Archive for Febbraio, 2021

San Mario, fai il miracolo: cambia tutto

sabato, Febbraio 20th, 2021

di BRUNO VESPA

A guidare il Paese è andata una persona normale. Uno che saluta i 630 deputati con un ‘buonasera’. Parla poco. Parla chiaro. Si è proposto di fare alcune cose molto difficili, altre rivelatesi finora impossibili a ogni governo. Noi (che abbiamo il virus dell’ottimismo) crediamo che Draghi riuscirà a convincere – via Europa – le multinazionali a rilasciare i permessi per produrre i vaccini in Italia. Avere trenta milioni di vaccinati entro giugno significa stroncare la malattia e salvare l’economia turistica. Paradossalmente è la sfida principale, ma anche la meno difficile. La vera svolta di Draghi va misurata sul resto.

Sbloccare davvero immediatamente gli appalti, lavorare 24 ore al giorno come per il ponte di Genova. I lavoratori edili hanno dato la loro disponibilità. Si aspetta lo Stato. Basterebbe questo a dare una sferzata alla disoccupazione e al Pil. Se per transizione ecologica intendiamo anche la messa in sicurezza dell’ambiente violentato da decenni per evitare frane e alluvioni potremmo avere una ripresa da dopoguerra. Ma per diventare un Paese normale l’Italia ha bisogno di altro.

Nel suo (breve) intervento alla Corte dei Conti, ieri il presidente del Consiglio ha detto che bisogna mettere mano alla normativa per ridurre le “sproporzionate responsabilità” dei pubblici funzionari. Per non sbagliare pagando penali surreali, il funzionario non firma. E il Paese si ferma.

Da anni occorre riformare anche l’abuso d’ufficio che colpisce migliaia si sindaci incolpevoli. Riuscirà Draghi? Riuscirà a disboscare la selva di norme per cui qualunque cosa per cui all’estero bastano giorni da noi richiedono mesi? Riuscirà a dimezzare gli undici anni che occorrono per fare un’opera pubblica da cento milioni? Riuscirà ad accorciare i giudizi civili, che tanto scoraggiano gli investitori stranieri? A rispettare i tempi brevi per un ‘giusto processo’? (L’unico modo serio per risolvere il problema della prescrizione).

Se farà tutto questo, San Mario potrà affiancarsi ai due colleghi che si festeggiano il 19 gennaio e il 31 dicembre.

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Tragedia a Sestriere: uomo precipita nel vuoto dopo essersi seduto ad una staccionata crollata di colpo

sabato, Febbraio 20th, 2021

SESTRIERE. Un uomo di cui non sono state ancora rese note le generalità è morto a Sestriere sul sentiero che porta in località Monterotta. Con altri tre amici si è appoggiato o forse seduto su una staccionata lungo il cammino che di colpo ha ceduto. Le persone che erano con lui sono riuscite in qualche modo ad aggrapparsi alla struttura, mentre lui è caduto nel vuoto. Immediati quanto inutili i soccorsi con l’elicottero.

LA STAMPA

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M5S, Di Maio in corsa per il direttivo con Azzolina e Taverna. L’incontro con Salvini

sabato, Febbraio 20th, 2021

di Emanuele Buzzi

M5S, Di Maio in corsa per il direttivo con Azzolina e Taverna. L'incontro con Salvini

Da sinistra, Luigi Di Maio, Lucia Azzolina, Dino Giarrusso e Paola Taverna

Voltare pagina, in fretta. Archiviare il capitolo espulsioni e cercare di frenare l’escalation di tensione all’interno del Movimento: sono i propositi, in queste ore, dei vertici Cinque Stelle. Poco importa se ci saranno altre teste da tagliare per adeguarsi al dogma che «le regole valgono per tutti»: il M5S ha fretta di ripartire e lo dimostra anche la velocità con cui i pentastellati iniziano a pensare agli impegni del nuovo esecutivo (con Luigi Di Maio che ieri ha incontrato Matteo Salvini a Catania) e ai nomi dei candidati per il comitato direttivo. «Ambiente, ambiente, ambiente» è il mantra che i big M5S ripetono per far capire la loro «svolta» green. In realtà per il Movimento è un ritorno alle origini, a uno dei cardini fondativi, ma ripensato verso i nuovi indirizzi di «sostenibilità e produttività». Insomma i big insistono che si tratta di «una metamorfosi nel solco di ciò che eravamo»: è la direzione che i pentastellati vogliono imprimere al loro percorso. E in questo senso i Cinque Stelle cercheranno di lasciar fin da subito un segno nel governo Draghi. Certo, prima ci sono da dissipare anche questioni interne legate alla nomina dei sottosegretari: il fronte del Sud preme su Vito Crimi perché «si ricordi di noi, dopo averci dimenticato» per i nomi dei ministeri. Ma anche qui avanza la polemica: «Non eravamo quelli della meritocrazia anzitutto?».

Il caso Giarrusso

La situazione è ingarbugliata anche dentro i governisti e bisognerà comunque attendere per capire le scelte dei probiviri sulle espulsioni e sui procedimenti disciplinari in atto. Si vocifera di un redde rationem per i morosi delle rendicontazioni (in modo da placare i malumori dei critici rimasti all’interno del gruppo): sono in arrivo altri addii. Ci sono poi i provvedimenti da prendere per «tutti quelli non in regola». C’è chi sostiene che anche la vicepresidente di Palazzo Madama Paola Taverna e l’eurodeputato Dino Giarrusso siano a rischio di non potersi candidare: la senatrice per via della questione delle indennità di carica percepite, l’eurodeputato per la questione dei finanziamenti in campagna elettorale.

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Lega europeista solo per l’effetto-Draghi. “Giorgetti leader? No, piacciono i tribuni”

sabato, Febbraio 20th, 2021

di ANDREA BONZI

L’improvviso cambio di pelle della Lega, da partito populista e anti-establishment a ’europeista’ e moderato, può essere un fuoco di paglia dettato dall’avvento di Draghi. La pensa così il politologo Marco Tarchi, docente all’Università di Firenze, esperto delle dinamiche delle destre e dei populismi.

Per entrare nel governo, il Carroccio pare aver rinunciato a molti dei suoi pilastri, a partire dalle rivendicazioni sui migranti. Può essere il primo passo per l’ingresso nel Ppe?

“È presto per dirlo: il mutamento è stato troppo repentino e netto per autorizzare previsioni. Sui passi successivi influiranno vari fattori, fra cui la disponibilità di Draghi a tenere nella sua azione di governo una linea non in diretto contrasto con le impostazioni leghiste su alcuni temi cruciali, nonché il responso dei sondaggi sulle intenzioni di voto dei prossimi mesi”.

Se entrasse nel Ppe, la Lega potrebbe diventare un partito non populista e comunque radicato sul territorio come la Csu?

“Forse sì, ma su quale territorio? Dovrebbe rinchiudersi nuovamente nei confini del Nord e rinunciare a gran parte, se non tutto, del consenso raccolto con la svolta nazionale. Quanto all’abbandono degli atteggiamenti populisti, significherebbe non tornare alla fase bossiana ma inoltrarsi su un terreno incognito. Scelta molto rischiosa”.

L’arrivo di Draghi può portare la politica italiana a dividersi in tre poli: un centrodestra popolare con la Lega, un centrosinistra Pd-M5s e un partito liberale (Azione, FI, Renzi)?

“La stagione politica di Draghi non sarà eterna. Un riassestamento come quello che cita farebbe del M5s una mera appendice del Pd e metterebbe insieme due partiti, Fd’I e Lega, il cui terreno d’incontro non è quello di una convergenza con il Ppe. Che peso avrebbe il polo liberale, il 10%? Servirebbe solo a riportarci alla politica dei ’due forni’ di antica memoria, con sotterfugi e ricatti. Molto, poi, dipenderà dalla legge elettorale”.

La Lega mostra due volti. Il leader di un Carroccio più moderato può essere Giorgetti o Salvini è adatto per accompagnare tale trasformazione?

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Mercato nero dei vaccini, l’inchiesta si allarga. Nomi di politici nelle carte sequestrate

sabato, Febbraio 20th, 2021

ERIKA PONTINI

Si era già presentato come intermediario per la vendita di mascherine e ventilatori polmonari anche in Umbria, quando i presidi scarseggiavano nella prima fase della pandemia. Poi a gennaio il commercialista siciliano, indagato dalla procura di Perugia per tentata truffa e sostituzione di persona nell’ambito di un’indagine più ampia su un possibile mercato nero dei vaccini anti-Covid, ha cercato di piazzare dosi di Astrazeneca contattando gli uffici di Palazzo Donini ma anche i governi regionali di Campania e Calabria. Con alcune regioni sembra che i contatti fossero ad una fase più avanzata rispetto alla mail con tanto di brochure e certificazioni in lingua straniera, inviata alla Regione Umbria che ha innescato l’indagine dei carabinieri del Nas.

Il primo contatto il commercialista 40enne di Messina lo prende infatti con la Protezione civile, poi con l’Ufficio farmaceutico della Regione proponendo l’acquisto di Astrazeneca. I Nas vengono informati dalla struttura. “Noi lo facciamo di regola – spiega l’assessore alla sanità Luca Coletto – perché tutto sia certo e verificabile. Anche con i vaccini che stiamo facendo alla popolazione: i lotti e i codici li giriamo ai Nas”.

È la dirigente del servizio, sentita a sommarie informazioni dai Nas, a mettere a disposizione dei militari della salute la corrispondenza con il commercialista. Emergono pure i contatti precedenti per mascherine e ventilatori mai acquistati, almeno in Umbria dal canale parallelo. Il 6 febbraio scatta la perquisizione a Messina, da parte del Nas di Catania, nell’abitazione e nello studio del professionista, incensurato. Gli investigatori sequestrano pc, documenti e supporti informatici e alcuni appunti. Tra cui una lista di nominativi da contattare: dirigenti e politici regionali.

In un foglietto c’è anche il nominativo di Arcuri. Potrebbe trattarsi di un semplice memorandum senza che il commissario straordinario abbia mai avuto contatti con il commercialista. Adesso però i Nas stanno spulciando i tabulati per capire i legami del quarantenne e se possa aver fatto parte di una rete più ampia in grado realmente di intermediare l’acquisto degli introvabili vaccini anche attraverso triangolazioni con l’estero.

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Prescrizione congelata. Ecco il piano di Cartabia per processi più veloci

sabato, Febbraio 20th, 2021

francesco grignetti

ROMA. Marta Cartabia fa la prima mossa da ministra sulla scacchiera della politica e vince. A sorpresa l’altra sera si è presentata alla Camera e ha chiesto un incontro con i capigruppo della maggioranza. Non capita quasi mai che il ministro Guardasigilli vada dai parlamentari; in genere li convoca. Mosse significative, come quella di ieri, quando ha scelto di visitare gli uffici del Garante per i diritti dei detenuti, Mauro Palma, un modo plateale per sottolineare la sua attenzione, finora dottrinale, domani concreta, al mondo delle carceri.

Giovedì la ministra aveva l’urgenza di parlare della prescrizione, ovvero gli emendamenti al decreto Milleproroghe contro la riforma che porta la firma del grillino Alfonso Bonafede, e che potevano portare a un’immediata esplosione delle tensioni. In tasca, Cartabia aveva un ordine del giorno che hanno poi firmato tutti. È uscita insomma dalla riunione, tenutasi nella sala del governo, con un’inattesa tregua e un generale apprezzamento .

Sulla prescrizione, seguendo l’invito della ministra («evitiamo strappi, c’è il tempo per ragionare») è stata stipulata una «pax» che durerà qualche tempo. Nel frattempo lei studierà i testi ereditati da Bonafede e tra questi la riforma del processo penale: se funzionasse, e i tempi si velocizzassero, allora la questione della prescrizione perderebbe di forza. Sia a mantenerne lo stop, sia a ripristinarla.

La soluzione Cartabia sarà un prossimo disegno di legge delega, entro il quale sarà affrontato, come recita l’ordine del giorno, «il nodo della prescrizione all’interno delle riforme del processo penale, nell’ambito cioè di un disegno più organico che consenta il bilanciamento dei principi costituzionali». Ha spiegato infatti la ministra, con il piglio di ex presidente della Corte costituzionale, che occorre contemperare l’efficacia della giustizia con i diritti degli imputati, la ragionevole durata del processo con la necessità di un processo giusto. E ha poi spiegato che il tempo per operare c’è, dato che i primi effetti pratici del blocco della prescrizione si vedranno a partire dal 2024 per le contravvenzioni e dal 2025 per i reati minori.

Nelle stesse ore, Draghi, che procede in stretto coordinamento con la ministra, rimarcava in Aula uguali concetti, invocando un processo che «rispetti tutte le garanzie e i principi costituzionali, che richiedono ad un tempo un processo giusto, e un processo di una durata ragionevole».

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La sostanza più cara del Pianeta costa 62,5 miliardi di dollari al grammo

sabato, Febbraio 20th, 2021

Raphael Zanotti

La sostanza più cara del Pianeta costa 62,5 miliardi di dollari al grammo

Ovviamente non la troverete mai al mercato sotto casa. E nemmeno chi la detiene ha mai pensato davvero di venderla. Ma se qualcuno dovesse mai decidere di acquistarla dovrebbe offrire almeno 62,5 miliardi di dollari per averne solo un grammo. Ovviamente non è l’oro, non è una sostanza stupefacente, non sono i diamanti e nemmeno qualche rarissimo e introvabile minerale. La materia più costosa del pianeta è l’antimateria. E non fatevi ingannare da quel prefisso che sembra negarlo: l’antimateria è materia a tutti gli effetti, solo composta di antiparticelle. Le antiparticelle hanno la stessa massa delle particelle, ma hanno alcuni numeri quantici di segno opposto come la carica elettrica. Per fare un esempio, l’antiparticella dell’elettrone (che ha carica negativa) è il positrone (che ha carica positiva).

Ogni anno tutti gli acceleratori di particelle del mondo riescono a produrre appena 10 nanogrammi di antimateria. Un nanogrammo è pari a un miliardesimo di grammo. L’antimateria esiste in minime quantità anche in natura ma ha vita brevissima. Alcune antiparticelle sono state trovate sopra i temporali. E le banane, ricche di potassio -40, un isotopo del potassio, emettono un positrone ogni 75 minuti. 

Produrre antimateria e mantenerla stabile, però, è costosissimo. Per ricavarne un grammo è necessario impiegare 25 milioni di miliardi di kilowatt ora con un costo di un milione di miliardi di dollari. Di qui il suo valore. Un valore ovviamente nominale. A calcolarlo è stata la Nasa che qualche tempo fa ha stabilito, sulla base di una stima, che un grammo di anti idrogeno (ovvero il corrispettivo dell’idrogeno in versione antimateria) costerebbe 62,5 miliardi di dollari.

Ma cosa se ne farebbe poi qualcuno di un grammo di anti idrogeno? Probabilmente niente. O cercherebbe di rivenderlo per cercare di recuperare l’enorme ricchezza che ha perduto in un capriccio piuttosto costoso. L’antimateria viene attualmente usata per motivi di studio. Tra materia e antimateria esiste una precisa simmetria: quando si produce una particella si produce in contemporanea anche la sua antiparticella. Se le due si incontrano, si dice che si annichilano. Ovvero scompaiono lasciando solo una scia di energia. Secondo i fisici, al momento della nascita dell’Universo, materia e antimateria avrebbero dovuto essere state prodotte in parti uguali. Perché sia rimasta solo la materia e l’antimateria oggi sia invece presente in quantità minimali è ancora un mistero. Ma ci stiamo lavorando.

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Recovery, Draghi alla sfida della burocrazia: “Troppe norme, dobbiamo semplificare”

sabato, Febbraio 20th, 2021

francesco grignetti

ROMA. La prima uscita del Draghi premier, incassata la fiducia delle Camere, è alla Corte dei Conti, dove si inaugura l’anno giudiziario alla presenza del Capo dello Stato. È un’occasione per affrontare da subito alcuni dei nodi che bloccano l’Italia e che lui vuole sciogliere. «Il controllo della Corte dei Conti deve essere efficiente e intransigente. E rapido. Perché le decisioni della Corte, quando intervengono lontane dagli atti sottoposti a controllo, pur se intransigenti, inevitabilmente perdono molta della loro efficacia».

Rapidità, ma anche efficienza. Intransigenza. Ci mette pure la trasparenza «che i governati richiedono ai governanti in ogni luogo. In democrazia è più difficile rispondere a questa doppia domanda, eppure lo Stato è chiamato a farlo, pena la perdita di fiducia verso le istituzioni, che fiacca la fiducia nel futuro». Tanto più in tempi di Covid.

Si comincia da qui, dunque. Dall’esigenza di spendere bene i miliardi europei. «Sta a chi governa fare le scelte strategiche, sta a chi amministra eseguirle in maniera efficace ed efficiente. E a chi controlla, verificare che le risorse siano impiegate correttamente». E il suo invito all’unità non si ferma alla politica. «Governo, Parlamento, Amministrazione Pubblica, Corte dei Conti e tutte le istituzioni del nostro Paese devono essere coprotagonisti di un percorso di rinascita economica e sociale. Le contrapposizioni sono un gioco a somma negativa, mentre la collaborazione produce effetti moltiplicatori».

Avverte, Draghi, che siamo a una svolta epocale. «Mai nella storia dell’Ue i governi avevano tassato i loro cittadini per dare il provento di questa tassazione ai cittadini di altri paesi dell’Unione. È avvenuto con i trasferimenti a fondo perduto stabiliti dal Next Generation. Si tratta di una straordinaria prova di fiducia reciproca che, se validata da scelte oneste ed efficaci, potrà un giorno sfociare nella creazione di un bilancio europeo comune da cui dovrebbero trarre maggior beneficio proprio i paesi più fragili dell’Unione».

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Boom di contagi e ricoveri, scatta l’allarme in Italia: “La variante inglese infetta il 39% in più”

sabato, Febbraio 20th, 2021

paolo russo

Mentre le varianti spingono avanti tutta i contagi, il monitoraggio dell’Iss ci dice che a passare in arancione domani non sarà mezza Italia, come la curva epidemica farebbe prevedere, ma soltanto tre regioni: Emilia Romagna, Campania e il piccolo Molise. In tutto circa 10 milioni e mezzo di italiani che entrano nell’area dove i ristoranti e i bar sono chiusi tutto il giorno e che andranno a fare compagnia ad Abruzzo, Liguria e Umbria, che colorate di arancio lo erano già, anche se quest’ultima ha autonomamente da tempo proclamato il lockdown nella provincia di Perugia e in sei comuni del ternano. In rosso passa anche Bolzano, che però in quarantena ci si era messa da sola. Resta gialla la Valle d’Aosta, che fino all’ultimo aveva sperato di entrare, prima in Italia, in fascia bianca dove tutto riapre.

L’incidenza dei casi nella settimana dall’8 al 14 febbraio oggetto del monitoraggio indica un leggero aumento da 133 a 135 contagi ogni 100 mila abitanti. Ma i numeri del monitoraggio sono vecchi di una settimana, mentre quelli di ieri dicono che qualcosa si sta muovendo e non in meglio, perché per trovare un dato peggiore dei 15.479 di quest’ultimo bollettino bisogna risalire al 16 gennaio. Mentre i morti ieri erano ancora 353. Un livello al quale ci siamo oramai assuefatti ma che resta alto. Anche il tasso di positività sui tamponi eseguiti sale dello 0,4% attestandosi al 5,2%. Solo 10 giorni prima era al due. Segno evidente che le varianti hanno smesso di giocare a nascondino per spingere verso l’alto la curva dei contagi. «Nella migliore delle stime è emerso che la variante inglese si trasmette il 39% in più, ma con un range molto vario sul territorio», ha rivelato il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro.

Boom di contagi e ricoveri, scatta l’allarme in Italia: “La variante inglese infetta il 39% in più”
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Covid, l’Italia in zona arancione: ipotesi lockdown leggero

sabato, Febbraio 20th, 2021

di Mauro Evangelisti

«La variante inglese sta correndo a una velocità superiore del 39 per cento rispetto alla versione originale di Sars-CoV-2» spiega l’ultima indagine del Ministero della Salute. Il dirigente Prevenzione, Gianni Rezza, ha disposto una nuova ricerca che vada a valutare la diffusione dell’inglese, della brasiliana e della sudafricana. APPROFONDIMENTI

La prima, nei giorni scorsi, ha rilevato una presenza del 17,8 per cento della versione britannica. Da questa seconda ricerca, ramificata in tutte le regioni, è attesa una percentuale almeno doppia, anche perché tra un mese la variante inglese sarà prevalente. La sudafricana (che mette in difficoltà il vaccino) per ora è circoscritta in provincia di Bolzano, la brasiliana in Umbria. Questo scenario ha convinto il Ministero della Salute e le Regioni a organizzare un sistema di difesa più rigoroso. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, che punta moltissimo su una campagna di vaccinazione di massa per mettere in sicurezza il Paese, al contempo concorda sulla necessità di essere prudenti in questa fase di passaggio. Cosa succederà? Si lavora su due binari, anche se non c’è un provvedimento imminente: alcuni governatori, a partire da Bonaccini (Emilia-Romagna), propongono di far passare tutta l’Italia in fascia arancione (con misure ancora più incisive da fascia rossa nei fine settimana). La formula è stata sperimentata nel periodo natalizio.

Lazio zona gialla, il Campidoglio: «Bar e ristoranti aperti sino alle 22»

Oggettivamente, ha mantenuto bassa la curva dei contagi che poteva schizzare alle stelle nei giorni festivi più importanti dell’anno. Non è il lockdown generale proposto dal professor Walter Ricciardi, ma una formula più leggera che, comunque, avrebbe una durata al massimo di tre settimane. Secondo binario: rivisitazione del sistema di vigilanza, del monitoraggio del virus che passa dall’Rt e da altri 21 indicatori. Istituto superiore di Sanità e Ministero della Salute sono al lavoro per comprendere se siano necessari dei correttivi di fronte alla variante inglese che ha una maggiore velocità di trasmissione. Una ipotesi è quella di abbassare ulteriormente gli indici che fanno scattare il colore arancione (oggi l’Rt a 1 più altri fattori) e il rosso (Rt a 1,25). Si potrebbe abbassare dello 0,1-0,2 i due valori limiti. Il professor Rezza, nella conferenza stampa, ieri ha insistito su un’urgenza: dobbiamo dare la caccia alle varianti, isolarle ed evitare che si espandano in tutto il Paese. Non vale tanto per la inglese, che diventerà quella dominante (per fortuna non aggira il vaccino e non è più letale, anche se correndo più velocemente può causare molte vittime), ma per quelle brasiliana e sudafricana che possono essere ancora circoscritte.

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