Archive for Febbraio, 2021

Laboratorio Israele: vaccinato uno su tre. I primi effetti sugli over 65: contagi e ricoveri in picchiata

martedì, Febbraio 2nd, 2021

di Davide Frattini

Laboratorio Israele: vaccinato uno su tre. I primi effetti sugli over 65: contagi e ricoveri in picchiata

Un centro per le vaccinazioni in un parcheggio vicino a Tel Aviv shadow

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME – Le code davanti alle cliniche per le vaccinazioni sono ormai sparite. Nessuno prova più a passare davanti agli altri per ottenere la puntura, restano le transenne messe giù dalla polizia nei primi giorni della campagna. Oltre 3 milioni di israeliani (su 9,2) hanno già ricevuto la prima dose, 1,8 anche la seconda: il ministero della Sanità punta a immunizzare i due terzi della popolazione (esclusi i minori di 16 anni) entro la fine di marzo.

La percentuale molto alta di vaccinati permette agli scienziati di calcolare i primi risultati a 40 giorni dall’inizio delle operazioni. Eran Segal, ricercatore degll’Istituto Weizmann, ha twittato entusiasta: «La magia è cominciata». Elenca i dati positivi tra gli over 60, i primi a essere inoculati, nelle ultime due settimane: calo del 35 per cento di nuovi contagiati dal Covid-19, meno 30 per cento di ricoveri, meno 20 per cento di malati gravi. Fa notare che questi numeri sono migliori che in generazioni più giovani e non erano stati raggiunti neppure con il lockdown precedente.

Il Paese resta chiuso almeno fino a venerdì, isolato dal resto del mondo (i voli in ingresso e uscita bloccati). Perché – nonostante il record nelle vaccinazioni – preoccupano le varianti inglese e brasiliana. Gili Regev-Yochay, direttrice dell’unità di epidemiologia all’ospedale Sheba, avverte che con queste mutazioni del Coronavirus in circolazione una percentuale più alta della popolazione (l’80-90 per cento) deve essere vaccinata per raggiungere l’immunità di gregge. Fino ad ora i calcoli sono stati eseguiti escludendo dalla campagna i minori di 16 anni (un terzo del totale) e secondo la professoressa Regev-Yochay «sarà inevitabile vaccinare anche loro». In ogni caso – prevede – «gli israeliani dovranno indossare le mascherine almeno fino all’estate».

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La somma delle solitudini di un’epoca travagliata

martedì, Febbraio 2nd, 2021

di Walter Veltroni

La solitudine, la somma delle solitudini sembra il segno di questo tempo. Penso al silenzio impaurito del mondo di fronte alla persecuzione del dissenso in Russia culminata con il tentativo di omicidio di Navalny. Penso alla disperazione, nel gelo dell’inverno bosniaco, delle donne e dei bambini senza casa e nazione che cercano di resistere all’idea che il mondo sia fatto di muri e non di umanità.

Penso al modo in cui la diplomazia ha sorvolato sulla gravissima responsabilità di chi ha ucciso e decapitato un giornalista coraggioso, Jamal Kashoggi, solo perché avversava il regime dell’Arabia Saudita. Penso alla pietra tombale che è stata messa sull’imprigionamento sistematico di intellettuali democratici in Turchia e in altri Paesi. Penso alla vicenda spaventosa di Giulio Regeni o, oggi, a quella di Patrick Zaki. Penso ancora al silenzio che accompagna la battaglia delle donne polacche per garantire una legge che consenta una maternità libera e consapevole.

Silenzio collettivo un tempo impensabile. Per Panagulis e Jan Palach, per Solgenitsyn e per Allende milioni di persone, di destra e di sinistra, si sono mobilitate. Spesso si sono divise nel farlo e hanno sbagliato. La libertà va difesa sempre e chi la minaccia, quale che sia il colore della bandiera che sventola, va combattuto e sconfitto.

Il nostro mondo, rapido e globale, sembra aver ridotto i suoi confini entro quelli della propria nazione. Il sovranismo, anche non dichiarato, si è fatto strada e ha costruito dei muri tanto alti da non farci più vedere e sentire chi soffre e chi lotta per la libertà. La società della Rete si è fatta egoista e il massimo che riesce a fare, di fronte al dolore degli altri, è mettere un cuoricino a un tweet. Sembra, immemori della famosa poesia di Brecht, che nulla ci riguardi, che nulla di ciò che accade prefiguri un nostro possibile destino.

Joe Biden, arrivato alla Casa Bianca dopo l’incredibile eversiva occupazione del Congresso, ha insistito molto nel dire che «La democrazia è fragile». Si fanno infatti strada modelli di «democratura» che saldano la garanzia, resa pura formalità, delle pratiche della democrazia novecentesca con il progressivo, aggressivo accaparramento del potere nelle mani di oligarchie o di singole persone. La democrazia che Fukuyama immaginava avesse, dopo l’ottantanove, segnato la sua piena affermazione sta al contrario rapidamente, e ovunque, scricchiolando.

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Covid, Bertolaso: «In Lombardia puntiamo a vaccinare tutti entro il mese di giugno»

martedì, Febbraio 2nd, 2021

di Sara Regina

Covid, Bertolaso: «In Lombardia puntiamo a vaccinare tutti entro il mese di giugno»

«Sarà la più importante operazione di Protezione civile mai realizzata in Italia. Questa è una squisita genuina, pura, situazione di emergenza di Protezione civile», ha dichiarato Guido Bertolaso, nuovo consulente per la campagna vaccinale della Lombardia, nel corso di una conferenza stampa in Regione con il presidente Attilio Fontana e la vicepresidente Letizia Moratti. «Sono un funzionario dello Stato e quindi darò tutta la mia vita per contribuire a risolvere i problemi del mio adorato Paese», ha aggiunto.

«Il traguardo di vaccinare tutta la regione Lombardia prima di giugno è assolutamente possibile», ha dichiarato Bertolaso. «Vaccinare 10,5 milioni di lombardi entro la fine giugno è fattibile, e ce la faremo». Bertolaso prospetta un impegno di sette giorni su sette, 24 ore al giorno, per raggiungere l’obiettivo: «Febbraio e marzo saranno ancora mesi difficili , ma da aprile saremo inondati di vaccini» tanto che «in primavera avremo almeno quattro tipi di vaccino», ha aggiunto. «Il problema è che avremo 4, 5 tipologie diverse, quindi la parte logistica sarà complessa, ma ce la faremo perché saremo tutti coinvolti».

«Non voglio soldi, faccio il volontario e mi sono abbassato lo stipendio, era 1 euro, ora non prenderò neppure un euro», ha specificato Bertolaso.

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Governo, secondo giorno di trattative a oltranza. Giustizia: M5s e Iv divisi sul Lodo Orlando

martedì, Febbraio 2nd, 2021

di Giuseppe Alberto Falci

Governo, secondo giorno di trattative a oltranza. Giustizia:  M5s e Iv divisi sul Lodo Orlando

Alle 9:05 del mattino il presidente della Camera Roberto Fico si ritrova alla Sala della Lupa con i capigruppo di Pd, LeU, M5S, Maie-Europeista-Centro democratico, Per le Autonomie. I volti degli attori protagonisti sono stanchi da una trattativa che va avanti ad oltranza senza vedersi uno sbocco. Si comincia. Il tema di discussione del giorno è la giustizia, dossier assai divisivo. Non a caso Matteo Renzi non solo chiede la riforma della prescrizione ma anche un nuovo ministro, purché si cambi Alfonso Bonafede. Il tavolo quest’oggi è allargato agli esperti dei partiti in materia. Ci sono infatti Pietro Grasso per LeU, Andrea Orlando per il Pd, Vittorio Ferraresi per i Cinque Stelle e Julia Unterberger. Nel primo giro di tavolo si discute complessivamente di riforma del processo penale e civile. E poi anche delle famosa prescrizione. Qual è l’atteggiamento dei renziani? Esce uno dei partecipanti: «Il problema non è questo tavolo ma è l’altro dove si decidono gli organigrammi».

Alle 10:53 esce Maria Elena Boschi, di nero vestita. La capogruppo di Italia Viva risponde alle domande dei cronisti con un laconico: «Proseguiamo. Devo andare in ufficio». Nel frattempo nel corridoio si affaccia Ettore Licheri, capogruppo dei senatori del M5S, e inizia a parlare fitto fitto con lo staff dei Cinque Stelle.

Alle 11:10 pausa caffè di 10 minuti. Tutti si dirigono verso gli uffici dei gruppi parlamentari. Spiega Bruno Tabacci che si dice ottimista: «Sul tema della giustizia è stato fatto un esame positivo. Se il ddl sul processo penale non verrà approvato entro un anno, a quel punto si dovrà rivedere la formula attuale della prescrizione. Possiamo chiamarlo Lodo Orlando. C’è stata un’apertura dei cinquestelle». Da Italia viva (che in un primo momento aveva sospeso il giudizio) poco dopo arriva la bocciatura: «Non condividiamo il lodo Orlando: non c’è nessun accordo sulla prescrizione e sul processo penale» fanno sapere.

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Vaccini in Lombardia, Moratti: «Per gli over 80 dal 24 febbraio. Tra due settimane pronto il portale. Ipotesi sulle priorità»

martedì, Febbraio 2nd, 2021

La prima fase del piano di somministrazione dei vaccini anti-Covid in Lombardia dovrebbe essere completata entro il «23 febbraio». L’assessore al Welfare e vicepresidente della Regione, Letizia Moratti, martedì mattina, è intervenuta in Consiglio regionale, spiegando quanto è stato fatto e, sopratutto, quali saranno i possibili prossimi passi nella lotta al virus. In particolare, viene anticipato l’inizio delle vaccinazioni per gli over 80: non si parla più di marzo inoltrato, come annunciato la settimana scorsa, ma del 24 febbraio. «L’inizio della somministrazione dei vaccini anti-Covid per gli ultra ottantenni in Lombardia è previsto per il 24 febbraio», ha sottolineato Moratti. Il vicepresidente ha aggiunto che le adesioni degli over 80 verranno raccolte «tramite i medici di base, l’assistenza domiciliare» e grazie a un portale dedicato.

La campagna vaccinale — ha annunciato Moratti — sarà gestita da un «comitato guida» formato dal governatore Fontana, dall’assessore alla Protezione civile, Foroni, da Guido Bertolaso e dalla Moratti stessa. L’ex ministro ha anche spiegato che «è in corso la fase 1» delle vaccinazioni di «operatori sanitari e sociosanitari, operatori e ospiti delle Rsa» e che al 31 gennaio erano state somministrate «305 mila dosi», di cui «68 mila seconde dosi».

«Priorità: forze dell’ordine e scuola»

Per ora è soltanto un’ipotesi, ma è stato quasi definito il programma di somministrazione dei vaccini quando sarà disponibile quello realizzato da Astrazeneca. C’è una «prima idea» di «categorie prioritarie» a cui sarà somministrato il vaccino, una volta disponibile, ha spiegato Letizia Moratti ai consiglieri regionali lombardi di maggioranza e opposizione. «La nostra ipotesi — ha detto — prevede il vaccino alle forze dell’ordine, al personale scolastico per la didattica in presenza, agli addetti alla giustizia e al personale del trasporto pubblico locale».

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Coronavirus in Italia, il bollettino di oggi 1 febbraio: 7.925 nuovi casi e 329 morti

lunedì, Febbraio 1st, 2021

di Paola Caruso

Coronavirus in Italia, il bollettino di oggi 1 febbraio: 7.925 nuovi casi e 329 morti

Sono 7.925 i nuovi casi di coronavirus in Italia(ieri erano +11.252, qui il bollettino). Sale così ad almeno 2.560.957 il numero di persone che hanno contratto il virus Sars-CoV-2 (compresi guariti e morti) dall’inizio dell’epidemia. I decessi odierni sono 329 (ieri erano +237), per un totale di 88.845 vittime da febbraio 2020. Mentre le persone guarite o dimesse sono 2.024.523 complessivamente (oltre 2 milioni dal 31 gennaio): 13.975 quelle uscite oggi dall’incubo Covid (ieri +20.396). E gli attuali positivi — i soggetti che adesso hanno il virus — risultano essere in tutto 447.589 (sotto la soglia di 500 mila dal 23 gennaio), pari a -6.379 rispetto a ieri (-9.384 il giorno prima). La flessione degli attuali positivi di oggi — con il segno meno davanti — dipende dal fatto che i guariti, sommati ai decessi, sono in numero maggiore rispetto ai nuovi casi. Questa flessione in giù va avanti ogni giorno dal 25 gennaio.

I tamponi totali (molecolari e antigenici) sono stati 142.419 (il minimo assoluto dall’introduzione dei rapidi), ovvero 70.945 in meno rispetto a ieri quando erano stati 213.364. Mentre il tasso di positività è 5,6% (l’approssimazione di 5,56%): vuol dire che su 100 tamponi eseguiti più di 5 sono risultati positivi; ieri era 5,3%.
Dal 15 gennaio questa percentuale casi/tamponi è calcolata contando anche i test rapidi, di conseguenza è più bassa rispetto a quella dei bollettini precedenti al 15 gennaio e non è possibile fare confronti con lo storico. Qui la mappa del contagio in Italia.

Meno contagi in 24 ore rispetto a ieri. Il calo delle nuove infezioni si registra ogni lunedì ed è generato dai pochi tamponi processati — il più basso di tutta la settimana — perché riguarda le analisi domenicali. Per esempio: lo scorso lunedì i casi sono stati +8.562 con appena 143 mila tamponi totali, tra molecolari e rapidi, e con un tasso del 6% (questa percentuale in genere tende ad aumentare con meno test perché probabilmente si cerca in modo più mirato, testando soprattutto chi ha sintomi). Di fatto, oggi il numero di casi è il minimo del 2021, con ancora meno tamponi di lunedì scorso — quindi il minimo assoluto — e il rapporto di casi su tamponi che sale dal 5,3% di domenica al 5,6% odierno. Da domani in avanti si capirà meglio l’andamento dello scenario. Attenzione a non abbassare la guardia, avvertono gli esperti che temono un peggioramento con le zone gialle. Considerando anche il rallentamento delle vaccinazioni. «Visti i rallentamenti che ci sono stati sulle forniture dei vaccini anti-Covid, raggiungere l’immunità di gregge a fine anno appare sempre più un traguardo sfumato, ma dobbiamo puntare a raggiungere almeno una copertura del 20-30% e coinvolgere nell’immunizzazione le persone a rischio», ha detto il virologo dell’università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco.

La situazione del sistema sanitario

Aumentano le degenze, in area critica e non, dopo sei giorni di decrescita. I dati totali degli ospedalizzati sono comunque simili a quelli di inizio novembre. I posti letto occupati nei reparti Covid ordinari sono +164 (ieri -2), per un totale di 20.260 ricoverati, come il 3 novembre, quando è stata superata la soglia di 20 mila ricoveri. I posti letto occupati in terapia intensiva (TI) sono +37 (ieri -3), portando il totale dei malati più gravi a 2.252. La variazione dei posti letto occupati, in area critica e non, indica il saldo tra i pazienti usciti e quelli entrati nelle ultime 24 ore. I nuovi ingressi in TI sono +145 (ieri +97).

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Governo diretta, al tavolo sul contratto Renzi propone Bicamerale sulle riforme guidata dal centrodestra. Tensioni sul Reddito

lunedì, Febbraio 1st, 2021

Prime tensioni al maxi-tavolo tecnico di maggioranza per scrivere il contratto di governo. Il tavolo convocato dal presidente della Camera Roberto Fico a Montecitorio con i gruppi protagonisti del primo giro di consultazioni ha visto emergere frizioni tra M5S e Renzi su reddito di cittadinanza e politiche attive del lavoro. Il leader di Italia Viva, inoltre, ha proposto una Bicamerale sulle riforme presieduta dall’opposizione. Il confronto potrebbe proseguire nel pomeriggio attraverso riunioni tematiche allargate alla partecipazione dei presidenti delle Commissioni permanenti. Domani Fico tornerà al Quirinale per riferire l’esito del suo mandato esplorativo al presidente della Repubblica.

Ore 15.27 – Rosato (Iv): Mes? Se non c’è accordo ne prenderemo atto

«Noi non pensiamo che Italia Viva debba dettare l’agenda, e che quello che diciamo debba essere accettato per forza. Sul Mes non abbiamo mai avuto, in tanti mesi, un luogo in cui discutere. Se alla fine di questa mediazione non ci sarà un accordo sul fatto che questo strumento vada utilizzato, ne prenderemo atto», dice Ettore Rosato di Iv a Tagadà su La7.

Ore 15.24 – Iv propone stesura documento e Bicamerale su riforme

I rappresentanti di Italia viva chiedono che il confronto tematico al tavolo sul programma, coordinato dal presidente della Camera Roberto Fico, si chiuda comunque con un documento di sintesi. Dopo la pausa di questa mattina più fonti hanno ipotizzato che il tavolo si chiuda senza un testo scritto ma Iv – a quanto si apprende da fonti di maggioranza – starebbe insistendo per avere un documento finale. Non solo: al tavolo del programma IV ha proposto una Bicamerale sulla riforme con presidenza all’opposizione. Si apprende da fonti di Italia Viva.

A proporre una Bicamerale sulle riforme, ieri, era stato il governatore della Liguria Giovanni Toti. «Siamo soddisfatti che la proposta avanzata ieri dal presidente Giovanni Toti, leader di Cambiamo!, di costituzione di una commissione bicamerale per le riforme trovi già riscontro nelle parole dell’onorevole Giachetti. Proposta che va nella giusta direzione di non perdere tempo utile a rivedere i meccanismi di funzionamento della macchina dello Stato, condizione necessaria per la piena realizzazione del Piano di ripresa per l’impiego delle risorse del Recovery fund. Su questo fronte vi sarà sempre la nostra piena collaborazione in Parlamento», si legge in una nota dell’esecutivo nazionale di ‘Cambiamo!’.

Ore 14.52 – Buccarella (Europeisti): al tavolo clima collaborativo

 «C’è stato un clima collaborativo, quasi inaspettatamente per me che partecipo per la prima volta». L’ha detto il senatore Maurizio Buccarella del gruppo degli Europeisti-Maie-Cd a proposito del tavolo con la maggioranza a cui sta partecipando e convocato dal presidente della Camera, Roberto Fico per definire la crisi di governo. «Fico ha parlato all’inizio e ci ha comunicato quello che si aspetta – ha aggiunto il senatore – e cioè che entro oggi gli facciamo sapere se ci sono le condizioni per lavorare insieme, se c’è un punto di caduta. Si sta partendo dal documento sottoscritto dalla maggioranza precedente nel dicembre scorso». Ha confermato che si è parlato anche del reddito di cittadinanza («C’è la volontà di verificare eventualmente quello che c’è da correggere») e ha negato che ci siano stati momenti di tensione in mattinata («Non credo ci saranno»). Infine, sui nomi del prossimo premier? «Per molti sarebbe opportuno che il presidente dimissionario restasse al governo». E su questo cosa ha detto Italia viva? «Non ha posto veti ma non ci siamo addentrati». E ha concluso: «Spero che ora procederemo spediti». 

Ore 13.08 – Tensione su Reddito e Anpal

Le politiche attive del lavoro, con il ruolo di Anpal e Inps, ma anche il reddito di cittadinanza, sono state questa mattina al centro di un confronto al tavolo sul programma di governo tra i partiti della maggioranza. Lo conferma più di una fonte presente all’incontro, parlando di una discussione a tratti tesa, un confronto duro. Altre fonti negano invece che si sia litigato sul tema, ma parlano di un confronto sereno. «Queste cose vanno decise ADESSO», scrive Renzi nella E-news. «Alla fine di questa settimana avremo, spero, il nuovo governo. Dovrà essere all’altezza delle sfide di questo periodo. E dovrà essere un governo di persone capaci e meritevoli. Solo così l’Italia si salva, solo così», aggiunge il leader di Iv.

Ore 12.51 – Renzi: spero governo di meritevoli

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Zona gialla, spostamenti tra regioni: le due settimane chiave per decidere (e dal 5 marzo il nuovo Dpcm)

lunedì, Febbraio 1st, 2021

di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini

Cominciano oggi le due settimane chiave per le prossime riaperture. Dopo l’allarme lanciato dal ministro della Salute Roberto Speranza e dal coordinatore del Cts — il Comitato tecnico scientifico — Agostino Miozzo sui rischi causati dagli assembramenti, l’attenzione è puntata sull’andamento dei contagi. In base ai numeri dei contagi da Covid 19 e soprattutto alla tenuta delle strutture sanitarie si deciderà infatti se rispettare le tre scadenze già fissate per il 15 febbraio: riapertura dei confini regionali, riapertura degli impianti sportivi, ripartenza dello sport, ripresa dei concorsi della pubblica amministrazione. Il Dpcm rimane in vigore fino al 5 marzo e si procede in base al sistema dei colori, ma in caso di risalita della curva epidemiologica c’è il rischio che tutto si fermi di nuovo. Ecco che cosa deve succedere in vista della prossima scadenza.

Spostamento tra Regioni

Fino al 15 febbraio è vietato spostarsi tra le regioni — anche se sono in fascia gialla — se non per motivi di lavoro, salute e urgenza. Se l’indice Rt continuerà a rimanere sotto l’1 come è accaduto nell’ultimo monitoraggio settimanale quando era a 0,84 è possibile che si decida di consentire gli spostamenti anche per altri motivi, ad esempio turismo. E dunque che sarà consentito muoversi per fare una gita o una vacanza.

Le seconde case

Rimane la possibilità di andare nelle seconde case ma come specificato nelle Faq (risposte a domande frequenti) pubblicate dal governo «dal 16 gennaio 20 21 le disposizioni in vigore consentono di fare rientro alla propria residenza domicilio o abitazione senza prevedere più alcuna limitazione rispetto alle cosiddette seconde case. Pertanto proprio perché si tratta di una possibilità limitata al rientro è possibile raggiungere le seconde case anche in un’altra regione o provincia autonoma o anche da o verso le zone arancione o rossa solo a coloro che possono comprovare di aver effettivamente avuto titolo per recarsi nello stesso immobile anteriormente all’entrata in vigore del decreto legge 14 gennaio 2021. Tale titolo, per ovvie esigenze antielusive, deve avere data certa come ad esempio la data di un atto stipulato dal notaio ovvero la data di registrazione di una scrittura privata anteriore al 14 gennaio 2021. Sono dunque esclusi tutti i titoli di godimento successivi a tale data comprese le locazioni brevi non soggetti a registrazione».

Impianti da sci

Il 15 è fissata anche la riapertura degli impianti da sci. Questa settimana le regioni dovranno inviare al Cts le linee guida per evitare gli assembramenti, che dovranno essere validate dagli scienziati. In particolare dovranno essere previsti ingressi contingentati sia sulle cabinovie, sia sulle piste attraverso il numero chiuso degli skypass. Regole strette anche per i rifugi – che devono seguire i protocolli di bar e ristoranti – e per gli alberghi di montagna che sono aperti ma possono tenere aperti i servizi di ristorazione soltanto per i clienti che alloggiano all’interno.

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“Gli anticorpi monoclonali funzionano contro il Covid”. Silvestri: troppi pregiudizi

lunedì, Febbraio 1st, 2021

di LUIGI LUMINATI

All’annuncio del via libera degli anticorpi monoclonali da parte dell’Agenzia del farmaco il virologo marchigiano Guido Silvestri, ordinario all’Università di Atlanta, ha reagito così: “Ottime notizie e tanta rabbia”.

Perché?

“Sono ottime notizie perché questi farmaci sostanzialmente funzionano. La rabbia viene dal fatto che si poteva farne largo uso in Italia già da mesi, esattamente come si fa negli Usa, attraverso un trial clinico pragmatico, ma purtroppo Aifa scelse di non autorizzare questo uso”.

C’è stata un’attività di contrasto all’utilizzo di questa terapia forse per una sorta di concorrenza tra anticorpi monoclonali e utilizzo di plasma convalescente?

“Purtroppo sì. In generale, credo che alla base di diverse critiche esasperate verso i monoclonali ci siano ragioni non scientifiche, ma ideologiche, o magari di propaganda partitica, e la cosa è di grande tristezza considerando che l’obiettivo comune dovrebbe essere quello di salvare vite umane”.

Lei ha criticato i media italiani di non essersi occupati con attenzione della vicenda degli anticorpi monoclonali. Se è così perché è accaduto?

“Posso fare solo ipotesi. In queste ultime settimane sta emergendo con grande chiarezza che Aifa ha fatto un errore colossale sostenendo che bisognava aspettare l’autorizzazione di Ema, l’agenzia del farmaco europea, come hanno sottolineato, tra gli altri, l’ex direttore generale di Aifa,Luca Pani, e Walter Ricciardi, consulente speciale del ministro Speranza su Covid. Una notizia come questa andrebbe data con grande risonanza”.

I dati di LY co V555 e LY cov 016 sono a suo parere molto buoni? Soprattutto nella prima fase del virus?

“A mio parere sono molto promettenti, con riduzione del 70% di ricoveri ospedalieri e morti nei soggetti a rischio di sviluppare Covid severo. In questo senso va sottolineato che la sperimentazione sarebbe servita, oltre che a salvare delle vite umane, a raccogliere importanti ulteriori dati sull’efficacia degli anticorpi”.

Lei ha utilizzato molto i social sul tema vaccini e sulla lotta al Covid, ma ha denunciato i leoni da tastiere organizzati nella battaglia contro i monoclonali. È ancora convinto che siano i social i mezzi di comunicazione più utili?

“I leoni da tastiera ’anti-anticorpi’ sono una banda che opera esattamente con le stesse modalità dei No-Vax e la stessa mancanza di argomentazioni scientifiche serie, al punto che, proprio come quest’ultimi, ricorrono ad attacchi personali a base di bugie e minacce. È il solito problema dei social, dove c’è un 99% di brave persone ed un 1% di gentaglia rumorosa ed ignorante”.

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Esercito e protezione civile tagliati fuori. “Ecco perché il piano vaccini è nel caos”

lunedì, Febbraio 1st, 2021

di RITA BARTOLOMEI

La campagna vaccinale anti Covid in Italia

“La strada giusta? Militarizzare. Santo cielo, la gestione delle emergenze non è democratica. Qualcuno si deve assumere la responsabilità. L’ho già detto tante volte, è il mio auspicio. Nella campagna vaccinale bisogna coinvolgere in modo forte la protezione civile con esercito, difesa, polizia di Stato, carabinieri… Un sistema organizzato, strutturato, con una possibilità di controllo sul territorio che solo loro hanno. Queste strutture difficilmente autorizzerebbero il vaccino alla moglie dell’assessore o alla cugina dello zio. Uno scandalo, se è vero che nella prima fase ci sono stati quasi 400mila intrufolati. Mi posso immaginare cosa succede dopo domani, con la campagna destinata al popolo”.

Agostino Miozzo, uomo della Protezione civile e coordinatore del comitato tecnico scientifico, dà voce a quello che tanti pensano. Oggi che la poltrona del commissario all’emergenza Domenico Arcuri è in bilico, legata al destino del suo sponsor principale, Giuseppe Conte, il malcontento per la dis-organizzazione del piano vaccini viene allo scoperto. E disegna un ’partito’ trasversale, dai medici ai tecnici. Non pare un caso che Walter Ricciardi, l’uomo più ascoltato dal ministro della Salute, Roberto Speranza, insista su quella stessa immagine, “campagna militare”, evocando addirittura lo sbarco in Normandia, e “un generale che gestisca a livello nazionale il piano”.

Solo che i numeri ci riportano alla realtà. Un milione e 900mila gli italiani vaccinati in un mese – la categoria non sanitaria curiosamente cala di oltre 40mila unità tra il 22 gennaio e il 31 –, 297 i centri, 2.500-3.000 i vaccinatori in campo, mentre quando dovremo iniziare a fare sul serio abbiamo soldi per pagarne 15mila.

Fabrizio Pregliasco, virologo che fa opinione e presidente di Anpas, è diretto: “Siamo a disposizione ma finora formalmente non siamo stati coinvolti. Come mai? Immagino che ancora non abbiano deciso come fare. Evidentemente non hanno nemmeno ben chiaro quale sia la nostra forza. Noi siamo disponibili con i nostri mezzi, con le nostre ambulanze. Ma anche come supporto logistico, dovendo piazzare come immagino centri un po’ grossi. Siamo presenti in tutta Italia, abbiamo 1.100 sedi”. Per dare un’idea: il solo sistema della Protezione civile – dentro anche Croce Rossa e Misericordie – può contare su 300mila volontari qualificati attivi. Solo quelli di Anpas sono 100mila, tutti del settore sanitario.

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