Il piano vaccini si sdoppia. Iniziano anche gli under 55: in scuole, polizia e carceri
giovedì, Febbraio 4th, 2021francesco grignetti
A questo punto, dopo il vertice tra il governo (dimissionario) e le Regioni, i Piani vaccinali sono ufficialmente due. Uno è quello basato sulle forniture Moderna e Pfizer e riguarda innanzitutto gli anziani. L’altro sul vaccino AstraZeneca, le cui prime forniture partono dal 15 febbraio, e riguarda gli under 55, di cui sono state definite le categorie prioritarie: si comincia con personale scolastico docente e non docente, forze armate e di polizia, personale carcerario e detenuti.
Una decisione pressoché scontata, specie dopo la precisazione dell’Agenzia del farmaco, che ha definitivamente chiuso la strada all’uso di AstraZeneca per chi abbia compiuto i 55 anni e abbia gravi patologie. «Il tetto anagrafico potrebbe essere superato in futuro dopo ulteriori valutazioni scientifiche», ha tenuto ad aggiungere il ministro della Salute, Roberto Speranza. Ma se mai accadrà, ci vorranno mesi.
E così la decisione di sdoppiare i Piani vaccinali è filata liscia, in un vertice Stato-Regioni stranamente senza asperità, o forse no, dato che i ministri Francesco Boccia e Speranza, più il commissario straordinario Domenico Arcuri, pensavano già ad altro, e i rappresentanti delle Regioni li guardavano come una reliquia del passato. «Ma la vaccinazione resti fuori dalla crisi politica», è stato l’appello di Boccia.
Ora tocca alle Regioni applicarsi, nella loro sovrana autonomia sanitaria. E se succede che nel Lazio o in Val d’Aosta s’inizia a vaccinare gli ultraottantenni l’8 febbraio, e in Sardegna invece bisognerà attendere marzo, ciò dipende esclusivamente dal capoluogo. Anche la scelta dentro i target under 55 a questo punto dipende dalle Regioni. Se chiamare prima gli insegnanti o prima i poliziotti, lo decideranno i singoli assessori regionali.
«I vaccini sono essenziali, ma anche altre opzioni sono in valutazione. Stiamo accelerando sugli anticorpi monoclonali», ha poi detto il ministro Speranza. Ieri c’erano grandi attese, infatti, anche per la seconda decisione tecnica dell’Aifa. Che in serata ha dato il via libera agli anticorpi monoclonali (in estrema sintesi: anticorpi prodotti in laboratorio, validi essenzialmente nelle prime 72 ore del contagio, molto efficaci, molto costosi, molto complicati da somministrare), ma con diversi paletti. Il principale: sarà un uso ammesso soltanto per le emergenze, in pazienti non gravi, però con prospettiva di rapido aggravamento e alta possibilità di morte. Dato che si tratta di un prodotto molto complesso, poi, la somministrazione si potrà fare solo in ospedale.