Archive for Febbraio, 2021

La fiducia al governo Draghi in Senato, la giornata

mercoledì, Febbraio 17th, 2021

di Aldo Cazzullo

La fiducia al governo Draghi in Senato, la giornata

Ore 11.10 – Non si è capito bene che il discorso è finito perché a Draghi si è strozzata la voce per l’emozione sull’«amore per l’Italia». Poi timidamente ha chiesto: «Posso sedermi?».

Ore 11.09 – «Non c’è nulla che faccia pensare che questo governo possa fare bene senza il sostegno del Parlamento. Oggi l’unità non è un’opzione, è un dovere».

Ore 11.06 – Passaggio rapido e indolore sui migranti: aiuti sul posto, rimpatri dei non aventi diritto, accoglienza per i rifugiati. Applausetto.

Ore 11.04 – «Sarà un governo europeista e atlantista». La lega non applaude

Ore 11.03 – Anche la riforma della giustizia, con lo smaltimento dell’arretrato e la repressione della corruzione, è un programma vasto e soprattutto lungo.

Ore 11.02 – Applauso molto poco convinto al passaggio sulla lotta all’evasione fiscale.

Ore 11.01 – Bossi tiene a far sapere che è ancora vivo e voterà la fiducia a Draghi.

Ore 11.00 – Ora arriva la parte sulla tenuta riforma fiscale.

Ore 10.58 – Si era parlato di un discorso breve di massimo 30’. Invece è molto più lungo. Draghi legge da fogli scritti fitto fitto con caratteri molti piccoli.

Ore 10.56 – Nei banchi del governo non c’è neanche Franceschini. Una senatrice mormora perfidamente che la Cartabia non è andata dal parrucchiere (vi prego lasciatemelo scrivere non è body shaming, e comunque è la prima e ultima annotazione sul look).

Ore 10.55 – Non c’è molto tempo per il piano per spendere i soldi europei. Per fine aprile deve essere tutto pronto, e siamo ancora ai titoli, i soliti: green, digitale, transizione ecologica, cultura, salute…

Ore 10.51 – Certo è un programma – migliorare la formazione della pubblica amministrazione, mettere in sicurezza il territorio, imparare a prevenire piuttosto che a riparare… – che dura molto più di un ann.

Ore 10.48 – Le donne non devono essere costrette a scegliere tra famiglia e lavoro; e fin qui sono tutti d’accordo.

Ore 10.47 – Draghi preoccupato di mostrarsi premier a tutto tondo, non solo uomo di finanza: «Vogliamo lasciare un buon pianeta, non solo una buona moneta».

Ore 10.46 – Altri applausetti fiacchi e sempre divisi, mai unitari. Ogni partito applaude quello che gli interessa.

Ore 10.44 – Curiosa l’assenza di Di Maio dai banchi del governo

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Mario Draghi al Senato: “Mai vissuta una responsabilità così ampia”

mercoledì, Febbraio 17th, 2021

“Nel ringraziare ancora una volta il presidente della Repubblica per l’onore dell’incarico che mi è stato assegnato, vorrei dirvi che non vi è mai stato, nella mia lunga vita professionale, un momento di emozione così intensa e di responsabilità così ampia. Ringrazio altresì il mio predecessore Giuseppe Conte che ha affrontato una situazione di emergenza sanitaria ed economica come mai era accaduto dall’Unità d’Italia”. Così il presidente del Consiglio Mario Draghi nel suo intervento al Senato. 

“Combattere con ogni mezzo la pandemia”

“Il primo pensiero che vorrei condividere, nel chiedere la vostra fiducia, riguarda la nostra responsabilità nazionale”, ha detto Draghi. “Il principale dovere cui siamo chiamati, tutti, io per primo come presidente del Consiglio, è di combattere con ogni mezzo la pandemia e di salvaguardare le vite dei nostri concittadini. Una trincea dove combattiamo tutti insieme. Il virus è nemico di tutti. Ed è nel commosso ricordo di chi non c’è più che cresce il nostro impegno”.

Vicinanza a chi “soffre per la crisi economica” e impegno a comunicazione tempestiva

“Prima di illustrarvi il mio programma, vorrei rivolgere un altro pensiero, partecipato e solidale, a tutti coloro che soffrono per la crisi economica che la pandemia ha scatenato, a coloro che lavorano nelle attività più colpite o fermate per motivi sanitari. Conosciamo le loro ragioni, siamo consci del loro enorme sacrificio e li ringraziamo. Ci impegniamo a fare di tutto perché possano tornare, nel più breve tempo possibile, nel riconoscimento dei loro diritti, alla normalità delle loro occupazioni. Ci impegniamo a informare i cittadini di con sufficiente anticipo, per quanto compatibile con la rapida evoluzione della pandemia, di ogni cambiamento nelle regole”. 

Riforme ed emergenza

“Il Governo farà le riforme ma affronterà anche l’emergenza. Non esiste un prima e un dopo. Siamo consci dell’insegnamento di Cavour:”… le riforme compiute a tempo, invece di indebolire l’autorità, la rafforzano”. Ma nel frattempo dobbiamo occuparci di chi soffre adesso, di chi oggi perde il lavoro o è costretto a chiudere la propria attività”.

“Governo del Paese, spirito repubblicano in emergenza”

“Si è discusso molto sulla natura di questo governo. La storia repubblicana ha dispensato una varietà infinita di formule. Nel rispetto che tutti abbiamo per le istituzioni e per il corretto funzionamento di una democrazia rappresentativa, un esecutivo come quello che ho l’onore di presiedere, specialmente in una situazione drammatica come quella che stiamo vivendo, è semplicemente il governo del Paese. Non ha bisogno di alcun aggettivo che lo definisca. Riassume la volontà, la consapevolezza, il senso di responsabilità delle forze politiche che lo sostengono alle quali è stata chiesta una rinuncia per il bene di tutti, dei propri elettori come degli elettori di altri schieramenti, anche dell’opposizione, dei cittadini italiani tutti. Questo è lo spirito repubblicano di un governo che nasce in una situazione di emergenza raccogliendo l’alta indicazione del capo dello Stato. La crescita di un’economia di un Paese non scaturisce solo da fattori economici. Dipende dalle istituzioni, dalla fiducia dei cittadini verso di esse, dalla condivisione di valori e di speranze. Gli stessi fattori determinano il progresso di un Paese”.

“Politica non è fallita, collaborare senza pregiudizi”

“Si è detto e scritto che questo governo è stato reso necessario dal fallimento della politica. Mi sia consentito di non essere d’accordo. Nessuno fa un passo indietro rispetto alla propria identità ma semmai, in un nuovo e del tutto inconsueto perimetro di collaborazione, ne fa uno avanti nel rispondere alle necessità del Paese, nell’avvicinarsi ai problemi quotidiani delle famiglie e delle imprese che ben sanno quando è il momento di lavorare insieme, senza pregiudizi e rivalità”.

“Sostegno a governo è sostegno a euro irreversibile”

“Sostenere questo governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro, significa condividere la prospettiva di un’Unione Europea sempre più integrata che approderà a un bilancio pubblico comune capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione. Gli Stati nazionali rimangono il riferimento dei nostri cittadini, ma nelle aree definite dalla loro debolezza cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa”.

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Draghi in Senato oggi, il discorso in diretta

mercoledì, Febbraio 17th, 2021

di Paolo Decrestina e Gianluca Mercuri

Draghi in Senato oggi, il discorso in diretta

Oggi Mario Draghi chiede e ottiene la fiducia del Senato per il suo governo. Domani toccherà alla Camera e il nuovo governo sarà nella pienezza delle sue funzioni. Draghi nel suo discorso si è rivolto al Paese spiegando cosa intende fare sui tre fronti da cui gli italiani si aspettano la sua impronta: la riscrittura del Recovery Plan — vero motivo della caduta di Conte —, le misure per il rilancio di un’economia schiacciata dalla pandemia — a cominciare dalla questione dei licenziamenti, il cui blocco scade a fine marzo — e quelle per fronteggiare il virus.

Ore 10.58 – Draghi: «Non è una buona idea cambiare le tasse una alla volta»
«Negli anni recenti i nostri tentativi di riformare il paese non sono stati del tutto assenti, ma i loro effetti concreti sono stati limitati. Il problema sta forse nel modo in cui spesso abbiamo disegnato le riforme: con interventi parziali dettati dall’urgenza del momento, senza una visione a tutto campo che richiede tempo e competenza. Nel caso del fisco, per fare un esempio, non bisogna dimenticare che il sistema tributario è un meccanismo complesso, le cui parti si legano una all’altra. Non è una buona idea cambiare le tasse una alla volta. Un intervento complessivo rende anche più difficile che specifici gruppi di pressione riescano a spingere il governo ad adottare misure scritte per avvantaggiarli». Lo ha detto Mario Draghi parlando di riforme nel corso del suo discorso al Senato.

Ore 10.56 – Draghi e il recovery plan: «Parlamento verrà costantemente informato sia sull’impianto complessivo, sia sulle politiche di settore»
«Il Programma nazionale di Ripresa e Resilienza indicherà obiettivi per il prossimo decennio e più a lungo termine, con una tappa intermedia per l’anno finale del Next Generation EU, il 2026. Non basterà elencare progetti che si vogliono completare nei prossimi anni. Dovremo dire dove vogliamo arrivare nel 2026 e a cosa puntiamo per il 2030 e il 2050, anno in cui l’Unione Europea intende arrivare a zero emissioni nette di CO2 e gas clima-alteranti. Selezioneremo progetti e iniziative coerenti con gli obiettivi strategici del Programma, prestando grande attenzione alla loro fattibilità nell’arco dei sei anni del programma». Lo ha detto il premier Mario Draghi parlando di Next generation Eu al Senato. «Assicureremo inoltre che l’impulso occupazionale del Programma sia sufficientemente elevato in ciascuno dei sei anni, compreso il 2021. Chiariremo il ruolo del terzo settore e del contributo dei privati al Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza attraverso i meccanismi di finanziamento a leva (fondo dei fondi). Sottolineeremo il ruolo della scuola che tanta parte ha negli obiettivi di coesione sociale e territoriale e quella dedicata all’inclusione sociale e alle politiche attive del lavoro Nella sanità dovremo usare questi progetti per porre le basi, come indicato sopra, per rafforzare la medicina territoriale e la telemedicina. La governance del Programma di ripresa e resilienza è incardinata nel Ministero dell’Economia e Finanza con la strettissima collaborazione dei Ministeri competenti che definiscono le politiche e i progetti di settore. Il Parlamento verrà costantemente informato sia sull’impianto complessivo, sia sulle politiche di settore».

Ore 10.53 – Draghi parla di Recovery Plan: ecco obiettivi strategici e riforme
È il recovery plan uno dei cuori del discorso di Mario Draghi al Senato. « Dovremo imparare a prevenire piuttosto che a riparare, non solo dispiegando tutte le tecnologie a nostra disposizione ma anche investendo sulla consapevolezza delle nuove generazioni che “ogni azione ha una conseguenza”. Come si è ripetuto più volte, avremo a disposizione circa 210 miliardi lungo un periodo di sei anni», ha detto il premier nel suo passaggio su Next generation Eu. «Queste risorse dovranno essere spese puntando a migliorare il potenziale di crescita della nostra economia. La quota di prestiti aggiuntivi che richiederemo tramite la principale componente del programma, lo Strumento per la ripresa e resilienza, dovrà essere modulata in base agli obiettivi di finanza pubblica. Il precedente Governo ha già svolto una grande mole di lavoro sul Programma di ripresa e resilienza (PNRR). Dobbiamo approfondire e completare quel lavoro che, includendo le necessarie interlocuzioni con la Commissione Europea, avrebbe una scadenza molto ravvicinata, la fine di aprile». Gli orientamenti che il Parlamento esprimerà nei prossimi giorni a commento della bozza di Programma presentata dal Governo uscente saranno per Draghi, « di importanza fondamentale nella preparazione della sua versione finale. Voglio qui riassumere l’orientamento del nuovo Governo. Le Missioni del Programma potranno essere rimodulate e riaccorpate, ma resteranno quelle enunciate nei precedenti documenti del Governo uscente, ovvero l’innovazione, la digitalizzazione, la competitività e la cultura; la transizione ecologica; le infrastrutture per la mobilità sostenibile; la formazione e la ricerca; l’equità sociale, di genere, generazionale e territoriale; la salute e la relativa filiera produttiva».

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Cinquecento nomine sul tavolo di Draghi, da Cdp a Fs si riscrive la mappa del potere

mercoledì, Febbraio 17th, 2021

PAOLO BARONI

Di qui ai prossimi mesi il governo tecnico-politico è chiamato ad un’altra prova del nove: il rinnovo di una bella fetta di incarichi nelle società pubbliche. Sono circa 500 le poltrone in ballo, tra incarichi già scaduti ed in scadenza. Si parla di postazioni che valgono più di un ministero, come la potente Cassa depositi e prestiti, le Fs e l’Anas e la Rai, e decine di posti nei consigli di amministrazione e nei collegi sindacali delle tante controllate del Tesoro, di Eni, Enel, Poste e Leonardo. Vanno in scadenza incarichi definiti ormai tre anni fa, quando a dettar legge era la maggioranza sovranista giallo-verde, naturale quindi aspettarsi una certa discontinuità col passato.

Se Draghi riuscirà a tenere a freno gli appetiti dei partiti, che potrebbero trovare in questa nuova partita di nomine un modo per recuperare terreno (e potere) rispetto alla composizione dell’attuale esecutivo, ci si aspetta una decisa sterzata all’insegna della competenza dei nuovi candidati. E per la stessa ragione si può anche ipotizzare che nel fare le sue scelte Draghi punterà anche a valorizzare le tante risorse interne, anche confermando una serie di figure dal profilo più tecnico. È stato infatti proprio il nuovo premier, in qualità di direttore generale del Tesoro, ad esigere a suo tempo che anche nel pubblico si utilizzasse lo stesso strumento impiegato nel settore privato, affidando ai «cacciatori di teste» la selezione dei candidati migliori. Rispetto alle precedenti tornate, questa volta le scelte sono però più complicate, perché rispetto agli ultimi due governi sono ben sei i partiti della coalizione, con Lega e Forza Italia che si sono aggiunti a M5S, Pd, Iv e Leu, per cui sarà più difficile accontentare tutti.

La cassaforte Cdp

La postazione più ambita è certamente quella di amministratore delegato della Cassa depositi e prestiti, società controllata dal Tesoro e dalle Fondazioni bancarie che non solo gestisce i 200 miliardi di euro del risparmio postale ma ha in portafoglio una bella fetta di partecipazioni pubbliche (a partire da Eni, Terna, Poste, Snam e Fincantieri) oltre ad essere in corsa per rilevare la società Autostrade dai Benetton e per realizzare assieme a Tim la nuova società unica per la banda larga. Scontata la riconferma del presidente Giovanni Gorno Temprini in quota fondazioni, a ballare è l’attuale amministratore delegato Fabrizio Palermo, designato tre anni fa su indicazione dei 5 Stelle. Conte aveva promesso quel posto a Domenico Arcuri, ma questa ipotesi è tramontata. Al posto di Palermo la scelta potrebbe cadere sull’attuale vicepresidente della Banca europea degli investimenti, Dario Scannapieco, che nel 2018 era tra i papabili per questo incarico e che in virtù della conoscenza di vecchia data con Draghi nelle scorse settimane era entrato anche nell’ultimo totoministri. Scannapieco però ha ancora tre anni di mandato alla Bei, tra le alternative si fa anche il nome Luigi Gubitosi di Tim.

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Antitrust: multa di 7 milioni a Facebook per l’uso dei dati degli utenti

mercoledì, Febbraio 17th, 2021

L’Autorità Antitrust ha comminato una sanzione di 7 milioni di euro a Facebook Ireland Ltd. e Facebook Inc. per non aver ottemperato alle indicazioni di rimuovere la pratica scorretta sull’utilizzo dei dati degli utenti e non aver pubblicato la dichiarazione rettificativa richiesta dall’Autorità. 

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato aveva emesso un provvedimento nei confronti di Facebook nel novembre 2018. In particolare, si legge in una nota, «l’Autorità aveva accertato che Facebook induceva ingannevolmente gli utenti a registrarsi sulla sua piattaforma non informandoli subito e in modo adeguato – durante l’attivazione dell’account – dell’attività di raccolta, con intento commerciale, dei dati da loro forniti e, più in generale, delle finalità remunerative sottese al servizio, enfatizzandone viceversa la gratuità».

Per l’Antitrust, inoltre, «le informazioni fornite da Facebook risultavano generiche e incomplete e non fornivano una adeguata distinzione tra l’utilizzo dei dati necessario per la personalizzazione del servizio (con l’obiettivo di facilitare la socializzazione con altri utenti) e l’utilizzo dei dati per realizzare campagne pubblicitarie mirate».

Oltre a sanzionare Facebook per 5 milioni di euro, l’Autorità aveva vietato l’ulteriore diffusione della pratica ingannevole e disposto la pubblicazione di una dichiarazione rettificativa sulla homepage del sito internet aziendale per l’Italia, sull’app Facebook e sulla pagina personale di ciascun utente italiano registrato.

L’istruttoria dell’autorità ha però accertato che «le due società non hanno pubblicato la dichiarazione rettificativa e non hanno cessato la pratica scorretta accertata: pur avendo eliminato il claim di gratuità in sede di registrazione alla piattaforma, ancora non si fornisce un’immediata e chiara informazione sulla raccolta e sull’utilizzo a fini commerciali dei dati degli utenti».

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Licenziamenti, ok da Pd e Lega: blocco per tutti fino a giugno

mercoledì, Febbraio 17th, 2021

di Luca Cifoni e Michele Di Branco

ROMA Ancora tre mesi di stop ai licenziamenti. Per poi procedere, nella seconda metà del 2021, ad un graduale allentamento una volta definita la riforma degli ammortizzatori sociali. Il governo è al lavoro per risolvere uno dei nodi più delicati ereditati dall’esecutivo Conte: il 31 marzo prossimo scade il divieto per le aziende di procedere a licenziamenti per motivi economici, sia individuali, sia collettivi. Uno scenario che, secondo alcuni calcoli, metterebbe a rischio 1,2 milioni di posti nell’Italia piegata dalla pandemia.

Lavoro, le imprese dal ministro Orlando: sul tavolo licenziamenti e ammortizzatori

Lo stop, in vigore dal 17 marzo 2020 per arginare gli effetti del Covid sull’occupazione, è stato prorogato già per tre volte. Gli industriali spingono per allentare i vincoli, i sindacati premono per proseguire sulla linea adottata finora. «Dove ci sono attività ferme perché il governo decide di fermarle è giusto che ci sia il blocco dei licenziamenti» ha sottolineato il vicepresidente di Confindustria per il lavoro e le relazioni industriali, Maurizio Stirpe, incontrando in teleconferenza il ministro del Lavoro Orlando. Aggiungendo però che «dove non ci sono condizioni di sospensione per legge, ma riduzione di attività dovute al mercato, dobbiamo consentire alle aziende di potersi riposizionare per far ripartire il mercato del lavoro».


Ipotesi proroga fino al 30 giugno


L’ipotesi definita dal precedente esecutivo prevedeva una proroga, ma legata alla fruizione della Cig Covid. Ora il punto di caduta, secondo quanto si apprende da diverse fonti della nuova maggioranza, potrebbe invece consistere nel prolungare il disco rosso ai licenziamenti fino al 30 giugno prossimo; sperando che nel frattempo la situazione economica vada a migliorare. La decisione non è ancora presa: nei prossimi giorni sono previsti contatti tra lo stesso Orlando e gli altri ministri e l’ultima parola, ovviamente, spetterà al premier Mario Draghi.

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Draghi parla alle 10 in Senato: chiederà coesione ai partiti

mercoledì, Febbraio 17th, 2021
Draghi parla alle 10 in Senato: chiederà coesione ai partiti

Mario Draghi terrà alle 10 al Senato il suo discorso sul programma di governo, invitando alla massima coesione il Paese e i partiti le cui fibrillazioni sono destinate a farsi sentire fino all’ultimo minuto. Lega e Forza Italia hanno riunito ieri sera i rispettivi vertici ed è in corso un nuovo voto tra i Cinquestelle sulla piattaforma Rousseau con scadenza alle 12 di oggi. «Il M5S voterà sì» al governo Draghi, ha detto Crimi, «ogni altro voto sarà considerato in dissenso dal gruppo». Salvini provoca sull’euro ma Zingaretti dice «mai più guerriglie quotidiane». In ogni caso il premier può contare su un “intergruppo” M5s-Pd-Leu destinato a promuovere «iniziative comuni sulle grandi sfide del Paese a partire dall’esperienza del Governo Conte II». Al Senato si vota sulla fiducia a partire dalle 22.

Governo, Boschi: «Nel Pd per le donne solo ruoli minori, sfoderino il coraggio»

«L’Italia può prodursi i vaccini in casa». Draghi tratta con la Ue sugli stabilimenti

«Il Pd c’è, e sosterrà con impegno e lealtà il governo Draghi, che rappresenta una grande scommessa, la cui forza e successo saranno misurati su risultati».

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Covid, è morto Claudio Sorrentino. Fu il doppiatore di John Travolta, Mel Gibson e Bruce Willis

mercoledì, Febbraio 17th, 2021

E’ morto stasera a Roma a causa del Covid Claudio Sorrentino, attore, conduttore televisivo, doppiatore sin da bambino e voce di tantissime star da Mel Gibson a John Travolta, una delle voci principali di Bruce Willis e fratello della doppiatrice Liliana Sorrentino.

Era nato a Roma il 18 luglio del 1945 ed aveva iniziato fin da bambino a dare la sua voce a personaggi che sono entrati nell’immaginario collettivo come Ron Howard ovvero il Richie Cunningham di Happy Days. O ancora ha dato la voce a Bruce Willis in Die HardDuri a morire, Die Hard – Vivere o morire e Die Hard – Un buon giorno per morire, a Sylvester Stallone in Cop Land, a Willem Dafoe in L’ultima tentazione di Cristo, e anche a Ryan O’Neal in Love Story. Quando Claudio Sorrentino doppiava John Travolta nella scena del ristorante di “Pulp Fiction”

Tra gli altri attori, ha doppiato anche Jeff Bridges, Mickey Rourke, Geoffrey Rush, Gérard Depardieu, Daniel Day-Lewis e Russell Crowe. È anche stato la voce ufficiale di Topolino negli anni settanta. Negli anni Ottanta è stato nella squadra dei conduttori del programma di Rai2 Tandem, anche con Fabrizio Frizzi.

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Pd, Cinque Stelle e Leu lanciano l’intergruppo. Conte: mossa opportuna

mercoledì, Febbraio 17th, 2021

Francesco Grignetti

ROMA. Nicola Zingaretti tiene duro: l’alleanza con i Cinquestelle e con LeU deve diventare davvero la stella polare del Pd. L’aveva detto prima che cadesse il governo Conte. Insiste anche ora. E per far capire che non sono soltanto parole, alla vigilia del voto di fiducia fa nascere un Intergruppo aperto a senatori dei tre partiti. Al Senato si sono incontrati i capigruppo delle forze giallo-rosse per studiare una serie di iniziative e rafforzare l’alleanza con un prossimo documento programmatico.

Una iniziativa politica che sembra mossa dall’ansia di tranquillizzare i suoi parlamentari, che temono la contiguità con quelli leghisti. Ma allo stesso tempo è una mossa che può servire ai vertici del M5S, anche loro alle prese con una spaccatura lacerante. E infatti Conte coglie al volo l’opportunità. «Si tratta – commenta l’ex premier – di un’iniziativa giusta e opportuna. In questa fase è ancora più urgente l’esigenza di costruire spazi e percorsi di riflessione che valorizzino il lavoro comune già svolto».

Quello stesso Conte a cui rinnova la stima. «In futuro federatore del Pd e del M5S? Questo lo deciderà lui – dice Zingaretti intervistato a Cartabianca sui Rai 3 – Io penso che non dobbiamo banalizzare questo tema». Anche se intanto l’idea di una candidatura comune a Siena sembra tramontata.

Ci sono scadenze anche molto concrete all’orizzonte: se questa alleanza terrà, sia il Pd che il M5S potranno guardare con maggiori speranze alle prossime amministrative. Se davvero Roberto Fico fosse il candidato per il Comune di Napoli, è evidente che da solo non può farcela. E poi, altra questione rilevante: il governo Draghi si rimetterà spesso al volere del Parlamento per non far esplodere le contraddizioni dentro il Consiglio dei ministri. Ed ecco, se ci sarà un’alleanza, quella che si basava sull’ultimo voto a favore di Conte, i fatidici 157 Sì, il pendolo potrà oscillare più a sinistra che a destra.

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Le varianti spingono i contagi. Il ministero studia il piano B: lockdown nei fine settimana

mercoledì, Febbraio 17th, 2021

Paolo Russo

ROMA. Mentre i virologi continuano a fare pressing sul governo affinché vari una nuova stretta anti-varianti, il ministro Speranza ha già nel cassetto un piano B se i lockdown locali non dovessero arrestare l’avanzata del virus dall’accento inglese. Una cura come quella di Natale, quando durante le festività tutta l’Italia si è tinta di giallo durante i feriali e di rosso nei festivi e prefestivi. Il tutto magari con l’obbligo di indossare le Ffp2 nei luoghi chiusi, come ha già fatto l’Alto Adige. Medicina amara da far digerire a Lega e Forza Italia, che hanno già dimostrato di non gradire troppo la linea dura reagendo con rabbia all’appello al lockdown lanciato dal consigliere di Speranza, Walter Ricciardi. Ma la stretta potrebbe essere inevitabile per non farsi travolgere da una terza ondata spinta dalle varianti.
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Ieri il bollettino della Protezione civile dava oltre 10mila contagi con un tasso di positività stabile al 3,8%. Anche se i morti hanno ripreso a salire, passando da 258 a 338. Mentre i ricoveri di poco ma calano ancora. Con questi numeri per il governo sarebbe arduo convincere gli italiani e gli stessi partiti aperturisti della coalizione che un lockdown o anche una maggiore stretta siano necessari. Speranza sa però che la brace sotto la cenere potrebbe presto diventare fiamma. «Dobbiamo monitorare con grande attenzione quanto sta accadendo in Umbria», ha detto da Perugia. «Qui le varianti hanno condizionato la curva del contagio prima che altrove e capire quanto sta avvenendo è importante per valutare le misure assunte». Ed è bene ricordare che buona parte della regione è rossa. Del resto le proiezioni dei suoi esperti dicono che la variante inglese farà impennare del 50% i contagi da qui a tre settimane. Che vorrebbe dire risalire a quasi 20mila casi e contare almeno 500 morti al giorno, considerando che la variante inglese è anche più letale del 20-30%.

Per ora però si procede con gli interventi chirurgici dei lockdown locali. Ieri il governatore lombardo Attilio Fontana ha messo in zona rossa quattro comuni: Viggiù, Bollate, Mede e Castrezzato. Mentre il semaforo ha acceso luce rossa anche a Roccagorga, in provincia di Latina. Decisioni prese autonomamente dai Presidenti di regione. Anche se il Titolare della salute potrebbe raccogliere il suggerimento del fisico dell’Università di Torino, Roberto Battiston, per il quale «guardare ai dati nazionali e a quelli regionali per arginare l’epidemia spinta dalle varianti non basta più». «L’analisi dei dati a livello di province permetterebbe invece -a suo avviso- di adottare tempestivamente misure di contenimento chirurgiche». In altre parole traslare il sistema a semaforo che regola i colori delle regioni a livello di provincia, con chiusure non più discrezionali ma automatiche, sulla base di dati scientifici.

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