Archive for Marzo, 2021

Vaccini, dentro la Thermo Fisher, la fabbrica di Monza dove si produrrà il Pfizer-BioNTech

venerdì, Marzo 26th, 2021

di Rosella Redaelli

Le fiale del vaccino Pfizer in Italia usciranno dallo stabilimento Thermo Fisher di Monza. L’accordo per la produzione in città della preparazione del prodotto finito in ambienti sterili è stata confermata dall’azienda con un breve comunicato: «Thermo Fisher — si legge nella nota aziendale — fornirà servizi di riempimento sterile e preparazione del prodotto finito nel proprio stabilimento di Monza nel corso del 2021».

Il colosso americano ha siti produttivi a Monza, Ferentino (Fr), Rodano e Parma, con 2.300 dipendenti. L’impianto più grande è quello di Monza che conta mille dipendenti di cui il 50% donne. «Thermo Fisher Scientific — prosegue la nota aziendale — è orgogliosa di lavorare con i propri clienti a livello globale nella lotta contro il Covid-19, supportandoli nello sviluppo e nella produzione di vaccini e terapie, compreso il vaccino Pfizer-BioNTech che sarà distribuito in diversi mercati».

Il vaccino Pfizer in Italia sarà dunque preparato qui, nella sede più grande del gruppo, già specializzata, con i suoi ambienti sterili, nella preparazione di farmaci iniettabili sterili per conto terzi. La notizia dell’accordo circolava da alcune settimane, ma dagli uffici di viale Stucchi, il rettilineo della farmaceutica in città, le bocche restano cucite: «Non possiamo aggiungere nulla di più». L’accordo tra Thermo Fisher e Pfizer pare essere in corso già dalla fine dello scorso anno e potrebbe portare, secondo indiscrezioni, alla produzione di circa 30 milioni di dosi entro la fine del 2021 proprio all’interno degli stabilimenti monzesi dell’azienda con una capacità produttiva stimata nell’ordine delle 120 mila dosi al giorno.

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Scuole Lazio: da martedì riaprono asili, materne, elementari e medie

venerdì, Marzo 26th, 2021

di Redazione Scuola

Scuole Lazio: da martedì riaprono  asili, materne, elementari  e medie

Il Lazio riapre le scuole. Lo ha annunciato su Facebook il presidente della Regione Nicola Zingaretti: «In riunione con l’Unità Covid Regione Lazio. Da martedì nel Lazio, se #zonaarancione, ripartono le scuole in presenza: asili, elementari e medie». Dai tre ai quattordici anni gli studenti tornano in classe, dopo due settimane di Dad. Dovranno invece aspettare i ragazzi e le ragazze delle scuole superiori, visto che da giovedì prossimo cominciano le vacanze di Pasqua: per loro ci saranno altri tre giorni di Dad. «Dopo Pasqua potranno riaprire le superiori, garantendo agli studenti di fare il tampone rapido gratuito e senza certificato medico in tutti i drive in della regione #scuolasicura».

Tamponi per gli studenti

Il Lazio si porta avanti anche sulla questione dei tamponi e offre di nuovo agli studenti – lo aveva fatto per le scuole superiori anche a gennaio – la possibilità di fare il tampone rapido presso gli hub della Regione senza ricetta e gratuitamente: si tratta di una forma di screening volontario che l’assessore alla scuola Di Berardino ha annunciato dopo una riunione con i presidi e le associazioni sindacali.

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Nel nuovo decreto l’ipotesi «giallo rafforzato con bar e ristoranti aperti fino alle 16. Oggi i nuovi colori delle regioni

venerdì, Marzo 26th, 2021

di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini

Nel  nuovo decreto l'ipotesi «giallo rafforzato con  bar e ristoranti aperti fino alle 16. Oggi i nuovi colori delle regioni

Una mediazione per placare le proteste dei governatori e dei ministri del centrodestra. A questo lavora il governo nella pianificazione delle misure per contenere i contagi da Covid 19 dopo le festività pasquali. I numeri sono sempre molti alti — ieri ci sono stati 23.696 nuovi casi e 460 decessi — a dimostrazione che i divieti non hanno ancora portato i benefici sperati. Il tasso di positività risale a 6,8, le strutture sanitarie rimangono in emergenza e la campagna vaccinale è in ritardo. Ma la pressione è forte, il presidente del Consiglio Mario Draghi con i ministri della Salute Roberto Speranza e degli Affari regionali Mariastella Gelmini stanno individuando un percorso condiviso con gli scienziati.

La fascia «gialla rafforzata»

L’ipotesi per le regioni dove la curva epidemiologica mostrerà una discesa dopo Pasqua è di concedere fiato a quelle categorie più penalizzate dall’inizio della pandemia come i gestori di bar e ristoranti. Una sorta di fascia gialla «rafforzata» che preveda l’apertura dei locali a pranzo, sia pur con un orario ridotto. Mantenendo però i divieti della fascia arancione nel fine settimana e il lockdown per quello del primo maggio.

Lombardia e Piemonte

Il monitoraggio di oggi disegnerà un’Italia ancora molto rossa con la Lombardia che rimane nella fascia di massimo rischio e il Piemonte che pur avendo un Rt a 1.17 non può scendere di livello perché supera la soglia dei 250 contagi settimanali su 100mila abitanti. In Valle d’Aosta «la presenza di nuove varianti anche sul nostro territorio e l’innalzamento dell’indice Rt» convincono il presidente della Regione Erik Lavevaz «ad adottare misure più restrittive già dal prossimo fine settimana, quando saranno limitati gli spostamenti fra Comuni», mentre da lunedì ci sarà il passaggio ufficiale in zona rossa. Rischia la Calabria, mentre in Campania si potrebbe prorogare la chiusura totale fino al 12 aprile. Sono già al massimo delle restrizioni il Friuli-Venezia Giulia, l’Emilia-Romagna, la Provincia di Trento, le Marche, la Puglia.

Lazio e Veneto

Il Lazio sarà arancione, il Veneto ci spera ma il governatore Luca Zaia chiarisce: «Non è impossibile, ma dobbiamo vedere qual è il conto che faranno della settimana trascorsa. Noi lo abbiamo fatto, ma a volte le calcolatrici non danno lo stesso risultato».

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Venerdì di scioperi, dal trasporto locale alla protesta contro la Dad

venerdì, Marzo 26th, 2021

Venerdì difficile nelle città italiane per lo sciopero nazionale di 24 ore del trasporto locale indetto dai sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uil trasporti, Faisa-Cisal e Ugl-Fna, con orari e modalità diversi da città a città. Un secondo sciopero, questa volta per protestare contro la didattica a distanza, è stato proclamato dal comitato Priorità alla scola in concomitanza con lo sciopero della scuola indetto dai Cobas.

“II 26 marzo lanciamo uno sciopero della didattica a distanza: ‘usciamo dagli sche(r)mi’ perché ‘questa casa non è una scuola’. Non collegatevi, non collegate, non fatevi collegare. È possibile uscire di casa e andare nelle strade e nelle piazze in cui ci saranno le manifestazioni, i presidi, i flashmob, le lezioni all’aperto”, è l’appello lanciato da Priorità alla Scuola. “Il 26 marzo – spiegano gli organizzatori – è il giorno dell’astensione dalla Dad e delle richieste: perché la scuola riapra, perché la scuola torni a funzionare, perché nemmeno noi rivogliamo la scuola del 2019, ma una molto migliore. Questo è in gioco con le risorse del Recovery Fund: questo è il motivo per cui vogliamo e dobbiamo vincere la battaglia per quelle risorse e il modo in cui quelle risorse saranno usate”. Leggi Anche

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Coronavirus in Italia, il bollettino di oggi 25 marzo: 23.696 nuovi casi e 460 morti

giovedì, Marzo 25th, 2021

di Paola Caruso

Coronavirus in Italia, il bollettino di oggi 25 marzo: 23.696 nuovi casi e 460 morti

Sono 23.696 i nuovi casi di coronavirus in Italia (ieri sono stati +21.267, qui il bollettino). Sale così ad almeno 3.464.543 il numero di persone che hanno contratto il virus Sars-CoV-2 (compresi guariti e morti) dall’inizio dell’epidemia. I decessi odierni sono 460 (ieri sono stati +460), per un totale di 106.799 vittime da febbraio 2020. Le persone guarite o dimesse sono complessivamente 2.794.888 e 21.673 quelle uscite oggi dall’incubo Covid (ieri +20.132). Gli attuali positivi — i soggetti che hanno il virus — risultano essere in tutto 562.856, pari a +1.548 rispetto a ieri (+654 il giorno prima).

I tamponi e lo scenario

I tamponi totali (molecolari e antigenici) sono stati 349.472, ovvero 14.295 in meno rispetto a ieri quando erano stati 363.767. Mentre il tasso di positività è 6,8% (l’approssimazione di 6,78%): vuol dire che su 100 tamponi eseguiti più di 6 sono risultati positivi; ieri era 5,8%. Qui la mappa del contagio in Italia.

Più contagi in 24 ore rispetto a ieri., a fronte di meno tamponi. E il rapporto di casi su test sale di un punto al 6,8% dal 5,8% di mercoledì. Ogni settimana la curva tocca il punto massimo tra giovedì e venerdì per poi flettere nella sua altalena. Dal confronto con lo scorso giovedì (18 marzo), quando sono stati registrati +24.935 casi con un tasso di positività del 7%, sembra di vedere un piccolo buon segnale, se si paragonano le percentuali 6,8% di oggi e 7% del 18 marzo. Un miglioramento dello scenario si osserva sui dati settimanali (17-23 marzo), come evidenzia il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe: -4,8% i casi in sette giorni rispetto alla settimana prima e -7,7% i decessi. Diversa è la situazione settimanale negli ospedali: +8,9% i ricoveri ordinari e +8,9% le degenze in terapia intensiva. «Nel pieno della terza ondata — afferma Nino Cartabellotta, presidente di Gimbe — si intravedono i primi segnali di miglioramento: dopo quattro settimane consecutive si inverte il trend dei nuovi casi settimanali». La riduzione dei nuovi positivi su base settimanale coinvolge soprattutto le regioni che hanno attuato restrizioni maggiori tre settimane fa (come mostra la tabella di Gimbe in basso).

La curva dei nuovi positivi sul sito della Protezione civile

La curva dei nuovi positivi sul sito della Protezione civile

La Lombardia è la regione più colpita per numero di nuove infezioni: torna sopra quota 5 mila casi (per la precisione +5.046 positivi) come il 18 e il 19 marzo, grazie a oltre 59 mila tamponi, ossia il numero di test regionali più alto della giornata (qui il bollettino della Lombardia). Con oltre 2 mila nuovi contagi ci sono cinque regioni: Piemonte (+2.582, qui il bollettino), Emilia-Romagna (+2.070), Campania (+2.068), Lazio (+2.055) e Puglia (+2.033). Seguono con un aumento a quattro cifre: Veneto (+1.861) e Toscana (+1.518). Tutte le altre regioni hanno un incremento a due o tre cifre.

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I Bertoffesi

giovedì, Marzo 25th, 2021

di   Massimo Gramellini

Non chiedete a Guido Bertolaso se a fine marzo partirà davvero la vaccinazione delle persone fragili in Lombardia, altrimenti si innervosirà moltissimo. Dirà che criticare Bertolaso è uno sport nazionale, citandosi in terza persona come un tempo usava fare soltanto Muhammad Ali, e interromperà l’intervista televisiva congedandosi dalla giornalista che ha osato fargli addirittura una domanda (nella fattispecie Tonia Cartolano di Sky) con uno stizzito «Arrivederci e buon lavoro», che nella neolingua dei potenti significa «Tu proprio non hai capito con chi stai parlando».

Il problema non è Bertolaso in sé, ma Bertolaso fuori di sé, una condizione ormai comune alla maggioranza dei personaggi pubblici. Abituatisi sui social a monologare con lo specchio, appena una domanda proveniente dall’esterno sfonda la cappa protettiva del loro ego reagiscono con stizza e quasi con stupore. Nella considerazione di chi molto si considera, il contraddittorio è scaduto da nobile arte filosofica a trappola meschina. Tutti si offendono per tutto e pensano che offendersi sia il modo migliore per dimostrare di avere ragione. Non si accettano domande che non siano innocui palleggi da fondo campo e ogni tentativo di intensificare lo scambio viene vissuto come un sabotaggio. Allora si preferisce buttare la racchetta e andare via, nel paradiso degli autoapplausi dove ci si complimenta e ci si compatisce da soli.

Bertolaso a Skytg24, la giornalista lo incalza e lui lascia lo studio

CORRIERE.IT

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700 anni dalla morte del poeta Mattarella: «Dante, una lezione di coerenza (per tutti, politici inclusi)»

giovedì, Marzo 25th, 2021

di MARZIO BREDA

Mattarella: «Dante, una lezione di coerenza (per tutti, politici inclusi)»

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella davanti a un ritratto di Dante

Alberto Cavallari, chiosando una famosa riflessione di Elias Canetti, sosteneva che «ci si rifugia nel calendario per rivivere il presente attraverso i suoi anniversari e per cercare una garanzia verso ciò che avverrà. Date e ricorrenze di determinati giorni sono di capitale importanza nella paranoia generale e servono anche ad assorbire la paura».

Chissà se coloro che oggi celebrano il settimo centenario della morte di Dante Alighieri(anniversario se non altro per questi motivi da onorare) sono pienamente consapevoli del valore che ancora riveste la sua opera. Tutti siamo debitori di quel che il suo genio ci ha trasmesso, e lo provano le iniziative in corso ovunque nel mondo. Noi italiani in particolare, dato che è stato l’artefice della nostra lingua e che ci ha trasmesso un’idea di Nazione, quando la nostra una Nazione ancora non era.

Tra chi Dante l’ha amato fin dai banchi del liceo, c’è Sergio Mattarella. Il quale, per formazione intellettuale, è un umanista. Si è accostato alla Divina Commedia già dall’adolescenza, e non ha mai smesso di coltivarne la lettura. Fatale dunque proporgli il tema di un’opera che, come fu detto del lavoro dello storico francese Fernand Braudel, è «paragonabile al famoso buco magico di Borges… Infatti, attraverso di esso vediamo il più piccolo granello di sabbia insieme a tutti i deserti, il passato insieme all’avvenire, la primavera insieme all’inverno».

Signor Presidente, un anno fa, annunciando questo anniversario, lei disse che «figure come quella di Dante vanno esaminate sotto la luce dell’universalità più che dell’attualità». Ma anche oggi parrebbe inevitabile citare l’invettiva che scaturisce dopo l’incontro con Sordello: «Ahi serva Italia, di dolore ostello…». È l’apice delle descrizioni che il poeta fa di un Paese scosso da lotte intestine e particolarismi, schiacciato da intermittenti decadenze. Guardando al presente, alla nostra cronica carenza di autostima e alla retorica del declino che ci ossessiona, poco sembra cambiato rispetto al 1300.
«Devo dirle che non mi ha mai convinto il tentativo di attualizzare personaggi ed epoche storiche diverse. Eviterei, quindi, analogie tra l’Italia di Dante, uomo del Medioevo, e l’Italia di oggi. Ci separano settecento anni, un tempo incommensurabile. Peraltro, alcune delle difficoltà e dei punti critici, che lei individua nel nostro carattere di italiani, affondano le radici in tempi a noi molto più vicini: in un’Unità nazionale che si è formata in ritardo rispetto ad altri Stati europei e che ha proceduto — inevitabilmente — per strappi e accelerazioni progressive e che ha visto la coscienza popolare assimilare l’esperienza unitaria con più lentezza e fatica rispetto al progetto che animava i protagonisti del movimento unitario».

Dobbiamo insomma ricordare che, al di là delle suggestioni e degli infiniti livelli di lettura, l’autore della «Commedia» parla a ogni epoca e chiunque può trovare chiavi per rispecchiarsi nel suo poema.
«È così. Anche per questo motivo, nel discorso dello scorso ottobre, ho parlato dell’universalità di Dante. Cioè della sua capacità di trascendere il suo tempo e di fornire indicazioni, messaggi e insegnamenti validi per sempre. Dante è stato punto di riferimento e di ispirazione per generazioni di italiani a prescindere dalle specifiche situazioni di secoli ed epoche differenti. Pensiamo, per esempio, alla riscoperta da parte dei romantici, al vero e proprio “culto” civile di cui fu oggetto durante Risorgimento o all’esaltazione retorica che ne fece il fascismo. Proprio la sua fortuna lungo l’arco del tempo dovrebbe indurci a riflettere di più sul lascito — artistico, culturale, morale, quindi unificante — del sommo poeta».

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Zona rossa per la Lombardia, Lazio arancione, Veneto in bilico: i nuovi colori delle regioni

giovedì, Marzo 25th, 2021

Lombardia e Valle d’Aosta in rosso, Lazio e Toscana in arancione. In attesa delle valutazioni della cabina di regia, le regioni analizzano i dati Rt. E fanno previsioni sulla fascia di colore che scatterà lunedì 29 marzo. È appena iniziato l’incontro tra i governatori e la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini per parlare di vaccini ma anche delle prossime misure. «Siamo al lavoro perché aprile sia il mese della rinascita, delle riaperture, del rilancio. Il sostegno più efficace è il ritorno al lavoro: gli italiani hanno tenuto duro un anno, si meritano il ritorno alla vita», dichiara il leader della Lega Matteo Salvini.

Il caso del Veneto

«Le proiezioni che abbiamo è di un Rt ai limiti della zona arancione e abbiamo una incidenza ancora intorno ai 250 casi ogni 100mila abitanti. Le legge prevede che questi parametri debbano rientrare sotto soglia per cambiare zona, stiamo aspettando con ansia le attribuzione dei parametri», spiega il presidente del Veneto Luca Zaia. «Direi proprio di no: siamo a 248 nuovi casi su 100mila abitanti e abbiamo un Rt di 1,09-1,10, quindi siamo in zona arancione», dichiara il governatore della Toscana Eugenio Giani.

Le regioni in zona rossa

Il Campania, Friuli Venezia Giulia, l’Emilia-Romagna, il Piemonte, la Provincia di Trento, le Marche, la Lombardia e la Puglia sono già rosse. Come detto, le rosse Lazio e Veneto potrebbero cambiare colore.

L’ordinanza di Speranza e le regole in zona rossa

L’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza sarà firmata domani, venerdì 26 marzo, ed entrerà in vigore lunedì. Dal 3 al 5 aprile tutta Italia tornerà in rosso per evitare gli spostamenti durante le festività pasquali. Nelle zone arancioni rimangono chiusi bar e ristoranti, aperti parrucchieri e centri estetici, i negozi. Si può circolare all’interno del Comune. Nelle zone rosse i negozi sono chiusi – tranne quelli inseriti nella lista dei codici Ateco che consentono l’ingresso al pubblico come servizi essenziali — chiusi bar e ristoranti, anche i parrucchieri e i centri estetici. Vietato uscire di casa se non per comprovate esigenze.

CORRIERE.IT

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Il governo al lavoro sulle scuole. Figliuolo: “Ipotesi test studenti e docenti per monitorare i contagi”

giovedì, Marzo 25th, 2021

Il governo per riaprire in sicurezza le aule dopo Pasqua pensa all’utilizzo dei tamponi. Due team sanitari dlel’esercito inviati in Molise e Basilicata

Il governo al lavoro sulle scuole. Figliuolo: “Ipotesi test studenti e docenti per monitorare i contagi”

La scuola al primo posto. Mario Draghi, nell’intervento di ieri nell’emiciclo parlamentare in vista del Consiglio europeo, era stato chiarissimo: la prima cosa da far ripartire sono le scuole. Dopo Pasqua. E aveva aggiunto «speriamo». Ora per mettere in moto le prime speranze, si comincia con la pianificazione. E così nel vertice di stamattina a palazzo Chigi oltre si sono gettate le prime basi. Ma come fare? Lo spiega il generale Francesco Figiluolo: «Monitorare l’andamento dei contagi nelle scuole con test periodici per i ragazzi e i docenti. A sottoporre la richiesta – che sarà valutata in maniera definitiva solo nei prossimi giorni – è stato il ministro per l’Istruzione Patrizio Bianchi». In buona sostanza, si inizierà a controllare con tamponi sia gli studenti che i loro professori, innalzando ancora di più le misure di controllo per rendere sicure le aule e salvaguardare la didattica. Intanto, anche sul fronte del sostegno alle Regioni il governo inizia a muoversi. Due team sanitari mobili dell’Esercito, infatti, sono pronti per partire in Molise e in Basilicata proprio «a sostegno della campagna vaccinale, in particolare delle persone di elevata fragilità ed over 80, così come indicato dalle raccomandazioni del ministero della Salute».

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Sacri stipendi, ecco quanto guadagnano cardinali e vescovi

giovedì, Marzo 25th, 2021

GIACOMO GALEAZZI

ROMA. «Io guadagno 1400 euro netti al mese. A questa cifra devo sottrarre mille euro per la colf», spiega alla Stampa.it un arcivescovo diocesano al massimo dell’anzianità di servizio. Rispetto a quelle dei presuli che governano le diocesi italiane, in Vaticano le retribuzioni (pur tagliate ora da papa Francesco per la crisi Covid) restano più generose. Come cittadini della Santa Sede non pagano le tasse in Italia, abitano in appartamenti messi a loro disposizione in Curia ma, come accade spesso, si trovano a dover ristrutturare a proprie spese case di ampia metratura. E devono pagare lo stipendio alle religiose che li assistono tra le mura domestiche.

Sacri stipendi, ecco quanto guadagnano cardinali e vescovi

Distinzione Occorre fare una distinzione, infatti, sugli stipendi di un cardinale delle diocesi italiane e un porporato della Curia, in quanto vi è una netta distinzione tra Chiesa italiana (Cei) e Curia romana (Santa Sede), anche amministrativamente parlando. Un vescovo italiano (cardinale o no) rientra nel sostentamento del clero della Cei e il suo stipendio può arrivare a un massimo di 1.700 euro lordi mensili, più o meno 1.300-1.400 netti. Il cosiddetto piatto cardinalizio dei porporati al servizio della Santa prevede una somma attorno ai 5.000 euro netti (in Vaticano non ci sono le tasse). Sono solo questi ultimi, insieme ai capi dicastero non cardinali e ai segretari delle Congregazioni ( i ministeri della Santa Sede), a essere interessati dalla misura papale.

Sacri stipendi, ecco quanto guadagnano cardinali e vescovi

Eccezioni

Il Pontefice ha disposto dal 1° aprile il taglio degli stipendi, ma procedendo «secondo criteri di proporzionalità e progressività con la finalità di salvaguardare gli attuali posti di lavoro».

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