Archive for Marzo, 2021

Decreto Sostegni: asse centrodestra-5 Stelle, Pd e Leu pronti allo strappo. Alla fine il premier stringe: oltre non si può andare

sabato, Marzo 20th, 2021

di Monica Guerzoni

Decreto Sostegni: asse centrodestra-5 Stelle, Pd e Leu pronti allo strappo. Alla fine il premier stringe: oltre non si può andare

ROMA Il plateale scontro nel chiuso di Palazzo Chigi sta tutto nelle parole calibrate e diplomatiche di Mario Draghi. In conferenza stampa il presidente del Consiglio ha descritto lo sforzo di «condivisione» che ha portato al sofferto accordo sulle cartelle esattoriali: «Tutti attorno a quel tavolo cercando di conciliare visioni diverse…». Più che l’imbarazzo per il via libera a quello che «è in effetti un condono», la voce di Draghi tradisce la soddisfazione per l’esito positivo della sua mediazione: «Una prima esperienza che è andata per me molto bene».

La battaglia è durata una giornata intera, con riunioni riservate e piuttosto tese, minacce di disertare il tavolo, il Cdm slittato di quasi tre ore e il primo e attesissimo incontro di Draghi con la stampa, previsto alle 17.30, scivolato all’ora di cena. Tutto comincia con le bozze del decreto Sostegni, che contengono lo stralcio di 60 milioni di vecchie cartelle esattoriali fino a 5 mila euro per debiti maturati dal 2000 al 2015. Per l’ala sinistra della maggioranza è già troppo, per la destra invece non è niente. «Pace fiscale e rottamazione di milioni di vecchie cartelle fino a 5000 euro sono la salvezza per milioni di famiglie», è il manifesto di Salvini. Pd e Leu invece accettano di pulire il «magazzino» solo per i crediti esattoriali inesigibili, perché collegati a imprese fallite o contribuenti defunti. Con Orlando che chiede un intervento «mirato e chirurgico» e Salvini che all’ora di pranzo riunisce i suoi ministri al Mise nella stanza di Giorgetti, al grido «rottamazione delle cartelle», l’accordo appare lontanissimo.

I paletti dem e le richieste della Lega sulle cartelle

Il Cdm convocato alle 15 slitta di un’ora e Draghi si chiude con il dem Andrea Orlando, il leghista Giancarlo Giorgetti, Stefano Patuanelli per il M5S, Mariastella Gelmini di Forza Italia e Roberto Speranza di Leu. «Noi possiamo reggere solo una cosa chirurgica e limitata basata sulla inesegibilità di queste cartelle», pianta il primo paletto Orlando, con Speranza che lo sostiene e prova a stoppare il condono. Ma Giorgetti e Gelmini fanno asse e trovano sponda nei 5 Stelle, dove la vice ministra Castelli si muove in tandem con il leghista Durigon.

L’intervento del premier
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Coronavirus, Mantovani: “Se va bene ne usciremo a Natale ma si rischia una quarta ondata”

sabato, Marzo 20th, 2021

Francesco Rigatelli

Dalle numerose adesioni di ieri gli italiani sembrano avere ancora fiducia nel vaccino AstraZeneca, ma per affrontare ogni dubbio ne ricostruiamo la storia con Alberto Mantovani, immunologo di fama mondiale e direttore scientifico dell’Humanitas di Milano.

All’inizio l’Ema lo ha approvato per tutti, poi la Germania lo ha limitato agli under 65 e l’Italia ha seguito. E’ stato il problema originale?
«Rispondo con i dati di quello che preferisco chiamare il vaccino di Oxford. Già a novembre dai primi studi pubblicati si capiva che dava una buona risposta negli over 65. Poi nelle sperimentazioni cliniche il numero di anziani è stato relativamente basso. L’Ema lo ha autorizzato comunque per tutti, mentre Germania e Italia sono state più conservative».

Un difetto di sperimentazione o un eccesso di prudenza?
«Un problema di sperimentazione di un vaccino battistrada della piattaforma adenovirus. Il primo ad aver diffuso i dati con trasparenza».

E’ stato il risultato sul campo in Inghilterra a sdoganarlo per tutti?
«Sì, in particolare gli ottimi dati dello studio scozzese».

Il Regno Unito ha riscontrato casi avversi?
«Su 25 milioni di vaccinati ci sono stati 30 casi per Oxford e 38 per Pfizer, tutte tromboembolie al momento non collegabili ai vaccini».

Come mai quando casi simili si sono verificati nel resto d’Europa Germania, Francia e Italia hanno bloccato il vaccino costringendo l’Ema a riesprimersi?
«Con le dovute proporzioni i casi avversi europei equivalgono gli inglesi, dunque la spiegazione è sociologica o politica. Un errore, ma il lato positivo è un ulteriore controllo».

Perché per l’Ema i benefici sono superiori ai rischi, ma serve tempo per approfondire?
«Giusto investigare per fugare ogni dubbio, in particolare per sottogruppi come le donne giovani, ma solo in Italia ci sono centinaia di morti al giorno di Covid se non ci si vaccina. Persino l’acqua può intossicare in situazioni particolari. L’alternativa è morire di sete».

Manca la prova di causalità di questi rari eventi avversi?
«Sì e non li definirei neppure eventi avversi perché non si vede un aumento di trombosi nei vaccinati rispetto ai non vaccinati. Per la Società di ematologia in Italia uno su mille soffre di tromboembolia, con frequenza maggiore sopra ai 70 anni».

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L’ossimoro e le élite

sabato, Marzo 20th, 2021

MATTIA FELTRI

Vi eravate scordati di Antonio Di Pietro, vero? Bè, ogni tanto rispunta, e per me è sempre festa. Sono un vecchio cronista di Mani pulite, prima giovane entusiasta, poi meno giovane critico, infine ex giovane persuaso che la rivoluzione giudiziaria fu una mezza truffa e produsse pochi benefici e danni incalcolabili.

Pierluigi Bersani, per esempio, ora parla di populismo delle élite a proposito degli avversari di Giuseppe Conte, contro il quale immagina un complotto tipo Carboneria degli Illuminati, quando a me parve populismo delle élite aggrapparsi alle inchieste per atteggiarsi a onesti contro i disonesti come unico programma di governo. E infatti, di onesto in onesto, si è arrivati a Conte. Tutto si tiene. E insomma, Di Pietro dice la sua sull’assoluzione degli imputati per corruzione internazionale contestata a Eni. È un’inchiesta che non mi ha mai convinto, spiega al Giornale, perché ci sono due modi di indagare: primo, scoperto un reato si cerca un colpevole; secondo, individuato il colpevole si cerca il reato.

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L’incognita dei sussidi

sabato, Marzo 20th, 2021

Stefano Lepri

Un politico non l’avrebbe detto, «questo è un piccolo condono». I politici i condoni tributari li fanno inventandosi qualche etichetta per sostenere che sono altro. Meglio dire pane al pane, ha ritenuto Mario Draghi: e spiegare perché questa sanatoria di vecchie cartelle esattoriali, con i limiti che il governo gli ha dato, non gli pare un’iniquità. Novità anche nella comunicazione, ieri sera. Per rispondere bene alle domande in conferenza stampa bisogna aver approfondito gli argomenti, piuttosto che inventarsi slogan o passare ad altro argomento.

Alla Banca centrale europea, Draghi andava più sul sicuro di altri perché padroneggiava la materia tecnica; ora tenta di fare lo stesso. Il decreto-legge approvato ieri non è in realtà molto distante dal canovaccio a cui aveva lavorato il governo precedente, pur se i nuovi partiti entrati nella maggioranza vantano i loro contributi. È dichiaratamente provvisorio, perché non si sa quanto le chiusure ancora dureranno e quasi di certo dovrà essere seguito da un altro, con nuovi sostegni e nuovo deficit.

C’è naturalmente un rischio: che la gara fra partiti eterogenei si concentri sulle sole misure capaci di dare consenso immediato, e spinga sempre più lontano quelle capaci di preparare l’uscita dalla recessione e la ripresa. Non è per ora un grave problema, dato che anche il maxi-provvedimento di Joe Biden negli Usa è tutto concentrato sui sussidi; potrà diventarlo più in là. Draghi ha chiaramente invitato i partiti a lasciar cadere quelle loro bandiere che sono più di parte, più strumentali anche, e poco adatte a formare un interesse collettivo del Paese. Se la gran parte delle forze politiche si è affidata a lui è proprio perché in qualche modo si era formata la consapevolezza che troppa demagogia stava portando verso vicoli ciechi. Purtroppo la questione delle cartelle esattoriali, è seria e si riaprirà in Parlamento, dove forse esiste la maggioranza per un condono più ampio. La richiesta di meno tasse è ingrediente importante del dibattito politico in tutti i Paesi. Ma l’esperienza italiana degli ultimi decenni è che i partiti più insistenti nell’avanzarla prima che ad alleggerire le tasse per tutti pensano ad agevolare chi si è sforzato di non pagarle.

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Sì ai 32 miliardi di aiuti. Draghi: “Più soldi a tutti il più in fretta possibile”

sabato, Marzo 20th, 2021

Luca Monticelli

ROMA. «Più soldi a tutti, il più velocemente possibile». Il premier Mario Draghi ha sintetizzato così il Decreto Sostegni da 32 miliardi, la prima manovra economica del governo di salvezza nazionale nato un mese fa: «E’ una risposta significativa molto consistente alla povertà, alle imprese e ai lavoratori. È un aiuto parziale ma il massimo che abbiamo potuto fare», ha sottolineato. Il prossimo scostamento di bilancio «non è ancora stato quantificato» e potrebbe arrivare in occasione della presentazione del Def. In un anno di Covid le risorse in deficit hanno raggiunto la cifra monstre di 140 miliardi e con il prossimo stanziamento si aggiungeranno probabilmente altri 15-20 miliardi. Non è però questo il momento di guardare al debito: «Adesso è necessario accompagnare le aziende e le famiglie nel percorso di uscita dalla pandemia. E’ un anno in cui non si chiedono soldi, si danno soldi», ha detto il presidente del Consiglio. Quel momento verrà più avanti e comunque «le regole del patto di stabilità saranno discusse e difficilmente resteranno uguali. Tutti i Paesi stanno aumentando il debito, anche la Germania – ha ricordato – questa è la politica economica da fare oggi».

La conferenza stampa, rinviata un paio di volte per le tensioni nella maggioranza sullo stralcio delle cartelle, si è tenuta nella Sala polifunzionale di Palazzo Chigi, nell’edificio che ospita la Galleria Colonna. La stessa scelta dieci anni fa da Mario Monti per presentare la finanziaria. Un grande ambiente che ieri ha consentito la presenza di trenta giornalisti, sorteggiati tra le varie testate per partecipare alla “prima” sessione di domande al premier. In un’ora, tra le 20 e le 21, Mario Draghi ha risposto in modo conciso e sintetico, uno stile che non si vedeva dal 2008, quando a capo dell’esecutivo c’era Romano Prodi. La lunga trattativa con la Lega, il Movimento 5 stelle e il Pd sul condono viene liquidata così: «La discussione è stata molto soddisfacente». Alla fine la sanatoria sulle cartelle è «molto limitata» e dall’8 aprile cominceranno ad essere pagati i ristori. «Se tutto va come previsto oggi, 11 miliardi entreranno nell’economia nel mese di aprile».

Coordinamento sui vaccini

Astrazeneca è la prima domanda, il premier non ha alcun dubbio: «Non mi sono prenotato ma lo farò, mio figlio l’ha fatto due giorni fa a Londra». La sospensione delle fiale del siero anglo-svedese è stata dettata dall’Ema, gli «interessi tedeschi» non c’entrano nulla, ha aggiunto. «Mettetevi nei miei panni, era mia responsabilità seguire le indicazioni. Il calo delle iniezioni c’è stato solo il primo giorno, poi è stato compensato con altri vaccini». Invece «non va bene» la campagna delle Regioni che vanno «in ordine sparso».

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Covid, da lunedì Sardegna e Molise passano in zona arancione | Oltre un milione di morti in Europa

sabato, Marzo 20th, 2021

Sardegna e Molise passano in arancione da lunedì 22 marzo. Per l’isola, unica Regione in zona bianca, è il segno di un netto peggioramento dei dati. Migliora invece la situazione in Molise, oggi in zona rossa. E’ quanto prevede l’ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della cabina di regia. Resta invece rossa la Campania.

Dalla mappa dell’Italia della pandemia, dominata dal rosso, scompare così l’unica macchia bianca. Intanto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha dichiarato di stare “ragionando sull’ipotesi di stringere ulteriormente le misure rispetto a quelle previste dal governo nella zona rossa”.

L’Iss: “Mantenere rigorose misure nazionali di mitigazione” In questa Italia a tinte scure è in deciso aumento l’incidenza delle infezioni da virus SarsCoV2, mentre l’indice di contagio Rt rimane stabile all’1,6, secondo i dati del monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) relativi al periodo compreso fra il 12 e il 18 marzo. E’ una situazione ancora molto seria, che avverte il peso della circolazione delle varianti del virus e che spinge l’Iss ad affermare la necessità di mantenere “rigorose misure di mitigazione nazionali”, di ridurre “interazioni fisiche” e “mobilità” e di evitare in genere tutti i contatti non necessari fuori dalla propria abitazione.

Coronavirus, la situazione dei contagi in Italia: la mappa e i grafici interattivi

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La conferenza stampa di Draghi, oggi

venerdì, Marzo 19th, 2021

di Redazione Online

La conferenza stampa di Draghi, oggi

È il premier Mario Draghi a presentare, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, il decreto legge Sostegno appena approvato. All’incontro con i giornalisti sono intervenuti anche i ministri dell’Economia e del Lavoro, Daniele Franco e Andrea Orlando. Si tratta della prima conferenza stampa di Draghi da quando il premier si è insediato a Palazzo Chigi.
Riguardo al Dl Sostegni Draghi ha detto che si è trattata d una «risposta consistente ma parziale, il massimo che potevamo fare».

Il Dl Sostegni rappresenta «una risposta alla povertà, alle imprese e ai lavoratori», ha detto il premier, con l’obiettivo di «dare più soldi a tutti più velocemente possibile».
Riferendosi agli aiuti per le imprese Draghi ha spiegato che tra le misure introdotte c’è anche l’abbandono dei codici ateco e una maggiore velocità dei pagamenti: «l’Ufficio delle Entrate mette a disposizione una piattaforma per i pagamenti a fine mese, i pagamenti inizieranno l’8 aprile per chi avrà fatto domanda, quindi 11 miliardi entreranno nell’economia nel mese di aprile».

Più aiuti agli autonomi e alle imprese che operano in montagna, spiega il premier: «Sulle imprese c’è una parte destinata al ristoro o indennizzo delle imprese che operano nella montagna, molte poste di questo decreto sono indirizzate al turismo e c’è un provvedimento molto importante per gli autonomi per tutti i lavoratori inclusi i lavoratori del settore agricolo, con decontribuzione da due miliardi e mezzo, abbiamo aggiunto un miliardo e mezzo».

Sulla campagna vaccinale e il caso Astrazeneca, rispondendo a una domanda il premier ha risposto che non si è trattato di un errore («Mettetevi nei miei panni») e ha escluso con una certa fermezza il fatto che ci fossero «interessi tedeschi» dietro questo stop.
Ha annunciato che, personalmente, farà il vaccino AstraZeneca e che il ritardo nella campagna vaccinale non è stato disastroso: «C’è stato un calo di vaccinazioni ma solo per un giorno e poi sono state quasi compensate».

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La conferenza stampa di Draghi dopo il Consiglio dei ministri Diretta video

venerdì, Marzo 19th, 2021
Il presidente del Consiglio da Palazzo Chigi | CorriereTv
Prima conferenza del presidente del Consiglio da palazzo Chigi dopo il consiglio dei ministri.
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Il caso giustizia e la cortina del silenzio

venerdì, Marzo 19th, 2021

di PIERFRANCESCO DE ROBERTIS

I giudici di appello di un tribunale ligure hanno assolto i 19 consiglieri regionali che erano rimasti inchiodati nell’inchiesta sulle «spese pazze», quella dei famosi rimborsi elettorali. Dopo il primo grado alcuni di coloro che furono condannati si dimisero, chi dal governo (avevano nel frattempo fatto carriera) chi dalla carica di sindaco di piccoli centri. Quella delle “spese pazze”, liguri e in altre regioni italiane, è una vicenda che si trascina da quasi un decennio. Due giorni fa si è concluso un altro processo a suo modo storico, le presunte tangenti Eni in Nigeria, e anche in questo caso nulla di fatto per l’accusa, con gli imputati che sono stati assolti perché “il fatto non sussiste”.

Nel frattempo per loro sono stati anni di inferno. Due assoluzioni rallegrano tutti e nello stesso tempo non possono farci esimere da qualche tipo di considerazione sul sistema giustizia nel suo complesso, quasi prescindendo dalle vicende citate, le “spese pazze” ed Eni, anche perché i proscioglimenti di questi giorni arrivano dopo analoghe assoluzioni in processi simbolo degli ultimi anni. L’elenco è purtroppo lungo, e solo per prenderlo dalla fine citiamo la sentenza della Cassazione che prima di Natale ha posto fine al calvario dei fratelli Aleotti dopo le accuse di riciclaggio alla Menarini. Ora è evidente che non tutti i processi si possono concludere in condanna, che un’assoluzione non è sinonimo di un’inchiesta fatta male o di un pm che non sa fare il suo lavoro, ma è altrettanto chiaro che quando troppo spesso accadono fatti come quelli dell’ultimo periodo una domanda sul funzionamento della giustizia occorrerà porsela. Cosa che purtroppo in Italia non accade, o almeno non accade con il giusto metro, il giusto distacco. E si va dalle accelerate berlusconiane del passato con le leggi ad personam alle riforme grilline sulla prescrizione, secondo alcuni ispirate dal partito dei pm. Un pendolo che non porta da nessuna parte, per uscire dal quale occorre per prima cosa riconoscere che un problema giustizia in Italia esiste, ed è grande come una casa. Tutti fanno però finta di non vedere.

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Vaccini nel Lazio, monodose Johnson&Johnson in farmacia: da ReiThera a Sputnik, ecco il piano

venerdì, Marzo 19th, 2021

di Michele Galvani

Vaccini nel Lazio, a che punto siamo? Prenotazioni, attese, tipologie, dosi. «Non appena ci sarà il monodose J&J sarà fornito alle farmacie», ha detto l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, a margine di un sopralluogo all’hub della Nuvola per la ripresa delle vaccinazioni Astrazeneca. «Chiudiamo l’accordo nei prossimi giorni con le farmacie – ha spiegato – Contiamo che nel momento in cui c’è il vaccino Johnson&Johnson è un prodotto che può essere utilizzato sicuramente nella nostra rete delle farmacie che sono 1500 sparse in tutti i comuni anche i più piccoli».

Nel Lazio, dopo il via libera su Astrazeneca, oggi abbiamo mandato 14 mila sms per riprogrammare i vaccini anti Covid e gli altri partiranno tra oggi e domani. «Contiamo di recuperare in una settimana», ha proseguito D’Amato. «Tutto sta procedendo serenamente e questo ci rende soddisfatti perché la nostra priorità è correre in questa campagna vaccinale. Le disdette ad oggi sono davvero molto basse – ha aggiunto l’assessore -. Questo ci rincuora perché la cosa più importante è arrivare presto a una ampia copertura vaccinale», ha concluso D’Amato. Nel Lazio ad oggi sono state somministrate 746.000 dosi circa: da ieri notte sono ripartite le prenotazioni online per gli over 72. Mentre oggi, sempre alla mezzanotte, è la volta della fascia 70-71 anni  (anni di nascita 1950 e 1951).

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ReiThera e Sputnik

«Il vaccino ReiThera è pronto a settembre. Avviata la fase 2». A parlare è Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani: si tratta di produrre 100 milioni di dosi all’anno, mentre nei laboratori dell’istituto che dirige si lavora anche ad un vaccino con l’azienda Takis, di Castel Romano, che ha appena avviato la sperimentazione sull’uomo. «Il percorso si chiuderà verso la fine dell’estate, se tutto va bene». Inoltre, lo Spallanzani sta anche affiancando la Regione nella valutazione di alcuni vaccini che potrebbero essere prodotti nel Lazio come lo Sputnik, su cui nei giorni scorsi c’è stato un incontro preliminare: 81 sono i milioni per la fase 2 stanziati da Invitalia che ha acquisito il 30% del capitale dell’azienda ReiThera che insieme allo Spallanzani lavora al vaccino, spiega il Rapporto Centro di venerdì 19 marzo.

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Modello panchina

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