Archive for Febbraio, 2021

Clochard morto per il freddo a Milano: sui suoi conti oltre centomila euro e una pensione dalla Germania

venerdì, Febbraio 5th, 2021

Morto per il freddo. Lo hanno ritrovato senza vita sotto un cumulo di teli e cartoni che, forse, aveva imparato a chiamare casa. Il suo riparo per la notte Umberto Quintino Diaco, 75 anni, se l’era creato nell’ex rampa di carico per le
automobili alla stazione di Porta Garibaldi a Milano. Eppure della strada avrebbe potuto fare a meno: sui suoi conti bancari aveva più di centomila euro, 19 mila euro di titoli azionari e una pensione, da Monaco in Germania, di 750 euro al mese.

La storia del clochard abbiente la racconta il Corriere della Sera. Diaco possedeva anche una casa in Calabria e due furgoni intestati, con l’assicurazione pagata. Addosso aveva 1.235 euro in contanti. Per la sua famiglia aveva deciso di diventare un “fantasma”, per sempre.

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Covid, Oms: “Preoccupati per le varianti, l’Europa si unisca sui vaccini” | Nel mondo quasi 105 milioni di casi

venerdì, Febbraio 5th, 2021

L’Europa deve “unirsi” per accelerare la sua campagna di vaccinazione contro il Covid-19, con il sostegno di tutti i laboratori. E’ l’appello lanciato dal direttore regionale dell’Oms per l’Europa, Hans Kluge, ammettendo di essere “preoccupato” per il rischio delle varianti sull’efficacia dei vaccini. Intanto sono quasi 105 milioni i contagi registrati nel mondo da inizio pandemia, con 2.282.477 decessi.

05 feb 08:29

I Nas oscurano undici siti di vendita di farmaci

I Nas hanno oscurato undici siti web, collocati su server esteri e con riferimenti di gestori non individuabili, sui quali venivano pubblicizzate e vendute svariate tipologie di medicinali a vario titolo legati all’emergenza Covid. Il “blitz telematico” è stato compiuto nell’ambito di un’operazione contro il cybercrime farmaceutico. Tra i farmaci finiti nel mirino, alcuni erano vendibili solo in farmacia. 05 feb 08:17

Messico, individuata una nuova possibile variante

Una nuova variante del coronavirus potrebbe essere stata identificata in Messico. Lo hanno annunciato i ricercatori del Laboratorio per la diagnosi delle malattie emergenti dell’Università di Guadalajara dopo aver riscontrato una possibile mutazione del virus nei campioni di quattro persone residenti nella zona di Jalisco. 05 feb 08:14

Usa, registrati 618 casi di varianti

Gli Stati Uniti hanno registrato finora almeno 618 casi di varianti di coronavirus in 33 Stati, circa il 99% dei quali (611) sono legati alla variante inglese del virus: lo ha reso noto l’Agenzia americana per la prevenzione delle malattie, secondo quanto riporta la Cnn. La Florida è lo Stato maggiormente colpito, con 187 casi, seguita dalla California (145). Inoltre, sono stati segnalati cinque casi di variante sudafricana (due in Carolina del Sud e tre in Maryland), oltre a due casi di variante brasiliana (entrambi in Minnesota).  05 feb 08:02

Usa, Johnson & Johnson presenta richiesta autorizzazione per il suo vaccino

Johnson & Johnson ha presentato alla Food and Drug Administration (Fda) una richiesta di autorizzazione di emergenza per il suo vaccino anti Covid. Lo ha reso noto la stessa casa farmaceutica. 05 feb 08:01

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La linea SuperMario è quella dei liberali

giovedì, Febbraio 4th, 2021

Alessandro Sallusti

Cosa ne sarà del tentativo di Draghi di formare un nuovo governo lo vedremo. Per ora la buona notizia è che è definitivamente finita la stagione dei mediocri e degli incapaci, iniziata nel giugno del 2018.

Conte non tornerà premier per la terza volta, la sua corsa da leader – che coincide con la scalata dei grillini al potere – finisce qui e di questo bisogna onestamente ringraziare Matteo Renzi, che dopo aver fatto ha pure disfatto il governo più imbarazzante della storia. Scampati dal male peggiore, ora ci si deve avviare sulla via della guarigione, con una terapia d’urto (elezioni subito) o mettendosi nelle mani di un buon medico, per di più di fama internazionale, quale è Mario Draghi.

Se la prima strada non fosse percorribile per l’ostilità del Parlamento (e di Mattarella) a sciogliere la legislatura, rifletterei molto bene prima di rifiutare per principio una medicina che potrebbe rivelarsi salvifica. Draghi non è Monti, per semplificare non è tra gli europeisti «lacrime e sangue» che vogliono chiudere il portafoglio, bensì l’inverso, come ha ben dimostrato da governatore della Banca centrale europea. È un fatto che la ricetta economica di Draghi sia perfettamente sovrapponibile a quella del centrodestra, non certo a quelle assistenziali dei Cinque Stelle e della sinistra.

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Salvini: “Draghi scelga tra noi e il M5s”

giovedì, Febbraio 4th, 2021

Federico Garau

Il leader della Lega punta i piedi: “Le proposte nostre e quelle dei 5S sono il contrario”. Giorgetti: “Draghi è un fuoriclasse”

Evidentemente alla Lega piace effettuare dei riferimenti calcistici in ambito politico, anche se le preferenze di Giancarlo Giorgetti forse non coincidono alla perfezione con quelle del segretario Matteo Salvini.

Il leader del Carroccio, nella giornata di ieri, all’idea di un possibile incarico per Giuseppi nel nuovo esecutivo guidato da Mario Draghi aveva così risposto ai giornalisti, come riportato da AdnKronos:”Io sogno Ibrahimovic, se poi il governo deve essere fatto da Bonafede, Azzolina o Speranza allora parliamo di niente”. Oggi invece il suo vice ha scomodato Cr7 per un lusinghiero parallelismo con l’ex numero uno della Bce: “Mario Draghi è un fuoriclasse. È come Ronaldo, uno come lui non può stare in panchina”, ha detto infatti Giorgetti ai giornalisti che attendevano all’uscita di Montecitorio per cogliere dei segnali al termine della segreteria politica della Lega. “Mi sembra che è stata presa la posizione più seria che si potesse prendere. Draghi è una persona seria e questa è una posizione politica seria”, ha quindi aggiunto ancora il deputato. Una posizione netta e decisamente poco interpretabile: Giorgetti preme per aprire le porte a Mario Draghi.

Più cauto è apparso invece al suo fianco il leader del Carroccio, di cui si attende comunque una presa di posizione per mostrare agli italiani quale sia la via che la Lega, compagine che a più riprese ha insistito per arrivare alle elezioni anticipate, voglia percorrere.

“Per noi prima viene l’interesse e il bene del Paese. Ancor prima dell’interesse di partito”, ha dichiarato Salvini dinanzi ai microfoni dei cronisti. “Se dovessi fare l’interesse del partito starei fuori ad assistere a quel che succede a dare la colpa a Conte…. Ma intanto le aziende chiudono e ci sono famiglie in difficoltà”. Come conciliare, tuttavia, le posizioni espresse a mezzo stampa e tramite social con l’entusiasmo di Giancarlo Giorgetti nei confronti dell’ipotesi di un governo Draghi?

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Il Palazzo non ha ancora capito perché esce Conte ed entra Draghi

giovedì, Febbraio 4th, 2021

By Mattia Feltri

A dicembre Huffpost aveva pubblicato un pezzo titolato «Il più grande rischio per l’Ue si chiama Giuseppe Conte». Negoziati la natura e gli importi del Recovery e tagliata la lingua chiassosa dei sovranisti, a Bruxelles ma soprattutto a Berlino cominciavano da qualche settimana a domandarsi se il governo italiano sarebbe stato in grado di usare il denaro con intelligenza e coscienza, per svecchiare e rifondare il sistema, o se invece l’avrebbe destinato all’arredo urbano del paese dei balocchi, una specie di spartizione festosa del bottino. In questo secondo caso, l’Europa non avrebbe retto, considerata anche la posizione dei frugali, che prima hanno cercato di ridiscutere le somme, poi si sono fatti il segno della croce: una polveriera in mezzo all’Eurozona, scriveva il giornale vicino alla Bundesbank.

Ecco, non c’è molto altro da capire. Non c’è tanto aggiungere sul perché Giuseppe Conte esca ed entri Mario Draghi. Lo dico perché alcune interviste uscite stamattina sui giornali sono sbalorditive. Dico, per esempio, quella concessa a Repubblica da Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, componente di Liberi e Uguali (mamma mia, i partiti italiani…), che rispetto a ieri si raddrizza un poco e dice vediamo, con Draghi si può fare, purché non ci stiano dentro Giorgia Meloni e Matteo Salvini: coi razzisti mai e poi mai. Ora, non credo che i due siano razzisti, possiamo dire con buona approssimazione alla verità che ai numerosi razzisti italiani hanno strizzato l’occhio, ne hanno coltivato le simpatie per raccattarne il consenso, e non è roba da poco. Per certi versi è anche peggio. Ma la presa di posizione di Fratoianni non sta in piedi. Primo, Meloni e Salvini non hanno opposto veti su di lui. Secondo, lasciare il governo in balia di chi si ritiene razzista è una resa sconsiderata. Terzo, non è a Fratoianni che si chiede di cedere a un governo sovranista, sono Meloni (che non lo farà) e Salvini (forse sì) eventualmente a cedere a un governo che è il massimo dell’europeismo. Sarebbe un trionfo a cui Fratoianni si sottrae per gusto di purezza. Boh.

Ma, soprattutto, a leggere di Fratoianni, e non solo, a leggere di tanti altri, delle loro perplessità dozzinali – mi conviene, non mi conviene, come andranno i sondaggi, la gente non capirà, questo è brutto, quello è cattivo, quell’altro mi ha rubato la fidanzata – viene da pensare che non ci hanno capito nulla. Non hanno capito che il sistema è saltato, non se ne rendono conto, non gli viene in mente che il passo successivo è di far saltare anche quei due centimetri di credibilità ancora concessi al nostro paese. E qui torniamo all’inizio: il perché Giuseppe Conte è uscito e Mario Draghi è entrato, è questione che non appartiene a una semplice evidenza dell’utile e del dilettevole: un amico mi ha scritto che è come se Raffaello desse una mano a verniciare le strisce pedonali. E’ una questione che ha a che vedere con la pianificazione dei prossimi decenni, e se noi e noi nostri figli vivremo in un paese al passo coi tempi oppure in uno scivolato nel Nord Africa (altro che barconi), se mangeremo la fettina di carne o pane e cicoria, se davanti abbiamo un destino di speranza o di irreversibile declino.

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Conte: “Ho lavorato per il bene del Paese, auspico un governo politico solido”

giovedì, Febbraio 4th, 2021

GIACOMO GALEAZZI

ROMA. «Auspico un esecutivo politico solido. Con il presidente incaricato Mario Draghi ho avuto un colloquio lungo e aperto, alla fine gli ho fatto gli auguri di buon lavoro», afferma Giuseppe Conte. Poi si rivolge al M5S: «Io ci sono e ci sarò». Con Pd e Leu «prospettiva reale». E aggiunge: «In queste ore qualcuno mi descrive come ostacolo alla formazione di un nuovo governo. I sabotatori cerchiamoli altrove, io ho sempre lavorato per il bene del Paese». Le dichiarazioni del premier uscente Conte: “Ho sempre lavorato per il bene del Paese, auspico un governo politico che sia solido per poter operare scelte politiche”

Progetto forte

Il premier dimissionario ha parlato ai cronisti fuori da Palazzo Chigi: «Con Pd e Leu c’è un progetto forte concreto che aveva già iniziato a dare buoni frutti, dobbiamo continuare a perseguirlo perché offre una prospettiva reale di modernizzare finalmente il nostro paese nel segno della transizione energetica, della transizione digitale, della inclusione sociale».

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Consultazioni al via. Salvini: “Draghi dovrà scegliere tra Grillo e la Lega”. Conte: “Auspico un governo politico”

giovedì, Febbraio 4th, 2021

A distanza di un giorno e mezzo dall’incarico affidato a Mario Draghi, dopo molte ore di silenzio ufficiale, parla il presidente del Consiglio uscente Giuseppe Conte. E lo fa in piazza, davanti Palazzo Chigi, dove viene posizionato un tavolino per contenere i numerosi microfoni (inevitabile la ressa di giornalisti e cameramen). Due i messaggi chiari di Conte: il primo, non è lui l’ostacolo alla nascita dell’esecutivo guidato dall’ex numero uno della Bce, un governo che dovrà essere politico e non tecnico. Il secondo è rivolto in primis ai 5 stelle, ai quali garantisce che resterà in campo, ma anche a Pd e Leu, assicurando che il progetto di alleanza andrà avanti. «In queste ore qualcuno mi descrive come un ostacolo alla formazione del nuovo governo, evidentemente non mi conosce o è in mala fede: i sabotatori vanno cercati altrove. Ho sempre lavorato e lavorerò per il bene del paese e perché si possa formare un nuovo governo per risolvere le urgenze sul piano sanitario, economico e sociale», premette Conte. Quindi, il premier uscente nell’aprire all’esecutivo Draghi sembra indicare la strada per ottenere il via libera dei 5 stelle: «Auspico un governo politico che sia solido e che abbia quella sufficiente coesione per poter operare scelte eminentemente politiche perché le urgenze del paese richiedono scelte politiche e non possono essere affidate a squadre di tecnici”. Conte infine si rivolge direttamente agli “amici del Movimento”, assicurando: «Io ci sono e ci sarò», e “agli amici di Pd e Leu” garantisce che il lavoro “insieme” continuerà in un progetto sintetizzato “nella formula ‘Alleanza per lo sviluppo sostenibile’». Le dichiarazioni del premier uscente Conte: “Ho sempre lavorato per il bene del Paese, auspico un governo politico che sia solido per poter operare scelte politiche”

Quelle di Conte erano parole attese anche per favorire lo sblocco di una situazione, in particolare interna al Movimento, che rischiava di avvitarsi fino all’implosione. Parole anticipate dall’apertura di Luigi Di Maio al premier incaricato. Un’ora prima della dichiarazione alla stampa di Conte, infatti, il titolare uscente della Farnesina si rivolge ai pentastellati: «Abbiamo il dovere di mostrarci maturi», dice. 

“L’uno-due” di Conte e Di Maio arriva dopo un’intera giornata in cui il Movimento ha vissuto una lacerazione interna, tra ‘bordate’ contro i tecnici e i tecnocratici e il “mai la fiducia a Draghi” e chi, invece, invitava alla riflessione e al non porsi direttamente all’opposizione. E forse non e’ un caso se, un minuto dopo che Conte ha terminato il suo breve discorso, Di Maio afferma: «Ringrazio profondamente Giuseppe Conte per le sue parole, per la responsabilità istituzionale mostrata ancora una volta, in un momento di grande difficoltà per il Paese. Condivido pienamente la necessità di un forte impulso politico nel governo che andrà a formarsi. Il Movimento gli è riconoscente e continuerà ad essere protagonista anche grazie a lui».

Anche il Pd accoglie con favore le ‘attese’ parole di Conte. «Visione, generosità e sensibilità istituzionale nelle parole Giuseppe Conte. Il suo impegno diretto rafforza la prospettiva di una alleanza politica nata con l’esperienza del suo governo», commenta Dario Franceschini. «Grazie al Presidente Conte. Un discorso di grande responsabilità e lungimiranza», twitta Nicola Zingaretti. E dopo un day after al tramonto definitivo del Conte ter e all’incarico a Draghi in cui a prevalere, ad eccezione di Pd e Iv, erano più i ‘no’ e le chiusure, oggi al contrario sembra essere la giornata dei segnali distensivi e di apertura all’esecutivo dell’ex governatore di Bankitalia.

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Zona gialla, Cts: «Sci, ok a riapertura impianti dal 15 febbraio. Sanremo, via libera a Festival blindato»

giovedì, Febbraio 4th, 2021

di Mario Landi

Zona gialla, dal Cts via liber allo sci: ok alla riapertura degli impianti dal 15 febbraio. E per quanto riguarda il Festival di Sanremo il Cts ha dato oggi il via libera ad un Festival blindato. Via libera del Comitato tecnico scientifico al Protocollo Rai per la sicurezza sanitaria del Festival di Sanremo, che dunque rimane confermato dal 2 al 6 marzo.

Impianti chiusi in zona arancione

Ok dunque alla riapertura degli impianti sciistici in zona gialla a partire dal 15 febbraio. È l’indicazione arrivata dal Comitato tecnico scientifico al termine della riunione di oggi. Il Cts ha quindi escluso la possibilità di aprire gli impianti nelle regioni in zona arancione e zona rossa. Questo è quanto avrebbe deciso il Comitato tecnico scientifico, secondo quando si apprende, al termine della riunione in cui è stato esaminato il protocollo messo a punto dalle Regioni lo scorso 28 gennaio. Gli esperti hanno dunque bocciato la proposta delle regioni in base alla quale gli impianti avrebbero potuto riaprire anche in zona arancione, con una capienza ridotta al 50% su funivie, cabinovie e seggiovie e l’utilizzo obbligatorio di mascherine

Zone rosso scuro Bolzano e Friuli Venezia Giulia (uniche aree italiane): le nuove mappe Ue

Zona gialla, a San Valentino cosa potremo fare? Dalle cene alle seconde case, regole e divieti

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Cassa integrazione sbloccata per altri 200 mila lavoratori (che erano rimasti fuori). Corretto il Milleproroghe

giovedì, Febbraio 4th, 2021

di Isidoro Trovato

Scadenze e numeri

Numeri in libertà e scadenze ballerine, il decreto Milleproroghe prova a mettere ordine nell’intricata vicenda degli ammortizzatori sociali emergenziali. Con emendamenti presentati da tutti i partiti viene infatti unificato il termine di presentazione al 31 marzo, mettendo un punto fermo alla confusione creata dal Legislatore. Una mossa che sbloccherà la cassa integrazione per più di 200 mila persone. «Non c’è dubbio che il concatenarsi della normativa covid abbia creato grandi incertezze. Basti pensare che in autunno i primi 4 decreti Ristori si sono accavallati e sono stati convertiti in unica Legge – commenta Marina Calderone, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro -. E contenevano termini di scadenza per usufruire la Cig. Non a caso avevamo consigliato di decretare un unico lungo periodo di copertura, a cui far accedere aziende e lavoratori in base alle esigenze»

Quelli in attesa

È difficile dire con esattezza quanti lavoratori non abbiano ancora ricevuto le integrazioni salariali e il balletto di numeri non aiuta a capire. La sensazione netta è che le cifre siano state messe al centro di una disputa politica. Di certo c’è che da diverse province arrivano segnalazioni di difficoltà operativa, anche se nella stragrande maggioranza dei casi c’è stata una tempestiva ed efficacia risposta da parte dell’Istituto. Inoltre, si tratta di una materia sempre in divenire in quanto ogni giorno vengono presentate istanze. Ad esempio, i lavoratori in Cig a dicembre vengono segnalati all’Inps entro fine gennaio. E sono centinaia di migliaia. Come vengono considerati questi lavoratori nei conteggi che circolano? Insomma, non si può sapere con esattezza quanti sono i lavoratori in attesa. Di certo non sono moltissimi quelli che attendono quella dei mesi precedenti e da una prima stima dovrebbero superare i 200 mila. Il problema però è che ogni lavoratore che attende è una famiglia che è senza la possibilità di mantenersi.

Legislazione confusa

Ma al di là di questo vi sono poi i problemi creati dalla confusione con cui sono stati scritti e pubblicati i decreti. Una serie di concatenamenti che ha caratterizzato l’attività del Legislatore particolarmente dopo la prima ondata di pandemia. E anche l’uso di una tecnica legislativa molto particolare ha di fatto creato condizioni operative non adeguate al contesto emergenziale. Ma i termini previsti nelle norme erano e sono fonte di decadenza dei provvedimenti, da qui i problemi evidenziati. «I Consulenti del lavoro hanno dato una grande prova di una professione profondamente calata nel sociale e fortemente sensibilizzata rispetto alle necessità di imprenditori e dipendenti – commenta Marina Calderone -. Abbiamo gestito circa il 90% delle istanze degli ammortizzatori sociali, favorendo il sostentamento di oltre 7milioni di lavoratori con turni serrati di lavorazione negli studi, compreso notte e week end. Ecco perchè come Consiglio Nazionale abbiamo ritenuto opportuno sollecitare tutti i partiti a prendere atto della situazione creatasi e intervenire nel Milleproroghe».

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Covid, perché in Italia il numero dei morti continua a essere così alto

giovedì, Febbraio 4th, 2021

giampiero maggio

Ci saremo accorti che, mentre i dati sui contagi nelle ultime settimane sono scesi e la curva epidemiologica si è in qualche modo stabilizzata, i dati sui morti in Italia sono sempre molto alti. Anche ieri, il Paese, registra quasi 500 nuovi decessi. Abbiamo l’analisi che spiega perché l’Italia continua a contare troppo morti e siamo in grado di spiegare la differenza tra la prima e la seconda ondata. Tra marzo e maggio sono morte molte meno persone rispetto all’ultimo trimestre a cavallo tra la fine del 2020 e l’inizio del nuovo anno. Sono 49.274 i decessi per Covid in Italia durante la seconda ondata dell’epidemia, secondo l’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità. Ben di più dei 34.278 della prima fase. Che cosa è successo e perché?

Gli anziani, una categoria ancora troppo vulnerabile

Intanto partiamo da un elemento e andiamo a guardare le caratteristiche delle persone decedute. Notiamo che, mentre nella prima ondata morivano pazienti che non avevano patologie pregresse particolari (o addirittura non ne presentavano), nella seconda ondata questa percentuale si è fortemente assottigliata, passando dal 3,7% del trimestre marzo-maggio, all’1,4% di quest’ultimo periodo. Perché? «E’ evidente che oggi conosciamo di più e meglio la Sars Cov-2 e sappiamo come curare le persone rispetto, ad esempio, ad un anno fa» dice il professor Giovanni Di Perri, virologo e responsabile del reparto di Malattie Infettive dell’Amedeo di Savoia. E’ cresciuta in maniera importante, invece, la percentuale dei morti con 3 o più patologie: si è passati dal 62,7% del trimestre marzo/maggio al 75% degli ultimi tre mesi. Come mai e che cosa è successo? Due possibili spiegazioni. «La prima –spiega ancora Di Perri – è che di fronte a persone che presentano patologie importanti le cure attuali sono impotenti. Ed è per questo che serve con urgenza che si acceleri sulla campagna di vaccinazione. Una volta che si sarà arrivati a vaccinare tutti gli over 65 potremo parlare non tanto di immunità di gregge quanto di immunità di sopravvivenza». L’altro elemento, invece, riguarda il contact tracing. «Nella prima ondata non eravamo assolutamente preparati – spiega Di Perri -. Tracciavamo soltanto i sintomatici ed erano quei pazienti che intasavano gli ospedali. Abbiamo poi visto, nella seconda ondata, quanti fossero i casi asintomatici. E questi hanno inciso alla diffusione del virus e, di conseguenza, all’impennata dei morti».

Flourish logo

A Flourish chart

L’analisi poi va anche a valutare il tipo di patologie che, di fatto, sono state corresponsabili della morte di migliaia di pazienti poi deceduti per o con Covid 19. Nel 90,7% dei casi per le persone decedute e di cui sono state analizzate le cartelle cliniche, nella diagnosi di ricovero erano menzionate condizioni (per esempio polmonite, insufficienza respiratoria) o sintomi (per esempio, febbre, dispnea, tosse) compatibili con SARS-CoV-2. In 554 casi (9,3% ) la diagnosi di ricovero, invece, non era da correlarsi all’infezione.

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