita una fonte a conoscenza dell’allarme, in questi istanti è notevolmente aumentata la presenza di militari della Guardia Nazionale.

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Il mistero dei 30mila morti in più, in Italia, che non sono attribuiti al Covid

mercoledì, Gennaio 20th, 2021

di Federico Fubini

Il mistero dei 30mila morti in più, in Italia, che non sono attribuiti al Covid

(Ansa)

L’Italia deve ancora spiegare a se stessa quei trentamila e quarantotto in più. Questa cifra – 30.048 – rappresenta il numero dei decessi in più del 2020 che non sono stati attribuiti a Covid-19. Perché? E cosa è successo esattamente? Negli ultimi giorni del 2020 Istat, l’istituto statistico, ha diffuso i dati di una tristissima contabilità: il numero di morti in Italia fra marzo e novembre, in confronto alle medie dei 5 anni precedenti. In questi 9 mesi decisivi della pandemia risulta un eccesso di 85.624 decessi sugli andamenti fra il 2015 e il 2019. Tuttavia, solo i due terzi di questi si spiegano ufficialmente con Covid-19. In base al dashboard del ministero della Sanità, si contavano fino alla fine di novembre scorso 55.576 morti sui quali era stato trovato il coronavirus. Dunque durante il drammatico 2020 ci sono stati almeno trentamila decessi in più rispetto alla normalità del passato.

Nel 2020 mortalità aumentata del 19%

Sono anche queste vittime Covid, che però non hanno avuto una diagnosi? O i sistemi sanitari, travolti dalla pandemia, hanno smesso di curare tumori o patologie cardiache con l’attenzione di prima? I numeri, da soli, sono muti. Non permettono di rispondere a queste domande essenziali su ciò che è successo realmente l’anno scorso. Non restituiscono la verità su quei trentamila. È possibile però scomporli su base territoriale, per farsi un’idea. La prima risposta è che l’anno scorso la mortalità nel Paese è aumentata del 19% — un po’ sopra il mezzo milione di persone in tutto — ma dietro questa media si nascondono enormi differenze territoriali. Ci sono province in cui i decessi non sono mai aumentati (Cagliari, Caltanissetta, Rieti) o lo hanno fatto pochissimo (Agrigento, Messina, Reggio Calabria, Vibo Valentia, Matera, Chieti, Salerno, Benevento, Viterbo, Siena). Ce ne sono altre invece dove il numero dei decessi è quasi raddoppiato o comunque è esploso: più 86% a Bergamo, più 76% a Cremona, più 62% a Lodi, più 57% a Brescia, più 41% a Milano. Solo nella provincia più importante della Lombardia c’è un eccesso di quasi diecimila morti rispetto alla normalità degli anni recenti. Anche Pavia, Lecco, Parma e Piacenza sono colpite duramente.

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Napoli, crolla facciata della chiesadel Rosario a piazza Cavour: traffico paralizzato, gente in strada

mercoledì, Gennaio 20th, 2021

Una parte della facciata della Chiesa di Santa Maria del Rosario alle Pigne (conosciuta come del ‘Rosariellò) è crollata per cause in corso di accertamento stamane in Piazza Cavour nel centro di Napoli. Crollato anche un solaio con parte dell’edificio adiacente alla chiesa. Secondo quanto si apprende dalla Polizia Municipale,che con i vigii del fuoco sta facendo accertamenti, non vi sarebbero feriti. Il crollo è avvenuto intorno alle 8. La zona è molto frequentata: accanto alla chiesa vi è la Salita Stella utilizzata da automobilisti e pedoni così come l’area di Piazza Cavour.  

I padri che celebrano le funzioni nella Chiesa del Rosariello a Napoli sono entrati, insieme con i Vigili del Fuoco, nella struttura per una verifica all’interno di eventuali danni. Contrariamente a quanto appreso in precedenza, la Chiesa era regolarmente aperta al culto. «È un vero miracolo che non sia rimasto coinvolto nessuno – dice un residente – dal momento che alle spalle vi è un istituto scolastico anche per le elementari e la zona è molto frequentata». Sul posto, oltre ai Vigili del Fuoco e la Polizia Municipale c’è anche la Polizia di Stato oltre a unità della Protezione Civile. 

IL MESSAGGERO

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Crisi di governo: è solo un rinvio. L’esito finale sarà il voto

mercoledì, Gennaio 20th, 2021

di PIERFRANCESCO DE ROBERTIS

Tristi quei governanti che hanno bisogno del pallottoliere per fare politica, triste il Paese che da quegli uomini è retto. Come ha ricordato Pierferdinando Casini nell’unico intervento degno di uno statista ascoltato ieri in Senato, se ci sono due cose che in politica non servono sono l’angusta logica dei numeri e i risentimenti. In particolare quando i numeri sono così esigui, e il risultato di ieri sera è stato per Conte molto esiguo visto che la somma dei No e degli astenuti è stata uguale ai Sì, e il risentimento pare trovare origine nei soliti dissidi che alla sinistra hanno sempre portato malissimo.

Eppure proprio su numeri e risentimenti il premier e la sua minoranza hanno dato prova di contare in questi giorni bruttissimi per la politica italiana, in cui tutti ne escono male, ognuno con la sua parte di colpa. Il Paese si ritrova, se non dovesse cadere prima, con un governicchio in uno dei momenti più drammatici della sua storia. L’esecutivo Conte aveva governato maluccio fino a dicembre, e la drastica virata di rotta sulle sollecitazioni di Italia viva ne è la dimostrazione evidente, figuriamoci cosa potrà combinare senza una maggioranza “vera” al Senato, che si fonda esclusivamente sui senatori a vita e su quattro raccattati nelle retrovie del potere.

L’operazione responsabili è servita al premier per passare la nottata, ma non sarà sufficiente a quel rilancio del governo che Conte ha promesso. Conte ha parlato di “nuovo progetto politico”, che però per diventare realtà non potrà passare unicamente per l’aggiunta di altri voltagabbana a quelli già incamerati. Come peraltro si vocifera stia accadendo. Le mezze frasi di alcuni degli aspiranti volenterosi (“per adesso non voto la fiducia, valuterò in seguito”) rappresentano più di un indizio. Serviranno i contenuti, le idee, i progetti. In sostanza la politica.

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Varianti Covid, l’allarme: «Alcune mascherine sono inefficaci». Ecco di quali si tratta

mercoledì, Gennaio 20th, 2021

Con il proliferare di nuove varianti del coronavirus, la lotta al contagio diventa ancora più dura. Finora non ci sono prove scientifiche che il Sars-CoV-2, mutando, sia diventato più letale, ma è certo che sia diventato più resistente e contagioso: lo dimostrano, ad esempio, i casi della variante sudafricana e di quella inglese.

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Le mascherine

In Europa e in Italia la variante britannica del coronavirus ha già iniziato a diffondersi ed è questa una delle spiegazioni al boom di contagi durante la seconda ondata, che hanno interessato anche quei paesi, come la Germania, che all’inizio della pandemia avevano fronteggiato in maniera ottimale l’emergenza. Mutando, il virus è diventato molto più contagioso e resistente ai dispositivi di protezione individuale, tra cui le mascherine. E proprio sotto questo aspetto, dalla Francia, arriva un allarme.

A diffonderlo è il ministro francese della Salute, Olivier Véran, che in un’intervista alla radio France Inter ha sconsigliato l’utilizzo di mascherine che garantiscono un filtraggio inferiore al 90%. Di quali si tratta? In estrema sintesi, della maggior parte di quelle artigianali in stoffa, che garantiscono un filtraggio pari solo al 70% delle particelle di tre micrometri.

«Le uniche mascherine che raccomandiamo di fronte alle varianti del virus sono quelle chirurgiche e le FFP2» – ha spiegato il ministro francese della salute – «Qui in Francia la situazione dei contagi relativi alle nuove varianti del virus è decisamente migliore rispetto a quella dei nostri vicini europei, ma abbiamo ancora un tasso di contagio troppo alto per allentare le restrizioni. Il coprifuoco alle 18 resta in vigore su tutto il territorio nazionale e non è escluso il rischio di dover imporre il terzo lockdown dall’inizio dell’emergenza».

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Crisi di governo, Pd-M5S: meglio dimissioni e poi il ter. Oggi possibile informativa al Colle

mercoledì, Gennaio 20th, 2021

di Marco Conti

Il “rafforzamento della squadra di governo” promesso dal premier Conte parte tutto in salita e non tanto per una questione di numeri ma di prospettiva politica visto che il governo evita a Palazzo Madama la débacle grazie a due senatori di Forza Italia e ad un ex grillino spinto in Aula all’ultimo momento. 

Comporre la quarta gamba della maggioranza in sostituzione di Iv diventa ora complicato perché non sono usciti allo scoperto in «maniera trasparente», come promesso da Giuseppe Conte e Dario Franceschini, un gruppo di “volenterosi” ma si sono acchiappati al volo tre senatori che hanno solo in parte evitato al governo di schiantarsi già ieri sera. Il risultato non soddisfa l’ala governativa del Pd che ha sostenuto Conte nella sfida perchè i 156 sono frutto di un “raschiamento” degli scontenti molto lontani, alcuni anche per storia politica personale, da quelle tradizioni invocate dallo stesso Conte. «Sommando voti contrari e astenuti, Conte non avrebbe avuto la fiducia. Ne prenda atto e domani mattina vada al Colle a dimettersi», sostiene il senatore Lupi che ricorda come nella scorsa legislatura a palazzo Madama l’astensione veniva considerato voto contrario.

Senato, fiducia a Conte con 156 voti sì, 140 no e 16 astenuti

Sino a ieri pomeriggio tutti coloro che trattavano per salvare Giuseppe Conte si dicevano convinti che entro pochi giorni avrebbero trovato una dozzina di senatori pronti a costruire un gruppo, ma il compito appare ora più arduo. «Ma chi viene ora a sorreggere un governo così debole», sosteneva ieri notte un ministro sconsolato. Conte informerà oggi il Capo dello Stato Sergio Mattarella sull’evoluzione della crisi di governo e in questa occasione è probabile che il premier rassicuri il Presidente sui tempi del rafforzamento della maggioranza. Il Quirinale osserva con costante preoccupazione la crisi e il risultato di ieri sera non cambia quel «fare presto» che guarda all’emergenza pandemica e ai tanti problemi del Paese. Il problema per Mattarella è anche il pressing delle opposizioni che già ieri sera chiedevano udienza al Quirinale.

L’obiettivo della maggioranza assoluta non si doveva raggiungere ieri sera, ma resta come obiettivo politico e non solo perché alcuni voti richiedono la soglia del 161. Nel M5S e nel Pd ci si interroga sulla campagna acquisti e su quel gruppo «raccogliticcio», per dirla con Renzi, che ora si dovrà costruire e amalgamare. Un embrione, secondo i progetti, di quel partito di Conte più volte enunciato. 

Da quando è iniziato il tira e molla con Iv, quasi due mesi fa e inizialmente supportato anche dal Pd, Conte ha sempre escluso l’ipotesi delle dimissioni anche in vista di un reincarico dato per certo. Un ultimo tentativo, che prevedeva un passaggio del premier al Quirinale per tentare un “ter”, è stato proposto dal Pd per scongiurare le dimissioni dei ministri di Iv, ma il premier ha sempre temuto che mollare palazzo Chigi anche per un secondo, sarebbe stato e continua ad essere pericoloso. Niente “ter”, quindi, almeno nelle intenzioni del presidente del Consiglio.

Crisi di governo, Renzi: «Noi di Italia Viva pronti a tutto, anche a un governo di unità nazionale»

Nel Pd non tutti sono però pronti a sostenere la linea di Conte che è sostenuta dalla pattuglia dem al governo. Il semplice rimpasto non sarebbe sufficiente a cambiare in radice la squadra di governo e permettere, per esempio, al Pd di mettere un piede a palazzo Chigi con Andrea Orlando. Ma gli aspiranti sono anche altri e attese analoghe ci sono nel M5S dove crescono i contrari alla nascita di un partito di Conte che potrebbe rappresentare la scialuppa di salvataggio per molti grillini al secondo mandato. 

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Ragione e sentimento

mercoledì, Gennaio 20th, 2021
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di   Massimo Gramellini

Renata Polverini, deputata di Forza Italia con trascorsi importanti nella destra noir, avrebbe deciso di votare la fiducia al governo Conte per amore di un deputato del Pd. E non uno qualsiasi, ma Luca Lotti, l’ex amico del cuore di quel Renzi che è alle origini di tutto questo trambusto. Il mormorio si è diffuso nei palazzi della politica subito dopo il cambio di casacca della Polverini ed è dilagato sui social, infischiandosene della smentita degli interessati. A memoria non si ricorda un episodio simile a sessi invertiti. Quando Razzi piantò Di Pietro per Berlusconi, nessuno insinuò che lo avesse fatto per amore di una deputata del centrodestra (alla quale, nel caso, avremmo espresso la nostra solidarietà). Aveva voltato gabbana per pagarsi il mutuo, dissero tutti, a cominciare da lui. Così come è facile immaginare che, se fosse stato Lotti a compiere il percorso inverso, lasciando il Pd per passare all’opposizione, adesso si parlerebbe di una ripresa del suo sodalizio con Renzi e non di una love-story.

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Salvini e la frase sui senatori a vita. Lui: «Citavo Beppe Grillo»

mercoledì, Gennaio 20th, 2021
l leader della Lega in Aula cita una vecchia battuta del fondatore del M5s – Agtw /CorriereTv
«Lei, avvocato Conte, ci chiede la fiducia, non la diamo a lei ma agli italiani. Speriamo che liberi la sua poltrona. E ricordo ai senatori a vita che legittimamente voteranno la fiducia ai 5s, cosa diceva il leader dei 5s su di loro, `non muoiono mai, o almeno muoiono troppo tardi´, che coraggio che avete…». Così il leader della Lega, Matteo Salvini, intervenendo in dichiarazione di voto a Palazzo Madama, provocando la bagarre e la protesta della Presidente Casellati. «Parole veramente inopportune», ha chiosato. «Sono parole disgustose e il senatore che parlerà dopo chiederà scusa nome dei 5s», ha concluso Salvini.
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Crisi di governo, il piano di Conte: allargare la maggioranza, altrimenti si va a casa

mercoledì, Gennaio 20th, 2021

di Monica Guerzoni

Quattro telefonate, di giorno e di notte e con l’ultima, un soffio prima del gong, Giuseppe Conte strappa il sì del socialista renziano Riccardo Nencini, che ha in tasca il simbolo del Psi. Ma con 156 voti c’è poco da esultare. Il premier da una parte è soddisfatto, «perché si va avanti e adesso bisogna correre, per superare l’emergenza sanitaria e la crisi economica». Dall’altra, a Palazzo Chigi c’è preoccupazione perché i numeri, è chiaro, «non sono straordinari». Il piano è tirare dritto, mostrando di non sentire le grida indignate delle opposizioni. Non dimettersi («e perché mai?»), ma semmai salire oggi stesso al Colle per riferire al presidente Mattarella. E poi? Stamattina un vertice di maggioranza, lavorare per far approvare Recovery e scostamento di bilancio e, da qui a fine febbraio,dare la caccia ai responsabili per allargare la maggioranza relativa con cui ha salvato il suo governo dalla «irresponsabilità di Renzi». La sofferta fiducia di Palazzo Madama è per Conte «un punto di partenza», ma il finale è incerto. Prova ne sia l’ansia con cui l’avvocato chiedeva ieri ai suoi interlocutori: «Davvero Zingaretti vuole andare a votare?». Se tra un paio di settimane i numeri non saranno lievitati, Conte dovrà arrendersi a salire al Colle.

L’avvocato deve trovare in fretta almeno cinque, sei «costruttori», anche perché i senatori a vita Segre, Monti e Cattaneo spesso non prendono parte ai lavori di Palazzo Madama. «I numeri presto aumenteranno», si dice fiducioso Conte. Sì, ma come? Nel Pd c’è chi spera che la ricomposizione con Italia viva sia solo questione di tempo, ma il premier ha orgogliosamente «voltato pagina» e sogna di portare via a Renzi più senatori possibile. Lasciandolo dall’altra parte del campo. Se non vorrà arrendersi al passaggio ad alto rischio del Conte ter, il giurista pugliese dovrà far fruttare al massimo il «pacchetto» che contiene patto di legislatura, rimpasto e legge proporzionale. E se l’azzardo del sistema elettorale lanciato per sedurre Forza Italia e Udc ha messo in allarme il Pd e il M5S, che vedono all’orizzonte una «lista Conte», adesso l’avvocato ha altri tormenti. Il primo è allargare in fretta la maggioranza, perché «se non ci sono i numeri questo governo va a casa».

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