Archive for Marzo, 2021

Draghi tra europeismo e pragmatismo

lunedì, Marzo 22nd, 2021

Alberto Quadrio Curzio Economista, presidente emerito Accademia dei Lincei

ROME, ITALY - MARCH 19: Italian Prime Minister Mario Draghi speaks during a press conference to present...
ROME, ITALY – MARCH 19: Italian Prime Minister Mario Draghi speaks during a press conference to present financial stimulus plans (Support Decree), amid the Covid-19 pandemic, on March 19, 2021 in Rome, Italy. The Prime Minister has said that he will increase this year’s deficit to support the country’s coronavirus-hit economy, extending furlough schemes, simplifying compensation procedures and strengthening income support. (Photo by Alberto Lingria/AM POOL/Getty Images)

Il 25 e il 26 prossimi si riunisce il Consiglio europeo dei capi di Stato o di Governo che con la Commissione europea detiene il potere decisionale della Ue. Nei giorni scorsi sembra tuttavia che le valutazioni e le decisioni di Governi nazionali dei tre più grandi Paesi Europei (Germania, Francia e Italia) scavalchino (e in parte critichino) la Commissione. In questa direzione andrebbe la decisione della Germania, alla quale si sono poi associate Francia e Italia, di sospendere le vaccinazioni con AstraZeneca in attesa di una verifica sulla non pericolosità da parte di Ema. Anche la successiva dichiarazione della cancelliera Merkel che la Germania potrebbe usare il vaccino russo Sputnik è stata valutata come un distacco dal metodo comunitario. Così come è stata valutata la recente conferenza stampa del presidente Draghi nella quale ha prefigurato un possibile uso di Sputnik e più in generale un criterio pragmatico di decisione nazionale dove la Commissione fosse lenta o inattiva.

Germania più Francia. E adesso Italia

Si è così circoscritta l’affermazione di Draghi che nella conferenza stampa (come nel discorso al Parlamento per la fiducia) ha chiaramente ribadito “l’europeismo e l’atlantismo” dell’Italia. Come si combinano allora le due affermazioni?

È noto che l’Ue è un sistema politico-istituzionale molto complesso ovvero in parte comunitario ed in parte intergovernativo. Forse è meno chiaro che nella storia della Ue ci sono state decisioni intergovernative ibride (quindi non quelle del Consiglio o degli eurovertici) che hanno risolto urgenze e spinto poi una accelerazione comunitaria. In particolare i due grandi Paesi (Germania e Francia) spesso hanno improntato, in modo non sempre convincente, tutta la politica della Ue. Il loro trattato di Aquisgrana del gennaio 2019 (che riprende e completa il Trattato dell’Eliseo del gennaio 1963) è l’espressione di una cooperazione ibrida super rafforzata.

Se adesso anche l’Italia entrasse in tale cooperazione ibrida super rafforzata sarebbe utile anche per l’Europa. Perciò nel blocco delle vaccinazioni di AstraZeneca, la scelta di Draghi di affiancarsi con Macron alla decisione di Merkel, oltre a essere opportuna per la tutela della salute pubblica, è stata utile anche per ragioni politiche europee. Infatti in tal modo (e non solo per questo) l’Italia è entrata nella cabina di regia europea evitando anche che una scelta solitaria delle Germania “spaccasse” davvero l’Unione. Quindi il metodo comunitario non è stato delegittimato in quanto Ema ha avuto la parola finale confermata dalla Commissione.

Non smentire il metodo comunitario

Anche la decisione del presidente Draghi di bloccare l’esportazione di una partita di AstraZeneca, pur essendo in linea con le norme Ue, è stata nazionale, ma ha anche avuto un effetto comunitario. Infatti adesso la presidente von der Leyen ha detto ufficialmente e duramente che le aziende che producono nella Ue e che non rispettano i contratti subiranno blocchi dell’export.

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Vaccini, Fontana azzera vertici Aria: si va verso amministratore unico

lunedì, Marzo 22nd, 2021

Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana sta discutendo in questi momenti in giunta il cambio dei vertici di Aria, l’agenzia regionale sotto accusa per la gestione della campagna vaccinale. Fontana starebbe valutando l’ipotesi di scegliere un amministratore unico per la società, azzerando tutte le cariche principali attuali.

A confermare il cambiamento anche fonti della Lega. A richiedere un cambio di passo c’è stato Matteo Salvini che proprio poche ore fa aveva detto “chi sbaglia paga, a Bruxelles come a Roma e Milano”. Nelle ultime 24 ore, alla luce delle notizie e delle criticità sollevate pubblicamente anche dalla Moratti, Salvini aveva chiesto un cambiamento radicale, sentendosi più volte con il presidente Fontana, gli assessori lombardi Letizia Moratti e Guido Guidesi e Guido Bertolaso.

Che cosa è Aria – Nata il primo luglio 2019 dalla fusione di tre società regionali, Arca (Centrale Acquisti regionale), Lispa (Lombardia Informatica) e Ilspa (Infrastrutture Lombarde), l’Agenzia Regionale per l’Innovazione e gli Acquisti aveva l’ambizione di diventare una digital company efficiente in grado di gestire le infrastrutture fisiche e digitali lombarde e gestire il ciclo degli acquisti della Regione. Una società a capitale interamente
pubblico in grado di far risparmiare alla Regione 1,6 milioni di euro nel 2019, con una riduzione di costi che, se non ci fosse stato il Covid, avrebbe toccato nelle previsioni quota 2 milioni nel 2020.

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Vittorio Sgarbi confessa: “Ho avuto il Covid e ho un cancro…”

lunedì, Marzo 22nd, 2021

Ha avuto il Covid, ma da asintomatico e senza accorgersene e ha un cancro ai testicoli ancora in fase di accertamento. Lo ha confessato Vittorio Sgarbi nei giorni scorsi, prima in un diretta social e poi ai microfoni del programma radiofonico La Zanzara: “Io ho avuto il Covid e ne sono uscito, e ho un cancro alle palle e non ne sono ancora uscito”, racconta il critico d’arte senza peli sulla lingua.

Intervenendo su una polemica legata ai medici e al loro ruolo nei mesi della pandemia Sgarbi ha quindi svelato di aver contratto il Covid: “Il mio medico, Mario Pepe, mi ha fatto delle analisi e mi ha detto che ho gli anticorpi, e che probabilmente ho avuto il Coronavirus a dicembre”, ha detto il critico: “Effettivamente in quel periodo hanno avuto il Covid il mio vecchio autista, la mia assistente, il vicesindaco di Sutri lo ha avuto prima di me, ed è stato un mese e mezzo fuori gioco. La morte di Gastel mi ha fatto ripensare alcune cose, ero convinto della sua non letalità. In realtà ci sono due Covid, uno che ti prende e non si vede, un altro che ti prende di traverso”, ha aggiunto. 

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Enrico Letta: “Alleanza con i 5S, ma da loro niente veti. In Parlamento due donne capogruppo”

lunedì, Marzo 22nd, 2021

STEFANO TAMBURINI

È molto più che una mezza rivoluzione, quella lanciata dal neosegretario del Partito democratico, Enrico Letta. In questa intervista pubblicata dal Tirreno traccia una serie di punti chiave che ridisegnano strategie e dettano nuove linee che, specie nelle periferie, sono destinate a cambiare il volto a un partito in mano a troppi personalismi, a circoli tenuti in piedi per carriere personali.

Ci sono tre linee fondamentali di azione. La prima è il riguardo assoluto verso i giovani ma con un patto di solidarietà per gli anziani. La seconda è lo stop al maschilismo della politica, con il conseguente riequilibrio nelle cariche interne, con due nuove capogruppo al Senato e alla Camera al posto di Andrea Marcucci e Graziano Delrio. La terza, la sostenibilità dello sviluppo con un’azione concreta che parta dalle esigenze reali, con la creazione di lavoro, di opportunità. Il tutto con una politica che torna a gestire il cambiamento e non a subirlo.

A un politico che torna dopo sette anni viene subito da chiedere cosa abbia fatto nel frattempo? Di sicuro non è «andato a letto presto» come Robert De Niro in “C’era una volta in America”.
«Certo che no, sono andato a dirigere la Scuola di Affari internazionali dell’Università Sciences Po di Parigi. Ma ho continuato a seguire le vicende italiane. Peraltro ho ricominciato a fare la campagna elettorale nello scorso settembre proprio a casa mia in Toscana. Ho ritenuto importante dare il mio contributo quando si è avvertito il pericolo che, alle Regionali, la Toscana potesse scegliere la leghista Susanna Ceccardi, una che veniva dal mio territorio. Io sono cresciuto fra Pisa e San Giuliano, lei è di Cascina. È stato un piccolo contributo, il mio, ma in politica conta anche la somma di piccoli impegni».

Nel frattempo era stato invisibile.
«Dall’estero le cose si vedono meglio. Questi sette anni passati insieme con i giovani di tutto il mondo mi hanno aperto gli occhi su alcune necessità. Alla fine posso sintetizzarle con tre titoli: i giovani, la questione femminile, la sostenibilità dello sviluppo».

Cominciamo dai giovani. Ha subito giocato la carta del voto ai sedicenni.
«Il mio partito vuole parlare giovane. Anche il mio staff sarà formato da quattro studenti universitari che mi porto dietro dalla scuola parigina, sono cresciuti con me e io sono cresciuto con loro. È uno scambio. Ho capito, stando con loro, che il voto ai sedicenni è una dimostrazione di fiducia, una mano tesa».

E passiamo alla parità di genere. Il Pd veniva dalla burrasca della scelta dei ministri del governo Draghi: tre su tre, tutti uomini.
«Appunto, io non posso immaginare che nel nostro partito ci siano solo volti maschili al vertice. Non possiamo essere quelli con uomini al comando e donne vice, quando va bene. Servono leadership mischiate, specie adesso che in Europa ci sono Angela Merkel, Ursula von der Leyen e Christine Lagarde. Per me questo è un passaggio chiave». (…)

Lei ha subito rivolto un pensiero «ai centomila morti e al mezzo milione di italiani che hanno perso il lavoro, a loro noi guardiamo cercando le migliori soluzioni per il loro futuro». Come dare concretezza a queste parole?
«La migliore risposta è arrivata venerdì con il Decreto Sostegni del governo Draghi. Perché interviene sulla protezione del lavoro per chi lo ha perso e per chi lo sta perdendo. Ora dobbiamo fare in modo che non ci vogliano mesi prima che chi deve averli veda i 2.400 euro, questo è un passaggio fondamentale».

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Un’occasione per salvare la repubblica

lunedì, Marzo 22nd, 2021

Massimo Cacciari

Come spesso mi accade in momenti in cui mi sento sedotto da pensieri vanamente pessimistici mi reco da un vecchio amico, maestro di realismo e disincanto. Sì, la situazione è catastrofica, mi dice. Tutto ciò che è solido si dissolve nell’aria. Ma questo è bene. Il mondo è in fondo una vera repubblica, dove tutto è vita, dove nulla riposa, dove il conflitto stimola intelligenza e creatività. Dove il sentimento della libertà (poiché più di un sentimento la libertà certo non è) può far compiere prodigiose imprese. Pessima non è la catastrofe, ma la sua coscienza, ovvero il modo in cui la si affronta. I mutamenti di stato – quando, cioè, uno stato va rifondato – non ammettono pallide ragionevolezze, tattiche di adattamento, estenuanti rinvii. Tutto questo può anche funzionare quando sussista un equilibrio e i rapporti tra interessi, funzioni, organi dello Stato siano “ben temperati”.

Oggi mi pare – per quanto possa capire dall’eremo in cui mi hanno costretto – la situazione è opposta. Occorre realismo nell’analisi, occorre ragionare lungo il percorso della rifondazione. Ma senza impeto non si andrà da nessuna parte. Sono anni decisivi, mio vecchio amico, ed è contraddizione in termini voler affrontare anni simili pensando di poter non decidere, non tagliare col passato. Vedo addirittura che ci si ricompone tranquillamente senza neppure chiarire le ragioni che avevano portato a clamorose rotture. Quasi appunto fosse una virtù evitare il confronto, che è sempre, se davvero tale, polemico, e fingere che una finta unità sia il bene supremo. Vi sono momenti nella storia in cui le nature “respettive” possono funzionare egregiamente, quando si tratti di consolidare lo Stato; il nostro dovrebbe essere piuttosto quello delle nature “impetuose”, poiché non c’è davvero nulla, temo, che valga la pena consolidare.

Lei sa che quando dico impeto non dico leone, non dico animale, non dico lasciarsi trascinare dalle passioni di certuni, dall’odio, dall’invidia, dall’avarizia. Dico l’opposto: impeto virtuoso per fare finalmente la repubblica che manca – e impeto perciò intelligente, capace di tattica astuta, ma che mai perda di vista il suo fine: innovare davvero, creare un organismo politico che oggi non c’è. Oggi le membra di questo Stato sono corrotte. Anche i corrotti ci sono, lo so bene. Ma non sono loro ad aver rotto queste membra, anche se hanno validamente collaborato a tale ignobile fine. Esse si sono rotte perché la natura stessa insegna che un organismo decade, si spezza e alla fine crepa se non viene continuamente trasformato. Il nostro Stato non ha saputo farlo, non ha avuto “prìncipi” in grado di mantenerlo vivo trasformandolo.

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Gualtieri: “Bene i Sostegni e l’azione sulla povertà, ora la Lega smetta di fare propaganda”

lunedì, Marzo 22nd, 2021

marco zatterin

E ora, professore, che si fa? Servono ancora soldi per liberare il Paese dal terribile incantesimo del Covid-19, vero? Roberto Gualtieri non ha bisogno di tempo per fare i conti. «A gennaio si sperava che i 32 miliardi fossero gli ultimi», ammette rapido. Poi è successo il peggio, la terza ondata di coronavirus, l’Italia a colori, l’ennesima serrata. «Come ha detto Mario Draghi – concede l’ex ministro dell’Economia -, l’evoluzione della pandemia renderà necessario un altro intervento». Il quale, fra l’altro, «andrebbe utilizzato anche per rafforzare le misure da noi già varate a sostegno della capitalizzazione delle imprese, che devono gradualmente prendere il posto degli interventi per la liquidità».

Guarda avanti, il parlamentare di casa Pd. Sono tempi insidiosi, per l’Italia e il suo Partito. Gualtieri ragiona sulla candidatura a sindaco di Roma, ma non dimentica la passione per la sostenibilità di bilancio, la politica e un’Europa a cui chiede più responsabilità. E in particolare, «nuovi strumenti di bilancio per sostenere» l’economia continentale. Proprio come fatto col Recovery Plan.

Proviamo a sgomberare il campo. Si candida per il Campidoglio, o no? «La mia è una riflessione vera per quella che sarebbe una scelta di vita impegnativa e che richiede un lavoro preparatorio serio di studio e approfondimento. Per Roma servono comunque soluzioni all’altezza, e su questo con Letta c’è piena convergenza e comune consapevolezza. Decideremo assieme quando sarà il momento».

Quando sarà il momento?

«Presto».

Cosa le fa pensare che il Pd possa ricompattarsi adesso? È il caso di stare sereni?

«Il Pd guidato da Zingaretti è stato decisivo per salvare l’Italia e avviare un cambiamento senza precedenti delle politiche europee. Ora è protagonista del governo Draghi e della sua agenda ambiziosa. Letta ha le idee molto chiare sul profilo politico e programmatico di un Pd aperto e rinnovato, all’avanguardia sui grandi temi dello sviluppo sostenibile, dell’equità sociale, della parità di genere, e perno di una alleanza larga per battere la destra. I problemi li ha semmai chi non ha capito la portata delle trasformazioni in atto nel mondo e nell’agenda dei progressisti».

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Bonus spesa, via da Roma a Venezia: ma c’è lo stop ai furbetti. Addio a doppie richieste e requisiti falsi. Come funzionano

lunedì, Marzo 22nd, 2021

di Roberta Amoruso

Arrivano i buoni spesa anti-furbetti. È questa la novità delletranche di aiuti edizione 2021 alle famiglie bisognose per gli acquisti di beni alimentari e di prima necessità. Sono i singoli Comuni, in autonomia, a stabilire i nuovi paletti per limitare i dati falsi per gonfiare i nuclei familiari, le domande mezze in bianco accolte da funzionari distratti, ma anche montagne di indebite richieste da chi ha già un lavoro o è pensionato o riceveva addirittura Reddito di cittadinanza o indennità di disoccupazione. L’obiettivo è netto: far arrivare gli aiuti – fino a 700 euro per le famiglie più numerose – dove ce n’è davvero bisogno, visto che ancora in questi giorni la Guardia di Finanza è a caccia dei furbetti dei buoni 2020, pronti ad approfittare dei bandi non troppo blindati lanciati l’anno scorso per venire incontro in fretta a chi faceva fatica a fare la spesa giornaliera dopo la crisi da Covid.

LA NUOVA TORNATA

Non era scontato che la rotta dei buoni spesa fosse confermata dal governo Draghi, più proiettato sugli investimenti e sul lavoro che su bonus e sussidi. Ma la conferma è arrivata nelle ultime settimane, rianimando di fatto la corsa dei Comuni ai nuovi bandi. Il Decreto Ristori-ter del governo Conte bis ha destinato un fondo da 400 milioni di euro da distribuire ai Comuni. E c’è chi ha già aperto i rubinetti. È infatti appena partito il piano salva-famiglie del Comune di Roma. Ma Milano ha già archiviato la prima tranche 2021. Come, del resto è successo a Bari. A Napoli, per il momento, è previsto un bonus aggiuntivo al bonus 2020 in vista della Pasqua, con precedenza a chi ha avuto il bonus l’anno scorso. Ma anche i Comuni di Torino, Venezia, Padova, Bologna, Bergamo, Rimini, Ancona e Potenza, solo per fare alcuni esempi, si stanno già attivando.

Reddito di cittadinanza, si cambia: chi trova lavoro mantiene il diritto per altri sei mesi

L’INDICE DI POVERTÀ

Va ricordato che anche per i nuovi buoni la quota che spetta ad ogni Comune è fissata in base al numero di abitanti e all’indice di povertà. Inoltre, la scelta delle famiglie beneficiarie, le modalità di assegnazione e le procedure per fare domanda sono stabilite dal sindaco. Dunque, la scelta di Roma è chiara: attivare quest’anno una procedura più veloce, più efficace e più sicura; che abbia quindi già nel Dna certi paletti anti-furbetti capaci anche di risparmiare tempo e denaro per i controlli successivi. Dunque, se l’anno scorso era possibile inviare la domanda per il buono spesa, via mail e con la sola autocertificazione, al Municipio competente o al Dipartimento Politiche Sociali, oppure, in alternativa, recandosi presso le edicole convenzionate, quest’anno il registro è cambiato. Le domande possono essere presentate fino al 15 giugno esclusivamente attraverso i Caf convenzionati con Roma Capitale.

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Vaccino Lazio, per le somministrazioni dai medici di base controlli contro i furbetti delle dosi

lunedì, Marzo 22nd, 2021

di Camilla Mozzetti

Le indicazioni sono chiare e valgono tanto per i centri vaccinali quanto per i medici di famiglia. E pur di fronte all’obiettivo di aumentare quanto più possibile le vaccinazioni nel Lazio (ieri si è arrivati a quota 800 mila) si deve seguire il crono-programma diviso per fasce d’età e per soggetti fragili o a rischio in quanto affetti da altre patologie. Il controllo negli hub vaccinali sulla corretta somministrazione delle dosi e pure sulla gestione di quelle che possono avanzare nel corso della giornata per disdette dell’ultimo minuto funziona come un orologio svizzero: “imbucare” qualcuno dei non prenotati è impossibile.

Roma, tutti i centri dove fare il vaccino e quale farmaco somministrano

E lo stesso meccanismo deve essere garantito anche dai medici di famiglia. In sostanza, somministrazioni “eccezionali” non saranno ammesse e la Regione è pronta a controllare a campione i camici bianchi sul corretto uso delle fiale. Il modello sarà poi esteso anche ai farmacisti quando entreranno nella campagna.

LE VERIFICHE

«Il piano vaccinale è noto ed ogni medico deve rispettarlo in scienza e coscienza – spiega l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato – Le categorie di gravi vulnerabilità vanno fatte indipendentemente dall’età ed i medici possono in questo caso somministrare il Pzifer» ma nell’ipotesi in cui emerga la vaccinazione sempre con Pfizer di un 21enne senza patologie e non rientrante nei target di vulnerabilità la Regione è pronta a segnalare il caso alle autorità. Nelle prossime settimane proprio i camici bianchi riceveranno un numero maggiori di dosi, (ad oggi le consegne sono state più di 58 mila) anche se per la settimana appena iniziata è verosimile credere che riceveranno ancora un solo flacone AstraZeneca a testa per via delle “magre” consegne. Ad ogni vaccinazione deve corrispondere la registrazione sul portale della Regione che avvierà dunque un controllo a campione su tutti i 2.200 medici impegnati nella campagna analogamente a quello che avviene negli hub.

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In mostra i nostri peggiori difetti

lunedì, Marzo 22nd, 2021

di GABRIELE CANE’

Se osserviamo che qualcosa non va, beh, è appunto un’osservazione facile, facile. Incontestabile. Se trasformiamo l’osservazione in domanda, la risposta è altrettanto ovvia: perché mai il sistema sanitario nei suoi meccanismi complessivi e in quello specifico delle vaccinazioni dovrebbe funzionare come un orologio? E perché mai non dovrebbero esserci i soliti furbetti salta file, singoli e collettivi, nell’Italia dei moralisti da talkshow? Perché il nostro modello non dovrebbe mostrare crepe e ritardi se negli anni è stato mutilato nelle risorse e burocratizzato dal clientelismo?

Tutto questo, è bene ribadirlo, non è da mettere in carico al personale sanitario. Né vanno dimenticate le tante eccellenze ospedaliere e di ricerca di cui andiamo ancora orgogliosi. No, parliamo del sistema. Quello che nella lodatissima Lombardia, ad esempio, la stessa vice presidente Letizia Moratti ha definito incapace e inadeguato. L’avevamo notato, ma se lo dice lei dobbiamo crederci sul serio. Del resto, sono mesi che giriamo attorno al problema vaccini; che ci aggrappiamo a queste fiale per uscire dell’incubo sanitario ed economico, ma a tutt’oggi si marcia in ordine sparso, sia nei tempi, sia nei modi. Infatti siamo pieni di avvocati cinquantenni e di impiegati trentenni delle Asl che hanno già fatto la prima dose, mentre tra anziani e fragili veri il numero dei vaccinati è inversamente proporzionale alle quotidiane promesse delle autorità.

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Estate e Covid: voglia di vacanze. Gli italiani già prenotano le ferie

lunedì, Marzo 22nd, 2021

di ALESSANDRO FARRUGGIA

Turisti a Venezia (Dire)
Turisti a Venezia (Dire)

“Sono sicuro che tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate vedremo un miglioramento significativo. Io sono ottimista, sicuramente avremo un’ estate diversa da questi giorni di pesanti restrizioni. Ci sarà comunque bisogno di gradualità, non scomparirà tutto in un ’giorno X’, ma credo ci siano ragioni per guardare con fiducia alle prossime settimane”.

Così il ministro della Salute Roberto Speranza a Domenica In. Per il settore del turismo è un auspicio positivo. Ma quello che è sicuro per adesso è che l’atteso appuntamento pasquale è saltato, con danni enormi al settore. Con il passaggio della Sardegna in zona arancione, da oggi sono chiusi per le prossime 2 settimane in tutta Italia, per il servizio al tavolo e al bancone, 360mila bar, ristoranti, pizzerie ed agriturismi. Secondo Coldiretti la perdita stimata in questo periodo è di circa 3,2 miliardi.

Stesso discorso per gli alberghi: lo stop pasquale è una botta terribile. “Ormai Pasqua la diamo per persa – aveva detto nei giorni scorso il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca – e anche i ponti di primavera cadono di domenica: non ci resta che rimboccarci le maniche e puntare sull’estate”. E qui qualcosa si muove. Fioccano le prenotazioni per gli appartamenti in affitto e per gli airbnb, specialmente per luglio ed agosto. Airbnb ha analizzato le ricerche degli italiani individuando la classifica delle 10 località più ‘trendy’ per la stagione 2021. Al primo e al secondo posto ci sono località della Sardegna. Quarta è Viterbo. E la Toscana si aggiudica un posto d’onore con due piazzamenti in classifica: Montepulciano e Pienza, quinta e sesta. Grandi agenzie di affitti come Italianway hanno già superato al 15 marzo le prenotazioni al 31 marzo 2020.

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