Archive for Marzo, 2021

Coronavirus in Italia, il bollettino di oggi 14 marzo: 21.315 nuovi casi e 264 morti

domenica, Marzo 14th, 2021

di Redazione Online

Coronavirus in Italia, il bollettino di oggi 14 marzo: 21.315 nuovi casi e 264 morti

Sono 21.315 i nuovi casi di coronavirus in Italia (ieri sono stati +26.062, qui il bollettino). Sale così ad almeno 3.223.142 il numero di persone che hanno contratto il virus Sars-CoV-2 (compresi guariti e morti) dall’inizio dell’epidemia. I decessi odierni sono 264 morti (ieri sono stati +317), per un totale di 102.145 vittime da febbraio 2020. Mentre le persone guarite o dimesse sono 2.589.731: 9.835 complessivamente quelle uscite oggi dall’incubo Covid (ieri +14.970). E gli attuali positivi — i soggetti che hanno il virus — risultano essere in tutto 531.266 (+ 11.205 rispetto a ieri).

I tamponi

I tamponi totali (molecolari e antigenici) sono stati 273.966, 98.978 in meno di ieri quando erano stati 372.944. Il tasso di positività è pari al 7,78%: ieri era 6,98%.Qui la mappa del contagio in Italia.

Le vittime

Le vittime: sono 264 contro le 317 di ieri.

La pressione sul sistema sanitario

Aumentano le degenze nei reparti Covid, ordinari e intensivi. I posti letto occupati nei reparti Covid ordinari sono + 365, per un totale di 24.518 ricoverati. I posti letto occupati in terapia intensiva (TI) sono +100 (ieri +68), portando il totale dei malati ricoverati in questi reparti a 3.082 con 243 nuovi ingressi (la variazione dei posti letto occupati indica il saldo tra i pazienti usciti e quelli entrati nelle ultime 24 ore).

I vaccinati in tempo reale

Le dosi di vaccino somministrate sono oltre 6milioni e 600mila . I cittadini che hanno ricevuto la seconda dose sono più di 1 milione e 960mila. Qui la mappa aggiornata ogni sera e qui i dati in tempo reale del report «Vaccini anti Covid-19» sul sito del governo.

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Lo ius soli lanciato da Letta divide la maggioranza Draghi

domenica, Marzo 14th, 2021

Arrivano le reazioni all’intervento di Enrico Letta, neoeletto segretario Pd, e proprio uno dei temi rilanciati dal neosegretario, lo ius soli, già divide la maggioranza Draghi. Il primo a commentare è Salvini che boccia il passaggio. E anche Forza Italia avverte: “Lo ius soli non è priorità”. Di Maio invece apprezza: “Insieme sulla transizione ecologica”.

Ius soli: Salvini, da Letta cavolate, parte male

“Letta e il PD vogliono rilanciare lo Ius Soli, la cittadinanza facile per gli immigrati? Se il nuovo segretario torna da Parigi e parte così, parte male. Risolviamo i mille problemi che hanno gli italiani e gli stranieri regolari in questo momento, non perdiamo tempo in cavolate”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini dopo le parole di Enrico Letta.

Di Maio a Letta, insieme sulla transizione ecologica

“Buon lavoro al nuovo segretario del Pd Enrico Letta. Superiamo questa fase così dura e guardiamo avanti, al 2050, puntando sulla Transizione Ecologica del Paese. Insieme possiamo raggiungere obiettivi importanti per l’Italia”. Lo scrive il ministro Luigi Di Maio su Twitter.

Crimi, buon lavoro a Letta. M5s forza leale e aperta

“Buon lavoro ad Enrico Letta. Il M5s ha dimostrato di essere una forza leale e aperta alla collaborazione, e continuerà ad esserlo in questa difficile fase per il Paese”. Lo scrive Vito Crimi su Twitter.

Gentiloni, buon lavoro a Letta, teniamocelo stretto

“La passione per la politica nel bel discorso di Enrico Letta. Buon lavoro anche da Bruxelles al nuovo segretario e al Pd. Teniamocelo stretto”. Lo scrive su Twitter il Commissario agli Affari Economici dell’Ue, Paolo Gentiloni.

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Astrazeneca racconta la democrazia (e Sputnik l’autoritarismo)

domenica, Marzo 14th, 2021

Lo so, non ne potete più di grandi metafore, ma consentitemene ancora una: AstraZeneca, la metafora della democrazia. Succede che AstraZeneca non distribuisca ai paesi dell’Unione europea le dosi di vaccino nelle quantità stabilite, ed è una classica stortura del mercato, con il quale le democrazie convivono poiché considerano la proprietà privata e il diritto d’impresa fondamenti della libertà individuale; e le democrazie, quando si imbattono in uno stortura, cercano di raddrizzarla, sapendo di non poterla raddrizzare mai del tutto, solo un poco, quanto è consentito al legno storto che è l’uomo. Non gli danno fuoco, non ci spargono sopra il sale, non procedono con la soluzione salvifica della perfezione e della purezza: quella la lasciano al miracolismo delle democrazie autoritarie o illiberali.

Secondo, si diffonde il sospetto che il vaccino di AstraZeneca provochi effetti collaterali gravi, fino alla morte, e sulla base di dati insufficienti o più probabilmente inconsistenti, eppure il sospetto si diffonde lo stesso. Eccolo un altro effetto collaterale: della trasparenza. E infatti sulla trasparenza si butta qualche giornale in eccesso spinto di allarmismo, qualche politico alla ricerca inesausta di appigli d’opposizione, e ci sguazza il cretinismo diffuso, dei non molti, ma non pochi, ora indisposti alla vaccinazione, essendo il cretinismo un altro diritto inviolabile della democrazia (sennò i cretini non voterebbero).

Al momento le percentuali da zero virgola di incidenti dopo la vaccinazione, e le evidenze di correlazione fra vaccino e incidente, sono tali per cui si potrebbe dire, allo stesso modo: va al bar a prendere il cappuccino e muore, oppure ricoverato dopo avere visto una serie Netflix. Nessuno si sognerebbe di indagare i baristi o gli sceneggiatori, e dunque evviva la democrazia, la quale impone, nel momento del consenso informato, che il vaccino non è sicuro al cento per cento, e può provocare effetti collaterali, e ho visto gente trasalire alla notizia, e naturalmente notizia non è (ho qui con me il foglietto illustrativo di un banalissimo medicinale con paracetamolo, e avvisa che può provocare gravi reazioni cutanee, gonfiore della pelle o delle mucose, rigonfiamento della laringe, shock anafilattico, riduzione delle piastrine, dei globuli bianchi, dei globuli rossi, dell’emoglobina, dei granulociti, di “tutte le cellule presenti nel sangue”, sonnolenza, vertigini, debolezza, cefalea, orticaria, eritemi, allergia alla luce, visione offuscata, ispessimento delle secrezioni bronchiali, disturbi gastrointestinali, alterazioni del fegato, epatiti, insufficienze renali, assenza di urine. Sarà il caso di abolire il paracetamolo?).

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Il discorso di Letta all’Assemblea Pd: i 6 punti chiave, dal voto ai sedicenni allo ius soli

domenica, Marzo 14th, 2021

di Maria Teresa Meli

Il discorso di Letta all'Assemblea Pd: i 6 punti chiave, dal voto ai sedicenni allo ius soli

Parla per poco più di un’ora, Enrico Letta. Un discorso ampio in cui non nasconde le difficoltà del Paese e del partito.

Il nuovo segretario del Pd non sembra intenzionato a perdere tempo e annuncia subito quali saranno le proposte di legge su cui intende battersi.

Le sei proposte

Il voto ai sedicenni, perché il Pd deve finalmente diventare «il partito dei giovani» e lo ius soli. Sono le prime due citate dall’ex premier.

E poi ci sono le proposte di legge che riguardano modiche costituzionali ed elettorali. Ben quattro. Letta vuole che i dem le presentino presto in parlamento.

La prima è contro il trasformismo, perché i quasi 200 cambi di casacca di questa legislatura hanno colpito negativamente il neo leader. E Letta fornisce una traccia, a questo proposito: «Il gruppo misto qui è una specie di paradiso, in altri Paesi non esiste e se uno se ne va dal suo gruppo finisce per fare tappezzeria».

Poi la sfiducia costruttiva, quindi un «nuovo metodo di elezione dei parlamentari» e infine la quarta proposta, che prevede una piena attuazione dell’articolo 49 della costituzione, quello che riguarda i partiti.

Il tema delle alleanze

Nel suo lungo discorso il nuovo segretario affronta anche il tema delle alleanze: «Solo in coalizione si vince e si governa» , avverte. Perciò quanto prima Letta incontrerà tutti i leader delle forze politiche con cui a suo giudizio è possibile stringere delle alleanze: «Dobbiamo costruire un nuovo centrosinistra su iniziativa e leadership del Pd. Parlerò con tutti coloro che sono interessati a un dialogo: parlerò con Speranza, con Bonino, con Calenda, con Renzi, con Bonelli, Fratoianni, con tutti gli altri possibili interlocutori anche nella società. Questo nostro centrosinistra andrà all’incontro con il Movimento 5 stelle, che sarà guidato da Giuseppe Conte, al quale va il mio saluto affettuoso».

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L’assemblea Pd in diretta: Enrico Letta sarà eletto segretario. Live

domenica, Marzo 14th, 2021

di Redazione Online

L'assemblea Pd in diretta: Enrico Letta sarà eletto segretario. Live

È il giorno dell’assemblea del Partito democratico. Interviene per la sua relazione, il candidato alla segreteria, Enrico Letta, che ha rilanciato l’hashtag #iocisonoPd. L’ex premier partecipa dalla sede del Pd di largo del Nazareno ma per la prima volta, causa Covid, i lavori degli oltre mille delegati sono previsti in videoconferenza. Le votazioni si svolgono da remoto e in forma telematica dopo l’intervento del candidato alla segreteria. La proclamazione è attesa intorno alle 13.30.

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Ore 11.19 – Letta cita Manzoni: «Ho dormito come il principe di Condé»
«Parlerò adesso, intanto ho dormito come il principe di Condé». Enrico Letta risponde citando Alessandro Manzoni ai cronisti che lo incalzano nella sede nazionale del Pd al Nazareno, da dove si collegherà con i delegati dell’assemblea nazionale che voteranno sulla sua candidatura alla segreteria.

Ore 10.56 – La minoranza di Base riformista sottoscrive i voti per Letta
I delegati dell’Assemblea del Pd di Base riformista, l’area che fa riferimento a Luca Lotti e Lorenzo Guerini, procedono singolarmente alla sottoscrizione della candidatura di Enrico Letta. Il primo ad annunciarlo è stato lo stesso Guerini: «Come previsto dalle nostre regole», ha scritto il ministro della Difesa.

Ore 10.37 – Eletto Walter Verini tesoriere nazionale
L’assemblea nazionale del Pd elegge Walter Verini tesoriere nazionale del Partito Democratico con 775 voti favorevoli, 4 contrari, 23 astenuti. La nomina di Verini viene così ratificata dopo mesi, dal momento che a causa del Covid l’assemblea nazionale non si era più formalmente riunita.

Ore 10.05 – Apre i lavori la presidente Cuppi: «Basta lotte intestine»
Valentina Cuppi, presidente del Pd, apre i lavori: «Le dimissioni di Nicola Zingaretti sono state un atto politico molto forte che ha colpito tutti e ci conduce a fare una analisi profonda del partito. È il momento di definire con chiarezza l’anima e l’identità del Pd. Possiamo essere il partito che coniuga crescita economica e redistribuzione della ricchezza senza apparire ambigui e incerti? No a battaglie intestine. Serve un partito che sappia interpretare e combattere per le istanze democratiche».

Ore 9.57 – In corso l’assemblea
È in corso l’assemblea nazionale Pd dopo le dimissioni di Nicola Zingaretti. Sono presenti al Nazareno Andrea Orlando, Peppe Provenzano, Walter Verini, Cecilia D’Elia, Brando Benifei, Chiara Braga, Nicola Oddati, Caterina Bini, Luigi Zanda, Stefano Vaccari.

Ore 9.45 – Il tweet di Letta
«Lo ammetto. L’emozione non manca a salire di nuovo al Nazareno, più di sette anni dopo»: a scriverlo, su Twitter, è Enrico Letta, che ribadisce l’hashtag #iocisonoPD e dà appuntamento per il suo intervento, alle 11.45

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I partiti e il compito di governare il Paese

domenica, Marzo 14th, 2021

di Mario Monti

La crisi del governo Conte 2 e la chiamata di Mario Draghi, la crisi del Pd di Zingaretti e la chiamata di Enrico Letta, hanno ridato vigore a tre dibattiti intrecciati, mai spenti nell’Italia dell’ultimo decennio.

1) Interessi dei partiti e senso di responsabilità nazionale. Il 3 febbraio, appena Draghi aveva accettato con riserva l’incarico conferitogli dal presidente Mattarella e diversi partiti manifestavano incertezza sull’atteggiamento da tenere nei confronti del presidente del Consiglio incaricato, esprimevo su queste colonne la convinzione che tutti i partiti o quasi sarebbero stati disponibili ad appoggiare il nuovo governo e desiderosi di farne parte con propri esponenti. Questo, non solo per l’auspicabile senso di responsabilità nazionale di fronte alla gravissima emergenza sanitaria, ma anche per i legittimi interessi di ciascun partito, in vista degli ingenti sostegni europei alla ricostruzione e alla crescita dell’economia.
Speriamo che tutte le forze politiche della composita maggioranza, così come la sola all’opposizione che ha un ruolo altrettanto vitale per la democrazia, continuino a concentrarsi sul superamento della crisi pandemica. Non si lascino distrarre dai commentatori politici, i quali non resistono alla tentazione di «pesare» quotidianamente il quantum di destra e il quantum di sinistra rinvenibili nelle decisioni del governo.
Sarebbe pericoloso se qualche partito dovesse avere la sensazione, come talora accade per motivi imperscrutabili, di pagare un prezzo maggiore di altri, in termini di consenso elettorale stimato, nell’appoggiare il governo in questa fase di possibile impopolarità da chiusure, prima che subentri la fase successiva, di probabile popolarità da partecipazione al Recovery fund.

2) Il caso del Pd. Un partito che, nei suoi tormentati dibattiti, è spesso assalito dal dubbio se abbia fatto bene, sotto il profilo dei propri legittimi interessi, ad assecondare più sistematicamente di altri gli sforzi, di solito auspicati dai presidenti della Repubblica, di dare vita a governi di responsabilità nazionale, è il Pd. In segmenti di quel partito, così come in vari osservatori politici, si è gradualmente sedimentata la convinzione che il convinto sostegno dato al governo nato nel novembre 2011 per superare la crisi finanziaria (guidato dal sottoscritto, come qualcuno ricorderà) abbia nuociuto in termini di consenso. Sia per le politiche necessariamente restrittive di quel governo sia, prima ancora, perché il Pd avrebbe avuto un grosso successo elettorale se il presidente Napolitano, caduto il governo Berlusconi nel novembre 2011, avesse sciolto le Camere e indetto elezioni anticipate.
Nel momento in cui il Pd affronta un nuovo travaglio alla ricerca della propria identità e chiede aiuto a Enrico Letta, che ha ben conosciuto quella fase, può valere la pena di riandare ad opinioni espresse al riguardo da autorevoli esponenti del partito.
Pier Luigi Bersani, 17 gennaio 2020 (Repubblica). Domanda: «Lei contribuì a dare vita nel 2011 al governo Monti. Secondo molti è l’errore capitale della sua carriera». Bersani: «L’idea che, caduto Berlusconi, si sarebbe potuto tornare al voto è destituita di ogni fondamento. Al centrodestra venne meno l’appoggio di una ventina di parlamentari solo perché c’era la garanzia che il Parlamento non si sarebbe sciolto. Altrimenti ci saremmo tenuti Berlusconi con 580 punti di spread. Detto questo, era una balla che fossimo a un passo dal default? Se è così, allora ha ragione chi mi critica. Se non era una balla, e non lo era, abbiamo fatto bene».
Sulle politiche poste in atto allora per superare la crisi finanziaria e avviare le riforme, appoggiate in Parlamento sia da Bersani, sia da Berlusconi, sia dal Centro — tutte specificate già nel programma presentato per la fiducia e disegnate per ripartire tra tutte le parti politiche e sociali i sacrifici necessari — Paolo Gentiloni, in seguito presidente del Consiglio e ora commissario europeo, suggeriva il 18 luglio 2012 («L’agenda Monti conviene al Pd», Europa Quotidiano) che il Pd si presentasse alle elezioni del 2013 inlinea di continuità con quelle politiche, aggiornate ove necessario.

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Vaccini, aumenta lo scetticismo. “Poca chiarezza sui possibili rischi”

domenica, Marzo 14th, 2021

di ANTONIO NOTO, direttore Noto Sondaggi

Le ultime notizie su alcune reazioni gravi successive al vaccino AstraZeneca hanno avuto un impatto negativo sull’opinione pubblica. Non certo sulla fiducia verso i vaccini in generale ma esclusivamente sull’aspetto di pericolosità del preparato del produttore di cui, anche in Italia oltre che all’estero, si sono ritirate alcune dosi. Insomma, lungi dal pensare che quanto accaduto abbia trasformato gli italiani in un popolo No-vax, è inevitabile però che gli eventi verificatisi in alcune persone dopo l’assunzione del vaccino abbiano inciso in misura maggiore sul fattore prudenza.

Infatti non è un caso che nei giorni scorsi, al di là dei risultati di questo sondaggio, molti dei prenotati per ricevere il tipo di profilassi sotto accusa abbiano deciso di non farsi inoculare la dose. Un dato su tutti emerge dall’analisi effettuata dall’Istituto Noto Sondaggi che chiarisce quale sia il clima di opinione creatosi nelle ultime ore: se nello scorso novembre la quota della popolazione che era sì disposta a vaccinarsi ma solo dopo aver verificato la reazione nelle altre persone era il 15%, oggi questa percentuale è aumentata al 21%, cioè un +6% di cittadini ’attendisti’ o ’dubbiosi’ rispetto a 4 mesi fa, quando la campagna vaccinale era ancora un miraggio. Nel frattempo però è rimasta invariata la parte della popolazione che ha già deciso di non vaccinarsi, oggi come a novembre è stabile al 30%.

Ciò che incute timore ai cittadini è anche il fatto che non viene percepita molta trasparenza sugli effetti collaterali dei vaccini: il 47% ha dichiarato di aver appreso solo negli ultimi giorni la possibilità del rischio per la propria salute derivante dal preparato vaccinale. Invece un ulteriore 37% ne era già consapevole. Ciò che è accaduto sembra avere inciso anche sul giudizio riguardante la politica dei vaccini. Infatti il 65% dei cittadini stima che il governo non riuscirà a mantenere la promessa che la maggioranza della popolazione sarà vaccinata entro luglio. In conseguenza di questo timore gli stessi italiani per il 57% sono pessimisti sulla possibilità che la prossima estate si possa liberamente viaggiare. Insomma per la popolazione le restrizioni continueranno ancora per molti mesi poiché il numero dei vaccinati sarà al di sotto delle attese. Al contempo, però il pericolo derivante da possibili gravi reazioni allergiche al vaccino AstraZeneca non è un elemento sufficiente per fermare la campagna vaccinale, il 71% dichiara che bisogna andare avanti, anche se il timore è aumentato.

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Vaccini, il piano Figliuolo: 500mila somministrazioni al giorno, 80% entro settembre

domenica, Marzo 14th, 2021

Roma – Ben 500mila somministrazioni di vaccini anti Covid al giorno in modo da riuscire a vaccinare entro il mese di settembre l’80% della popolazione italiana. E’ questo l’obiettivo del piano Figliuolo. Il documento per l’esecuzione della campagna vaccinale in Italia presentato dal generale Francesco Paolo Figliuolo, Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, poggia su due pilastri: la distribuzione efficace e puntuale dei vaccini e l’incremento delle somministrazioni giornaliere. Elaborato in armonia con il piano strategico nazionale del ministero della Salute, il piano del generale fissa le linee operative per completare al più presto la campagna vaccinale. La governance sarà accentrata a fronte di una esecuzione decentrata, con una catena di controllo snella.

Vaccino Johnson & Johnson: come funziona

La svolta Draghi: vaccino prodotto in Italia

Secondo quanto riferito, il piano di Figliuolo punta ad aumentare il ritmo delle vaccinazioni, in modo che si possa raggiungere a regime il numero di 500 mila somministrazioni al giorno su base nazionale, triplicando così il numero giornaliero medio di vaccinazioni delle scorse settimane, pari a circa 170 mila. Figliuolo auspica di poterlo raggiungere anche prima della fine dell’estate. Sarà ampliata la platea dei vaccinatori, dando impulso all’accordo per impiegare i medici di medicina generale (fino a 44 mila), ricorrendo agli odontoiatri (fino a 60 mila), impiegando i medici specializzandi, a seguito dell’accordo raggiunto tra governo, regioni e associazioni di categoria (fino a 23 mila).

Il piano Figliuolo prevede anche il raddoppio dell’approvvigionamento delle dosi, da 7,9 milioni al doppio “entro le prossime tre settimane. Entro la fine di giugno è previsto l’arrivo di altre 52 milioni di dosi circa, mentre ulteriori 84 milioni sono previsti prima dell’autunno”.  “Ci sarà un monitoraggio costante dei fabbisogni con interventi mirati, selettivi e puntiformi sulla base degli scostamenti dalla pianificazione – si legge nel piano, diffuso oggi -. Ci sarà una capillarizzazione della somministrazione, incrementando la platea dei vaccinatori e il numero di punti vaccinali”.

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Gli aiuti alle imprese versati entro fine aprile. La dichiarazione precompilata slitta a maggio

domenica, Marzo 14th, 2021
Gli aiuti alle imprese versati entro fine aprile. La dichiarazione precompilata slitta a maggio

Luca Monticelli

ROMA. Le pastoie burocratiche, la crisi di governo e i problemi di copertura tengono bloccato il Decreto Sostegni da dicembre. Riuscire a garantire gli indennizzi a tre milioni di imprese e partite Iva entro il 30 aprile è ormai una corsa contro il tempo. Il provvedimento da 32 miliardi è al rush finale e tra qualche giorno arriverà sul tavolo del Consiglio dei ministri. I tempi sono strettissimi, se ci fosse un ulteriore ritardo diventerebbe difficile accreditare i ristori sui conti correnti di aziende e professionisti nel giro di un mese. Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha preso questo impegno per stoppare i mal di pancia di Pd e Movimento 5 stelle, che quotidianamente invocano «un cambio di passo».

Intanto, proprio per assicurare un maggior coinvolgimento delle forze di maggioranza e impostare un iter rapido in Parlamento, nelle prossime ore il ministro dell’Economia Daniele Franco incontrerà il collega dei Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, insieme ai capigruppo. La riunione, che non è ancora stata fissata, sarà il primo confronto sui contenuti del decreto.

Il menù degli interventi è sempre più ampio e il restyling fiscale è uno dei piatti principali. Il calendario delle scadenze, per venire incontro alle attività economiche strozzate dall’emergenza sanitaria, è stato rivoluzionato. Dopo il rinvio delle rate della rottamazione, del saldo e stralcio e della digital tax, il governo ha annunciato lo slittamento della dichiarazione precompilata che verrà messa a disposizione dei cittadini il 10 maggio anziché il 30 aprile. Il Tesoro ha poi comunicato il differimento al 31 marzo (dal 16) per le comunicazioni, i termini di trasmissione e la consegna della Certificazione unica. A questa misura si affianca la proroga di tre mesi per la conservazione delle fatture elettroniche relative al 2019. Sul fronte tasse sono attese novità dal ddl per la rigenerazione urbana all’esame del Senato, che stabilisce l’esenzione di Imu e Tari sugli immobili riqualificati. La Cgia di Mestre ha stimato che tra bonus, cassa integrazione, indennizzi, detrazioni e sussidi, ogni cittadino italiano nel 2020 ha ricevuto 1.979 euro dallo Stato per fronteggiare gli effetti negativi della pandemia, contro una media dei Paesi in area euro di 2.518 euro pro capite. Per quanto generico, il calcolo dell’associazione dei piccoli artigiani va a toccare un tasto dolente.

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Bonus baby sitter 2021, governo riduce platea beneficiari: ecco a chi spetta (e quanto)

domenica, Marzo 14th, 2021

di Jacopo Orsini

Bonus baby sitter, cambiano le regole. ll governo nell’ultimo decreto varato per affrontare l’emergenza Covid ha previsto nuovi aiuti per le famiglie alle prese con le scuole chiuse fra cui c’è anche un sussidio fino a 100 euro a settimana per la baby sitter che sarà erogato dall’Inps.

I congedi. Nel provvedimento vengono confermati i congedi parentali retribuiti al 50% per chi abbia figli minori di 14 anni, mentre dai 14 ai 16 anni i permessi non saranno retribuiti.

Il bonus. C’è poi anche il bonus baby sitter, sempre per i figli convinventi minori di 14 anni, ma non più per tutti i lavoratori del settore privato come era previsto fino al dicembre corso. Il sussidio, che verrà erogato fino al 30 giugno, spetta infatti solo ad alcune categorie di lavoratori. Il bonus questa volta è destinato, si legge nel decreto, a «lavoratori iscritti alla gestione separata Inps, lavoratori autonomi, personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, impiegato per le esigenze connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19, lavoratori dipendenti del settore sanitario, pubblico e privato accreditato, appartenenti alla categoria dei medici, degli infermieri, dei tecnici di laboratorio biomedico, dei tecnici di radiologia medica e degli operatori sociosanitari». Il bonus è riconosciuto anche «ai lavoratori autonomi non iscritti all’Inps, subordinatamente alla comunicazione da parte delle rispettive casse previdenziali del numero dei beneficiari».

Quanto spetta

Il bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting è previsto, si legge ancora nel provvedimento, «nel limite massimo complessivo 100 euro settimanali». Il sussidio viene erogato, come anche in precedenza, attraverso il libretto famiglia che si usa per le prestazioni di lavoro occasionali. In alternativa il bonus può essere versato direttamente al richiedente per pagare l’iscrizione ai centri estivi, ai servizi integrativi per l’infanzia e ai servizi socio-educativi territoriali. La fruizione del bonus per servizi integrativi per l’infanzia è incompatibile con il bonus asilo nido. Il sussidio può essere richiesto solo se l’altro genitore non accede ad altre tutele o al congedo retribuito.

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