Archive for Marzo, 2021

Letta rianima il cacciavite

lunedì, Marzo 15th, 2021

Più di Papa Francesco, evocato a proposito di “un patto generazionale per uscire da questo difficile momento”, più di Jacques Delors e una certa idea dell’Europa, più di Enrico Berlinguer citato emotivamente – già: l’importanza di chiamarsi Enrico quando sei chiamato a guidare la sinistra – se, come spesso accade, nel Pantheon c’è il senso del discorso, il nome che meglio lo riassume è quello di Romano Prodi. Non solo perché più volte nominato come “faro” ed espressione di una politica “progressista nei valori, riformista nel metodo, radicale nei comportamenti”. Ma perché l’intera relazione di Enrico Letta è permeata di un certo spirito ulivista: la ricostruzione di una comunità, la partecipazione, l’incontro dal basso tra culture, l’alternanza, l’importanza delle “coalizioni”. Che non è nostalgia, amarcord, sguardo rivolto al passato, ma una cultura politica e un metodo: la ricostruzione graduale, senza scosse e senza clamorose rotture che conserva ciò che è necessario e innova fin dove è possibile, nell’ambito di solidi ancoraggi di storia e valori.

Insomma, “l’anima e il cacciavite”, perché la ricerca dell’anima senza cacciavite è pratica esoterica, e il cacciavite senz’anima è mera manutenzione. Questo il paradigma, in fondo rassicurante, anche in una situazione in cui, volendo, il neo segretario, chiamato a salvare il salvabile prima che sia troppo tardi, avrebbe potuto usare il lanciafiamme di fronte al collasso del Pd dopo nascita del governo Draghi, alla traumatica denuncia del segretario uscente, dimessosi provando “vergogna” per un partito dedito solo a discettare di poltrone e incarichi, di fronte cioè alla crisi della sinistra senza un’identità, che non sia il governo di turno e senza popolo, con l’urgenza di ritrovarlo e di riscoprirlo proprio nel momento in cui la crisi più devastante del dopoguerra lo muta anche morfologicamente.

C’è, nel discorso di Letta, una consolidata cultura di governo, che non è una novità per chi, finora è stato considerato, il più “tecnocratico” tra i politici o il più politico tra i “tecnocrati”. La novità è la nuova consapevolezza maturata negli anni di studio a Parigi, perché l’altare dopo la polvere non è come l’altare raggiunto quasi come predestinato, anni di telefono che non squilla e di ricostruzione della vita fuori dalla dimensione del potere. È la consapevolezza che la sconfitta personale è diventata il paradigma della sconfitta della sinistra italiana in questi anni, rimasta al governo senza aver mai vinto le elezioni, smarrendo progressivamente un punto di vista autonomo nella società italiana fuori dalla dimensione del potere fino a diventare quasi un corpo estraneo nella società, di cui ha rinunciato a rappresentare le masse profonde, trasformandosi nel famoso partito della Ztl: “ Se diventiamo il partito del potere – dice – moriamo. Dobbiamo andare al governo vincendo le elezioni e dobbiamo farlo senza aver paura di andare all’opposizione”.

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Tavoli crisi industriali bloccati, Fratoianni pressa Giorgetti: “Eviti un massacro sociale”

lunedì, Marzo 15th, 2021

ROMA – “Blutec di Termini Imerese, Piaggio Aerospace Liguria, Officine Meccaniche Cerutti Piemonte, Embraco Torino, Acc Belluno, Acciaierie Jsw Piombino, Ilva, Acciaierie Ast Terni. Da queste realtà produttive in crisi nel nostro Paese, come denuncia oggi La Repubblica, sono partite richieste di intervento da parte dei sindacati rivolte al titolare del ministero dello Sviluppo Economico, a cui il ministro Giorgetti non si è degnato di rispondere”. Il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, attacca il Mise per il congelamento dei tavoli sulle crisi industriali.

Industria, tavoli di crisi bloccati. Giorgetti non risponde ai sindacati

di Marco Patucchi 13 Marzo 2021

“Eppure – sottolinea Fratoianni- ci sarebbe da dire e da fare per impedire un massacro sociale senza precedenti. Giorgetti non ha nulla da dire in proposito? E i suoi alleati di governo? Non perdano ulteriore tempo e convochino i tavoli di crisi e ascoltino i sindacati dei lavoratori. Se questi sono i primi passi di questo esecutivo non c’è da stare sereni per nulla”.

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Pd, la rivoluzione copernicana di Letta segretario: archiviare il passato per vincere domani

lunedì, Marzo 15th, 2021

di Claudio Tito

Una sorta di piccola rivoluzione copernicana. L’archiviazione di una stagione. L’addio agli ultimi 10 dieci anni di storia politica. E il recupero di quella che ha segnato il centrosinistra tra il 1996 e il 2008. La prima sfida di Enrico Letta è questa: ricostruire un Pd capace di non essere subalterno, che sia anzi la guida del sistema politico e del “nuovo centrosinistra”. Che trasformi il governo Draghi in una sorta di mallevadore di un nuovo sistema dei partiti e di levatrice del nuovo centrosinistra. E che restituisca ai Dem anche il compito di indicare il futuro premier.

Basta tenere presente le poche citazioni fatte nel discorso con il quale ha proposto la sua candidatura alla segreteria per capire la cesura effettuata con il recente passato. Oltre al governo Draghi, ha fatto riferimento per due volte a Romano Prodi, poi a Nino Andreatta, quindi a Paolo Gentiloni e infine, pur senza nominarlo, a Enrico Berlinguer. Ha rammentato che le vittorie elettorali del fronte progressista sono avvenute solo con l’Ulivo, ossia con una coalizione che aveva il perno e il motore nel Partito Democratico. Ha così aperto di fatto la competizione dentro e fuori il centrosinistra. All’interno perché spiega che il rapporto con il M5S non sarà e non potrà essere ancillare. Anzi, ha sottolineato che mentre la natura del Pd – seppure opacizzata nelle ultime due legislature – è comunque presente, quella dei grillini è tutta da definire.

Il rapporto con Conte, ossia con il capo del Movimento 5Stelle, sarà inevitabile ma competitivo, non rassegnato. Da alleati. E soprattutto con rapporti di forza invertiti rispetto a quelli presenti attualmente in Parlamento. Anche il richiamo all’applicazione dell’articolo 49 della Costituzione (l’atttività dei partiti si deve svolgere “con metodo democratico”), va interpretato come uno schiaffo ai pentastellati. In questo quadro il segretario dem cambia anche la prospettiva del suo incarico e ritorna ad essere anche un candidato premier. La gara con Conte e i grillini riguarda anche questo aspetto. Due ex presidenti del Consiglio con le carte per riproporsi per quel ruolo. E si contendono pure il compito del “federatore” che ora non è più solo nelle mani del professore fiorentino.    

Lo schema preparatorio assomiglia molto a quello che lo ha visto protagonista negli anni ’90. L’esecutivo in carica, nella sua idea ricopre allora il ruolo avuto da quello di Ciampi dal ’93 al ’94. Come allora Letta non intende lasciare l’ex presidente della Bce nelle mani del centrodestra. “Draghi è il nostro governo, non della Lega”. Proprio come in quegli anni la scelta europeista del centrosinistra si contrapponeva alle perplessità del centrodestra, adesso rivendica la linea comunitaria contro la conversione poco credibile di Salvini al progetto dell’Ue.

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Terremoto in +Europa, lascia Bonino e Della Vedova si dimette da segretario. La senatrice: “Me ne vado prima che infanghino il mio nome”

lunedì, Marzo 15th, 2021

di Giovanna Casadio

“No, non ho detto che +Europa è finita”, precisa. Ma Emma Bonino in una Assemblea di fuoco del partito – che è una “sua” creatura –  ha annunciato che lascia: “Vado via a testa alta, fiera di quello che abbiamo fatto, non infangherete il mio nome”. Non ha risparmiato critiche a +Europa dilaniata da divisioni interne nonostante si tratti di un partito piccolo, che conta circa 1.700 tesserati, e che viene stimato intorno al 2% nei sondaggi. E che ora, oltre a Bonino, perde anche Benedetto della Vedova, che ha annunciato contestualmente le sue dimissioni da segretario del partito.

Le accuse di Bonino: “Non partecipo a questo gioco al massacro”

Il progetto europeista dell’ex ministra degli Esteri e storica leader radicale rischia di arenarsi qui. “Non partecipo a questo gioco al massacro e me ne vado da sola a testa alta”, ha scandito nel collegamento online. Nell’Assemblea di +Europa, convocata nello stesso giorno di quella del Pd che ha eletto Enrico Letta segretario, Bonino cita il documento, o mozione di sfiducia per il tesoriere, che è stato presentato: un documento “pseudoanonimo”, come lei stessa lo definisce nel quale si chiedono le dimissioni del segretario e, in sintesi, di sbarazzarsi dei vertici per una nuova dirigenza del partito. Rincara Bonino: “Ci sono insulti con termini che non vorrei ripetere, sulle chat, in tutti i modi possibili e immaginabili. Non voglio più starci, ma immagino non sia un problema per nessuno dal momento che sono nella schiera degli incompetenti e ignoranti”. 

L’addio: “Lascio anche il posto al Senato”

Rincara anche sulla possibilità di mollare tutto, anche il seggio al Senato dove +Europa fa gruppo (nel Misto) con Azione di Carlo Calenda. Ancora un attacco: “La vostra cupidigia è senza limiti, ma è a disposizione non vi preoccupate. Se la nuova leadership si presenta con queste credenziali di epurazione io fossi in voi ci penserei un po’. Me ne vado a testa alta prima che mi facciate fuori voi. E vi libererete di un altro ‘incompetente’, Benedetto Della Vedova, e di tutta la sua cricca, come la chiamate”. 

Infine: “Mi basta un segnale prima del congresso che il seggio del Senato vi viene restituito così come l’ho ottenuto. Voi riuscite a cacciare con ignominia per qualche leggerezza una persona infangandone la storia, l’immagine. Non mi resta che augurarvi buona fortuna e chiedervi se potete non disprezzare quello che ho fatto fin qui, se lo farete lo stesso ho le spalle larghe”.

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Cashback, «soldi fino a luglio». Durigon: così più ristori, 3 miliardi per le categorie

lunedì, Marzo 15th, 2021

di Andrea Bassi

Dodici miliardi divisi in 3 milioni fa una media di 4 mila euro. Non è poco?
«Sicuramente non sarà esaustivo anche in virtù delle nuove chiusure, e considerando che le perdite subite ammontano a 400 miliardi. Si sta comunque già prevedendo un’ulteriore scostamento di bilancio da varare nei prossimi mesi».

Di quanto?
«Stiamo lavorando alle cifre. Ma sarà rilevante, tra 20 e 30 miliardi».

 
Per fare cosa?
«Nuovi sostegni e misure di rilancio dell’economia».

Qualcuno ha proposto di usare i 4,7 miliardi del cashback per aumentare i sostegni. È sul tavolo?
«La mia proposta è di terminare la misura a luglio. Potremmo risparmiare 2,5-3 miliardi di euro che potremmo lasciare al Parlamento per rafforzare le risposte alle categorie in crisi nel decreto sostegni». 

Da oggi bambini e ragazzi sono in Dad, ma stavolta il bonus baby sitter è stato limitato negli importi e nei beneficiari. Interverrete?
«Era una misura che doveva essere inserita in simultanea con il decreto delle chiusure, per permettere flessibilità alle lavoratrici ed ai lavoratori. Anche qui sia in Parlamento che nel decreto sostegni si possono individuare ulteriori soluzioni».

Il piano vaccini è la priorità assoluta, ha detto Draghi. L’intenzione è arrivare a 500 mila vaccinati al giorno. Quanti soldi verranno stanziati nel decreto su questo capitolo?
«Sicuramente insieme al sostegno per Partite Iva e imprese sarà il capitolo più importante. Il piano vaccini composto da acquisto, logistica, somministrazione e soprattutto per il nuovo polo produttivo su cui sta lavorando il ministro Giorgetti ha bisogno di risorse rilevanti. A mio avviso non saremo lontani da 5 miliardi».

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AstraZeneca, vertice d’emergenza dell’Ema: «Ma per ora niente rischi». Su 17 milioni di vaccinati, 37 tra embolie e trombosi

lunedì, Marzo 15th, 2021

di Mauro Evangelisti

L’Ema, l’agenzia europea per il farmaco, oggi analizzerà i dati sulle reazioni anomale collegate alla somministrazione del vaccino AstraZeneca, insieme a tutti i responsabili degli enti di vigilanza dei paesi membri. Ieri l’Irlanda si è aggiunta a Norvegia, Danimarca e Islanda, e ha cautelativamente sospeso le vaccinazioni con il preparato di AstraZeneca dopo le segnalazioni di casi di coaguli del sangue successivi alla vaccinazione, arrivati soprattutto da Oslo. In Italia, c’è stato il sequestro di un lotto, ma non la sospensione della vaccinazione, per i tre decessi in Sicilia oggetto di indagine; si è poi aggiunta la decisione di ieri del Piemonte che, dopo la morte di un insegnante di Biella che si era vaccinato con AstraZeneca (ma anche in questo caso sulle cause servono ulteriori approfondimenti), ha bloccato un singolo lotto. Oggi Ema deve verificare se gli eventi segnalati in Europa sono, numericamente, prevedibili visto che sono state vaccinate 17 milioni di persone o se al contrario è necessario intervenire.

SORVEGLIANZA

Per l’Italia al vertice con Ema parteciperà Aifa e il direttore generale, Nicola Magrini, osserva: «La nostra attività di sorveglianza si sviluppa su più livelli. Il primo è comprendere la potenziale correlazione tra la vaccinazione e un evento. Se i dubbi aumentano, se ci sono gruppi di casi analoghi, se ci sono riscontri con le autopsie, allora si può intervenire. Ma ad oggi non ci sono queste informazioni, ad esempio in Sicilia è la procura di Siracusa che ha disposto l’autopsia e anche il ritiro dell’intero lotto. Si è applicato un principio precauzionale, ma al momento nulla ci fa dire che, sia nei casi siciliani sia in quello di Biella, vi possa essere una correlazione tra i decessi e il vaccino». Oggi c’è il vertice europeo. «Esatto – replica Magrini – con l’Ema si verificheranno tutti i casi segnalati nel continente, servono numeri più solidi per ragionare. Per ora, con pochi riscontri si è fatto molto rumore».

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Il generale Figliuolo: «Basta buttare dosi, chiunque passa va vaccinato. I badanti? Delittuoso non vaccinarli»

lunedì, Marzo 15th, 2021

di Redazione Online

Il generale Francesco Paolo Figliuolo, intervistato per la prima volta in diretta tv da quando ha assunto il ruolo di commissario straordinario all’emergenza Covid, ha dettagliato il piano vaccinale che il governo ha pubblicato nella giornata di sabato, e che prevede che «entro fine settembre almeno l’80 per cento degli italiani sia vaccinato».

«Dobbiamo cambiare passo, accelerare. Servono più vaccini e più vaccinatori. È il momento della svolta o perderemo tutto, gli italiani devono essere straordinari. Si sta capendo ora che è il momento della svolta. Noi lo dobbiamo alle nostre radici, ai nostri anziani», ha spiegato.

Di fronte ai timori — espressi dal suo intervistatore, Fabio Fazio — che però a mancare saranno, anzitutto, le dosi di vaccino, Figliuolo ha affermato di aver visto «una forte azione del presidente del Consiglio Mario Draghi sulle case farmaceutiche. Io personalmente ho sentito quasi tutti gli Amministratori delegati. A fine mese arriveremo a 15 milioni di dosi di vaccini, nel prossimo trimestre ne avremo 52 milioni, nel terzo 84 milioni di dosi. E ad aprile inizierà ad arrivare Johnson e Johnson, un vaccino monodose, molto stabile e facile da trasportare».

Il generale ha poi affrontato il tema del coordinamento con le Regioni, parlando dei contatti («più di una volta al giorno, con telefonate e WhatsApp») con il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, e di quelli («giornalieri, siamo sempre in videoconferenza») con il ministro della Salute, Roberto Speranza.

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Gli equilibri di governo e le spinte opposte

lunedì, Marzo 15th, 2021

di Angelo Panebianco

La scelta di Enrico Letta come segretario del Pd, ridando stabilità a un partito importante della coalizione di governo, sembrerebbe rafforzare l’esecutivo. Per un verso, è sicuramente così. Ma per un altro verso potrebbe contribuire a indebolirlo. Sono intuibili le ragioni per cui il governo dovrebbe esserne avvantaggiato. Letta, almeno per un certo periodo, guiderà il Pd con mano sicura. A differenza del suo predecessore, non dovrà fronteggiare, almeno per un po’, la guerriglia interna. Anche se controvoglia le correnti del Pd dovranno rispettare, nei prossimi mesi, una sorta di tregua fra loro. Letta, verosimilmente, stabilirà uno stretto legame di collaborazione con il neo-leader dei 5Stelle Giuseppe Conte e,in questo modo, indirettamente, contribuirà a dare stabilità anche a quello che è tutt’ora il partito di maggioranza relativa. La cooperazione sarà vantaggiosa per entrambi nella quotidiana attività di governo ma anche in vista, fra un anno, dell’elezione del presidente della Repubblica. Insomma, sul versante, diciamo così, di «sinistra» della larga coalizione che sostiene Mario Draghi, si va, presumibilmente, verso una maggiore stabilità e coesione. Fin qui le ragioni per cui Letta segretario del Pd è una buona notizia per il governo. Ma c’è il risvolto della medaglia. Quanto più si rafforza il polo di sinistra della coalizione di governo, tanto più si destabilizza per contraccolpo il polo di destra.

Sappiamo che c’è una asimmetria di partenza (già di per sé causa di tensioni) fra sinistra e destra in relazione al governo Draghi. L’asimmetria consiste nel fatto che mentre la sinistra è quasi tutta dentro la coalizione di governo, la destra no, è divisa fra una parte che sostiene il governo (Forza Italia e Lega) e una parte all’opposizione (Fratelli d’Italia). Mentre i partiti di sinistra non devono temere forti concorrenti (di sinistra) che cerchino di eroderne i consensi facendo pagare loro il sostegno a Draghi, la destra di governo subisce la concorrenza di un partito di destra critico del governo e pronto ad avvantaggiarsi politicamente (a scapito di Forza Italia e, soprattutto, della Lega) di ogni eventuale errore dell’esecutivo. Sentendo sul collo il fiato di Giorgia Meloni e di Fratelli d’Italia Matteo Salvini è oggi il più ciarliero dei leader che sostengono il governo, ogni giorno impegnato a piantare bandiere leghiste qua e là . Anche a costo di disturbare l’attività dei ministri leghisti.

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Agostino Miozzo lascia il Cts: nuovo incarico a fianco di Bianchi al ministero dell’Istruzione

lunedì, Marzo 15th, 2021

di Fiorenza Sarzanini

Agostino Miozzo lascia il Cts: nuovo incarico a fianco di Bianchi al ministero dell'Istruzione

Agostino Miozzo lascia il Cts. Il coordinatore del Comitato tecnico-scientifico ha deciso di lavorare con il ministro della Pubblica istruzione Patrizio Bianchi per dedicarsi ai problemi della scuola, segnata da un anno di pandemia e di nuovo chiusa per la risalita dei contagi. La decisione, concordata con Palazzo Chigi e con il ministro della Salute Roberto Speranza, è stata ufficializzata ieri con la lettera di dimissioni. In questi mesi Miozzo, per anni ai vertici della Protezione civile, non ha mai nascosto la convinzione che la didattica a distanza non fosse un buon rimedio per i ragazzi. Più volte i pareri del Cts, da lui orientati, hanno suggerito di tenere aperte le classi. Ma in alcuni momenti di massima allerta per la risalita dei contagi sono rimasti inascoltati. Dopo l’insediamento del governo guidato da Mario Draghi, Miozzo e Bianchi si sono incontrati più volte proprio per mettere a punto un programma che consenta — appena la curva epidemica tornerà in discesa — di riportare gli studenti in presenza. E di organizzare la ripartenza anche in vista del prossimo anno, per non farsi trovare impreparati se la morsa del Covid-19 sarà ancora stretta.

Il nuoco Comitato

Il Comitato rimane una delle articolazioni di Palazzo Chigi e già oggi la Presidenza del Consiglio potrebbe decidere la nuova composizione. Il coordinamento dovrebbe essere affidato a Fabio Ciciliano, l’attuale segretario che sin dall’inizio della pandemia si è occupato di redigere i verbali. Confermata anche la presenza dei vertici dell’Istituto superiore di sanità e dell’Inail, così come dei rappresentanti delle Regioni. Ma soprattutto sarà ribadito che il Cts si muove d’accordo con la Protezione civile — dove ha la sede principale — in modo che ci sia un coordinamento per gli interventi sulla campagna vaccinale e su tutte le altre deleghe affidate al capo Fabrizio Curcio. Era stato il ministro Speranza, durante la relazione al Parlamento sul Dpcm entrato in vigore il 6 marzo scorso, a sottolineare che «la proposta di un portavoce per il Cts può essere considerata positivamente» così come volevano i partiti del centrodestra e come ieri è tornato a chiedere il leader della Lega Matteo Salvini. E dunque oggi si individuerà anche il componente che dovrà occuparsi delle eventuali comunicazioni, senza escludere che possa essere lo stesso coordinatore a farlo.

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Gen. Figliuolo: “Sui vaccini momento di svolta o perdiamo tutto” | “Quando arriveranno dosi faremo fuoco con tutte le polveri”

lunedì, Marzo 15th, 2021

“E’ il momento della svolta o perderemo tutto, gli italiani devono essere straordinari”, è questo il messaggio lanciato dal Commissario Figliuolo parlando del piano vaccini. “A marzo faremo riscaldamento poi dalla seconda decade di aprile ci saranno gradualmente 500mila vaccinazioni – ha aggiunto -. Alcune regioni ora arrivano a 100-150mila, altre no: il mio compito sarà quello di portare bilanciamento”, ha aggiunto.

“Tutto sta che arrivino i vaccini, poi si andrà con la campagna di massa. Ora il piano è cadenzato per età, quando arriveranno i vaccini in massa si potrà fare fuoco con tutte le polveri. Satureremo tutti i siti, si andrà e ci si vaccinerà e chiuderemo la partita”. Ha aggiunto il generale Francesco Figliuolo intervistato a Che Tempo Che Fa su Rai Tre. “Vi chiedo di voler bene a tutti quelli che stanno dando tutto se stesso – ha detto rivolto agli italiani -, medici, infermieri, operatori socio sanitari impegnati in questa organizzazione. Se ci sono sbavature miglioreremo, faremo di tutto. Sono sicuro che il nostro popolo farà la sua parte, nei momenti difficili lo ha sempre fatto, riusciremo a vincere questa sfida e a debellare questo terribile virus”.  Leggi Anche

Vaccini, il piano Figliuolo: “500mila al giorno entro aprile, l’80% della popolazione protetta entro settembre”

Io punta della squadra, italiani vaccinano italiani – “Grazie al ministro della Difesa Guerini e al capo di Stato maggiore della Difesa che mi hanno permesso di formare la squadra migliore anche con carabinieri e Guardia di finanza. Il commissario è la punta, ma senza la squadra non si lavora. Ringrazio anche la ministra Gelmini, che sta facendo il massimo. Vedo l’intero sistema paese che vuole vaccinare, vedo gli italiani che vaccinano gli italiani”, ha detto ancora Figliuolo.

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