Archive for Febbraio, 2021

L’Iss: “Rafforzare rapidamente le misure restrittive per contenere la variante inglese”

lunedì, Febbraio 15th, 2021

Intervenire “rapidamente” per contenere e rallentare la diffusione della variante UK in Italia “rafforzando/innalzando” le misure in tutto il Paese. L’Istituto superiore di sanità ha condotto uno studio coinvolgendo 82 laboratori di 16 regioni diverse, nelle giornate del 3-4 febbraio, ed è emerso come la variante inglese sia diffusa nell’88% delle Regioni partecipanti allo studio con percentuali rispetto ai casi totali che vanno fino al 59% in alcune aree. Per tale ragione l’Iss “raccomanda” di modulare ulteriormente le misure restrittive laddove la circolazione è più elevata, inibendo in ogni caso ulteriori rilasci delle attuali misure in atto.

E ancora, tra i punti salienti del rapporto, emerge che “nel contesto italiano in cui la vaccinazione delle categorie di popolazione più fragile sta procedendo rapidamente ma non ha ancora raggiunto coperture sufficienti, la diffusione di varianti a maggiore trasmissibilità può avere un impatto rilevante se non vengono adottate misure di mitigazione adeguata”.

Inoltre, avverte l’Istituto superiore di sanità, “considerata la maggior trasmissibilità della variante” inglese di Sars-CoV-2, “e considerato l’andamento in altri Paesi interessati precocemente dalla diffusione della VOC 202012/0 è prevedibile che questa nelle prossime settimane diventi dominante nello scenario italiano ed europeo”.

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Nuovo lockdown, perché se parla in Italia? Cosa dicono i dati e cosa pensano i virologi

lunedì, Febbraio 15th, 2021

di Cristina Marrone

Nuovo lockdown, perché se parla in Italia? Cosa dicono i dati e cosa pensano i virologi

Le parole del consigliere del ministro della Salute Walter Ricciardi che invoca un nuovo lockdown duro, come quello che abbiamo vissuto nel marzo 2020 hanno scatenato una vera e propria «bomba». Ricciardi non è nuovo a chiedere il massimo rigore per vincere il virus, ma oggi lo fa con il nuovo governo appena insediato, nella speranza che Draghi recepisca e appoggi. #lockdown è già diventata una tendenza di Twitter con commenti di ogni genere, ma perché in Italia ora si torna a parlare di lockdown rigido con chiusura di negozi, ristoranti, scuole con la possibilità di uscire di casa solo per andare a lavorare?

I dati in Italia

Ricciardi parla di una chiusura di due tre, quattro settimane, il tempo necessario per tonare a testare e tracciare e vaccinare ad alto ritmo con l’obiettivo di «limitare la circolazione del virus al di sotto dei 50 casi ogni 100 mila abitanti». Quello che insomma sta cercando di fare buona parte d’Europa, come Francia e Germania attualmente in lockdown. Ma come stanno andando i dati di contagio in Italia? Sono tali da giustificare chiusure rigide? In verità la variazione media nelle ultime 4 settimane è del -5% ma nell’ultimo mese non si è visto un calo deciso della curva epidemica, che invece è rimasta piuttosto stabile, almeno per quanto riguarda il numero di nuovi contagi, con una leggera crescita nell’ultima settimana. Va meglio con i decessi dove nelle ultime quattro settimane si registra una decrescita costante, con una variazione del -26%. In Germania, Paese in lockdown rigido, che sta vaccinando più o meno con i ritmi dell’Italia le chiusure hanno funzionato: se quattro settimane fa i nuovi contagi ogni sette giorni sfioravano i 125 mila, in questa settimana sono scesi a poco più di 50 mila con una variazione di -46% e anche il numero dei decessi è in calo: -35%.

Che cosa spaventa gli scienziati

Quel che spaventa gli esperti è per la verità la diffusione delle varianti. Quasi il 20% dei casi positivi in Italia (1 su 5, esattamente il 17,8%) appartiene alla variante inglese, B.1.1.7 secondo un’indagine a campione commissionata dal ministero della Sanità con notevoli disparità sul territorio con Regioni che toccano il 50-59%. In Francia la prevalenza della variante inglese è del 20-25%, in Germania sopra il 20%. Sappiamo che la variante inglese è più contagiosa almeno del 50% ed è chiaro che se dovesse diventare prevalente è atteso un boom di contagi e di conseguenza un nuovo incremento di decessi e un grande stress per il sistema ospedaliero. «Nell’arco di 5 o 6 settimane potrebbe sostituire completamente o quasi l’altro ceppo attualmente circolante» ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro. In Lombardia negli ultimi giorni i contagi sono raddoppiati e la presenza delle varianti si aggira intorno al 30%. «Potrebbero arrivare nelle prossime settimane al 60/80%» ha spiegato l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti. Insomma, l’epidemia ha imboccato una nuova fase di espansione (l’Rt è a 0,95, con un trend in crescita) e ci si attende a fine mese una media di oltre mille nuovi positivi al giorno e anche più, con un impatto tra le due e tre volte più violento di quello attuale. In Italia sta circolando anche la variante brasiliana: focolai dovuti a questo ceppo sono stati localizzati a Perugia e Chiusi. Sono in corso indagini per calcolare la diffusione. Molti scienziati, in presenza di varianti, premono per vaccinare il più velocemente possibile perché un pericolo reale potrebbe arrivare da una variante del coronavirus generata dalla pressione selettiva, esercitata dallo stesso vaccino, un po’ come succede nel fenomeno dell’antibiotico resistenza. La pressione selettiva è quell’evento suscitato dall’utilizzo degli antibiotici per trattare un’infezione causata da batteri sensibili al farmaco e resistenti. L’uso del farmaco infatti elimina i batteri sensibili responsabili dell’infezione ma, se presenti, non i batteri patogeni resistenti che hanno così la possibilità di crescere ed espandersi. Allo stesso modo un vaccino che non funziona bene su determinate varianti potrebbe favorirne la loro diffusione.

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“Siete venduti, sparite”. Nel M5S scoppia il caos

lunedì, Febbraio 15th, 2021

Luca Sablone

Il Movimento 5 Stelle ormai è una polveriera: il gruppo, già spaccato per le innumerevoli giravolte effettuate sui temi storici nel corso di questi anni, si è ulteriormente diviso in seguito alla crisi di governo e soprattutto dopo l’ok arrivato dagli iscritti su Rousseau al governo guidato da Mario Draghi.

Un via libera dato sulla base di un quesito “formulato in maniera suggestiva e manipolatoria”, lasciando intendere che solo con la partecipazione dei grillini all’esecutivo “si potranno difendere i provvedimenti adottati dal precedente governo e dalla precedente maggioranza”. La denuncia è arrivata da diversi eletti pentastellati, che hanno inviato una lettera a VitoCrimi per chiedere di ripristinare la consultazione online con una domanda più oggettiva.I grillini minacciano la sfiducia “Il voto su Rousseau è stato disatteso”

Nella serata di ieri è arrivata la proposta di mediazione targata Davide Casaleggio: valutare la strada dell’astensione. Il presidente dell’Associazione Rousseau ha riferito che dagli attivisti “è arrivata in media una email al minuto sulla mancata costituzione del Superministero che sarebbe dovuto nascere dalla fusione di Mise e Ambiente”, come invece previsto dal quesito a garanzia dell’avvio del governo. Qualora non fosse possibile sottoporre una nuova domanda agli iscritti, Casaleggio si augura che non si vengano a creare divisioni all’interno dei gruppi parlamentari. “Molti parlamentari mi segnalano che vorrebbero votare contro non essendo passibili di sanzioni disciplinari sulla base dei precedenti e delle regole attuali. Auspico che chi senta il disagio nel sostenere questo governo percorra la scelta della astensione”, è la mossa fatta come scudo ai ribelli contro eventuali espulsioni.

Il piano dei 70 ribelli

La truppa dei malpancisti si allarga con il passare dei giorni: oltre ai 30 senatori ribelli, scrive il Corriere della Sera, si contano anche 40 deputati sul piede di guerra. A preoccupare è il fatto che in molti si stanno già organizzando per non perdonare l’ultimo tradimento: ad esempio la deputata siciliana Angela Raffa ha organizzato su Zoom un incontro per fare il punto della situazione ed esprimere le proprie perplessità.

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COMUNICATO STAMPA: Marsiglia: buon lavoro a Draghi, da noi massima disponibilità a temi di Transizione Energetica

lunedì, Febbraio 15th, 2021

“Buon lavoro al nuovo Governo Draghi, da FederPetroli Italia massima disponibilità a discutere di temi su Transizione Energetica ma non vogliamo perdere più tempo” questi gli auguri e le parole del Presidente di FederPetroli Italia – Michele Marsiglia dopo il giuramento del nuovo Governo.

Sottolinea Marsiglia “Ben venga un nuovo Dicastero della Transizione Ecologica ma non sia solo un accorpamento di competenze. Siamo fermi da anni con Valutazioni di Impatto Ambientale (VIA) ed altri Progetti Strategici, non parlo solo dell’Oil & Gas ma di gran parte di Energia in Italia. Il nostro Paese continua a soffrire di una carenza di energia che di conseguenza comporta un approvvigionamento estero con grandi costi sulle famiglie italiane e sulle aziende, in questo modo continuiamo a perdere competitività internazionale, lavorando in affanno rispetto ai players esteri. Abbiamo bisogno di riscontri concreti su quello che si può o non si può fare e promuovere investimenti per creare lavoro e rilanciare un comparto strategico come l’Energia”

“Priorità al nostro Paese ma anche focalizzazione massima su temi di Politica Estera come Libia, Medio Oriente ed Africa. Non possiamo nascondere che negli ultimi anni tutto è rimasto bloccato. La focalizzazione dell’Oil & Gas internazionale oggi è quello di una Transizione Energetica, c’è bisogno di tempo, di regole certe e di concretezza, confidiamo nel lavoro del Ministro Roberto Cingolani affinché Ambiente ed Industria viaggino su binari paralleli confluendo su una centralità in materia economica” in conclusione la nota di FederPetroli Italia.

Link e foto di riferimento:  http://www.federpetroliitalia.org/?p=1797

——————————————————— FederPetroli Italia Press Office and Media Relations: Email ufficio.stampa@federpetroliitalia.org Website www.federpetroliitalia.org

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Piaga burocrazia/ La transizione più urgente è quella dal passato

lunedì, Febbraio 15th, 2021

FRANCESCO GRILLO

L’idea del coordinamento di tutte le attività relative alla trasformazione ecologica è quella più interessante che emerge dalla lettura della lista dei ministri proposta da Mario Draghi. Certo l’intuizione va riempita di contenuti formali e molto conterà l’iniziativa che Roberto Cingolani riuscirà ad esprimere, insieme a Vittorio Colao che si occuperà dell’altra transizione (quella digitale). 

E, tuttavia, può essere questa la dimostrazione che lo stesso presidente del Consiglio, abituato alla razionalità di chi muove tassi di interesse e masse monetarie, abbia la consapevolezza che il successo della sua nuova sfida dipende più da scelte organizzative che da modelli economici che non riescono più ad interpretare realtà complesse. 

La madre di tutte le riforme è quella dello Stato. È questa la modernizzazione da cui dipende – per intero – l’ultima possibilità di salvarci. Riforma di uno Stato concepito nell’Ottocento da Weber e che poco assomiglia a quello nel quale vivremo quando le due transizioni saranno compiute. 
L’idea di dover bucare le barriere che separano le amministrazioni centrali per integrare competenze diverse attorno agli stessi obiettivi fu, per la prima volta, perseguita da Tony Blair nel 1998 e ispirata dalla London School of Economics. Oggi, nell’agenda delle organizzazioni internazionali, la necessità di superare strutture organizzate per ambiti verticali è prioritaria.

E Lorenzo Fioramonti, nel libro “Un’economia per stare bene”, raccontando la sua esperienza da ministro dell’Istruzione identifica qual è l’ostacolo contro il quale si infrangono i migliori riformismi: uno qualsiasi dei problemi che definiscono la modernità – dal cambiamento climatico al contenimento delle epidemie, dal ridisegno delle città per ospitare automobili a guida autonoma alla prevenzione del terrorismo – necessita la collaborazione di più amministrazioni, di più uffici, delle imprese con le agenzie pubbliche e non funziona senza un forte coinvolgimento dei cittadini. 

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Maurizio Costanzo: «Quando mi dissero “hai fatto un talk show”. Ma non sapevo cos’era

lunedì, Febbraio 15th, 2021

Un salto indietro nel tempo quello che ha fatto Maurizio Costanzo a Che Tempo Che Fa, ospite di Fabio Fazio www.raiplay.it

IL MESSAGGERO

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Andrea Crisanti: “Ormai siamo nei guai. Lockdown come a Codogno, le zone rosse non bastano”

lunedì, Febbraio 15th, 2021

francesco rigatelli

Professor Andrea Crisanti, gli impianti di sci non riaprono. Cosa ne pensa?
«E vorrei vedere! Il 20% dei contagiati presenta la variante inglese e la percentuale è destinata ad aumentare. Bisognava fare il lockdown a dicembre, prevenendo tutto questo, mentre ora siamo nei guai».

Come se ne esce?
«Con un lockdown duro subito per evitare che la variante inglese diventi prevalente e per impedire che abbia effetti devastanti come in Inghilterra, Portogallo e Israele».

Niente sci, zone gialle, ristoranti aperti e mobilità tra regioni allora?
«E neanche zone arancioni, va chiuso tutto e va lanciato un programma nazionale di monitoraggio delle varianti».

A fianco a questo programma solo zone rosse?
«Dove si trovano le varianti brasiliana e sudafricana servono lockdown stile Codogno, non le zone rosse che sono troppo morbide». Ricciardi a Radio Capital: “Inevitabile un nuovo lockdown con questo numero di casi. Sbagliato aprire gli impianti sciistici”

E dove non si trovano rinuncerebbe ai colori graduali?
«Molto dipenderà dalla dinamica del contagio, ma se va come all’estero ci sarà un’impennata importante a fine febbraio».

Per questo gli altri Paesi sono prudenti?
«La Germania continua il lockdown, la Francia pure, l’Inghilterra anche, solo noi pensiamo a sciare e a mangiar fuori. Tutti vogliamo una vita normale, ma non si realizza se non si controlla la pandemia».

Come vede la vaccinazione?
«Sarò distratto, ma ho scoperto solo ieri delle strutture con la primula: uno spreco di soldi pubblici, mentre bisogna organizzare scuole, cinema, teatri e palestre». Covid, Sebastiani: “Caos tamponi, perché le percentuali dei contagiati tra Regioni non tornano”

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Orlando: “A fine mese la riforma della cassa. Le priorità saranno i giovani e le donne”

lunedì, Febbraio 15th, 2021

Paolo Baroni

Entro fine mese il ministro del Lavoro Andrea Orlando si è impegnato coi sindacati a presentare un primo pacchetto di proposte per contrastare l’emergenza occupazione e una dettagliata agenda di lavoro. In cima alla lista delle priorità le due questioni più «urgenti» su cui il governo vuole intervenire: la riforma degli ammortizzatori e la crisi occupazionale che colpisce giovani e donne.

Campagna d’ascolto
A 24 ore dal giuramento, e nonostante la giornata festiva, Orlando ieri ha incontrato da remoto per poco più di un’ora i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil dando il via a quella che ha definito la fase «di ascolto». Di fatto il primo atto ufficiale del nuovo governo, gesto subito molto apprezzato dalle controparti. «Si tratta del primo di una serie di incontri che stiamo programmando con tutte le parti sociali, per avviare un’interlocuzione sulle questioni più stringenti e per la definizione dell’agenda del ministero» ha spiegato a fine giornata il neo ministro su Facebook.

«Dal confronto – ha aggiunto – è emersa una serie di questioni molto serie, aggravate dalla crisi economica e sociale che colpisce il Paese e che richiedono risposte urgenti ed efficaci. Gran parte dei temi emersi erano già oggetto dell’attenzione e del lavoro della ministra Catalfo che ringrazio. Alcuni sono il frutto dell’evoluzione e dei dati emersi in queste settimane. Penso ai dati sulla disoccupazione che segnano un’impressionante crescita tra giovani e donne e che per questo reclamano misure urgenti e di respiro».

Le richieste di Cgil, Cisl e Uil
In cima alla loro lista delle priorità i tre segretari hanno messo innanzitutto la conferma del blocco dei licenziamenti e la proroga della cassa integrazione Covid, due misure che nei piani del precedente governo dovevano essere inserite nel «Ristori 5». Hanno poi accennato alle tante situazioni di crisi ancora aperte e parlato di giovani e di donne, di rivedere protocolli di sicurezza nelle imprese, di Sud e di pensioni.

«È stato un incontro positivo e un segnale importante di attenzione nei confronti delle parti sociali, in particolare del sindacato. Abbiamo espresso al ministro che le cose da fare sono tante e che si può immediatamente lavorare insieme sulle gravi emergenze oggi presenti nel mondo del lavoro» ha commentato al termine Anna Maria Furlan. Che ha voluto mettere a verbale anche il suo «no» al salario minino introdotto per legge «perché potrebbe indebolire la contrattazione e fornire alle imprese una via facile per tagliare i salari».

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Le idee di Colao per un’Italia digitale: lotta al contante, algoritmi nella Pa, banda larga anche via satellite, aiuti al 5G

lunedì, Febbraio 15th, 2021

di Aldo Fontanarosa

ROMA – Il nuovo ministro all’Innovazione tecnologica e alla Transizione digitale, Vittorio Colao, approda al suo nuovo incarico fresco di studi. Il piano che proprio Colao ha curato per il governo Conte – “Iniziative per il rilancio 2020-2022”, consegnato a giugno scorso a Palazzo Chigi – delinea chiaramente la svolta digitale che il manager sogna per il nostro Paese. Ecco una sintesi delle proposte, descritte anche in 102 schede di lavoro.

Idee care all’ex premier Giuseppe Conte – come il cash back e la Lotteria degli scontrini – probabilmente saranno conservate nell’era Draghi. Come Conte, anche il nuovo ministro Colao considera sproporzionato l’uso che gli italiani fanno del contante e si batterà al massimo per una valorizzazione dei pagamenti elettronici.

Oro e diamanti nelle cassette di sicurezza

Il Piano Colao di giugno 2020 ricorda che “il valore della economia sommersa (non derivante da attività illegali) è stimato in circa 170 miliardi. Storicamente il numero delle banconote da 500 euro versate nelle banche Italiane è di molto superiore a quanto le stesse hanno distribuito in pezzi da quel taglio”. E l’85% delle operazioni avviene ancora in contante (al punto che il nostro Paese è al ventitreesimo posto tra i 27 dell’Unione Europea per transazioni con moneta elettronica).

In questo scenario, l’evasione Iva resta pari a 33 miliardi (su 137 miliardi totale Ue) mentre le cassette di sicurezza custodiscono tanti contanti, e poi oro, e diamanti, “non accessibili” alle verifiche fiscali.

Una tassa sui prelievi eccessivi

Colao pensa, dunque, che sarebbero necessarie misure incisive per frenare l’uso del contante, come:
– una ritenuta (5%) a titolo d’acconto sull’Irpef sui prelievi che eccedono un limite fisiologico;
– l’ampliamento delle deduzioni o detrazioni dall’Irpef per specifici pagamenti effettuati con strumenti diversi dal contante (sull’esempio del Portogallo);
– un credito di imposta per gli esercenti sull’utilizzo dei pagamenti elettronici;
– un accordo con il sistema bancario e le società dei pagamenti elettronici per una riduzione delle commissioni per gli esercenti;
– l’obbligo del Pos per chiunque eserciti un’attività che prevede la riscossione di pagamenti con gravi sanzioni per l’inadempimento (PA, esercizi commerciali e servizi);
– la messa fuori corso delle banconote di maggior taglio (500 e 200 euro), d’intesa con Ue e Bce.

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“Ma quel corazziere come fa a respirare?”. E a sorpresa arriva la sua risposta

lunedì, Febbraio 15th, 2021

REPTV

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