Archive for Febbraio, 2021

Antonio Catricalà morto suicida: l’ex sottosegretario si è sparato

mercoledì, Febbraio 24th, 2021
Antonio Catricalà (ImagoE)

Roma, 24 febbraio 2021 – L’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ed ex Garante dell’Antitrust, Antonio Catricalà, è stato trovato morto nella sua abitazione a Roma, nel quartiere Parioli. Aveva 69 anni. Catricalà, secondo fonti investigative, si sarebbe suicidato – tra le 9.30 e le 10 di stamattina – sparandosi un colpo di pistola alla testa con una pistola Smith & Wesson calibro 38, mentre la moglie era in casa. Il corpo senza vita di Catricalà è stato trovato sul balcone del suo appartamento in via Antonio Bertoloni. Sul posto la Polizia e gli agenti della scientifica impegnati nei rilievi per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto, mentre è arrivato anche il pm di turno Giovanni Bertolini. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine.

Un gesto apparentemente inspiegabile: appena la settimana scorsa, il 18 febbraio, Catricalà è stato nominato presidente dell’Istituto Grandi Infrastrutture (Igi) al posto di Luigi Giampaolino, morto nel novembre scorso.Nell’occasione si era dichiarato “orgoglioso di questa nomina” e aveva sottolineato l’intenzione di  “presentarsi al nuovo governo con una proposta di semplificazione del sistema attuale degli appalti che possa unificare chiarendo i vari dubbi possibili sul piano interpretativo degli attuali sistemi normativi che stanno intorno al codice 50, quindi sostanzialmente la disciplina degli esclusi, la disciplina dello sblocco cantieri, e il decreto 76 sulle semplificazioni nonché sulla disciplina della fornitura dei servizi”.

Il nome di Catricalà era circolato come papabile sottosegretario alla presidenza del Consiglio del nuovo governo Draghi. 

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Roma, sequestro da 11 milioni al truffatore dei vip Bochicchio: soldi, ville e un Picasso

mercoledì, Febbraio 24th, 2021

di Claudia Guasco

La Kidman Asset Management è una società con sede nel cuore di Londra, quartiere Holborn. Ma a parte questo non ha reputazione, né un bilancio e neppure capitali. Una scatola vuota, la formula ideale per far sparire i soldi degli investitori. A possederla con una sola azione del valore di una sterlina è Massimo Bochicchio, asset manager deragliato nella truffa a ricchi e famosi come l’allenatore dell’Inter Antonio Conte al quale avrebbe sottratto 30,6 milioni. Dal 7 dicembre il sedicente finanziere è inseguito da un mandato di cattura inglese e ora è accusato di riciclaggio internazionale dalla Procura di Milano, che ha disposto perquisizioni e sequestri fino a 10,9 milioni di euro nella sua abitazione e in un magazzino a Roma dove sono custoditi i mobili dell’ex casa londinese. Tra i beni nel mirino anche un immobile di pregio a Cortina d’Ampezzo, un vaso di Picasso, alcune opere di Giacomo Balla, oltre che denaro su vari conti correnti.

Conte, una truffa “inglese”: al tecnico spariti 30 milioni


L’INTRECCIO CON LANDE
Nel frattempo Bochicchio è volato a Dubai, dove da ottobre ha fatto perdere le sue tracce. E sono in tanti a sperare che venga riacciuffato. Nella lista dei famosi raggirati, si legge nel decreto del gip Chiara Valori, compaiono l’ex allenatore della Nazionale Marcello Lippi, suo figlio Davide, l’attaccante della Roma Stephan El Shaarawy, l’ex difensore francese Patrice Latyr Evra, il designer romano specializzato in arredamento di yacht Achille Salvagni, l’ambasciatore nel Regno Unito Raffaele Trombetta. Dall’ipotizzata girandola di riciclaggio e truffa (su cui indagano i pm di Modena), il manager avrebbe rastrellato circa 600 milioni di euro, presentando la Kidman come società partecipata da un colosso del credito inglese per attrarre i clienti.

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Governo: «Ristori subito per chi chiude»

mercoledì, Febbraio 24th, 2021

di Marco Conti

Si materializza la variante inglese e si concretizza il rischio di uno scontro interno alla maggioranza. Mario Draghi intuisce i pericoli e convoca a Palazzo Chigi di prima mattina Matteo Salvini e in serata un vertice al quale partecipano, ma solo all’inizio, i tre rappresentanti della task force degli esperti, Agostino Miozzo, Franco Locatelli e Silvio Brusaferro. Il resto della riunione, convocata dal presidente del Consiglio – nella quale si decide che i ristori verranno dati quando si decidono le chiusure – prosegue con i ministri Daniele Franco, Roberto Speranza, Stefano Patuanelli, Giancarlo Giorgetti, Dario Franceschini, Elena Bonetti e Maria Stella Gelmini.  APPROFONDIMENTI  


IL CAMBIO


Il virus picchia forte, specie in alcune aree del Paese, e non è il momento per Draghi di uno scontro tra aperturisti e rigoristi. Un ragionamento che il premier ha fatto in mattinata al leader della Lega, ma che i dati forniti dai rappresentanti del Cts hanno rafforzato. Resterà, quindi, anche dopo il 5 marzo il meccanismo delle fasce. Varrà confermato in un decreto che il Consiglio dei ministri farà già nel fine settimana, dando quindi tempo a cittadini e attività economiche di organizzarsi senza sorprese dell’ultimo momento nel weekend. Il cambio di metodo rispetto ai dpcm del giorno prima, anzi della notte prima, è evidente.

Inoltre il Parlamento sarà immediatamente coinvolto perché riceverà subito il testo sotto forma di decreto. Mentre sul destino di Domenico Arcuri il premier continua a non pronunciarsi, condivide l’idea che i professori del Cts debbano parlare con una voce sola e possibilmente meno e con meno litigi interni. Il cambio di ruolo del Cts si è visto ieri sera: forniscono interessanti valutazioni, ma è poi la politica che decide continuando la riunione senza i virologi.


Il decreto – previsto per il fine settimana e dopo il report dell’Istituto Superiore di Sanità – che prolunga il meccanismo dei colori, conterrà anche l’indicazione per una rivisitazione dei parametri. E’ una richiesta che i presidenti di regione hanno più volte avanzato e che la ministra per gli Affari Regionali, Maria Stella Gelmini, ha portato al tavolo dell’ultimo Consiglio dei ministri. Meno parametri diversi e più protocolli tagliati su misura per alcuni settori che non hanno mai riaperto, come i cinema e i teatri. A richiederlo è stato il ministro della Cultura Dario Franceschini direttamente ai rappresentanti del Cts. «Abbiamo rappresentato al presidente del Consiglio i dati e i numeri, noi siamo prudenti, ma non abbiamo descritto una situazione di catastrofe imminente», ha raccontato Agostino Miozzo al termine della riunione.

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C’è l’allarme terza ondata. Scattano le microzone rosse per frenare il contagio

mercoledì, Febbraio 24th, 2021

Franco Giubilei

Il fantasma della terza ondata, a seconda ufficialmente ancora in corso, si agita dietro i numeri di Brescia, per cui Guido Bertolaso parla esplicitamente di un nuovo assalto epidemico, il terzo della serie appunto: «La provincia di Brescia ha un’incidenza doppia rispetto al resto delle province lombarde – ha detto parlando al consiglio regionale lombardo -. Allo stato attuale, la situazione è sotto controllo e gestibile rispetto all’autunno passato in tutta la regione». Con l’eccezione di Brescia, dove «siamo di fronte alla terza ondata. Uno stato che va aggredito immediatamente». Le rianimazioni soffrono, parte dei pazienti è stata trasferita in zone vicine. Aumento contagi e terapie intensive, Ilaria Capua: “Sono numeri da brivido”

Brescia a parte, i dati lombardi vedono aumentare i ricoveri in terapia intensiva a 408 (più 17 nelle ultime 24 ore), le vittime sono state 43 e i nuovi casi 2.480, ma il tasso di positività è in discesa, dall’8,3% di lunedì al 7% di ieri. Allarmano i numeri del Veneto, dove contagi e ricoveri riprendono a correre dopo il rallentamento di lunedì, quando si erano registrati 509 casi: ieri sono raddoppiati passando a 1.062, mentre le morti sono state 21. Male i ricoveri, con 46 pazienti in più nei reparti non critici degli ospedali, dove sono ospitate 1.255 persone. Crescono anche i malati in terapia intensiva. Era dallo scorso primo gennaio che non si registrava un aumento dei ricoveri, sottolinea il governatore del Veneto Luca Zaia: «Non sottovaluterei questo dato, ci preoccupa. È il primo giorno di risalita». Anche in Piemonte aumentano i ricoveri per il terzo giorno consecutivo (145 i pazienti Covid nelle terapie intensive e 1919 negli altri reparti). Coronavirus, il coordinatore del Cts Miozzo: “Diremo a Draghi che serve prudenza”

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La tecnologia che renderà più pulito il Pianeta

mercoledì, Febbraio 24th, 2021

di David Brooks

Qualche mese fa, l’analista economico Noah Smith ha osservato che il progresso scientifico è un po’ come l’estrazione di metalli da una miniera. Trovi un filone e immagini che sia promettente. Ti accolli il rischio e investi molto. Lo sfrutti ed estrai finché rende. Il problema è che negli ultimi decenni soltanto pochi filoni si sono rivelati davvero redditizi e hanno trasformato le nostre vite. Le scoperte nel campo della tecnologia dell’informazione sono state ovviamente cospicue, basti pensare a internet e agli smartphone. Grazie in parte agli investimenti pubblici, l’innovazione da energia pulita è stata veloce e abbondante. Dal 1976 a oggi il prezzo dei moduli fotovoltaici è calato del 99,6%.
 

In verità, tuttavia, le innovazioni in grado di modificare radicalmente lo stile di vita sono state molte meno rispetto a quanto fossero in passato, seppure importanti. Se foste nati nel 1900 e morti nel 1970, avreste vissuto dall’epoca delle carrozze trainate dai cavalli a quella dell’uomo sulla Luna. Avreste assistito all’uso sempre più diffuso dell’elettricità, dell’aria condizionata, dell’aereo, dell’automobile, della penicillina e di molto altro ancora. Se, invece, foste nati nel 1960 e viveste ancora oggi, le vostre esperienze di guida e di volo sarebbero diventate più sicure, ma per altro sarebbero identiche, e così pure la vostra cucina sarebbe rimasta perlopiù immutata, ad esclusione del forno a microonde.
 

Nel 2011, l’economista Tyler Cowen ha pubblicato un libro premonitore intitolato The Great Stagnation (La grande stagnazione), che indagava i motivi per i quali il progresso scientifico stesse rallentando. Peter Thiel lamentava il fatto che, quantunque volessimo automobili in grado di volare, ci siamo ritrovati Twitter.
 

Il rallentamento della tecnologia, in verità, potrebbe essere vicino alla fine. All’improvviso, molte menti brillanti scrivono di molti filoni che sembrano promettenti. Il primo, e più ovvio, è quello dei vaccini. A proposito di quelli per il Covid-19, l’aspetto più strabiliante è che gli scienziati di Moderna abbiano messo a punto il primo vaccino il 13 gennaio 2020. In pratica, avevano il vaccino prima ancora che molte persone potessero solo immaginare che la malattia sarebbe diventata una minaccia.

Non si tratta solo di un nuovo vaccino, ma di un nuovo tipo di vaccino. I vaccini mRNA ci aiuteranno a insegnare ai nostri corpi come si combattono gli agenti patogeni in modo più efficace e potrebbero portare a scoperte rivoluzionarie nella lotta a ogni malattia. Per esempio, i ricercatori nutrono buone speranze contro il cancro: i vaccini mRNA non ci eviterebbero di sviluppare un tumore, ma potrebbero aiutare il nostro corpo a contrastarne alcune forme.
 

In campo energetico, suscitano grande entusiasmo le innovazioni in geotermia. Come osserva David Roberts in un eccellente articolo esplicativo pubblicato su Vox, il nucleo fuso della Terra ha una temperatura di circa cinquemila gradi centigradi, più o meno la stessa del Sole. Se riuscissimo a estrarre dal sottosuolo lo 0,1% dell’energia lì contenuta, saremmo in grado di soddisfare il fabbisogno energetico dell’intera umanità per due milioni di anni.
 

Gli ingegneri stanno cercando di ideare il metodo migliore per estrarre il calore dallo strato roccioso non poroso sotto la crosta terrestre. Scrive Roberts: “Se i suoi sostenitori più entusiasti hanno ragione, la geotermia potrebbe custodire la chiave per mettere a disposizione di chiunque nel mondo soltanto energia pulita”.
 

Per non parlare della fusione: in uno degli articoli, che di primo acchito ti rendi conto essere epocale, il mio collega del Times Henry Fountain nel settembre scorso raccontava come i ricercatori dell’MIT avessero progettato un reattore nucleare compatto perfettamente funzionante. Al momento, in Cina un reattore termonucleare sperimentale raggiunge i 132 milioni di gradi centigradi.  

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Le mani delle mafie su aziende e sanità. Dia: “Seri rischi infiltrazione, crescono riciclaggio e corruzione a causa del Covid”

mercoledì, Febbraio 24th, 2021

La pandemia di Covid-19 rappresenta una «grande opportunità» per le mafie e lo snellimento delle procedure d’affidamento degli appalti e dei servizi pubblici comporterà «seri rischi di infiltrazione mafiosa dell’economia legale, specie nel settore sanitario». E’ poi «oltremodo probabile» che i clan tentino di intercettare i finanziamenti per le grandi opere e la riconversione alla green economy.

L’allarme è contenuto nell’ultima Relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia (Dia), che evidenzia seri rischi di infiltrazione e la crescita di riciclaggio e corruzione. 

Le indagini raccontano di una criminalità organizzata che durante il lockdown ha continuato ad agire sottotraccia, con un calo delle «attività criminali di primo livello» (traffico di droga, estorsioni, ricettazione, rapine), ma un aumento al Nord e al Centro dei casi di riciclaggio e, al Sud, i casi di scambio elettorale politico-mafioso e di corruzione. Stabile l’usura, fattore sintomatico di una pressione «indiretta» comunque esercitata sul territorio. 

Si tratta, segnala la Dia, «di segnali embrionali che, però, impongono alle Istituzioni di tenere alta l’attenzione soprattutto sulle possibili infiltrazioni negli Enti locali e sulle risorse ingenti destinate al rilancio dell’economia del Paese». Sono cresciute anche le segnalazioni di operazioni sospette (Sos) pervenute to Direzione rispetto allo stesso periodo del 2019. Un dato, viene sottolineato, «indicativo se si considera il blocco delle attività commerciali e produttive determinato dall’emergenza Covid della scorsa primavera». 

La disponibilità di liquidità delle cosche punta ad incrementare il consenso sociale anche attraverso forme di assistenzialismo privato e imprese in difficoltà, con il rischio che le attività imprenditoriali medio-piccole «possono essere fagocitate nel medio tempo dalla criminalità, diventando strumento per riciclare e reimpiegare capitali illeciti». 

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L’algoritmo Draghi per risolvere il rebus dei sottosegretari

mercoledì, Febbraio 24th, 2021

giuseppe salvaggiulo

Negli staff dei ministeri lo chiamano «algoritmo Draghi». È il meccanismo che risolverà l’equazione a più incognite dei sottosegretari. Operazione da sempre complessa, ma questa volta di più, tanto da rendere obsoleto persino il manuale Cencelli. Le ragioni sono diverse. Alcune generali (esiguità dei posti, molteplicità di partiti in maggioranza, presenza di ministri tecnici), altre specifiche di ciascun partito (quote rosa, equilibri tra correnti, rapporto tra deputati e senatori, rappresentanza geografica). Roba da intelligenza artificiale, se non fosse affidata a quella di Roberto Garofoli, braccio destro di Draghi a Palazzo Chigi oltre che capitano della legione di consiglieri di Stato che costituisce la retrovia giuridica del governo.

L’algoritmo è tarato su 40-44 sottosegretari. Pochi, considerato che tra gli aspiranti, oltre ai quattro partiti principali (M5S, Pd, Lega, Forza Italia) e ai due minori (Italia Viva e Leu), ci sono le altre componenti parlamentari (dal Centro democratico di Tabacci a Cambiamo di Toti, da Azione-Più Europa agli autonomisti) che sostengono il governo. I partiti avrebbero voluto più posti: senza tornare ai fasti del governo Prodi bis (76 nomine), i 45 sottosegretari del primo governo Conte erano divisi tra due partiti, i 42 del Conte bis tra tre partiti. Hanno provato a spiegare che i sottosegretari costano zero se sono già parlamentari, altrimenti hanno diritto solo a un’indennità inferiore a quella di deputato. E degli otto staffisti che possono nominare, solo due sono esterni all’amministrazione pubblica.

Dunque perché lesinare? Forza Italia ha una ventina di pretendenti (due terzi resteranno a casa). Il Pd almeno 15. Altrettanti il M5S. Italai Viva 5 in lizza. Ma Palazzo Chigi è stato irremovibile. Ha chiesto ai partiti una rosa di nomi e una griglia di caselle preferenziali, frullando tutto con l’algoritmo. Il ministero dell’Economia sarà l’unico con un sottosegretario per ciascuno dei quattro partiti principali più un quinto a Italia Viva o Leu.

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Attanasio e Iacovacci, rientrate le salme: accolte da Draghi. I troppi dubbi sull’ok al convoglio

mercoledì, Febbraio 24th, 2021

di Francesco Battistini

Attanasio e Iacovacci, rientrate le salme: accolte da Draghi. I troppi dubbi sull'ok al convoglio

La partenza da Goma

«Asse rosso, negativo». Tre parole in codice. Sono bastate: ad aprire la strada Rn2 al convoglio italiano che lunedì mattina andava a Rutshuru e a chiudere il destino dell’ambasciatore Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e del loro autista, Mustafa Milambo Baguna. Nelle comunicazioni via radio di chi lavora in Congo, l’«asse rosso» è l’allerta. E vuol dire che su quella strada occorre una scorta armata, fornita dai caschi blu della missione Monusco o dall’esercito congolese. «Asse rosso, negativo», invece, è il messaggio che la sicurezza italiana riceve venerdì alle 10.30, appena atterra a Goma col jet 5y-Sim della Monusco. Ci sono 72 ore di tempo per verificare le condizioni delle strade con l’Undss, il dipartimento per la sicurezza dell’Onu che deve proteggere gli internazionali: il tempo che serve anche a preparare l’agguato, mentre Attanasio inizia il suo breve e ben visibile tour umanitario. «Asse rosso, negativo»: è su quel via libera, forse troppo superficiale, che adesso si concentrano le indagini dei Ros volati lunedì da Roma nel Nord Kivu.

«Strada pericolosa»

Chi l’ha pronunciato? E sulla base di quali certezze? A fornire spiegazioni è il World Food Programme dell’Onu che aveva organizzato la visita alla scuola di Rutshuru, garantendo la sicurezza del percorso. Nell’ospedale di Goma, i carabinieri ascoltano il racconto scioccato del vicedirettore locale del Wfp, Rocco Leone, che era sulle jeep ed è scampato all’attentato. «Di solito, chi va a Rutshuru è scortato dalla polizia», spiega un missionario. «Quella strada non è particolarmente pericolosa, da anni ci viaggiamo senza problemi», dice un volontario italiano che vive a Goma, Nicolò Carcano: «Ma Attanasio non era un semplice umanitario — aggiunge —, era un ambasciatore. E credo ci debba essere un trattamento diverso, per un ambasciatore».

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Vaccino Covid, la rete si inceppa all’ultimo miglio. AstraZeneca dimezza la seconda consegna

mercoledì, Febbraio 24th, 2021

di Lorenzo Salvia

Certo, di vaccini ce ne vorrebbero di più. Vero, i tagli non aiutano. Specie quello di ieri, con AstraZeneca che dimezzerà le consegne nel secondo trimestre, un crollo da 24 a 12 milioni di dosi. Ma c’è anche altro dietro l’andamento lento della campagna vaccinale italiana. E cioè una rete che spesso si inceppa proprio all’ultimo miglio, non riuscendo a somministrare velocemente nemmeno le poche fiale a disposizione. Come sempre, è dai numeri che bisogna partire.

Un milione e mezzo in attesa

Il dato di ieri alle 18:52 dice che in Italia sono state distribuite alle regioni poco più di 5 milioni di dosi. Per la precisione 5.198.860. Di queste quelle effettivamente somministrate sono poco più di 3 milioni e mezzo. Sempre per la precisione 3.682.425. La differenza è la misura più efficace della (scarsa) efficienza messa fin qui in campo. Ci sono più di un milione e mezzo di dosi rimaste in attesa, come le persone che aspettano il vaccino per tornare a vivere in modo quasi normale. Il numero esatto è 1.516.435. Ne abbiamo usate meno di tre su quattro, il 70,8%. E qui bisogna fermarsi un attimo.

Non solo scorte
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Covid, Galli: “La variante inglese è destinata a diventare prevalente”

mercoledì, Febbraio 24th, 2021
Secondo il virologo: ”Ha il 40 per cento in più di capacità di diffondersi. Anche tra i bambini” – Ansa /CorriereTv
“Non uccide di più, ma rischia di far ammalare più persone. E questo è un grave problema dal punto di vista epidemiologico. Sarei per chiudere le aree dove è necessario, testare l’intera popolazione di quei luoghi e vaccinare. Nelle aree più critiche il vaccino può essere usato come strumento di arresto”. Così massimo Galli a Cartabianca su Rai3. Questo video contiene contributi www.raiplay.it
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