Archive for Febbraio, 2021

Zone rosse, la stretta con lockdown locali: venerdì sei regioni rischiano l’arancione

mercoledì, Febbraio 17th, 2021

di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini

Prevenire o comunque limitare gli effetti di una «terza ondata» dell’epidemia da Covid 19 provocata dalle varianti del virus: è questo l’obiettivo del governo che mette a punto le misure di contenimento. L’allarme è forte. In Lombardia sono state istituite quattro nuove «zone rosse», in Campania è stata individuata una variante mai emersa prima nel nostro Paese. Il timore degli scienziati è che nell’arco di due o tre settimane questa mutazione possa risultare prevalente rispetto al virus finora conosciuto. Con effetti che rischiano di essere drammatici, come peraltro sta già avvenendo in altri Stati europei. Ecco perché si studia una nuova stretta che preveda chiusure mirate nelle aree maggiormente colpite in modo da allontanare il rischio di un lockdown nazionale, proprio come accaduto in Germania. Nelle zone rosse scuole, negozi e locali pubblici dovranno interrompere le attività per limitare al massimo la circolazione delle persone. E già venerdì sei regioni potrebbero avere un Rt superiore all’1, finendo così in fascia arancione, altre potrebbero essere classificate in rosso. Ieri il tasso di positività era al 3,8 con 10.386 nuovi casi e 336 vittime. Numeri ancora troppo alti, secondo gli esperti, per ipotizzare allentamenti.

Lockdown locali

In tutta Italia si moltiplicano le ordinanze di chiusura di città e paesi. Sotto osservazione ci sono intere province e la chiusura potrebbe scattare già nelle prossime ore. Ieri il ministro della Salute Roberto Speranza ha incontrato a Perugia la governatrice Donatella Tesei. La regione è in una situazione drammatica, segnata anche dalla carenza del personale sanitario, ma ha saputo fronteggiare la nuova ondata tanto che il «modello Umbria» dovrà essere seguito anche nel resto d’Italia con veri e propri lockdown locali.

Scuole e negozi

Vuol dire che dovranno essere chiuse tutte le scuole, passando alla didattica a distanza. Ma dovranno tenere giù le serrande anche i negozi, ad eccezione di alimentari, farmacie, edicole e tabaccai. Il regime sarà quello sperimentato nel marzo scorso quando i cittadini potevano uscire soltanto per motivi di lavoro, salute e urgenza. La limitazione degli spostamenti serve infatti a contenere la circolazione del virus e dunque anche i locali pubblici dovranno fermare l’attività.

La fascia arancione

Il monitoraggio di venerdì prossimo servirà da bussola per le nuove scelte del governo. Rischiano di passare in fascia arancione ben sei Regioni che la scorsa settimana avevano un Rt prossimo all’1. Oltre alla Lombardia e al Lazio ci sono l’Emilia-Romagna, il Friuli-Venezia Giulia, le Marche e il Piemonte. Si aggiungerebbero all’Abruzzo, la Basilicata, la Liguria, il Molise, l’Umbria e la provincia di Trento. Dopo i provvedimenti presi durante le festività natalizie, la curva epidemiologica era scesa e l’Italia era tornata prevalentemente in giallo. Gli allentamenti e l’incognita rappresentata dalle varianti si sono rivelati però micidiali rispetto al contenimento del Covid 19 e la situazione si è nuovamente aggravata. «Dobbiamo mantenere cautela, intervenire tempestivamente», ripetono Speranza e la ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini in contatto costante con l’Istituto superiore di Sanità.

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Roma, ristorante chiuso per Covid ma il giudice (del caso Salvini-Gregoretti) lo fa riaprire per mangiare con figlia e genero

martedì, Febbraio 16th, 2021

di Giuseppe Scarpa

È in imbarazzo il giudice Nunzio Sarpietro, 69 anni, quando Filippo Roma, inviato delle Iene, piomba all’interno del ristorante Chinappi. Locale gourmet a base di pesce nel quartiere Pinciano, cuore della Capitale, che per le norme anti Covid-19 (il Lazio era in zona arancione) sarebbe dovuto rimanere tassativamente chiuso. E invece? Invece alza la serranda solo per il magistrato, la figlia e il futuro genero. «Ma come, un magistrato che non rispetta la legge?», lo stuzzica il giornalista. Sarpietro non perde le staffe, cerca di difendersi, la butta sul diritto. «Non si tratta di legge – questa la sua tesi – ma di un regolamento».

Roma, ristorante chiuso per Covid ma il giudice lo fa riaprire per pranzare. Chinappi: «È stato solo un favore»

Roma, bar e ristoranti sfidano i divieti: servizio ai tavoli anche a cena

LA VICENDA

È il 28 gennaio e il giudice ha appena ascoltato a palazzo Chigi la testimonianza dell’allora premier Giuseppe Conte. Sarpietro è infatti il gup che a Catania, il 19 febbraio, deve decidere se mandare a processo Matteo Salvini, leader della Lega ed ex ministro degli Interni. Un’inchiesta in cui il numero uno del Carroccio è indagato per sequestro di persona per la gestione del caso della nave Gregoretti: nell’agosto 2019 il Viminale ha impedito per giorni lo sbarco dei migranti a bordo dell’imbarcazione, concedendo l’autorizzazione solo dopo aver accertato la disponibilità da parte di altri paesi alla redistribuzione. Ebbene Sarpietro ha appena concluso l’audizione con il primo ministro. In favore di telecamera spiega che «il premier è stato molto collaborativo e profondo nelle risposte. Ha fatto un’ottima testimonianza». Poi si infila in un minivan e si dirige in via Augusto Valenziani, 19. Varca la soglia del locale, dentro ad attenderlo ci sono la figlia e il futuro genero. I due a breve si sposeranno e quel pranzo serve a parlare delle future nozze. A prenotare sarebbe stata insomma la coppia a cui si sarebbe aggiunto il padre della sposa. Poco dopo li raggiunge Filippo Roma. Nel ristorante, a questo punto, cala il gelo. Imbarazzo. «A madonna mia», esclama Sarpietro quando vede la troupe di Italia 1.

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Etna, eruzione spettacolare: aeroporto chiuso, colonna di fumo alta chilometri

martedì, Febbraio 16th, 2021

L’Etna dà spettacolo in Sicilia, ma è anche motivo di preoccupazione visto che l’unità di crisi dell’aeroporto di Catania si è riunita per fare il punto della situazione. Una impressionante eruzione è avvenuta sul vulcano siciliano con forte attività esplosiva dal cratere di Sud-est e l’emissione di una alta nube di cenere lavica che si disperde verso sud. L’eruzione è visibile a decine di chilometri di distanza e i cittadini stanno invadendo i social con foto e video. Lapilli, oltretutto, piovono in un’area molto vasta. Dalla stessa bocca eruttiva dell’Etna emerge un trabocco lavico che ha prodotto un modesto collasso del fianco del cono generando un flusso piroclastico che si è sviluppato lungo la parete occidentale della valle del Bove. Le fontane di lava si sono comunque esaurite nel giro di poco più di un’ora. Restano ancora alimentate le due colate laviche si dirigono verso la desertica Valle del Bove.

Etna, lo spettacolo dell’eruzione in timelapse

Chiuso aeroporto di Catania. L’aeroporto internazionale di Catania ha sospeso la propria operatività per l’emergenza cenere lavica legata alla spettacolare eruzione in corso sull’Etna. lo ha deciso l’unità di crisi dello scalo. La colonna di fumo e cenere emessa dal cratere di Sud-Est è alta oltre un chilometro e il buio non consente di garantire la sicurezza dei voli.

Etna, eruzione iniziata alle 16.10

L’incremento dell’attività esplosiva è stato registrato dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia- Osservatorio etneo (Ingv-Oe), dalle 16.10. Il fenomeno si poi evoluto in fontana di lava con la formazione di una nube di cenere altissima e spessa che si sta disperdendo verso sud facendo cadere cenere lavica e lapilli grossi anche alcuni centimetri sui paesi etnei.

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Vaccino Covid, prenotazioni: come funziona, come partecipare. La strategia regione per regione

martedì, Febbraio 16th, 2021

di Sara Bettoni

Vaccino Covid, prenotazioni: come funziona, come partecipare. La strategia regione per regione

La seconda fase della campagna di vaccinazione contro il Covid-19 è iniziata o sta iniziando praticamente in tutta Italia (qui la situazione della vaccinazione in tempo reale), compatibilmente con le forniture di dosi ricevute dalle regioni. Ogni regione ha adottato modalità diverse. Ecco le faq per capire come funziona, come procedere con le prenotazioni partendo dalla Lombardia che ha attivato il portale dedicato in questi giorni.

1) Quando inizia in Lombardia la campagna vaccinale anti-Covid per gli ultraottantenni?
I 726mila lombardi over 80 (compresi i nati nel 1941) potranno essere vaccinati a partire da giovedì 18 febbraio. Da lunedì 15 febbraio è possibile manifestare la propria adesione alla campagna.

2) Come?
Si potrà comunicare la propria volontà di essere vaccinati collegandosi al portale dedicato (Vaccinazionicovid.servizirl.it). Al momento questa è la strada preferita dai lombardi. In alternativa ci si può rivolgere al medico di famiglia o in una qualsiasi farmacia: occorrerà avere con sé la tessera sanitaria e indicare un numero di cellulare o telefono fisso, oltre al proprio indirizzo di residenza.

3) L’adesione tramite il portale corrisponde a una prenotazione?
No, il portale permette solo di segnalare la volontà dell’anziano di ricevere il vaccino. Dopo la registrazione, verranno comunicati nell’arco di un paio di giorni data, ora e luogo della vaccinazione tramite sms (per chi ha lasciato il numero di cellulare) o tramite telefonata (per chi ha dato un numero di telefono fisso).

4) È possibile spostare l’appuntamento?
Al momento non è prevista la possibilità di modificare data, ora e luogo della somministrazione. L’anziano verrà assegnato al centro vaccinale più vicino alla residenza.

5) Come segnalare il bisogno della vaccinazione a domicilio?
Gli anziani non deambulanti devono rivolgersi al medico di famiglia per segnalare la necessità di essere vaccinati a casa. Non possono farlo in autonomia tramite il portale o chiedendo alle farmacie. Al posto loro, anche un familiare o un care giver può contattare il medico.

6)Quanto tempo occorre aspettare per ricevere l’sms o la telefonata con la prenotazione?
In teoria entro 48 ore si verrà contattati. Ma molto dipenderà dal flusso di adesioni e dalle disponibilità di dosi.

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Roberto Battiston: “Contro le varianti Covid lockdown chirurgici”

martedì, Febbraio 16th, 2021
Roberto Battiston, president of Italy's Space Agency, speaks at the European Space Operations Center,...
Roberto Battiston, president of Italy’s Space Agency, speaks at the European Space Operations Center, in Darmstadt, Germany, 06 August 2014, on occasion of Rosetta spacecraft completing successfully its orbit insertion with comet 67P/Churyumov-Gerasimenko. After a decade-long journey through space, ESA’s Rosetta has become the first spacecraft in history to rendezvous with a comet. In November 2014 Rosetta will release the Philae lander to land on the comet. (Photo by Horacio Villalobos/Corbis via Getty Images)

Contro le varianti servono lockdown locali, mirati. Il professore Roberto Battiston li definisce “chirurgici”. “Siamo su un crinale molto rischioso, una situazione malsana”, sottolinea il fisico, già presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana. L’epidemia è in una fase segnata da una decrescita lentissima, “nella quale non possiamo restare ancora per molto, perché può portare a molti altri morti”. Il lockdown generale “è un’azione politicamente e socialmente difficile da realizzare, ma potrebbe non essere necessaria”. Meglio ragionare su scala locale e, soprattutto, “intervenire subito”. Ancora una volta, si pone l’esigenza di prevenire, non inseguire il virus.

La variante inglese spaventa, “ma c’è anche quella brasiliana”, avverte Battiston. Lo insegna il caso dell’Umbria, con la provincia di Perugia stretta nella morsa di quella brasiliana, mentre la provincia di Terni si trova decisamente in condizioni migliori. “Un laboratorio, l’Umbria”, cui guardare per capire come fare per intervenire in modo differenziato sui focolai.

Il fattore determinante è il tempo. “La battaglia si vince circoscrivendo immediatamente la zona in cui il virus si sta diffondendo”, puntualizza Battiston. Per farlo, prima e meglio, per agire nella maniera più tempestiva possibile, servono i numeri rilevati su scala provinciale e quando possibile, su scala comunale, almeno per le aree comunali medio grandi. “I dati ci sono per le province: per i comuni occorre farli emergere, quindi serve uno sforzo maggiore”, fa notare il fisico trentino, invitando a “usarli in modo intelligente, è il momento di sfruttarli al massimo” perché “i dati sovente ci sono, ma spesso non vengono utilizzati in modo coerente: le informazioni che contengono sono importantissime per capire quello che sta accadendo e prevenire l’avanzata del virus”.

Ecco, cosa sta accadendo? Sulla base delle evidenze rilevate dall’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità sulla variante inglese, il fisico e presidente dell’Accademia dei Lincei, Giorgio Parisi, vede profilarsi all’orizzonte “una grande tempesta”. Per Battiston in gran parte del Paese, “siamo nel pieno della seconda ondata”. Nuovi contagiati e morti sono ancora troppi.

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L’Eurogruppo adotta l’agenda Draghi: aiuti solo alle imprese vitali

martedì, Febbraio 16th, 2021

Presumibilmente a partire dall’estate, le indicazioni europee agli Stati membri sugli aiuti per sostenere l’economia in questo momento di inedita crisi da coronavirus cambieranno. Di fatto, l’Eurogruppo fa propria l’agenda Draghi, le linee guida che il nuovo presidente del Consiglio italiano ha elaborato a dicembre per il gruppo di economisti del G30: aiutare le aziende redditizie, che hanno un futuro, e assicurare una ordinata uscita dal mercato a quelle che non hanno futuro e non sono riconvertibili. Al termine della videoconferenza dei ministri finanziari dell’Ue che ha accolto il nuovo ministro del Tesoro italiano Daniele Franco, il commissario all’Economia Paolo Gentiloni e il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe insistono molto sul cambio di passo: necessario ma da attuare con cautela.

Intanto, l’intesa con il nuovo titolare del dicastero di via XX Settembre è massima. “Franco ha dato molti importanti contributi alla riunione”, dice Donohoe in conferenza stampa, “a marzo gli chiederemo di presentare le sue priorità da ministro. Non oggi, perché ha appena iniziato, gli diamo del tempo. Ma il ministro è consapevole delle sfide per l’Italia e per l’Ue”. “Non ha presentato il suo programma oggi anche perché il governo è ancora in attesa del voto di fiducia del Parlamento”, precisa Gentiloni.

Il momento in cui il successore di Roberto Gualtieri presenterà il suo programma è dunque fissato per il mese prossimo. Ma intanto il cambio di clima e anche di impostazione nella riunione dei ministri finanziari è evidente. Pur senza citarlo, l’Eurogruppo adotta l’impostazione di Draghi sulla necessità di “distinguere tra imprese redditizie e imprese che non lo sono” ai fini dell’erogazione degli aiuti pubblici, sottolinea Gentiloni.

Dopo un anno di aiuti senza distinzioni, con la massima libertà lasciata agli Stati membri sull’utilizzazione dello strumento Sure di sostegno alla disoccupazione, ora l’Ue annuncia nuove linee guida che serviranno a rimettere in sesto l’economia su un orizzonte temporale che dalla seconda metà del 2021 si allunga sul 2022, garantendo anche le banche dai rischi di insolvenza (non performing loans, i crediti inesigibili in aumento con la crisi).

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Coronavirus Vaccini, Arcuri resta (ma ridimensionato). Il nodo degli acquisti delle regioni

martedì, Febbraio 16th, 2021

di Lorenzo Salvia

Coronavirus Vaccini, Arcuri resta (ma ridimensionato). Il nodo degli acquisti delle regioni

Con il cambio di governo, e l’ingresso nella maggioranza di Forza Italia e Lega, in molti volevano farlo fuori. Da giorni si rincorrevano le voci sulla sua possibile sostituzione con Guido Bertolaso, l’ex capo della Protezione civile, oggi consulente della Regione Lombardia per il piano vaccinale. Ma alla fine il commissario all’emergenza Domenico Arcuri dovrebbe rimanere al suo posto. Almeno fino alla fine dello stato d’emergenza, al momento fissata al 30 aprile, al quale è legato il suo mandato. Ridimensionato nelle sue funzioni ma non cacciato. «Se garantisce i vaccini come ha fatto con l’apertura delle scuole e le mascherine, aiutarlo sarà un dovere », come dice maliziosamente il segretario della Lega Matteo Salvini. Ed è proprio in quella parola, «aiutarlo», la chiave per capire cosa è successo e cosa potrebbe succedere.

Al commissario Arcuri dovrebbe restare l’approvvigionamento dei vaccini e, con ogni probabilità, anche la distribuzione tra le regioni. Alla Protezione civile, invece, spetterà la somministrazione che proprio in queste ore ha superato quota 3 milioni. E che quando le dosi saranno finalmente disponibili in grandi quantità, ragionevolmente da aprile in poi, diventerà un’operazione di massa e quindi complessa. Del resto la Protezione civile nasce proprio per interventi del genere, per coordinare pezzi diversi dello Stato, dai militari ai medici passando per i volontari. Come nei terremoti. Un cambio in corsa per la fase di approvvigionamento e di distribuzione, pure esaminato, alla fine dovrebbe essere scartato. E questo perché ci sarebbe un’inevitabile fase di assestamento nel passaggio delle consegne che finirebbe per rallentare la campagna invece di accelerarla. Lo stesso può dirsi di un cambio in corsa per la figura del commissario.

Alla fine i vantaggi della continuità hanno avuto il loro peso. E Arcuri, che naturalmente si è messo a disposizione del nuovo governo, lo sa bene. In Invitalia — l’agenzia per lo sviluppo delle imprese, controllata dal ministero dell’Economia — è arrivato come amministratore delegato nel 2007. Da allora Arcuri ha attraversato nove governi, con maggioranze molto diverse fra loro: dal secondo Prodi al quarto di Berlusconi, da Monti a Renzi, passando per Letta e Gentiloni, i due Conte, fino al giorno d’oggi. A chi ci ha parlato in queste ore ha detto «Primo sopravvivere», che poi è il motto di un altro grande navigatore della politica, Dario Franceschini.

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Varianti Covid, Galli: «Ho il reparto invaso, a breve avremo problemi più seri»

martedì, Febbraio 16th, 2021

Allarme varianti. La situaizone negli ospedali italiani si complica. «Siamo tutti d’accordo che vorremmo riaprire tutto quello che si può aprire. Però guardi caso io mi ritrovo ad avere il reparto invaso da nuove varianti, e questo riguarda tutta quanta l’Italia e fa facilmente prevedere che a breve avremo problemi più seri. Questa è la realtà attorno alla quale è inutile fare ricami», afferma Massimo Galli, primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, docente all’università Statale del capoluogo lombardo, intervenuto a “Mattino 5” sul pericolo varianti di Sars-CoV-2 e sulla necessità di valutare un nuovo lockdown rigoroso come quello disposto per tutta Italia nel marzo scorso. APPROFONDIMENTI

«Le avvisaglie» di come sta evolvendo l’epidemia di Covid-19 nella Penisola «vengono guardando semplicemente un pochino al di là del nostro naso – ha spiegato l’esperto – vedendo che cosa è successo e sta succedendo negli altri Paesi europei, e considerando che ci sono queste nuove varianti, piaccia o no. Le varianti non ce le siamo inventate noi – ha precisato Galli – Le varianti ci sono e sono maggiormente contagiose, quindi vuol dire che hanno maggiore facilità a diffondersi in determinate condizioni che non sono situazioni da ritenersi sicure. Questo è molto spiacevole, ma è un dato di fatto. Non possiamo metterci a un tavolo e fare una trattativa politica o sindacale con il virus. Il virus segue le sue regole e le sue modalità di diffusione».

Flourish logo

A Flourish bar chart race

Quanto alle polemiche nate dopo le dichiarazioni di Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, per Galli «è chiaro che chi, compreso il sottoscritto, vi dice che ‘attenzione bisogna chiudere di più’ può correre il rischio di esagerare nel fare queste affermazioni. Ma il rischio di esagerare, ahimè – ha ammonito l’infettivologo – è inferiore alla probabilità di avere purtroppo, per l’ennesiama volta, ragione».

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La difficile ricerca di un amalgama in Parlamento

martedì, Febbraio 16th, 2021

di Massimo Franco

Il sospetto che un Movimento 5 Stelle balcanizzato diventi fonte di instabilità viene rafforzato di giorno in giorno. È probabile che alla fine il numero dei «no» grillini in Parlamento al governo di Mario Draghi sia minore rispetto ai timori iniziali.
Il malumore tuttavia resta, come il rischio di scissione. È alimentato da quanti vedono nella formazione dell’esecutivo un’umiliazione; e nei dicasteri riservati ai Cinque Stelle un ridimensionamento della formazione di maggioranza relativa. Ma è tutto il fronte interno della coalizione a delinearsi fin d’ora come la «filiera delle spine» per il premier. Trasformare l’eterogeneità degli alleati in un amalgama virtuoso si sta rivelando la vera incognita. Lo ha fatto capire l’esigenza di dosare ministeri affidati a tecnici vicini all’ex presidente della Banca centrale europea, con altri, politici, nel segno di una controversa continuità. E lo rilanciano le polemiche, soprattutto della Lega, sul divieto in extremis di riaprire le piste da sci, con i neoministri del Carroccio che affermano: «È colpa del governo».

Se il no alla fiducia fosse più ampio

Lo stesso Pd si mostra molto critico, dopo essersi già diviso sull’assenza di donne nei ministeri. È un viatico nel segno della conflittualità. Eppure, almeno per quanto riguarda i grillini, il loro smarcamento potrebbe diventare un problema solo se il «no» alla fiducia si rivelasse più ampio del previsto; magari dietro l’alibi della «libertà di coscienza». Altrimenti, un estremismo all’opposizione finirà per sottolineare i cromosomi moderati e europeisti della coalizione guidata da Draghi, che ieri ha ricevuto il sostegno della cancelliera tedesca Angela Merkel: un riconoscimento a chi «da convinto europeo si è già impegnato con successo per l’unità e la stabilità dell’Europa». Sono parole che ripropongono l’asse strategico tra Italia e Germania. E insieme fotografano le attese dell’Ue nei confronti del nuovo governo; sulla sua capacità di spendere nel modo più produttivo e efficace gli aiuti in arrivo da Bruxelles. Conte sembra già archiviato, quando la Merkel esprime l’esigenza di una cooperazione con Draghi «contrassegnata dalla fiducia, sia sul piano bilaterale che in Europa».

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Covid e obbligo tamponi alla frontiera, al Brennero mille tir in coda

martedì, Febbraio 16th, 2021

di RITA BARTOLOMEI

Brennero – Quaranta chilometri di tir in coda al Brennero. Le nuove regole anti Covid imposte da Germania e Austria  agitano la politica almeno quanto la chiusura degli impianti da sci. Mentre la Difesa garantisce banchetti per i tamponi rapidi, con A22 e azienda sanitaria di Bolzano,   il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè, in rappresentanza di 30mila imprese e 92mila camion, scrive al premier Draghi  “affinché questa situazione trovi quanto prima soluzione”.  

“A seguito della classificazione del Tirolo come zona ad altissimo rischio Covid – si legge nel documento – per gli autisti italiani diretti in Germania è stato istituito l’obbligo di presentare un test antigenico o Prc con esito negativo eseguito entro le 48 ore precedenti l’ingresso nel paese e, unitamente a ciò, l’obbligo di registrare su piattaforma on-line il proprio spostamento. Tale decisione, presa in modo del tutto improvvido e unilaterale dalle autorità tedesche, ha precipitato molte delle nostre imprese che effettuano trasporti internazionali in una situazione di caos e disorientamento. Dalle 3 di questa mattina la A22 del Brennero è stata chiusa al traffico pesante in direzione nord e più di 800 mezzi, transitanti lungo quell’importante arteria al momento della chiusura, sono stati dirottati verso Tarvisio“.  I tir, calcola più tardi Uggè, sarebbero arrivati fino a mille. Intanto la sanità militare, coordinata dal comando operativo di vertice interforze, è arrivata di rinforzo alla  Provincia di Bolzano per garantire i tamponi rapidi. Ieri pomeriggio su un migliaio di test svolti dall’azienda sanitaria dell’Alto Adige in collaborazione con la Croce bianca, un autista è stato trovato positivo. Il presidente di Conftrasporto si chiede: “Vorrei capire. Siamo solo noi quelli che possono portare il virus? E loro no? Mi pare una domanda semplice. Se i tamponi li fanno a noi, anche noi li dobbiamo fare agli autisti che arrivano da Austria e Germania”.  Nelle parole c’è il peso dei numeri. Coldiretti ricorda che dall’arco alpino transita “quasi la metà delle esportazioni italiane per un valore vicino ai 200 miliardi di euro di merci made in Italy dirette lungo la traiettoria del corridoio Scandivano-Mediterraneo (Austria, Germania, Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia e tre paesi dell’Est Europa, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca)”.

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