Archive for Febbraio, 2021

Impianti sciistici, niente apertura fino al 5 marzo. Lega e Regioni contro il governo

lunedì, Febbraio 15th, 2021

di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini

Impianti sciistici, niente apertura fino al 5 marzo. Lega e Regioni contro il governo

ROMA — Il primo atto del ministro Roberto Speranza nel governo di Mario Draghi scatena la rivolta delle Regioni e una bufera politica dentro la nuova maggioranza.

Gli impianti sciistici, che dovevano riaprire oggi nelle zone gialle, resteranno chiusi fino al 5 marzo, giorno di scadenza dell’ultimo Dpcm firmato da Giuseppe Conte.

L’ordinanza del titolare della Salute, che si è confrontato con la ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini, arriva dopo una giornata di spasmodica e nervosa attesa. E traccia una linea di continuità con l’esecutivo precedente, dove la lotta alla pandemia è stata improntata alla cautela e al rigore.

«Le varianti preoccupano, l’attenzione deve restare altissima», raccomanda Speranza. Il consigliere Walter Ricciardi propone al ministro «un lockdown totale in tutta Italia immediato» e la chiusura delle scuole.

E anche se per ora il governo non valuta di rimandare gli studenti a casa, Matteo Salvini e il governatore ligure Giovanni Toti (Cambiamo!) si appellano a Draghi contro le teorie di Ricciardi. La Lega chiede «un cambio di squadra» dei tecnici della Salute. I capigruppo Molinari e Romeo accusano il «trio Ricciardi—Arcuri—Speranza» e dicono basta col «metodo Conte». Un terremoto politico e l’epicentro è in alta quota, sulle piste da sci.

«Servono indennizzi veri», alza la voce Massimiliano Fedriga dal Friuli-Venezia Giulia. E i neoministri leghisti Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia chiedono soldi subito, «con il prossimo decreto», perché 4,5 miliardi «non bastano più». Garavaglia oggi incontrerà gli operatori del settore.

Salvini è furioso anche con il Cts, che ha messo a verbale l’esatto contrario della settimana scorsa: «Non è possibile dire la domenica che il lunedì cambia tutto». Lo pensano tutti i governatori e il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, dà voce a «stupore e sconcerto» per una decisione presa «a poche ore dalla annunciata, condivisa ripartenza».

Le linee guida formulate dalle Regioni con i gestori erano «molto stringenti» e il Cts le aveva validate. Poi il «cambio repentino» che ha spiazzato gestori e turisti. «Il contrasto all’epidemia resta la priorità — riconosce Bonaccini —. Ma cambiare le regole all’ultimo minuto è un danno enorme per gli operatori».

In Lombardia il presidente Attilio Fontana parla di «colpo gravissimo al settore». Il Piemonte vuole impugnare l’ordinanza, il presidente Alberto Cirio dice: «Se questo è il modo in cui il nuovo governo pensa di sostenere le imprese e i cittadini c’è da preoccuparsi fortemente».

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Un’identità in positivo (verso le prossime elezioni)

lunedì, Febbraio 15th, 2021

di Paolo Mieli

La prima vittima del passaggio di consegne tra Giuseppe Conte e Mario Draghi sarà molto probabilmente il sistema proporzionale di cui il presidente in uscita aveva annunciato la reintroduzione. Annuncio improprio dal momento che non spetterebbe al capo del governo stabilire quale debba essere il rapporto tra voto e seggi in elezioni politiche. Altrettanto impropria, sia detto per inciso, sarebbe stata la decisione di inserire tale modifica nel programma di governo. Adesso, con la nuova maggioranza allargata, sarà più difficile eliminare del tutto la piccola quota di maggioritario sopravvissuta alla legge del 1993 che porta la firma di Sergio Mattarella. Il che avrà come effetto sui partiti (che non vogliano essere penalizzati nell’assegnazione dei seggi uninominali) un ritorno allo spirito di coalizione. Questo dovrebbe indurre la politica a lasciar perdere le scaramucce dentro l’area di governo e a predisporsi fin d’ora alla competizione nelle elezioni che verranno subito dopo l’auspicata vittoria del fronte anti Covid.

Perché fin d’ora? Perché il primo confronto regolato da un sistema maggioritario si avrà già nella tarda primavera allorché si dovranno scegliere i sindaci di molte importanti città italiane. Sarà quella la prima occasione in cui si misurerà lo stato di salute delle coalizioni: il nuovo centrosinistra (composto da M5S, Pd, Leu e l’eventuale partito di Giuseppe Conte), il nuovo centrodestra (articolato su due partiti di governo, Lega e Fi, e uno di opposizione, FdI) e un nuovo centro in cui si fronteggiano i partiti di Matteo Renzi, Emma Bonino, Carlo Calenda, Giovanni Toti e altri minori. Destra e sinistra dovrebbero essere interessate a conquistare o riconquistare pezzi di questo centro e prevarrà chi riuscirà meglio anche in questa impresa.

Per avere una prospettiva di successo alle elezioni politiche, ai partiti che fanno parte dell’area governativa converrebbe tenere la loro competizione fuori dal recinto in cui operano i loro ministri. Dovrebbero comprendere la convenienza di considerare «tecnico» il loro essere in maggioranza e rinunciare — quantomeno fino al momento in cui la campagna vaccinale non sarà coronata da successo — ai «litigi identitari». Ora che sono quasi tutti sulla stessa barca, farebbero bene ad evitare le polemiche interministeriali e a dedicarsi a un rapporto in positivo con il loro potenziale elettorato. Elettorato che altrimenti scivolerà ancora una volta nell’antipolitica.

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Governo Draghi, i sette obiettivi: dai vaccini al digitale, dal fisco alla scuola

lunedì, Febbraio 15th, 2021

di Marco Galluzzo

Un programma urgente e di breve periodo: riscrivere il Recovery plan e definirne la governance. Prendere una decisione sul blocco di 34 milioni di cartelle fiscali. Affrontare le crisi di Alitalia ed ex Ilva. Decidere cosa fare dopo il 31 marzo con il blocco dei licenziamenti e la proroga della Cassa integrazione. Poi uno di medio e lungo periodo, in almeno 7 punti, compresa l’accelerazione della campagna vaccinale, per arrivare a 300 mila vaccini al giorno. A disposizione subito i 32 miliardi dell’ultimo scostamento di bilancio.

Piano per ridurre il carico fiscale

La riforma fiscale sarà articolata e di ampio respiro. Mario Draghi ne ha accennato durante le consultazioni con i partiti. È ipotizzabile una riduzione ulteriore del cuneo fiscale, comunque all’insegna della progressività dell’imposta. Se si dovesse ridurre il carico fiscale sui redditi sotto i 40-50.000 euro il minor gettito potrebbe essere compensato da norme nuove contro l’evasione fiscale o dallo spostamento del carico della tassazione dai redditi ai consumi. Obiettivo anche razionalizzare un contesto fiscale maggiormente favorevole agli investimenti. Complessa la sintesi politica.

L’economia green diventa centrale

La Transizione energetica è uno dei perni del piano europeo che ci ha attribuito 209 miliardi di euro nei prossimi sei anni. Di un governo marcatamente «ambientalista» ha parlato in modo esplicito il capo del governo, lasciando intendere che tutte le politiche dell’esecutivo calcoleranno l’impatto su economia circolare, riduzione delle emissioni, sostenibilità ecologica nel lungo periodo delle misure. Il nuovo ministro Roberto Cingolani dovrà impostare la spesa di almeno 77 miliardi di euro, il 37% del Recovery italiano: il suo nuovo ministero imperniato sulle competenze dell’Ambiente acquisirà deleghe dal Mise e forse anche dai Trasporti. E proprio insieme al neo ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini e al ministro Vittorio Colao, che si dovrà occupare della Transizione digitale del Paese, Cingolani dovrà impostare una strategia di lungo periodo di crescita sostenibile. Calcoli alla mano, sotto la regia di Draghi, i tre ministri avranno competenze su quasi il 90% dei fondi del Recovery plan italiano. Un maxi progetto che andrà impostato nel brevissimo periodo, nelle prossime quattro-sei settimane, prima di essere inviato alla Commissione europea, insieme al modello di governance e ad un cronoprogramma.

L’innovazione e il cablaggio

La Transizione digitale sarà un altro dei pilastri del programma e delle politiche del governo di Mario Draghi. Il neo ministro Vittorio Colao, ex ad di Vodafone e capo della prima task force sul Recovery plan che fu voluta e poi quasi ignorata da Giuseppe Conte, avrà voce in capitolo sul 20% delle risorse del Recovery, dunque su almeno 40 miliardi di euro. Su queste risorse avrà un decisivo potere di indirizzo pur gestendo un ministero senza portafoglio, ma è possibile che si arrivi ad una quota di gran lunga maggiore visto che la digitalizzazione e l’innovazione tecnologica saranno trasversali alle competenze di molti ministeri, dai Beni culturali alla Sanità fino al Turismo. Nei piani di Colao sono centrali il completamento della rete a banda larga, complementare con l’infrastruttura mobile del 5G: un doppio binario che dovrebbe portare anche a modernizzare la Pubblica amministrazione, altra riforma chiave del governo Draghi, in testa alla richieste della Commissione europea insieme alla riforma della giustizia civile. Nei piani di Colao, già messi nero su bianco nel lavoro fatto dalla task force da lui coordinata, ci sono anche la digitalizzazione di tutti gli istituti scolastici e il cablaggio di tutte le aree del Paese.

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Attacchi hacker e furti dati: riscatti per milioni in bitcoin. Come funziona e le aziende che hanno pagato

lunedì, Febbraio 15th, 2021

di Milena Gabanelli e Mario Gerevini

Il cybercriminale conosce il tuo punto debole, e lo trova. L’attacco parte di notte, spesso prima di un giorno festivo. I sistemi difensivi di un’azienda vengono «bypassati», l’incursore penetra nei server e paralizza il sistema informativo, prelevando informazioni segrete e rilevanti. Il criminale è giovane, maschio, dell’Est Europa o dell’Estremo oriente, tecnicamente molto specializzato, quasi sempre fa parte di un’organizzazione, talvolta è assoldato sul dark web. E la mattina è come se l’azienda fosse senza ossigeno, i danni al ciclo industriale e commerciale sono immediati. Sui computer compare un messaggio: dacci i soldi e in cambio sblocchiamo i Pc. I gruppi criminali più strutturati hanno un sito Internet dove pubblicano il countdown prima che avvenga la pubblicazione dei dati trafugati. Ma che si fa? Si tratta con chi ti tiene in ostaggio? Si paga alimentando il business fuorilegge? E se poi dati e credenziali non verranno restituiti? La denuncia immediata è l’assist migliore per la Polizia Postale e l’autorità giudiziaria.

Reputazione criminale e listino prezzi

È un mondo di delinquenti evoluti che fanno marketing di se stessi. Esiste infatti un ranking reputazionale delle organizzazioni di cybercriminali, da esse stesse alimentato: serve a garantire della loro «serietà» le aziende o le organizzazioni attaccate. Ti dicono, insomma, se mantengono le promesse in un senso (pubblicando o vendendo i dati sensibili se non vengono pagati) o nell’altro (sbloccando e non diffondendo i dati dopo aver incassato). Al ranking corrisponde anche un listino prezzi: il riscatto medio richiesto dal gruppo hacker Maze nel primo semestre 2020 è pari a 420.000 dollari, mentre Ryuk e Netwalker si attestano rispettivamente sui 282.590 e 176.190 dollari.

Sono le «famiglie» della mafia digitale che, come quella tradizionale, chiede il pizzo. Se volete vedere in faccia i cyber criminali (quei pochi identificati) andate sul sito «most wanted» dell’Fbi, c’è anche un ragazzo di 19 anni, iraniano, Behzad Mohammadzadeh, alias Mrb3hz4d.

Bitcoin, la valuta della «mala»
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Riapertura sci, il Cts: «Non ci sono le condizioni». Ricciardi: «Chiederò lockdown totale»

domenica, Febbraio 14th, 2021

È in forse la riapertura dello sci prevista originariamente per domani 15 febbraio. Il Cts ha dato oggi parere fortemente negativo sottolineando che la situazione contagi da Covid non induce all’ottimismo soprattutto in considerazione della situazione varianti. Il Cts ha anche sottolineato, comunque, che la decisione finale spetta alla politica ed è attesa in queste ore. APPROFONDIMENTI

Roma, temperature in picchiata: gelata la fontana delle Naiadi

Ma non è solo questione di sci, dice Walter Ricciardi: «Tutte le varianti del virus SarsCov2 sono temibili e ci preoccupano ma, in particolare, quella inglese risulterebbe essere anche lievemente più letale e sta facendo oltre mille morti al giorno in Gran Bretagna», dice il consigliere del ministro della Salute, Roberto Speranza. A fronte di questa situazione di «pericolo – ha aggiunto – alcuni Paesi hanno già optato per la chiusura drastica. L’Italia è in ritardo, penso avremmo dovuto prendere misure di chiusura già 2 o 3 settimane fa».

E Pierpaolo Sileri aggiunge: «Alcune varianti sono insignificanti, altre purtroppo creano problemi. La variante sudafricana è quella che pone più problemi, perché sembrerebbe che sia resistente ai vaccini. Come combattere questo problema? Intanto con le chiusure laddove ci sono queste varianti, almeno all’inizio, per congelare la situazione e studiarla meglio. Se c’è una variante, anche se non influenza l’R0 di tutta la Regione ma ci sono dei focolai abnormi, lì bisogna immediatamente chiudere», ha detto il senatore e viceministro uscente alla Salute ospite a ‘Domenica In’.

Le reazioni di Salvi e Toti

L’ipotesi del lockdown avanzata da Ricciardi ha subito causato la reazione di Matteo Salvini e di Giovanni Toti che si appellano al premier Mario Draghi. «Tutte le sante domeniche il super consulente del Ministero della Salute #Ricciardi invoca un nuovo lockdown totale. Ogni domenica i cittadini e le imprese italiane si chiedono perché non sia possibile un #lockdown ad personam per Ricciardi. Aiuto… Presidente Draghi…», ha scritto su twitter il governatore ligure

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Hyperloop in Italia, ecco come funzionerà il treno da 1.200 chilometri all’ora

domenica, Febbraio 14th, 2021
La tecnologia permetterebbe di andare da Milano a Roma in 20 minuti – cella /CorriereTv
Il sistema di trasporto Hyperloop è stato concepito da Elon Musk per la prima volta nel 2014: si basa sulla tecnologia a levitazione magnetica già in uso in alcuni treni in Cina e Giappone, ma le carrozze levitanti Hyperloop vengono sparate all’interno di un tubo sotto vuoto e in condizioni ottimali possono arrivare a superare i 1.200 chilometri all’ora. Un viaggio da Milano a Roma, in questo caso, durerebbe da 20 a 30 minuti.
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Sos “variante milanese”. Uno studio choc dimostra come si aggrava il virus in Italia

domenica, Febbraio 14th, 2021

GIACOMO GALEAZZI

ROMA. C’è uno studio che allarma la comunità scientifica italiana. A riferirne oggi i risultati è il Report dell’Unità Operativa Complessa di Malattie Infettive del Policlinico Gemelli di Roma  che riporta la descrizione di una «variante “milanese” di  Sars-Cov-2 portatrice di una mutazione a carico di Orf6, proteina virale che antagonizza l’interferone I». L’indagine su questa nuova mutazione del virus approfondisce in particolare gli «effetti sull’affinità con gli anticorpi anti-Sars-Cov-2».

Sos “variante milanese”. Uno studio choc dimostra come si aggrava il virus in Italia

Caso California

In parallelo è stato analizzato il sequenziamento di un’altra mutazione del virus. Si tratta dell’identificazione della variante Cal.20C di Sars-Cov-2 in California, caratterizzata da tre mutazioni nella proteina S, di cui una (L452R) in una regione implicata nella affinità con alcuni anticorpi monoclonali. «Gli effetti sulla infettività e sugli outcome clinici rimangono da stabilire», sottolinea alla Stampa.it il professor Roberto Cauda, ordinario di Malattie Infettive all’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore Uoc al Gemelli. «Quando un virus contagia cento milioni di persone, aumenta di continuo il numero delle varianti- precisa l’infettivologo-. Un anno fa le infezioni da Sars-Cov- 2 erano nell’ordine delle decine di migliaia, ora sono nell’ordine delle decine di milioni. La circolazione è vastissima e la pressione anticorpale delle indispensabili campagne vaccinali può spingere il virus a mutare in aggiunta ai processi naturali di variazione. Se la circolazione del Sar-Cov-2 si estende, la frequenza delle mutazioni cresce».  

Vaccinazione

«La pressione della vaccinazione sulle mutazioni è inevitabile- precisa l’infettivologo Roberto Cauda che nel fondamentale compito di sequenziare le varianti del virus collabora con il professor Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di statistica medica ed epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma. Aggiunge il professor Cauda: «La gravità della pandemia impone di vaccinare le persone mentre il Sars-Cov-2 circola, mentre di norma (come per esempio con l’influenza) l’immunizzazione di massa avviene prima che inizi la circolazione del virus. Ma ovviamente durante al pandemia non può procedere diversamente da come stiamo facendo ora. Ma la vaccinazione è sempre un beneficio anche qualora la sua efficacia si riveli minore nel caso di alcune varianti. Perché comunque il vaccino può protegge dalle forme più gravi della malattia anche quando il virus muta».

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Il ministro che vuole ricostruire la scuola. “Riporto tutti in classe, come dopo il sisma”

domenica, Febbraio 14th, 2021

di STEFANO LOLLI

Sembra banale che un ministro dell’Istruzione dica che le scuole devono essere aperte tutte e al meglio. Si parte di qui. Ma la vera sfida è che sulla scuola si apra una grande sfida di crescita per il Paese”. Patrizio Bianchi esce da Palazzo Chigi ancora visibilmente emozionato per la nomina.

La sua designazione era nell’aria da una decina di giorni, non appena si è intuito che Draghi cercava alcuni super tecnici.

“Non lo nego, anche se l’ufficialità è arrivata solo venerdì pomeriggio, ero ancora a Ferrara, stavo lavorando con alcuni amici. E ieri mattina, con il primo treno, mi sono precipitato a Roma”.

Tenendo in borsa il suo nuovo libro, ’Nello specchio della scuola’, come come un manifesto programmatico.

“Lei scherza, ma in qualche modo ha ragione: in quelle pagine c’è tutto quello che penso e che vorrei poter applicare. La scuola, da sempre, è considerata una questione che interessa soprattutto gli addetti ai lavori: gli insegnanti, gli studenti, magari anche le famiglie. In realtà la scuola è di tutti, rappresenta un cardine dello sviluppo del Paese, bisogna tornare a pensare che è un ’bene comune’, imprescindibile”.

E come tale, scrive, ha bisogno di investimenti. Quanto conta il fatto che lei sia non solo un ex rettore, e titolare di cattedra universitaria, ma innanzitutto un economista, esperto di sviluppo industriale?

“Gli investimenti saranno fondamentali. Ma c’è un elemento fondamentale, anche questo banale da dire ma decisivo: l’ascolto. L’anno scorso, come presidente della commissione di esperti chiamata dal ministro Azzolina a studiare la ripartenza della scuola dopo il lockdown, ho ascoltato davvero tutti, dai docenti di ruolo ai precari, sino ai comitati delle mamme. E nella relazione che avevamo consegnato, diventata poi anche il mio libro, ci sono tutti questi elementi”.

La scuola, dunque, come essenza dello sviluppo.

“Diciamo che questo è il fulcro, poi ovviamente occorrerà declinare nella pratica tutti gli aspetti perché ciò avvenga”.

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Luna Rossa e la battaglia delle barche volanti

domenica, Febbraio 14th, 2021
AUCKLAND, NEW ZEALAND - FEBRUARY 13: Prada Luna Rossa wins race one during day one of the Prada Cup Final...
AUCKLAND, NEW ZEALAND – FEBRUARY 13: Prada Luna Rossa wins race one during day one of the Prada Cup Final on Auckland Harbour on February 13, 2021 in Auckland, New Zealand. (Photo by Fiona Goodall/Getty Images)

Scafi sospesi sfreccianti a 90 km orari, 50 nodi pardon, rande tese come lame contro il cielo azzurro violento dell’emisfero australe, uomini in tuta di carbonio e casco, manovre subitanee, incroci proibiti, computer di bordo, alette laterali che fendono l’acqua.

Più che a Leonardo, che coi prototipi c’entra sempre, per risalire alla chimera delle barche volanti, viste magicamente all’opera in questa America’s Cup 2021, bisogna pensare al Lago Maggiore del primo Novecento, le acque cristalline, le Alpi innevate sullo sfondo. Come per ogni scoperta naturalistica che si rispetti, ci sono foto ingiallite a documentarne la comparsa, e il primo esemplare di idrottero, nome da insetto appunto, o idroplano, o (erroneamente) idrovolante, è lungo dieci metri, largo tre metri e mezzo, ha un motore Fiat di cento cavalli, due coppie di ali a prua e poppa, e sei persone a bordo. Così assemblati, tutti insieme, volano a circa 65 centimetri dal pelo dell’acqua.

Chi lo ha inventato, Enrico Forlanini, è uno di quegli uomini totali – ufficiale, ingegnere, pioniere dell’aviazione – che prima della specializzazione troppo spinta, univano saperi lontani e talvolta lasciavano pietre miliari lungo il progresso tecnologico. Per inciso, è anche il fratello del celebre pneumologo Carlo Forlanini, e la coincidenza è fatale considerato il virus respiratorio che giusto un anno fa emergeva negli ospedali della bergamasca per propagarsi lungo la val Seriana: Alzano e Nembro, strip industriale, arteria extraurbana in cui affluiscono quattromila lavoratori, 376 aziende, un fatturato da 700 milioni l’anno. Un sistema invitato allora a fermarsi, in nome della salute pubblica, e che a fatica arrestò i motori.

Frammento di quello stesso tessuto produttivo che ha tenuto al cospetto della pandemia, tanto che Dario Di Vico sul Corriere della Sera ha recentemente osservato come le fabbriche “rimaste aperte grazie al protocollo imprese-sindacati” hanno fatto sì che “le produzioni industriali rimanessero pienamente incastonate nelle grandi catene internazionali del valore dimostrando l’insostituibilità dei nostri fornitori”. Aspetto, sottolinea Di Vico, nient’affatto scontato: “le nostre imprese avrebbero potuto essere espulse” a vantaggio dei Paesi dell’Est Europa.

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Quali saranno i rapporti tra la Chiesa e Draghi

domenica, Febbraio 14th, 2021

Francesco Boezi

La prossimità istituzionale tra i sacri palazzi ed il secondo governo presieduto da Giuseppe Conte non è sfuggito ai più. In molte circostanze, infatti, diversi osservatori hanno “giustificato” l’ascesa dell’ex premier, sostenendo che l’ex “avvocato degli italiani” avesse l’appoggio della Santa Sede. Ma il Vaticano – come sappiamo – non è un attore della politica, almeno non per come la intendiamo noi. Fatto sta che alcuni ambienti ecclesiastici, nelle ultime ore, che coincidono con la formazione del nuovo esecutivo guidato da Mario Draghi, sembrano piuttosto dubbiosi sulla bontà di questa operazione. E forse a muovere certe disamine è anche un po’ di nostalgia per l’epoca di “Giuseppi”. Una fase, questa, che può almeno per il momento essere definita conclusa.

Il nuovo presidente del Consiglio è considerato un prodotto dell’alta finanza, mentre la “Chiesa in uscita” di papa Francesco guarda soprattutto al solidarismo ed alle “periferie economico-esistenziali”. Bergoglio, in realtà, ha nominato Draghi presso l’Accademia delle Scienze Sociali in tempi non sospetti. Tra Draghi ed il Papa non esistono frizioni, anzi. Semmai è l’impostazione della Chiesa bergogliana ad innescare un po’ di malumore. Come ha fatto notare il quotidiano La Verità, alcuni commentatori – come il teologo Pino Lorizio – non hanno sposato senza riserve la causa di Draghi. Attendismo, dovendo scegliere, è la parola che meglio descrive il clima tra le sacre stanze. Un discorso simile vale per Luigino Bruni, economista, che ha avuto modo di esprimersi sulla stessa rivista mediante cui aveva parlato Lorizio, ossia Famiglia Cristiana.

“Nel curriculum di Draghi non ci sono provvedimenti sul fronte dei poveri e del sociale”, ha dichiarato Bruni, economista vicino a Stefano Zamagni, che Bergoglio ha individuato per presiedere una Pontifica accademia. Sono piccoli segnali, ma iniziano ad essere rilevanti. Soprattutto se si tiene conto del fatto che Famiglia Cristiana è una rivista paolina, dunque non proprio esterna agli umori ecclesiastici. Certo, il Papa aveva in mente, con l’iniziativa The Economy of Francis, di rifondare alcuni concetti dell’economia globale, contraendo un nuovo patto con i giovani, nel nome della ridistribuzione del capitale secondo un rinnovato criterio di giustizia sociale. E forse è proprio la prossimità di Draghi all’ideologia liberista e capitalista a far storcere il naso o comunque a non alimentare entusiasmi tra certi ambienti filo-Bergoglio. Ma non è tutto qui.

Non ci stupiremmo se un po’ di nervosismo circolasse per via del ritorno al governo di Matteo Salvini e del Carroccio: sappiamo quanto i preti di strada, che a loro volto si sono mossi sempre in simbiosi con le istanze della “Chiesa in uscita”, abbiano protestato per la linea dura del governo gialloverde in materia di gestone dei fenomeni migratori. La sinistra della Chiesa cattolica, insomma, non dovrebbe stappare lo spumante per Draghi e per il suo esecutivo. Per quanto Draghi sia un membro ordinario di una Pontificia accademia. Draghi, a differenza di certo grillismo della prima ora (poi smentitosi), non ha il sapore della rivoluzione copernicana. E questo può far storcere il naso alla Chiesa di lotta.

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